Di Tom Voltz. Dal saggio edito in Germania Scientology und (k)ein Ende, Walter Verlag, Solothurn/Dusseldorf, 1995. Ripubblicato nel Febbraio 1997. Traduzione a cura di Althea. «I test che usiamo non dovrebbero procurarci nessun problema di copyright. Con i nostri test siamo già in gran parte liberi da essi» [1]
È sicuramente ironia della sorte che proprio il prodotto attraverso il quale Scientology, secondo le sue statistiche, attira a sé il 20 % dei propri membri mi abbia portato a lasciare il gruppo. Senza che me ne rendessi conto questo distacco iniziò nel 1988, quando un cliente mi pregò di esaminare i suoi dipendenti. Mi tornò in mente il test di Scientology e così una mia vecchia idea, quella di utilizzare questo test nel campo economico, riprese vigore. Nelle settimane successive mi occupai di questa idea e, nello stesso periodo, ricevetti la telefonata di un conoscente: aveva avuto in visita due scientologisti dallo Stato di Israele che avevano rielaborato il test di Scientology per usarlo nel mondo degli affari. Mi aveva raccomandato loro, e sarebbero venuti a farmi visita. Così conobbi i fondatori dell’impresa israeliana U-MAN. Il comproprietario responsabile delle vendite mi offrì, per una quota di 30.000 dollari ed una partecipazione corrente agli utili pari al 16%, una franchise per la Svizzera. Pensai che gli scientologisti che avevano realizzato le mie intenzioni, sviluppate da parte mia solo concettualmente, meritavano un appoggio. Soprattutto, avrei potuto offrire il prodotto immediatamente, senza prima dover passare per una fase di pianificazione molto più lunga. Facemmo stampare questionari con il logo della U-MAN, ricevemmo una risma di carta per computer U-MAN, fummo istruiti per tre giorni ed incominciammo. Solo poche settimane dopo l’inizio di questa attività mia moglie si svegliò una domenica mattina molto presto ed esclamò: "Non posso più pretendere tanto dai miei clienti!". Cos’era successo? Per conto del cliente che aveva dato il primo impulso all’affare dei test, avevamo esaminato alcuni suoi dipendenti e non riuscivamo a capacitarci dei risultati. Conoscevamo le persone in questione da diverso tempo, ed i risultati sputati fuori [così nel testo - n.d.t.] dal programma U-MAN non corrispondevano assolutamente alle nostre osservazioni. Così cominciai a fare ricerche. Analizzai i risultati dei test prodotti da U-MAN e scoprii che alcune informazioni essenziali, che avrebbero aumentato enormemente la significatività dei risultati, non erano state integrate nel loro software. Contemporaneamente mi resi conto di qualcos’altro: L. Ron Hubbard era conosciuto per il fatto che scriveva molto e volentieri. Ma nelle pubblicazioni ufficiali non si trovava quasi nessun documento sull’analisi dei risultati dei test. Da bravo scientologo scrissi sia al Religious Technology Center [proprietario dei copyright di LRH - n.d.t.] sia al management internazionale di Scientology. Mi fu risposto che la mia osservazione era giusta, effettivamente Hubbard aveva scritto poco sul procedimento dei test, e che mi si ringraziava per la preziosa indicazione. In un secondo scritto mi veniva richiesto di mettermi in contatto con il sig. Tom Morgan a Clearwater, in Florida. - A Clearwater si trova il centro scientologico di servizi più grande al mondo. - E Tom Morgan, che all’epoca forse era l’esperto più competente per i test di Scientology, era addetto alle pubbliche relazioni.
