E' giunto alla fine il procedimento che ha visto imputati 12 dirigenti e due associazioni della Chiesa di Scientology con accuse che vanno dalla truffa all'abuso della professione medica, fino all'associazione criminale. La sentenza è stata emessa l'11 marzo 2016 con l'assoluzione di tutti gli imputati. Cronaca di © Jonny Jacobsen, dicembre 2015-marzo 2016
Dopo oltre due ore di interrogatorio serrato da parte del giudice Yves Régimont, Martin W.*, membro dell'Ufficio degli Affari Speciali (OSA) di Scientology, è stato contro-esaminato dal pubblico ministero Christophe Caliman.
Caliman ha iniziato facendogli domande sulle sue attività odierne: fa lo stesso lavoro o altre attività? Martin ha spiegato che dal 2006 non è più un membro attivo della chiesa. Oggi vive in Inghilterra.
Il fatto è sembrato strano al PM perché i documenti messi agli atti dagli inquirenti lo davano come membro attivo della Chiesa di Scientology del Belgio.
«Non sono mai stato un membro attivo della chiesa belga perché non ne ho mai fatto parte», ha detto concisamente Martin. Lo aveva già spiegato diverse volte al giudice. Non è una questione di poco conto.
Il giudice Yves Régimont aveva già interrogato l'imputato che sosteneva di aver fatto parte unicamente dell'Ufficio degli Affari Pubblici di Bruxelles, che è totalmente separato dalla Chiesa di Scientology del Belgio. Se fosse possibile dimostrare che invece aveva un qualche tipo di ruolo esecutivo nella chiesa, allora nel caso la chiesa fosse condannata, la responsabilità delle sue attività criminali potrebbe riguardare anche lui. (1)
«Lei va ancora all'ufficio europeo?», gli ha chiesto il PM. Ha mantenuto un ufficio lì dopo il 2006? Martin ha risposto che a volte visita Bruxelles, ma solo per vedere gli amici.
Poi Caliman ha fatto riferimento ai documenti agli atti: «Può aiutarci a spiegare che cosa significa?» e ha iniziato citando una direttiva scritta da L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, il 15 agosto 1960, Dipartimento degli Affari Governativi. In quel documento, ha continuato il PM, Hubbard descrive come reagire agli attacchi contro il movimento. «E in questa direttiva», ha proseguito, «dice che voi dovete...»
Nel caso si venisse attaccati su un qualche punto vulnerabile da chicchessia o da una qualsiasi organizzazione, si trovino o fabbrichino sempre sufficienti minacce contro costoro così da indurli a chiedere la pace. La pace avviene tramite uno scambio di elementi vantaggiosi, quindi create gli elementi vantaggiosi e poi venite a patti. Non difendetevi mai. Attaccate sempre. Non statevene mai con le mani in mano. Attacchi improvvisi alla retroguardia del fronte nemico funzionano al meglio.
Non mettete mai l'organizzazione in uno stato di "attesa" a causa di tribunali o di altre questioni. (2) [Questo passaggio è stato copiato verbatim dalla traduzione ufficiale in italiano del documento — NdT] Martin non è sembrato impressionato. Si è sempre rivolto alla corte in inglese, con l'aiuto degli interpreti del tribunale per tradurre dal francese tutte le domande e le sue risposte.
«Ad ogni modo, è la traduzione libera di qualcosa. La dovrei studiare prima di... », ha detto prima che il suo avvocato, Maître Quentin Wauters, intervenisse nel dibattimento. In quelle condizioni, ha detto il legale, senza la versione originale a portata di mano, il suo cliente non era nella posizione di poter rispondere ad alcuna domanda sul documento.
Caliman lo ha comunque incalzato. Ecco un passaggio più breve alla fine del medesimo testo:
Caliman è apparso scettico. «Per chi occupa una posizione importante in OSA [L'Ufficio degli Affari Speciali di Scientology] questo è un testo fondamentale.» Gli sembrava strano che Monsieur W. non avesse familiarità con ciò che sembra essere una direttiva chiave del fondatore di Scientology.
«Esistono migliaia di direttive di Mr. Hubbard », ha risposto Martin. «Non sto cercando di essere evasivo. Se avessi i documenti — ho bisogno di leggerli con calma.»
La cosa che saltava all'occhio del passaggio precedente, ha aggiunto, era la frase "Non difendetevi mai, attaccate sempre". «... E naturalmente, se vieni attaccato devi difenderti. Per me non ha senso.»
Quindi Caliman ha provato con un altro testo di Hubbard tratto da una direttiva del 1966 intitolata Attacchi a Scientology in cui il fondatore dava istruzioni su come rispondere ai nemici del movimento.
Maître Wauters è intervenuto ancora una volta per il suo cliente. E' il testo completo? No? «Allora le chiedo di ritirarlo. E' preso fuori contesto. Potrei leggere dei passaggi della Bibbia o del Corano e produrre lo stesso effetto.»
Il Pubblico Ministero Caliman s'è detto d'accordo: il contesto è tutto e l'unica cosa corretta da fare sarebbe presentare alla corte l'intero documento. Il giudice ha preso nota. Alla fine ha chiesto all'imputato Martin W. se volesse rispondere.
«A questo punto non comprendo nemmeno più la domanda», ha detto Martin. Ma ricordava parti di ciò che gli era stato letto.
«Lavoro in quel modo? No. Per me è difficile comprendere persino di che cosa sta parlando. E' una traduzione libera di ciò di cui sta parlando.»
Mentre il giudice Régimont faceva annotare formalmente al cancelliere la sua risposta, l'imputato ha aggiunto: «Ma se [il PM] vuole dare il riferimento al mio avvocato, posso leggerlo e dare una risposta.»
