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Il processo parigino: i testimoni della difesa (Seconda parte)

Imputati al processo di Parigi concluso nel 2013 erano alcuni dirigenti locali e due organizzazioni Scientology, il Celebrity Centre e la libreria. I testimoni della difesa hanno parlato sia a favore dei singoli imputati, sia a favore delle organizzazioni e della pratica del "Rundown di Purificazione". A seguire le loro deposizioni.

Di © Jonny Jacobsen, giugno/luglio 2009.

© Traduzione di Simonetta Po, dicembre 2013.

 

Si veda anche:


Il pianista

Nella terza settimana di processo sono stati ascoltati diversi testimoni a favore dei singoli imputati e di Scientology in quanto filosofia e religione. Lo ha fatto il Dott. David Root, venuto a difendere le credenziali mediche del Rundown di Purificazione; un accademico francese ha provveduto a inquadrare Scientology nel suo contesto religioso. Scientology ha addirittura invitato uno psichiatra americano per testimoniare gli abusi commessi dalla sua professione. Ma prima di tutti, è comparso uno dei membri celebri del movimento che ha parlato a favore dell'imputato Alain Rosenberg.

Cyprien Katsaris è un pianista noto a livello internazionale il cui albo d'onore comprende numerose e acclamate registrazioni e il cavalierato francese per le Arti, Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres. È anche chiaramente devoto a Scientology. In merito a Rosenberg, non poteva esprimere commenti più entusiastici. «Conosco Rosenberg dal 1976», ha detto. «L'onestà di quest'uomo mi ha veramente colpito e ciò che mi attrasse e mi commosse fu la sua dedizione all'aiuto del prossimo. È un uomo di fede», ha ribadito Katsaris, «e mi sono convinto che ciò che fa può solo aiutare la gente.»

Negli oltre 30 anni di conoscenza di Rosenberg, è sempre rimasto colpito dalla sua applicazione dei principi di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology, alla propria vita personale. Katsaris ha paragonato l'opera pastorale di Rosenberg - presiedere a battesimi, matrimoni e altre cerimonie religiose - al suo lavoro di musicista. Nel paio d'ore della sua esibizione, il musicista può aiutare la platea a dimenticare i propri problemi, ha detto Katsaris. Rosenberg fa qualcosa di simile offrendo la conoscenza spirituale di Scientology a chiunque ne abbia bisogno, ha aggiunto.

«Aiuta la gente ad accedere alla sua conoscenza religiosa, e diffondere il verbo di Scientology in Occidente non è facile», ha affermato. In Oriente, che ha tradizioni spirituali come il Buddismo, tali ideali erano accettati con maggior facilità, ma «so che per le menti occidentali è un po' più difficile da comprendere.» L'opera di Hubbard consiste nello sviluppo spirituale, non solo corpo e mente.

Girandosi verso Rosenberg, seduto alla sua destra, Katsaris ha detto: «Vorrei ringraziarlo per ciò che ha fatto fino ad ora.»

Quando il giudice Sophie-Hélène Château gli ha fatto domande sui suoi studi Scientology, Katsaris ha risposto di non averle dedicato tutto il tempo che avrebbe desiderato. Era troppo occupato con la sua carriera, che ha incluso l'invito a tenere due concerti alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e un concerto di Chopin alla Carnegie Hall di New York nel 1999, per il 150esimo anniversario della morte del compositore.

Aveva fatto il test della personalità solo di rado, ha affermato. «Lo trovo del tutto soporifero, futile, superficiale. Capisco che sia di aiuto ai ministri, ma non ne ho mai compreso l'utilizzo.»

Alla domanda quanto avesse speso per i servizi Scientology nel corso degli anni, ha fatto un breve calcolo: convertendo i franchi in euro, ha detto che dal 1976 ne aveva spesi circa 85.000, un po' di più di 2500 euro l'anno.

Il Dott. Colin Ross, psichiatra

Dopo Katsaris, la corte ha sentito il Dott. Colin Ross, uno dei pochi psichiatri con cui Scientology si è alleata su certe questioni. Purtroppo non ero presente a questa deposizione, ma i siti web e la letteratura di Scientology indicano quale parte del suo lavoro interessi al movimento. [1]

Un articolo del febbraio 2007 [link inattivo a dicembre 2013 - N.d.T.] riferisce che durante una cerimonia speciale di premiazione, il Dott. Ross ha ricevuto gli onori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU), gruppo creato dagli scientologist nel 1969 per denunciare gli abusi psichiatrici. [2]

«Il Dott. Colin Ross... ha denunciato il ruolo della psichiatria negli esperimenti segreti sul controllo mentale della CIA», si legge. «Le sue indagini hanno prodotto 15.000 pagine di documenti ottenuti grazie al Freedom of Information Act, sfociati poi nel suo acclamato libro The CIA Doctors: Human Rights Violations by American Psychiatrists, che ha venduto oltre 6000 copie.

«Ha tenuto oltre 340 seminari ed è comparso in veste di esperto in due documentari, "Mind Control" di History Channel e "Conspiracy Files: CIA Mind Control" di Discover [sic] Channel.» [3]

L'articolo "North America's Crime of the Century?" della versione canadese di Freedom, la rivista di Scientology, cita il Dott. Ross come esperto di controllo mentale in una discussione sullo psichiatra canadese Ewen Cameron. In base a diversi racconti, gli esperimenti psichiatrici devastanti condotti da Cameron negli anni '50 e '60 distrussero la vita di molti pazienti. [4]

«Ross ha riferito a Freedom che [a seguito degli esperimenti di Cameron] gli psichiatri organizzarono una campagna deliberata di inganno per limitare i danni alla reputazione della psichiatria», scrive la rivista. [5] «La disinformazione, ha detto Ross, fece credere che Ewen Cameron e il suo brutale lavoro fossero stati "solo un episodio isolato, accaduto molto tempo fa, negli anni '50, quando gli standard etici erano molto diversi". Ma Ross fa notare che mentre la ricerca di Cameron "violava totalmente gli standard etici dell'epoca", i suoi esperimenti non erano affatto isolati nel campo psichiatrico.»

