Sunny Pereira, oggi 48enne, è una scientologist di seconda generazione. Sua madre era (ed è) un membro della Sea Org che al momento del reclutamento si portò dietro i suoi due bambini. Sunny aveva appena 5 anni. Per 7 visse nella Sea Org come "cadetta", a 12 vi entrò come membro effettivo. Lasciò la Chiesa di Scientology nel 2004. Questa è una raccolta dei suoi ricordi così come li ha voluti consegnare a Tony Ortega del Underground Bunker.
© Traduzione di Simonetta Po, aprile 2019
Nero su bianco l'uso elaborato che Scientology fa del lavoro minorile, pagato pochi centesimi l'ora
Qui al Bunker Sunny Pereira è diventata una preziosa consulente tecnica e ci aiuta a comprendere le arcane idee di Scientology. Di recente ha ripensato alla sua carriera nella chiesa e ha ritrovato alcuni vecchi documenti, di quelli che non si vedono tutti i giorni. Sunny entrò nella Sea Org nel 1985 ad appena 12 anni. Se ne andò 19 anni dopo, nel 2004, e nel mese di novembre di quell'anno le recapitarono questa lettera in cui le si chiedeva di pagare la formazione professionale ricevuta quando aveva 12 anni (Si veda l'annotazione "tutti i suddetti corsi sono a tariffa ridotta per minori"). Le abbiamo chiesto di spiegarci il documento e di aiutarci a comprendere perché, quasi 20 anni dopo, Scientology manda fatture per la formazione professionale ricevuta nella pre-adolescenza. The Bunker: spiegaci il primo corso, "Benvenuti in Sea Org". Sunny: Il corso consiste nell'ascoltare L. Ron Hubbard che ciancia per cinque conferenze - registrate penso sulla nave Apollo nei primi tempi della Sea Org. LRH spiega che cos'è la Sea Org, che cosa ci si aspetta da un membro della Sea Org, un po' di etichetta (fondamentalmente chiamare tutti "Sir" indipendentemente dal sesso, star fuori dai piedi di tutti, "tu brutto topo di fogna") e che tutti possono salire di grado dimostrando di poter essere migliori e di fare ciò che viene ordinato senza fare domande. Quanto più fai il duro, tante più possibilità hai di scalare i ranghi della Sea Org. Ai miei tempi il corso non era in cassetta ma su nastri a bobine, e odiavo montare il registratore. Mi chiedo se adesso abbiano almeno tutto in CD, ma non lo so. The Bunker: E gli altri? Sunny: il Basic Sea Org Member Hat è un corso molto corto che si fa in un giorno o due. Si impara ulteriore etichetta Sea Org, le cose fondamentali per la cura di sé (nessun prodotto profumato! Ti annuseremo!), come prendersi cura della propria uniforme, come pulire la propria stanza al "guanto bianco", orari generali della Sea Org. Gli Staff Status I e II: sono corsi per gli staff di qualsiasi org (non solo per chi firma il contratto da un miliardo di anni della Sea Org, ma anche per i contratti da due anni e mezzo e 5 anni in tutto il mondo). I due corsi insegnano le basi organizzative, ti spiegano l'organigramma a sette divisioni orgoglio e gioia di Hubbard: Divisione 7 - Esecutiva (sempre elencata per prima sulla sinistra nei manifesti a parete);Corso "Personal Grooming" (prendersi cura di sé): si spiega da solo, salvo che gli standard sono quelli della Sea Org e viene spiegato tutto, da come ci si lavano i denti a come si lustrano le scarpe e si indossano le uniformi, e quale uniforme è da mettere quando. Corso "How to Make Work Easier" (come rendere più facile il lavoro): tutti i membri della Sea Org devono fare questo corso. Di fatto è un corso introduttivo a Scientology e viene consegnato anche al pubblico della Div. 6B. Si studia capitolo per capitolo il libro "I problemi del lavoro" e si devono fare esempi e dimostrazioni su tutto. Corso "Success Through Communication" (Successo attraverso la comunicazione), è anch'esso un corso introduttivo della Div. 6B. Insegna i fondamenti dei TRs. Non sono i TRs duri e spietati di cui si sente parlare, ma solo un livello introduttivo. (Si deve comunque stare seduti a fissare l'altro per alcune ore e si fa il TR "provocato" su qualsiasi cosa strana o perversa venga in mente al compagno di addestramento). Corso "Keys to Competence" (chiavi della competenza): è un corso riservato alla Sea Org e ti insegna a ottenere che in Sea Org le cose vengano fatte. In sostanza ti insegna a bullizzare gli altri e a dire a loro e a te stesso "FALLA ANDARE BENE!", indipendentemente da quanto gli obiettivi siano impossibili o folli. Corso Student Hat: Non fa parte dell'addestramento Sea Org ma a quel punto lo feci comunque. Si studiano le conferenze di Hubbard sullo studio (mi pare siano 12) e moltissimi bollettini per imparare tutti i metodi Hubbard per l'apprendimento e l'addestramento. Insegna che cosa sono le "parole malcomprese", come fare le "demo" se su qualcosa ti manca la massa (non riesci a capire cos'è? Aiutati con delle graffette e degli elastici che hai sul tavolo... non guardare la cosa... immaginala con le graffette e gli elastici), ti insegna che se salti un gradiente non puoi imparare la materia e devi tornare indietro su qualcosa di più basico. The Bunker: Grazie per le spiegazioni. La gente è sempre molto curiosa sui dettagli della vita in Sea Org. Riguardando oggi quella fattura, che cosa pensi? Sunny: Mi riporta alla mente un sacco di memorie. Io non ero entrata in Sea Org per salvare il mondo, motivo principale per cui la maggioranza lo fa. Mia madre era già in Sea Org e per me sembrava il posto più ovvio. Era ciò per cui ero stata essenzialmente allevata dall'infanzia. Quando a 12 anni entrai in Sea Org, ormai da 8 mesi ero impantanata nel RPF dei bambini, senza modo di uscirne. Non potevo parlare con nessuno, ascoltare musica, giocare o qualsiasi altra cosa, passavo le giornate a pulire l'edificio dell'asilo dei bambini, non avevo un futuro. Era come se mi avessero abbandonato a cavarmela da sola. Un giorno arrivò un reclutatore della Sea Org che cercava un altro ragazzino che però si rifiutò, allora mi offrii volontaria. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di uscire dal RPF dei bambini. Fondamentalmente firmai il contratto da un miliardo di anni per poter tornare ad ascoltare musica. Quando mia madre scoprì che ero entrata in Sea Org andò in estasi. Era estremamente orgogliosa che seguissi le sue orme. Anche se sulla fattura c'è la data di novembre 2004, quella è solo la data di fatturazione - in realtà feci quei corsi a luglio 1985, quando avevo 12 anni. A quei tempi era comune avere dei membri della Sea Org così giovani e in realtà sembravano incoraggiarlo. Per me a quell'età i corsi erano difficili. Di solito i corsi del "campo di addestramento" Sea Org (Estate Project Force - EPF o Prodotto Zero) portano via un paio di settimane, tre al massimo. Io rimasi sul EPF per circa sei mesi. Arrivare alla fine fu duro. Un'altra parte dei requisiti del EPF è che devi dimostrare di essere in grado di gestire qualsiasi cosa ti sia affidata. A me non piaceva pulire i filtri dell'unto delle cucine così mi tennero lì a pulirli e ripulirli fino a che smisi di lamentarmi. Chiunque abbia aperto e pulito un disoleatore sa quanto faccia schifo. E' il sistema di drenaggio delle cucine industriali e ci resta dentro il cibo vecchio e marcio. Dovevamo aprire i filtri, svuotarli, pulirli e richiuderli. Sembra facile, ma per una dodicenne andava ben oltre il semplice disgusto. Sono quasi certa che il fatto di odiare quel lavoro mi fece allungare l'EPF di un paio di settimane. Nel mondo l'apprendistato sul campo è una cosa comune, ma nella Sea Org ti fatturano i corsi (anche ai bambini) che offrono come "gratuiti"; se interrompi il contratto (da un miliardo di anni) prima della scadenza, devi pagare per l'apprendistato che hai fatto. Tieni presente che sei costretto a pulire qualsiasi schifezza ti dicano di pulire e che devi anche sorridere e ringraziare perché ti permettono di farlo, solo così puoi completare l'EPF e uscire da lì.
