E' giunto alla fine il procedimento che ha visto imputati 12 dirigenti e due associazioni della Chiesa di Scientology con accuse che vanno dalla truffa all'abuso della professione medica, fino all'associazione criminale. La sentenza è prevista per l'11 marzo 2016 Cronaca di © Jonny Jacobsen, dicembre 2015-marzo 2016
Il giudice Yves Régimont aveva già sentito l'ex presidente della chiesa Stéphane J.* sul perché sembra così difficile lasciare Scientology e sulle tattiche di vendita del movimento. Ora gli ha fatto domande sull'E-meter (o elettropsicometro), lo strumento usato per misurare e valutare la reazione delle persone durante le sedute di consulenza Scientology.
I prezzi — in migliaia di euro — che aveva sentito fare per l'apparecchio sembravano ancora preoccuparlo. Stéphane ha spiegato che i prezzi riflettono quanto sia preciso e accurato ogni modello. «Con un Mark V si può audire fino a Clear, ma se si vuole proseguire bisogna avere un Mark VI», ha aggiunto. C'è la stessa differenza che tra una Ferrari e un maggiolino Volkswagen. Uno è personalizzato, l'altro un prodotto di massa per il pubblico generale.
Il giudice ha consultato alcune delle perizie sull'e-meter presentate alla corte. Almeno una aveva giudicato l'apparecchio poco più di un semplice misuratore della resistenza elettrica. L'implicazione sembrava essere che il suo prezzo di listino è ingiustificato.
Ma Stéphane non s'è detto d'accordo. L'E-meter è uno strumento di precisione di cui Scientology detiene il brevetto e che nessun altro può costruire, ed è fatto su precise istruzioni della chiesa.
Quando Stéphane ha confermato che ci si può audire da soli ("solo-auditing"), il giudice è parso perplesso: come può un auditor audire se stesso? gli ha chiesto. In che modo risponde alle domande che lui stesso si fa?
Stéphane non ha saputo rispondere: in Belgio non si fa quel livello di auditing. Ma su questo punto è stato chiaro: «Tutti gli scientologist che vogliono proseguire sul Ponte... prima o poi hanno bisogno di un e-meter per audirsi da soli.»
Stéphane ha riconosciuto che come staff guadagnava molto poco; il giudice gli ha allora chiesto come poteva permettersi i sostanziosi versamenti per l'e-meter e per la tessera della International Association of Scientologists (IAS). L'uomo ha ripetuto quanto aveva già detto sul fatto che sua moglie aveva un lavoro aggiungendo però che si erano parecchio indebitati, particolare a cui il giudice aveva accennato in precedenza. In tutto erano andati in rosso di oltre un milione di franchi belgi (quasi 100.000 euro), circa 400.000 dei quali erano andati alla IAS (il giudice Régimont aveva già sentito gli imputati sul perché la IAS chiedesse tanto denaro). (1)
Il giudice ha riassunto le somme che Stéphane aveva versato a Scientology nel corso degli anni. «Come trovava questi soldi?», gli ha chiesto. «Ciò che mi colpisce... è il modo in cui si investe nel programma spirituale; ma c'è un collegamento tra i programmi spirituali e il denaro speso.» Non si arriva a un punto in cui si dice "basta"?
«Quello è uno dei motivi per cui ho lasciato la chiesa» ha spiegato Stéphane riferendosi alla decisione di lasciare lo staff. «perché ero in una posizione impossibile e dovevo fare qualcosa a riguardo.» Ma i grossi debiti contratti non riguardavano i suoi 15 anni in Scientology, quanto piuttosto il fatto che sua moglie aveva perso il lavoro.
Uno degli incarichi di Stéphane era vendere la tessera della IAS agli altri scientologist. Il giudice Régimont aveva già fatto notare che Stéphane godeva dello status di Honor Roll, che se non aveva capito male significa aver donato un sacco di soldi alla chiesa. Stéphane ha risposto che non riguardava necessariamente la quantità di denaro versata. (2) Su insistenza del giudice si è spiegato meglio. «Quando convinco qualcuno a fare una donazione ricevo una commissione, ed effettivamente succedeva spesso che la girassi alla IAS perché il mio scopo non era fare soldi ma aiutare la IAS.»
Poi il giudice è tornato a questioni più delicate. Ha voluto saperne di più circa un caso di cui aveva discusso con un'altra imputata, Bernadette P. Era il caso della Sig.ra V., una donna in grave stato di disagio a cui Scientology aveva rifiutato i servizi ecclesiastici.
Il giudice era rimasto colpito dalle pressioni di Bernadette affinchè Mme V. firmasse una dichiarazione secondo cui il suo tentato suicidio non aveva nulla a che fare con Scientology. Tutto questo accadeva nel 1997, quando Stéphane era presidente della Chiesa di Scientology del Belgio. L'uomo ha confermato che all'epoca era al corrente del caso.
