Storica sentenza francese, condannati in via definitiva sei dirigenti e la Chiesa di Scientology in quanto tale. Il giornalista anglo-francese Jonny Jacobsen ripercorre per noi le tappe del procedimento. Di © Jonny Jacobsen, 7 - 10 ottobre 2013
© Traduzione a cura di Simonetta Po, ottobre 2013
Cassazione: Che cosa ci ha portati quiTra qualche settimana la Corte di Cassazione francese depositerà la sua sentenza in merito al ricorso presentato da Scientology contro le condanne per truffa organizzata. Gli avvocati del movimento hanno sostenuto di non avere avuto un processo equo e che nel 2011 gli imputati e il loro team legale abbandonarono il processo d'appello perché, visto il rigetto della corte di ogni obiezione legale avanzata, la loro posizione era diventata indifendibile. Hanno decritto le condanne e il trattamento ricevuto dalla corte come un attacco alla libertà di religione, e accusato lo Stato di aver fatto pressioni sulla corte prima dell'apertura del processo. La Corte di Cassazione ha ascoltato le argomentazioni delle parti il 4 settembre scorso, in un'udienza durata quasi tre ore. Depositerà la sua sentenza il 16 ottobre. La Corte di Cassazione non si interessa dei fatti portati in giudizio, ma solo della corretta applicazione della legge. Le sue sentenze, almeno in Francia, sono definitive. Se la Corte confermerà le condanne del processo d'appello, all'ora l'unico possibile ricorso a disposizione di Scientology sarà la Corte Europea dei Diritti Umani. Se invece annullerà alcune o tutte le condanne, molto probabilmente il caso sarà rinviato a una corte inferiore per un nuovo processo. [1] Durante l'udienza del mese scorso, i tre avvocati che compongono il team legale di Scientology hanno ripercorso le argomentazioni rigettate dalla Corte d'Appello, ma hanno anche fatto ricorso a una nuova linea di attacco. Una in particolare riguardava la loro drammatica uscita a metà del processo d'appello. Il 17 novembre 2011 gli imputati e i loro difensori abbandonarono il procedimento dopo sei giorni di argomentazioni procedurali, sostenendo che quello non era un equo processo. [2] In Cassazione, lo scorso mese, la difesa ha discusso sul fatto che la Corte d'Appello avrebbe dovuto interrompere il processo fino a che non fossero stati trovati dei difensori d'ufficio per gli imputati, ma lo ha invece proseguito senza di loro. Idea respinta da Claire Waquet, avvocato del gruppo antisette UNADFI, la quale ha sostenuto che la linea di difesa era un po' troppo candida, dal momento che gli imputati stessi avevano scelto di abbandonare l'aula. Ma prima di entrare nel dettaglio della discussione, vale la pena riassumere il percorso che ha portato alla Corte di Cassazione. Le condanne di primo grado Torniamo all'ottobre 2009. Dopo un processo durato quattro settimane a cavallo di maggio e giugno, il Tribunale di Parigi condannò due organizzazioni Scientology per truffa organizzata. Anche sei membri del personale Scientology ricevettero condanne per reati che andavano dalla truffa all'abuso di professione di farmacista. In passato, già altri scientologist senior erano stati condannati in Francia per reati connessi alla truffa: il processo più importante fu quello di Lione del 1996, poi ci fu quello di Marsiglia del 1999. [3] In quei casi, però, Scientology poté almeno provare a sostenere che si trattava di condanne per gli eccessi dei singoli individui, non di qualcosa connaturato all'organizzazione. Ma questa volta le condanne hanno riguardato anche il movimento. Nel 2009 la Association Spirituelle de l'Eglise de Scientologie CC (ASES), cioè il Celebrity Centre, fu condannata per truffa organizzata e multata per 400.000 euro. Scientologie Espace Librairie (SEL), la rete di librerie Scientology, fu condannata per truffa organizzata e multata per 200.000 euro. Le accuse correlate alla truffa si concentrarono sul Test della Personalità di Scientology, che la sentenza di primo grado caratterizzò come «privo di valore scientifico e analizzato all'unico scopo di vendere prodotti e servizi vari.» La corte esaminò nel dettaglio anche le tecniche di vendita dura utilizzate sui membri per ottenere somme di denaro sempre più elevate. E per segnare un gol, usò citazioni prese dagli scritti del fondatore di Scientology L. Ron Hubbard. Sottolineando che il giro d'affari del Celebrity Centre era stato di 17 milioni di franchi (2,6 milioni di euro), la sentenza citò un passaggio della tristemente nota direttiva di Hubbard del 1972: A. FATE SOLDICitò poi un'altra direttiva del 1961 intitolata "Registration" che elenca 43 punti in base ai quali i membri dello staff devono "maneggiare" i neofiti: 2. Siate sempre pronti a controllare il nuovo corpo che entra in negozio... [5]La Presidente Sophie-Hélène Château, in tribunale e nella sentenza, liquidò come "oltre ogni fervida immaginazione" (plus que fantaisiste) i tentativi degli imputati di tradurre il termine inglese "hard sell" [vendita dura] con "prendersi cura delle persone". La sentenza si premurò di riconoscere il diritto di ognuno a credere a ciò che vuole in ambito religioso. Ma aggiunse che c'erano dei limiti: Pertanto, individui che utilizzano una dottrina filosofica o religiosa, in sé lecita, per imbrogliare deliberatamente il prossimo per finalità finanziarie o commerciali, sono passibili di essere