E' giunto alla fine il procedimento che ha visto imputati 12 dirigenti e due associazioni della Chiesa di Scientology con accuse che vanno dalla truffa all'abuso della professione medica, fino all'associazione criminale. La sentenza è prevista per l'11 marzo 2016 Cronaca di © Jonny Jacobsen, dicembre 2015-marzo 2016
Il giudice Yves Régimont aveva lasciato che Marc B.* spiegasse il suo ruolo in Scientology e il suo lavoro nell'ufficio dei diritti umani di Bruxelles. Dopo aver chiarito questi punti, era ora pronto a ingranare la marcia e presentargli alcuni dei casi più spinosi contenuti negli atti del processo.
Che cosa ne pensava Marc dei casi già discussi con i suoi co-imputati? Gli ha chiesto il giudice, che manteneva la netta impressione che una volta entrati in Scientology si è presi per mano al punto che bisogna semplicemente raggiungere "ad ogni costo" il livello successivo, che lo si voglia oppure no.
«Se la si osserva dall'esterno... », ha aggiunto il giudice senza finire la frase, ma il giorno precedente aveva già chiarito la sua posizione: perché, aveva ripetutamente chiesto, Scientology insiste nell'immischiarsi nella vita privata delle persone?
«Lei che cosa ne dice?», gli ha chiesto il giudice. «"Non capisce"?»
Maître Pascal Vanderveeren, avvocato della Chiesa di Scientology del Belgio, non è parso troppo contento di questa linea di esame. Il che era forse comprensibile dato il modo in cui alcuni degli imputati precedenti avevano risposto ai punti proposti loro dal giudice (più di uno era stato ridotto in lacrime). Marc B. è però parso contento di rispondere.
Per la corte era molto difficile, ha detto. Il giudice poteva valutare unicamente su quanto aveva davanti, cioè la tesi dell'accusa, anche se non era obbligato a seguire la stessa linea. «Non sono specializzato in legge», ha continuato, «ma se osservo le persone che hanno presentato queste denunce, che cosa vedo? Vedo che erano persone che hanno frequentato la chiesa.» Se le loro lamentele erano fondate o meno era un'altra questione — ha proseguito. Perché quando hai qualcuno che ha lasciato un movimento allora hai a che fare con un apostata, ed evidentemente c'è la tendenza a "bruciare" ciò che un tempo adoravano. (1)
«Ma se si parla con la comunità scientology allora si ha una storia totalmente diversa. Le diranno "Sono andato dal Funzionario di Etica, e mi ha aiutato".» (in Scientology i funzionari di Etica trattano le violazioni delle regole ecclesiastiche). «Ma comprendo perché mi fa questa domanda.»
Il giudice non è parso soddisfatto. Gli ha chiesto se non riusciva a capire che delle persone non dicevano semplicemente di non credere più a Scientology, dicevano invece di essere state buggerate.
«Non so che cosa è successo a quelle persone», ha risposto Marc B. « C'est un sujet merveilleusement vain, divers et ondoyant que l'homme », ha aggiunto citando Montaigne ("L'uomo è un soggetto meravigliosamente vano, vario e ondeggiante"). (2) «Ma questo non scuote il mio attaccamento a Scientology. Io e mia moglie abbiamo ricevuto tantissimo.»
Forse erano stati commessi degli errori, ha ammesso, «Ma avevamo a che fare con la natura umana.»
Nel riferirsi alle sue carte, il giudice Régimont ha citato un ulteriore caso, uno non ancora presentato alla corte. Riguardava un ex scientologist, un certo Sig. P., che era stato membro attivo tra il 1980 e il 1987.
L'uomo aveva riferito agli investigatori che verso il 1986 si era reso conto che la Chiesa di Scientology del Belgio veniva costantemente pressata dalla madre chiesa di Los Angeles per spingere la gente a comprare corsi e libri — ma soprattutto libri perché il denaro sarebbe stato poi pagato alla casa editrice Scientology con sede in Danimarca, la New Era Publications.