«Lei sapeva che la donna stava male?», gli ha chiesto il giudice.
«Ma non fino a quel punto», ha risposto.
Il giudice ha insistito sul tentativo di Bernadette P. di farsi firmare una lettera da Mme V. per scagionare Scientology da qualsiasi ruolo nel suo tentato suicidio.
«A che cosa serviva quel documento?», gli ha chiesto il giudice riferendosi alla lettera che Bernadette P. richiedeva.
«Era per proteggere la chiesa nel caso qualcuno tentasse il suicidio», ha risposto Stéphane, aggiungendo che era normale ottenere un tale documento per proteggere la chiesa.
Dunque c'erano stati altri casi?
Sì, c'erano stati altri casi di persone che prima di entrare in Scientology avevano tentato il suicidio, ha risposto Stéphane.
«Gente che tentò il suicidio prima di entrare in Scientology? Quindi facevate loro firmare un documento per dire che la chiesa non c'entrava niente?» Il giudice non è sembrato convinto.
Poi ha parlato di un altro caso: un certo Sig. C. che aveva avuto un diverbio con Scientology: si era fatto prestare dei soldi senza poi rispettare i termini del rimborso. Stéphane era rimasto coinvolto anche se il Sig. C. aveva già lasciato la chiesa. Come presidente, gli aveva scritto per dirgli che prima doveva pagare il debito — e che avrebbe dovuto pagarlo entro una certa data oppure sarebbe stato "maneggiato".
«Ha scelto un modo strano per risolvere il conflitto, se mi concede l'espressione», ha commentato il giudice (e, come ha aggiunto più tardi, detto da uno che non riusciva a ripagare i suoi propri debiti era un po' troppo).
Stéphane ha cercato di spiegare. Se non ricordava male, era stato il Cappellano della chiesa e restare coinvolto nella disputa — a lui non risultava di aver firmato il documento citato dal giudice. Ma ad ogni modo avevano semplicemente applicato il codice di etica Scientology affinchè quella persona rispettasse i suoi obblighi. «Cambiò il suo atteggiamento e alla fine scomparve, non ne abbiamo più sentito parlare».
Tuttavia, ciò che lasciava perplesso il giudice è che la chiesa aveva sentito la necessità di intromettersi. Non era solo la questione del debito, ha sottolineato. La moglie dell'uomo incolpava Scientology di aver innanzitutto messo il marito in quella situazione. «Fu dichiarato PTS — Fonte Potenziale di Guai — perché sua moglie aveva detto che se non avesse lasciato Scientology, lei avrebbe chiesto il divorzio. Si ha l'impressione che tutto ciò che può danneggiare l'immagine di Scientology non si può fare... Non è così?»
«Non vedo che cosa ci sia di male», ha protestato Stéphane. «Il Sig. C. dette un'immagine pessima di Scientology.» Avrebbe compreso l'obiezione del giudice se avessero fatto pressioni sull'uomo per dare quei soldi a Scientology, ma il Sig. C. doveva quei soldi a uno dei fedeli. E — ha aggiunto — gli aveva chiesto un prestito per questioni estranee alla Chiesa di Scientology.
«Ma è un'interferenza nella vita privata delle persone», ha obiettato il giudice Régimont. E non era nemmeno l'unico esempio.
(continua)
Note dell'autore:
* La legge belga mi permette di citare per esteso i nomi degli imputati, ma molti dei media presenti al processo hanno scelto di non farlo. Dopo essermi consultato con i colleghi locali, ho appreso che la convenzione invita ad attendere la sentenza (prevista per l'11 marzo). Mi sembra ragionevole rispettare questa pratica.
1. Per ulteriori informazioni sulla International Association of Scientologists si vedano i resoconti precedenti: "Denaro ed Etica", "Tessere del mosaico Scientology",e "La IAS finanzia le opere di bene di Scientology".
2. Stéphane ha ragione nel dire che il titolo di Honor Roll non riguarda necessariamente il denaro pagato: può riguardare anche il numero di persone reclutate nella IAS. Nelle pubblicazioni Scientology il nome di Stéphane è elencato come Senior Honor Roll, il che significa che ha reclutato nella IAS 100 nuovi membri, oppure che "ha contribuito all'espansione della IAS in modo stellare". Dopo avergli fatto parecchie domande, il giudice Régimont ha cominciato a pressare l'imputato Stéphane J.* affinchè gli spiegasse perché Scientology insiste nell'intromettersi in ogni aspetto della vita privata dei suoi membri.
