L'acclamato autore di Un pezzo di cielo blu condivide le sue riflessioni sull'esperienza Scientology e molto altro. Di © Jon Atack per The Bunker, 2013-2015
© Traduzione di Simonetta Po, novembre 2016
Sto traducendo gli articoli in ordine sparso in base a ciò che ritengo più interessante. Se i lettori hanno richieste particolari sono pregati di segnalarmi il link in mail privata.
Il mio defunto amico Professor Johannes Aagaard si agitava molto ai convegni quando sentiva qualche sociologo muoversi con i piedi di piombo sulle attività di un gruppo settario. Come me obiettava al termine "nuovo movimento religioso" applicato a gruppi che non avevano rivendicazioni religiose, come Landmark Education, Amway o i larouchiani. Come me obiettava al rifiuto di discutere la biografia di un leader settario, perché queste "agiografie" non devono mai essere messe in dubbio (e sì. I sociologi usano questo termine, che significa "biografia di un santo". Perciò gli exploit inventati di Hubbard sono "agiografie"). Se avessi un video di Gesù che trasforma l'acqua in vino alle Nozze di Cana, quei sociologi non te lo lascerebbero vedere. Si devono semplicemente accettare gli imbrogli dei tipi alla Ron Hubbard. In occasioni come quelle, il buon Professor Aagaard faceva un profondo respiro e diceva: «Perché non fanno la domanda della verità?»
Perché non dovremmo mettere in dubbio l'utilità della dottrina stessa?
Il Budda insisteva che i suoi seguaci portassero alla discussione e al dibattito ogni aspetto della dottrina. I monaci hanno formalizzato dei modi per discutere sia a favore sia contro ogni dottrina, ogni articolo di fede. Nel Kalama Sutta, quel sostenitore della ragione a discapito dell'autorità disse:
In Scientology la domanda della verità non viene mai posta. Sono convinto che la chiave per guarire da Scientology sia porsi la domanda della verità. Aumentare la comunicazione porta sempre a un aumento di affinità? Hubbard dice che le pallottole sono comunicazione, perciò: corrisponde a verità che se qualcuno ti spara, ti colpisce o ti urla addosso tu provi maggiore affinità per lui? Quando utilizzi le 8 Dinamiche per risolvere un problema, è giusto dare a te stesso, alla tua famiglia e al tuo cagnolino un voto pari e uguale a tutto il resto dell'umanità? E se credi in Dio, come puoi dargli meno voti?
Scientology è un caos infinito di affermazioni contraddittorie e in conflitto. Ci dicono che "più comunicazione, non meno, è la risposta" e poi dobbiamo disconnettere quando ci ordinano di farlo. Ci dicono che diventeremo totalmente autodeterminati, a patto che siamo d'accordo con tutto ciò che ci dicono e che seguiamo esattamente gli ordini («Prometto di attenermi, portare avanti ed eseguire l'Intenzione di Comando », così si impegnano i poveri membri della Sea Org). Ci dicono che l'auditing porta a poteri sovrannaturali, ma nei 60 anni trascorsi da quando quelle affermazioni furono fatte per la prima volta, non è uscita prova alcuna che sia vero. Il che è parecchio strano poiché Hubbard affermava di rispettare il metodo scientifico. Come può essere vero se nessuna delle sue molte affermazioni è stata sottoposta a verifica scientifica?
La continuità dell'influenza di Scientology si affida alla continuità della credenza nei suoi principi, e alla continua incapacità di metterli in dubbio. Sì, tutta la disciplina si poggia sull'induzione alla fobia (per esempio, "perderai l'immortalità") e ai sensi di colpa; i metodi sono intensamente ipnotici e creano aspettative irreali; l'esperienza da staff è offensiva e umiliante; ma se riesci a concentrarti sugli insegnamenti in quanto tali e a renderti conto che sono assurdi, essa non avrà più presa su di te. E' questa la chiave degli implant: funzionano soltanto fino a che ci credi.
Jon, sembra che hai trovato un altro modo divertente per prendere le parole di L. Ron Hubbard e girargliele contro. Illuminaci!
Jon: «Più comunicazione, non meno, è la risposta»; L. Ron Hubbard disse una cosa del genere poco prima di introdurre la "disconnessione" come direttiva centrale. E in questa frase possiamo trovare una chiave con cui potremmo aiutare i seguaci del movimento. John McMaster, il "Primo vero Clear al mondo" — che se ne perché lasciato ad annaspare in acqua per tre ore con una clavicola rotta dopo essere stato lanciato in mare dalla nave — era solito telefonare a Saint Hill poco prima che la corriera riportasse i poveri schiavi [staff - NdT] a Stonelands, e impegnare il registrar in una conversazione. Avendo io stesso incontrato John, non dubito che quelle conversazioni fossero lunghe e incoerenti, ma erano anche piene di buone intenzioni. E una volta finito, il registrar aveva accumulato un po' di informazioni di prima mano su "Tubby", come John chiamava il suo ex maestro.