"The Terror Doctors", altro articolo della rivista Freedom, analizza quello che sostiene essere il ruolo del controllo mentale psichiatrico nell'addestramento degli estremisti di Al-Quaeda e cita il dott. Ross come "esperto di metodi psichiatrici coercitivi". E prosegue: «Secondo Colin Ross, la presenza di medici è vitale, così come lo è la loro conoscenza delle sostanze psicotrope.» [6]

In "Behind the Terror", la rivista Freedom indaga l'uso del controllo mentale fatto da agenzie governative e gruppi terroristici per creare assassini alla "Manchurian Candidate". Il riferimento è al giallo di Richard Condon sulla Guerra Fredda in cui un soldato viene plagiato, gli viene inculcata un'identità alternativa di cui il sé normale è totalmente inconscio così che, a sua insaputa, possa essere utilizzato come un assassino programmato. Freedom cita il Dott. Ross quale "esperto di metodi psichiatrici coercitivi" a sostegno delle sue affermazioni secondo cui i terroristi di oggi stanno creando killer programmati di questo tipo in campi di addestramento segreti, «ricorrendo a droghe, ipnosi e altre tecniche coercitive. "Ancora oggi, le organizzazioni terroristiche e i governi di tutto il mondo utilizzano queste tecniche", ha riferito [Ross]".» [7]

Infine, un opuscolo del CCHR/CCDU, "Chaos and Terror Manufactured by Psychiatry", cita l'argomentazione di Ross secondo cui «sono numerose le tecniche che possono essere usate da uno psichiatra esperto per programmare un individuo a commettere azioni violente. L'ipnosi esercita una maggior influenza quando combinata con droghe e dolore. Ross sospetta che il numero di attentatori suicidi programmati con le droghe sia "quasi il 100%".»

La posizione del Dott. Ross, quindi, è che le tecniche sviluppate dalla CIA da una parte, e dai comunisti durante la Guerra Fredda dall'altra, non furono abbandonate perché impossibili, come alcuni ricercatori hanno concluso. Crede invece che siano usate ancora oggi. Ross e Scientology ritengono che queste tecniche psichiatriche abusanti abbiano giocato un ruolo determinante nei decenni di violenza estremistica - dall'epoca della Guerra Fredda fino ai gruppi fanatici odierni come Al-Quaeda. La loro posizione, perciò, è che il Manchurian Candidate sia un fatto, non una finzione. [8]

Il Professor Philippe Laburthe-Tolra: antropologo

Anche Philippe Laburthe-Tolra, antropologo, etnologo, già professore emerito alla Sorbona, ha testimoniato a favore di Scientology. [9] Anche nel suo caso non mi è stato possibile essere presente in aula, ma la sua posizione, almeno per ciò che interessa Scientology, può essere desunta dalla sua precedente testimonianza a favore del movimento. [10]

Laburthe-Tolra è un africanista, specializzato in credenze religiose africane, e assieme a un certo numero di accademici depose per Scientology al processo di Lione del 1996. In quel processo, un membro senior di Scientology fu giudicato - e infine condannato - per omicidio colposo (involontario) in merito al suicidio di un membro di Scientology. Altri imputati furono condannati per reati connessi alla truffa.

A Lione, Laburthe-Tolra disse che sebbene non condividesse le credenze di Scientology, era rimasto scioccato dal trattamento ricevuto dai media. Le sette erano accusate di depredare le persone vulnerabili, di manipolare i deboli di mente ma, disse alla corte, lo stesso si potrebbe facilmente sostenere per i media. Nel descriversi come cattolico, lo studioso dichiarò il suo attaccamento ai valori laici della Francia. Ma aggiunse: «Dal mio punto di vista, i valori laici a cui sono attaccato sono basati sulla tolleranza. Non apprezzo la militanza. Rispetto tutte le credenze, tutti i popoli. Non metto in dubbio la loro buona fede. Dobbiamo giudicare da una posizione di neutralità.»

Le nuove religioni danno ai propri fedeli un senso di sicurezza e una rete sociale che, disse, nel mondo moderno spesso mancano. Rifiutava la critica secondo cui gli scientologist a volte rinnegano la vita che hanno vissuto: forse che Gesù Cristo non aveva chiesto di fare lo stesso ai suoi seguaci? Aveva poi liquidato l'argomentazione secondo cui Scientology potrebbe avere un'influenza negativa sui bambini: forse che i cattolici, nell'insegnare il catechismo ai loro figli, non stanno inculcando loro i propri valori? Aveva usato paragoni simili per controbattere alle affermazioni che Scientology sarebbe antisociale: Francesco d'Assisi non era forse stato accusato di fare lo stesso, ai suoi tempi? I critici avevano anche sostenuto che Scientology stesse cercando di infiltrare l'economia francese: ma si poteva dire la stessa identica cosa dei massoni, aveva sostenuto.

«Non condivido le loro credenze, ma confesso che, in quanto cattolico, credo nella vita eterna e nella resurrezione. Il problema principale di Scientology è la sua fame di soldi... ho fatto cinque anni di psicanalisi, che mi sono costati più di 200.000 franchi (30.490 euro). Si trattava di arricchimento personale?

«O che condannate en bloc ogni forma di religione, oppure dovete essere tolleranti», aveva concluso. «Ma il misticismo a volte porta con sé le sue gioie, le sue ricompense.» [11]

Il numero del dicembre 1996 di Etique et Liberté, la versione francese della rivista Freedom [in italiano: "Diritti dell'Uomo" - N.d.T.] diede questo resoconto della sua testimonianza a Lione.