Poi trascorsi una ventina d'anni della mia vita a lavorare moltissime ore al giorno, a volte in condizioni orribili con cibo scadente, poche ore di sonno, lavori pesanti... fondamentalmente senza paga. Ma quando decisi di andarmene mi consegnarono questa fattura, tanto gli dovevo. C'è qualcosa di profondamente sbagliato. Poi scopri che la Sea Org è tutto un imbroglio (per molti lo è anche Scientology) e vuoi andartene. E ti schiaffeggiano con una fattura di oltre 3000 dollari. Che però è solo la punta dell'iceberg. Se guardi quanto ho guadagnato rispetto a ciò che sono due anni di addestramento a Flag, più i corsi dell'EPF, è chiaro che c'è qualche squilibrio. Scientology e Sea Org, statemi a sentire. Non vi devo nulla. Siamo ben oltre il pareggio. Mi avete rubato anni di vita e sembrate pensare di avermi fatto un favore. The Bunker: Questa fattura di 3000 dollari è solo una piccola parte di ciò che la chiesa pretendeva da te dopo che, nel 2004, lasciasti la Sea Org. Ecco un'altra parte della tua "fattura freeloader" (scroccone) per addestramento specifico che hai fatto alla Flag Land Base... The Bunker: In totale la chiesa addebitò a Sunny circa mezzo milione di dollari solo perché lei osò abbandonare il lavoro. Intanto ecco qui qualche indizio su ciò che la chiesa pagò a Sunny in quegli anni in Sea Org. Aveva iniziato a lavorare nel 1985 a 12 anni, per favore notate l'improvvisa impennata dopo che, nel 1993, Scientology ottenne l'accordo con l'IRS. Sunny: Questi presunti guadagni dimostrano chiaramente quanto sia impossibile risparmiare qualcosa nel caso decidessi che la Sea Org non fa per te. Ho visto parecchi casi di persone che volevano andarsene ma che non lo hanno fatto perché erano prive di supporto esterno o di risorse finanziarie proprie. Se è vero che la Sea Org fornisce vitto e alloggio e che questi importi dovrebbero servire per i beni di prima necessità, è altrettanto vero che per molti non erano sufficienti a pagare le cose essenziali. Mi chiedo quale sia la logica di avere delle persone che lavorano 24 ore 7 giorni la settimana, che dedicano la loro vita a una causa che ti paga pochi centesimi, poi quando decidi di averne avuto abbastanza la risposta non è mai un "grazie per il tuo impegno". No, la risposta è vedersi sbattere in faccia una fattura "freeloader" enorme. In quale altro mondo ha senso? The Bunker: Quanto del mezzo milione che ti hanno chiesto hai pagato, alla fine? Sunny: Nulla, nemmeno un centesimo.
Per gran parte del 2002 e parte del 2003 vissi in Venezuela. Ero lì durante le proteste, le sommosse, gli imponenti disordini sociali che colpirono il paese. Alla fine mi liberai del Venezuela e tornai a Los Angeles. Naturalmente, come capita spesso nella Sea Org, ero nei guai fino al collo e fui sottoposta a una "Commissione di Inchiesta" (che vi racconterò in un'altra occasione). Nel bel mezzo di tutto questo a Erik, il mio patrigno, fu diagnosticato un cancro allo stomaco. Lui e mia madre erano membri della Sea Org da qualche decennio. Erik fu visitato dal dottore del Hollywood Presbyterian, un ospedale molto vicino alla proprietà Sea Org principale comunemente chiamata "Big Blue". Il medico disse che la causa del cancro erano state le cure per il linfoma di Hodgkin che aveva fatto moltissimi anni prima, quando era in Aeronautica. Per questo motivo la Sea Org non avrebbe dovuto pagato le cure (che comunque sono minime, a essere ottimisti. Per cui c'era da baciarsi i gomiti). Sfortunatamente, però, il cancro era in fase troppo avanzata per qualsivoglia trattamento, quindi Erik venne mandato in una casa di cura proprio di fronte all'ospedale e molto vicina alla PAC Base dove io e mia madre lavoravamo. Ci fu quindi possibile fargli visita regolarmente e, negli ultimi giorni, stargli vicino tutto il giorno - chiunque abbia familiarità con la vita della Sea Org sa che è insolito. Generalmente non avevamo la possibilità di stare vicino ai membri dello staff ammalati ma, in questo caso e solo perché non c'era nulla di urgentissimo di cui occuparci, potemmo stare con lui spesso e a lungo. Quando lo andavamo a trovare Erik era sempre su di morale. Poco dopo il ricovero misero nella sua stanza un altro paziente. Quest'uomo, che devo dire era cordialissimo, ci si presentò come Brian. Quando eravamo là non riceveva molte visite, ma parlare con lui era una gioia. Brian ci chiese di noi e scoprì presto che eravamo tutti degli scientologist. Era molto curioso e finimmo per spiegargli che cosa, in Scientology, erano il thetan (spirito), la mente e il corpo, la nostra credenza nelle vite precedenti e che, quando il corpo muore, il thetan se ne va a cercare un altro corpo. Brian sembrava davvero interessato a questi concetti e voleva saperne di più. Dopo queste conversazioni chiesi a Brian di parlarmi di sè. Lui mi disse che negli anni 1970 aveva partecipato alle proteste pacifiste e che il Segretario di Stato statunitense Herry Kissinger lo aveva addirittura citato in uno dei suoi libri. Mi mostrò il passo che lo descriveva impegnato in una manifestazione pacifica, uno sciopero della fame fino alla cessazione degli attacchi alla Cambogia. Il passo compare a pagina 514 del libro del 1979 di Kissinger intitolato Gli anni della Casa Bianca Per tutti noi il tratto distintivo fu lo sfinimento. Per dormire un po' dovetti trasferirmi dal mio appartamento, circondato dai manifestanti, nel seminterrato della Casa Bianca. Nonostante la necessità di coordinare la gestione della crisi, trascorrevo molto del mio tempo con colleghi scontenti, quasi in preda al panico; più tempo ancora dedicavo agli studenti e ai loro colleghi manifestanti. Parlai a lungo con Brian McDonnell e Thomas Mahoney [in realtà, Mahany], due giovani pacifisti che avevano annunciato uno sciopero della fame nel Lafayette Park, sciopero che sarebbe durato fino al ritiro delle truppe americane. Nella Situation Room parlai con gruppi di studenti di diverse università e scuole superiori delle cause ultime del conflitto, di cosa ne pensavo, della disperazione, che per me era più profonda dell'ansia della guerra.Kissinger citò Brian anche durante l'elogio funebre che tenne al funerale di Richard Nixon nel 1994: «Vorrei avergli parlato, nelle ore finali, di quel Brian McDonnell che, durante la crisi cambogiana, aveva digiunato su una panchina del Lafayette Park proprio di fronte alla Casa Bianca e che lo avrebbe proseguito fino a che - disse - il Presidente Nixon non avesse rispettato il suo impegno [di ritirarsi dalla Cambogia].» All'epoca lo sciopero della fame di McDonnell e Mahany divenne famoso. Pensai che Brian fosse una persona molto interessante, così vitale e vivace. Anche mia madre pensava lo stesso. Decidemmo che avremmo dovuto contattare il Celebrity Center International per vedere se lo volevano incontrare. Telefonai all'ufficio della Presidenza di CC Int e mi dissero che mi "avrebbero richiamato". Poco dopo Kristina Louw, membro dello staff della presidenza, mi fece sapere che non era il "nostro tipo di pubblico". Restai davvero sorpresa della sua risposta. Ma noi non eravamo lì per salvare tutti? Forse il motivo era l'ospizio in cui si trovava? O perché Brian amava aiutare i senzatetto al punto che una volta rischiò addirittura la vita? Era perché a casa sua aveva soggiornato il Dalai Lama? Perché la