Di Pierre-André Krol. Lione – Dei numerosi processi che segnano la movimentata storia della Chiesa di Scientology, quello appena conclusosi a Lione è fra più altisonanti. Nel corso dei dieci giorni di dibattito presso il tribunale correzionale, tutto è stato detto su ideologia e pratiche di questa setta, una delle più potenti del pianeta. Un giorno intero, l'ultimo prima delle arringhe, è stato dedicato alla questione intesa ad accertare se Scientology sia una religione, e se la sua organizzazione tentacolare sia una chiesa. Questione allo stesso tempo ridicola e indecente se paragonata alla gravità dei fatti contestati ai ventitré scientologisti imputati di frode, abuso di fiducia e danno alla vita altrui - quella di un seguace suicidatosi per stato d'emergenza causato, secondo l'inchiesta, «dal trattamento al quale era sottoposto» dai suoi mentori. La parte civile - cinque ex-seguaci, mentre altri venticinque avevano ritirato la loro denuncia poco prima dell'apertura del processo - avrebbe volentieri fatto a meno di quest'ultimo dibattito, completamente estraneo all'oggetto del processo. Ma la difesa, assicurata da sei avvocati di forte levatura e dai loro assistenti, l'aveva fortemente voluto. I ventitré imputati tendevano a presentarsi come vittime «di un processo per eresia», anche se non ci sono riusciti; ma tale era lo scopo dell'intervento «degli esperti» citati come testimoni. Accademici che si dicono «indipendenti», ma che sposano la definizione che la chiesa stessa dà di sé. «Facendo testimoniare questi presunti esperti la setta intendeva sviare l'oggetto del processo, ma il tribunale ha avuto la saggezza di dubitare delle loro relazioni» spiega Jean-Marie Abgrall, psichiatra, incaricato dal giudice istruttore di indagare sulle pratiche della setta, e autore di «La mécanique des sectes » (Ed. Grasset). [1]. «Era il mezzo migliore per disinnescare questa trappola tipica [2]. Se il presidente avesse limitato i loro interventi, la difesa avrebbe certamente parlato d'inquisizione e di oppressione del pensiero minoritario.» Così Karel Dobbelaere, dell'università cattolica di Lovanio, ha concluso la sua lunga argomentazione affermando che «Scientology soddisfa le condizioni che formano una vera religione». Il presidente: «Ha constatato casi d'abuso finanziario di cui sarebbero state vittime alcuni seguaci?» Risposta: «Non più che in altre religioni». Leggero ghigno di una delle querelanti che, in apertura del procedimento, aveva quantificato in oltre mezzo milione di franchi francesi il costo dei suoi tre anni d'appartenenza. Secondo l'esperto belga, «Scientology è una religione che ha successo perché è basata su una tecnologia che funziona». Uno degli avvocati della difesa fa mostrare un adesivo al testimone: «Le promesse non garantite delle religioni classiche sono delle frodi?» Il professore: «Promettere di trasformare l'individuo in un essere spirituale è intrinseco in qualsiasi religione. E come tutte le credenze, non è verificabile». Per il britannico Bryan Wilson, che lavora a Oxford, «Scientology non è una setta al senso peggiorativo che si dà a questo termine in Europa, è un nuovo movimento religioso, come molti altri, che suscita oggi reazioni di rifiuto come il cristianesimo ha suscitato ai suoi inizi». Quanto alla pratica dell'auditing, «i seguaci la percepiscono come un atto religioso» comparabile alla confessione dei cattolici. Tranne che i sacerdoti confessano gratis, dimentica l'esperto. Il presidente sorride, non vuole polemizzare, tutto è stato detto in occasione delle udienze precedenti sulla «tecnologia» dell'auditing in oggetto e sulle decine di migliaia di franchi che i fedeli devono pagare. Dopo il belga e il britannico, l'americano Frank Flynn, che tiene corsi di studi religiosi a Washington, si dichiara ottimista sul futuro della chiesa di Scientology: «Il suo riconoscimento è soltanto una questione di tempo, in Europa come negli Stati Uniti». Arriva infine alla sbarra l'italiano Massimo Introvigne, direttore del Centro di studio sulle nuove Religioni di Torino. Le sette inducono i seguaci a rompere con il loro ambiente d'origine? «Ma è anche il caso di chi si impegna in un ordine religioso. E qualsiasi conversione ad una religione riconosciuta conduce ad una rottura con il passato», spiega. I genitori i cui figli hanno tagliato i ponti per seguire un guru si consolino. I seguaci si suicidano? «Non più che nella polizia francese o nei seminari italiani.» La vedova del suicida ha apprezzato il raffronto. Indubbiamente i criteri che