Stéphane aveva fatto del suo meglio con i primi casi, di cui aveva qualche conoscenza personale, ma il giudice Yves Régimont ha continuato a portargli degli esempi, tra cui il caso in cui a una coppia che stava facendo dei corsi fu detto di separarsi.
«E' normale, laddove lo scopo principale di Scientology è aiutare le persone a progredire spiritualmente?» gli ha chiesto il giudice. «perché immischiarsi nella vita privata altrui e continuare a dire "devi fare questo", oppure "se non fai quello, allora...?" O mi sbaglio?»
«Come chiesa cerchiamo di aiutare le persone», ha risposto Stéphane.
«Fino a un certo punto va bene», ha replicato il giudice, «ma c'è l'aiuto e c'è l'insistenza! perché vi intromettere così tanto nella vita della gente?», gli ha chiesto di nuovo con una certa esasperazione.
«Lo scopo è aiutare le persone», ha detto di nuovo Stéphane un po' frustrato. «E il 99 percento delle volte va tutto bene.»
Ma il giudice non è sembrato soddisfatto. «Ecco che cosa intendo per immischiarsi nella vita privata», ha detto sollevando la questione dei Rapporti per Conoscenza, documenti che gli scientologist devono scrivere per denunciare qualsiasi azione degli altri membri che violi il codice etico di Scientology. (1)
Il giudice Régimont ha citato un particolare Rapporto per Conoscenza relativo a due membri dello staff che erano andati in vacanza assieme. Non era chiaro quale fosse la loro violazione, ma una copia del rapporto era finito nella cartella di etica della donna, una specie di dossier disciplinare che Scientology mantiene su ogni suo membro e in cui vengono elencate le trasgressioni al codice etico Scientology. (2) Il giudice ha fatto il nome della persona coinvolta, di cui Stéphane conosceva il caso. Qui stiamo parlando della vita privata della gente, ho sottolineato il giudice.
«Ha pienamente ragione», ha detto Stéphane.
«Ma è dentro una cartella di etica!», ha commentato il giudice.
«Ma questo non significa...», ha cominciato Stéphane.
«... che cosa ci fa qui?», ha continuato il giudice.
La persona coinvolta aveva ricevuto una copia del rapporto e la faccenda si era risolta, ha spiegato Stéphane. «Lei sta dicendo che non dovrebbe essere lì [nella cartella di etica] e ha ragione.» Il compito di gestire la questione spettava al cappellano — ma il giudice era già passato a un altro caso. Mentre citava un esempio dopo l'altro, Stéphane faceva del suo meglio per rispondere abilmente alle domande.
«Questi elementi vengono presi fuori contesto», ha detto di un altro caso in cui a una coppia era stato consigliato di divorziare. L'uomo e la moglie, ha spiegato, stavano ricevendo consulenza matrimoniale.
«Un tipo di consulenza matrimoniale?», ha chiesto il giudice, facendo notare che Scientology sembra entrare in ogni aspetto della vita dei suoi membri: gestione dei debiti, consulenza matrimoniale... ha fatto la parola emmerdeurs — che può essere liberamente tradotta come "rottura di coglioni". Il giudice Régimont si era ormai scaldato. «perché non li lasciate semplicemente in pace?», ha chiesto di nuovo. «Ciò che mi disturba è questa interferenza in ogni recesso della vita privata della gente. Una volta che qualcuno entra, deve restare lì e voi fate di tutto per assicurarvi che non se ne vada. Cercate di recuperare gli studenti perché "non hanno capito"; i membri dello staff perché "non hanno rispettato la procedura" », ha continuato Régimont. «Ma si arriva a un punto in cui dovete arrendervi, dovete smetterla.»
Quando Stéphane ha cercato di giustificare la denuncia di un ex membro dicendo che all'epoca la persona era "scocciata", il giudice si è irritato ancora di più.
«perché dovete impicciarvi a tutti i costi di tutto ciò che riguarda una persona?! perché? perché?perché? Ecco la mia domanda! Se qualcuno non vuole essere aiutato beh, peggio per lui!», ha esclamato.
Poi è tornato al rinvio a giudizio: truffa, estorsione, abuso della professione medica e altro...
«Quindi per lei questo processo è una totale assurdità?», gli ha chiesto.
Stéphane stava facendo del suo meglio per mantenere un contegno. «Tutto ciò che ho fatto, se era illegale allora è mia responsabilità», ha detto. Si è fermato un momento poi gli sono salite le lacrime agli occhi.
«Si prenda il suo tempo, Monsieur», gli ha detto il giudice notando il suo disagio. «Ha tutto il tempo che le serve.» Ma Stéphane stava ormai piangendo in modo irrefrenabile. C'è voluto un po' prima che potesse continuare. «Per 17 anni, l'unica cosa che volevo era aiutare le persone», ha mormorato.