Il defunto, grande Cyril Vosper — uno degli amici più divertenti che abbia mai avuto il piacere di avere — era solito chiacchierare con i reclutatori che incontrava per strada, i quali restavano a bocca aperta nell'apprendere che in diverse occasioni Cyril aveva trascorso del tempo con Hubbard. Gli domandavano invariabilmente di condividere ciò che più lo aveva impressionato del Grande OT, e Cyril rispondeva: «I suoi denti cariati. Aveva un alito spaventoso. Vedi, aveva il terrore dei dentisti.» (e se non ci credete, guardate il documentario The Shrinking World of Scientology).
L'approccio del mio amico Mitch era molto diretto. Per motivi di lavoro viaggiava parecchio in Europa e gli piaceva andare all'org locale per parlare di OT III con i reclutatori. Quando l'org di Milano era al suo massimo — e, con circa 200 staff, era più grande della "Saint Hill Size" — trovò un "body-router", ma purtroppo non parlava inglese. Molto più coraggioso di me, Mitch entrò nell'indaffarata org alla disperata ricerca di qualcuno che potesse comprendere a sufficienza l'inglese per afferrare la storia di Xenu e del Muro del Fuoco. Un annetto dopo Frank Notaro fu trascinato negli scantinati del Blue Building [Los Angeles - NdT] e ripetutamente aggredito con dei pungoli da bestiame per essere andato in giro con il suo vestito da "body thetan" adorno di palline da ping-pong, per cui sono contento che nessuno a Milano avesse compreso quanto stava dicendo Mitch.
Un altro dei suoi progetti era scrivere lettere tentatrici ai "registrar per lettera" di paesi stranieri. Ad uno disse di avere recentemente ereditato una certa somma ed era indeciso se comprarsi il "Ponte della Libertà Totale" o una Porsche. Riuscite a immaginare la faccia del povero registrar quando alla fine gli comunicò che avrebbe comprato la macchina, e non la Libertà Totale?
Ma per quanto ammiri il coraggio e la verve di Mitch, forse ci sono altri modi.
Anonymous ha capitalizzato su South Park per tagliare tutte le linee di reclutamento di giovani brillanti, ma come possiamo penetrare i muri del grande edificio e raggiungere chi c'è dentro?
Scientology funziona sul vecchio sistema di gestione statistica di Taylor e se da una parte la "direttiva di governo" della religione è "fare soldi", dall'altra esistono molte altre statistiche, una delle quali è "lettere in entrata". Il che porta a un'anomalia. Fin quando la tua corrispondenza non è ostile, essa aumenta le statistiche del registrar per lettera. Ai vecchi tempi il problema era che una volta dato il tuo indirizzo venivi inondato di patinato materiale promozionale. Prendersi una casella postale è forse chiedere troppo. Ma con l'avvento della posta elettronica, è possibile restare anonimi e comunicare con i prigionieri di Scientology.
Ci sono molte domande cortesi che possono aiutare a smuovere anche il fanatismo più fermo (sì, una volta una Invest Aide me lo confessò a metà di una missione, e resta una delle persone più gradevoli che abbia mai conosciuto).
Da molto tempo il mio vecchio amico Steve Hassan parla dell'identità settaria innestata sull'identità autentica (se alle feste volete impressionare, trovate il saggio di Flavil Yeakley sulla clonazione dell'identità nelle sette). Come dice lui, potete distogliere qualcuno dal suo zelo incrollabile ricordandogli semplicemente la sua vita prima del culto. Perciò chiedete al registrar che cosa faceva prima di Scientology. Fategli domande sulla sua famiglia, sui suoi hobby e le sue passioni. A me piacerebbe chiedere che cosa la persona si aspetterebbe di conquistare dal proprio coinvolgimento (non ho ancora incontrato nessuno che abbia realmente raggiunto il proprio obiettivo). Ma anche chiederle che cosa si aspetta di realizzare e che cosa ha visto realizzare agli altri. Con sufficiente tempo la conversazione si svilupperà in modo naturale. Il reg non la interromperà perché state contribuendo alle statistiche che governano tutti i suoi "privilegi" (cioè quelli che per tutti noi sono diritti umani). E con sufficiente, gentile aiuto c'è chi poi decide di andarsene.
Ora moltiplicate i vostri sforzi per mille. Se i registrar per lettera di tutto il mondo venissero inondati di richieste amichevoli, ma senza che da esse esca un centesimo, le org si ritroveranno molto sotto pressione. E alcuni di quei registrar cominceranno a vacillare e forse a rendersi conto che il mondo esterno non è così ostile come sono stati indotti a credere. Dopotutto, come disse il Fondatore «Un essere è vivo nella misura in cui può comunicare.» Forse potremo riportare alla vita alcune delle povere vittime di Scientology?
The Bunker: E' un invito all'azione molto interessante, Jon. E solleva una domanda: qualche nostro lettore che ha lasciato la chiesa potrebbe raccontarci le conversazioni che potrebbero aver contribuito al loro processo di uscita? Un approccio aggressivo si è mai dimostrato efficace? (qualcuno che per esempio vi urla addosso cose su Xenu). Oppure lo è stato chi vi faceva semplicemente delle domande sulla vostra vita precedente, come suggerisce Jon? Riteniamo che altri lettori del Bunker sarebbero interessati a sentire che cosa gli ex membri pensano sul modo migliore di discutere con uno scientologist.
