Annie si prese cura di Hubbard negli anni dell'esilio. La sua morte è passata sotto silenzio.
© Traduzione a cura di Simonetta Po, gennaio 2013.
Annie Tidman, 55 anni, è morta lo scorso giugno (2011) in un appartamento di Hollywood. Le sue sorelle già sospettavano fosse malata, ma hanno appreso del decesso soltanto qualche settimana fa. Avevano cercato di avere informazioni sulla sua salute, ma la stessa Tidman - e la chiesa a cui apparteneva - voleva che la sua battaglia contro il cancro al polmone fosse nota al minor numero di persone. Questo è il motivo per cui scopriamo soltanto ora, a diversi mesi di distanza, che Ann Tidman è morta il 14 giugno (2011) nell'appartamento N. 336 di un condominio di proprietà della Chiesa di Scientology al 1830 di N. Bronson Avenue, a un isolato di distanza dal famoso Celebrity Centre Scientology di Hollywood. Per gli esterni alla chiesa, e per molti dei suoi ex membri, il nome Tidman dice poco e probabilmente la sua morte non sarà notata dalla stampa nazionale. Ma per gli scientologist - che tendono a chiamarla con il nome di Annie Broeker - fu un simbolo potente che rappresentava l'inizio e il punto di arrivo del loro movimento. Il 14 gennaio (2012) l'ex dirigente di Scientology Marty Rathbun ha annunciato sul suo blog di aver trovato online un riferimento alla morte della Tidman. Ieri ha pubblicato il certificato di morte, analizzandolo in dettaglio. Alla diffusione delle prime notizie abbiamo cercato di verificare le informazioni sugli ultimi anni di vita della donna e abbiamo intervistato persone che la conoscevano. Nel suo eccellente libro Inside Scientology dello scorso anno, Janet Reitman spiegò che cosa avesse reso la Tidman una figura tanto importante nella storia dell'organizzazione. Dopo il 1980, quando il fondatore di Scientology L. Ron Hubbard si ritirò in esilio, fu Annie - all'epoca sposata con Pat Broeker - a occuparsi dell'anziano scrittore: Annie... trascorse anni di esilio per soddisfare ogni bisogno di Hubbard. Come parecchie altre messaggere, anche lei aveva appena 12 anni quando entrò nel personale privato di servizio di L. Ron Hubbard a bordo dell'Apollo. Capelli biondi e ondulati, ragazza tranquilla e molto bella, a ventiquattro anni si diede alla latitanza [assieme a L. Ron Hubbard]. Nell'ultimo anno di vita di Hubbard, Annie fu il solo collegamento tra il Fondatore e suo marito [Pat Broeker].
In quel lungo periodo di isolamento dal mondo, Hubbard e i Broeker si trasferirono più volte da una località all'altra per poi sistemarsi, nel 1983, in un ranch di 160 acri a Creston, California. Come sottolinea la Reitman, Pat trascorreva quasi tutto il suo tempo in un'altra proprietà e fino al momento della morte, il 24 gennaio 1986, Hubbard si affidò alle cure di Annie. Parman mi ha raccontato un aneddoto che non avevo mai sentito prima: la notte della morte di Hubbard, l'uomo ricevette una telefonata all'elusiva proprietà di Scientology nel deserto californiano vicino Hemet - la "Int Base". Gli dissero di prendere subito un camper e andare al ranch di Creston. Il camper avrebbe ospitato il personale che doveva lavorare al ranch nell'immediatezza del decesso. Per coprire i quasi 500 chilometri di distanza, Parman guidò tutta la notte. «Arrivai verso le sei di mattina, il sole era appena sorto», mi racconta. «Da una parte della proprietà c'erano le stalle e la casa principale, dall'altra c'era questa specie di capanno. Pat e Annie vivevano lì. Non vedevo Annie dal 1980. Era seduta sul pavimento con Shelly [la moglie di David Miscavige] e piangeva a dirotto. Voleva veramente bene al vecchio.» [Nei circoli più interni di Scientology, Hubbard era chiamato anche "the old man", il vecchio - N.d.T.] Poi Parman trovò David Miscavige, Pat Broeker e un paio di avvocati della chiesa. «Ridevano e scherzavano. Era una situazione irreale. Mi videro. Io ero sotto shock, il vecchio era morto e loro ridevano.» Gli uomini dissero a Parman che non ci sarebbero stati lutto o pianti, «niente caso sul posto» che, nel gergo della Sea Org, significa che non si doveva perder tempo in cose che non fossero il lavoro. (Qualche giorno più tardi, Miscavige e Broeker diranno qualcosa di simile a diverse migliaia di fedeli convenuti al Palladium di Los Angeles - Hubbard aveva "scaricato" volontariamente il corpo fisico e il lutto non era necessario.)