perseguiti per il reato di truffa. [6]Le condanne per abuso di professione di farmacista riguardarono il controverso "Rundown di Purificazione", elemento centrale del programma Narconon. Il Rundown è un procedimento ideato da Hubbard che combina alte dosi di vitamine e minerali, esercizi aerobici e molte ore di sauna, al fine dichiarato di "sudare via" le tossine e aiutare il progresso spirituale dell'individuo. Come abbiamo già riferito in precedenza, i critici sostengono che è privo di fondamento scientifico ed è potenzialmente letale. [7] [Nota del traduttore: nel 1989, il Pretore di Modena condannò per truffa e abuso di professione i responsabili del locale centro di "Dianetics" responsabili dell'amministrazione del "Rundown di Purificazione". La condanna passò in giudicato nel 1993.] Nel trattare il Rundown di Purificazione, la sentenza di primo grado fece notare quanto fosse confusa la linea tra lo scientifico e lo spirituale. Scientology aveva cercato di sostenerne la validità scientifica, insistendo al contempo che si trattava di una pratica spirituale. I periti sentiti in dibattimento convinsero la corte che l'uso di vitamine richiesto dal Rundown - nelle alte dosi prescritte - sarebbe dovuto essere stato preventivamente autorizzato dalle autorità francesi. Discussero sul fatto che l'uso di vitamine in quantità così elevate non le rendeva degli integratori alimentari, come sostenuto dagli imputati, ma dei veri e propri farmaci. [8] La corte condivise l'argomentazione. Fu proprio perché produzione, distribuzione e vendita delle vitamine usate per il Rundown erano normalmente riservate ai farmacisti, che il Consiglio Nazionale Francese dell'Ordine dei Farmacisti (CNOP) si costituì parte civile. Quattro scientologist furono condannati per reati collegati all'abuso di professione. L'appello Le condanne contro i due gruppi Scientology erano una macchia che il movimento doveva cercare di togliere. Le due organizzazioni e quasi tutti i singoli imputati ricorsero in appello. Il caso fu discusso nel novembre 2011. Gli avvocati di Scientology avevano presentato una serie di impugnazioni nel tentativo di vedere annullate le condanne, ma la Corte di Appello le rigettò tutte. Quando - al sesto giorno di processo - respinse anche l'ultimo dei nove ricorsi presentati, gli avvocati di Scientology e i loro assistiti lasciarono l'aula. «Gli avvocati degli scientologist deplorano solennemente il fatto che non siano stati rispettati i loro diritti più elementari», dichiararono in un comunicato emesso subito dopo. [9] In un comunicato stampa a sé, il Celebrity Centre sostenne di non essere preparato a prendere parte a un processo «assolutamente non equo, e in cui vengono rifiutati i diritti più elementari.» [10] A febbraio 2012 la Corte d'Appello confermò le condanne di primo grado e subito dopo gli avvocati di Scientology presentarono ricorso alla Corte di Cassazione. [11] Ora, dopo 18 mesi e a quasi due anni dalla drammatica uscita dall'aula, una nuova serie di avvocati di Scientology ha accusato in Cassazione la Corte di Appello di aver negato agli imputati il pieno diritto alla rappresentazione legale. [12] Ma questa è stata soltanto una delle argomentazioni presentate alla corte. Il cancelliere ha impiegato i primi 50 minuti dell'udienza a riassumere la storia del caso e le impugnazioni della difesa. Ecco alcune obiezioni avanzate dal team legale di Scientology:
Vai a "Impossibilità di difesa". Note dell'autore:
1. La Corte di Cassazione francese può annullare una condanna senza diritto di appello, eliminando così la possibilità di un nuovo processo, ma è raro. [...]
2. Per ulteriori dettagli si veda "La grande uscita".
3. Nel processo di Lione uno degli imputati fu condannato anche per omicidio colposo per aver contribuito a indurre al suicidio Patric Vic, membro del suo gruppo, con pressioni incessanti affinché accendesse un mutuo per acquistare altri corsi e materiali Scientology.
4. "Governing Policy", HCO PL 9 marzo 1972. Lo stesso passaggio apparve nel rinvio a giudizio del pubblico ministero Jean-Christophe Hullin. Anche Olivier Morice, avvocato di Aude-Claire Malton, citò il passaggio durante la sua arringa conclusiva. Compare a pag. 39 della sentenza.
5. "Registration", HCO PL 3 maggio 1961. Sebbene questa direttiva fosse stata scritta dalla scientologist sudafricana Sue Van Niekerk, essa porta un grosso riconoscimento a firma Hubbard. La stessa citazione comparve anche nel rinvio a giudizio. Sia Morice, sia il PM la citarono durante il processo. Compare a pag. 36 della sentenza.
6. Pag. 73 della sentenza. Per un breve riassunto della stessa, si veda "The Paris Court's Ruling". Per un'analisi approfondita della sentenza, si veda "Reviewing the Paris Judgement".
7. Si veda ad esempio "Narconon: an Introduction".
8. Per la testimonianza dei periti si veda "The Purification Rundown".
9. "Du jamais vu dans les annales judiciaires!": comunicato stampa in francese di Scientology, emesso il 15 novembre 2011.
10. "L'Eglise de Scientologie ne cautionne plus une justice faussée et inequitable": comunicato stampa di Scientology del 17 novembre 2011, il giorno dell'uscita dall'aula del processo di appello.
11. Prima della sentenza della Cassazione cercherò di preparare un riassunto dettagliato delle condanne inflitte dalla Corte d'Appello.