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«"La vera manipolazione mentale è quella esercitata dai media, ed è estremamente grave. È ciò che ha reso possibile il nazismo e lo stalinismo. Intere popolazioni che furono manipolate dalla propaganda...

«"L'intolleranza è la peggior nemica della libertà", ha detto alla corte. "Essere tolleranti e rispettare gli altri richiede la continua e costante messa in discussione di se stessi, poiché abbiamo la tendenza a rifiutare le idee nuove, le credenze nuove".»

Da quel che comprendo, tredici anni dopo, a Parigi, la testimonianza di Laburthe-Tolra ha più che altro cercato di spiegare la funzione del Rundown di Purificazione in quanto rituale religioso legittimo. [12]

Al processo di Lione, come riferì Ethique et Liberté, Laburthe-Tolra aveva discusso sul fatto che «purezza, impurità e purificazione sono concetti base in ogni religione.» Il procedimento di purificazione di Hubbard è di gran lunga più leggero, meno impegnativo di quelli di altre tradizioni religiose, tra cui gli ordini cattolici. Ciò che è veramente importante per i credenti, aveva detto, era che esso procurava un avanzamento spirituale. «Esso porta i suoi frutti in termini di gioia e felicità che scaturiscono dal senso di purificazione.» [13]

Il giudice Château, come mi hanno confermato i colleghi, è intervenuta al termine della sua testimonianza per sottolineare che oggetto del processo non era Scientology in quanto religione. [14] Purtroppo non posso riferire domande e commenti alla testimonianza del Dott. Ross, in quanto non ero presente.


Note dell'autore:

1. Il Dott. Ross, psichiatra canadese ora residente in Texas, ha deposto in inglese con l'aiuto di un interprete. Nonostante le mie ripetute richieste, non sono riuscito a ottenere dagli avvocati di Scientology lo stenografico della sua testimonianza in tribunale.

2. Il CCHR/CCDU fu co-fondato dallo psichiatra Dott. Thomas Szasz, importante critico della psichiatria istituzionale.

3. Gli esperimenti della CIA sul controllo mentale, ora pubblicamente disponibili, furono documentati la prima volta dal funzionario John Marks del Dipartimento di Stato nel suo libro The Search for the Manchurian Candidate: The CIA and Mind Control: The Secret History of the Behavioral Sciences (1979).

4. Si veda ad esempio I swear by Apollo: Dr. Ewen Cameron and the CIA-brainwashing experiments, di Don Gillmor (1987, Eden Press); e In the Sleep Room: The Story of CIA Brainwashing Experiments in Canada, di Anne Collins, Lester & Orpen Dennys (Toronto), 1988.

5. "North America's Crime of the Century?", rivista Freedom, edizione canadese.

6. Rivista Freedom, ed. statunitense, Vol. 36, Numero 2, "The Terror Doctors", pag. 6. Il sottotitolo è "Hypnosis, Drugs and pain" [ipnosi, droghe e dolore], chiaro riferimento a una delle frasi chiave di Hubbard, "pain, drug, hypnosis" che riassumerebbero - a suo dire - la capacità - e volontà - di psichiatri privi di scrupoli di plagiare i propri pazienti, o di sfruttarli in altro modo.

7. Rivista Freedom, Vol. 34, numero 1, "Behind the Terror", pag. 4.

8. Per una précis sulla posizione del Dott. Ross, si veda questo riassunto del suo libro The CIA Doctors: Human Rights Violations By American Psychiatrists presente sul suo sito web.

9. Per avere un'idea della carriera accademica del Professor Laburthe-Tolra, si veda il sommario in francese del sito web del suo editore, PUF (Presses Universitaires de France).

10. Anche in questo caso, nonostante le ripetute richieste agli avvocati di Scientology, non sono riuscito ad avere lo stenografico della testimonianza del Professor Laburthe-Tolra.

11. Testimonianza riferita da Le Procès de l'Eglises de Scientologie, (Albin Michel, 1997), pagg.117-119.

12. I miei ringraziamenti ai colleghi presenti in aula.

13. Rivista Scientology Ethique et Liberté, dicembre 1996.

14. Punto confermato dai due colleghi.


I veri credenti

Gli ultimi testimoni della difesa non sono stati degli esperti, la cui testimonianza non ha sempre sortito il risultato sperato, ma dei fedeli di Scientology. Si è fatta avanti una successione di veri credenti per dire cose positive sugli imputati e su tutto ciò che di buono Scientology ha portato nelle loro vite. Nessun accenno a tattiche di vendita dura né alle pressioni indebite lamentate dai querelanti: per questi testimoni, gli imputati erano motivati unicamente dal desiderio di aiutare il prossimo.

Diverse persone hanno poi sentito la necessità di difendere Scientology dalla persecuzione che dicono Scientology stia subendo in Francia, uno dei testimoni l'ha paragonata alla violenza settaria dell'Irlanda del Nord. E come aveva già fatto diverse volte durante il processo, il giudice Sophie-Hélène Château si è sentita in dovere di sottolineare ripetutamente che il procedimento non riguardava le loro credenze.

«Sono qui per parlare a favore di Monsieur Valli», ha detto Sean Sheahan. «Con me è sempre stato corretto.» Jean-François Valli è uno degli imputati al processo di Parigi, accusato di truffa organizzata ai danni di Aude-Claire Malton. Esprimendosi in un francese perfetto, l'irlandese Sheahan ha spiegato come avesse conosciuto Valli, che lavorava al centro Scientology parigino. «È diventato un amico», ha aggiunto. Per Sheahan, venire a testimoniare a favore di Valli era il minimo che potesse fare. «Ho l'impressione che sia stata messa in discussione la mia religione, e non potevo stare zitto.»