Le org di livello superiore spingevano per vendere più libri che servizi, così che i soldi fossero destinati a loro. Erano arrivati al punto che i soldi originariamente versati per acquistare futuri corsi dovevano essere spostati sull'acquisto dei libri così da massimizzare le somme da inviare all'estero. Ma spostare il denaro dai servizi ai libri richiedeva l'autorizzazione dei fedeli.
Il personale dell'org di Bruxelles riceveva pressioni costanti per convincere i fedeli a modificare la destinazione di quanto avevano sul conto. «Eravamo obbligati a persuaderli a cambiare la destinazione dei soldi, a fargli comprare i libri», aveva spiegato Monsieur P. Perciò trasferivano quella pressione sui clienti fino a farli cedere. Anche parte delle somme depositate per l'acquisto di servizi venivano pagate alle org superiori in Danimarca e a Los Angeles. Il resto serviva per tenere accese le luci dell'org di Bruxelles.
Il Sig. P. aveva detto agli inquirenti che una volta resosi conto di quanto stava accadendo, aveva fatto richiesta di una investigazione — quella che nel gergo Scientology si chiama "Commissione di Inchiesta". Era il suo modo di denunciare la pratica attraverso i giusti canali Scientology.
In risposta arrivò da Copenhagen una squadra di scientologist che lo sostituirono e gli ordinarono di andare in Danimarca per un "maneggiamento di etica". In breve, era lui a dover essere punito per aver lanciato l'allarme. Monsieur P. si era rifiutato e aveva preferito dimettersi prima della scadenza del suo contratto di cinque anni, a quel punto la chiesa pretendeva che lui pagasse tutti i servizi Scientology di cui aveva usufruito gratuitamente mentre era staff. L'uomo preferì interrompere tutti i contatti.
Poco dopo ricevette un documento che lo informava che era stato dichiarato "Persona Soppressiva" — nemico di Scientology — la sanzione più severa applicabile a uno scientologist. (3)
«Sono crollato sia fisicamente, sia psicologicamente», aveva raccontato l'uomo agli investigatori. Essere dichiarato "soppressivo", essere escluso da Scientology lo aveva lasciato con la sensazione di valere meno di niente, era la punizione definitiva e per riprendersi gli ci erano voluti tre anni.
Il giudice Régimont ha alzato la testa dai documenti e ha guardato Marc B. «Quest'uomo fu escluso e si ammalò», gli ha detto. Era un membro senior dello staff «... che aveva notato qualcosa di sbagliato nella Chiesa di Scientology del Belgio e lo aveva denunciato ai superiori.
«"Siamo qui per aiutare le persone"», ha proseguito il giudice ricordando a Marc B. ciò che i suoi co-imputati avevano ripetuto durante tutto il processo. Ma come era stato trattato Monsieur P.? Gli era stato ordinato di andare a Copenhagen per un "maneggiamento di etica".
«Io non c'ero», ha risposto Marc B. «Non so che cosa fece o non fece. Era onesto o disonesto? Si era comportato male? Ho alle spalle oltre 50 anni di carriera Scientology e ho visto soltanto persone trattate con correttezza, salvo qualche rara eccezione qui e là.
«Davanti a lei c'è una comunità fatta di persone oneste che vogliono aiutare le persone. Perciò se c'è questo Sig. P., bene, non so che cosa quest'uomo ha fatto. Scientology mi ha dato moltissimo come essere spirituale e non è cosa da poco — come un essere immortale e spirituale», ha continuato, «perciò le cose vanno contestualizzate.»
In riferimento a questo Sig. P. ha aggiunto: «Ha fatto quel che ha fatto... » e in ogni modo «non penso che la Chiesa di Scientology debba essere rovinata da questa cosa, perché questa è una cosa che doveva sistemare lui.»
«Se capisco bene, dunque, è parzialmente colpa sua», ha detto il giudice.
«Sì», ha risposto Marc B.
«Ma questo non è l'unico esempio agli atti», ha continuato il giudice. «Può essere che centinaia di membri siano soddisfatti, ma è forse in un sistema in cui quando qualcuno comincia a fare delle difficoltà... dovete fare di tutto per fargli cambiare idea, oppure lo punite o lo escludete?»