nostra religione si rifiutava di aiutare un certo tipo di persone? Nonostante ritenessero che non si trattava di una persona che doveva essere introdotta a Scientology, per pura educazione decisero almeno di venirlo a trovare. Kristina arrivò nella sua stanza e gli parlò brevemente. Non ero presente, ma la conversazione non durò più di cinque minuti. A questo punto il compito di insegnargli Scientology - a cui era molto interessato - era tutto mio. In retrospettiva, e considerando quanto fosse una persona curiosa, penso che Brian si sarebbe interessato a qualsiasi cosa gli fosse stata presentata. Aveva davvero un vivo interesse a dialogare con il prossimo, indipendentemente dall'argomento. Cercai di spiegargli in modo più approfondito thetan, mente e corpo e come Scientology si rivolge a ognuno di essi. Discutemmo anche del "triangolo di ARC". Un paio di settimane dopo l'inizio delle visite a Brian e al mio patrigno, il peggioramento di Erik divenne evidente. Ogni giorno il suo addetto medico della Sea Org (che tra l'altro era anche il dentista dello staff) lo veniva a trovare, finché ci prese da parte per dirci che non sarebbe sopravvissuto più di 48 ore. Quel giorno o forse il successivo io e mamma stavamo mangiando qualcosa in fondo all'atrio quando cominciammo a sentire dei beep provenire dalla sua stanza, poi sempre più beep. Corremmo subito, era giunto il suo momento. Mamma scoppiò a piangere e mi guardò come per dire, «e ora che faccio?» mentre a voce alta urlava «nessuna rianimazione!», perché il personale stava arrivando per rianimarlo. Dissi a mia madre di tenergli la mano, di stare con lui. I macchinari furono spenti e Erik esalò l'ultimo respiro. Restammo immobili per un momento. Poi Brian, il nostro gentile vicino, chiese: «Sta morendo?» Guardando sopra il corpo di Erik - forse al thetan che se ne andava - disse: «portami con te!» Scoppiammo a piangere e a ridere contemporaneamente. In quel momento non ci sarebbe stata cosa migliore da dire. Da allora il ricordo di Brian e la bellezza della sua personalità mi hanno sempre accompagnata. Il suo fascino e il suo senso dell'umorismo mi avevano toccata nel profondo. Naturalmente dopo la morte di Erik la vita della Sea Org non mi permise di continuare a fargli visita. Di recente mi sono imbattuta nel suo necrologio, pubblicato all'epoca [giugno 2003] dal Los Angeles Times, e ho visto che la sua personalità non aveva toccato positivamente solo me.
Come il mitico Forrest Gump, Brian percorse talmente tante orbite che la sua cerchia di amici fu temeraria nella sua diversità. Brian conversava con facilità con gli emarginati e invitava i senzatetto a farsi una doccia da lui, ma parlava anche di politica estera con Kissinger e di pace mondiale con il Dalai Lama, che una volta fu suo ospite. Capace di imprecare come un marinaio e di recitare interi passi di William Blake o di antichi poemi arabi, McDonnell era una irresistibile amalgama di contraddizioni.«Mi toccò moltissimo», disse Kissinger al Times per il suo necrologio. «Credo che Brian avesse una qualità spirituale tutta sua. Era al servizio della sua idea di umanità. Non cercava di trasformare questi conflitti politici in guerre civili. Lo compresi per favorire la riconciliazione.» In retrospettiva credo che fu davvero un bene che Scientology non abbia potuto e voluto allungare le sue mani su di lui. Nemmeno per un secondo.
Tony Ortega: Le esperienze di Sunny Pereira in Scientology continuano a colpirci. Ancora una volta Sunny ha descritto un episodio che ci ha lasciati a bocca aperta per quanto visse in prima persona. Diciamo con estrema chiarezza che condanniamo fortemente l'azione deprecabile compiuta dall'uomo gravemente disturbato al centro di questi eventi. Non ci importa ciò che pensate di Scientology, ma è sempre sbagliato danneggiare gli scientologist o le loro proprietà. Subito dopo questo orribile delitto una giovane donna di Los Angeles fu mandata a portare il suo aiuto e questa è la sua storia. Sono finita a Portland per tre volte, tutte collegate a catastrofi di Scientology. La prima fu per la Crociata di Portland del 1985, la seconda per questa storia - la sparatoria - e l'ultima... beh, ci arriveremo. Nel 1996 ricevetti l'incarico di Supervisore del Caso ("C/S") del CC Int., il Celebrity Centre di Hollywood. L'incarico significava che ero sempre chiusa in un ufficio, tagliata fuori dal mondo esterno. Non dovevo mescolarmi agli altri o socializzare con lo staff o con chiunque potesse ricadere sotto la mia responsabilità di C/S - la supervisione dell'auditing degli scientologist. Era questa la politica di Hubbard, iscritta nella pietra. Oltre alle visite regolari della dirigenza, una delle pochissime persone che mi venivano a trovare e mi aggiornavano su quanto succedeva nell'org era il mio allora marito che, tra l'altro, era anche responsabile dello smistamento dei "folder" tra i vari C/S dell'org. Si chiamava Christophe. Una mattina di settembre Christophe entrò nel mio ufficio per dirmi che mezz'ora prima c'era stato un assalto al Celebrity Centre di Portland. Rimasi senza parole, scioccata. Che tipo di assalto? Che cosa era successo? Chi? Christophe mi disse che le informazioni erano poche, ma si diceva che un uomo armato era entrato nell'org e aveva cominciato a sparare. Forse c'era anche un incendio. Christophe se ne andò lasciandomi totalmente sbigottita. Dopo neanche tre minuti si riunì nel mio ufficio tutta la struttura esecutiva del Celebrity Centre. Dave Petit, l'Ufficiale Comandante, mi informò che dovevo partire immediatamente per Portland. Non mi disse perché. Lo sapevo già, ma lui non mi disse nulla. Dovevo prima andare al palazzo della dirigenza tra la Hollywood e Ivar per "ricevere istruzioni". Risposi che sarei stata pronta in 10 minuti. Non avevo tutto quel tempo, e lo sapevo. I dirigenti lasciarono il mio ufficio e telefonai immediatamente a mio marito per dirgli che partivo subito per Portland. Non sapevo se sarebbe stato per un giorno o per mesi di fila (in realtà furono tre mesi). Ci salutammo velocemente e uscii. C'era già un'auto pronta per portarmi al palazzo direzionale. Con me c'era anche Michelle dell'ufficio dirigenti del Celebrity Centre (era la responsabile di tutti i Centri esterni come Portland, Parigi, Nashville, ecc.) che mi disse quel che poteva dirmi. Risposi che Christophe mi aveva già anticipato qualcosa. Lei sapeva solo che tre persone erano state colpite da arma da fuoco e una era in condizioni critiche. Erano già stati portati tutti all'ospedale (conosciuto localmente come "Pill Hill" di Portland). Arrivate al palazzo HGB su Hollywood e Ivar, io e Michelle ci precipitammo su per le scale. In ufficio c'erano almeno 40 persone. Mi dissero che sarei partita con Sunny Jensen e Chris Swanson. La nostra era la squadra medica/auditing. Dovevamo prenderci cura dei feriti. Non sapevamo che cosa ci stesse aspettando. Ha senso mettere due donne di nome Sunny su un progetto urgente come questo? Non so. Trovammo già delle istruzioni scritte su ciò che dovevamo fare all'arrivo e la responsabile della squadra era Sunny J., il nostro braccio amministrativo. Restammo al HGB al massimo un'ora. Qualcuno ci aveva preparato i bagagli e un'auto ci accompagnò all'aeroporto. Ci avevano prenotato un volo che però perdemmo per i ritardi della