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La morte del giovane Alexander Jentzsch solleva controversie anche sulle condizioni del padre

Alexander era l'unico figlio di Heber Jentzsch, presidente della Church of Scientology International ed è morto a 27 anni in circostanze poco chiare il 3 luglio 2012. Secondo alcuni ex alti dirigenti che hanno abbandonato il movimento hubbardiano, da quasi otto anni l'anziano Heber è caduto in disgrazia con Miscavige e verrebbe tenuto prigioniero nella proprietà che la chiesa possiede nel deserto californiano.

Di © Tony Ortega, The Village Voice, luglio 2012.

© Traduzione di Simonetta Po, agosto 2012

 


Heber Jentzsch, presidente di Scientology, disse al fratello: «da qui non uscirò vivo»

Di © Tony Ortega, 20 luglio 2012. © Traduzione di Simonetta Po, agosto 2012.

Ai bei tempi: Heber Jentzsch e John Travolta

David Jentzsch, 80 anni, mi dice di aver parlato per l'ultima volta con il fratello Heber, 76, circa tre anni fa. All'epoca implorò il fratello minore di lasciare la Base Internazionale Scientology di Hemet, California. «Lui mi rispose: "Non credo che potrei mai uscire di qui". E io: "Devi almeno provarci". L'ultima cosa che mi disse fu: "Da qui non uscirò vivo".»

Da allora, secondo David, i dipendenti della base hanno respinto le sue telefonate. «Non mi fanno parlare con lui. Heber ha appena perso suo figlio Alexander», mi spiega. «Ho telefonato e gli ho detto che volevo parlarne con mio fratello. Lori mi fanno: "Non può venire, non la vogliamo qui". Allora gli ho detto che sarei andato laggiù e che dovevano farmi vedere mio fratello. Ma loro hanno detto: "Heber non potrà parlare con lei, quindi è meglio che non venga".»

David non sapeva che il fratello era stato autorizzato a uscire dalla base per una breve visita a Los Angeles in occasione della cerimonia funebre organizzata frettolosamente per il figlio.

«Se lo avessi saputo ci sarei andato anche io, avrei cercato di incontrarlo».

Heber Jentzsch è il presidente della Church of Scientology International dal 1982, ma dopo il 2004 si è fatto vedere raramente in pubblico perché caduto in disgrazia con il leader supremo di Scientology, David Miscavige.

Heber, cresciuto in Utah, è figlio di un membro scomunicato della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (mormoni). Il padre era poligamo e Heber ha 42 tra fratelli e sorelle. Il più vecchio è David Jentzsch, che oggi vive a Salt Lake City.

David mi dice di non avere mai avuto una grossa opinione del coinvolgimento del fratello minore in Scientology. Ma ha dato a Heber la fama e lo ha fatto viaggiare in tutto il mondo. Negli anni '90 Heber Jentzsch era il volto della chiesa, spesso impegnato con avvocati e giornalisti; nel 1988, assieme ad altri 69 scientologist, fu addirittura arrestato in Spagna per frode fiscale ed alter accuse poi archiviate.

Nel 1984 Heber Jentzsch e Karen de la Carriere ebbero il loro unico figlio, Alexander. La de la Carriere dice però che nel 1989 Miscavige ordinò a Heber di divorziare. E nel 2004 lo stesso Heber era ormai caduto talmente in disgrazia che Miscavige ordinò di confinarlo nel nuovo ufficio-prigione che andava allora sviluppando alla Base Internazionale nel deserto californiano, prigione nota prima come "Salone dalla A alla E", poi "Salone degli SP" e poi semplicemente "Il Buco".

Mike Rinder, ex portavoce capo di Scientology, vi fu rinchiuso nel 2006 e 2007 e ci dice che in quel periodo uno dei prigionieri era Heber. Nell'infernale ufficio-prigione, a cui Miscavige fece apporre sbarre alle finestre e alla porta, erano confinati tra i 60 e i 100 dirigenti della chiesa, uomini e donne insieme. I funzionari potevano uscire brevemente soltanto la mattina, quando venivano fatti marciare verso le docce e poi dovevano marciare di nuovo nel Buco, dove trascorrevano le giornate in confessioni di massa. Rinder ci ha raccontato in video le condizioni del Buco e all'inizio di quest'anno un'altra ex dirigente di alto livello, Debbie Cook, ha testimoniato in tribunale come viveva quando vi fu essa stessa rinchiusa nel 2007.