Per comprendere le discipline è essenziale conoscerne la storia. Gli scientologist tendono ad avere pochissime informazioni sullo sviluppo del loro sistema di credenze e, di conseguenza, la loro comprensione ne risulta incompleta. Lasciai Scientology nel 1993 e dedicai il decennio successivo allo studio della sua storia. Lessi moltissimi materiali pubblicati dal movimento e ne estrassi i riferimenti storici, raccolsi migliaia di pagine di atti pubblici e intervistai circa 150 persone che avevano avuto a che fare con Hubbard dalla sua infanzia in poi. Tutto quel materiale fu poi raccolto in una cronologia di 400 pagine con riferimenti incrociati che andò a costituire la base di Un pezzo di cielo blu.
Il primo commento entusiastico su Dianetics è rinvenibile nelle lettere che Hubbard scrisse a Forrest Ackerman, il suo agente letterario. Il 13 gennaio 1949 gli comunicò infatti che: «[Questo libro] ha più prospettive di vendita e di pubblicità di qualsiasi altro a mia conoscenza... » In merito ai benefici della sua "scienza", disse che «Puoi violentare donne senza che se ne accorgano, comunicare messaggi suicidi ai tuoi nemici addormentati, vendere l'autostrada Arroyo Seco in contanti al sindaco, sviluppare il modo migliore per proteggere o distruggere il comunismo e altri comodi aiuti quotidiani. Se impazzisci, ricorda che eri stato avvertito.»
Alla fine degni Anni '40 Hubbard disse a svariate persone che il modo migliore per accumulare una fortuna era fondare una religione. Le sue molte lettere non mostrano alcun interesse per il bene pubblico, ma solo per la conquista di denaro e potere per sé. Non ho trovato prove che la filantropia fosse uno degli aspetti del suo carattere.
Con l'aiuto di John Campbell Jr, direttore di Astounding Science Fiction, nel 1949 Hubbard si stabilì in New Jersey con la seconda moglie Sara (che non sapeva che il marito fosse bigamo) per terminare la ricerca prima della stesura di Dianetics.
Nei mesi precedenti la pubblicazione di Dianetics: The Modern Science of Mental Health [oggi pubblicato in Italia con il titolo Dianetics: la forza del pensiero sul corpo - NdT] a Sara si aggiunsero altri due assistenti — il medico Joseph Winter e Don Rogers. Il dott. Winter scrisse due libri su Hubbard e Dianetics (il suo Doctor's Report on Dianetics [qui in italiano] è una lettura obbligata per chiunque voglia comprendere le origini della disciplina).
Negli Anni '80 scrissi a Don Rogers; fu gentilissimo e in una serie di lettere rispose alle mie domande in modo approfondito. A differenza di Winter, lui non era disilluso da Hubbard. A distanza di oltre 30 anni ancora credeva nella "Tech". Rogers era stato nel consiglio di amministrazione di tutte le fondazioni di Hubbard fin dalla prima, nel 1950. Nel 1954 era poi passato alla Hubbard Association of Scientologists International. Se ne andò perché riteneva che il «processing bianco e nero» avesse «frantumato il suo caso».
Ancora negli Anni '80 il libro Dianetics veniva pubblicato con un'appendice (la Mind Schematic) scritta da Rogers. All'epoca della nostra corrispondenza, Rogers aveva perso le sue «vittorie», ma era ancora gentile con Hubbard, oltre che sincero. Fu lui a suggerirmi il titolo per il mio libro, «Vendiamogli un pezzo di cielo blu». E' la frase che Hubbard gli disse un attimo prima di aprire le porte della sua prima Fondazione.
L'informazione più stupefacente che ebbi da Rogers fu che fino alla commessa del "Libro Uno", in tutto il suo lavoro Hubbard aveva usato la trance ipnotica profonda. Ron gli disse che quella tecnica sarebbe risultata impopolare perciò, senza una sola singola seduta di "ricerca", passò al metodo della "reverie" (o "trance leggera") adattata sul lavoro di Freud, cioè al "Libro Uno Dianetics". In Scienza della Sopravvivenza del 1951 lo stesso Hubbard avvertiva della natura ipnotica del suo metodo: «Può darsi che noti che un preclear, dopo aver chiuso gli occhi, inizia a sbattere le palpebre. Questo è un sintomo del livello più leggero di trance ipnotica» (ed. Italiana 1992, pag. 427). Questa significativa ammissione è stata persa dai praticanti contemporanei, che tendono a ignorare l'evidenza che la "Tech" è ipnotica.
Barbara Klowden (chiamata "Barbara Kaye" nella bella biografia di Hubbard di Russell Miller [qui in italiano] rilasciò parecchie interviste [qui una in italiano] e possiedo il diario che scrisse quando era la ragazza di Hubbard (ancora sposato con Sara). Dopo averlo lasciato, Barbara diventò una psicologa e la sua diagnosi è coerente con quelle di Richard de Mille [qui una sua intervista in italiano] e di Jim Dincalci, entrambi diventati psicologi qualificati dopo aver trascorso parecchio tempo a contatto con Hubbard. L'uomo soffriva di lunghi periodi di immobilismo causati da cupa depressione, mancanza di autostima e paranoia.
Nel 1951, quando Sara presentò le carte del divorzio e accusò il marito bigamo di tortura, Hubbard rapì la loro figlioletta Alexis e scappò a Cuba. Si fece accompagnare da Richard de Mille, figlio adottivo e nipote di sangue di Cecil B. de Mille, uno dei pionieri del cinema.