Sheahan ha detto alla corte di aver conosciuto Scientology da ragazzo in Irlanda, dopo aver letto un libro. Scoprì che funzionava e voleva saperne di più. «Due anni dopo sono arrivato in Francia e un amico di un amico mi chiese se conoscessi Scientology. Mi invitò alla chiesa di Rue Legendre. In quel periodo non avevo molto tempo», ha proseguito. Comunque sia, andò a dare un'occhiata. Conobbe Valli soltanto alla seconda o terza visita e ciò che lo colpì di lui fu che lo ascoltava veramente.

«All'inizio ero molto impegnato», stava ancora imparando il francese. «Così gli dissi, "parlerò con te quando sarò pronto".» Frattanto scoprì che la Scientology di Parigi era molto simile a quella di Dublino. Ogni tanto si recava al centro per incontrare gli amici o per assistere a un concerto.

Tornò da Valli dopo un anno e mezzo o due. «Dopo quel periodo», ha detto alla corte, «telefonai al Sig. Valli per dirgli che c'era un corso che mi interessava.» Era un corso di auditing, la versione Scientology della consulenza, o terapia. «Lo feci e mi piacque.» Valli lo mise anche in contatto con un auditor che parlava inglese. «Così cominciai a conoscere il sig. Valli, era sempre molto leggero, molto "lieve". Mi aiutava indirizzandomi verso ciò che io volevo fare», ha detto Sheahan enfatizzando l'"io". «Quando avevo bisogno di lui, c'era sempre», ha continuato. «Ero io a chiamare lui quando avevo bisogno di qualcosa.»

Sheahan ha spiegato che in Irlanda l'istruzione religiosa era stata parte della sua formazione di insegnante, perché ai bambini delle scuole irlandesi si insegna religione. Aveva studiato tutte le religioni più importanti del mondo e, facendolo, «mi posi molte domande sulla religione.»

Per oltre 20 anni aveva vissuto in un paese diviso dalla violenza settaria: lui era cresciuto nella Repubblica d'Irlanda, ma nell'Irlanda del Nord la gente si ammazzava, si mettevano bombe. «So che cosa significa. L'ho visto con i miei occhi. Un paese del genere non può progredire», ha aggiunto. «Penso che in Francia assistiamo alla stessa cosa... quando appartieni a una minoranza religiosa.»

Da cattolico era diventato scientologist, ha detto Sheahan: ma riteneva che in Francia gli scientologist stessero vivendo lo stesso tipo di problema che aveva visto in Irlanda. «Sono orgoglioso di essere uno scientologist», ha detto. «Sono orgoglioso di essere qui. Sono orgoglioso di essere nel paese dei diritti umani.»

Il giudice Sophie-Hélène Château ha sottolineato che la corte doveva giudicare possibili reati, «non la questione religiosa.»


Nessuna pressione da Valli

Nel rispondere alle domande del giudice, Sheahan ha confermato di aver fatto il Test della Personalità: ma lo aveva fatto in Irlanda oltre 20 anni prima, poco dopo essere entrato in Scientology. «Sono un insegnante», ha detto. «Sono abituato ai test.» Sebbene lo avesse trovato un esercizio interessante, per lui non era stato un fattore determinante. «È uno strumento come un altro», ha detto. Durante la sua affiliazione lo aveva fatto forse 5 volte in tutto.

Alla domanda su quanto avesse speso in Scientology nel corso degli anni, Sheahan ha calcolato sui 25/30.000 euro in 20 anni. All'inizio non aveva molte disponibilità finanziarie, ma questo non gli aveva impedito di appartenere alla chiesa: «chiunque può essere scientologist.» Lui aveva cominciato con un piccolo corso molto economico. «Anche quando sono stato alcuni anni senza fare Scientology, ero comunque uno scientologist», ha aggiunto. E una volta raggiunta la stabilità economica, ha pagato per i corsi che gli interessavano.

Aveva fatto il Rundown di Purificazione e possedeva un E-meter. «Ne ho due, ho acquistato il primo quando ne ho avuto bisogno per fare il corso. Quando ho deciso di continuare il mio percorso spirituale, ho avuto bisogno di un E-meter.» Aveva acquistato il secondo due anni dopo. Ma in questo non ci vedeva niente di strano, «ho anche due biciclette.» Il secondo serviva nel caso il primo si fosse rotto, ha detto.

Benmayor, avvocato di Valli, gli ha chiesto se il suo cliente avesse mai insistito per vendergli corsi quando [Sheahan] era a corto di denaro. «Assolutamente no», ha detto il testimone. «In realtà, è questo che apprezzavo in Valli.»

Tornando a quando si erano conosciuti, a quando Sheahan aveva pochi soldi e il suo francese era limitato, l'uomo ha ricordato che «gli spiegai chiaramente che non era il momento, e lui mi disse "fammi sapere quando lo sarà", e fui io a telefonargli quando mi sentii pronto.»

A favore di Valli si è presentato anche l'imprenditore Guy Bergeaud, 64 anni. «Ho deciso di parlare per Jean-François Valli soprattutto per i rapporti che ho avuto con lui dal 2000 in poi e perché tutto i consigli che mi ha dato non trovano assolutamente corrispondenza in ciò che ho letto e sentito» in merito al processo, ha detto. «È stato il mio consigliere per la mia evoluzione spirituale e ogni volta che terminavo un gradino del mio progresso, volevo incontrarlo per avere altri consigli», ha affermato Bergeaud.

Valli, ha proseguito, era una persona sempre presente quando avevi bisogno di lui; era una persona integra con grandi qualità umane. «Tutto ciò che ho sentito dire, tutto ciò che ho visto non corrisponde a ciò che io so e conosco di Scientology», ha detto riferendosi probabilmente agli articoli dei media sul processo.