John Brousseau è stato uno degli ultimi dirigenti a fuggire dalla Base e dice che al momento della sua fuga nel 2010, Heber era ancora prigioniero nel buco. Vi fu però un'occasione in cui al presidente della chiesa - che non ha mai perso il titolo - fu permesso uscire per partecipare a una cerimonia. Tiziano Lugli, musicista italiano ed ex scientologist, mi ha detto di averlo visto al funerale di Isaac Hayes nell'agosto 2008. «C'erano anche Tom Cruise e David Miscavige.»

Sappiamo che Heber fu autorizzato a uscire per poche ore anche nel 2010 per incontrare il figlio Alexander. In quel periodo Karen de la Carriere, madre di Alex, aveva parlato pubblicamente della detenzione di Heber sul blog di Marty Rathbun. Quella critica pubblica non solo permise ad Alexander di incontrare brevemente il padre, ma fruttò una scomunica alla madre, la quale - nel gergo scientologese" - fu dichiarata "persona soppressiva" per quanto aveva scritto.

Alexander incontrò il padre per poche ore, ma perse la madre per sempre. Dopo la scomunica della donna, infatti, Alexander fu costretto a "disconnettere" da lei, che non lo vide mai più. Il mattino del 3 luglio [2012] Alexander è stato trovato cadavere a casa dei suoi suoceri a Sylmar, un sobborgo di Los Angeles. La de la Carriere venne informata soltanto due giorni dopo e le fu impedito di vedere per l'ultima volta il corpo del figlio prima della cremazione - ancora una volta perché aveva osato parlare pubblicamente del trattamento riservato a Heber, suo ex marito. Per questo fu cacciata dalla chiesa.

Siamo in attesa del rapporto del coroner sulle cause della morte, che ha attirato l'attenzione dei media anche sullo stato di salute di Heber Jentzsch, presumibilmente sequestrato di nuovo alla Int Base dopo il servizio funebre tenuto la settimana scorsa al Celebrity Centre di Hollywood.

David Jentzsch ricorda quando il fratello era ancora un alto papavero di Scientology e cercò di convincerlo che la base fosse un luogo fantastico. «Si era dato molto da fare con l'IRS, diceva che Scientology è una chiesa. Per come la vedo io, non la è», commenta David. «Una volta sono andato laggiù. Heber mi fece fare un giro della proprietà, pranzammo a un tavolo riccamente imbandito. Gli altri mangiavano seduti a terra in una palestra, ma noi avevamo un cameriere con il tovagliolo al braccio e questa tavola bene apparecchiata, hai capito che intendo.»

Alla fine del pranzo, Heber gli chiese che cosa ne pensasse del luogo. «Heber, questa cosa viene dall'inferno», gli rispose il fratello. «Lui si infuriò di brutto.»

Una decina di anni fa - continua - David disse al fratello di andarsene da lì. «Gli dissi: "perché non te ne vai, quella cosa è terribile". Ma lui mi rispose che guadagnava bene. "Molto presto sarò milionario", mi disse. E io: "Heber, non ne vale la pena, vieni via". E lui mi fa: "Temo di non poterlo fare. Hanno minacciato di ammazzarmi".»

David racconta di aver chiesto al fratello se veramente non poteva andarsene, e Heber gli rispose che Scientology si avvaleva di troppe spie e alla fine lo avrebbero comunque trovato. «Poi sei o sette anni fa, mi raccontò che gli avevano detto che non se ne sarebbe mai potuto andare. E ora non mi lasciano parlare con lui. Non lo lasceranno mai andare via, sa troppe cose», commenta.

David mi dice che la chiesa non lo ha informato della morte di Alexander, suo nipote. E non sapeva nemmeno che il fratello sarebbe uscito dalla Int Base per partecipare al rito funebre. Non ha dubbi sul fatto che Heber sia stato riportato nella proprietà del deserto. «Vorrei andarci e incontrare Heber, vedere che sta succedendo, incontrarlo faccia a faccia. Quello è un inferno, ecco cos'è», conclude.