stigmatizzano le derive settarie non resistono dinanzi alla sagacia degli esperti che accorrono in aiuto degli scientologisti. Si parla di richieste finanziarie esorbitanti, di influenza sui bambini, di distruzione mentale, di danno all'integrità fisica? Ma i cattolici che vanno a Lurdes pagano per il loro pellegrinaggio, anche lo scoutismo coinvolge e recluta, la circoncisione è un'aggressione fisica e «in tutte le religioni ci sono officianti che spingono lo zelo un po' troppo lontano». A fare da contrappeso a queste argomentazioni la parte civile si è accontentata di un solo testimone, padre Jacques Trouslard. Uomo di chiesa, ma di quella vera. 72 anni, iniziò la sua carriera sacerdotale come prete-operaio prima di dedicarsi alle vittime delle sette. «Ho iniziato con la setta di Saint-Erme, che imperversava nel Nord della Francia» racconta. «Mi avevano sottoposto il caso di una vedova, madre di sette figli di cui cinque erano sprofondati in questo movimento. Dopo avere fatto visita a 250 famiglie toccate dal gruppo, ho intrapreso un lavoro sotterraneo che si è concluso con un'assemblea generale della setta durante la quale ho denunciato la sua direzione. Un vero processo pubblico che ha avuto sui seguaci l'effetto di un elettroshock. La setta si è autodistrutta». Uomo di fede ma anche pragmatico, padre Trouslard ha una strategia chiara: agire dove i diritti dell'uomo vengono violati, senza cadere nel tranello della polemica religiosa. Poiché «chi ferisce l'uomo ferisce Dio». Energico ma abile, opera facendo affidamento su un gruppo di medici, terapeuti, giuristi, insegnanti dell'Associazione per la difesa delle vittime delle sette e delle loro famiglie (Adfi), senza dimenticare la stampa. «La chiesa di Scientology cela dietro la maschera di una presunta religione degli obiettivi che non hanno nulla di religioso. Entrare in questo dibattito significa cadere nella loro trappola.» La difesa gli ha chiesto se avesse intervistato responsabili della chiesa di Scientology: «Quando provo ad aiutare un tossicodipendente o una prostituta, non ho bisogno di contattare lo spacciatore o il magnaccia». No, non ha avuto luogo un «processo per eresia». Il presidente, per giudicare, si è attenuto alla causa. Resta la questione di chiesa e di religione che, benché non abbia trovato posto nell'ambito di questo processo, è decisiva. «Oggi non è semplice definire che cosa sia la religione» sottolinea Eric Fuchs, professore di teologia a Ginevra. «Ci sono molte dimensioni: la sensazione di qualcosa che va oltre, il quadro istituzionale in cui sboccia questa sensazione; una religione si definisce anche nella sua durata, si misura dai frutti che porta. Queste dimensioni non appaiono nelle caricature di religione che sono le sette contemporanee, in particolare Scientology il cui passato è carico di derive che la squalificano». La chiesa di Scientology ha tutto da guadagnare da un riconoscimento. Negli Stati Uniti, dove le sette derivano in gran parte dello sgretolamento del protestantesimo, lo suo statuto di religione e di chiesa, ottenuto dopo anni di lotte, le permette di sfuggire alle tasse. Eric Dumas de la Roque, ex-seguace di 32 anni che prima di rompere, all'inizio degli anni novanta, passò molti mesi nella sede in Florida, e che poi ha terminato i suoi studi di medicina a Bordeaux, traccia le sue conclusioni: «Questa faccenda di chiesa sì o chiesa no è soprattutto una questione di reddito. Quanto alla rivendicazione di Scientology di essere una religione, è un'impostura. Non vi ho mai incontrato nulla di religioso, né mai ho sentito parlare di Dio, in nessuna forma, anche se mi sono spinto molto avanti nel percorso previsto dal movimento». Mentre gli Stati Uniti le hanno concesso lo statuto di chiesa, l'organizzazione di Ron Hubbard fa tremare l'Europa. La Germania la sospetta di mettere in pericolo la democrazia, e le dichiara guerra.
Francia e Grecia la mettono sotto processo. In Svizzera, Ginevra si distingue nella lotta, seguita da Basilea e Zurigo. Ma come condurre la lotta senza violare la libertà di credenza? Il dibattito non è che all'inizio.