Il giudice si è girato verso il cancelliere dicendogli di prendere nota dei commenti di Stéphane. Poi è venuto il turno del Pubblico Ministero Cristophe Caliman.
«Se la sente di continuare?», ha domandato all'imputato.
«Farò del mio meglio», ha risposto lui, ancora chiaramente scosso. Caliman ha suggerito una pausa e il giudice Régimont ha deciso una sospensione di cinque minuti.
Stéphane ha poi avuto tutto il tempo per ricomporsi. Quando Caliman ha presentato un CD-ROM pieno di direttive di Hubbard a uso della corte, ne è seguito un dibattito legale di una ventina di minuti.
Diversi membri del team difensivo hanno rifiutato le copie offerte: come avrebbero potuto metabolizzare una tale massa di documenti con un preavviso così breve? Il Procuratore ha insistito che stava solo cercando di essere di aiuto. Quegli stessi documenti erano già sparsi per gli atti del procedimento perché — ha assicurato — erano tra quelli sequestrati dalla polizia durante l'irruzione nei locali di Scientology. Tuttavia, non tutti i legali della difesa si sono detti convinti.
Il giudice non è sembrato toccato dalle obiezioni della difesa ("credo che forse stiamo facendo molto rumore per nulla", ha commentato), ma ha fatto annotare al cancelliere le loro obiezioni. Solo a quel punto Caliman è riuscito a cominciare il suo esame dell'imputato.
Ha esordito dicendo di essere rimasto colpito dalla frequenza con cui gli scientologist devono scrivere i loro Overt — confessare i propri peccati — in particolare quando subiscono pressioni finanziarie. perché?
Stéphane non aveva mai pensato che quando le persone erano in Etica (provvedimenti disciplinari) e minacciati di essere "disconnessi" (cacciati dalla chiesa e tagliati fuori da tutti i contatti con i membri ortodossi), erano di fatto sottoposti a pressione indebita per scrivere degli overt, o confessioni, che a volte potevano riguardare questioni molto delicate? «A lei sembra normale? Qual è la sua opinione personale? So che dirà che lo aveva scritto Hubbard.» Era una domanda lunga e complicata, come molte di quelle che il Procuratore è solito fare. Ma Stéphane ne ha colto il senso.
«E' una cosa che facciamo molto di routine», ha risposto, «e lo mettiamo nella cartella di etica, ecco tutto. Una persona che si trova in "Condizione di Pericolo" scrive i suoi Overt e Withhold per cercare di stabilire ciò che nella sua vita non va per il verso giusto.» (Una "Condizione di Pericolo" è uno status a cui il Funzionario di Etica di Scientology assegna chi non sta facendo il proprio lavoro nel modo giusto). Perciò, ha detto Stéphane, se lei stesse lavorando e qualcosa non andasse bene, quella è la formula da applicare per risolvere il problema. Lui stesso aveva scritto Overt e Witthold (Os&Ws) almeno una volta al mese — e non necessariamente perché gli era stato richiesto dal Funzionario di Etica.
Tuttavia, al Pubblico Ministero pareva ancora strano. Lui, ha detto Caliman, potrebbe voler discutere sul lavoro di una faccenda delicata, ma non si aspetterebbe mai che il suo capo gli dicesse di metterlo per iscritto.
«Lei considera normale», ha continuato, «che Hubbard abbia scritto che chiunque si rifiuti di rispondere a una domanda all'E-meter debba essere consegnato al Funzionario di Etica e convocato da una Commissione di Inchiesta? Trova normale che se qualcuno si rifiuta di collaborare, possa essere sottoposto a disciplina?» (3)
Quando Stéphane ha protestato che il Procuratore stava citando documenti fuori contesto, Caliman si è offerto di leggerglielo interamente. «Il resto è anche peggio», gli ha assicurato, aggiungendo che tutti questi Overt, tutti questi documenti spesso intimi e compromettenti, stavano nelle cartelle di Etica degli scientologist.
«Ma non è la stessa cosa», ha protestato Stéphane. «Vengono scritti in una situazione particolare. Non è che si dà una particolare interpretazione. Può chiedere a chiunque in Scientology — tutti hanno scritto i loro Overt e Withhold e capiscono che saranno usati solo per aiutarli a progredire spiritualmente.»
Caliman ha consultato i suoi documenti e ha citato parte di una dichiarazione di una scientologist: «"Mi hanno chiesto di fare una stesura di Overt e mi è venuto da vomitare". Quando da osservatore esterno leggi certe cose...»
«Conosco quella persona», ha detto Stéphane. «Chiedeteglielo adesso. Quello era il modo in cui si sentiva allora, ma...». Quel tipo di reazione ha dei motivi e Hubbard li aveva spiegati. La situazione va gestita nel modo adeguato, infatti quando a quella stessa persona viene ora chiesto di scrivere i suoi Overt, lo fa senza problemi.