12. Il team legale non era lo stesso perché certi avvocati si specializzano nelle discussioni in Cassazione.
13. Per ulteriori dettagli si veda "The Appeal Trial: preparing the ground". Ma, in breve: la circolare di cinque pagine non faceva riferimento diretto a Scientology. Era indirizzata a pubblici ministeri e giudici ed era una analisi dell'ambito legale riferito alle sette, oltre a un promemoria dei rimedi legali disponibili alle corti. In un documento di denuncia del 3 novembre, Scientology sostenne che il documento «ha pre-condannato la chiesa senza citarla» e chiese che il processo venisse sospeso per limitare i danni. La richiesta venne respinta e il processo iniziò regolarmente il 3 novembre 2011. Scientology incolpò della circolare la MIVILUDES, l'osservatorio governativo sulle attività settarie guidato dal vecchio nemico Georges Fenech.
14. Per ulteriori dettagli su questa accusa si veda "Scientology Cries Foul", ma in breve: Arnaud Palisson, l'accademico coinvolto, ha riferito a Infinite Complacency che il pubblico ministero non partecipò alle sue conferenze.
15. È un riferimento alla tesi di Palisson (vedi nota precedente). Per ulteriori dettagli su questa accusa si veda "Scientology Cries Foul". "Impossibilità di difesa"I singoli scientologist e le due organizzazioni Scientology sono stati rappresentati in Cassazione da tre avvocati. I primi due non si sono limitati alle questioni legali relative al processo di appello, ma hanno toccato anche quanto insistentemente definito come un più ampio contesto politico. Già prima dell'inizio del processo, gli scientologist avevano protestato sostenendo che quel procedimento era in realtà una caccia alle streghe politica contro il movimento. Hanno dovuto però anche gestire la decisione drammatica del novembre 2011 di abbandonare l'aula a metà del processo. All'epoca l'avvocato dell'associazione antisette UNADFI Olivier Morice denunciò la tattica, accusandoli di fuggire dal campo di battaglia e di dimostrare un forte disprezzo per la corte. Anche Hugues Woirhaye, pubblico ministero in appello, criticò quella che definì una strategia di evitamento, il rifiuto di Scientology di affrontare i fatti relativi al caso. Pertanto l'arringa difensiva dell'avvocato Jérôme Rousseau è stata quasi interamente dedicata a spiegare perché gli imputati decisero di lasciare l'aula. Ha cominciato facendo una distinzione tra ciò che gli avvocati di Scientology avevano fatto durante il processo d'appello e la tattica di rupture adottata dal famoso penalista francese Jacques Vergès, morto qualche settimana prima. Vergès, che tra i suoi clienti ha avuto anche un torturatore nazista e un noto rivoluzionario, rifiutava spesso di rivolgersi alla corte nei termini da essa stabiliti, cercando invece di accusare l'accusatore (per il beneficio dei suoi clienti). Così nel processo del 1987 di Lione contro l'SS Klaus Barbie, parte della sua difesa consistette nel denunciare la collaborazione del governo di Vichy con i nazisti. E trasformò il processo di Parigi del 1994 contro Ilich Ramirez Sánchez - alias Comandante Carlos o Carlos lo Sciacallo - in un attacco a tutto campo contro il trattamento che Israele riserva ai palestinesi. [1] Rousseau ha risposto alle critiche sollevate da alcuni osservatori secondo cui Scientology aveva usato la stessa tattica, cioè rifiutarsi di affrontare la corte. [2] Ha insistito che in realtà non era andata per niente così e che se gli avvocati della difesa e i loro clienti se ne erano andati, era stato soltanto perché non era stata lasciata loro altra scelta. «Tutte le loro richieste sono state respinte», ha sottolineato. «Tutte le loro argomentazioni sono state spazzate via. Erano colpevoli "per definizione". Scientology è diventata il bersaglio numero uno delle autorità pubbliche», ha commentato. Ha detto che, contrariamente ai commenti di Georges Fenech capo della MIVILUDES, l'osservatorio governativo sulle sette, durante il processo di appello gli avvocati di Scientology non hanno cercato di influenzare la pubblica opinione, [3]«volevano soltanto un processo equo». Ma quando gli avvocati hanno lasciato l'aula, il processo è continuato e, anche quando erano presenti, il loro ruolo non è stato rispettato. «Sono stati impossibilitati alla difesa, perché non potevano svolgere il loro compito.» Rousseau ha ricordato alla corte che i primi giorni del processo di appello erano stati usati per le mozioni procedurali avanzate dai legali della difesa - note come QPC (Questioni Prioritarie di Costituzionalità). Dopo cinque giorni e mezzo di udienza erano state tutte rigettate.