Tuttavia il procuratore ha voluto spostarsi dalla teoria alla pratica. Aveva ciò che riteneva essere un'applicazione pratica della direttiva appena citata, anche se quell'esempio particolare non riguardava direttamente l'imputato.
Era un telex del 1992 consegnato dagli investigatori — presumibilmente sequestrato durante l'irruzione del 1999 negli uffici di Scientology. Proveniva dal Central Europe Programs Chief OSA Europe [Capo dei Programmi dell'Europa Centrale — Osa Europa] e riguardava un deputato belga, Bertouille. (5)
Bertouille aveva infastidito Scientology al punto che il funzionario di OSA che aveva scritto l'appunto voleva che in Belgio si costituisse una cosa chiamata "Unità ARM" per investigare su questo deputato. (6)
Il PM è sembrato suggerire che Monsieur le député fosse stato investigato nella maniera delineata dal documento che aveva appena citato, — «quello che Monsieur W. non ricorda», ha aggiunto Caliman alzando gli occhi al cielo.
Non è ciò che l'imputato ha detto, gli ha fatto presente il giudice. Caliman ha sollevato le sopracciglia ma non ha insistito.
Quel telex parlava di «denunciare i crimini» del deputato in oggetto, ha detto il PM. Perciò ecco quanto voleva chiedere all'imputato: quel tipo di applicazione pratica dei testi appena citati faceva parte del suo lavoro? Che cosa ne pensava di quella pratica?
«Devo dire che sono fortemente svantaggiato», ha risposto Martin. «Non ho letto il documento. Per me non è stato tradotto un solo, singolo documento a parte la réquisitoire (rinvio a giudizio). E' evidente che non è diretto a me», ha proseguito indicando il telex, «ma mi viene chiesta un'opinione. Però non mi riguarda. Che cosa dovrei dire? Devo avere il tempo per studiarlo.»
«Oppure potrebbe leggere il testo in originale», ha risposto il procuratore. «Non è un problema, ecco qui il documento.»
Ma a quel punto è intervenuto il giudice: «A ogni modo, quel documento non lo riguarda». Caliman non ha insistito. Ha invece rivolto la sua attenzione a una nuova serie di documenti.
Note dell'autore:
* Durante il processo la maggioranza degli imputati non è stata identificata, ma Martin W. è uno dei pochi citati in alcuni articoli di giornale: il ruolo un tempo ricoperto di portavoce della chiesa lo rende una figura già pubblica. Ciononostante adotto con lui la stessa politica che ho adottato per tutti gli altri e rispetto la convenzione dei media belgi di non identificare gli imputati prima di una loro eventuale condanna.
1. Questa questione è diventata ancora più importante qualche settimana dopo, quando nella requisitoria finale il Pubblico Ministero ha lasciato cadere le accuse contro l'Ufficio Europeo degli Affari Pubblici e Diritti Umani, l'organizzazione per cui lavorava Martin W.
2. Dal testo originale in inglese di "Dept of Govt Affairs", Hubbard Communications Office Policy Letter, 15 agosto 1960.
3. Ibid., dal testo originale in inglese.
4. "Attacks on Scientology", Hubbard Communications Office Policy Letter, 25 febbraio 1966. Dal testo originale in inglese. [A differenza dei due precedenti estratti, presi dalla traduzione ufficiale italiana, la versione ufficiale in italiano di questa direttiva non compare nei "Volumi Verdi" in mio possesso, quindi ho tradotto dall'inglese — NdT]
5. Si tratta di André Bertouille, deputato Liberale degli anni '90. Nella sua lunga carriera politica è stato anche senatore e ministro dell'Educazione. Fu Bertouille, assieme al collega Liberale Jean Gol, che nel febbraio 1993 richiese una Commissione parlamentare di inchiesta sulla questione delle sette. (Si veda "L'état belge face aux dérives sectaires", Courrier hebdomadaire du CRISP, 2006/3, n° 1908).
6. La mia richiesta di informazioni su che cosa potrebbe essere una "unità ARM" ha prodotto la stessa risposta in diversi ex membri e specialisti della materia. ARM sta per "Movimento Anti-Religioso" e la "unità ARM" è la squadra istituita per gestire i critici di Scientology, visti come attivisti anti-religiosi. (E infatti numerosi siti Scientology descrivono i suoi critici come "attivisti anti-religiosi"). Garry Scarff mi ha fatto notare che la stessa frase è rinvenibile in un altro telex di OSA del settembre 1995, quella volta in Grecia. I miei ringraziamenti, tra gli altri, anche a Mark Fisher, Tony Ortega, Laura Dieckman, Caroline Letkeman e Mike Rinder. Il Pubblico Ministero Christophe Caliman aveva già presentato all'imputato Martin W. degli estratti di direttive di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology. In essi Hubbard delinea il tipo di tattiche senza regole e restrizioni che dice dovrebbero essere usate contro i nemici del movimento.
Martin W. aveva insistito di non poter commentare quei documenti senza aver visto gli originali in inglese (ha risposto alla corte in inglese e per tutto il processo si è avvalso di un interprete). Ma aveva detto che quando lavorava per l'Ufficio degli Affari Speciali (OSA) di Scientology non aveva mai operato su quella linea.
Caliman però non aveva ancora finito. Voleva citare altre due direttive di Hubbard che riteneva rilevanti per il lavoro di Martin W. all'Ufficio Europeo dei Diritti Umani. Una è del 13 marzo 1961 e parla di mantenere dei dossier su amici e nemici; l'altra è del 15 marzo 1977 e parla del valore della gestione dati. (1)
Martin tuttavia è stato lì lì per perdere la pazienza. «Qual è la domanda?», ha chiesto.