Nato in una famiglia cattolica, Bergeud diventò scientologist 26 anni fa, nel 1983. Prima di scoprire Scientology aveva viaggiato il mondo zaino in spalla e lavorato per importanti aziende americane. «Ero felice», ha detto, «ma mi facevo numerose domande sulla mia vita personale e professionale, volevo dare più senso alla mia vita.»

Fu durante un viaggio in Inghilterra che, in treno, ascoltò per caso una conversazione. Ne rimase così interessato che smise di lavorare e cominciò a chiacchierare. Scoprì che le persone accanto stavano parlando di Dianetics e Scientology. «Corrispondevano al mio punto di vista sulla vita, sull'umanità», ha raccontato. I compagni di viaggio gli lasciarono un indirizzo, ma vi si recò soltanto un anno dopo.

«Una sera decisi di andarci», ha raccontato - e fu allora che la sua vita cambiò. Scientology trasformò velocemente non solo la sua vita personale, quella in famiglia, ma anche quella professionale. «Fu molto piacevole», ha ricordato. Scientology lo aiutò a migliorare le sue capacità comunicative, ad acquisire fiducia, e i suoi capi apprezzarono la differenza, gli chiesero di assumersi maggiori responsabilità.


"La gente comune ci teme"

Scientology lo aveva aiutato a dare un senso alla ingiustizia sociale nel mondo, in Asia e in Sud America. «Ogni volta penso tra me, "C'è tanta miseria, possiamo fare qualcosa?"» La devozione degli scientologist a queste questioni fu uno dei motivi che lo attrassero nel movimento. «Fu quella una delle mie motivazioni per unirmi a questo gruppo estremamente coraggioso.» Ma c'erano anche altre ragioni, ha detto, «ho trovato le risposte alle mie domande spirituali.»

Bergeaud ha poi cominciato a ragionare su quelli che ha definito attacchi concertati contro la sua chiesa, ha parlato di diffamazione e discriminazione. Ha ricordato un episodio avvenuto quando studiava in uno dei centri Scientology, lo scoppio di una bomba «a meno di 20 metri da dove mi trovavo. Era diretta alla Chiesa di Scientology e ai suoi membri, ma direttamente o indirettamente ero stato io il bersaglio di quell'attacco e compresi immediatamente che certa gente vuole veder scomparire la mia chiesa. Il che ha rafforzato la mia convinzione.»

La seconda esperienza personale di attacchi contro Scientology fu quando la sua stessa azienda venne citata in un rapporto parlamentare sulle sette. [1]

Non tutti i suoi collaboratori e clienti l'avevano presa bene, e tutta quella pubblicità gli fece perdere opportunità di lavoro. In un'occasione stava per firmare un contratto con un'importante azienda internazionale, sarebbe dovuta essere soltanto una formalità, ha raccontato. Poi improvvisamente gli chiesero di firmare un documento il cui senso era che nessuno nella sua azienda aveva mai letto Dianetics o era scientologist. «Non potevo certamente affermarlo, visto che non ho alcuna autorità per chiedere ai miei collaboratori a quale religione appartengano.» E questo fu un chiaro caso di discriminazione, ha affermato.

In un'altra occasione, quando un'azienda finlandese venne a sapere che lui era scientologist cancellò un seminario che avrebbe dovuto tenere. «Sono arrabbiato per questo stigma... la gente comune ci teme», ha detto. «Dissento veramente con quanto accaduto in Francia, il mio paese, che amo: il paese dei diritti umani... I diritti dell'uomo vengono violati e oggi io ne sono l'esempio migliore.» Ma, ha aggiunto, «Il mio sogno è che in alcuni anni torneremo alla normalità.»

Ancora una volta il giudice Château ha sottolineato che non era compito della corte giudicare se Scientology fosse o meno una religione. Il dibattito non verteva su quello. Il ruolo della corte era determinare se fossero stati commessi dei crimini. «Siamo nel paese dei diritti umani», lo ha rassicurato.

Nel rispondere alle domande del giudice, Bergeaud ha confermato di aver fatto il Test della Personalità, ma non all'inizio dell'affiliazione. Nei suoi 26 anni in Scientology lo aveva fatto forse 15 volte, trovandolo utile. «È semplicemente una conferma del tuo progresso. È uno degli strumenti di Scientology che aiuta. Sono molto felice di avere quello strumento.»

Del suo progresso grazie a Scientology, ha detto: «Uno scientologist ha un unico desiderio, ed è quello di continuare. Quando progredisci, vuoi progredire di più», ha aggiunto con un sorriso.

Alla domanda su quanto avesse speso nei suoi 26 anni in Scientology, ha risposto circa 200.000 euro. E lei ha un E-meter? Gli ha chiesto il giudice. Sì, ha risposto lui, ne ha due. Ne aveva acquistato uno quando aveva cominciato a audire se stesso. [2]

Quando nel 1989 aveva fatto il Rundown di Purificazione, era riuscito a continuare a lavorare per tutta la durata del programma, confermando così la precedente deposizione del testimone della difesa Dott. David Root. Durante il suo Rundown di Purificazione, c'era sempre un medico a disposizione. Ma da quanto sentito in corte fino a quel momento, questa evenienza non è frequente nei centri Scientology.


Scientology "ha risposto a certe mie domande"

Il Dott. Nicolas Franceschetti è venuto a parlare per il suo amico e imputato Alain Rosenberg, fondatore ed ex direttore esecutivo del Celebrity Centre. Franceschetti, oftalmologo residente in Svizzera, ha detto di avere incontrato Rosenberg per la prima volta nel 1991, quando si era recato a Parigi per un questioni di studio [professionale]. «Feci alcuni corsi e lo conobbi in quell'occasione, cominciai ad apprezzare il suo modo di prendersi cura delle persone.»