Un grido d'aiuto?

Ieri sera ho parlato con una donna che dice di essere stata una cara amica di Alexander Jentzsch e che potrebbe essere stata l'ultima persona a cui il ragazzo si è rivolto in cerca di aiuto. Infatti, la donna ha trovato sulla sua segreteria telefonica una telefonata fatta da Alex all'una e mezza di notte del 2 luglio. «Dormivo e non ho risposto al telefono. Vorrei veramente averlo fatto», mi dice la donna, che vuole restare anonima.

Qualche ora dopo, alle 9 di mattina, i suoceri di Jentzsch lo hanno visto a letto e 24 ore dopo, alle 9 di mattina del 3 luglio, era ancora lì. È stato solo allora che si sono accorti che era morto. Karen de la Carriere ci riferisce che secondo l'ufficio del coroner di LA, prima di chiamare il pronto intervento i suoceri hanno accompagnato a scuola un bambino.

La donna che mi ha telefonato conosceva Alexander da diversi anni. Ci conferma quanto sottolineato da altri, cioè che Alexander era un uomo molto brillante. «Poteva mandare a memoria poesie intere. Ascoltava una canzone una volta e riusciva a cantarla uguale. Era eccezionale.» Il ragazzo era consapevole delle sue capacità: «Aveva un grosso ego e penso che l'essere stato licenziato lo avesse messo a terra.»

L'amica conferma ciò che abbiamo già sentito dire - che dopo essere uscito in modo ortodosso dalla Sea Org nel 2010, Alexander si era trasferito a Dallas per lavorare in una finanziaria. Ma il matrimonio aveva iniziato a traballare, aveva perso il lavoro ed era tornato a LA, a casa dei suoceri.

«Non l'aveva presa per niente bene», aggiunge.

A corto di soldi, il 27enne Alex non poteva contare né sul padre - incarcerato nel complesso Scientology del deserto - né sulla madre, etichettata "persona soppressiva" e da cui tenersi alla larga.

«È successo parecchie volte che Alex fosse turbato dal suo rapporto con il padre», continua la donna. «Una volta per il compleanno il padre gli mandò un assegno di 1000 dollari. Lui lo stracciò e ricordo che mi disse: "Non voglio i suoi soldi, voglio vederlo

Nel corso degli anni Alex cercò più volte di mettersi in contatto con il padre. «Riuscire a parlare con Heber era molto difficile. Alex telefonava a Gold [altro nome della Int Base] e lo mettevano in attesa. Poi gli dicevano che il padre l'avrebbe chiamato alla tal ora, lui stava lì ad aspettare e Heber non chiamava. Ricordo che una volta ero in macchina con lui quando il padre gli telefonò. Rimasero all'apparecchio per non più di tre minuti, Alex mi disse che aveva sentito un ticchettio in sottofondo e che sapeva che le telefonate venivano controllate. «Perché ascoltano quello che ci diciamo?", mi chiese.»

Nel 2010 la de la Carriere si espresso pubblicamente sul modo in cui la chiesa trattava l'ex marito e Heber fu autorizzato ad uscire per qualche ora e incontrare il figlio. «Alex mi disse di aver visto suo papà, il quale gli aveva promesso che si sarebbero incontrati di nuovo, ma non fu così. Alex era molto turbato, piangeva. Fu una cosa straziante.»

Prima di essere costretto a "disconnettere" dalla madre, Alex cercava di vederla, anche se la chiesa gli rendeva la vita difficile. «Adorava sua madre. Lei viveva vicino al Celebrity Centre. A volte ci passavamo davanti in macchina, lui correva dentro, le lasciava delle cose, le dava un bacio e correva via», mi racconta. «Saprà senz'altro che la madre ha questo buffo accento. Alex la imitava. Adorava veramente la madre.»

Quando Karen de la Carriere fu dichiarata "persona soppressiva" e scomunicata, Alex chiedeva all'amica se avesse notizie di lei e le disse: «"Sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo. Adesso sono orfano di entrambi i genitori". Questa situazione è stata veramente straziante.»