«OSA gestisce dati, gestisce dati personali di amici e nemici di Scientology», ha commentato Caliman. «E dicono addirittura di essere meglio dei servizi segreti», ha aggiunto chiarendo che stava citando Hubbard.
Gli investigatori avevano trovato un formulario che gli scientologist dovevano riempire con informazioni sui poliziotti e gli avvocati belgi, per poi inviarlo a OSA-Danimarca. E' questo a cui gli scientologist si riferiscono quando parlano di raccogliere dati? E qual è lo scopo di un database del genere?
«Tutto quel che posso dire», ha risposto Martin, «è che se il Pubblico Ministero vuole che risponda alle sue domande su cose che non ho letto, dovrebbe darmene copia in anticipo. Prende le cose fuori contesto, è chiaro che le estrapola dal loro contesto. Rispondere è impossibile.»
«Va bene», ha risposto il procuratore. «Indipendentemente da ogni testo, lei — sì o no — gestiva dati personali su amici e nemici?»
«No», ha risposto Martin.
Caliman ha richiesto che quella risposta fosse annotata formalmente agli atti e il giudice Régimont ha istruito in quel senso il cancelliere. Poi il giudice ha chiesto a Maître Quentin Wauters, l'avvocato di Martin, se tutte le domande sui documenti Scientology avrebbero prodotto la stessa risposta da parte dell'imputato. Maître Wauters non ha saputo dirlo. Ha quindi posto la stessa domanda a Martin W., il quale ha chiarito che poteva rispondere solo con i documenti in versione originale davanti agli occhi. Ciononostante Caliman è tornato sui documenti agli atti.
Ciò che gli interessava erano tre gendarmi belgi, ex membri dell'unità antiterrorismo "Diane", che erano anche stati degli scientologist. Tra i fascicoli sequestrati durante le irruzioni della polizia, ha spiegato, gli investigatori avevano trovato un debriefing [interrogatorio] di questi gendarmi dopo che i tre erano stati sentiti dal magistrato inquirente che dava la caccia ai "killer del Brabante".
I killer del Brabante erano un gruppo di criminali che negli anni '80 avevano compiuto una serie di rapine particolarmente violente in Belgio. Quei crimini avevano innescato ogni tipo di ipotesi su chi potessero essere e quale fosse il loro vero scopo, ma non furono mai catturati. Il magistrato inquirente di quel caso aveva investigato anche su un possibile collegamento tra gli omicidi e Scientology.
Il PM Caliman ha chiarito subito di non aver mai creduto che la chiesa fosse connessa a quei crimini. Ma quei debriefing resi a Scientology costituivano comunque una violazione del dovere di segretezza professionale dei gendarmi. «Scrissero rapporti per la chiesa su cose di cui non potevano parlare.»
Perciò: dovere di uno scientologist è riferire qualsiasi cosa che possa minacciare il movimento? E quel dovere ha la precedenza sulle leggi del paese?
Per quanto ne sapeva, ha risposto Martin, quando fecero rapporto a Scientology quei tre non erano più gendarmi. Erano rimasti molto stupiti di venire convocati per essere interrogati sulla questione, «... quindi, in quel contesto, per loro era stato del tutto naturale contattare la chiesa.»
In merito alla seconda domanda del PM, «Ritengo che lei non abbia per niente compreso il senso del codice etico della chiesa. Lo si può paragonare alla legge canonica della Chiesa Cattolica. La legge canonica cattolica è molto più dettagliata di quella della Chiesa di Scientology.»
Come nella Chiesa Cattolica ci sono certe leggi e regolamenti che i suoi fedeli devono seguire, lo stesso vale per la Chiesa di Scientology. Ma, ha aggiunto, l'etica di Scientology non dovrebbe essere vista soltanto come una serie di restrizioni. «L'Etica è molto più di quello. Direi che l'Etica è un grande aiuto per le persone, migliora la loro vita e la loro mente. Ecco che cos'è l'Etica.»
Tornando alla seconda parte della domanda del procuratore, ha aggiunto: «Ha la precedenza sulla legge nazionale? No. Una delle leggi più basilari di Mr. Hubbard è di non fare nulla di illegale nel vostro paese — o altrove. E questo per me è un altro esempio di come gli atti di questo processo siano miopi, o con una certa angolazione. Gli atti del processo dicono che ho infiltrato l'Europol o l'Interpol. Ma io ho incontrato quelle persone a viso aperto in qualità di rappresentante della chiesa.» Tuttavia, leggendo gli atti gli era chiaro che la situazione era stata interpretata del tutto erroneamente.
Martin stava parlando dei riferimenti a incontri che aveva avuto con il segretario generale dell'Interpol e con il direttore dell'Europol.
"Infiltrazione" era metterla giù forse un po' troppo pesantemente, ha obiettato Caliman.
«Ma è quanto sta agli atti», ha replicato Maître Wauters.
«E' onestamente ridicolo!», ha esclamato Martin. Naturalmente avevano avuto degli incontri con l'Interpol, e alla fine l'Interpol aveva accettato che i rapporti su Scientology erano falsi. «Come si può mettere agli atti tutto questo senza considerare il resto? Ormai sono 20 anni che lo dico!»
La sua voce tremava per l'agitazione. Dopo essere stato al banco degli imputati per quasi tre ore, alla fine la tensione ha cominciato a farsi sentire.
Il PM ha osservato che, di fatto, era stato il magistrato inquirente ad aver messo agli atti quelle cose.
«Un'ultima domanda», ha detto. Era interessato al lavoro di Martin in veste di collegamento legale tra la Church of Scientology International e le unità locali della chiesa, tra cui quella belga.