Districandosi a fatica nella massa di dettature di Hubbard, De Mille creò Scienza della Sopravvivenza, Come vivere pur essendo un executive e Notes on the Lectures (parecchio tempo fa un collezionista mi fece ascoltare uno dei dischi originali delle dettature di Scienza della Sopravvivenza). In seguito Hubbard non avrebbe mai più terminato un libro (e ci viene in mente l'incapacità di un "Soppressivo" di concludere un "ciclo di azione"); per la stesura si affidò brevemente a Alphia Hart (Scientology 8-80) poi, per oltre 20 anni, a John Sanborn.
Robert Vaughn Young ebbe il difficile compito di rivedere gli appunti grezzi di Hubbard e di trasformarli in Missione Terra. Mi disse che fu un lavoro terribile, anche per l'atteggiamento razzista e sciovinista di Hubbard (in uno dei suoi racconti, il personaggio di una nativa americana fu chiamato "Figa Stretta").
Dopo aver lasciato Hubbard, De Mille diventò professore di psicologia e dette un contributo fondamentale per smascherare quell'imbroglione psicopatico di Carlos Castaneda. All'uscita della prima edizione di Un pezzo di cielo blu, De Mille scrisse per dirmi che era il libro migliore sull'argomento e che si trovava particolarmente d'accordo con la mia valutazione che l'unica persona con tutte le caratteristiche della "Persona Soppressiva" era Hubbard stesso.
Un altro dei primi dianeticisti a lavorare con Hubbard fu Perry Chapdelaine. All'epoca della nostra corrispondenza ammirava ancora Hubbard e pensava che le sue idee fossero vitali. Mi raccontò che siccome lui era un matematico, Hubbard gli aveva chiesto di formulare gli "assiomi" di Dianetics, che i due completarono in compagnia di una bottiglia di whisky. L'amore che Hubbard aveva per l'alcol fu citato anche dalla Klowden (una bottiglia di Scotch al giorno) e da De Mille (a Cuba, una bottiglia di rum al giorno).
Dopo tre mesi terribili lontana dalla sua bambina, Sara accondiscese alle richieste di Hubbard il quale tornò negli USA con l'aiuto finanziario del petroliere Don Purcell. Fu quest'ultimo a creare la Fondazione di Wichita. I suoi racconti coincidono con quelli di molti altri: Hubbard spendeva e spandeva e scappò da tutti i suoi molti creditori (anche i suoi fascicoli della Marina contengono lettere disperate di svariati negozi e grandi magazzini che gli davano la caccia).
Hubbard vendette i diritti di Dianetics e dei suoi libri originali a Purcell perché entrambi credevano che l'American Medical Association avrebbe esteso la causa già intentata dalla Associazione Medica del New Jersey per abuso di professione medica. Wilhelm Reich era stato mandato in prigione precisamente per questo, perciò Purcell tentò di proteggere Hubbard.
La causa non si materializzò mai. Dianetics andò in bancarotta, ma un giudice l'offrì a prezzi stracciati a Purcell, qualche centinaio di dollari. Frattanto Hubbard, come gli era solito, aveva litigato anche con lui e, dopo essersi impossessato dell'indirizzario della Fondazione di Wichita, inviò oltre 30 lettere che attaccavano il petroliere.
Il 3 aprile 1952 Hubbard scrisse una missiva da Phoenix, Arizona, intitolata "Una Dichiarazione" in cui accampava il diritto al termine "Fondazione" e diceva: «Dove mi trovo, anche se accompagnato da appena una manciata di persone, anche se siamo tagliati fuori e in povertà come attualmente siamo, un certo uomo con in mano il potere ci minaccia tutti o danneggia Dianetics come sta facendo Purcell. QUESTA è la Fondazione... non tollererò che qualche riccastro vi imponga di pagare soldi senza darvi nulla in cambio. Molti di voi sono stupidi e incoscienti e inclini a piangere e a lamentarsi di situazioni di cui non hanno dati. Molti altri sono così bassi di tono da preferire truffatori, ladri e articoli truffaldini e si affliggono sul progresso, la determinazione e l'onestà... »
I lamenti di Hubbard non erano invano. Con la perdita di Dianetics doveva ora creare qualcos'altro. Scelse la parola Scientology — usata in precedenza per descrivere la pseudo-scienza e la teoria della razza ariana — e generò una nuova disciplina, armato soltanto di Magick in Theory and Practice di Aleister Crowley e di un paio di libri sull'ipnosi (Twenty-Five Lessons e Hypnotism Comes of Ages — egli fa riferimento a tutti e tre questi libri nelle conferenze del PDC del 1952). Il "Processing Creativo" — o visualizzazione ipnotica — che è la tecnica centrale delle Conferenze di Dottorato di Filadelfia, è un prestito diretto da Crowley (come lo è OT-TR0 e molto altro, si veda il mio Possible Origins for Dianetics and Scientology).
Abbiamo la testimonianza di molti dianeticisti e scientologist della prim'ora. O almeno le ho io: alcuni di questi materiali non hanno mai visto la luce (e francamente, dubito che lo faranno senza un po' d'aiuto, perché non ho tempo libero).