Il caso volle che Tom Morgan, nell’autunno del 1988, venisse in Svizzera. Con l’occasione appresi che il test non era stato scritto da L. Ron Hubbard ma da una signora americana di nome Julia Lewis-Salmen. Il nome del Test, "Oxford Capacity Analysis" [OCA - nde], sarebbe stato coniato in Inghilterra da un ex-scientologo che, alla fine degli anni ‘50, sosteneva (a ragione, probabilmente) che nessun inglese avrebbe accettato di sottoporsi ad una "American Personality Analysis". Non solo aveva ribattezzato a breve termine il prodotto, ma aveva cambiato anche il test. Quando, anni più tardi, Hubbard apprese di questo cambiamento incaricò Tom Morgan di correggerlo. Tutto questo per me era interessantissimo, ed un sospetto cominciò a rodermi. Telefonai negli USA ad uno scientologo di lunga data e gli chiesi di Julia Lewis. Appresi che era deceduta alcuni anni prima ma che suo marito, Ken Salmen, era ancora vivo. Sapevo che negli USA, per essere coperto dai diritti d’autore, un lavoro deve essere iscritto al Copyright Office di Washington. Mi informai: il lavoro era ancora protetto, così contattai gli avvocati di Ken Salmen. Perché io e mia moglie, nel frattempo,
ci eravamo resi conto del fatto che Scientology concedeva generosamente
ad imprese di consulenza "licenze" su un prodotto che evidentemente non
apparteneva a lei... E noi non avevamo voglia di trovarci improvvisamente
nei panni dei trasgressori di diritti d’autore.
Giochi palesi e giochi coperti L’avvocato di Ken Salmen era molto diffidente. Temeva che io fossi un collaboratore di Scientology e che cercassi di mettere le mani sui diritti d’autore per vie traverse. Circa cinque mesi dopo aver rintracciato l’avvocato, ricevetti da lui la comunicazione che Ken Salmen non era interessato a conservare la licenza, era più interessato a vendere tutti i diritti ed attendeva un’offerta concreta da parte mia. All’epoca avevo un atteggiamento piuttosto ingenuo e fiducioso verso il management di Scientology; il 21 Settembre 1988 scrissi al Religious Technology Center e comunicai le mie scoperte. Scrissi che ero interessato ad acquistare i diritti d’autore e che volevo regalare al Religious Technology Center il diritto di continuare ad utilizzare il test, gratuitamente. A me interessava solo il lato commerciale (questo riguardava la mia impresa ed altre attività che utilizzavano il prodotto commercialmente). Alcuni giorni dopo Alan Cartright, un collaboratore dell’Ufficio Internazionale per gli Affari Speciali di Los Angeles, si mise in contatto con me. Mi comunicò che lo avrei risentito a breve termine riguardo alla questione dei test, ma che nel frattempo non avrei più dovuto contattare l’avvocato di Ken Salmen. Poiché non ci furono ulteriori direttive e l’ingiunzione di Alan Cartright mi pesava sempre di più, cercai di trovare Ken Salmen in persona. All’inizio di Febbraio del 1990 entrammo in contatto diretto. Il 9 Marzo 1990 firmammo, in Svizzera, il contratto di acquisto. Con l’occasione apprendemmo alcuni episodi da film dell’orrore che Ken Salmen e sua moglie avevano subito grazie a Scientology. Scientology aveva freddamente ignorato buona parte dei diritti di sua moglie a compensi per la licenza, persino quando si seppe che era mortalmente ammalata e che aveva bisogno del denaro per pagare le cure. Per i potenti di Scientology questo non era importante, secondo il motto: ognuno è responsabile di quel che gli accade. Nella sua disperazione, il 25 Aprile 1978
Julia Lewis scrisse a Herbie Parkhouse, all’epoca direttore finanziario
generale di Scientology. Nella lettera scriveva tra l’altro:
«... Tutte le persone che hanno esaminato il mio caso mi fanno capire che ho diritto, per violazione dei diritti d’autore, ad un risarcimento da parte delle organizzazioni. [Queste organizzazioni] mi hanno detto che le loro istanze sono state respinte da uffici superiori - e all’ultima signora [con cui ho parlato] finalmente è sfuggito che eri tu a rifiutarti di accettare le loro istanze» Julia Lewis era all’epoca gravemente ammalata,
e scrisse:
«... Voglio che tutto questo sia chiarito su una base totalmente realistica. Se dovessi morire, sono del parere che dovrebbe essere Ken a ricevere i diritti d’autore, ma io stessa potrei utilizzare quel denaro per pagare le mie spese mediche. [...] è improbabile che io possa un giorno lavorare di nuovo, e mi sembra che il modo in cui la faccenda si è sviluppata non solo è estremamente negativo per me e la mia sopravvivenza, ma è anche una grave mancanza da parte delle organizzazioni e delle franchising. Perché hanno peccato in questo, e questo per loro non è bene» La signora Lewis nel frattempo si era resa conto che a lei, come singolo, non era possibile iniziare a combattere contro il colosso Scientology - a meno che non avesse proceduto con chiari mezzi legali. Così propose che la casa editrice di proprietà di Scientology si assumesse la pubblicazione e la gestione del suo test, perché solo essa aveva il potere di "controllare le organizzazioni e le franchising per far sì che queste non violassero i diritti d’autore". Questo significa: nonostante tutto, era sempre pronta a cooperare. A questa lettera Julia non ricevette mai risposta. Morì senza che Scientology avesse riparato al torto fattole. Quanto capitato alla coppia Salmen-Lewis era destinato a continuare... Il 13 Marzo 1990 informai Scientology del nostro acquisto dei diritti d’autore e spedii al Religious Technology Center un’offerta, nella quale tra l’altro stava scritto: 1. Che avremmo concesso al Religious Technology Center il diritto irrevocabile ed illimitato di [...] dare in licenza il test a Chiese e Missioni e che questo diritto si limitava all’uso per i suoi scopi religiosi. [...] 2. Che ogni uso a scopo commerciale del test, approvato in passato dal WISE, avrebbe dovuto essere ceduto a noi, quali legittimi proprietari dei diritti d’autore. Avremmo ricevuto una lista completa di tutti i membri del WISE ed i pagamenti dei diritti sarebbero andati alla nostra impresa. La prima risposta di Scientology arrivò dall’Ufficio per gli Affari Speciali del management internazionale di Scientology. Tra l’altro c’era scritto: "I nostri legali hanno le seguenti domande [...]". Ed io feci rispondere alle domande di Scientology dal mio avvocato e presentai ancora una volta la mia offerta. Questa evidentemente conteneva alcuni punti difficilmente digeribili: il settore commerciale di Scientology non avrebbe più ricevuto i pagamenti dei diritti, il test non avrebbe più potuto essere distribuito per strada o pubblicato ecc. Era il Gennaio 1991, quindi circa nove mesi più tardi, quando ricevetti una risposta da Scientology; la lettera mi intimava di mettermi in contatto con il WISE International. Poiché la lettera era piena di terminologia giuridica che non capivo, incaricai uno studio legale statunitense, specializzato in questioni di copyright, di analizzare la lettera di Scientology e di emettere una perizia in proposito, in modo da permettermi di prendere posizione. Ne informai debitamente Scientology. Avrei fatto meglio a non farlo!
Neanche una settimana dopo ricevetti una telefonata del WISE. Dovevo andare urgentemente a Copenhagen, nella centrale europea, per discutere "e chiarire" la questione del test. Rifiutai e ricevetti successivamente una telefonata del quartier generale del WISE di Los Angeles. Sabine Peschken, allora presidente del WISE, mi comunicò: "E’ in gioco il tuo futuro!". Poco tempo dopo una delle loro collaboratrici, la sig.ra Diana Watson, mi privò di una delle mie basi economiche. "Arte della persuasione economica" la chiamò molto elegantemente il mio legale americano. Il WISE informò infatti tutte le organizzazioni scientologiche che non avrebbero più dovuto darmi in commissione alcun lavoro di traduzione [3]. Le traduzioni per Scientology allora erano parte della mia attività commerciale, venivano eseguite professionalmente e pagate per tali. Ero totalmente disorientato. Con la legalizzazione di una questione di copyright, nella quale Scientology era invischiata, avevo creduto di contribuire al bene di tutti: avevo offerto a Scientology l’uso interno gratuito del test e volevo riservarmi il suo uso commerciale - ma Scientology iniziò un attacco frontale per ridurmi in ginocchio. Credevo tuttavia che queste aggressioni fossero azioni di singoli che nel loro eccesso di zelo avevano perso di vista la realtà. Non avevo ancora compreso tutta la verità. Alla fine di Gennaio 1991 ricevetti dal mio consulente legale una presa di posizione riguardo alla lettera di Scientology. Un sunto: "Tutte sciocchezze, signor Voltz. Lei ha tutti i diritti. I diritti sono validi e questi vengono chiaramente violati da Scientology". Scrissi ancora a Scientology [4]. Offrii di permetter loro l’uso dei diritti, pretesi però che tutti i detentori di licenza commerciale dovessero ricevere da me regolare autorizzazione. Tra di loro, e questo probabilmente era il problema principale, imprese come U-MAN INTERNATIONAL, MAN AGE SA, CHOICE, SILHOUET, TCM TSCHUPPERT AG ecc. Tutti consegnavano a Scientology centinaia di migliaia di dollari - diritti per l’uso delle varianti scientologiche del mio test! Inoltre mi lamentai per il sabotaggio dei miei rapporti commerciali con l’Organizzazione di Scientology e pregai di provvedere ad un appianamento della situazione. Reazione: il grande silenzio.