sicurezza dell'aeroporto. Portavo con me un E-meter che fa SEMPRE impazzire gli addetti della sicurezza, provocando ritardi. Così perdemmo il volo e dovemmo aspettare il successivo. Fortunatamente ce n'era uno ogni mezz'ora. All'epoca avevo 23 anni e in modo del tutto inaspettato venivo mandata a prendermi cura di quattro scientologist feriti da arma da fuoco. Arrivati a Portland corremmo al Celebrity Centre al 709 S.W. di Salmon Street (oggi è una delle sedi della First Republic Bank) dove fummo accolti dal personale superstite. Dopo l'incendio, l'atrio era nero di fumo. C'era una gran puzza di bruciato. Prima di lasciare Los Angeles ci avevano ordinato di non parlare con i media, stavano arrivando anche gli addetti stampa. Scoprimmo che Dave, il Direttore Esecutivo, era stato ferito al petto. Ferito anche Carlos, membro della Sea Org. Helen, Funzionaria del Pubblico dell'org, era stata colpita a una spalla e Jim, vice Direttore Esecutivo, a una natica, ma se ne era accorto solo dopo alcune ore. Jackie, la Segretaria di Tesoreria, era stata presa in ostaggio. Helen era in condizioni critiche, tra l'altro aspettava un bambino. Stava facendo sera e ci mandarono all'ospedale per avere aggiornamenti sui feriti. Sapevamo tutti che per noi tre sarebbe stato probabilmente un lavoro ininterrotto 24/7, almeno per la prima settimana. E fu proprio così. Venni a sapere che cosa era successo solo la mattina del 26 settembre, 1996. Qualche anno prima un certo Jairus Chegero Godeka, originario del Kenya, aveva acquistato da Helen il libro Dianetics. In un qualche modo aveva avuto l'impressione che il libro avrebbe migliorato enormemente la sua vita e gli avrebbe fatto guadagnare 50.000 dollari. Poiché il libro non lo aveva fatto, Godeka incolpava Scientology di non averlo aiutato. Per un paio d'anni prima della sparatoria Helen aveva mantenuto con quell'uomo dei contatti regolari e aveva cercato di aiutarlo, ma senza successo. Godeka era sempre più agitato e cominciò a minacciare non solo il Celebrity Centre di Portland, ma anche l'org di San Francisco. Si era spinto al punto di confezionare una falsa bomba e mandarla all'org di San Francisco. Godeka non era attenzionato solo da Scientology, ma anche dalla polizia. Penso che una volta fosse anche stato fermato per alcuni giorni dopo che nel suo appartamento era stata rinvenuta una certa quantità di armi. Poi di lui si erano perse le tracce, si diceva che fosse stato rimpatriato. La sera prima della sparatoria la DSA - rappresentante locale dell'Ufficio degli Affari Speciali (OSA) - del Celebrity Centre di Portland aveva inviato un telex (vietato telefonare) a OSA Stati Uniti Occidentali per chiedere di scoprire se per caso Godeka fosse a Portland. OSA WUS la rassicurò che non era di sicuro lì, quindi di non preoccuparsi. Il mattino dopo avvenne la sparatoria, durata circa 10 minuti. Il piano rialzato dell'org era vuoto salvo la receptionist e un membro della Sea Org. La zona della reception era su un piano tutto suo con un'ampia scala che conduce giù alla Div. 6, dove vengono accolte le persone nuove. Alla destra dell'ingresso c'era l'altra scala che portava su al resto dell'org. Godeka era entrato e aveva trovato Helen al telefono al banco della reception. Le aveva subito sparato a una spalla (paralizzandola) e mentre lei era distesa sotto il bancone aveva cosparso di benzina il pavimento tutto attorno, appiccando fuoco. Carlos, che era al piano di sotto, era corso su attirato dal frastuono, senza rendersi conto che era stato uno sparo. Era stato immediatamente colpito al petto ed era rotolato giù. Godeka aveva allora iniziato a salire le scale a destra. Steve, l'ED, aveva sentito i colpi e stava cercando di scendere quando l'uomo gli aveva sparato. Godeka aveva continuato a salire e aveva colpito Jim, che cercava di scappare verso un'altra uscita. Intanto Jackie, uscita dal suo ufficio, era stata presa in ostaggio. Intanto il resto dello staff aveva lasciato l'edificio dalle scale di sicurezza. Fuori c'era già la polizia. Jackie mostrò a Godeka un'altra scala di sicurezza e scesero insieme al piano di sotto trovandosi proprio sul davanti dell'edificio, dove i negoziatori della polizia cercarono di parlare con l'uomo. In tutto questo tempo Godeka aveva continuato a ripetere «Voglio solo un processo.» Gli agenti riuscirono a convincerlo ad arrendersi e lo arrestarono. Helen intanto era riuscita a trascinarsi verso una porta tagliafuoco alle spalle del bancone. Sapeva di doversi allontanare dalle fiamme prima di svenire. Carlos, in stato di shock, era riuscito a uscire dal palazzo e a sedersi. La polizia lo fece allontanare perché Godeka era ancora dentro. In seguito si scoprì che la pallottola gli aveva sfiorato il cuore. Quando eravamo arrivati noi, tutti i feriti erano già stati portati all'ospedale e ovviamente Godeka era stato preso in custodia. Giunti all'ospedale trovammo ulteriori rappresentanti dei media, a cui però riuscimmo a sfuggire perché nessuno di noi indossava uniformi, quindi non ci riconobbero. In reparto trovammo Dan, il marito di Helen, e suo fratello, disteso sul pavimento dal dolore alla schiena. Era un OT 8, si era fatto male e non riusciva a muoversi. Dan lo stava deridendo e gli diceva che era uno smidollato. Mi presentai a entrambi e dissi di essere una auditor di CC Int mandata lì per assistere Helen (e Carlos). Steve, l'ED, era un OT e non potevo dargli auditing perché non ero sufficientemente addestrata. Si era deciso che Jim, il vice ED, non aveva bisogno di assistenza immediata, perciò le mie priorità erano Helen e Carlos. Dan mi disse che il medico gli aveva spiegato che le pallottole usate da Godeka erano cave, vale a dire che si si aprivano nel corpo e questo era il motivo per cui Helen, colpita alla spalla, era probabilmente rimasta paralizzata. La pallottola era rimbalzata e aveva lesionato la spina dorsale. Mi fece anche vedere le lastre. Sembrava che il bambino non avesse subito conseguenze. Come si venne a sapere in seguito, però, sfortunatamente il suo cervello smise di svilupparsi quando Helen fu colpita. I medici lo scoprirono solo alla nascita, era una bambina. Dissero a Helen di portarla a casa, sarebbe sopravvissuta solo pochi giorni. Invece la bimba resistette per due anni. Quando arrivammo Helen era ancora incosciente. Entrai per vederla e cominciai subito a darle delle "assistenze per persone in stato di incoscienza", che continuai a fare ogni ora per tutta la notte. Mentre facevo le assistenze entravano spesso infermiere e personale medico per controllare le sue condizioni, penso che volessero capire che cosa stavo facendo. Scientology li incuriosiva, cercavano di capire che cosa fosse (ma non per i motivi che pensavamo noi). Sunny J. continuava a girare per l'ospedale e diceva a voce alta: «Voglio qui subito i migliori medici del paese!», una cosa veramente imbarazzante. La sua agitazione non produsse alcun effetto e alla fine Sunny telefonò alla Dott.sa Megan Shields per chiederle consiglio. La Shields le spiegò che quasi tutti i dottori si considerano i migliori sulla piazza, per cui le sue richieste non avrebbero portato da nessuna parte. Un approccio migliore sarebbe stato chiedere ai dottori a chi si sarebbero rivolti se si fosse trattato della loro madre. Sunny provò anche quella. Il