L'avvocato dell'UNADFI aveva potuto dire la sua per tutto il processo di appello, così anche se poi la richiesta di costituirsi parte civile è stata respinta, ha avuto però voce in capitolo durante tutto il procedimento. L'UNADFI ha fornito alla corte testimoni e periti, ha ricordato citando l'esempio di Roger Gonnet, «che fu espulso da Scientology». [4] In questo modo, ha proseguito l'avvocato, l'UNADFI è riuscita a intrufolarsi clandestinamente al processo e ha finito per viaggiare in prima classe. «Ecco perché gli avvocati non hanno avuto altra scelta se non andarsene». Ma, ha aggiunto, «gli imputati non hanno mai rinunciato al loro diritto di essere rappresentati.» In realtà, lungi dall'aver rifiutato gli avvocati d'ufficio, alcuni di loro dopo l'uscita dall'aula scrissero addirittura alla corte per chiedere di essere legalmente rappresentati. Non c'è mai stato un rifiuto inequivocabile a un ulteriore aiuto legale, ha insistito. E gli avvocati della difesa, nell'uscire dall'aula, non si sono dimessi: stavano semplicemente manifestando una protesta. Un altro problema con il processo, allo stato in cui era quando lasciarono l'aula, era che quasi tutto il tempo assegnato alle udienze se ne era andato per motivi procedurali e il calendario per le restanti udienze era irrealistico. Questo problema sarebbe dovuto essere discusso, ha argomentato Rousseau; al contrario, il processo è andato semplicemente avanti secondo la tabella di marcia precedente. «A volte per mantenere la posizione devi tirarti indietro, a volte per farti sentire devi stare in silenzio», ha concluso. Scientology "come qualsiasi altra chiesa" Poi per Scientology ha parlato l'avvocato Louis Boré, che si è concentrato sulla questione della libertà religiosa. Questo caso, ha detto, era importante perché era raro che una chiesa fosse condannata e perché il messaggio lanciato da questa sentenza era fondamentale. Il principio della separazione dei poteri, ha aggiunto Boré, è accettato fin dalla Rivoluzione Francese: il potere esecutivo fa le leggi, quello giudiziario le interpreta e le applica - e la Costituzione garantisce che le corti siano libere da interferenze politiche. Ma non è stato questo il caso. Quel principio è stato attaccato non appena le autorità hanno cominciato a distinguere tra religioni "buone" e "cattive". La fede, ha argomentato, non è qualcosa che vada giustificata. E se una chiesa appoggia attività criminali, allora chiunque agisca in base a quei precetti dovrebbe essere condannato per i suoi crimini. «Ma ciò che la Chiesa di Scientology ha fatto è quanto tutte le chiese del mondo fanno», ha detto Boré. «Ha chiesto soldi ai suoi fedeli.» La pubblica accusa ha insistito molto sul fatto che Scientology cerca donazioni dai suoi seguaci, che vende loro dei prodotti: ma lo fanno tutte le chiese. Pensiamo per esempio alla vendita di prodotti kosher o halal. E nella religione cattolica si può chiedere di celebrate una messa a suffragio di un proprio caro, ma la devi pagare. I critici di Scientology potrebbero dire che la differenza è che in questo movimento c'è stato un elemento di inganno. Ma ogni religione ha elementi che devono essere accettati per fede, ha proseguito, e che non possono essere dimostrati con mezzi normali. Gli ebrei alla sinagoga pregano per l'arrivo del Messia; ogni domenica i cristiani bevono il sangue e mangiano la carne di Cristo durante la messa; durante il Ramadan i musulmani osservano 30 giorni di digiuno, spesso in condizioni proibitive. «Tutte queste cose, che sembrano assurde, hanno un significato molto preciso», ha argomentato Boré. «Quando avete a che fare con la religione, entrate nel mondo dell'irrazionale - cose che non potete dimostrare.» Lo Stato non deve immischiarsi in queste questioni, ha insistito. «Non c'è risposta legale alla domanda sull'esistenza dell'anima umana.» Se tutte le religioni sono autorizzate, allora perché Scientology non gode del medesimo status? Le condanne per truffa si sono incentrate sull'uso che il movimento fa del Test della Personalità, ha ricordato Boré alla corte; le condanne relative all'abuso di professione si sono incentrate sul Rundown di Purificazione. In merito al Test della Personalità, Boré ha sostenuto che ogni religione ha il diritto di fare proselitismo. I testimoni di Geova hanno diritto di andare di porta in porta per annunciare la fine del mondo, ha sottolineato. Ma gli scientologist sono stati attaccati perché distribuivano volantini che offrivano il Test della Personalità. La Corte d'Appello è rimasta scioccata nell'apprendere che quel test non era scientificamente dimostrato. Ma, ha proseguito, «La Chiesa Cristiana dice "scoprirai l'amore di Dio". L'esistenza di Dio è scientificamente dimostrata?» Si potrebbe contestare che la differenza è che Scientology ha cercato di presentare la sua verità, il Test della Personalità, come realtà oggettiva. A questo Boré ha replicato: «Tutte le religioni maggiori presentano le loro convinzioni come verità oggettive: Scientology promette la salvezza prima della morte, le altre, dopo. Ma il Cristianesimo dice che l'amore di Dio vi salverà adesso; il Buddismo promette l'illuminazione oggi, in questa vita - perciò non potete condannare Scientology per il suo proselitismo o perché cerca di presentare il suo messaggio come la verità assoluta.» Per quanto riguarda il Rundown di Purificazione, ha aggiunto, tutte le chiese invitano alla purificazione e perciò le condanne sono state un giudizio sulle credenze religiose degli imputati. I tribunali non si devono intromettere La Chiesa di Scientology è stata attaccata perché troppo costosa, ha fatto notare Boré. Molte chiese hanno richieste decisamente più modeste. Avrebbe capito questa obiezione se esistesse una tassa stabilita dallo stato, ma la Francia non ce l'ha. Queste questioni, ha detto, riguardano la coscienza individuale. [5] «In Francia, lo Stato non si intromette nelle finanze delle chiese». E all'obiezione dei critici che Scientology non è una chiesa ma una setta, Boré ha citato il detto che una setta è soltanto una chiesa che ha avuto successo. «Il Cristianesimo è partito con un gruppo di 12 - o 13 - persone. Ma preferisco lasciar fuori il 13esimo, perché è finito male», ha ironizzato. Scientology vende il suo elettropsicometro, strumento essenziale dell'auditing di Scientology, la sua versione di terapia, e questa pratica potrebbe apparire esotica al non iniziato, ha discusso Boré. Ma non più della kippah, il copricapo usato dagli ebrei religiosi. «I critici sostengono che [Scientology] è interessata unicamente a generare denaro e potere», ha continuato. « Avete in diritto di crederci, ma anche di non crederci. Però non è lo Stato che può decidere su queste questioni.» Il ruolo della Corte d'Appello di Parigi non è quello di agire come un tribunale dell'Inquisizione, di giudicare chi è il vero credente o il falso. Immaginate se si applicassero gli stessi standard alle pratiche psichiatriche, ha detto. Se doveste trascinare in prigione ogni psichiatra che non è riuscito a curare i suoi pazienti, allora le prigioni sarebbero piene di psichiatri. Il minimo che si potrebbe fare è analizzare le credenze su cui si fonda Scientology, ha detto Boré: l'esistenza di un'anima immortale, la reincarnazione, i ricordi di traumi delle vite precedenti, le "rovine". «Quando parliamo dell'immortalità dell'anima e della reincarnazione, chi può mettere in dubbio che abbiamo a che fare con una religione?»