Verso il 2000, o forse nel 1999, aveva sottoposto un rapporto iniziale in cui diceva che, secondo le consulenze ricevute, non c'erano problemi in merito alla questione della protezione dei dati e della privacy, che potevano andare avanti. Ciononostante, i rapporti ricevuti dagli esperti avevano detto che, al contrario, la legge belga in questo campo era più severa di quella di altri paesi europei.
Se aveva capito la domanda, ha commentato Martin, il procuratore voleva sapere se lui, nei suoi resoconti alle altre parti della chiesa, aveva incluso una spiegazione dettagliata dei consigli ricevuti.
Sì, ha risposto il PM. «Che cosa dicevano quelle informazioni, e lei le ha passate alla chiesa belga?»
«Naturalmente», ha risposto Martin. «E' nel rapporto. Non avrei potuto citarlo se non fosse stato nel rapporto.»
«Ciò che ho letto», ha obiettato Caliman, «è che c'era un problema importante perché la legge belga è più severa di altre.»
«Sì, era chiaro che quel particolare esperto aveva una certa opinione della legge», ha risposto Martin. «E quello fu il motivo per cui era importante che la chiesa di Scientology locale consultasse i suoi propri esperti — e sono quasi certo che lo fece.»
Caliman ha poi fatto riferimento a un altro documento agli atti. Questo suggeriva che Martin non fosse stato contento dell'avvertimento dato da questo "cosiddetto esperto", come lo aveva definito. Quella persona aveva suggerito che per Scientology sarebbe stato meglio trasferirsi fuori dal Belgio così da non violare le sue severe leggi sulla privatezza.
Ma questo è irrilevante, ha ribattuto Martin. «Era un progetto che spettava alla Chiesa del Belgio mettere in atto. Non conosco i dettagli di quanto fecero a questo proposito. Qualsiasi cosa avesse detto quell'esperto — ma non significa che un altro esperto non possa aver detto diversamente.»
Il PM ha consultato gli atti. In effetti c'era davvero stato un altro esperto. Ma Martin era sembrato scontento che nessuno sembrasse in grado di offrire una soluzione al loro problema.
«Perciò quando Monsieur W. [Martin] dice che la legge fu rispettata, la mia — parziale — interpretazione è che quando un esperto dice che sarebbe meglio trasferirsi all'estero, e un altro solleva questioni sulle "Cartelle di Pre Clear", e Monsieur W. dice "per me non c'è problema" — che cosa ha da dire su questo? E' forse una cattiva interpretazione da parte mia?» (2)
«Credo di sì», ha risposto Martin. «Ma la farò breve. Qualsiasi cosa dicano gli esperti, è la loro parola. Non fu l'applicazione finale di ciò che alla fine fu fatto in merito alle leggi sulla protezione dei dati. Inoltre, credo che questo sia un grande esempio di come la chiesa cerchi di trovare una soluzione alle leggi sulla protezione dei dati, perché sta cercando di rispettare la legge.»
Caliman non è sembrato soddisfatto. La sua accusa contro la Chiesa di Scientology non era di aveva mancato di informarsi sulle leggi rilevanti, ma che dopo averlo fatto, non aveva preso le misure adeguate.
Martin ha insistito che la chiesa aveva rispettato la legge. «Non ho i dettagli, ma la chiesa ve li fornirà.» Era ovvio, però, che avevano consultato degli esperti per avere il loro parere. (3)
Il giudice Régimont gli ha ricordato che spettava alla corte decidere se Scientology avesse o meno violato la legge in quell'ambito o se, come sosteneva l'imputato, era tutto in ordine. «Le cose vanno così.»
«Assolutamente d'accordo», ha replicato Martin. «L'unica cosa che vorrei aggiungere è che tutto questo dimostra la buona fede della chiesa.»
E con questo si sono conclusi esame e contro-esame. Martin W. è rimasto sul banco degli imputati per oltre tre ore.
Note dell'autore:
1. Le due direttive citate dal Pubblico Ministero sono: "Il Dipartimento degli Affari Ufficiali" del 13 marzo 1961 e "Valutazione: La situazione" del 15 marzo 1977.
2. Le cartelle di Pre-Clear contengono gli appunti presi dagli auditor di Scientology, o assistenti, durante le sedute di auditing. Esse contengono spesso informazioni molto personali ed è questo il motivo per cui sono rilevanti alla luce delle severe leggi sulla privatezza e sulla protezione dei dati vigenti in Belgio.
3. Più avanti nel processo, durante le arringhe della difesa, è stato chiamato un perito di parte esperto nelle leggi belghe sulla protezione dei dati il quale ha discusso nel dettaglio che di fatto Scientology non aveva violato quelle leggi. Potete leggere le argomentazioni del Prof. Jos Dumortier in questa serie di tweet di quel giorno. Il giudice è poi passato all'esame dell'imputata successiva, Myriam Z.*, l'unica dei 12 imputati ad essere stata rinviata a giudizio in entrambi i procedimenti in discussione.
Il caso contro di lei e la Chiesa di Scientology del Belgio è infatti la somma di due diverse indagini poi confluite in un unico procedimento. Il primo risale al 1997, quando le autorità aprirono un'inchiesta per possibile truffa e violazione della fiducia a seguito delle denunce di alcuni ex membri. La seconda prese avvio nel 2008 quando Actiris, l'ufficio di collocamento della regione di Bruxelles, presentò denuncia sostenendo che Scientology aveva usato delle false offerte di lavoro per cercare di reclutare nuovi membri.
Myriam proviene dalla zona fiamminga del Belgio e, sebbene il processo si tenga in lingua francese, lei ha preferito rispondere nella sua lingua madre. Il giudice Régimont ha iniziato l'interrogatorio facendole domande sulla sua esperienza Scientology, come aveva già fatto con tutti gli altri imputati.