Dopo il nostro articolo, Heber Jentzsch telefona al fratello per sgridarlo

© Di Tony Ortega, 21 luglio 2012. © Traduzione di Simonetta Po, agosto 2012.

Heber Jentzsch e John Travolta

Venerdì il Voice ha pubblicato un'intervista a David Jentzsch, 80 anni, il quale ci ha detto di non sentire suo fratello Heber, 76, da tre anni. [...]

David mi ha appena chiamato per dirmi che il nostro articolo ha avuto un effetto sorprendente: questa mattina ha ricevuto una telefonata di Heber che lo ha sgridato per aver parlato con la stampa.

«Sono contento che sia successo», mi dice l'uomo. «Per farmi telefonare hanno dovuto tirarlo fuori dalla gabbia.»

Gli ho chiesto che cosa si sono detti: «Mi ha chiamato e mi ha detto che quanto riportato dal giornale non è vero. E io gli faccio: "sai dannatamente bene che è tutto vero".»

David mi dice che hanno battibeccato sul nostro articolo di venerdì, sulla visita che l'uomo fece alla Int Base di Scientology, sul pranzo insieme. Quando Heber gli aveva chiesto che cosa ne pensasse della base, il fratello gli aveva risposto "questo posto arriva dall'inferno". E questa mattina gli ha confermato che quelle furono le sue precise parole.

«Lui mi ha detto: "Beh, questa è la mia religione". E io ho risposto che quello era il mio pensiero. Poi mi ha detto che ogni tanto dovrei telefonargli. E io: "Cavoli Heber, ci ho provato tante volte".»

David ha detto al fratello di essere convinto che il telefono fosse sotto controllo. «Mi ha detto che non gli piaceva che io avessi parlato con la stampa, che non dovevo più farlo. E io: "Beh, ho raccontato la verità e tu sai dannatamente bene ciò che succede lì".»

Heber sembrava in salute: «Mi è sembrato più in forma dell'ultima volta che ci eravamo sentiti, qualche anno fa. Ma mi ha telefonato solo perché volevano che mi dicesse di non parlare più con i giornalisti.»

Heber ha insistito di non essere prigioniero: «Mi ha detto che può andare dove vuole, ma io penso sia una bugia. Gli ho chiesto che cosa fa, e lui "sono un dirigente aziendale". Ma non ci credo.»

[... riferimenti all'articolo precedente]

David ha sgridato il fratello per non aver permesso alla madre di suo figlio di partecipare al funerale:«E lui mi ha detto: "No, non la volevo intorno. Ha già fatto anche troppi danni a Scientology"». «Scientology non è onesta», continua David. «È un'organizzazione terribile. Per come la vedo io, arriva direttamente dall'inferno. E so un sacco di cose che lui non sa. Sono certo che aveva vicino qualcuno per controllare che non mi dicesse delle cose sbagliate.»

Poi David ha detto a Heber: «Pensavo che Ortega fosse un tuo amico. E lui: "adesso non più".» (in realtà, io e Heber Jentzsch non ci siamo mai parlati.)

Secondo David, il motivo della telefonata del fratello era per cercare di convincerlo a non parlare più con i media. «Non parlare mai più con loro, mi ha detto. E io gli faccio: "Hai intorno troppi scagnozzi". E lui: "Se vuoi puoi venire a vedere tu stesso". E allora gli ho detto: "No, non posso. Mi hanno detto di non venire, che non mi fanno entrare". Gli ho anche detto che secondo me lui non mi stava dicendo la verità. Ma almeno sono riuscito a farlo tirar fuori da quel buco per telefonarmi.»

A Heber il commento non è piaciuto: «"Non è divertente", mi ha risposto. E io: "Heber, sai bene che io mi preoccupo per te. Ho provato a telefonare diverse volte, ma tu non prendevi le telefonate." Gli ho detto: "hai la voce di un giovanotto, tutte le altre volte sembravi praticamente morto".»