Poiché di tanto in tanto Rosenberg si recava in Svizzera per tenere delle conferenze, ebbero modo di tenersi in contatto. Francheschetti ha descritto quanto fosse restato impressionato dal carisma di Rosenberg e dalla sua approfondita conoscenza delle opere del fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard.

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Sebbene i suoi genitori fossero scientologist, ha detto Franceschetti, né lui, né i suoi fratelli furono mai spinti verso il movimento. Aveva avuto un'educazione cattolica e da ragazzo aveva studiato filosofia. Aveva cominciato a interessarsi a Scientology solo verso i 25 anni. «Ciò che personalmente mi ha affascinato è un certo percorso spirituale che rispondeva a certe mie domande», ha detto. Come risultato si era sentito più equilibrato e più capace di relazionarsi con le persone.

«Per me la medicina è una professione tecnica, ma c'è anche un elemento umano e credo che in questo Scientology mi abbia aiutato. Vado molto d'accordo con persone di religioni e convinzioni filosofiche diverse», ha aggiunto.

Il giudice Château gli ha chiesto che studi Scientology avesse fatto a Parigi e Franceschetti ha risposto di aver frequentato il Celebrity Centre per circa sei mesi, studiando due o tre ore la sera. E aveva un E-meter? Gli ha domandato il giudice. Sì, ne aveva due «perché mia moglie cominciò a usarlo.» Ogni due o tre anni gli apparecchi venivano mandati per manutenzione negli Stati Uniti a un corso di circa duecento dollari. E sì, aveva fatto il Rundown di Purificazione e gli era piaciuto molto. Ha anche confermato di aver fatto il Test della Personalità: cinque o sei volte.

E lo aveva trovato utile? Gli ha chiesto il giudice Château. «È un'indicazione. Non potrei definirlo fondamentale», ha risposto. Il giudice non è parsa del tutto convinta: non è fondamentale, ma lo ha fatto diverse volte, ha fatto notare.


Note dell'autore:

1. Les Sectes et l'Argent (Sette e denaro, qui in italiano) rapporto presentato all'Assemblea Nazionale francese nel giugno 1999 (il riferimento a Bergeaud compare a pag. 141). Relatore del rapporto fu Jean-Pierre Brard, che aveva testimoniato il giorno prima.

2. Il "Solo auditing" fa parte dei livelli segreti superiori di Scientology, noti come livelli di Thetan Operante.


Differenze inconciliabili

Come era prevedibile, nel prosieguo delle testimonianze a favore degli imputati la frattura tra i loro racconti e quelli delle parti lese si è fatta incolmabile. Per i compagni scientologist, gli imputati non erano quegli implacabili mercanti dediti alla vendita dura descritti dagli ex membri convinti di essere stati truffati. Al contrario, erano credenti devoti il cui unico crimine era stato voler diffondere i benefici della loro religione.

Altro punto su cui le due parti sono apparse inconciliabili è stato il ruolo e il significato del Test della Personalità. Per i testimoni della difesa, il test è più o meno interessante, più o meno utile, ma sicuramente non fu l'elemento che li fece entrare nel movimento. Secondo il rinvio a giudizio, però, fu elemento chiave della truffa: per la ricorrente Aude-Claire Malton era stato l'amo che l'aveva fatta abboccare. A inizio settimana, l'ex membro e oggi schietto critico Roger Gonnet aveva confermato le sue affermazioni.

Gonnet, testimone per le parti lese, aveva discusso sul fatto che il test è una parte fondamentale dell'arsenale Scientology. È studiato - aveva detto - in modo da produrre la massima insicurezza nel potenziale cliente così da aumentare le possibilità di riuscire a vendergli un corso. Su questa questione in particolare, la corte ha molto insistito. Aveva a disposizione diverse perizie sul Rundown di Purificazione e sull'E-meter, ma per quanto riguarda il Test della Personalità il presidente della corte, giudice Sophie-Hélène Château, e i due giudici a latere hanno fatto numerose domande.

Sebbene il magistrato inquirente avesse commissionato una relazione sul Test della Personalità a due periti del tribunale, il loro lavoro era stato giudicato inammissibile a causa di un errore procedurale: uno dei periti aveva dimenticato di datare il documento.

È emersa poi un'altra stridente discrepanza tra i testimoni della difesa e quelli delle parti lese: le somme di denaro in questione. Mentre gli scientologist testimoniavano uno dopo l'altro quanto avessero speso nel movimento, l'avvocato delle parti lese Olivier Morice e Catherine Picard, presidente del gruppo antisette UNADFI, si scambiavano regolarmente sorrisi d'intesa. In uno scambio di battute sussurrato, sono persino riusciti a indovinare la cifra prima della risposta del testimone.

Dato il periodo che i testimoni avevano trascorso nel movimento, le cifre citate sono state relativamente modeste se confrontate ai ritmi di spesa dichiarati dalle parti lese. Durante la loro breve appartenenza a Scientology, Aude-Claire Malton e l'ex ricorrente Eric Aubry avevano speso somme considerevoli. La prima aveva pagato l'equivalente di 21.000 euro in quattro mesi, indebitandosi seriamente; il secondo quasi 50.000 euro in 19 mesi. Gli scientologist venuti a testimoniare a favore dei loro correligionari, però, sono riusciti a tenere gli esborsi su una media annua decisamente più ragionevole.

Cyprien Katzaris, il pianista, ha detto di aver speso circa 85.000 euro in 30 anni, poco più di 2500 all'anno. Ha spiegato che la sua carriera lo teneva troppo impegnato per fare tutta la Scientology che avrebbe desiderato.