Il suo primo contatto con Scientology, ha raccontato la donna, avvenne grazie a un'amica che le diede una copia di Dianetics (libro del fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard). «Lo lessi in un mese e mi sembrò molto interessante.» (1)
All'inizio era solo un membro come tanti, fece qualche corso e un po' di auditing (una specie di terapia basata sulla confessione che gli scientologist presentano come una forma di assistenza spirituale).
«La consulenza pastorale mi fu di grande aiuto», ha raccontato. «Servì a dare risposta a un gran numero di domande che avevo sulla vita.»
Faceva l'insegnante di olandese [l'altra lingua parlata in Belgio — NdT] per adulti. Il giudice Régimont ha consultato le sue carte e le ha fatto notare che aveva lavorato anche per la U-Man, un'azienda gestita da scientologist e in linea con gli insegnamenti Scientology. La donna ha confermato di aver cominciato con loro con qualche lavoro occasionale, per poi diventare una loro consulente.
Pressata un po' dal giudice, ha ammesso che, nonostante fosse una consulente indipendente, per diversi anni la U-Man era stata il suo unico cliente.
Nel 1999 era già diventata membro dello staff della Chiesa di Scientology dove, oltre al suo lavoro normale, traduceva libri Scientology in olandese su base volontaria e gratuita.
Fu in quel periodo che arrivò a occupare incarichi di rilievo nella Chiesa di Scientology del Belgio, tra cui quello di Direttore degli Affari Speciali (DSA). Il DSA è una specie di branca locale dell'Ufficio degli Affari Speciali (OSA) di Scientology.
Il giudice aveva già espresso grande interesse per OSA e aveva chiesto in particolare a uno degli imputati se in realtà non si trattasse del servizio di sicurezza di Scientology: cosa che l'uomo aveva negato. Anche Myriam ha descritto il suo incarico come un lavoro di pubbliche relazioni e attività di collegamento con i media. Dopo il rapporto parlamentare del 1997 sulle sette — ha aggiunto — circolavano molte chiacchiere su Scientology che andavano corrette.
«La mia esperienza Scientology era stata positiva, perciò il mio intento era presentare questo aspetto positivo di Scientology.» Si era anche data da fare per fare avere alla stampa dei libri su Scientology.
«Sono pubbliche relazioni», ha detto il giudice Régimont. «Ma lei ebbe anche altri ruoli. Nel 1999 ne ebbe uno che andava molto oltre.» Stava pensando in particolare al suo lavoro di raccolta di informazioni sull'applicazione delle leggi relative alla privacy. Le ha ricordato i floppy disc sequestrati dagli investigatori durante una delle irruzioni nei locali di Scientology.
In precedenza il giudice aveva interrogato su quei dischetti Martin W., uno degli altri imputati. Martin, che all'epoca in questione lavorava per OSA, aveva detto di aver trasmesso a diverse chiese di tutt'Europa — compresa la Chiesa di Scientology del Belgio, le opinioni di esperti che aveva raccolto in merito alle leggi sulla privacy.
«Fu Martin W. a darle quelle informazioni nelle settimane immediatamente successive all'inizio del suo lavoro», ha sottolineato il giudice. Myriam ha riconosciuto che la faccenda della privacy era arrivata sulla sua scrivania poco dopo aver assunto l'incarico, in agosto 1999.
Il giudice era curioso sui motivi per cui l'allora presidente della chiesa, il coimputato Vincent G., non si era occupato della questione. Myriam ha spiegato che il presidente era impegnato con la gestione quotidiana della chiesa: «E' responsabilità del DSA studiare quel tipo di cose e vedere come applicarle.»
«E lei che cosa fece?», le ha domandato il giudice. «Perché qui sta il problema, secondo la Procura.» (La Procura sostiene che in base alle leggi belghe sulla privacy e la protezione dei dati, Scientology non aveva il diritto di conservare il tipo di informazioni molto personali contenute in alcuni dei fascicoli mantenuti sui membri).
«Martin W. ha detto di aver fatto uno studio globale e di aver trasmesso le informazioni alle varie chiese», le ha ricordato il giudice Régimont. «Ma la Procura ritiene che lei abbia fatto male il suo lavoro.»
Myriam è sembrata sapere che cosa aveva in mente il giudice: un caso che coinvolse un certo Monsieur G. il quale aveva richiesto che i suoi dati fossero cancellati dai database di Scientology. Lei aveva contattato la Commissione per la Protezione della Privacy del Belgio per sistemare la faccenda. «Me ne occupai e domandai alla persona che gestiva quei fascicoli se vi fossero altri casi di quel tipo, e quella persona mi mandò una cartella.»
« Monsieur W. le diede un documento: uno studio relativo alla vita privata, dicendole che poteva forse esserci un problema», le ha ricordato il giudice (che si stava riferendo a Martin W.). «Ha dichiarato che era di natura generale e che lo aveva trasmesso agli uffici locali.» In quel momento, come aveva spiegato l'imputato, spettava agli uffici individuali intraprendere le azioni necessarie. E a quel punto entrava in ballo lei.
«Da quel che comprendo, lei fece più che contattare la Commissione per la Protezione della Privacy», ha continuato il giudice. Aveva intrapreso azioni in base alle informazioni che le aveva inviato Martin W.? Aveva contattato un avvocato? «Fece passi concreti per vedere come andava applicata la legge? Che cosa fece, in concreto?»
Il suo primo impegno, ha ricordato la donna, fu di risolvere il problema con quel Monsieur G. In seguito, nel settembre 1999, aveva cominciato ad approfondire la questione della privacy — ma fu allora che arrivarono le irruzioni della polizia. (2) E quando in ottobre finalmente la polizia se ne andò, visto il disordine lasciato era occorso un po' di tempo per rimettersi al lavoro.