Per un certo periodo fui in corrispondenza con A.E. Van Vogt, il quale rinunciò alla sua brillante carriera di scrittore di fantascienza per praticare Dianetics. Si allontanò da Hubbard quando comparvero le "vite precedenti" (nel 1951). Per Van Vogt erano fantasie. 30 anni dopo era ancora un fervente praticante di Dianetics e, purtroppo, non scrisse più libri. Sviluppò tuttavia la teoria del "uomo giusto" — un uomo che non può mai avere torto — basata sul narcisismo di Hubbard.
Nel 1952-53 Helen O'Brien fu a capo della Hubbard Association of Scientologists. Viveva a Filadelfia perciò vi organizzò il corso di "dottorato". Di solito per un "dottorato" bisogna avere conseguito un diploma di laurea, un diploma post-laurea o un master, e due o tre anni di lavoro su una tesi originale — in tutto otto o nove anni di studio. Hubbard concedeva il dottorato in cambio di 500 dollari e di sei settimane di ascolto delle sue lezioni, tenute nella nota modalità sconclusionata.
A quel corso di Filadelfia parteciparono appena 38 persone, perché il seguito di Hubbard si era significativamente ridotto. Nel 1950 (quando l'editore Art Ceppos lo ritirò, dopo essersi reso conto che era fraudolento) Dianetics aveva venduto 150.000 copie, ma nel giro di due anni erano rimasti solo 38 credenti.
La O'Brien ha lasciato un libro notevole in forma manoscritta. La Biblioteca del Congresso ne possiede una versione ridotta (qui in italiano). Helen mi inviò il testo completo e nel leggerlo piansi. Hubbard aveva promesso a John Neugebauer ("Nyoga") — compagno di Helen — la soluzione alla depressione di cui soffriva, ma l'uomo finì per suicidarsi (uno dei molti suicidi di Scientology). Il vaso di vetro messo bene in vista per collocarvi gli occhiali di cui, stando alle promesse di Hubbard, i suoi preclear non avrebbero più avuto bisogno, rimase vuoto per tutta la durata della sua permanenza. Forse vale la pena notare che Hubbard non si tratteneva mai a lungo in un posto, il che — secondo i suoi stessi insegnamenti — indica che doveva andarsene a causa degli "overt" o crimini commessi. Parecchio coerente con la cronaca della sua vita.
La O'Brien possedeva anche delle lettere di Hubbard tra cui la famosa missiva del 10 aprile 1953 in cui le si chiedeva un'opinione sulla "prospettiva religiosa", e che conteneva commenti sulla quantità di denaro che avrebbero potuto fare se fossero andati in quella direzione. («Attendo la tua reazione sulla prospettiva religiosa. E' mia opinione che non potremmo avere più commenti pubblici negativi di quanti ne abbiamo, o meno clienti per ciò che abbiamo da vendere.»)
Hubbard registrò segretamente la sua Chiesa di Scientology a Camden, New Jersey, in dicembre 1953, anche se avrebbe poi sostenuto che la prima "chiesa" non era stata una sua idea e che fu registrata da Burton Farber in California. In effetti quella registrazione fu fatta in febbraio 1954, con Hubbard quale principale beneficiario della "Chiesa di Scientology della California".
Nonostante i velenosi attacchi di Hubbard, nel 1955 Don Purcell gli donò tutti i diritti di Dianetics. Questa decisione è spiegata in The Aberree, una rivista per "indipendenti" ed ex membri diretta da Alphia Hart, l'ex capo delle pubblicazioni, e fonte vitale di informazioni sui primi anni di Scientology.
The Aberree fu pubblicata per anni e contiene articoli di molte delle figure dei primi tempi del movimento. Vale la pena notare che ogni pochi anni i vertici di Dianetics e Scientology se ne andavano e spesso cercavano di esportare le loro tecniche.
Sono esistiti oltre 200 gruppi scissionisti. Proprio come in 1984 di Orwell, i fuoriusciti chiave finirono nel "buco della memoria". Per esempio Paul Twitchell, fidato contributore dei "bollettini" di Hubbard, creò Eckankar; Harvey Jackins, uno dei protégé di Hubbard, trasformò Dianetics in "Co-Counselling"; ma ne nacquero molti altri — E-Therapy, Synergetics, Dianalogy e Amprinistics, giusto per citarne alcuni.
Mi sorprese constatare quanti pochi dei principali sostenitori di Hubbard degli Anni '50 fossero rimasti in Scientology a 30 anni di distanza ( in passato ho commentato che nessuno dei circa 280 "clear" rivendicati in Dianetics: la forza del pensiero sul corpo si sono mai fatti vedere). Uno degli ultimi ad andarsene fu George Hay, che aveva invitato Hubbard a fare il suo primo viaggio in Inghilterra nel 1951. Come quasi tutti i dianeticisti della prim'ora, George non mostrava alcuna venerazione per Hubbard. Quella arrivò dopo la creazione della Sea Org e il mito di "Sorgente", quando Hubbard negò i molti contributi degli altri (fino alla metà degli Anni '60 era solito distribuire "dottorati" per tali contributi, ma anche questa evidenza è finita nel "buco della memoria").