Ho fatto presente a David che nella fotografia scattata al funerale, Heber sembrava veramente in forma. Secondo l'ultima informazione attendibile in nostro possesso, nel 2010 Jentzsch era ancora nel Buco. Forse da allora è stato trattato meglio?

«Il management laggiù è molto turbato per questa cosa», mi ha detto David riferendosi al nostro articolo di venerdì. «Mi ha detto: "puoi telefonarmi, mi assicurerò che mi passino le telefonate". E io: "Ok, ci proverò".»

Ho espresso a David la mia contentezza perché il nostro articolo ha spinto suo fratello a telefonargli dopo anni di silenzio, anche se Heber è parso arrabbiato. «Beh, hai ragione a essere contento», mi ha risposto.

E io lo sono.



Secondo gli scientologist, Alexander Jentzsch è morto per reazione avversa agli antidolorifici

© Di Tony Ortega, 19 luglio 2012. © Traduzione Simonetta Po, agosto 2012.

Heber e Alexander Jentzsch

Mentre il coroner di LA continua a indagare sulla morte avvenuta il 3 luglio scorso di Alexander Jentzsch - figlio 27enne di Heber Jentzsch, presidente della Church of Scientology International - Karen de la Carriere, madre del ragazzo, continua a ricevere notizie sui giorni precedenti il decesso del figlio da persone fuori e dentro la chiesa.

Questa sera le è stata girata una e-mail inviata ai membri della chiesa che descrive il rito funebre tenuto giovedì scorso al Celebrity Centre Scientology di Franklin Avenue, Hollywood. La mail è firmata da Stan Gerson, noto scientologist che fu il padrino di Alexander. (Abbiamo lasciato un messaggio a Gerson, broker immobiliare e anche mago da palcoscenico).

Secondo la mail, l'elogio funebre è stato tenuto da Heber Jentzsch - padre di Alexander. Karen de la Carriere, madre del ragazzo, non è stata invitata alla cerimonia, che la mail descrive come idilliaca e sembra intesa a contrastare la crescente attenzione dei media sulle insolite circostanze della morte di Alexander.

La presenza alla cerimonia pare sia la prima uscita pubblica di Heber Jentzsch dal 2004. Diversi ex funzionari di Scientology dicono che, da quella data, Jentzsch è stato tenuto segregato nel tristemente noto ufficio-prigione della base internazionale Scientology di Hemet, California, anche noto come "Il Buco".

Alla de la Carriere è stato impedita la partecipazione al rito in quanto scomunicata. Nel 2010, infatti, la donna osò parlare pubblicamente del trattamento a cui veniva sottoposto l'ex marito. Karen era membro della chiesa da 40 anni e aveva studiato direttamente con L. Ron Hubbard. Ma quando si lamentò dalle pagine di un sito web della detenzione di Heber e del fatto che loro figlio era cresciuto senza padre, venne dichiarata "persona soppressiva" e - stando alle sue parole - Alexander fu costretto a "disconnettere" da lei.

Il ragazzo tagliò tutti i contatti con la madre e, nei due anni precedenti la morte, la de la Carriere non ha mai potuto incontrarlo. La nuora scientologist le ha impedito di dare l'ultimo saluto alle spoglie del figlio prima della cremazione e le è stato detto che la chiesa non prevedeva di celebrare un rito funebre. Dopo tutta l'attenzione dei media, però, la chiesa ha ceduto e ha frettolosamente organizzato un rito al Celebrity Centre.

Martedì i membri della chiesa hanno ricevuto per e-mail questa descrizione della cerimonia, poi girata stasera anche a Karen...

16 luglio 2012

Ciao a Tutti,

Vi sto scrivendo questa lettera per due motivi: il primo è per darvi una triste notizia e l'altra per assicurarmi che riceviate informazioni vere da una fonte attendibile.

Qualche giorno fa si è tenuto al Celebrity Centre il servizio funebre di Alex Jentzsch, il figlio di Heber. Ero molto vicino ad Alex ed ero il suo padrino. Alex aveva 27 anni e ha avuto una reazione avversa a un antidolorifico che gli era stato prescritto per un problema alla schiena. Il 3 luglio è andato a dormire nella casa della suocera a Los Angeles e non si è più svegliato. Era qui a LA per un ciclo di lavoro, per sistemare le sue linee di comm[ubicazione], ecc. con l'aiuto di mio figlio Joshua e di altri amici. Era molto eccitato per le novità e sua moglie Andrea lo avrebbe presto raggiunto dal Texas. Qualche settimana fa Joshua lo aveva portato a pescare e si erano divertiti molto.