Ma tutto questo era nel 1999, ha sottolineato il giudice. La legge che rileva è entrata in vigore nel 1991. La chiesa non aveva mai studiato la questione, prima del 1999?
«Non lo so», ha risposto Myriam. Sapeva che sui moduli di iscrizione si citavano delle cartelle religiose, ma non ricordava di preciso che cosa si dicesse.
«Prima del suo arrivo, chi gestiva questo tipo di problema?», le ha domandato il giudice. «C'era qualcuno che se ne occupava prima del 1999?»
La donna ha risposto che nell'anno precedente al suo arrivo nessuno aveva fatto quel particolare lavoro. Il giudice è apparso sorpreso. «Dopo tutto è una funzione molto importante», ha commentato. «E' un ruolo che fa da collegamento tra il mondo esterno e la Chiesa di Scientology del Belgio.» E le ha ricordato che già da parecchio tempo Scientology era vista male, non solo dai media, ma anche da altri. Il suo predecessore non aveva lasciato istruzioni?
Myriam ha citato di nuovo le irruzioni della polizia.
«Dunque è colpa della polizia?», le ha domandato il giudice.
La donna ha cercato di spiegare che quando quell'agosto assunse l'incarico, non aveva avuto accesso a tutti gli archivi; che quel compito era stato uno tra i tanti che doveva svolgere; e che dopo le irruzioni della polizia aveva dovuto cercare di far fronte a tutta la stampa negativa che ne era seguita.
«Quindi le irruzioni le impedirono di lavorare?», le ha domandato di nuovo il giudice.
«Esattamente», ha risposto Myriam. «Ci avevano portato via quasi tutti i documenti», anche quelli dell'amministrazione, tanto che compilare la dichiarazione IVA era stato problematico.
Il giudice ha provato di nuovo: dunque quando aveva ereditato quella responsabilità, non aveva avuto alcun aiuto su come gestire le leggi sulla privacy? E quei formulari che le fecero compilare quando si unì allo staff, formulari come la "Life History", «quando le chiesero di riempirlo, lei non fece domande?», domandò il giudice meravigliato.
Il formulario detto "Life History" comprende domande molto intime, per esempio si deve fornire un elenco dei propri partner sessuali del passato e di tutte le "perversioni" praticate.
La donna ha risposto che aveva riempito quel formulario perché il lavoro lo richiedeva. «Però sì», ha aggiunto, «qualche domanda me la feci.» Poi ha spiegato che «dal punto di vista morale devi rispettare certi standard — anche chi sta per cominciare l'auditing (la consulenza Scientology) deve rientrare in un livello etico decisamente alto.»
«Quindi a lei, alla fine, rispondere a domande estremamente personali andava bene», ha suggerito il giudice.
«Sapevo che quel documento non sarebbe stato usato per scopi diversi, quindi per me non c'erano problemi», ha risposto la donna.
Il giudice è sembrato non capire bene, quindi Myriam si è spiegata meglio: «Avevo sufficiente esperienza della Chiesa di Scientology da sapere che nella stragrande maggioranza dei casi potevo fidarmi delle persone.»
Note dell'autore:
1. Il libro di Hubbard del 1950, Dianetics: the Modern Science of Mental Health [tradotto in italiano prima come Dianetics: scienza moderna della salute mentale e in seguito Dianetics: la forza del pensiero sul corpo — NdT] è stato il primo libro nel campo dell'auto-aiuto. Dianetica fu il precursore di ciò che in seguito diventò Scientology, e alla fine fu incorporata nel sistema (ci si riferisce spesso al libro solo con le iniziali del titolo: DMSMH).
2. L'irruzione della polizia nei locali belgi di Scientology ebbe luogo il 30 settembre 1999. Il giudice Yves Régimont aveva già chiesto a Myriam Z. perché Scientology-Belgio non si era data da fare per ottemperare alle rigide leggi sulla privacy introdotte nel paese nel 1991.
La donna aveva assunto l'incarico di Direttore degli Affari Speciali (DSA) della Chiesa di Scientology di Bruxelles nell'agosto 1999 — poco prima delle irruzioni della polizia di settembre — e quello era un compito che spettava a lei.
Ora il giudice è tornato alle informazioni sensibili e molto personali che la chiesa conserva sui suoi membri, informazioni sparse nei vari documenti Scientology che gli investigatori avevano sequestrato. E' partito dai "folder del Pre-Clear" [PC], cartelle che contengono gli appunti dell'auditing, o consulenza pastorale, degli scientologist (e che quindi quasi inevitabilmente comprendono i dettagli intimi della loro vita).
Come parte del suo lavoro aveva accesso alle cartelle dei PC? Myriam ha risposto che poteva accedere solo alle cartelle dei suoi Pre-Clear.
«Ma io intendo in senso generale. Abbiamo sentito molto parlare di quelle cartelle.» Alcuni vi potevano accedere, altri no, ha puntualizzato il giudice. « C'est un peu flou » [non è molto chiaro].
Quelle cartelle venivano tenute sotto chiave? Erano solo l'auditor e il funzionario di etica ad avere accesso a quei dati? Ormai il giudice Régimont ha acquisito familiarità con la terminologia Scientology: l'auditor è la persona che consegna l'auditing, la consulenza pastorale, al Pre-Clear, cioè lo scientologist che si trova a un livello meno avanzato del progresso in ciò che i credenti definiscono "Ponte della Libertà Totale". Il funzionario di etica è quel membro del personale che ha la responsabilità di applicare — e se necessario di costringere a rispettare — le regole Scientology.