Questo è ciò in cui gli scientologist, che non si sono mai lamentati di nulla, credono. Ma la chiesa è stata condannata sulla base di denuncie presentate da una manciata di "vittime", ha proseguito Boré. Almeno una delle ricorrenti, Aude-Marie Malton, ha detto che non si era resa conto che Scientology fosse una religione. Forse allora non ha letto i documenti che ha firmato? Non ha letto il cartello sulla porta all'ingresso del centro che frequentava? «Quando si ha a che fare con una chiesa», ha aggiunto Boré, «non puoi obbligarla a consegnare dei risultati». Dei ricorrenti ha detto: «Se si sono rivoltati contro Scientology è perché hanno perso la fede.» Era come se un cristiano o un musulmano delusi avessero chiesto un rimborso: «Ma non c'è alcun reato». Queste argomentazioni sono state poi dibattute dall'avvocato dell'UNADFI e dalla pubblica accusa nella seconda parte dell'udienza. Prima, però, un altro avvocato di Scientology ha parlato delle condanne per abuso di professione relative all'amministrazione del Rundown di Purificazione. Vai a "Difesa del Rundown"
Note dell'autore:
1. The Economist ha fatto un eccellente necrologio di Vergès.
Carlos lo Sciacallo, o Ilich Ramírez Sánchez, fu la mente dietro una serie di attentati dinamitardi e di omicidi negli anni '70 e '80. Nel 1997 un tribunale francese lo condannò per tre omicidi. Nel 2011 fu poi condannato per una serie di attentati mortali verificatisi in Francia nel 1982 e 1983, condanna confermata in appello all'inizio di quest'anno.
2. Più di un commentatore accusò Scientology di perseguire una politica di rupture - di frattura con la corte.
Ecco come Angélique Negroni del quotidiano di centrodestra Le Figaro commentò nel suo articolo "Comment la Scientologie a sapé son Procès" ("Come Scientology ha minato il suo processo") del 18 novembre 2011, il giorno dopo la teatrale uscita dall'aula.
Emmanuel Fansten, autore di Scientologie: autopsie d'une secte d'Etat, libro affascinante sul lobbismo Scientology in Europa, espresse un punto di vista simile in un'intervista per il sito di news francese Atlantico [...]
Fansten presagì poi che se le condanne fossero state confermate in Cassazione, il movimento avrebbe portato il suo caso davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani. [...]
3. Fenech ha abbandonato il suo incarico alla MIVILUDES nel 2012, dopo averlo ricevuto nel 2008 dal governo Sarkozy. Oggi è deputato della coalizione di destra UMP, attualmente all'opposizione. All'inizio della sua carriera, Fenech rappresentò la pubblica accusa nel caso di Lione contro Scientology, conclusosi con una condanna per omicidio colposo per la morte di uno dei suoi fedeli, e diverse condanne correlate alla truffa contro membri veterani del movimento.
Non è particolarmente chiaro il motivo per cui l'intervento di Fenech abbia provocato questo commento di Rousseau, ma fu Fenech a suonare l'allarme nel settembre 2009 - dopo l'inizio del processo di primo grado e un mese prima della lettura della sentenza - sottolineando che una modifica legislativa due settimane prima dell'inizio del processo aveva privato l'accusa della sanzione di dissoluzione delle due entità Scientology, cosa che egli aveva raccomandato al processo.
Nonostante le manifestazioni di sdegno e sospetto sulle circostante che portarono a quella modifica, nessuno è mai riuscito a dimostrare che non si era trattato che di un banale errore. Poi quella parte della legge è stata ripristinata, ma è chiaro che non può essere applicata retroattivamente. [...]
4. Per ulteriori informazioni su Gonnet si veda il resoconto della sua testimonianza del 2009 al processo di Parigi: "The Apostate, Gonnet" parte uno e parte due; per un'altra prospettiva, si veda "The Illustrated Man", la mia recensione all'opera che l'illustratore belga Renaud De Heyn fece di Gonnet, che passò dall'essere un vero credente all'essere un critico feroce di Scientology.