Non passa giorno senza che nuove rivelazioni sulla chiesa di Scientology seminino preoccupazione nell'opinione pubblica europea. Lione ha giudicato ventitré scientologisti per frode e complicità dopo il suicidio di uno dei membri, l'imputato principale doveva rispondere di omicidio involontario. Questa settimana anche la Grecia inizia un processo contro Scientology [3], mentre in Germania [4] un vasto dibattito pubblico sulla messa al bando dell'organizzazione e l'avvio della sorveglianza da parte dello stato non cessa di alimentare la cronaca. Una crociata che trova emuli tanto a Ginevra quanto a Basilea o Zurigo. Sarebbero otto milioni di seguaci nel mondo, secondo le cifre non verificabili date dalla stessa organizzazione, e quasi 5000 in Svizzera. A Zurigo, appena messo piede sulla famosa Bahnhofstrasse, il passante viene afferrato da giovani piazzisti che sprizzano gioia di vivere. «State utilizzando soltanto un decimo delle vostre potenzialità! Migliorate dunque la vostra intelligenza», dicono mettendovi in mano un volantino intitolato «Test della personalità». Se ha occhi molto buoni, il passante distinguerà una frase in caratteri minuscoli in un angolo del foglietto: «La consulenza dianetica è un sotto-dipartimento della chiesa di Scientology». Fino ad ora gli scientologisti erano considerati, nella peggiore delle ipotesi, come parti di un macchinario per estorcere denaro, al massimo vittime abbastanza credulone del gioco della «tecnologia» creata quarantasei anni fa da uno scrittore di fantascienza, l'americano Lafayette Ron Hubbard (1911-1986). Un metodo che promette libertà suprema, liberazione da ogni sofferenza fisica e psichica, o l'immortalità. Si conoscevano certamente i pericoli di dipendenza e d'isolamento, si osservava la perdita di spirito critico dei membri. Ma sposare un'ideologia dipende dalla libera scelta di ciascuno; ci si accontentava di informare il pubblico e rivolgersi alla giustizia quando l'organizzazione superava i suoi diritti. La punta di diamante della crociata Tuttavia da un anno a questa parte qualcosa di fondamentale è cambiato. È iniziata una vera lotta contro Scientology, una crociata che parte dai quattro angoli d'Europa e diventa affare politico. Molti Stati vedono ormai in questa chiesa una specie di virus che penetra nei visceri, tenta di contaminare le loro scuole, i corpi di polizia, i partiti politici e anche la loro economia. Ansiosi, improvvisamente prestano orecchio attento agli avvertimenti di un manipolo di Cassandre che denunciano i pericoli dell'organizzazione. In Inghilterra è Jon Atack, pseudonimo di un vecchio seguace [5]; in Germania è Ursula Caberta, delegata responsabile per le sette della città di Amburgo; in Francia è Jean-Marie Abgrall, criminologo e e membro dell'osservatorio interministeriale sulle sette; in Svizzera è Hugo Stamm, giornalista zurighese e autore di molti lavori sull'argomento, o anche François Lavergnat, fondatore e animatore del gruppo di protezione della famiglia e dell'individuo, a Ginevra. Una rete di specialisti che mantengono legami molto stretti, si scambiano informazioni, o testimoniano ai processi che vengono loro intentati. Senza tregua ricordano le intenzioni della chiesa. Così Tom Voltz [6], ex scientologista e autore di un libro sull'organizzazione: «Scientology lavora dentro la testa della gente. È terrorismo psichico.» François Lavergnat parla di culto del denaro, di manipolazione mentale, «di distruzione di tutti coloro che ostacolano lo sviluppo della setta». Hugo Stamm si spinge ancora oltre: «Scientology è un pericolo per la democrazia, l'ideologia di Ron Hubbard è totalitaria [7], l'organizzazione ha leggi proprie e riguarda il potere assoluto.» Sempre più sensibili all'argomento secondo cui la chiesa di Scientology rappresenta un pericolo per la sua fissazione di ripulire il pianeta («clear the planet»), molti Stati hanno aperto la caccia. La Germania è in prima linea. Paese ricco e dunque terreno allettante, ha vissuto come un'aggressione l'espansione di Scientology in ambienti immobiliari. Länder e grandi città nominano delegati alle sette nei quattro angoli del paese. Amburgo dispone di un gruppo di tre persone incaricate di osservare e lottare contro Scientology. Fin dal 1991 i democristiani del Cdu adottano una risoluzione che vieta agli scientologisti di diventare membri del loro partito, cosa che ha portato all'espulsione di molte persone. Gli altri grandi partiti ne seguono l'esempio. «Vedremo chi si mostrarà più attivo contro le sette. I partiti hanno scoperto di avere un buon bacino elettorale in questo campo» osserva Hugo Stamm. Dall'ambito politico la faccenda si sposta in tribunale. Dopo una cascata di ricorsi, i giudici del tribunale amministrativo tedesco inizialmente decidono di colpire l'organizzazione sul vivo, condannando le associazioni scientologiste al pagamento delle imposte: considerano che le loro attività riguardino soprattutto la ricerca di profitto [8]. Il tribunale federale