A Marzo arrivò una telefonata da Clearwater, Florida. A Clearwater, presso Tampa, si trova la "centrale spirituale" di Scientology e lì, fin dal 1978, avevo ricevuto regolarmente Auditing, la consulenza individuale scientologica. - La telefonata era una richiesta: non volevo recarmi sul posto per sottopormi ad un Security Check, una verifica di sicurezza? [5] Accettai. Andai in Florida, mi sottoposi alla procedura e potei far registrare e confermare "ufficialmente" che non ero mai stato interessato ad un "ricatto" a Scientology - neanche inconsapevolmente. In modo particolare, inoltre, Scientology voleva sapere: "Cosa farai, se non potrai far valere i tuoi diritti?". Completamente rilassato risposi che questo non era possibile, perché l’intera faccenda era chiara come il sole. Effettivamente all’epoca non pensavo che in futuro avrei potuto agire legalmente contro Scientology. A Los Angeles discussi con il mio avvocato le diverse proposte che volevamo sottoporre a Scientology. Poiché i legali di Scientology proibirono al mio avvocato di prendere parte al consiglio, andai al colloquio da solo. - Probabilmente non volevano testimoni. Erano seduti lì la presidente del WISE, Sabine Peschken, e l’addetto dell’Ufficio degli Affari Speciali, Alan Cartright. Mi comunicarono che non erano ulteriormente interessati ai miei diritti. Avrebbero continuato ad utilizzare la variante del test usata da Scientology anche senza di me. Inoltre avrei dovuto lasciar perdere i consulenti che avevano ottenuto licenza dal WISE. Avrei potuto però fungere da secondo offerente del test; in tal caso il WISE mi avrebbe addirittura appoggiato, in modo che io avrei potuto agire come concorrente degli altri consulenti (che ledevano i miei diritti). Tutto questo mi sembrò molto strano e fui profondamente deluso. La sera telefonai a mia moglie. Lei mi propose un altro modo di procedere. Anche all’interno di Scientology, a quanto pare, durante la notte avevano riflettuto. Avevano preso decisioni di tutt’altro genere! Risolutamente, seccamente ed ostentatamente, la presidente del WISE mi dichiarò, guardandomi in modo autoritario: "La proposta di ieri non è buona. Ne abbiamo parlato internamente ancora una volta. Vogliamo che tu rinunci ai tuoi diritti sul test e che ti comporti come un membro leale del WISE!". - Alan Cartright sottolineò: "Non uscirai di qui finché non avrai rinunciato ai tuoi diritti!". Le minacce divennero sempre più intense, diffamanti ed offensive. Pretesero nuovi test di sicurezza e dichiararono infine che mi avrebbero completamente rovinato professionalmente. Gli assalti erano così violenti che io nel mio intimo mi sentivo insicuro e disorientato. Ebbi però il colpo di genio decisivo di chiamare il mio avvocato, ed il colloquio con lui contribuì a chiarirmi le idee. Tornai nella sala di consultazione, chiusi la mia ventiquattr’ore e mi congedai dicendo che il WISE avrebbe avuto la mia risposta più tardi. Il 3 Aprile appresi dal mio avvocato che nel frattempo venivo indicato come "ricattatore". Lui stesso era stato chiamato dall’Ufficiale di Etica di Clearwater, in Florida: doveva, come scientologo e mio avvocato, presentarsi entro 48 ore a Clearwater per sottoporsi a Security Check. Reagì alla cosa con la calma necessaria e rispose con uno scritto chiaro e preciso a queste sciocchezze. Secondo la prospettiva di Scientology, evidentemente, ero in procinto di stringerla alla gola. La mancanza di qualsiasi capacità di discussione da parte della presidente del WISE e dei suoi collaboratori ebbe effetti incredibili. Un imprenditore sudafricano, membro del
WISE, si mostrò interessato a collaborare con noi e ad acquistare
una licenza per l’uso del test. Si mise in contatto con il WISE e chiese