5. A questo punto Boré ha fatto un commento volante sulla tassa ecclesiastica tedesca. In Germania è lo Stato che impone una tassa ai fedeli registrati per il mantenimento della propria chiesa. Alcune chiese maggioritarie hanno lamentato una fuga di fedeli che non vogliono pagare la tassa. La difesa del Rundown di PurificazioneL'altro patrocinatore in Cassazione del team legale di Scientology Francia è stato Jean-Jacques Gatineau, il cui compito è consistito nel contestare le condanne per abuso di professione di farmacista connesse al Rundown di Purificazione. [1] Il Rundown è il controverso programma di esercizio aerobico, lunghe sedute in sauna e massicce dosi di vitamine e minerali ideato dal fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard. Aline Fabre, cliente di Gatineu e responsabile del Rundown di Purificazione al Celebrity Centre di Parigi, era stata condannata in appello a 10.000 euro di multa per abuso di professione di farmacista, 2000 euro in più rispetto al primo grado. Gatineu ha esordito contestando il monopolio della professione di farmacista in questo ambito, idea che gli sembra un pericoloso sofisma - tanto che era già stata ribaltata dalla Corte Europea di Giustizia in Lussemburgo. [2] Il processo, ha aggiunto, era una caccia alle streghe contro la Chiesa di Scientology la quale non ha mai venduto né raccomandato l'ingestione di farmaci. «Le uniche sostanze in discussione, qui, sono le vitamine.» I media, ha detto, non hanno mai avuto problemi con la vendita diffusa di prodotti salutistici o di bellezza. Il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Farmacisti aveva sostenuto che i prodotti usati da Scientology erano definiti farmaci dalla legge europea che regolamenta la loro presentazione e funzione. In quel caso, ha commentato, dovremmo considerare tali anche le famose caramelle Haribo che sembrano pillole, oppure la tradizione moderna della gastronomia molecolare. Poiché i prodotti utilizzati nel Rundown di Purificazione di Scientology non trattano malattie chiaramente identificate, non si può certo dire che venissero presentati come farmaci. Un'occhiata alle etichette della G&G, l'azienda che fornisce le vitamine usate per il Rundown, lo conferma, ha detto Gatineau. Non dicono nulla sulla cura di qualche malattia. Le etichette descrivono i benefici per la salute, non la cura delle malattie. «Da queste informazioni non si può desumere che vengano presentate come farmaci», ha insistito. E tali vitamine non possono nemmeno essere descritte come farmaci in base alle loro funzioni, come impone l'interpretazione restrittiva della legge europea. I legali dell'accusa, ha ricordato alla corte, avevano sostenuto che queste vitamine, prese in dosi eccessive, possono essere dannose. «Ma lo stesso si potrebbe dire dell'alcol, che non viene certamente distribuito nelle farmacie.» La Corte di Appello aveva seguito la linea dell'AFSSAPS, l'osservatorio francese sui prodotti per la salute, secondo cui le vitamine usate nel Rundown di Purificazione erano paragonabili a farmaci poiché il loro consumo eccessivo può danneggiare chi li assume, ha ricordato Gatineau. [3] Insistendo però che «Nulla qui autorizza a dire che si tratta di abuso della professione di farmacista. Sono integratori alimentari. Solo perché le dosi erano superiori alla dose giornaliera raccomandata, non le rende dei farmaci.» Per quanto riguarda la sua cliente, l'imputata Fabre responsabile del Rundown: la donna non aveva mai venduto i prodotti in questione. «Si limitava a dire dove potevano essere acquistati». Perciò, ha ribadito, la condanna per abuso di professione era ingiustificata. Gatineau ha anche parlato brevemente della condanna per truffa comminata ai singoli scientologist e a quella di truffa organizzata [associazione a delinquere - N.d.T.] comminata alle organizzazioni Scientology parigine. In base alla legge francese, tale condanna deve essere applicata solo a quelle organizzazioni create appositamente all'unico fine di commettere una truffa. Ma Scientologie Espace Librarie (SEL) è stata creata per vendere i libri di Scientology. «Non potete ragionevolmente ritenere che il fatto che vendano libri dovrebbe equivalere a truffa organizzata», ha ribadito. Nel concludere, Gatineau ha fatto presente che il ruolo del venditore Didier Michaux, primo venditore di SEL, era molto meno elevato di quanto suggerito dall'accusa. Contrariamente a quanto sostenuto dal PM, non era il capo de facto. Per i farmacisti Damien Célice ha replicato per il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Farmacisti (CNOP). [4] Punto chiave in merito alla condanna per abuso di professione di farmacista era se i prodotti dispensati da Aline Fabre fossero semplici integratori alimentari - come sostenuto dalla chiesa - o dei farmaci. L'osservatorio sui prodotti per la salute AFSSAPS aveva detto che il dosaggio assunto cambia gli effetti fisici su chi li assume. Uno dei testimoni chiamati da Scientology, il Dott. David Roots, ha testimoniato sulle qualità terapeutiche dei prodotti. [5] Lo stesso Hubbard, ideatore del Rundown di Purificazione, aveva fatto affermazioni terapeutiche nel suo libro Mente Sana - Corpo Sano. Perciò, indipendentemente da quanto la difesa potesse sostenere, quei prodotti venivano presentati come farmaci. L'altra questione era se fossero farmaci in base alla funzione. «I rapporti degli esperti sono chiari», ha detto l'avvocato. «Hanno sostenuto... che il carattere massiccio di questi dosaggi aveva necessariamente effetti fisici. C'era addirittura il rischio di intossicazione.» Pertanto occorre scartare il discorso degli integratori alimentari: prima e innanzitutto, essi venivano usati come farmaci. Successivo e cruciale punto, per quanto riguardava l'imputata Fabre, era se tali farmaci venivano o no distribuiti. La Fabre era la responsabile del Rundown nonostante fosse priva di qualifiche mediche o farmaceutiche. Forse non era lei a stabilire i dosaggi, che infatti, come lei stessa ha detto alla corte, erano elencati negli scritti di Hubbard. «Ma dispensava consigli a chi si sottoponeva al Rundown d Purificazione.»
Quindi, qual è la differenza tra il lavoro di un farmacista e ciò che faceva Madame Fabre? Célice ha liquidato come "artificio" l'argomentazione secondo cui la Fabre non aveva venduto i prodotti al clienti, ma solo detto loro dove potevano essere acquistati. Artificio che, ha sostenuto, non aveva ingannato la Corte d'Appello. «Dispensare non è soltanto distribuire. È anche consigliare e adattare i dosaggi in base ai singoli individui», ha ribadito - ed è proprio questo che la Fabre faceva. «La presentazione e la dispensazione vanno assieme in un sistema in cui il paziente viene preso in carico per il trattamento». Ciò che lo stesso Hubbard scrisse sul procedimento chiarisce gli scopi del Rundown. Vai a: "Une Entreprise Crapuleuse" (Un gruppo disonesto)
Note dell'autore:
1. La presenza di tre avvocati di Scientology è motivata dal fatto che essi rappresentavano diversi imputati, sia i singoli individui, sia le organizzazioni.