del lavoro arriva a eliminare semplicemente il carattere religioso della chiesa di Scientology. Il ministro tedesco del lavoro, Norbert Blüm (Cdu), una dei critici più virulenti, non ha peli sulla lingua: ha paragonato Scientology a «una piovra che distrugge i suoi seguaci con il “lavaggio di cervello”» e ha accusato i suoi capi di essere «criminali economici». Ancora più fondamentalmente è ora la sicurezza dello stato tedesco, che sembra essere messa in pericolo dalla chiesa di Scientology. Tali sono le conclusioni di due esperti giuridici che si preoccupano «di un nuovo modello di estremismo politico» che persegue «scopi contrari alla Costituzione» («verfassungsfeindliche Ziele»). Da allora la Conferenza dei presidenti dei länder valuta se Scientology sia un caso di competenza dell'Ufficio per la Protezione dello Stato. La Baviera ha già deciso e il suo ministro dell'interno, Günther Beckstein, ha posto la chiesa di Scientology sotto sorveglianza dello stato. Esige che, dal 1° novembre, tutti i candidati ad incarichi di funzionari pubblici dichiarino la loro estraneità a Scientology. Uno Stato scientologico nei Balcani Anche ad Atene, con il processo che si è aperto questa settimana contro una filiale della chiesa, la questione del pericolo per lo Stato rappresentato da Scientology sarà al cuore del dibattito. Il luglio scorso la polizia ha scoperto, nella sede del Centro Greco di Filosofia Applicata, elenchi di molte migliaia di nomi di «soppressivi», cioè di nemici di Scientology: politici, uomini di chiesa e specialisti di sette. Avrebbe anche trovato informazioni sull'aeronautica e i progetti per la creazione di uno stato scientologista che comprende Grecia, Bulgaria, una parte dell'ex Yugoslavia e l'Albania... [9]. Soprattutto, la polizia ha sequestrato dossier con la curiosa dicitura di «Dead agent Pack» (letteralmente «pacchetto dell'agente morto»), che riportano fatti e azioni di avversari della chiesa. Uno di essi riguardava il sacerdote Antonios Alevizopoulos, delegato alle sette della chiesa ortodossa di Grecia, morto di un collasso cardiaco questa primavera. C'è di che alimentare i fantasmi! Altrove la preoccupazione di una chiesa che si infiltra nelle alte sfere dello stato è meno presente. L'esempio del processo di Lione riguarda soprattutto il tentativo di mettere a nudo quei meccanismi finanziari della multinazionale scientologista. In Francia, il mondo politico è rimasto più colpito dal dramma del Tempio Solare, che pone il problema generale delle sette e non solo del caso della chiesa di Scientology. Costituita per studiare le misure da adottare, una commissione di inchiesta parlamentare ha concluso che l'applicazione delle leggi esistenti era sufficiente e ha semplicemente raccomandato la creazione di un osservatorio interministeriale sulle sette [10]. Il Belgio, la Germania e la Svezia hanno seguito lo stesso tracciato. Più tolleranti il Nord e gli Stati Uniti In compenso l'Unione Europea sorveglia con un certo distacco l'attività delle sette. «Un gran numero di paesi è profondamente reticente ad affrontare questo problema» spiega Gisèle Vernimmen, che dirige l'Unità di cooperazione giudiziaria della Commissione europea. Fra i più circospetti sono i paesi scandinavi, che in nome della libertà di coscienza e di culto lasciano molto spazio all'azione delle sette. Si trova questa volontà di tolleranza anche dell'altra parte dell'Atlantico dove, dopo una lotta omerica, nel 1993 la «Church of Scientology» ha ottenuto l'esenzione fiscale accordata alle chiese [11]. Vista da Washington la crociata tedesca appare del resto scandalosa, soprattutto quando se la prende con artisti americani: certamente poco apprezzato il divieto di concerti di Chick Corea in territorio tedesco, meno ancora l'appello al boicottaggio di «Mission Impossible» con Tom Cruise, e di «Phenomenon» con John Travolta, tre vedette che non fanno mistero della loro appartenenza alla chiesa di Scientology [12]. La faccenda ha assunto rilevanza tale che rappresentanti del governo americano hanno comunicato alle autorità tedesche che Washington comprendeva le proteste dei seguaci di Ron Hubbard, molto virulente sulla stampa americana. Questi ultimi hanno approfittato dell'occasione per indirizzare un reclamo alle Nazioni Unite che denuncia la Germania di praticare «lo stesso tipo di persecuzione usata contro gli ebrei». La campagna è del resto rimbalzata anche Svizzera su «Freiheit Schweiz», l'organo della chiesa di Scientology, che insidiosamente scrive: «La Germania conosce una lunga