Vi avevano accesso l'auditor e il supervisore del caso, ha risposto Myriam. (Il supervisore del caso fa la supervisione del progresso dello scientologist attraverso i vari corsi). A volte è possibile chiedere a un altro auditor di visionare la cartella, se lo si ritiene necessario.
Per cui, in qualità di auditor, lei aveva il diritto di consultare la cartella del PC, ha concluso il giudice.
«Sì», ha risposto Myriam. «Se me lo chiedono in un contesto specifico», aggiungendo che dipende dal contesto.
«Quello non è importante», ha commentato il giudice. «Ciò che importa è sapere se lei poteva farlo.» (Probabilmente aveva in mente i rigidi termini della legge sulla privacy belga).
«Quello che a me interessa è: in un rapporto auditor-audito, c'è accesso?» Vale a dire: in qualità di auditor, si può avere accesso alla cartella di qualcun altro — anche di qualcuno che non è necessariamente un suo auditor?
«In casi specifici, sì», ha risposto Myriam.
Il giudice Régimont ha insistito: che tipo di casi?
La donna ha cercato di spiegarsi meglio — allungando l'elenco delle persone che teoricamente possono avere accesso ai folder dei PC: dagli auditor e supervisori del caso, al cosiddetto supervisore tecnico.
Il giudice ha detto al cancelliere di prendere nota formale: in teoria l'auditor può consultare qualsiasi cartella dei PC...
«No», ha obiettato Myriam, «così non è corretto. Forse in un caso specifico, ma non a tutti i folder.»
«Qui mi sto rifacendo agli atti della Procura», ha fatto presente il giudice e ha continuato a dettare al cancelliere. In quanto DSA, i cui compiti comprendono le azioni per assicurare la sicurezza della Chiesa di Scientology, e in quanto auditor la donna era nella posizione di consultare le cartelle di "X" o di "Y" che potevano rappresentare un problema per la chiesa.
«No, non lo avrei fatto», ha protestato Myriam.
«Ma avrebbe potuto?», le ha domandato il giudice.
«Se c'era un problema, spettava all'auditor o al supervisore del caso», ha risposto la donna.
«Ma in caso di problemi lei sarebbe stata informata», ha commentato il giudice. «Che cosa avrebbe detto? "Questa persona ha idee strane?" Come funziona?»
«Per esempio», ha replicato Myriam. «Una persona dice di non voler continuare quel servizio e di non volere più essere audita, e di voler smettere di frequentare la chiesa — ed è morta lì.»
«Ma questo contraddice tutto quello che abbiamo sentito fino ad ora!», ha esclamato il giudice, riassumendo ciò che aveva capito della situazione: «Le cartelle dei PC sono personali e riguardano la relazione auditor-audito. Ma se qualcuno dice di non voler continuare, l'auditor dice: "Attenzione! Monsieur X vuole lasciare la chiesa". E questo non contraddice forse la natura confessionale della cartella di Pre-Clear?»
Ma loro lasciano che quella persona se ne vada, ha ribattuto Myriam.
Non era però quanto il giudice aveva compreso dalle dichiarazioni sue e degli altri imputati. Il quadro del giudice era totalmente diverso: punto che ha ripetutamente ribadito durante la prima settimana del processo.
Ciò che lui aveva capito ascoltando gli imputati, ha precisato, è che a ricevere informazioni sensibili è l'auditor, durante le sedute di auditing. L'auditor è vincolato al segreto del confessionale, ma può parlarne con il supervisore del caso che, a sua volta, parla con il DSA — ed è il DSA che determina se quella persona può rappresentare un problema per la chiesa.
« C'est quand même contradictoire », ha commentato il giudice. Era in contraddizione con quanto Myriam gli aveva appena detto.
Ma non è così, ha insistito Myriam. «Se qualcuno dice "non fa per me, voglio smettere, l'auditing non fa per me e voglio andarmene", allora è morta lì.»
Non si presenta necessariamente un problema per la chiesa e ha aggiunto, a mo' di esempio: «E' il modo in cui organizzi le cose così che quella persona possa lasciare la chiesa e si possa fare il necessario: cancellare il suo nome dagli archivi così che non venga ricontattata.»
«E' quanto lei dice adesso», ha replicato il giudice. «Ma abbiamo visto che se si lascia la chiesa senza chiedere di essere cancellati dagli archivi...»
«C'è differenza tra chi smette per un po' di venire perché ha altro da fare e chi dice "Non fa per me"», ha detto Myriam. «Conosco personalmente della gente che ha pagato per certi servizi poi ha deciso di non continuare e ha chiesto un rimborso. Lo abbiamo rimborsato e abbiamo cancellato il suo nome dai nostri archivi.»
Il giudice è tornato ai documenti agli atti.
«So che lei non è direttamente coinvolta, ma siamo a conoscenza del caso di Madame A.», ha esordito. Régimont si stava riferendo a uno dei casi già discussi con altri imputati, quello di una donna che aveva tentato il suicidio. Gli scientologist avevano cercato di farle firmare un documento che sollevava la chiesa da ogni responsabilità. Ciò che nello specifico interessava al giudice era la possibilità che informazioni contenute in una cartella apparentemente confidenziale potessero essere trasmesse ad altri. E, come ha suggerito, quello era sicuramente un tipo di caso che sarebbe finito nell'ufficio del Direttore degli Affari Speciali.
«E' successo prima del mio arrivo», ha precisato Myriam.
«Ma se un caso così fosse successo quando era lei a rivestire quell'incarico, l'ufficio del DSA ne sarebbe stato informato oppure no?», le ha domandato il giudice.
«Se davvero non vuole restare nella chiesa, è importante che quella persona possa andarsene in modo giusto e sereno», ha risposto la donna. «Glielo avranno già detto.»