Caliman è tornato agli atti del processo. «"Non mi sono mai sentito così male in vita mia"», ha letto in un altro documento che aveva davanti. Questo passaggio gli faceva pensare a una persona molto sofferente.
«Ma è proprio ciò che superano, che vincono durante il procedimento», ha protestato Stéphane. «Durante il procedimento può accadere. Non scrivo i miei Overt e Withhold perché sto bene, ma perché c'è qualcosa a cui devo stare di fronte».
«Ma non crede che quando sia sul collo un Funzionario di Etica, sia tutto più difficile?», gli ha chiesto Caliman.
«Ci sono due cose: la Giustizia e l'Etica», gli ha risposto Stéphane. «Il Funzionario di Etica è lì per aiutare il fedele a risolvere un problema. Ha tutta la tecnologia di Etica per aiutare il fedele a risolvere la situazione.» Ma se il fedele continuasse a commettere quelle trasgressioni (faire n’importe quoi), allora subentrerebbe l'elemento Giustizia. Ed era era del tutto normale.
«No, non è normale», ha replicato il PM. «Come ha detto il giudice, è davvero necessario forzare le persone a "migliorare" a qualsiasi costo?»
«Se qualcuno entra in Scientology è perché vuole migliorare se stesso», ha ribadito Stéphane, e se fosse una cosa così facile non ci sarebbe alcun bisogno di Scientology.
A questo punto è nuovamente intervenuto il giudice Régimont. «Ma come ho detto prima, — una volta che qualcuno decide di scoprire che cos'è Scientology e ha fatto un certo numero di corsi e a un certo punto decide che non fa per lui — si ha l'impressione che una volta varcata la soglia, la vostra missione sia fare qualsiasi cosa per riportarlo sulla giusta via, anche se non è ciò che quella persona vuole.»
«No», ha detto Stéphane. «Se qualcuno vuole veramente smettere, può farlo.» E ha citato l'esempio di un ex membro che aveva presentato denuncia contro Scientology, poi era tornato nel gregge.
E con questo l'udienza è stata aggiornata.
Note dell'autore:
1. "Rapporti per Conoscenza", Hubbard Communication Office Policy Letter del 22 luglio 1982. I critici e gli ex membri sostengono che i Rapporti per Conoscenza vengono usati per controllare gli scientologist.
2. In precedenza uno degli imputati aveva insistito che il giudice si era fatto un'idea sbagliata sulle cartelle di Etica, che in realtà contengono anche degli encomi. Si veda "L'etica Gentile di Scientology".
3. In Scientology "Rifiutare una verifica all'E-meter" è considerata una infrazione. Nell'elenco delle violazioni Scientology, le "Infrazioni" sono al secondo posto su una scala di quattro, dove al quarto posto stanno le più gravi, cioè gli "alti crimini". Rif. "Trasgressioni e Penalità", HCO Policy Letter 7 marzo 1965. All'imputato successivo si sarebbe potuta perdonare una certa apprensione, visto che chi lo aveva preceduto era stato ridotto in lacrime dal serrato interrogatorio del giudice Régimont. Ma in Marc B.* non c'era alcuna traccia di nervosismo.
A 84 anni, Marc è il più anziano dei 12 imputati individuali a processo a Bruxelles, e uno degli 11 sempre presenti in aula. Il dodicesimo vive in Francia e non ha potuto partecipare per questioni di salute. Marc B. invece non ha mai mancato un'udienza.
Più di una volta gli avvocati della difesa si sono rivolti a lui come a le sage: nella comunità scientology radunatasi in tribunale è considerato il saggio. Anche i suoi co-imputati sono sembrati trattarlo con molto rispetto, se non con deferenza, e non era solo per questioni di età.
Marc B. si è sempre presentato vestito in modo impeccabile e mentre l'attenzione dei suoi colleghi a volte vagava, lui ha seguito tutto il procedimento con grande attenzione. Durante le pause il suo avvocato Maître Quentin Wauters ha più volte verificato che reggesse i rigori delle lunghissime udienze, ma lui non è mai parso lamentarsi. Perciò quando il giudice Yves Régimont lo ha chiamato a rendere testimonianza, lui non ha mostrato alcun segno di apprensione; in realtà sembrava assaporare la possibilità di poter finalmente dire la sua.
In risposta alle domande più taglienti del giudice, alcuni degli altri imputati non erano andati oltre le solite frasi fatte; si è molto parlato, per esempio, del fatto che alcuni dei documenti più spinosi citati dalla corte erano stati presi fuori contesto. Quali che fossero i meriti della discussione, le ripetizioni fornite dai precedenti imputati, quasi con le stesse parole, non erano state di grosso aiuto.