L'insegnante Sean Sheahan ha parlato di 25/30.000 euro in 30 anni: innanzitutto non guadagnava molto, e poi non aveva mai subito pressioni ad acquistare ciò che non voleva.

L'imprenditore Guy Bergeaud ha detto di aver speso circa 200.000 euro in 26 anni, poco più di 7500 all'anno. Cifre importanti, ma nemmeno paragonabili al tasso di esborsi delle parti lese.

Come la corte giudicherà tutto questo è ancora da vedere, nel frattempo i testimoni della difesa hanno continuato a raccontare la propria esperienza.


"Sono molto orgoglioso di appartenere a questa chiesa"

Cyrille Pincanon ha parlato a favore di Didier Michaux, uno dei venditori Scientology accusati di truffa organizzata. Pincanon, 30 anni, si è presentato come direttore commerciale di un'impresa edile e ha detto di essere scientologist da tre anni. Aveva conosciuto l'imputato quando entrò nel movimento. «È una persona sempre pronta ad ascoltare», ha detto. «Mi dà consigli. Conosce gli scritti di Hubbard.» Ha detto di aver sentito parlare per la prima volta di Scientology da un suo cliente e, dopo aver guardato un DVD su Dianetics, aveva deciso di venire a Parigi per saperne di più.

«Sono progredito spiritualmente», ha detto, «sono molto orgoglioso di appartenere a questa chiesa.» Apprezzava l'enfasi di Scientology sui diritti umani e il suo messaggio antidroga, inoltre «Scientology mi ha dato molte risposte.»

Il giudice Château gli ha chiesto del Test della Personalità e lui ha risposto che sì, lo aveva fatto tre o quattro volte e lo aveva trovato utile, interessante. «Ho chiesto io di farlo, mi interessava.» Gli era anche piaciuto il Rundown di Purificazione e lui e la moglie possedevano entrambi un E-meter. Ha confermato di aver pagato i corsi in anticipo, anche se non era molto sicuro di quanto avesse speso. «Non riesco a dirvelo esattamente, ma direi che per quest'anno sono a posto.» Circa sette mesi di corsi acquistati in anticipo.

Come mai aveva deciso di venire a studiare Scientology a Parigi dal sud della Francia? Gli ha chiesto il giudice. Perché qui c'è Michaux, ha risposto Pincanon. «È un consigliere molto bravo.» Ha respinto ogni ipotesi che Michaux lo avesse infastidito per fargli comprare dei corsi. «Gli telefono molto più spesso io di quanto non mi chiami lui», ha detto. E se negli scritti di Hubbard si imbatteva in qualcosa che non capiva, allora telefonava a Michaux.

Pincanon ha raccontato di lavorare per la Genibat, un'impresa che restaura palazzi, e di guadagnare molto bene, abbastanza da potersi permettere di venire a studiare al Centro Scientology di Parigi ogni fine settimana. Non aveva problemi a spendere soldi in Scientology perché prima ne aveva spesi parecchi per auto e moto da corsa. «Ho smesso perché non potevo farle entrambe», ha detto. «Era più una questione di tempo.»


Michaux "è fondamentalmente onesto"

«Sono qui per parlare a favore del Sig. Michaux, che conosco da molto tempo e che ammiro», ha detto Cathy Steinberg, 54 anni. «Un vero scientologist è chi sa chi è, che sa dove va la sua vita; chi aiuta il prossimo e chi è incapace di fare qualcosa di disonesto.» La Steinberg testimoniava per Didier Michaux, il maggior venditore Scientology in Francia che, secondo l'ex ricorrente Eric Aubry, lo aveva molestato giorno e notte per fargli comprare il corso successivo.

Ma quello non è l'uomo che la Steinberg ha conosciuto. «Quando mi chiede come sto, lo intende veramente», ha detto di Michaux. «E fa lo stesso con un sacco di persone. Penso sinceramente che sia fondamentalmente onesto. Sono nata in una famiglia ebrea, conoscono i campi di concentramento.» Era stata educata a difendere la sua religione, ha continuato. «Non sto dicendo che corro pericoli fisici, ma mi sento spiritualmente aggredita.»

La Steinberg ha detto che da giovane si sentiva molto spaesata, poi aveva incontrato Scientology. «Compresi quali erano i miei obiettivi. Diventai sempre più creativa, sempre più sensibile alla mia famiglia e a chi mi circondava... Non compresi subito quanta conoscenza e pienezza avrei avuto da Scientology.»

In risposta a una domanda del giudice Sophie-Hélène Château, ha detto di aver fatto il Test della Personalità due o tre volte, e di averlo trovato utile: corrispondeva a come si sentiva realmente con se stessa. Ma lo aveva fatto l'ultima volta forse 10 anni prima. Sì, anche lei aveva un E-meter, ma era vecchio e non lo usava molto.

La Steinberg, che ha detto di lavorare in proprio, apparteneva a Scientology da 34 anni, durante i quali aveva speso tra i 30.000 e i 40.000 euro. Considerava Michaux un amico e ancora acquistava libri da lui.

La donna ha espresso disprezzo per Roger Gonnet, che aveva testimoniato il giorno prima. È riuscita a dire che l'uomo aveva subito diverse condanne prima che il giudice intervenisse per dire che non erano questioni di interesse della corte.


L'E-meter "non è un Gameboy per bambini"

Anche Jean-Claude Douthe, ingegnere di 51 anni e libero professionista, si è espresso a favore di Michaux. «Ho accettato di venire innanzitutto per parlare positivamente di lui, e poi come membro della chiesa», ha detto. Aveva conosciuto l'imputato nel 1996, quando si era affiliato a Scientology; Michaux era un uomo sempre pronto ad ascoltarlo. «Sono un ingegnere e mi piace capire le cose, così durante i pasti gli facevo molte domande. Ho apprezzato la qualità della sua accoglienza, la sua qualità di ascoltare e la sua capacità di trovare risposte alle mie domande.»