neurochirurgo che seguiva Helen disse che con una lesione spinale si poteva fare ben poco, ma che avrebbe portato la sua cartella clinica a un convegno a cui avrebbe partecipato da lì a pochi giorni per sentire il parere dei colleghi. Purtroppo, però, non ci fu proprio nulla da fare. Helen restò incosciente per almeno 24 ore, forse addirittura 36. L'ospedale ci dette una camera dove poter riposare. Dan, suo marito, sembrava una tigre in gabbia e non riusciva a stare fermo. Ci disse di sentirsi obbligato a uscire in strada per vendere delle copie di Dianetics. Negli ultimi decenni lo aveva fatto migliaia di volte ed era una cosa che evidentemente lo calmava. Per qualche motivo Sunny J. restò quasi tutto il secondo giorno nella sala d'attesa principale. Forse voleva stare in contatto con la dirigenza per degli aggiornamenti regolari. Poi Helen riprese conoscenza e corsi da Sunny per informarla. Insieme cominciammo a mettere a punto il programma giornaliero. Dovevamo anche cercare una forma per dirle che era rimasta paralizzata. Si decise che glielo avrei detto io. Stavamo parlando da meno di cinque minuti quando la TV della sala d'attesa, sintonizzata sul canale di notizie, trasmise una diretta in cui annunciava che Helen si era svegliata. Io e Sunny ci guardammo stupite, poi demmo un'occhiata intorno. Come cavolo era uscita quella notizia? Decidemmo di non intrattenerci più nella sala d'attesa. Evitare i media significa EVITARE i media. Quella fuga di notizie avrebbe potuto metterci in guai seri. Notizie buone, cattive, neutre, non importa. Noi NON dovevamo trattare coi media. Devo dire che da quel momento in poi diventammo abbastanza paranoiche. Rientrai in camera per parlare con Helen. Prima di tutto mi presentai. Lei aveva un accento insolito che poi scoprii essere australiano. Era la donna più dolce ed educata che avessi mai conosciuto. Le spiegai che si trovava in ospedale. Mi disse che ricordava che Godeka era entrato e le aveva sparato. Ricordava le fiamme. Sapeva che doveva togliersi di mezzo e che stava per svenire. Era una donna stupefacente e forte. Mi raccontò di come si era trascinata oltre la porta tagliafuoco e aveva urlato fino a che aveva visto la faccia di un pompiere, poi aveva perso i sensi. Le spiegai che, in base ai raggi X, il proiettile aveva lesionato la spina dorsale. Da ciò che ci era dato capire, era rimasta paralizzata. Lei mi guardò e chiese: «dove metteranno la mia scrivania?» Le sorrisi. Non era una cosa che in quel momento ci preoccupava. La rassicurai sul fatto che i medici erano convinti che il bambino non aveva subito danni. Carlos era un membro della Sea Org in visita da Flag, Florida. Era uscito dalla sala operatoria e ci dissero che era stabile. Per dare auditing, l'auditor deve avere a disposizione le "cartelle di preclear" del soggetto, così che il Supervisore del Caso possa decidere quali procedimenti fare. Poiché Carlos veniva da Flag, dovevamo farci mandare da lì i suoi folder. Sia chiaro che tutti i membri Sea Org di Los Angeles erano stati informati sugli accadimenti di Portland, tutto ciò che li riguardava era di massima priorità. Telefonai a Flag e mi feci passare la responsabile dello staff, a cui dissi che uno dei loro era stato ferito in una sparatoria. Mi rispose con un tono molto annoiato (o forse era semplicemente esausta). Le dissi che doveva darsi da fare affinché potessi cominciare il programma con lui, vale a dire che doveva trovare i suoi folder e far scrivere un programma da uno dei suoi. Mi rispose di richiamarla dopo due settimane. Starai scherzando, spero, pensai. Oggi uno dei vostri staff è quasi morto, che diamine. Mi ripeté di richiamarla dopo due settimane e riattaccò. Tornai da Sunny e le spiegai tutto. Eravamo entrambe basite. Sunny telefonò a Jenny DeVocht, anche lei a Flag, per chiederle aiuto. Jenny non riusciva a credere alla mancanza di collaborazione e in due ore mise assieme ciò di cui avevamo bisogno. Quello stesso giorno mi fece avere i folder a Portland (mettevamo le cartelle direttamente sull'aereo e all'arrivo un membro della Sea Org li andava a ritirare. Nei tre mesi in cui rimasi in Oregon lo facemmo molte volte). Io e Chris Swanson consegnammo sedute di auditing a chiunque avesse avuto qualche coinvolgimento nell'evento (chi in quel momento era sui servizi all'org - in realtà solo un paio di persone - i parenti dei feriti ecc.). Il solo che non riuscimmo ad aiutare fu la persona che stava al telefono con Helen quando Godeka era entrato. Hubbard aveva emesso una direttiva secondo cui certe persone sono considerate "illegali", vale a dire che non sono qualificate per ricevere auditing perché sono a rischio. Alcuni esempi di "illegali" sono i giornalisti, chiunque lavori in uffici governativi, chiunque abbia una storia psichiatrica. Per questo motivo non potemmo fare niente per chi stava al telefono con Helen. E non facemmo niente. Non posso non ricordare la coraggiosissima Jackie, che durante i negoziati fu tenuta in ostaggio. Una donna dolce che era nello staff da sempre. Era sposata con Jim, anche lui ferito ma che sulle prime non se n'era accorto. Durante tutto il negoziato Jackie resse bene, ma dopo, comprensibilmente, crollò. L'aiutammo con qualche seduta. Ricordo che il suo contratto di staff stava per scadere (dopo un mesetto dal mio arrivo) e lei progettava di andarsene. Ma Scientology non ama chi se ne va, indipendentemente da. Sfortunatamente la "maneggiarono" allo sfinimento e alla fine firmò per altri 5 anni. Stavo male nel vederla soffrire, continuare a lavorare lì non era ciò che desiderava, ma questo è il triste mondo di Scientology. Jackie era scossa e avrebbe voluto voltare pagina. Le prime due settimane furono un turbinio di gente che andava e veniva dall'org. Il mio unico lavoro era il benessere delle persone ferite. Ma in quel periodo arrivarono quantità stratosferiche di fiori (naturalmente quelli del COB [David Miscavige] surclassavano tutti gli altri). Vennero in visita Karen Hollander, Presidente di CC International, Heber Jentzsch [Presidente della Chiesa di Scientology International], immagino per trattare con i media. Ricordo una sera in cui riuscimmo ad avere un po' di riposo, Heber era nell'ufficio della DSA e raccontava storie. Era talmente magnetico che non riuscivamo ad allontanarci. E naturalmente arrivò un "tour mondiale" di Flag per cercare di reclutare gente per i livelli superiori del Ponte. Un paio di settimane dopo la sparatoria le cose si calmarono, l'area della reception fu risistemata e l'org era pronta per riprendere l'attività, per cui tutti i membri della Sea Org se ne andarono. Mi informarono che avrei sostituito Diane come Supervisore del caso, lei doveva andare a Flag per qualche correzione o qualcosa del genere. Alla fine restai a Portland circa 3 mesi. Una volta partiti tutti, la situazione diventò calma e tranquilla e bighellonai parecchio. Lì non c'era la pressione fortissima della Sea Org. Alla fine Diane riprese servizio e io me ne andai. Tornai a CC Int e fui accolta da molte congratulazioni per tutti i resoconti mediatici positivi che Scientology aveva ricevuto mentre ero a Portland (nonostante mi avessero ordinato di evitare tutti i media). Ancora non sapevo che nel giro di pochi mesi sarei dovuta tornare a Portland per un decesso alla Delphi Oregon.