loro se era bene iniziare una collaborazione con noi. Ricevette la seguente
risposta (datata 27 Marzo 1991):
«Riguardo a Tom Voltz, allo stato attuale è un membro in cattiva condizione, e tu dovresti evitare di iniziare qualsiasi affare con lui. Ha in sospeso una grave questione di etica che deve ancora maneggiare. U-MAN invece è completamente a posto» Dovevamo discutere il bilancio con la nostra banca locale. Esponemmo nei particolari qual era all’epoca l’intera situazione, e con quale linea intendevamo procedere per portare al successo tutta la questione dei test. Il banchiere ci pregò comunque di riportare il nostro saldo, che all’epoca superava il limite di credito, al limite consentito, e di pensare a procurarci una garanzia per il tempo in cui ci saremmo trovati di nuovo al di sotto del limite. A questo punto intervenne il nostro consulente fiscale, un amico della nostra cerchia scientologica che era presente, e ci offrì spontaneamente la sua garanzia. Fummo piacevolmente sorpresi, sia noi che il banchiere eravamo contenti. Questo avallo, limitato ad un sei mesi, conteneva tuttavia una condizione: avremmo dovuto ridurre il nostro credito ogni mese di circa 10.000 franchi svizzeri. Allora non lo consideravamo un problema, al contrario, eravamo ottimisti. Proprio in questo periodo successe un imprevisto. I media si gettarono su di noi perché utilizzavamo commercialmente "il test di Scientology" [6]. Tra i nostri clienti si diffuse il panico. Quella che era un’ampia clientela si ridusse ad un gruppetto sparuto di clienti occasionali e di alcuni pochi coraggiosi che ci rimasero fedeli. A questo si aggiunse il fatto che improvvisamente eravamo rimasti soli. Stavamo lì, non riuscivamo più né a dormire né a lavorare. Poi mia moglie ricevette una telefonata dalla nostra banca, quella che aveva realizzato con noi l’acquisto del test. Un nuovo gestore, giovane, dinamico, appena ritornato da New York, il centro del commercio duro, disse che non avevamo più alcuna possibilità di affermazione sul mercato e che per questo annullava tutti i nostri crediti; dell’aumento di credito concordato solo poche settimane prima non se ne parlava più. Avevamo raggiunto il fondo. Potemmo far fronte ai pagamenti ancora per un paio di mesi. Poi ci rimase solo una via, chiedere al nostro consulente fiscale di prolungare la sua prestazione di garanzia, limitata a sei mesi. Avevamo bisogno di tempo. Il giorno prima dello scadere del termine accettò, e voleva informare la banca a questo proposito. - E poi ci ritrovammo in mano la comunicazione del ritiro di credito da parte della banca: il nostro "amico" aveva preferito mettere sul tavolo 40.000 franchi e farci perdere un grosso credito "in bianco". Ci riprendemmo un po’ ed io presi tempo per sviluppare un piano per uscire rafforzati da questa situazione. Decidemmo di fondare una società per azioni a cui avremmo affidato i diritti d’autore, in modo da tenerli separati da me e mia moglie. Volevamo procurarci il capitale necessario tramite la distribuzione di azioni. Da parte nostra, avremmo messo i diritti d’autore, i prodotti informatici ed il nostro know-how. Con questo progetto in tasca visitai una serie di banche delle quali infine due, conoscendo perfettamente gli avvenimenti riguardanti Scientology, si dichiararono disposte a finanziarci. Come presupposto però, per una società per azioni di questo tipo occorrevano almeno 100.000 franchi da apportare in contanti. Elaborai il progetto e lo presentai al nostro consulente fiscale. Questi invece aveva un’idea completamente diversa. Dovevamo dichiarare bancarotta dopo avergli passato i diritti d’autore. Le banche e gli altri creditori sarebbero rimasti tutti a mani vuote, ma i diritti d’autore sarebbero rimasti nelle mani di uno scientologo, e noi avremmo