«Visto che parliamo di sistemi», ha detto Marc B., «Gli obiettivi di Scientology sono molto chiari... le persone acquisiscono un senso di pienezza, di completezza spirituale. Gli scientologist sono persone responsabili», era sufficiente guardare ciò che fanno nella società, le loro campagne anti-droga, per i diritti umani, le loro opere umanitarie. «Tutto in Scientology va nella direzione di aiutare il prossimo.
«Abbiamo molto parlato di etica», ha continuato. «Ogni scientologist comprende molto presto che se non si comporta in modo etico non può progredire in Scientology, quindi l'etica è ciò che caratterizza il gruppo. Aiuto reciproco, aiutare il prossimo — e personalmente, quello è il mio scopo principale, far progredire la mia religione per la salvezza delle anime.»
Quando il giudice è tornato sulla questione di quanto sembri difficile abbandonare Scientology, Marc B. ha insistito: «Una volta che qualcuno dice no, è no.»
Pressato su questo punto, ha aggiunto: «Consideriamo le persone non solo come dei corpi, ma come degli esseri spirituali immortali. Se vedi le persone in questo modo ne ricavi un forte senso della responsabilità e se qualcuno vuole andarsene, farai di tutto per convincerlo che in Scientology c'è un percorso. Ma chi vuole restare resta, chi non lo vuole fare se ne va. Hubbard lo disse chiaramente, se una persona vuole andarsene, che se ne vada.»
«Ma questo chiaramente non è il caso», ha obiettato il giudice Régimont. Da tutto ciò che lui e gli altri avevano detto, era chiara la loro convinzione di avere qualcosa che può salvare le persone. «Ma dovete proprio salvarli anche quando non vogliono essere salvati?» Le punizioni servono per il loro bene, e questo lo aveva capito. Ma perché fanno assolutamente tutto il possibile per convincere un dissidente che lui sbaglia e che Scientology ha ragione?
«Non è ciò che facciamo», ha risposto Marc B. «Se uno vuole andarsene, che se ne vada... e a ogni modo, non puoi mai trattenere qualcuno contro la sua volontà. Mai.»
Il giudice ha suggerito che, in ultima analisi, l'accanimento (acharnement) per cercare di dissuadere dal lasciare Scientology può essere controproducente. Non avrebbero avuto «meno problemi, meno denunce dagli scontenti» se non avessero insistito per cercare di convincere la gente a restare?
«Non è che si deve arrivare a disgustare al punto che si deve dire "adesso basta, guardate che cosa mi avete fatto!"» Dopotutto, era proprio quello che aveva finito per fare Monsieur P., ha sottolineato il giudice Régimont.
«No, no», ha ribattuto Marc. «A me è successo che persone scontente sono venute da me e abbiamo parlato, alcune sono rimaste, altre no... ma se una persona è venuta in Scientology poi se ne va, noi abbiamo la responsabilità di scoprire che cosa è andato storto — e credo che non esista una sola religione che lascerebbe andar via la gente così. Abbiamo una responsabilità.»
«Questo è normale», ha detto il giudice. «Ma se dopotutto se ne vogliono ancora andare, dovete davvero insistere per farli restare? Forse c'è qualcosa che mi sfugge, ma comprendo la reazione. "Bon Dieu! Bon sang! Ma dovete assolutamente impormi la visione della chiesa?!»
«Comprendo ciò che sta dicendo», ha ribattuto Marc. Ma i racconti a cui stava facendo riferimento il giudice provenivano dagli atti dell'accusa. «In realtà, se qualcuno vuole andarsene può farlo.»
Note dell'autore:
1. Sembra essere un riferimento al famoso battesimo alla fede cattolica del re franco Clodoveo nel V secolo. "Courbe la tête, fier Sicambre, adore ce que tu as brûlé, brûle ce que tu as adoré." ("Piega il capo, fiero Sicambro: adora ciò che hai bruciato e brucia ciò che hai adorato").