2. Non è molto chiaro a quale caso si stesse riferendo qui, ma un'occhiata al sito della ECJ mostra che in dicembre 2010 la corte multò per cinque milioni di euro l'ONP francese e i suoi organismi di governo "per restrizioni sulla concorrenza nel mercato francese delle analisi cliniche". ("Antitrust: the Commission rules against the Ordre national des pharmaciens for restrictions on competition in the French clinical analysis market"). L'ECJ, braccio giudiziario dell'Unione Europea, si assicura che la legislazione comunitaria venga applicata in tutti gli stati membri.
3. AFSSAPS: L'Agence Française de Sécurité Sanitaire des Produits de Santé (Agenzia Francese per la Sicurezza dei Prodotti per la Salute).
4. Le Conseil National de l'Ordre des Pharmaciens. In realtà Célice ha fatto il suo intervento un po' più tardi, dopo Claire Waquet, l'avvocato dell'associazione antisette UNADFI. Per ovvi motivi, però, ho raggruppato queste due relazioni.
5. Per la sua testimonianza al processo di primo grado, si veda "A Doctor Backs the Rundown". "Une entreprise crapuleuse"Poi è stata la volta di Claire Waquet per UNADFI, l'alleanza delle associazioni antisette francesi. In teoria l'UNADFI era presente per cercare di ribaltare la decisione della Corte di Appello di rigettare la sua richiesta di costituirsi parte civile. [1] Di fatto, la Waquet ha usato quasi tutto il tempo a sua disposizione per attaccare l'impianto difensivo dai tre avvocati di Scientology. Ha esordito con una fiorita retorica: «Tutte le religioni sono totalitarie», proprio come un'ideologia tipo quella comunista. «Il loro scopo è regolamentare ogni aspetto della vita personale.» La repubblica francese è laica, non atea, e ha la responsabilità di assicurare la libertà di religione. «Ma stabilisce regole che non possono essere infrante», ha continuato. Perciò, quando lo Stato applica quelle leggi contro un'organizzazione che non le ha rispettate, non deve decidere se si tratta di un'organizzazione religiosa oppure no. «È ovvio che una religione non dovrebbe commettere crimini come l'omicidio», ha aggiunto la Waquet. «Ma perché fermarsi lì?». Una religione non ha nemmeno il diritto di truffare. «Avete il diritto di finanziare la vostra chiesa, ma non con mezzi truffaldini. Non mi interessa se siete una religione oppure no.» Il ruolo della corte, ha aggiunto, è stabilire se i fatti del caso configurano il reato come da codice. «Non riguarda questioni sociali, ma solo: i fatti configurano il reato?» Perciò la corte non si era riunita per scambiare citazioni filosofiche: la domanda se Scientology sia o meno una religione non c'entra niente. «Non è quella la domanda da farsi», ha insistito. La domanda è: la legge è stata violata oppure no? La libertà religiosa è qualcosa di prezioso, qualcosa che va protetto, ha proseguito. Ma la religione non può essere presentata né come giustificazione, né come scusa per attività criminali. Non esiste un «mantello religioso dell'invisibilità». Detto questo, ha fatto notare che il termine "Chiesa di Scientology" creava confusione: si tratta di una chiesa o di una scienza? Questa domanda in passato aveva confuso le corti, ha detto in riferimento a una vecchia controversia sulla sentenza di appello del 1997 che aveva condannato diversi scientologist di Lione. [2] Scientology ha spesso giocato su questa ambiguità tra affermazioni scientifiche e religiose, ha fatto notare. «Ma oggi non funzionerà». In merito al Test della Personalità come nucleo centrale delle accuse di truffa, la Waquet ha fatto notare che la sentenza della Corte d'Appello ha stabilito che esso è consegnato per dare quasi sempre risultati bassi, così da incoraggiare le persone a comprare corsi. «I test sono truccati, studiati appositamente per trovare le vostre "rovine"», ha detto prendendo a prestito un termine Scientology. Il che rendeva facile agli scientologist persuadere i neofiti a comprare un corso. La Waquet ha affrontato la questione dell'uscita dall'aula degli avvocati della difesa durante il processo d'appello. Poco prima Rousseau, avvocato di Scientology, aveva suggerito che il gesto non era inteso a rompere completamente con la corte. Tuttavia, la Waquet non ha accettato l'affermazione secondo cui alla difesa era stato negato un processo equo. Dopotutto erano stati gli scientologist a usare tanto tempo con le loro questioni procedurali; erano stati loro a scegliere di andarsene. Tutto questo proprio quando la corte stava cominciando a riesaminare i fatti del caso. «Quando si è arrivati al succo del discorso, in aula non c'era più nessuno a rappresentarli. Non hanno nemmeno detto ai loro clienti di restare lì. E per me questa è una tattica. Non ritengo vi sia stata una violazione dei diritti della difesa», ha concluso. La Waquet ha riservato i minuti finali dell'arringa per sostenere il caso della sua cliente UNADFI e la richiesta di costituirsi parte civile. "Hanno rifiutato il dibattito" L'arringa della pubblica accusa è stata tenuta da Michel Gauthier, che è partito dall'uscita dall'aula inscenata dagli avvocati della difesa e dei loro clienti durante il processo di appello. [3] I legali della difesa si erano lamentati che la Corte d'Appello non aveva seguito le procedure corrette, ha fatto notare - ma la vicenda andava contestualizzata. «Gli scientologist hanno usato sei