Le risposte di Marc B. sono state inevitabilmente sulla stessa linea, ma è sembrato presentare il suo caso in modo migliore di chi lo ha preceduto. Ascoltava con attenzione, parlava chiaramente e ha offerto una difesa della sua chiesa che si è spinta oltre a quella data dai suoi colleghi.
Il giudice Régimont ha iniziato chiedendogli che incarico rivestiva alla metà degli Anni '90, il periodo relativo alle accuse. «Ho sentito parlare di Sea Organization», gli ha detto. «Era quello il suo ruolo? Che cos'è la Sea Org e a che cosa serve?»
Marc B. s'è preso il suo tempo. Inizialmente si era rifiutato di salire sul banco degli imputati, poi ha cambiato idea. Si è schiarito la gola e ha cominciato a parlare.
Era arrivato in Belgio nel 1996. Prima, e fino al pensionamento nel 1993, era stato membro della Sea Organization di Scientology. Ha spiegato la sua decisione di entrare in Sea Org in modo semplice: «Decisi di dedicare la mia vita a ciò che per me era la cosa più importante.» La Sea Organization, ha detto, è «una confraternita religiosa e i suoi membri dedicano la vita a Scientology.»
E che cos'ha di diverso dalle altre parti della chiesa? Gli ha domandato il giudice.
«E' un ordine leggermente diverso in quanto la Sea Organization è responsabile dei livelli superiori di Scientology», ha spiegato Marc. E, ha aggiunto, voleva puntualizzarlo perché negli ultimi giorni aveva sentito dire un sacco di cose... Non ha terminato la frase, ma era chiaro che secondo lui gli scambi precedenti avevano intorbidito le acque e desiderava fare chiarezza. Usando le sue parole, voleva parlare dei veri scopi di Scientology.
«Scientology è una religione in cui gli scientologist trovano la loro salvezza, per cui dovrebbero metterla davanti a tutto.» Ha aggiunto che il caso della pubblica accusa contro la Chiesa di Scientology del Belgio «E' come incolpare un vigile del fuoco per il danno causato dall'acqua.»
Marc B. ha spiegato che a metà degli Anni '90 si trovava negli Stati Uniti, ma cominciò a sentir parlare di quanto stava accadendo in Europa. In Germania i bambini venivano cacciati da scuola perché scientologist. Un'amministrazione locale aveva addirittura cercato di costringere la gente a dichiarare per iscritto di non aver mai fatto corsi di Scientology, un cosiddetto filtro che la chiesa denunciò come un attacco alla libertà religiosa. (1)
«A quel punto pensai no, ah no — perché parte della mia famiglia era morta negli Anni '40», ha detto riferendosi all'Olocausto. (2)
«Lei cita la Germania e i filtri», ha commentato il giudice. «Ma non c'è forse un filtro per chi vuole entrare o uscire da Scientology? Anche gli scientologist devono firmare un certo numero di documenti, mettere per iscritto diverse cose.
«Posso capire quello che sta dicendo sulla discriminazione», ha proseguito, «ma da un altro punto di vista, quello della pubblica accusa, possiamo dire che anche in Scientology fanno sottoscrivere delle cose.»
«Quelle cose sono completamente diverse», ha ribattuto Marc B. «In Germania era pura e semplice discriminazione.» In seguito Scientology aveva vinto dei procedimenti legali sulla questione, procedimenti che avevano riconosciuto Scientology come una religione e non come un'operazione commerciale, come alcuni funzionari tedeschi continuavano a descriverla. (3)
In merito ai documenti che Scientology fa firmare, «Tutte le organizzazioni necessitano di una certa quantità di amministrazione.»
«Lei cita la discriminazione», ha detto il giudice. «Ne abbiamo discusso ieri. Abbiamo parlato molto dello scopo di Scientology di aiutare le persone a progredire sul Ponte. Lei parla di discriminazione, ma quando dici a chi ha dei problemi psicologici, "No, tu non puoi venire", non c'è forse la stessa discriminazione?»
Questo era forse un riferimento al caso della Sig.ra V. discusso in precedenza, una donna in stato di disagio, forse dovuto a depressione personale, a cui furono rifiutati i procedimenti Scientology. Il giudice ne aveva discusso con Bernadette P., la donna che l'aveva cacciata, e con il presidente della Chiesa di Scientology linka art. prec. all'epoca degli eventi, Stéphane J.