Per quanto riguarda le denunce a cui ha fatto riferimento Marc B., tutti i querelanti si sono ritirati dal caso prima dell'inizio del processo, oppure hanno raggiunto un accordo privato con Scientology. La pubblica accusa è stata però in grado di istruire il caso penale basandosi sulle dichiarazioni che avevano fatto a suo tempo.
2. Non sono sicuro se ha citato l'intero passaggio, che dice: « Certes, c'est un sujet merveilleusement vain, divers et ondoyant, que l'homme. Il est malaisé d'y fonder jugement constant et uniforme. » Tratto dai Saggi di Montaigne, 1595.
3. I membri ortodossi devono "disconnettere" da chiunque sia dichiarato "soppressivo", vale a dire non potere avere più contatti di nessun tipo con lo scomunicato, altrimenti si rischia di essere a propria volta "dichiarati" e quindi esclusi. Dopo avere interrogato Marc B. sul suo ruolo in Scientology e averlo pungolato su alcuni dei casi più spinosi presentati dall'accusa, il giudice Régimont ha cambiato registro.
«Si è mai interessato a come veniva gestita la Chiesa di Scientology del Belgio?» (Marc B. lavorava per l'ufficio dei diritti umani di Scientology, un organismo a parte).
L'imputato ha risposto di essere stato a conoscenza delle difficoltà che a un certo punto la chiesa locale incontrò per pagare le bollette, perciò aveva fatto domande. Ma a parte essere un ministro di Scientology, lui non aveva alcuna autorità sulla Chiesa di Scientology del Belgio per cui si era limitato a notificare alle persone giuste che la situazione andava risolta.
Il giudice gli ha chiesto se aveva condotto delle indagini personali per salvare la Chiesa di Scientology del Belgio.
«Certo, era il mio compito di ministro. Se non l'avessi fatto non mi sarei potuto guardare allo specchio.»
Il giudice ha consultato gli atti e ha fatto notare che l'imputato era coinvolto nel caso di Mme V. Régimont aveva già sollevato il suo caso con altri due imputati. Era la donna a cui erano stati rifiutati i servizi Scientology proprio nel momento in cui si trovava in uno stato di grave disagio psicologico. Gli scientologist avevano persino cercato di farle firmare un documento che sollevava il movimento da qualsivoglia responsabilità nel suo tentato suicidio. (1)
Marc B. ha spiegato che il marito della Sig.ra V. si era rivolto a lui raccontandogli i problemi della moglie. Aveva chiarito che quei problemi erano di natura fisica e a quel punto la prima cosa da fare era portarla da un medico.
Il giudice ha consultato gli atti: era decisamente più di quello, gli ha fatto notare.
Il suo compito di ministro, ha spiegato Marc, era di avvisare la gerarchia ecclesiastica che qualcosa non andava per il verso giusto e che dovevano risolvere la questione. Non riusciva a ricordare i dettagli di quanto aveva detto all'epoca, ma il senso era che la situazione era pregiudizievole per le persone coinvolte e per la chiesa.
Marc che cosa aveva da dire sulla lettera che sollevava Scientology da tutte le responsabilità nel tentato suicidio della Sig.ra V.? Gli ha chiesto il giudice. «Qui abbiamo un documento in cui lei dice "Non si sa mai, potrebbe tornare utile".» In che modo poteva tornare utile?
«Non so», ha risposto Marc B. «Non ricordo. Non fa riferimento all'episodio di Lione?» ha domandato — un riferimento al suicidio di uno scientologist francese che portò a un processo e alla condanna nel 1996 di un funzionario senior di Scientology per omicidio colposo. (2) L'unica cosa che aveva cercato di fare, ha detto Marc B., era impedire il verificarsi di una situazione come quella francese. Aveva soltanto cercato di fare il suo dovere di ministro di Scientology, di allertare le persone importanti su quanto stava succedendo a Bruxelles. «Nel suo fascicolo non troverà nient'altro», ha assicurato al giudice.