Credeva in Scientology perché credeva in un mondo privo di crimine, pazzia e guerra. «Per me è importante che la verità sia conosciuta», ha aggiunto. «Non so molto delle cose su cui siete chiamati a giudicare», ma aveva letto un articolo che suggeriva che l'E-meter fosse venduto a dieci volte il suo vero valore. «In quanto ingegnere, non sono affatto d'accordo.» L'E-meter, ha detto, è un apparecchio elettronico sofisticato con componenti di alta qualità, «Non è un Gameboy per bambini.»

Ha spiegato che si usano materiali di qualità per garantire che l'apparecchio funzioni su standard alti. «Dal punto di vista tecnico è una macchina eccezionale. Uso questo apparecchio per il mio miglioramento personale, senza di esso non avrei fatto questi progressi.»

Il giudice Château gli ha chiesto che cosa pensasse del prezzo dello strumento, che anche i due periti convocati da Scientology avevano giudicato eccessivo. Douthe ha chiarito di non avere problemi con il prezzo, ma quando ha iniziato a parlare dei filamenti d'oro e d'argento utilizzati all'interno della macchina, il giudice è intervenuta: come faceva a saperlo? Gli ha chiesto. «Perché lavoro nel settore ed è ciò di cui la gente ha bisogno.»

In tutto, nei suoi 13 anni di affiliazione Douthe aveva speso 70.000 euro, quasi tutti per diventare auditor, consulente spirituale del movimento. Anche lui aveva fatto il Test della Personalità. Nel ricordare il primo risultato ottenuto, ha detto: «La cosa divertente è che pensavo di conoscermi molto bene. E ho pensato: "è interessante, corrisponde a ciò che penso di me stesso".»

Il giudice Château gli ha chiesto dei punti positivi e negativi sul grafico dei risultati. «Alcuni punti erano più forti di altri, altri più deboli», ha ricordato Douthe. «Non discutemmo ogni singolo punto, ma mi sembrò attinente alla realtà.»

Olivier Morice, avvocato delle parti lese, gli ha chiesto dopo quanto tempo Scientology lo contattò per riferirgli i risultati del Test della Personalità: il giorno dopo, ha risposto Douthe. Come Pincanon, anche lui non aveva ancora fatto tutti i corsi acquistati, ma non riteneva che pagare in anticipo fosse così insolito: aveva fatto lo stesso con la Encyclopedia Universalis, e non aveva ancora finito.

Imbeccato poco dopo dalla difesa, ha condiviso l'analogia che questi pagamenti anticipati erano un po' come chiedere un prestito studentesco per pagarsi l'università. Ha poi chiarito che quando iniziò a frequentare Scientology non stava attraversando alcuna crisi esistenziale: al contrario, era molto soddisfatto.


La "sincerità del percorso spirituale della Jacquart"

Maryvonne Legoux ha testimoniato a favore di Sabine Jacquart, ex presidente del Celebrity Centre di Parigi. Buona parte della sua deposizione, però, ha riguardato la discriminazione da lei stessa patita in quanto scientologist. «Vorrei sostenere la Sig. Jacquart, che conosco da 20 anni, e la verità della sua fede», ha detto la Legoux, che ha parlato della devozione della Jacquart a Scientology e di quanto sia difficile essere scientologist - cosa che lei stessa ben conosceva essendola da 30 anni. Ha raccontato di quanto fosse stata ripetutamente molestata sul lavoro e che in almeno una occasione fu costretta a lasciare il suo posto di bibliotecaria per il fatto di essere una scientologist.

A conferma di essere stata vittima di discriminazione, la Legoux ha detto che nel 2007 aveva vinto una causa amministrativa. Ha accusato i suoi fratelli e un distaccamento del gruppo antisette francese ADFI di averle messo contro il resto della famiglia a causa della sua fedeltà al movimento. [1] Ancora una volta il giudice Sophie-Hélène Château è intervenuta per rammentare ai presenti il focus del processo. «Non abbiamo mai inteso giudicare Scientology in quanto religione: siamo qui per verificare se sono stati commessi certi reati», ha sottolineato il giudice. «Non stiamo criticando la sua religione, il dibattito non verte su questo.»

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Rispondendo alle domande del giudice, la Legoux ha spiegato di essere scientologist dal 1978 e di essere entrata nel movimento a Parigi, grazie a un'amica. Aveva fatto il Test della Personalità qualche volta, ma non quando era entrata; lei e il marito possedevano due E-meter.

A ulteriori domande sulla discriminazione, ha detto: «Alcuni colleghi mi hanno sostenuta e sono rimasti indignati dall'accaduto.» Ma chi l'aveva contrastata non era mai stato trasparente sui motivi di tanta ostilità. «Non hanno mai detto apertamente che non volevano lavorare con me a causa della mia religione.»

Morice, che oltre a rappresentare le parti lese al processo aveva in passato patrocinato l'UNADFI, l'organizzazione che la donna stava denunciando, le ha chiesto se avesse mai intrapreso azioni legali contro il gruppo. No, ha risposto la donna, ma sapeva che erano stati loro a metterle contro la famiglia.

Yann Streiff, avvocato della Jacquart, le ha chiesto che cosa ne pensasse della sincerità della sua cliente. «Non ho alcun dubbio sulla sincerità del suo percorso spirituale», ha risposto la Legoux.


Note dell'autore:

1. ADFI, Association pour la Défense de la Famille et L'Individu (Associazione per la difesa della Famiglia e dell'Individuo), è una rete di uffici attivi in tutta la Francia e federati in una unione nazionale nota come UNADFI.


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