storia di discriminazione e di campagna di odio contro le minoranze...» [13]. Una chiesa di Zurigo molto spaziosa Nonostante i movimenti che agitano il mondo, a Zurigo, nei giganteschi uffici al numero 141 di Badenerstrasse gli scientologisti sembrano più vispi che mai. La chiesa di Zurigo – un edificio funzionale costituito da uffici e sale di studio – con i suoi 7000 metri quadrati è la più vasta delle filiali europee. Servirebbe circa 2000 seguaci della zona che comprende Argovia e Zoug. Tuttavia l'edificio sembra mezzo vuoto. Qui e là alcuni neofiti familiarizzano con la «tecnologia» di Ron Hubbard. Di fronte ad un «auditor» alcuni siedono reggendo in mano lattine a banda stagnata collegate ad una “macchina della verità”, mentre una debole corrente elettrica attraversa il loro corpo. Quando un pensiero stimola il sistema nervoso, l'ago del quadrante si muove. Prezzo della seduta: da 250 a 450 franchi l'ora; se volete diventare auditor voi stessi partite da una base di almeno 14 000 franchi... Potete anche spingere molto oltre il vostro addestramento, spendendo decine di migliaia di franchi. Nel suo grande ufficio il portavoce per la Svizzera, Jürg Stettler, non si lascia smontare dagli eventi in atto nei paesi confinanti. Dice di essere ormai abituato a sentire sempre gli stessi rimproveri. «A Lione processano gli scientologisti perché uno scientologista si è suicidato. Quanti pazienti trattati in cliniche psichiatriche si suicidano? Non viene mai detto». Fedele alla strategia del suo gruppo, Jürg Stettler contrattacca: in Germania la crociata sarebbe condotta da psichiatri e chiesa ufficiale. «Da sempre gli psichiatri sono contro noi. Sostengono che la psichiatria è una scienza mentre noi diciamo che è ciarlataneria. Quanto alle chiese ufficiali, temono la concorrenza.» [14]. Infine parla di questa «caccia alle streghe». «Cercano di distruggerci con ogni mezzo». Non riesce a capire il timore nei confronti di Scientology. «Vogliamo certamente istituire un mondo migliore senza criminalità, senza guerra e senza pazzia, secondo lo slogan "clear the planet", ma» aggiunge magnanimo «non obbligheremo nessuno a diventare scientologista». Jürg Stettler alza un po' la voce evocando «le scoperte» fatte in Grecia. «Una marea di menzogne». Fortunatamente, in Svizzera, «i politici generalmente non sono né pro né contro, semplicemente non vogliono avere a che fare con la controversia di Scientology». Ginevra, soprattutto, fa rumore «con il signor Ramseyer che lotta contro i gruppi religiosi e Lavergnat, un fanatico» [15]. È vero che a Ginevra le circostanze sono particolari. François Lavergnat due anni fa ha presentato una petizione chiedendo la creazione di una commissione di lotta contro gli abusi delle sette. Discussa all'indomani del primo massacro del Tempio Solare, questa petizione è stata accolta all'unanimità dal Gran Consiglio ginevrino. Forte di questo risultato, il consigliere di Stato Gérard Ramseyer ha costituito una commissione di esperti presieduta da François Bellanger. Composta esclusivamente da giuristi, ha condotto un lavoro che, paradossalmente, non era stato mai realizzato in precedenza: la recensione di tutte le leggi che potrebbero essere applicate alle sette e proposte per leggi nuove, se necessario. La sua relazione, prevista per il 30 ottobre, è attesa in tutto il paese. Protezione dei bambini e aspetti fiscali saranno due capitoli importanti. Gérard Ramseyer è deciso a battere il ferro mentre è caldo: «questo dossier non dovrà insabbiarsi nell'usuale procedura parlamentare». Infine il 25 ottobre, al Palexpo, si terrà un grande incontro anti-sette con quesi tutti gli attori di questa moderna crociata. Nella Svizzera tedesca il dibattito più vivo è a Basilea. La parlamentare socialista Susanne Haller da oltre dieci anni raccoglie dati su Scientology. Sostenuta da tutto il Parlamento, chiede che le sette non abbiano più l'autorizzazione a fare pubblicità sulla via pubblica. A Zurigo Hans-Ulrich Helfer, parlamentare radicale e membro fondatore di Infosekta (un servizio d'informazione) è preoccupato per una possibile infiltrazione scientologica di polizia e giustizia. La municipalità lo ha rassicurato, ma ha aggiunto che la libertà di culto va applicata anche agli scientologisti. Non si tratta dunque di caccia alle streghe. La città di Zurigo ha anche precisato che il Pubblico Ministero della Confederazione non aveva classificato la chiesa di Scientology tra le organizzazioni che minacciano lo stato. Da allora gli scientologisti pretendono di vedere gli archivi di Helfer e sommergono Suzanne Haller di appelli telefonici. La Haller non si sente realmente minacciata. «Gli scientologisti usano questo trucco: intimorire. Far credere di essere pericolosi fa parte della loro strategia». Evitare l'effetto “martirio” Questa crociata solleva problemi essenziali. Ha senso limitare così la libertà degli scientologisti, e porli sotto la sorveglianza dello Stato? Così come lo storico J.