Oppure si stava riferendo a una direttiva Scientology più generale che vieta all'organizzazione di audire le persone che hanno già ricevuto trattamento psichiatrico. Ad ogni modo, Marc B. non ha accettato il suo punto di vista. (4)
«No, per niente», ha infatti risposto. «Non chiudiamo mai la porta. Possono ancora partecipare ai servizi religiosi. In quanto ministro di culto io celebro matrimoni e funerali», ha aggiunto. Le persone a cui viene rifiutata la parte terapeutica degli insegnamenti Scientology (come l'auditing) possono pur sempre fare i «corsi co-religiosi. Esistono molteplici possibilità.»
«E non devono necessariamente pagare?», gli ha domandato il giudice.
«Assolutamente no», gli ha risposto Marc B., «La porta è sempre aperta — proprio come lo è la mia, che sono un ministro.»
«Perciò la limitazione ai [casi] psichiatrici riguarda solo i corsi che possono seguire? Per il resto, chiunque altro può avere accesso agli eventi e così via?», gli ha domandato il giudice Régimont.
«Se arriva qualcuno visibilmente folle, la chiesa starà attenta», ha risposto l'imputato. «Ma ci sono persone che hanno problemi diversi che vengono nella chiesa, e che restano.»
Il giudice gli ha chiesto di continuare il suo racconto di ciò che lo aveva riportato in Europa, e Marc B. ha spiegato che era diventato membro del Ufficio Europeo dei Diritti Umani di Scientology. Si tratta del precursore dell'Ufficio Europeo per gli Affari Pubblici e i Diritti Umani che, assieme alla Chiesa di Scientology Belgio, è una delle due organizzazioni rinviate a giudizio.
Interrogato dal giudice, Marc B. ha chiarito che l'ufficio dei diritti umani e il suo successore sono entità totalmente separate e indipendenti dalla chiesa. Nel contesto del processo, e considerando che entrambe — sia la chiesa sia l'ufficio dei diritti — erano state rinviate a giudizio, quello è stato un punto importante. (5)
«Quindi tra le due entità non c'erano collegamenti?», gli ha chiesto nuovamente il giudice.
«No no, nessun collegamento.» C'era la Chiesa di Scientology Belgio e c'era l'ufficio dei diritti umani, che opera a livello europeo.
Alla domanda su quale posizione rivestisse rispetto a Martin W., un altro imputato che aveva lavorato nell'Ufficio Europeo degli Affari Pubblici e Diritti Umani, Marc B. ha spiegato che lavorava sotto di lui (Martin W. è già stato sentito dal giudice).
Era tornato dagli Stati Uniti in risposta a quella che pensava essere una situazione di deterioramento dei diritti in Europa; perciò quale parte aveva avuto il suo nuovo ruolo in Belgio per affrontare il problema? «Che cosa avrebbe dovuto fare per migliorare le cose?», gli ha domandato il giudice.
Marc B. ha spiegato che la sua posizione era di direttore degli affari inter-religiosi e come tale aveva avuto molti contatti con altri leader religiosi.
«Quindi lei non aveva nulla a che fare con ciò di cui stiamo discutendo in riferimento alla Chiesa di Scientology Belgio ecc. — voi siete totalmente indipendenti?», gli ha chiesto di nuovo il giudice per essere sicuro.
«Ogni org di Scientology è responsabile della sua propria gestione», ha risposto Marc B. «Il mio incarico consisteva nel contattare altre religioni per mostrare che cos'è Scientology e per influenzare a livello europeo.»
«Perciò lei faceva un po' di più del Sig. A.», ha commentato il giudice riferendosi a un imputato già sentito, l'italiano Fabio A. «Uno dei vostri obiettivi è promuovere Scientology», ha puntualizzato.
Marc B. ha preferito sfumare l'affermazione: «Si potrebbe dire così, ma è qualcosa di più specifico in quanto si tengono dei contatti con i leader religiosi per mostrar loro che cos'è Scientology. Se si informano sui media ne ricavano un quadro totalmente distorto. Il pubblico è del tutto ignorante su cos'è Scientology: si basa sul sentito dire. Il mio lavoro era arrivare alla gente e aiutarla a capire che cos'è Scientology — oltre che sensibilizzarla sul tema della libertà religiosa.»
Il giudice s'è detto curioso. «Vi considerate una religione, bene», ha commentato. Ma come si comportava nell'approccio con le diverse religioni, diciamo per esempio con i cattolici e i musulmani? «Si può essere cattolici o musulmani e allo stesso tempo essere scientologist?» Se si guarda al Medio Oriente, ha commentato il giudice, non si ha l'impressione che le diverse religioni camminino mano nella mano.
In confronto a una religione come il cattolicesimo, ha riconosciuto Marc B., Scientology è solo una bambina. «Ma quando l'ho conosciuta, Scientology mi ha aiutato immediatamente nella vita... e quando scopri qualcosa che per te è buona vuoi condividerla, perciò cominciai a tenere corsi a Parigi.»