Oggi pochi scientologist sanno che per sette anni L. Ron Hubbard Jr fu il secondo in comando del padre; se ne andò nel 1959 (perché — disse — voleva guadagnare a sufficienza per mantenere la sua famiglia.) E sicuramente nessuno scientologist sa che da importanti pubblicazioni come le "Upper Indoctrination Training Routines" ["Trs di Addotrinamento superiore"] è stato cancellato il "Jr", accreditandole così al padre. Nibs, come veniva chiamato, fece parecchie affermazioni velenose sul padre. Quando ero in contatto con lui tendevo a dubitare di tutto ciò che diceva perché mi sembrava esagerato; oggi non sono più così sicuro. Tuttavia non ho mai usato nulla di quanto mi disse Nibs senza averlo prima verificato con altre fonti.
Intervistai John Sanborn a Los Angeles alla fine degli Anni '80. Era stato il capo delle pubblicazioni Scientology dal 1954 al 1978. Mi raccontò che un giorno aveva visto quanto veniva trasferito sui conti privati di Hubbard e lo aveva paragonato alla miseria che "Tubby" — come lui lo chiamava — gli aveva dato in vent'anni di lavoro. Sanborn era presente quanto Hubbard dettò il "Brainwashing Manual", che il fondatore attribuì falsamente a Lavrenti Beria, il capo della polizia segreta dell'URSS (è impossibile attribuire la paternità del Manuale a Beria poiché esso cita la "Chiesa di Scientology", entità registrata per la prima volta quando lui era già morto. A meno che, naturalmente, Hubbard non avesse davvero lavorato per la Cheka e avesse informato Beria delle sue future intenzioni...).
Sanborn mi raccontò di aver cercato di evitare la pubblicazione di Hymn of Asia per 20 anni, perché l'originale diceva «Io sono Maitreya». Fu lui a cambiare la frase in «Sono io Maitreya?» e a mandarlo infine in stampa nel 1974. (Poiché Maitreya guiderà l'umanità al nirvana nel corso della sua vita, possiamo rispondere alla domanda «Sono io Maitreya?» con un sonoro «No! Non lo sei». Il Book of the Great Decease, testo Pali che cita Metteya o Maitreya, non conferma le asserzioni di Hymn of Asia secondo cui l'ultimo Budda avrà i capelli rossi, nascerà in Occidente o che apparirà 2500 anni dopo il Budda Shakyamuni).
Il mito di L. Ron Hubbard fu creato parecchio dopo la nascita di Scientology. Esistono moltissime informazioni che contraddicono quel mito. Nel 1990, all'epoca della pubblicazione di Un pezzo di cielo blu,
avevo già intervistato o letto le testimonianze di oltre 150 persone che avevano conosciuto o lavorato a stretto contatto con Hubbard. I racconti di chi gli fu vicino sono coerenti. Le sole storie che entrano in conflitto con quei resoconti sono le storie raccontate dallo stesso Hubbard; e lui si contraddiceva spesso.
E' folle riporre la propria fede in un uomo che è stato un bugiardo patologico, ma accantonare le credenze in base alle quali si è vissuto e accettare di essere stati imbrogliati non è compito facile. Scientology è così pervasiva che quasi tutti quelli che vi sono stati esposti trovano difficile assumere prospettive diverse da cui analizzare obiettivamente la "Tech". I credenti vengono "interiorizzati" dentro Scientology. Il mio scopo è stato aiutare il prossimo a "esteriorizzarsi" a sufficienza da rivalutare il proprio coinvolgimento.
Quando me ne andai utilizzai le "Data Series" di Hubbard per valutare Scientology (e sì, contrariamente alle dicerie feci il Corso di Valutatore delle Data Series all'org di Birmingham nel 1981). Scoprii che Scientology era penosamente carente anche secondo la logica del suo stesso fondatore. Poi applicai le Data Series alle Data Series stesse, e tutto evaporò nella nebbia.
Per me la prova finale delle intenzioni di Hubbard arrivò quando raccolsi le sue affermazioni per la stesura di Never Believe a Hypnotist. Non è sicuramente un lavoro letterario e non posso che scusarmi per la sua natura piuttosto cenciosa, ma contiene evidenze irrefutabili che, nelle parole stesse di Hubbard, la Sorgente di Scientology era un ipnotista esperto (che prima di scrivere Dianetics già vantava 20 anni d'esperienza) e che nella sua opera sfruttò tecniche ipnotiche. In realtà Dianetics e Scientology sono delle forme di pura e semplice ipnoterapia. Tutte le forme di ipnoterapia presentano il rischio di far sembrare reali le fantasie, e Scientology non fa eccezione.
Se in Scientology c'è un qualche valore esso deve essere sottoposto al medesimo scrutinio scientifico di altre forme potenziali di guarigione. Il che non è stato più fatto dopo il fallimento dell'unico trial clinico di Hubbard — a Los Angeles nel 1950 (citato in Scienza della Sopravvivenza e registrato in Dianetic Processing: A Brief Survey of Research Projects and Preliminary Results pubblicato nel gennaio del 1951 con l'imprimatur delle Hubbard Dianetic Research Foundations). Hubbard ammise che la Hubbard Dianetic Foundation «ha eseguito test relativi all'efficacia dell'ipnosi da dolore e farmaci e l'ha trovata ... terribilmente distruttiva...» (Scienza della Sopravvivenza, ed. Italiana 1992, pag. 424). Egli mancò di dire che i test erano stati fatti per dimostrare l'esistenza degli engram, e che nessuno dei materiali inculcati con "l'ipnosi da dolore e farmaci" fu recuperato. Un altro pezzo di storia per per gli aderenti al culto è andato perso nel rapido cambiamento da "scienza della salute mentale" a religione basata sulla fede.