A questo punto è intervenuto il suo avvocato, Maître Johan Scheers. Uno dei compiti della donna era riconoscere i rimborsi. I documenti agli atti facevano riferimento a quattro cartelle confidenziali, ma che cosa contenevano quelle cartelle? Null'altro che corrispondenza relativa ai rimborsi.
«Comprendo, Maître. Avrà la possibilità di spiegare il suo punto di vista», gli ha risposto il giudice.
« J'attends que ça », ha commentato l'avvocato con un sorriso.
Il giudice Régimont ha fatto correggere l'annotazione dettata al cancelliere. La Sig.ra Z. veniva informata che qualcuno voleva andarsene solo dall'auditor o dal supervisore del caso — da nessun altro — e solo perché la gestione dei rimborsi era parte del suo lavoro. In nessun caso riceveva informazioni di natura personale dall'auditor o dal supervisore del caso.
Questa correzione è sembrata soddisfare l'imputata, così il giudice è passato alla questione successiva. Nel corso di una perquisizione a casa sua, la polizia aveva trovato dei documenti relativi sia al magistrato inquirente che gestiva il caso, sia al Pubblico Ministero Sig. Caliman. Che cosa ci facevano lì?
«Dopo le prime irruzioni della polizia la comunità Scientology era sotto shock», ha spiegato la donna. «Le irruzioni arrivarono a seguito della denuncia di una persona che voleva un rimborso due anni dopo essersene andata, quanto avrebbe invece dovuto richiederlo entro tre mesi.
«Perciò mandarono 110 poliziotti nella nostra comunità della Chiesa di Scientology, inoltre la stampa ne fu informata due ore prima.» Lei ne aveva avuto notizia mentre era in auto. Verso mezzogiorno le aveva telefonato un giornalista chiedendole ragguagli. «Non sapevo nulla di quanto stava accadendo.»
Verso le 14,00 arrivò nei locali della chiesa e trovò poliziotti dappertutto. «Ero scioccata, non sapevo ancora che cosa stesse succedendo...», ha aggiunto. «In seguito venni a sapere che si erano presentati anche a casa di diversi membri della chiesa.»
«E in diverse aziende presumibilmente collegate alla Chiesa di Scientology», ha aggiunto il giudice.
Sì, ha risposto Myriam. «Fu una cosa veramente sproporzionata rispetto alla singola denuncia di una persona che se n'era andata.»
Ma il giudice non era intenzionato a ignorare questa affermazione.
«Come faceva a sapere che era sproporzionata?», le ha domandato. «Non sapeva che si trattava solo di quello. La persona aveva detto molto altro.»
«All'epoca non lo sapevo», ha risposto la donna.
«Dunque all'epoca lei non poteva sapere di che cosa si trattava», ha commentato il giudice.
«All'epoca non lo sapevamo», ha ammesso lei. «Ma in seguito siamo venuti a sapere che si trattava di una sola persona.»
«Avevate però letto la sua denuncia», ha detto il giudice. «Non si trattava solo del rimborso, ma di una serie di motivi.»
«Lessi la denuncia», ha risposto Myriam, «Ma riguardava cose prima di me.»
Il giudice Régimont ha insistito.
«La donna lamentava molto più del rimborso...», ha proseguito. «Quando un magistrato inquirente riceve una denuncia di quel tipo beh, non sono stupidaggini.»
«Non lo so», ha detto Myriam. «Ma tutta la chiesa restò paralizzata. Non potevamo più offrire servizi. La polizia entrò nelle stanze di auditing, gli uffici furono messi sotto sequestro e non potevamo più funzionare come chiesa. Siccome non sapevamo che cosa stesse succedendo, volevamo sapere chi fosse questo Van Espen — e i giornalisti ci dettero degli articoli.» Jean-Claude Van Espen è il magistrato inquirente che gestì la prima parte dell'indagine. (1)
E la "propaganda nera"? Ha domandato il giudice. Martin W., l'imputato precedente, ha detto che non viene praticata dalla chiesa. Lei lo conferma?
Myriam ha confermato la posizione del suo collega. «Volevamo solo sapere che cosa stesse succedendo. Sapevamo che Van Espen era stato sentito da una Commissione parlamentare ma non sapevamo in merito a cosa.» (1) Volevano accertarsi che l'investigazione sulle loro attività fosse onesta, senza preconcetti.
«Ma quelli erano articoli della stampa», ha commentato il giudice. «e — con tutto il rispetto per la stampa — non sono sempre accurati.»
«Volevamo solo sapere che cosa stesse succedendo», ha insistito Myriam.
Su richiesta della difesa, il giudice ha dettato al cancelliere una nota speciale sul fatto che la donna era venuta a sapere dell'irruzione della polizia del 1999 da un giornalista — e prima ancora che l'irruzione partisse.
Erano quasi le 11 e l'imputata era alla sbarra da quasi due ore. Il giudice voleva approfondire anche un'altra questione — la seconda indagine lanciata qualche anno dopo e in merito alla quale pendevano accuse contro di lei. Perciò dopo una breve pausa il giudice ha ripreso l'esame in merito agli annunci di lavoro che Scientology aveva fatto pubblicare sui giornali locali, annunci che avevano innescato la seconda indagine e un'altra serie di irruzioni della polizia.
Note dell'autore:
1. Van Espen testimoniò a una Commissione parlamentare che nel 1996-7 (molto prima delle irruzioni della polizia del 1999) approfondì la questione delle sette. Una scorsa veloce del rapporto della Commissione chiarisce che Scientology non fu l'unico movimento religioso su cui indagò. In seguito, un articolo della rivista Scientology Ethique & Liberté lo accusò di aver «testimoniato contro delle minoranze religiose.» |
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