potuto poi ricomprarli. - Perché questa proposta, a parte il fatto che si trattava di un suggerimento di fare bancarotta fraudolenta, aveva un tono falso? Per la prima volta si fece strada in me il sospetto che il mancato prolungamento della garanzia non era accaduto senza un secondo fine. Perché anche il consulente fiscale sapeva quale capitale avevamo in mano con i diritti d’autore. Infine si dichiarò comunque disposto a cercare un investitore. Dopo alcune esitazioni annunciò che aveva un investitore per il 20% dei 100.000 franchi necessari, un suo amico. Lui stesso avrebbe messo un altro 20% della somma necessaria. Per il restante 20% trovai un altro investitore nella cerchia di amici. Così giunse il 5 Dicembre 1991 ed il mio avvocato ci ricevette per quella che avrebbe dovuto essere la riunione per la fondazione di una società per azioni. Salutai i presenti e spiegai ancora una volta il progetto nei dettagli. E a questo punto il nostro consulente mostrò il suo vero volto. Credeva, a quanto posso capire ora, di averci portato al punto che voleva: più o meno al verde e privi di qualsiasi possibilità di manovra. Dichiarò che lui e gli altri due presenti, cioè quelli che portavano i contanti, pretendevano il 100% delle azioni. Io e mia moglie avremmo potuto più tardi ricomprarle. In compenso la nuova società per azioni avrebbe pagato i nostri debiti con le banche. - Così colui che godeva della nostra fiducia e che conosceva precisamente la nostra situazione finanziaria tentò per la seconda volta di appropriarsi dei diritti del test, perché in tal modo lui ed il suo amico di vecchia data avrebbero posseduto l’80% delle azioni. Nonostante al momento non vedessi per noi alcuna soluzione, sciolsi la seduta e, quando tutti se ne furono andati, il mio avvocato mi guardò negli occhi e mi disse: "Signor Voltz, credevo fossero suoi amici". La società per azioni sorse per altre vie e fu fondata nel Febbraio 1992. I diritti d’autore erano al sicuro. Nell’autunno 1992 ci visitò "Albert Frech" [virgolette nell’originale: uno pseudonimo? - n.d.t.], il proprietario di un’impresa informatica, uno "scientologo esemplare" e presidente del comitato Charter del WISE locale [7]. Mi disse che voleva contribuire alla soluzione della faccenda e mi chiese di acconsentire ad un arbitrato tra me e Scientology, naturalmente non un arbitrato qualsiasi (con professionisti), ma uno scientologico. Dapprima acconsentii, poi mi tirai indietro perché c’erano altre questioni in sospeso col WISE ed inoltre un documento, a cui giunsi per caso, rivelò che Albert Frech non era venuto spontaneamente, ma aveva ricevuto l’ordine di "maneggiarci". Il 1993 iniziò con la triste circostanza della vendita, per ragioni finanziarie, delle nostre azioni alla società che diveniva in tal modo proprietaria dei diritti; in questo caso si trattava tuttavia di persone a noi decisamente favorevoli e che non avevano nulla a che vedere con Scientology. Continuavamo ad avere una posizione particolare, poiché avevamo messo e continuavamo a mettere a disposizione il nostro know-how. Oltretutto la proprietaria del test ci incaricò di continuare a sforzarci di cercare una soluzione pacifica con Scientology poiché la società, presieduta dal Professore esperto delle leggi sui mass-media Wolfgang Larese, non aveva alcuna esperienza con questa organizzazione. Nel frattempo al quartier generale del WISE era stato nominato un nuovo presidente, Katie Paquette, che conoscevo da tempo e che ricordavo come una persona affidabile e franca. Un paio di telefonate, improntate su un tono di amicizia, mi portarono all’ottimismo. Voleva venire in Svizzera ed incontrare me e mia moglie per vedere se non fosse possibile trovare una soluzione. Purtroppo rimasero solo vuote promesse.