-f. Mayer (si veda intervista) anche il procuratore ginevrino Bernard Bertossa teme un effetto martirio: «Temo che si ottenga il risultato contrario, cioè fare diventare gli scientologisti delle vittime del potere, come i primi cristiani.» Resta la questione del pericolo per la democrazia. Hugo Stamm non crede la chiesa di Scientology sia ancora in fase d'espansione in Europa occidentale. «L'organizzazione perde seguaci» afferma «l'informazione dà i suoi frutti». Apprezza il "coraggio tedesco" e giustifica il divieto a posti chiave dell'amministrazione «perché la lealtà degli scientologisti verso la loro organizzazione viene prima del servizio allo Stato». Hugo Stamm difende anche la sorveglianza da parte delle autorità. «Gli elenchi trovati in Grecia sono inquietanti, perciò se lo Stato adotta misure è un segnale per la popolazione: occorre prendere la cosa seriamente.» In compenso, mette in guardia contro "una certa isteria". Il boicottaggio di un film «è cosa ridicola, e scredita i politici». A Basilea, anche Susanne Haller è convinta che Scientology tenti ad infiltrarsi nelle nostre democrazie. Difende dunque la sorveglianza: «È duro per me, una socialista che fu schedata, ma è necessario, la Svizzera deve svegliarsi.» Attende con impazienza il risultato dei lavori della commissione consultiva per la protezione dello stato - di cui fa parte Carla del Ponte - che si dedica in particolare a Scientology [16]. Più circospetto, il consigliere di Stato Gérard Ramseyer lascia a intendere che il principio della sorveglianza sarà difficile da difendere finché non si saranno provate attività illecite. E ricorda i rischi di scivoloni: «riceviamo spesso denunce, gente che scrive, deputati che scivolano e affermano che la tale persona o il tale funzionario fa parte di una setta.» Questa parte di caccia alle streghe è pericolosa. Su un punto almeno da Ginevra a Zurigo sono tutti d'accordo: non occorre arrivare alla proibizione della chiesa di Scientology. «Mi oppongo con veemenza a qualsiasi divieto» dichiara il parlamentare zurighese Hans-Ulrich Helfer. «Non farebbe altro che spingere gli scientologisti nell'illegalità e si perderebbe ogni contatto con loro.» A suo parere occorre evitare una "lex scientology” e accontentarsi di applicare il diritto esistente. «Ero già contrario alla legge anti-razzismo. Non vorrei, ancora una volta, che ci si allontanasse dal dibattito mettendo tutti in mano ai giudici!». Dobiamo mettere fuori legge Scientology? Storico e specialista di nuovi movimenti religiosi, Jean-François Mayer mette in guardia contro ogni deriva discriminatoria verso gli scientologisti.
Come spiega l'attuale crociata contro Scientology in Europa? «È la maturazione di un processo osservato da anni. Si è iniziato, negli anni 50, con il criticare il libro di Ron Hubbard e la qualità del suo metodo. Fin dagli anni 60 furono i mezzi utilizzati dal gruppo ad essere attaccati. Ciò che è nuovo oggi è che molti paesi europei esprimono simultaneamente serie preoccupazioni» La chiesa di Scientology ha guadagnato in importanza? «Non esistono indicazioni statistiche che permettano di concluderlo, poiché le cifre fornite dall'organizzazione sono poco affidabili. Certamente Scientology ha conosciuto uno sviluppo relativamente importante in Germania e in Svizzera, perché le persone hanno i mezzi finanziari per pagare i corsi. Indubbiamente esiste al contrario un'espansione del movimento all'Est. Gli scientologisti hanno approfittato di queste regioni vergini e aperte ad una dottrina che riguarda il successo. Alla caduta del muro di Berlino, la prima cosa che si sono visti offrire alcuni tedeschi dell'Est, fin dal loro primo passo all'ovest, sono stati libri di Dianetics svenduti a un marco a copia.» Cosa distingue la chiesa di Scientology da altri movimenti a carattere settario? «Fra i gruppi para religiosi a base psicoterapeutica è stato il solo ad avere raggiunto tale importanza e un'organizzazione così strutturata. D'altra parte arriva a capo delle controversie con un numero impressionante di processi, e compie sforzi propagandistici enormi. Ha anche la particolarità