Adesso è un professore ospite di una università di Anversa, una fondazione cattolica, e collabora a un corso di religione comparata dove le sue presentazioni sono molto apprezzate. E' felice di lavorare con loro per promuovere la libertà di religione, ha aggiunto.
Parte del suo lavoro consisteva semplicemente nel dissipare i preconcetti su Scientology: «La prima reazione è: "Lei è uno scientologist?" — e ti guardano di traverso. Il mio ruolo quindi era di aprire un dialogo e di comunicare.»
Dopo aver chiarito qual'era il ruolo di Marc B. all'epoca degli eventi, il giudice Régimont ha ingranato la marcia e, come aveva già fatto con gli altri imputati, ha cominciato a presentargli alcuni dei casi più problematici che avevano portato al processo.
Note dell'autore:
1. Sembra essere un riferimento alla decisione dell'amministrazione di Amburgo di filtrare le aziende e i singoli individui a cui concedeva appalti: prima di firmare contratti con imprese esterne, l'amministrazione voleva assicurarsi che non avessero collegamenti con Scientology. La chiesa portò il caso in tribunale e vinse sulla base che la pratica violava il compito dell'amministrazione cittadina di mantenersi neutrale sulle questioni religiose. Per la versione Scientology della faccenda si veda questo articolo della rivista Freedom. Qui invece il testo di un volantino dell'ambasciata tedesca di Washington emesso per confutare alcune delle critiche sollevate all'epoca contro la Germania e il suo atteggiamento verso Scientology.
Ursula Caberta, la funzionaria che per anni ha guidato la task force che controllava le attività Scientology, mi ha detto che il cosiddetto "filtro delle sette" non serviva tanto a impedire che la gente avesse rapporti con Scientology, quanto ad assicurarsi che l'azienda appaltatrice non usasse la "tecnologia" di L. Ron Hubbard. «Per il mondo imprenditoriale era importante», mi ha detto l'ex funzionaria, perché volevano tenere quelle idee fuori dalle loro attività. La mobilitazione delle autorità tedesche fu una risposta alle attività di WISE, il World Institute of Scientology Enterprises che voleva importare gli insegnamenti di Hubbard nel mondo imprenditoriale tedesco.
Caberta mi ha confermato che Scientology vinse la causa in Germania, ma ha perso quella intentata contro di lei in Florida (comunicazione personale).
2. In una lettera aperta del dicembre 1996 all'allora Cancelliere tedesco Helmut Kohl, Scientology fece dei paralleli tra il trattamento che le riservava la Germania e il trattamento dei nazisti verso gli ebrei negli Anni '30. Quella lettera fu firmata da diverse celebrità americane tra cui Dustin Hoffman, Goldie Hawm e Oliver Stone. Pubblicata sull'International Herald Tribune e sul New York Times, provocò un feroce scambio di lettere sul Times e una protesta dei giornalisti del Tribune, che tolsero i loro articoli per disconoscere la pubblicità Scientology a tutta pagina che il giornale aveva pubblicato.
3. L'opuscolo dell'ambasciata tedesca cita una sentenza che decise l'esatto contrario, cioè che Scientology, almeno per quanto riguardava le sue attività ad Amburgo, «... non era una congregazione religiosa, ma era chiaramente un'impresa commerciale.»
4. Forse il giudice stava pensando, in termini più ampi, a una direttiva Scientology che chiarisce che i suoi insegnamenti servono a rendere l'abile più abile, non a curare chi ha dei disturbi mentali. In una policy letter del 1976, L. Ron Hubbard dichiarò "alto crimine" la consegna di servizi a chi «ha considerevoli precedenti d'internamento o precedenti psichiatrici, il che include droghe pesanti, shock di vario tipo e/o cosiddette operazioni psichiatriche al cervello.» Più avanti nello stesso documento spiegava che «I dottori sono troppo spesso negligenti e incompetenti, gli psichiatri sono semplicemente degli assassini belli e buoni. La soluzione non è di raccogliere i loro cocci per loro, ma di esigere che i medici diventino competenti e di abolire la psichiatria e gli psichiatri come pure gli psicologi e altre infami conseguenze dei criminali nazisti.» ("Accettazione di PC illegali — Bollettino d'Alto Crimine", 6 dic. 1976).
5. L'Ufficio Europeo degli Affari Pubblici e Diritti Umani era elencato nel rinvio a giudizio originale, ma durante l'arringa finale il Procuratore Christophe Caliman ha lasciato cadere le accuse. Alla fine del processo resta inquisita una sola organizzazione, la Chiesa di Scientology-Belgio, accusata di associazione a delinquere. Caliman ne ha chiesto lo scioglimento (si veda "La pubblica accusa: chiudete Scientology Belgio").
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