La parte più interessante di quei documenti è un interrogatorio condotto dalla polizia di Portland poche ore dopo l'arresto. Godeka fu informato parecchie volte che aveva diritto a un avvocato e che poteva restare in silenzio, ma sembrava che l'uomo fosse impaziente di parlare di ciò che aveva appena fatto. Un sergente di Portland prese appunti dell'interrogatorio del sospetto, da cui traiamo questi spunti. Godeka disse che era tornato a Portland da San Francisco per «fargliela vedere a questa gente», e che durante la permanenza aveva alloggiato in un hotel a buon mercato del centro. «Poi Godeka ci chiese se conoscevamo la serie TV Star Trek. Gli dissi che non la seguivo regolarmente, ma che ne avevo visto qualche episodio. Mi domandò se avessi mai visto quelli dove i Klingon si impossessano della mente altrui. Gli risposi che ricordavo vagamente, al che lui ribatté che era la Chiesa di Scientology. Gli chiesi se voleva dire che la Chiesa di Scientology gli aveva rubato la mente o se la stesse in qualche modo controllando, e mi rispose "Esattamente".» Godeka disse al detective che «non volevo sparare a quella donna». Spiegò che il suo vero intento era di far parlare di Scientology. Per spiegarsi meglio si riferì al passato, alla causa fatta alla metà degli anni 1980 dall'ex scientologist Julie Christofferson Titchbourne (il primo grado del processo riconobbe alla Tichbourne 39 milioni di dollari di risarcimento per i danni provocati dalla "tecnologia", ma Scientology organizzò una grande "crociata" davanti al tribunale di Portland e il giudice, avvertendo il calore della situazione, annullò il risarcimento). «Lui disse che [la Tichbourne] non era riuscita a far passare il suo messaggio al grande pubblico attraverso i media.» Il detective disse a Godeka che la polizia non lo avrebbe aiutato a far passare il suo messaggio. «Quando gli spiegai che nella sparatoria nessuno era morto, apparve sorpreso.» Godeka rivelò che stava pensando di sparare già da un po', ma che aveva preso coraggio solo negli ultimi giorni. E non aveva progettato di sparare a Helen alla reception - avrebbe voluto prenderla in ostaggio per «far arrivare il messaggio.» Il suo primo contatto con Scientology era avvenuto anni prima a Portland, «ma aveva abbandonato la chiesa perché la sua mente gli diceva che c'era qualcosa che non andava.» Godeka cominciò a parlare di un episodio accaduto a febbraio di quell'anno e che aveva a che fare specificamente con Helen, la receptionist a cui avrebbe poi sparato, lasciandola paralizzata. Dopo una sonora bevuta, a febbraio aveva telefonato e chiesto a Scientology di dargli 50.000 dollari per ciò che gli avevano fatto patire. Aveva minacciato che se non gli avessero dato i soldi sarebbe andata ad ammazzarla ed era restato in linea a sufficienza perché la polizia lo localizzasse e arrestasse, confiscandogli una pistola Ruger 45 semiautomatica. Si era fatto 30 giorni di galera. Dopo l'arresto, Godeka si era convinto che 50.000 dollari non fossero sufficienti per quanto Scientology gli aveva fatto patire, adesso ne voleva 3 milioni. Non si era preoccupato di comunicarlo all'org, aveva dato per scontato che già sapessero della sua nuova richiesta perché sapevano leggere nel pensiero. Prima di tornare a Portland da San Francisco, Godeka aveva acquistato un'altra 45 semiautomatica. Per diversi giorni aveva cercato di portare a termine il suo piano, ma continuava a perdere coraggio. E stava finendo i soldi. Il giorno dell'incidente aveva preso un autobus con una sacca contenente «la pistola, la tanica di benzina, due paia di pantaloni, un libro e delle pillole.» Aveva deciso di dare alla Chiesa di Scientology un'ultima possibilità di consegnargli i 3 milioni di dollari che pretendeva - richiesta che avrebbero dovuto ricevere per telepatia.
Aveva prelevato 40 dollari da un bancomat, sul conto gliene erano rimasti appena 47. Quella scoperta lo aveva lasciato sorpreso e arrabbiato - si aspettava che ci fossero i 3 milioni che aveva chiesto. Ma ancora era indeciso sul da farsi. «Alla fine decise che non voleva farlo, [ma] ripensò a tutto quello che aveva vissuto per mano della Chiesa di Scientology e capì che l'unica cosa da fare era procedere.» Aveva riempito la tanica di benzina e si era avviato verso l'org. Godeka affermò che voleva sparare solo agli uomini, le donne le avrebbe prese in ostaggio. Ma dopo aver colpito Helen alla reception, disse che qualcuno in Scientology aveva cominciato a controllare le sue azioni. Dopo aver sparato agli altri, si era reso conto che le cose non erano andate come voleva lui. «Godeka disse che mentre scendeva la scale si era reso conto di aver fallito. Spiegò che aveva sparato a persone che non intendeva colpire e che aveva preso l'ostaggio sbagliato. Il suo ostaggio sarebbe dovuta essere Helen ed era molto dispiaciuto di averla colpita, ma non di aver colpito gli uomini. Voleva che uno di loro morisse.» «Volevo che quei tipi morissero, ma voglio anche un processo», aggiunse. Un processo lo avrebbe aiutato a far uscire il suo messaggio su Scientology. In marzo 1998 Godeka fu ritenuto "guilty except for insanity" [in Oregon è una specie di nostro "vizio parziale di mente" e si viene condannati all'ospedale psichiatrico giudiziario - NdT] e condannato fino a 120 anni [il sistema giudiziario statunitense è diverso dal nostro]. Si dimostrò però un prigioniero modello e l'ospedale statale lo dimise nel 2005. Fu allora trasferito in una casa-famiglia dove riuscì a laurearsi alla Università dell'Oregon. Nel 2015 chiese ulteriore clemenza offrendosi di tornare in Kenya e di non rimettere mai più piede negli Stati Uniti. A esprimersi in modo contrario a una nuova indulgenza fu Helen Healy, ancora staff dell'org di Portland, che così si espresse davanti alla Commissione di Revisione della Sicurezza Psichiatrica statale: «Non nutro vendetta nei suoi confronti. Mi preoccupo invece del benessere dei miei concittadini. Non c'è modo di sapere che cosa "le voci" gli diranno la prossima volta.» L'Oregonian riferì che la Commissione impiegò appena 15 minuti per respingere la richiesta di clemenza di Godeka.