Il giudice gli ha poi fatto domande sul ruolo del Medical Liaison Officer (MLO). Marc gli ha assicurato che si tratta semplicemente la persona che, quando necessario, fa da collegamento con i servizi medici. In risposta a una domanda diretta della corte, ha specificato che il MLO non decide se qualcuno ha realmente bisogno di cure (il punto è importante perché se la persona coinvolta non è qualificata si potrebbe incorrere nell'abuso di professione medica, uno dei reati contestati nel rinvio a giudizio).
L'imputato ha riferito un aneddoto sul grande lavoro che un MLO aveva fatto per lui durante un ricovero in ospedale, ma il giudice non è sembrato ancora del tutto soddisfatto. Se una persona è malata — gli ha fatto notare — non ha bisogno di sentirselo dire dal MLO. Per quanto riguarda il prendersi cura del paziente fino al suo arrivo all'ospedale, quello non è forse compito del personale d'ambulanza?
«Non ha niente a che fare con quello», ha ribadito Marc B. «Il MLO è lì per assicurarsi che tutto vada bene fino all'arrivo del personale medico.»
Ma ancora il giudice non è sembrato soddisfatto.
«Ancora una volta queste spiegazioni mi lasciano l'impressione che i fedeli siano dei bambini che devono essere tenuti continuamente sott'occhio.» Quando lui andava dal medico non aveva bisogno di un MLO.
Beh, ha detto Marc B. Tutto ciò che poteva dire è che lui era stato contento di avere avuto qualcuno che si prendeva cura di lui nel momento del bisogno. « Chapeau, merci! »
Il giudice Régimont è passato a un altro caso in cui era intervenuto Marc B. e ha fatto il nome dell'uomo coinvolto.
«Devo averlo incontrato da qualche parte», ha risposto Marc un po' sul vago.
Il giudice ha cercato di rinfrescargli la memoria: «Abbiamo studiato la cartella di etica [dell'uomo] e abbiamo scoperto un documento in cui lei gli intima di presentarsi... perché non ha pagato il conto e, se non lo fa, sarà dichiarato "Soppressivo".»
Il nome di Marc B. era anche su un "ordine di non inturbolamento", un documento Scientology che ordina di smetterla di creare problemi.
Marc si è scusato per doversi ripetere, ma «... abbiamo parlato di soldi, ma non abbiamo parlato di una cosa fondamentale della chiesa, vale a dire la spiritualità.» Ha quindi spiegato di nuovo il suo ruolo nella Sea Org, tutto quello che Scientology aveva fatto per lui personalmente, dell'importanza dell'aspetto spirituale della chiesa, di come maggior consapevolezza porti a una maggiore spiritualità. Ma la corte non sembrava interessata. Al contrario, la corte aveva citato un documento che sottolinea il bisogno di fare soldi delle org di Scientology. Ma, ha detto, «Quella è solo una su 10.000 pagine di documenti, documenti amministrativi.» Era solo una parte di un insieme, ma «... lo scopo generale è assicurarsi che le persone progrediscano spiritualmente.» Hubbard creò il sistema amministrativo solo per quel fine, ha insistito. Il passaggio che il giudice aveva citato circa la vendita era solo uno tra migliaia di documenti.
In precedenza il giudice Régimont aveva citato a Stéphane J., uno degli altri imputati, una direttiva del 1963 in cui il fondatore di Scientology L. Ron Hubbard aveva scritto:
Qui la questione è il motivo per cui Hubbard scrisse quel che scrisse, ha ribattuto Marc. «Gli scientologist si sentono impegnati nella missione di portare avanti il progresso spirituale delle persone. Se non abbiamo soldi non possiamo pagare i nostri eccellenti avvocati, le bollette ecc. — e aiutare le persone ad avanzare sul Ponte [il Ponte spirituale di Scientology verso la Libertà Totale]. «Ma se vi concentrate solo sui soldi non riuscirete a capire il punto principale.»
Il giudice Régimont ha detto al cancelliere di prendere nota di questa affermazione.