Il perfezionamento dell’immagine dell’avversario La proprietaria del test, la ditta di Zurigo PP Prosys Perception SpA, ci comunicò che Scientology evidentemente non era interessata ad una soluzione pacifica. La proprietaria voleva quindi occuparsi per prima cosa dei consulenti delle Ditte U-MAN-INTERNATIONAL, MAN AGE SA, CHOICE e SILHOUET e di alcuni paladini che utilizzavano il test su licenza di Scientology. La proprietaria voleva far luce sulla faccenda. Avrebbe fatto meglio a non provarci, perché questo portò al "risveglio" delle ire della Sig.ra Peschken da Los Angeles, che insegnò ai membri del WISE ad aver paura. Gli scientologisti interessati fecero immediatamente rapporto a Los Angeles. E da lì giunsero infine delle direttive. I pochi esempi riportati in seguito servano ad illustrare la situazione. Una delle imprese membro del WISE di Tessin
aveva evidentemente interrotto da qualche tempo il pagamento delle licenze
al WISE, e ricevette dal comandante in capo in Europa un fax nel quale
c’era scritto:
«A: Peter Müller [i nomi sono stati cambiati] In Svizzera Helen Tschuppert, moglie di
Bruno Tschuppert e comproprietaria insieme a lui della TCM Tschuppert di
Füllinsdorf, l’11 Agosto 1993 reagì con un rapporto all’Ufficiale
di Etica della sede di Scientology situata a Basilea.
«Ho ricevuto la lettera allegata. Il Sig. Prof. Dr. Larese è già da anni il legale di Voltz. [...] E’ il presidente del Consiglio di Amministrazione dell’impresa che possiede effettivamente i copyright mondiali per l’OCA-Test, dopo che Voltz ha venduto tali diritti alla PP Prosys. La storia: Tom Voltz dal 1990 al 1992 si è sforzato di raggiungere, in merito alla questione, un accordo col WISE. E’ stato a LA, si è persino sottoposto ad una Verifica di Sicurezza. Questo accordo non è stato raggiunto. Forse qualcuno non lo ha ritenuto importante. [...] Ieri ho faxato a Jürg Stettler la lettera della PP Prosys. Al telefono [Jürg] ha detto che anche il Presidente della WISE International adesso è qui, ma ha detto anche che non può occuparsi della faccenda perché ha altro da fare! [...] Scrivo questo rapporto nonostante il pericolo corso dalla nostra impresa. Infatti se [...] qualcosa viene riferito a Voltz, può benissimo essere che la PP Prosys non ci rinnovi la licenza per continuare ad usare il test nella nostra impresa. Il 20 Settembre Sabine Peschken, in qualità
di ufficiale in carica del WISE, scrisse tra l’altro al rappresentante
della U-MAN di Tessin:
«Caro Max, I licenziatari della WISE furono intimiditi uno dopo l’altro. La minaccia era: chiunque osasse solo pensare di informarsi e di stabilire per conto proprio quale fosse la situazione reale, doveva affrontare il timore di vedere compromesso il suo "ponte verso la libertà totale", perché rischiava di essere estromesso da Scientology. Il fatto che tutte queste persone ed imprese fossero legalmente indipendenti fu completamente trascurato. Che questi, in caso Scientology fosse uscita sconfitta da uno causa in tribunale, sarebbero rimasti da soli a dissanguarsi, al WISE è indifferente. - Tranne nel caso che i membri del WISE pretendano dal WISE un risarcimento danni... Questo sarebbe comunque un caso più unico che raro nella storia di Scientology. - Il WISE pensa per i suoi membri e li guida a suo piacimento dove vuole. Nel Febbraio 1994 ricevemmo la visita di un membro in vista dell’Organizzazione di Scientology di Clearwater, Florida. Aveva sentito del nostro distacco e delle nostre difficoltà. Quando ebbe letto tutti i documenti relativi ai diritti d’autore, il suo giudizio fu: "È una documentazione eccezionale. Peccato che riguardi la Chiesa