Era il 1989 e avevo 16 anni. Quattro anni prima avevo firmato il contratto da un miliardo di anni della Sea Org (in modo da poter uscire dal RPF dei bambini e poter di nuovo ascoltare musica). Adesso lavoravo come receptionist nell'ufficio della Golden Era Productions nel palazzo "Big Blue" di Scientology a Los Angeles. Ripensandoci oggi, forse soffrivo di disturbi alimentari. All'epoca pensavo di non avere mai voglia di mangiare niente. Avevo semplicemente smesso di mangiare. La semplice idea del cibo e di che cosa potesse contenere mi faceva venire il voltastomaco. La taglia 38 mi stava già larga. Probabilmente presto avrei avuto bisogno di una taglia più piccola. Anche se in Sea Org c'erano dei bambini, non so se avessero uniformi della loro taglia. La sola cosa che non mi dava il voltastomaco totale erano i bagel con la crema di formaggio. Nella mensa dello staff, però, i bagel non erano disponibili. Potevo solo comprarli, e servivano soldi. A quei tempi non avevo soldi. Da quasi un anno nel bancone della reception c'era una busta con sopra un nome e in quella busta c'erano un po' di soldi. Qualcuno ne avrebbe sentito la mancanza? Decisi di usare quei soldi per comprarmi da mangiare. Se non ricordo male non mangiavo da una settimana. Cinque giorni dopo il tizio il cui nome compariva sulla busta passò a ritirarla. Alzai le spalle. La busta non c'era. Inutile dire che mi beccarono e finii in punizione. Il giorno seguente venne a prendermi la sicurezza. Pensai che sarei stata buttata fuori dalla Sea Org, e che ne sarei stata felice. Non volevo più starci comunque. Invece c'era chi pensava che avessi ancora del potenziale e mi "offrì" con la forza di fare l'RPF degli adulti. Adesso avevo la possibilità di riabilitarmi con i bimbi grandi! Se non altro il Rehabilitation Project Force, la sezione detentiva della Sea Org, evitò che mi lasciassi morire di fame. Tutto quel correre in giro e i lavori pesanti mi misero un tale appetito che non mi importava più che cosa ci fosse nel piatto, mangiavo, mangiavo, mangiavo. Nonostante tutto non misi su peso, anche se smisi di perderlo. Dopo qualche settimana di RPF mi fecero fare i "procedimenti Oggettivi", quegli estenuanti esercizi in cui devi camminare, toccare, soppesare, parlare con le cose al fine di ritornare in "tempo presente". Quegli esercizi possono diventare estremamente faticosi sia fisicamente sia mentalmente, per me furono molto difficili. Mi sembrava di starli facendo da centinaia di ore. Guardare il muro, camminare fino a quel muro, toccarlo, girarti, guardare il muro, camminare fino a quel muro... pensavo che sarei impazzita. Indipendentemente da ciò che facessi o dicessi, l'auditor continuava imperterrito. Non riuscivo a capire che cosa avrei dovuto fare per smetterla. Sì, ci fermavamo per mangiare e dormire, poi riprendevamo gli stessi procedimenti e continuavamo all'infinito. In qualche modo dovevo smetterla. Tra una seduta di Oggettivi e l'altra, nel RPF avevo anche la responsabilità di portare in giro i "folder" delle altre persone sul RPF (farli verificare da questo o quello, riportarli al loro posto ecc.) Questo lavoro a volte mi dava tempo per pensare. E pensavo. Eccomi qui a correre in giro tutto il giorno con addosso una tuta nera, non posso parlare con nessuno all'infuori del RPF, cerco di sopravvivere a questi orrendi procedimenti Oggettivi. Qual è il senso di tutto questo? Siamo qui nella Sea Org per cercare di "chiarire" il pianeta, per fare degli OT - Thetan Operanti - con lo scopo di salire sempre più in alto sul "Ponte" di Scientology. Ero in una stanza piena di migliaia di cartelle. Alcune di esse avevano scritto sopra "OT". Significava che contenevano informazioni OT. Pensai che se avevo firmato un contratto da un miliardo di anni, allora era più che giusto dare una sbirciatina per capire di che cosa si trattava. Due cose mi terrorizzavano: essere colta sul fatto e che quelle informazioni avrebbero potuto rovinarmi. Ma la curiosità ebbe la meglio sulla paura. Mi guardai intorno. Naturalmente ero sola. E c'erano tutti quei folder. Ne vidi uno contrassegnato "OT II". Per un momento pensai che se l'avessi aperta, la cartellina mi avrebbe fulminata con una luce accecante, oppure le informazioni mi avrebbero bruciato gli occhi. La aprii praticamente a occhi chiusi, ma non uscì nessuna luce accecante. Che cosa c'era di così fantastico, lì dentro? Vidi la parola "platen" [su OTII, l'elenco di item - voci - da percorrere - NdT] e una serie di lettere (in seguito scoprii che le lettere corrispondevano alle reazioni dell'E-meter sulla persona che si stava audendo). Non avevo idea di che roba fosse. Quella sera, tornata in dormitorio, mi ricordai che una degli altri RPFer era OT. La cosa giusta era chiedere a lei che cosa fosse un "platen". Lei mi guardò a occhi sbarrati, la faccia furiosa. «Dove l'hai sentito dire?» In men che non si dica Etica mi stava investigando. Dissi subito che avevo sbirciato nella cartella (e allora? Nemmeno avevo capito che roba fosse). Scoppiò il panico totale, neanche avessi rotto il sacro graal... Fui spedita immediatamente sul RPF del RPF, vale a dire lavoro estenuante e di fatica. Provate a pensare a grasso rancido, morchia, spanne di polvere nei condotti d'aerazione, demolire il cemento a mazzate. A questo drappello di persone orribili venivano assegnati i lavori più pesanti e schifosi. Quella notte volevano portarmi in seduta. Io non ne volevo più sapere di quegli Oggettivi ed ero sconvolta. Salta fuori che non era una seduta di Oggettivi, ma un interrogatorio per verificare se ero stata mandata per ostacolare e distruggere Scientology. Secondo Hubbard, una persona può essere convinta (contro la sua volontà) a fare una cosa del genere usando alcuni metodi: - Dolore: tortura qualcuno con il dolore e ordinagli di fare qualcosa;
Perciò mi interrogarono innanzitutto per verificare se qualcuno mi avesse avvicinata per farmi una di queste cose. Fui sorpresa dalle strane domande ma non me ne crucciai, visto che non era successo niente del genere. Ma non ne furono convinti. Un esempio delle domande scritte da L. Ron Hubbard: In questa vita sei mai stato vittima di dolore-droga-ipnosi?
La serie successiva di domande serviva a determinare quale agenzia governativa mi avesse mandato a infiltrare Scientology. Feci presente a quegli idioti che ero nata in Scientology, quindo come diavolo avrebbe fatto una qualsiasi agenzia del governo ad avvicinarmi e addestrarmi per infiltrare Scientology? Chiedetelo a mia madre, se riuscite a trovarla. E' da qualche parte nella vostra bella Sea Org. Naturalmente avevo perso le sue tracce quando avevo cinque anni, dopo l'avevo vista solo in rare occasioni.