Jon, la settimana scorsa ci hai illustrato la realtà condivisa che sostiene la cosmologia di Scientology. Ma che dire di Hubbard? Anche lui condivideva quella realtà? Hai detto che volevi affrontare le motivazioni che portarono Hubbard a creare un movimento mondiale. Che cosa hai scoperto?
JON: Nel libro del 1952 Scientology 8-80 Hubbard descrive il suo obiettivo con queste parole: «Il mio scopo è far uscire la barbarie dal fango che essa pensa l'abbia concepita e formare, qui sulla Terra, una civiltà basata sulla comprensione umana, non sulla violenza. E' uno scopo grande. Ad ampio raggio. Un obiettivo stellare.»
Molto prima di questo aveva scritto una lettera affascinante alla sua prima moglie, lettera che è stata coperta da copyright per conto dei suoi eredi.
The Bunker: Forse è coperta da copyright, ma ti sei assicurato che una buona parte di essa fosse citata nel libro di Russell Miller Bare-Faced Messiah [qui in italiano].
JON: prima di parlare della lettera vorrei riferire un aneddoto per aiutare a collocare l'argomento — le motivazioni di Hubbard — in un contesto più preciso.
Nel 1986 trascorsi un mese a Palo Alto e intervistai parecchi personaggi, tra cui David Mayo e Sarge Gerdobe. David non era il solo Classe XII dell'Advanced Ability Center.
The Bunker: L'AAC era il gruppo scissionista di Mayo che consegnava auditing di alto livello al di fuori della chiesa, una cosa contro cui Scientology fece una guerra feroce.
JON: E' così. Lì Mayo non era l'unico auditor che avesse audito "Sorgente", il Fondatore di Scientology e il Grande OT Ron Hubbard in tutta la sua gloria. Ma mentre David era aperto alle domande, l'altra Classe XII dell'Advanced Ability Center mi trattò con silenzioso disprezzo rifiutandosi di profferire anche una sola parola in mia presenza. Quella Classe XII era Paulette Mahurin, in precedenza Ausley e, ancora prima, Cohen [In USA le donne prendono il cognome del marito - NdT]. All'epoca pensavo che non gradisse il mio atteggiamento scettico sull'osannata Tech e la mia chiara preoccupazione che OT III induca psicosi, ma mi sbagliavo, come scoprii nel 1988 quando tornai nella zona della Baia.
L'amico che mi ospitava mi accompagnò a incontrare Ron Neuman, il leggendario collezionista di Hubbardilandia (un tizio davvero perbene). Ron aveva affittato la sua grande casa per una festa di matrimonio e quando arrivammo c'era molta confusione. Un po' disorientato mi sedetti tra la folla e dall'altra parte della stanza vidi una donna che mi fissava, e che poi cominciò a inveire contro di me. Con la nuova permanente non l'avevo riconosciuta: era Paulette. Il suo precedente silenzioso disprezzo aveva lasciato il posto alla furia. Mi accusò di essere "stonato" (magari!) e, in tono abbastanza alto così che tutti potessero sentirla, mi disse che volevo solo assecondare la volontà di Hubbard. Lo stavo rendendo famoso. E mi sarei dovuto vergognare.
Avevo già scritto Un pezzo di cielo blu e collaborato con Russell Miller per la sua bella biografia di Hubbard, [qui in italiano] perciò ne sapevo a sufficienza per dire che sui desideri di Hubbard aveva ragione. Ma mentre lei stava diffondendo la deleteria metodologia mentale di Hubbard, io stavo semplicemente mettendo agli atti la sua storia equivoca. Non credo che lui ne tragga beneficio, né in un senso né nell'altro. Paulette sembrava pensare che Hubbard ne avrebbe ricavato qualche arcano potere, anche se lei continuava a diffondere il suo virus in lungo e in largo. Sembrava credere che la Tech sarebbe continuata, ma senza riferimenti al suo compilatore. Io non avevo alcuna fede residua nella Tech, ma pensavo che la storia di Hubbard fosse sia assolutamente affascinante, sia molto significativa per la comprensione dei sociopatici narcisisti e di coloro che ne divengono prede.
Gli scientologist credono che Hubbard fosse un umanitario altruista che sacrificò la sua salute nella nobile ricerca della liberazione dell'umanità. Contrariamente alle sue affermazioni, Hubbard aveva un disperato bisogno di apprezzamento, ammirazione e compassione, e il suo scopo non era sicuramente "stellare". Come disse lui in breve nelle sue auto-affermazioni pochi mesi prima di presentare Dianetics a un mondo ignaro, «Gli uomini sono tuoi schiavi». Ma il suo obiettivo non era nemmeno quello di schiavizzare l'umanità (anche se lavorò molto bene e lasciò decine di migliaia di zelanti devoti che molesteranno brutalmente i critici senza il minimo scrupolo di coscienza). Le motivazioni di Hubbard erano molto più semplici.