di Scientology". Mia moglie, dopo essere stata audita da questa persona, decise di voler mediare tra Scientology e la PP Prosys Perception SpA per evitare una denuncia. Convinse della sua idea persino il Prof. Larese, il Presidente del Consiglio di Amministrazione. Scientology ne fu felicissima: la sua tattica temporeggiatrice poteva essere rimessa in atto, tutti i colloqui, condotti dal Sig. Stettler, servirono a due scopi: temporeggiare ed ottenere il maggior numero possibile di informazioni sulla PP Prosys Perception SpA. A questo scopo furono assunti anche informatori, amici che chiedevano cose apparentemente prive di fondamento, ma che in realtà venivano messe insieme in un quadro omogeneo nella centrale svizzera di Scientology . Positivo era comunque il fatto che io e mia moglie sapessimo come funzionava l’ufficio degli Affari Speciali di Scientology, che io avevo conosciuto all’inizio della mia carriera nell’organizzazione quando, "mascherato da giornalista", dovetti intervistare uno scientologo dissidente. Il 7 Luglio 1994 la PP Prosys Perception SpA presentò denuncia contro la Chiesa di Scientology di Zurigo. Se le mie informazioni sono esatte, in Germania e negli Stati Uniti sono stati già intrapresi i preparativi per azioni simili.
[1] Direttiva di Hubbard del 28.10.1960, New Testing Promotion Section. [2] Direttiva ufficiale di un organo amministrativo scientologico di alto grado sulla base di un ordine di L. Ron Hubbard del 1970. - Un risultato non è mai stato pubblicato. [3] Il contenuto del testo alle organizzazioni di Scientology, come mi è stato riferito per telefono: "Tom Voltz non ha nessuna autorizzazione etica del WISE per svolgere traduzioni per conto delle organizzazioni di Scientology. - Copia al Capo di Giustizia Internazionale di Scientology. [4] Alla fine del 1993 uno dei protagonisti, a cui avevo mandato tra l’altro questa lettera, mi disse di non averla mai ricevuta. Solo in quel periodo, quando aveva visto le pratiche nella sede di Scientology a Zurigo, la lettera gli sarebbe capitata sotto gli occhi. Il giorno dopo controllai i miei documenti e scoprii: quell’uomo aveva mentito! In una sua lettera del 1992 aveva fatto riferimento direttamente alla mia. [5] Una verifica di sicurezza è un questionario, tipo interrogatorio, in cui si viene collegati all’elettropsicometro scientologico e l’esaminatore cerca di stabilire, con domande martellanti, se l’interrogato ha commesso qualche peccato o delitto, inteso naturalmente in senso scientologico. [6] A quel tempo eravamo convinti di poter giungere ad un compromesso con Scientology per vie pacifiche. Se avessimo saputo con che mezzi Scientology agiva contro di noi e che il test in realtà apparteneva a noi, sarebbe stata impossibile qualsiasi ulteriore trattativa. Tuttavia: se nel 1991 avessimo saputo quanto sappiamo nel 1994, avremmo tagliato corto. [7] Si tratta di un gruppo di scientologisti a cui il WISE concede diritti particolari. Nel loro ambito locale servono a snellire i dissensi tra uomini d’affari appartenenti all’organizzazione e ricoprono anche altre funzioni. [8] Per il WISE era importantissimo continuare a far credere ai suoi membri che Voltz fosse ancora il proprietario o il comproprietario dei diritti sul test. In questo modo Scientology poteva puntare il dito su un unico malvagio, uno scientologo dissidente che era caduto sotto l’influsso della sete di denaro e pertanto era diventato altamente anti-etico. Ogni scientologo quindi aveva il diritto di allontanarsi disgustato da me, senza doversi informare meglio ed in modo più dettagliato. |
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