Giovedì abbiamo partecipato alla bellissima cerimonia tenuta al Pavillon del Celebrity Centre International. Io sono stato maestro di cerimonia, il Rev. Heber Jentzsch ha tenuto l'elogio funebre e il Capitano Dave Petit ha officiato il rito. Posso dirvi che dare il nostro arrivederci a questo splendido essere è stato molto commovente, bello, Theta.

L'evento non era stato pubblicizzato, ma chi era vicino a lui e alla sua famiglia c'era; i presenti erano in tutto 160.

Pamela Lancaster Johnson ha cantato "Angeli" di Sarah McLachlan - ma con parole diverse, più adatte ad Alex. Poi c'è stato un duetto, "My Prayer" cantata da Pamela Lancaster Johnson e Carter Ramson, con Eric Zimmerman al piano. È stato magnifico.

Due dei migliori amici di Alex, Kenny Davies e Tim Burke, hanno parlato di lui in una maniera che lo descriveva a pennello. Quando Kenny ha letto le caratteristiche del genio stilate da LRH, tutti noi ci siamo trovati 100% in accordo. Riassumeva Alex fino alla T. [Thetan?]

Molti di voi sanno che iniziai a insegnare trucchi magici ad Alex fin da quando era bambino, così ho fatto il suo preferito per gli ospiti. Mi sono assicurato di alzare il tono, perché era ciò che Alex avrebbe voluto.

Heber ha tenuto per suo figlio un elogio fantastico e ci ha raccontato storie incredibili di questo ragazzo che non è mai stato un bambino nella media, ma un genio. Alex aveva una memoria inaudita e riusciva a mandare a memoria intere policy e riferimenti [di Hubbard] tra cui "Messaggio a Garcia" e altri testi molto lunghi. Raccontava le trame dei film mesi dopo averli visti, ne duplicava le parole, i movimenti degli attori con grande facilità. Nella Sea Organization la sua competenza era nota e tutti in America lo conoscevano per la sua abilità ad ottenere un prodotto, costi quel che costi. Heber e Alex erano profondamente orgogliosi l'uno dell'altro e comprendevano quanto entrambi fossero impegnati a salvare l'umanità, ciononostante gli piaceva il gioco del rintracciarsi a vicenda, indipendentemente dalla distanza e dal luogo fisico, semplicemente per augurarsi tutti gli anni "Buon Compleanno".

Alla fine del suo elogio, Heber ci ha detto che lui e Alex cantavano spesso insieme e qualche settimana prima di andarsene Alex aveva registrato alcune canzoni in un piccolo studio della Universal Studios. Una di esse era "A Candle in the Wind", che è stata suonata durante la cerimonia e sentire Alex cantare con quella sua giovane voce tenorile è stato molto commovente e il modo giusto per concludere il rito.

Dopo la cerimonia, familiari e amici intimi si sono riuniti per ascoltare alcuni degli aneddoti di Heber e dei suoi amici. È stato bellissimo.

Questa è la mia storia. Volevo che riceveste i fatti in modo diretto.

Il mio figlioccio mi mancherà molto ma sono felice di aver trascorso con lui parecchio tempo degli ultimi anni.

Cordiali saluti,
Stan Gerson

PS: se desiderate girare ai vostri amici queste informazioni, sentitevi liberi di farlo.

Le ultime righe sembrano sottintendere che la mail di Gerson era intesa a diffondere al mondo esterno la versione della chiesa. Allegata al messaggio c'era una foto di Heber Jentzsch, al centro tra Gerson e sua moglie Phillipa, scattata il giorno del funerale.