«E' lo stesso per la IAS», ha proseguito Marc riferendosi alla International Association of Scientologists. Il giudice aveva già fatto notare durante il processo che la IAS incassa dai membri delle somme ragguardevoli. (4) Ma la IAS, ha sostenuto Marc, finanzia i programmi sociali Scientology in tutto il mondo.
Il giudice ha fatto prendere nota formale anche di questo.
Quentin Wauters, l'avvocato di Marc B., è intervenuto con una domanda: «Se Scientology fosse sussidiata, dovreste vendere libri?» Era una chiara allusione al fatto che in Belgio, a differenza di alcune chiese maggioritarie, Scientology non riceve fondi statali.
Marc ha risposto che ovviamente se ricevessero finanziamenti pubblici al giusto livello non dovrebbero venderli.
Maître Wauters gli ha poi domandato se la International Association of Scientologists accetta tra i suoi membri anche dei non-scientologist. Sì, naturalmente, è stata la risposta. E infatti ce n'erano alcuni.
E siccome lui stesso insegna a un corso di religioni comparate, poteva dire alla corte se ci sono altre religioni che si interessano alla vita privata dei loro membri? Certo, ha risposto Marc: il Cattolicesimo ha la legge canonica e sia il Buddismo sia l'Islam hanno i loro equivalenti. «Il comportamento delle persone nelle diverse religioni è statuito dai canoni.»
Da ciò il giudice Régimont ha concluso che il codice etico stilato dal fondatore Hubbard ha in Scientology un ruolo canonico.
Concluso l'interrogatorio, Marc B. è tornato a sedersi al tavolo della difesa e appena il giudice ha aggiornato l'udienza diversi co-imputati gli si sono fatti intorno per congratularsi.
Note dell'autore:
1. Si vedano i precedenti articoli "La dichiarazione sul suicidio" e "Risoluzione dei conflitti".
2. A Lione nel 1988 lo scientologist Patrice Vic si suicidò gettandosi dalla finestra del suo condominio, incapace di resistere alla pressione per chiedere ulteriori prestiti per fare altri corsi Scientology. Nel 1996 il capo dell'org di Lione fu condannato per omicidio colposo (involontario) per avere contribuito al suicidio di Vic. Per ulteriori dettagli si veda l'articolo di Lucy Morgan per il ST. Petersburg Times del 8 febbraio 1988, "Scientology ritenuta responsabile di un suicidio in Francia".
3. Tratto da "La ragione dell'esistenza delle organizzazioni", una Hubbard Communications Office Policy Letter del 31 gennaio 1983. Per ulteriori dettagli si veda il precedente articolo "Vendita e consegna".
4. Si veda per esempio il precedente articolo "La IAS: finanzia le opere di bene di Scientology". Il quarto giorno di processo di è aperto con la deposizione dell'inglese Martin W., uno degli scientologist di profilo più alto in quanto ha lavorato come direttore dell'Ufficio degli Affari Pubblici e Diritti Umani di Scientology a Bruxelles. L'uomo capiva abbastanza bene il francese, ma per tutto il processo ha preferito farsi assistere da un interprete e si è rivolto alla corte in inglese.
Martin era in giacca e cravatta e sarebbe potuto essere un qualsiasi dirigente di medio livello di una qualsiasi impresa. Non è stato eloquente come chi lo ha preceduto sul banco degli imputati, l'84enne Marc B. a cui alcuni degli avvocati si sono riferiti come a Le Sage (il saggio).
Non era tanto un fatto di eloquenza, quanto l'essere decisamente più sulla difensiva. E il modo in cui si è svolto l'esame nelle circa tre ore in cui è rimasto sul banco degli imputati non ha contribuito a metterlo a suo agio. A volte la sua esasperazione si è manifestata nel modo piuttosto pedante con cui ha risposto a certe domande — sembrava più che altro un maestro sfinito che spiegava la lezione a una classe particolarmente recalcitrante. Quando il procuratore ha cominciato il contro-esame la sua pazienza era chiaramente al limite.