di non parlare di religione nell'avvicinare i potenziali seguaci, ma si presenta al contrario come una presunta tecnica per accrescere le loro capacità mentali. Raggiunge così un pubblico molto ampio.» Rappresenta un pericolo per gli stati e la democrazia? «Il progetto di società utopistica che la chiesa di Scientology accarezza è un mondo completamente disciplinato dalla dottrina di Ron Hubbard, non è molto allegro e non vorrei viverci. Ma il movimento è in grado di imporci le sue leggi? Credo che il pericolo sia relativamente limitato. Si sa che alcuni servizi di Scientology svolgono attività di intelligence sui loro avversari e lavorano come detectives. Quanto a sapere se esiste realmente infiltrazione ad alto livello delle nostre democrazie, occorrerà attendere i risultati di indagini condotte in molti paesi.» La Germania ritiene che gli scientologisti rappresentino una minaccia contro i principi costituzionali. Occorre schedare i seguaci di Ron Hubbard? «Occorre distinguere due cose. Da un lato i problemi che riguardano gli individui - ad esempio incitarli ad indebitarsi - e dipendono dalla giustizia. Dall'altro la questione di attività che mirerebbero ad infiltrare le strutture dello stato. Queste richiedono un'indagine particolare. Tradizionalmente la Svizzera non sorveglia i gruppi religiosi. E anche se fosse il caso, quale gruppo occorrerebbe sorvegliare? Non si sarebbe sorvegliato l'Ordine del tempio solare, perché lo si conosceva appena, prima del dramma. Penso che occorra evitare di creare uno stato di polizia che sorveglia ogni gruppo che esce dalle norme, tranne quando risulti che uno di loro mette seriamente in pericolo la sicurezza pubblica.» È dunque poco favorevole ad un divieto di Scientology? «Un divieto non ha mai impedito ad un movimento di agire. Si rischia di dargli un'importanza fuori misura, e rendere martiri i suoi membri. Infine, non esiste nessuna base legale che definisce ciò che è una setta, ed è necessario essere prudenti. Come definire una setta, dove fissare i limiti? Si rischia di cadere nell'arbitrarietà, e creare cittadini di serie B.» Il land della Baviera vuole sbarrare agli scientologisti la strada dell'amministrazione. Cosa pensa della misura in oggetto? «Temo che così si rischi di aprire la porta ad altre esclusioni: si potrebbe di conseguenza immaginare di rifiutare l'impegno dei membri di un partito politico. Il che pone una questione fondamentale. Per risolvere un problema particolare si minaccia un principio che tocca la libertà individuale. Ho conosciuto gente che seguiva i corsi della chiesa di Scientology senza sacrificare anima e corpo all'organizzazione.» Ha senso boicottare una pellicola perché un artista è scientologista? «È ridicolo. Ciò dipende chiaramente dalla discriminazione. Perché un attore deve essere penalizzato in base alla sua appartenenza scientologica? La cosa sarebbe diversa se quella persona facesse propaganda attraverso la sua arte.» Gli Stati Uniti, che riconoscono la chiesa di Scientology come movimento religioso e lo esentano dalle tasse, si sono opposti a questo tipo di iniziative. Perché quest'approccio così diametralmente opposto tra la Germania e gli Stati Uniti? «Precisiamo innanzitutto che l'esenzione fiscale negli Stati Uniti è il risultato di una lotta durata vent'anni tra il fisco americano e gli scientologisti. Ma, soprattutto, gli Stati Uniti hanno una tradizione molto scrupolosa del rispetto della libertà, dei diritti individuali e di quelli delle minoranze - a volte spinta all'estremo.» Qual è il livello della Svizzera? «A livello federale esistono grandi riserve ad inserirsi nelle questioni religiose, la preoccupazione è di rispettare la libertà individuale.» Quali misure prevede per evitare alcuni drammi settari? «Una pressione esterna, esercitata dalla stampa o da specialisti del settore, legata ad un certo spirito critico all'interno dell'organizzazione può produrre effetti. I seguaci di Hare Krishna ad esempio hanno proceduto ad una autocritica ed hanno così corretto alcune derive del loro movimento. Purtroppo è molto difficile con Scientology, che generalmente esclude ogni membro che si mostra critico e rifiuta qualsiasi modifica del metodo di Ron Hubbard. Quando si parla con gli scientologisti di alcuni problemi come l'indebitamento eccessivo dei loro membri, riconoscono di aver fatto errori, in passato. Ma questi errori si ripetono, regolarmente. Inoltre Scientology ha la seccante tendenza a considerare ogni critico come un criminale.» «6. La seconda insidia che le autorità