Nonostante la versione idilliaca data dalla chiesa, stiamo venendo a sapere un po' di più sulle ultime settimane di vita di Alexander Jentzsch, eventi che aggiungono mistero alla sua morte. Come ha scritto Karen in una mail inviata a oltre 10.000 membri della chiesa, suo figlio era entrato in Sea Org ad appena 8 anni. Era cresciuto nella chiesa e per molti scientologist gli Jentzsch erano visti come la famiglia reale del movimento.

Heber è stato nominato presidente della Church of Scientology International nel 1982 e per tutti gli anni '90 fu spesso il volto ufficiale della chiesa ai suoi numerosi event pubblici. Ma nel 2004 era ormai uscito dalle grazie del leader ecclesiastico David Miscavige, che non approvava i suoi punti di vista. Ex funzionari della chiesa come Mike Rinder e John Brousseau dicono che per la gran parte - o per tutti - gli ultimi otto anni, Heber Jentzsch è stato tenuto prigioniero nel noto ufficio-prigione di Scientology chiamato colloquialmente "Il Buco".

Tra i rigori della Sea Org prima e la successiva scomparsa di Heber, Alexander stava diventando "il ragazzo orfano di padre", scrisse Karen nel 2010 quando rese pubblico il suo allontanamento. A quel punto venne scomunicata e il figlio fu costretto a troncare i legami con lei.

Quello stesso anno - scrive Karen - Alexander e la moglie Andrea lasciarono la Sea Org e si trasferirono a Dallas, dove Alexander trovò lavoro presso una finanziaria. Nonostante avesse tagliato i rapporti con la madre, Karen riusciva ancora ad avere sue notizie - per esempio grazie a Facebook.

La donna dice che un mesetto prima della morte del figlio aveva notato che il matrimonio del ragazzo stava attraversando una fase difficile. Non solo lo aveva sentito dire, ma aveva notato che la pagina Facebook di Alex non portava traccia della moglie e lui aveva cancellato "sposato" dalla casella dello stato civile. «Hanno eliminato quella pagina 48 ore dopo la sua morte. Ma sono sicura che lui aveva cambiato lo stato civile, me ne ero accorta subito», mi dice Karen.

Più o meno nello stesso periodo Alex aveva perso il lavoro. Era tornato a Los Angeles dove viveva con i genitori della moglie, Jeffrey e Maureen Evans, che abitano a Sylmar, sobborgo di LA nella San Fernando Valley (i nostri tentativi di contattare gli Evans non hanno avuto successo).

Mi è stato fatto notare più di una volta la stranezza del fatto che Alex si fosse trasferito dai suoceri nonostante il matrimonio traballante. Ma con la madre scomunicata e il padre confinato nell'elusiva base nel deserto, forse Alexander non aveva altro luogo in cui andare se non la casa dei suoceri - cosa che rende Karen furiosa. «Era al verde. Chiedeva soldi in giro. Lo so, me l'hanno detto. E gli impedivano di contattarmi.»

Il 19 giugno - appena due settimane prima di essere rinvenuto cadavere - Alexander partecipò a una festa di famiglia. Uno dei presenti contattò Karen per dirle che il figlio sembrava in forma e almeno beveva poco: «Mi hanno detto che aveva fatto forse un brindisi, ma non di più.»

Nello stesso periodo, un altro amico di famiglia invitò Alex a cena in un ristorante costoso e disse poi a Karen che non solo il figlio non beveva, ma aveva addirittura rifiutato un bicchiere di vino. A quella cena, Alex chiese aiuto finanziario.

Come abbiamo riferito in precedenza, Karen ci ha detto che Ed Winter, capo assistente coroner di LA, l'avrebbe informata che gli Evans hanno dichiarato alla polizia che al mattino e alla sera di lunedì 2 luglio avevano notato Alexander a letto nella sua stanza. Il mattino successivo 3 luglio, il ragazzo era ancora a letto e non rispondeva. Ma prima di chiamare il pronto intervengo, gli Evans avevano accompagnato a scuola un bambino. Il funzionario di polizia ha poi riferito a Karen che vicino al corpo di Alex c'era un flacone di farmaci ed erano in attesa dell'esame tossicologico, che dovrebbe arrivare tra alcune settimane.