Il giudice Yves Régimont ha iniziato con le domande più facili, così come aveva fatto con tutti gli altri imputati. Gli ha chiesto innanzitutto di spiegare la sua storia Scientology.
Martin, che oggi ha 63 anni, frequentò alcuni corsi di base quando ne aveva 19. La prima volta non li completò neppure. Nei sei mesi di allontanamento, però, lesse diversi libri «E in Scientology trovai qualcosa.»
All'epoca desiderava molto migliorare la società, «... migliorare le condizioni di tutti. Cercavo insistentemente le risposte a delle domande... a delle grosse domande come "Chi sono? Che cos'è Dio? Che cos'è l'infinito?», domande grosse, religiose.
«Lessi la Bibbia, mi interessai di Buddismo e fu circa in quel periodo che mi imbattei in Scientology.»
«E in Scientology trovò ciò che stava cercando?», gli ha chiesto il giudice.
«Sì. Assolutamente.» Dopo aver studiato Scientology per due anni, Martin decise di entrare nello staff e andò a lavorare alla sede di Saint Hill, East Grinstead, nel sud dell'Inghilterra, dove restò fino al 1989. Da lì si trasferì alla chiesa francese per un anno e mezzo. «Per me non fu facile per via della lingua», ha continuato. «Ma allo stesso tempo presi consapevolezza della crescente importanza dell'Europa, di tutti gli investimenti e di quello che stava succedendo, perché all'epoca l'Unione Europea non si chiamava ancora così, si stava sviluppando. Era appena crollato il Muro di Berlino, c'erano grandi cambiamenti e diventò chiaro che la chiesa aveva bisogno di una specie di rappresentanza europea per spiegare le sue attività.»
«Ma non esisteva già qualcosa del genere? C'era la sede in Danimarca», ha commentato il giudice Régimont riferendosi alla base di Copenhagen nota in Scientology come Organizzazione Avanzata/Saint Hill Europa (AOSH EU, anche chiamata AOSH DK).
Quella era una cosa diversa, ha spiegato Martin. «La sede europea in Danimarca è un centro di guida ecclesiastica per le chiese. Non ci sono attività sul territorio grazie alle quali la chiesa possa essere rappresentata presso le istituzioni europee.»
Quindi Copehagen dà istruzioni alle altre chiese? Ha chiesto il giudice. Il ruolo di Copenhagen era già emerso più di una volta durante il processo, perciò non era una domanda futile. (1)
Assolutamente no, ha risposto Martin.
Il giudice ci ha provato di nuovo. «Se non ho capito male, la sede internazionale negli Stati Uniti e quella europea sono responsabili delle chiese locali, o mi sbaglio?» Per come l'aveva capita, la Danimarca occupa una posizione più elevata rispetto alle chiese locali sparse in tutt'Europa.
Sì, è corretto, ha risposto Martin. «L'ufficio che ho fondato aveva lo scopo di rappresentare la chiesa. Ovviamente non ero in grado di farlo da Copenhagen.» Aveva anche fatto il pendolare tra Bruxelles e Strasburgo, dove ha sede il Parlamento Europeo.
«Quindi è stato lei a creare questo ufficio», ha commentato il giudice.
«Precisamente.»
Il giudice gli ha ricordato di avere già sentito un altro imputato, Fabio A., un ex direttore dell'Ufficio dei Diritti Umani e Affari Pubblici. Fabio gli aveva spiegato che il suo ruolo era programmare le attività Scientology a livello europeo.
Martin ha chiarito che in realtà erano esistiti due uffici dei diritti umani: uno aperto nel 1990 e operativo fino al 2003, più concentrato sui diritti umani e gli affari correnti; poi era nata la sua seconda incarnazione, quella diretta da Fabio A., con un mandato più ampio. Lui — ha aggiunto con particolare enfasi sulle attività benefiche di Scientology — aveva continuato le sue attività relative ai diritti umani nell'organizzazione rimodernata.
«Gli atti suggeriscono che lei fosse un capo di OSA. E' corretto?», gli ha domandato il giudice Régimont.