statali dovrebbero evitare è fare distinzioni tra sette e religioni (2). Un'immagine perfetta di questo potenziale rischio, collegato al termine "setta", è l'atteggiamento di certi gruppi che affermano intolleranza religiosa, o addirittura razzismo, non appena uno stato progetta contromisure. Questi gruppi affermano, rapporti di esperti alla mano, di non essere sette ma, di fatto, religioni e che conseguentemente lo stato non ha il diritto ad agire contro di loro. Se lo stato, messo a confronto con tali affermazioni, entra nel dibattito del cercare di dimostrare che il gruppo in questione non è una religione fallisce nel suo compito di neutralità e partecipa direttamente alla controversia spirituale o religiosa. [...] Secondo l'Articolo 9 dell'ECHR, agli stati viene proibito distinguere tra diversi credi e creare una scala di credi che è, secondo noi, inaccettabile. Il semplice operare tale distinzione costituirebbe una violazione di dimensioni sproporzionate all'Articolo 9 dell'ECHR, visto che la base fondamentale di questa libertà è l'assenza di distinzioni tra credi, il che spiega il dovere dello stato a mantenersi neutrale. «Nella sua campagna per screditare la Germania, a sostegno delle sue affermazioni Scientology impiega la tattica di fornire solo informazioni incomplete, rendendo al governo estremamente difficile fare ricerca e rispondere alle accuse. In ogni caso il governo tedesco persevera nei suoi tentativi di indagare sulle accuse (non accompagnate da prove) di Scientology, come farebbe qualsiasi cittadino.Il boicottaggio del film di Cruise, non ho notizie su quello di Travolta, era stato effetivamente suggerito, ma unicamente dalla federazione giovanile della CDU. Naturalmente concordo con quanti definiscono ridicole, oltre che estremamente gravi, prese di posizione di questo tipo. Per parte mia posso affermare di aver visto praticamente tutti i film di Tom Cruise e della moglie Nicole Kidman, "Mission Impossible" compreso, e tutti quelli di John Travolta, dalla "Febbre del Sabato Sera" a "La Figlia del Generale", passando per "Grease", "Pulp Fiction" e "Causa Civile". E ovviamente attendo con ansia la sua ultima fatica, "Battaglia per la Terra". «La rappresentante del Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania si è detta "offesa e ferita" dal confronto della situazione della organizzazione di Scientology in Germania con la situazione degli ebrei durante l'Olocausto. Ha rifiutato esplicitamente questo accostamento. Come ha poi puntualizzato un professore di Studi e Storia Giudaica in una lettera al New York Times, «essere usate dai propagandisti di Scientology in questo modo è un insulto alla memoria delle vittime dell'olocausto... la persecuzione nazista ha significato, per le sue vittime, tortura e morte» - Professor Elliot Neaman, University of San Francisco, NY Times, 26 dicembre1994. Queste affermazioni sono state ripetute dall'altro rappresentante di Scientology, Stefano Sammartin, intervenuto il 26 Ottobre 1998 nella trasmissione "Lampi d'autunno" andata in onda su Radio 3, un programma di Loredana Lipparini: «... i bambini che vengono dimessi dalle scuole perché sono Scientologist, o non vengono accolti o.. cose di questo tipo. Quindi la situazione lì è molto grave. Ripeto non per Scientology, ma anche per altre realtà minoritarie.. diciamo religiose.. e purtroppo questa è una realtà che la Chiesa di Scientology con molta forza, con molto impegno sta cercando di portare, anzi, di fatto, ha già attraverso dei .. molti rapporti.. al dipartimento di Stato americano ha già segnalato quanto avviene.. o discriminazioni anche per quanto riguarda professionisti.. oppure.. artisti anche che si vedono negare il proprio concerto perché Scientologist». Anche questa volta era presente il dott. Massimo Introvigne. «I politici sono noti per rispondere ad una domanda senza rispondere. I PR di Scientology si addestrano su questo per ore ed ore. Il PR si esercita su come rispondere a semplici domande, su come "non-rispondere" ad una domanda, come prendere tempo e come attaccare. (Secondo il materiale originale, ciò comprende alzare la voce, battere i pugni sul tavolo, additare il reporter e giurare). |
Copyright © Allarme Scientology. L'utilizzo anche parziale dei materiali di questo sito - testi, traduzioni, grafica, immagini,
digitalizzazione e impaginazione - con qualsiasi mezzo e su qualsiasi supporto, non è consentita senza il preventivo consenso
scritto del gestore del sito. Per richieste e chiarimenti contattare: allarmescientology@email.it |