udienze di appello per questioni procedurali, che sono state ripetutamente rifiutate», ha ricordato alla corte. Si erano spinti al punto da richiedere che la corte producesse documenti messi agli atti otto mesi prima, ingaggiando uno scontro così acceso che era dovuto intervenire il batônnier, l'avvocato che media queste dispute. [4] Ma quando era venuto il momento di analizzare i fatti del caso, i legali della difesa erano usciti - e i loro clienti cioè gli imputati, li avevano seguiti. «Se loro hanno deciso di abbandonare la corte», ha insistito, «ciò non ha danneggiato i loro diritti». Gauthier ha liquidato il suggerimento della difesa che la Corte d'Appello avrebbe dovuto sospendere il procedimento per permettere agli imputati di assumere nuovi legali. «La Corte d'Appello non può sospendere i procedimenti in base alla possibilità che possa essere assunto un altro avvocato che sostituisca i precedenti», ha detto. «Sono stati loro ad abbandonare l'aula». Anche lui ha fatto un breve accenno all'idea che una circolare del Ministero della Giustizia uscita poco prima del processo avesse in qualche modo intorbidito le acque giudiziarie. In appello c'era stato un processo imparziale e gli avvocati di Scientology avevano stabilito l'inesistenza di collegamenti tra la circolare e il loro caso. (La circolare, che recensiva l'ambito legale relativo ai culti e i rimedi legali disponibili alle corti, non citava Scientology per nome). [5] I giudici hanno il dovere dell'imparzialità, ha proseguito, e nulla poteva suggerire che quella circolare l'avesse minata. «Se dovessimo considerare ogni caso su queste basi, allora non giudicheremmo nessuno», ha concluso con una traccia di esasperazione nella voce. Per quanto riguarda le condanne per truffa organizzata, ha detto Gauthier, «Hanno rifiutato il dibattimento in aula». Ha poi ricapitolato i punti principali delle conclusioni della Corte d'Appello:
Per quanto riguarda l'abuso di professione di farmacista, la Fabre era stata coinvolta nella dispensazione dei prodotti usati per il Rundown di Purificazione. Nel discutere questa enterprise crapuleuse - gruppo disonesto - era ancora necessario farsi domande sulla libertà di religione? Lui riteneva di no. «La difesa in base alla legge penale è stata minima», ha fatto notare. Guthier ha poi ricordato che fin dall'inizio delle indagini gli imputati hanno protestato per violazione del diritto alla libertà di religione. Ma, ha insistito, «Le condanne non implicano alcun giudizio sulle loro credenze religiose». Ha parlato dei "seguaci asserviti" del movimento e del giro d'affari multimilionario del Celebrity Centre, registrata come associazione no-profit. [6] Che cosa tutto questo ha a che fare con la libertà di religione?
Nel riassumere gli eventi, s'è detto d'accordo con le conclusioni della Corte d'Appello di escludere l'UNADFI come parte civile. Ma non ha ritenuto che l'ordine della Corte d'Appello di risarcire i danni a Aude-Claire Malton dovrebbe essere mantenuto, in quanto la donna si è ritirata da entrambi i procedimenti, civile e penale, prima dell'inizio dell'appello. E questo è l'unico punto della sentenza che non ha condiviso. Dopo aver ascoltato qualche breve puntualizzazione degli avvocati di Scientology, la corte ha annunciato che depositerà la sentenza il 16 ottobre 2013. [La Cassazione ha confermato tutte le condanne d'appello - N.d.T.] Note dell'autore:
1. UNADFI è l'acronimo di L'Union Nationale des Associations pour la Défense des Familles et de l'Individu (Unione Nazionale delle Associazioni di Difesa delle Famiglie e dell'Individuo).
2. In breve, nel 1997 la Corte d'Appello di Lione, nel confermare le condanne a diversi scientologist, sembrò riconoscere che Scientology fosse una religione, e all'epoca il movimento la salutò come una grande vittoria. L'allora ministro degli Interni Jean-Pierre Chévènement liquidò il significato di quella parte della sentenza dicendo che non spettava alla corte decidere. Quella parte del giudizio di appello fu poi cassata dalla Suprema Corte con sentenza del 30 giugno 1999.
3. Nel caso non sia già chiaro, in Francia il processo di appello è una seconda udienza del caso, di fatto un nuovo processo in una corte superiore e il dibattimento non è limitato ai punti di diritto.
4. Per ulteriori informazioni si veda "Paris Appeal Trial II" e "Paris Appeal Trial III".
5. Per ulteriori informazioni si veda "Scientology Cries Foul II".
6. Durante l'arringa del primo grado nel 2009, la pubblica accusa citò queste cifre: il giro d'affari per "servizi religiosi" dell'anno 1998 del Celebrity Centre, associazione no-profit, era stato di 11,2 milioni di franchi (1,7 milioni di euro) e di 12,5 milioni di franchi (1,9 milioni di euro) nel 1999. Nel 1998 possedeva capitali per 37,3 milioni di franchi (5,7 milioni di euro) suddivisi in 17 diversi conti bancari.
Queste cifre si discostano leggermente dal rinvio a giudizio, dove erano addirittura superiori. Quel documento fissa in 17 milioni di franchi (quasi 2,6 milioni di euro) il giro d'affari del 1999 e cita un rapporto parlamentare francese del 1999 secondo cui il totale del giro d'affari delle attività di Scientology in Francia ammontava a 60 milioni di franchi (9,15 milioni di euro). Si veda "...for the Prosecution II".
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