Karen è rimasta senza parole nell'apprendere da Winter che gli Evans gli avevano riferito che Alexander «ricorreva spesso all'auto-medicazione, esagerando» e alla domande sul perché si comportasse così, avevano risposto che il ragazzo aveva avuto un incidente stradale riportando problemi alla schiena. Ma secondo Karen, quell'incidente non era recente; era avvenuto diversi anni prima e sebbene Alexander avesse distrutto la macchina, lei gliene aveva comprata subito un'altra e lui non aveva mai detto di aver riportato danni.

«Per mesi dopo quell'incidente mi venne a trovare tutti i giorni e non mi parlò mai di problemi alla schiena», sostiene.

Dall'altra parte, però, Karen ha sentito dire da più fonti che nei giorni prima di morire Alex aveva avuto difficoltà respiratorie. Le è stato riferito che i suoi amici scientologist avevano curato l'episodio con una "assistenza al tocco" - una specie di tecnica di guarigione per fede. Winter le avrebbe anche esternato preoccupazioni sulle reazioni dei suoceri di Alex.

La spiegazione della chiesa - almeno stando alla mail di Gerson - sembra più una ipotesi che una vera diagnosi: reazione avversa a un dolorifico prescritto dal medico.

Licenziato, al verde, senza più contatti con il padre e la madre, il 2 luglio Alex Jentzsch si trovava veramente a malpartito. Forse ha pasticciato con farmaci più potenti ed è andato in overdose? Tra i giovani di oggi è uno dei modi più comuni di morire.

Se questo è il caso e il figlio del presidente della Church of Scientology International è morto di overdose mentre il padre era incarcerato in una infernale prigione ecclesiastica e la madre era intoccabile perché scomunicata - con la chiesa al centro di una burrasca mediatica per un divorzio tra celebrità - il 3 luglio, in quella casa di Sylmar, Scientology si è trovata per le mani una gran brutta gatta da pelare.

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E questo spiegherebbe il perché, come sostiene l'ex dirigente di alto livello Mike Rinder, era importante far uscire una descrizione idilliaca del rito funebre della chiesa. (E Rinder di pubbliche relazioni della chiesa ne sa qualcosa - per molti anni è stato infatti direttore esecutivo dell'Ufficio degli Affari Speciali [OSA] e portavoce capo del movimento; ha anche collaborato a suoi affari legali.)

«Quella e-mail è una delle cose più stupefacenti che io abbia mai visto», mi dice. «Sono così miopi da far uscire una cosa del genere, che li smaschererà perché è piena di bugie.

«La loro idea del modo in cui trattare situazioni di crisi è fare regolarmente la cosa sbagliata e creare una nuova situazione. Voglio dire... la meravigliosa vita familiare, sua moglie che stava per raggiungerlo, le incredibili opportunità di lavoro di Alexander. Il fatto stesso che lo dicano deve rendere sospettosi, perché si tratta di palesi bugie», commenta. «Viveva con i suoceri perché non aveva più una lira e non poteva mettersi in contatto né con la madre, né con il padre. E poi dicono che andava tutto bene e che è morto per un antidolorifico "prescritto dal medico". Quel ragazzo è rimasto a letto per 24 ore, e poi hanno portato il ragazzino a scuola prima di chiamare il 911.» Rinder è scandalizzato. «La decenza umana ha la precedenza sulle preoccupazioni di una chiesa-azienda. Ecco che cosa mi fa schifo della situazione.»

Più notizie riceve - scrive Karen - più è sicura che avrebbe potuto fare una grossa differenza nella vita del figlio, se solo la chiesa glielo avesse permesso. «Gli avrei mandato subito dei soldi. Era al verde, chiedeva prestiti, e non gli hanno permesso di contattarmi. Gli avevano detto che la disconnessione era colpa mia. Come si permettono di dire al coroner che era un consumatore abituale di farmaci? Voglio dire, sapevano che aveva un problema e non gli hanno permesso di contattarmi, con suo padre segregato nel Buco?»

Karen de la Carriere continua a collaborare con il coroner, che frattanto continua a fare pressioni sulla chiesa per avere informazioni. La donna riferisce che il funzionario le ha assicurato più volte che non si farà intimidire né fuorviare.

 
 
 
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