«Dipende da che cosa intende», ha risposto Martin. «Non ho avuto funzioni nella chiesa belga. C'era OSA, cioè il dipartimento della chiesa che si occupa di affari esterni, giusto per essere chiari. Ogni chiesa ha una branca che tratta gli affari esterni, le pubbliche relazioni, le questioni legali — cose del genere.» Lui aveva ricoperto quel ruolo per la Chiesa di Scientology-Europa.
Martin stava facendo una distinzione importante perché sia l'Ufficio Europeo degli Affari Pubblici e Diritti Umani, sia la Chiesa di Scientology del Belgio sono state rinviate a giudizio. (2)
Il giudice ha compreso il punto: Martin aveva diretto OSA a livello europeo, non OSA Belgio. «Perciò nella gerarchia lei era superiore ai capi di OSA Belgio?»
«No», ha risposto Martin.
«OSA a che cosa serve?», ha chiesto il giudice.
«Il ruolo di OSA è la gestione degli affari esterni della chiesa, delle pubbliche relazioni, delle relazioni con il governo, delle attività di riforma sociale, di ricerca, informazione — cose del genere.»
«Che tipo di ricerca? Che tipo di informazioni?», ha voluto sapere il giudice.
Cose che hanno a che fare con le droghe nella società, con le campagne di riforma sociale, quel tipo di cose, ha risposto Martin.
«Solo cose del genere, o anche ricerche sulle persone, sulle istituzioni che potrebbero rappresentare un pericolo per la Chiesa di Scientology?», ha domandato il giudice.
A Martin non è piaciuta la rappresentazione: «Cercavo di capire che cos'era l'Unione Europea... quale ruolo avrei potuto averci.» Naturalmente potevano esserci altre aree di ricerca, ha ammesso: cose come gli articoli negativi sulla chiesa — «Gente che attacca la chiesa. Quindi si raccoglievano informazioni dalle fonti pubbliche. Ma direi che quella era più una funzione nazionale, perché a livello europeo non c'erano molti articoli negativi su Scientology.» Il suo incarico comprendeva anche i collegamenti con le chiese nazionali di Scientology — «ma non nel senso che ero il loro superiore», ha specificato.
«Era proprio quello il senso della domanda», ha detto il giudice, perché la corte aveva davanti una certa quantità di prove che il ruolo di OSA andava un po' oltre. «Abbiamo l'impressione che OSA sia una specie di servizio di sicurezza della chiesa», ha commentato il giudice. «O mi sbaglio?»
«Direi di sì», ha risposto Martin. «Ritengo che gli atti [dell'accusa] — almeno per quanto ne ho potuto capire — siano parecchio fuorvianti.» La funzione principale di OSA e del suo ufficio è spiegare ai funzionari pubblici e ad altri gruppi che cos'è la Chiesa di Scientology, ha insistito — oltre che lavorare alle attività sociali della chiesa.
«Sono queste le sue funzioni principali», ha ripetuto. «So che gli atti [del processo] si concentrano indebitamente su ciò di cui stiamo parlando — e ritengo che il modo in cui è stato presentato sia decisamente scorretto.»
Il giudice ha preso la palla al balzo. Quindi l'imputato stava suggerendo che il Procuratore e gli investigatori non avevano capito niente delle attività di OSA? «Ho preso nota della possibilità che potremmo avere frainteso», ha continuato il magistrato. «Ma leggere certe cose, certi documenti, si ha l'impressione... Dunque stiamo interpretando queste cose in modo sbagliato, o cosa?»
«La sua è una lunga domanda», ha replicato Martin. «Mi permetta di cercare spezzarla.»
«Le faccio un esempio», ha ribattuto il giudice e ha citato l'irruzione della polizia del 30 settembre 1999 nei locali di Scientology.
Il giudice Régimont stava per ingranare la marcia.
Note dell'autore:
1. Si veda in particolare "Apostati".
2. Il Pubblico Ministero ha in seguito lasciato cadere le accuse contro l'Ufficio Europeo, lasciando solo la Chiesa di Scientology del Belgio come unica organizzazione imputata. |
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