Queste informazioni furono trasmesse a chi stava in alto, che cambiò tutte le domande da "in questa vita" a "nella tua vita precedente" e anche "tra una vita e l'altra". Tutto questo poteva essere evitato? Beh, forse sì. Avevo imparato già da molto che in quell'ambiente non esistono "spiegazioni semplici" o l'idea che potrebbe esserci stato solo un malinteso. Se quelle opzioni fossero state disponibili, allora una semplice conversazione avrebbe rivelato che non capivo il contratto da un miliardo di anni, che non avevo idea di che cosa servisse realmente la Sea Org (e pensavo che sbirciare i livelli OT mi avrebbe aiutato a capire l'importanza di quel gruppo e a farmi desiderare di restare) e che non ero sicura di voler fare il RPF. Alla fine terminai l'RPF del RPF ancora chiedendomi se per caso non fossi stata messa lì da un'agenzia del governo. A me sembrava solo di farmi molte più domande di chiunque avessi intorno. Tutto questo mi rendeva un'adolescente infiltrata?
«Ah, eccoti lì, assassina.» Lo disse con nonchalance. Mi chiamava così da anni, ormai era una vecchia abitudine. Per un po' avevo cercato di comprendere perché mi avesse dato quel soprannome ed ero giunta alla conclusione che fosse più facile fingere di ignorarlo. Le possibilità per quel nickname erano solo due: la prima era perché avevo subito pressioni per abortire. Ma pensandoci su, agli occhi della Sea Org fare una cosa del genere non ti avrebbe resa un'assassina. In realtà era encomiabile che avessi abortito, così potevo restare in Sea Org. L'unica altra possibile ragione era perché una delle staff era arrivata da me con un cancro al quarto stadio e non ero riuscita a salvarle la vita, indipendentemente dagli sforzi. La donna che mi chiamava così era la superiore della mia superiore, ma era lei a gestire la mia routine quotidiana, non la mia superiore diretta. Si chiamava Renee, Funzionario Capo del Celebrity Centre International (CC Int). «Devi andare immediatamente al Shaw Health Center», mi disse. Quindi andai (a piedi) alla Show, distante tre chilometri. La Show era la clinica medica di Los Angeles tra CC Int e il "Big Blue" ed era dove la Dott.sa Megan Shields e il Dott. Gene Denk [medico personale di L. Ron Hubbard] avevano il loro ambulatorio. Curavano sia gli scientologist del pubblico sia gli staff e i membri della Sea Org. Arrivai alla Shaw e la trovai superaffollata e in piena attività. Riconobbi diversi staff di collegamento medico di altre org, da PAC (Big Blue) a HGB (il palazzo del management su Hollywood Blvd.) La cosa era strana. La Dott.sa Shields mi vide: «Ah bene, Sunny, seguimi qui dietro.» Mi prelevò del sangue che mandò ad analizzare, poi mi fece una iniezione di qualcosa. E mi mandò via. Andai all'accettazione per compilare le scartoffie senza alcuna idea del perché fossi lì. Stavo per uscire, confusa sul perché fossi lì, quando la Dott.sa Shields mi rincorse con una scatola di qualcosa. «Quanti staff avete?», mi chiese. Beh, 220 a CC Int e circa 75 al Manor Hotel. Lei prese dalla scatola un numero sufficiente di fiale per tutti gli staff e me le diede. «Che cosa sono?», le domandai. «Vaccino contro il morbillo», mi disse. Eh? Come? Mi spiegò che a Los Angeles era scoppiata un'epidemia di morbillo. Era così seria che la contea aveva distribuito vaccini gratis a chiunque li richiedesse. Perciò la Shaw ne aveva approfittato e stava consigliando a tutti i membri della Sea Org di vaccinarsi. Quindi... uhm... perché li dà a me? Lei mi chiese se avessi mai fatto delle iniezioni. No, naturalmente no. Corse nel suo ufficio e afferrò un'arancia. Mi mostrò come tenere la siringa e dare un colpo con il polso così che l'ago entrasse nel muscolo. Mi spiegò che l'arancia era simile al tessuto umano e potevo fare io stessa le iniezioni a tutto il personale. Cosa? Non sono formata per farlo. Lei disse che era facile e mi fece esercitare un paio di volte con l'arancia. Evidentemente fui promossa. Mi ficcò in mano fiale e siringhe e mi mandò via. Mentre uscivo vidi altri staff di collegamento medico altrettanto perplessi con in mano sporte di vaccini, confusi tanto quanto me. Camminai i tre chilometri per tornare a CC Int con la scorta di vaccini e siringhe. Renee sapeva perché mi aveva mandata lì, ma non si era disturbata a spiegarmelo. Una volta tornata mi assegnarono il compito di vaccinare tutto lo staff del Celebrity Centre e del Manor Hotel. Era mia responsabilità accertarmi che chiunque sulla proprietà ricevesse il vaccino, senza eccezioni. All'epoca all'org c'era una Missione di Etica. Vale a dire che alcuni membri della Sea Org erano stati mandati lì da un'org superiore per "maneggiare" qualche area della nostra org perché, evidentemente, noi non lo avevamo fatto. Nel nostro caso, l'org aveva raggiunto la Saint Hill Size (raggiungendo ripetutamente quote e statistiche fissate da Hubbard) poi, dopo l'annuncio fatto a un event internazionale che avevamo raggiunto l'obiettivo, l'org era crollata. La missione era lì per rimetterci in riga ed era capitanata da Amy Mortland. Mi organizzai per fare i vaccini nella sala da pranzo del personale tra le pause-mensa. Ero l'unica autorizzata a fare le iniezioni ma avevo degli aiutanti per segnare chi era stato vaccinato e chi no, e per rincorrere quelli che non lo avevano ancora fatto. Alcuni staff ebbero reazioni avverse all'iniezione. Uno ebbe le convulsioni in ascensore, pochi minuti dopo. Non sapevo che fare e non avevo nessuno da contattare, visto che la Shaw aveva già chiuso per il fine settimana. Me la feci letteralmente sotto. Aiutai quella persona a rialzarsi e a ri-orientarsi, poi se ne andò. Nessuno mi aveva detto nulla su come comportarmi in caso di reazioni avverse al vaccino. Non ci fu nemmeno nessuna protesta per l'iniezione. Nessuna scusa, nessuna eccezione. Devono farla tutti. Urla e schiamazza quanto vuoi, te la facciamo lo stesso. Se non collabori allora ci penserà "etica". Non perdiamo tempo con i non-conformisti.
Alla fine del terzo giorno ci fu la riunione con gli aiutanti. Erano rimaste solo poche dosi di vaccino. Quasi tutto lo staff lo aveva ricevuto. Stabilimmo che alcune delle persone che avevo contato erano in addestramento a Flag oppure fuori Los Angeles per qualche motivo. Un aiutante mi disse che solo una persona aveva rifiutato l'iniezione: la Capo-Missione Mortland. Cavoli. Pensai che ci dovevo almeno provare e l'andai a cercare. Lei fu molto gentile, ma continuò a rifiutare. Le spiegai che dovevo vaccinare chiunque si trovasse sulla proprietà, senza eccezioni. Rispose che prima doveva chiamare la Base Internazionale per sentire che dicevano e poi mi avrebbe saputo dire. Un'oretta dopo mi telefonò per dirmi di raggiungerla. Anche alla Int Base si stavano vaccinando. Fatta l'iniezione tirai un profondo sospiro, riordinai e ne me andai. Questa assassina doveva passare al compito successivo per chiarire il pianeta. |
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