Scientology comincia nel 1938 con "Excalibur", quel primo testo di Hubbard mai uscito dall'archivio. In seguito egli sostenne di essere morto sotto anestesia durante un intervento odontoiatrico (qualsiasi cosa accadde, lo tenne per sempre alla larga dai dentisti. Tanta era la sua fobia che in seguito i denti gli marcirono fino alle radici). Mentre era morto gli offrirono uno "smorgasborg" di conoscenza da cui disse di aver distillato "Excalibur". E' qui che avanzò per la prima volta la sua famosa tautologia che lo scopo dell'esistenza è... esistere. Suona molto meglio se si dice "sopravvivere", ma alla fine è la stessa cosa. In seguito portò i suoi seguaci a credere che "Excalibur" fosse così pericoloso che dopo averlo letto tre persone uscirono di senno (svariate conferenze di Hubbard sono tediose fino al suicidio, ma non è questo che intendeva dire). Come spesso succede con le affermazioni di Hubbard, si tratta solo di una iperbole priva di basi fattuali. I seguaci credono che in quel manoscritto Hubbard avesse scoperto l'immortalità dello spirito, ma esiste una lettera dello stesso anno (che nella registrazione del copyright gli scientologist hanno erroneamente datato 1939) che molto probabilmente è la singola affermazione più importante dell'intero canone hubbardiano.
La lettera è indirizzata alla prima moglie Polly, che lui chiamava "Skipper". Innanzitutto le fornisce una spiegazione abbastanza mesta sulla scoperta del principio "Sopravvivi!" e dice: «Vivere è una burla decisamente seria, ma pur sempre una burla. Lo scopo totale dell'uomo è sopravvivere. Non "per qualcosa", ma semplicemente sopravvivere.» Poi continua: «Questo vivere è una grossa burla. Il giorno in cui creò l'Universo, Dio doveva sentirsi beffardo. Perciò dipende da almeno un uomo ogni qualche secolo animarsi un po' e arrivare quanto più vicino a farGli ingoiare la sua risata.»
In merito all'immortalità, Hubbard è del tutto scettico sulla sopravvivenza dell'anima, spirito o thetan: «L'immortalità personale può essere conquistata solo con la parola scritta, le note musicali, le tele dipinte o il duro grabito [sic — probabilmente intendeva "granito"]. Notate la parola "solo".
Un Hubbard 26enne esponeva lo scopo della sua vita: «Stupidamente forse, ma cionondimeno determinato, nutro grandi speranze di scagliare il mio nome in modo così violento nella storia che prenderà forma leggendaria anche se tutti i libri andassero distrutti. Quell'obiettivo è il vero obiettivo per quanto mi riguarda. Le cose che mi ostacolano regolarmente mi rendono nervoso. E' un lavoro veramente grosso. Tra cent'anni il nome di Roosevelt sarà stato dimenticato — il che dà la misura della portata del mio tentativo. E tutto questo ribolle e schiuma nella mia testa, e mi sento depresso quando mi blocco.»
Hubbard aggiungeva che avrebbe «fatto sembrare Napoleone un ometto da quattro soldi» rispetto alla fama di cui lui avrebbe goduto.
Perciò "Excalibur" non riguardava l'immortalità spirituale, o qualsiasi cosa riferita allo spirituale. Hubbard riteneva di aver preso contatto con qualche forza dell'universo, di essere stato l'unica persona ad averlo mai fatto, ma che voleva sfruttare quella forza non per il bene del mondo (che non viene mai citato in quella lettera di cinque pagine), ma per "scagliare" il suo nome nella storia.
I credenti diranno che Hubbard cambiò idea, ma proprio nei suoi ultimi giorni di vita troviamo una significativa conferma del suo "unico obiettivo". Quando, quasi cinquant'anni dopo quelle sue affermazioni, Hubbard abbandonò il corpo, non era riuscito a spendere 648 milioni dei dollari che aveva levato ai suoi seguaci. Un insignificante milione andò alla moglie che aveva sopportato la galera per proteggerlo, molto meno ai suoi figli ancora in vita. Ma mezzo miliardo di dollari andò alla Church of Spiritual Technology il cui scopo societario, come da statuto, è "Perpetuare il nome di L. Ron Hubbard". Per favore notate che non si parla di "tecnologia", ma solo del suo nome.
Mi trovo ancora in disaccordo con Paulette Mahurin. Sinceramente non mi importa nulla se, sottolineando la sua vita ipocrita e maligna, rendo Hubbard ancora più famoso. Di sicuro i biografi di Hitler, Stalin e Gengis Khan, esplorando quelle personalità deviate rendono un servizio all'umanità. Immagino i genitori degli anni a venire che metteranno in guardia i loro bambini: «Se fai il cattivo arriverà L. Ron Hubbard ad audirti fino a che non diventerai suo schiavo.» Ritengo sia molto meglio comprendere il male, piuttosto che nascondersi sotto le coperte e ignorarlo. Hubbard ci dà una visione affascinante del narcisista egotistico che potrebbe addirittura portare a una società che non promuova più tali comportamenti. Una società in cui, per dirla con le parole di Hubbard, anche le persone oneste hanno diritti.
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