Come spiega la Reitman con ricchezza di particolari, la morte di Hubbard scatenò una battaglia epica per il controllo della chiesa, guerra di cui la maggioranza degli scientologist non sa nulla. Hubbard aveva insignito i Broeker dello status speciale di "Ufficiali Leali" e sembrava averli scelti per governare l'organizzazione. Ma i Broeker furono messi fuori gioco da Miscavige, che ancora oggi dirige la chiesa. Privato dei suoi poteri, dopo la morte di Hubbard Pat Broeker lasciò Scientology. Ma Annie rimase, come spiega la Reitman... Ancora leale a Scientology, fu autorizzata a restare nella Sea Organization, ma costretta da Miscavige ad abbandonare il suo incarico [al Religious Technology Center, l'entità più potente di Scientology] e condannata a un periodo di "riabilitazione" [il Rehabilitation Project Force, la prigione di Scientology] assieme alla maggior parte del personale della coppia. La Chiesa di Scientology sequestrò le proprietà dei Broeker, tra cui una Ford Bronco nuova di zecca, i cavalli e una macchina che Hubbard aveva comprato per Annie, e le vendette.Benché fosse stata privata del potere, per molti scientologist Annie restava una figura di rilievo. Era nota come la persona che era rimasta al fianco di Hubbard fino alla fine, che era stata con lui per anni quando pochissimi potevano avvicinarlo. E se aveva perso ciò che sembrava essere suo per designazione - la leadership dell'organizzazione mondiale - in realtà lei non aveva mai realmente avuto le qualità o l'ambizione di diventare un pragmatico dittatore di Scientology. Infatti era nota per la sua umiltà, generosità e gentilezza (qualità rare nella Sea Org). La Tidman si adattò a una nuova serie di ruoli ecclesiastici minori e divenne un'istituzione della Int Base. Era al contempo una rock-star in una chiesa nota per le sue celebrità e una donna che cercava di rendersi poco visibile. Nei 25 anni successivi alla morte di Hubbard, la sua lealtà fu messa alla prova soltanto una volta, un episodio che Rathbun ha raccontato in dettaglio nel 2009 al St. Petersburg Timers. Nel 1990 Annie si era risposata con Jim Logan, uno scientologist con la tendenza a parlare chiaro sulle cose che nella chiesa non gli piacevano. Nel 1992 quella sua franchezza lo aveva portato ai ferri corti con l'organizzazione che lo dichiarò "persona soppressiva", equivalente ecclesiastico della scomunica. In quanto "SP" dichiarato, nessun membro in buoni rapporti con la chiesa poteva avere rapporti con lui, nemmeno la moglie Annie, che avrebbe dovuto "disconnettere". Infatti, quando Logan fu espulso lei presentò richiesta di divorzio - ma i due fecero piani segreti per ritrovarsi (ho raggiunto Logan in Australia, ma ha rifiutato l'intervista. Mi ha solo scritto che: «Sono spiacente ma non riesco a trovare le parole per dirle che cosa quella persona rappresentasse e rappresenta per me. Condividiamo un amore inesprimibile. Mi ha ispirato le cose migliori che sono riuscito a fare.») Il 17 novembre 1992, Annie diede avvio al suo progetto di fuga: prese un taxi per l'aeroporto Ontario da dove progettava di prendere una serie di aerei per ricongiungersi a Logan in Nova Scotia. Marty Rathbun ha spiegato in un'intervista video che ricevette l'ordine di partire subito, una folle corsa da una costa statunitense all'altra per intercettare Annie e riportarla indietro (all'epoca Rathbun era "l'esecutore" capo di Miscavige.) Quando Rathbun la trovò all'aeroporto Logan di Boston, Annie sembrò rassegnarsi al suo destino: quando lo vide chinò le spalle e ogni intenzione di proseguire la sua fuga svanì. Per non rischiare che cambiasse idea in attesa di un volo mattutino, Miscavige ordinò a Rathbun di riportarla indietro quella stessa notte sul jet privato di John Travolta. Annie tornò alla Int Base e non la lasciò mai più. «Quello fu il suo ultimo giorno fuori dalla Base», mi dice John Brousseau, che alla Base ha lavorato fino al 2010. «Miscavige le comprò un paio di cani Shar Pei. Qualsiasi cosa pur di compiacerla.» Altri ex scientologist mi dicono che possedere cani alla Base era un privilegio per pochissimi. Ma alla Tidman fu concesso quel lusso dopo essere stata sottoposta a un altro periodo di riabilitazione e di interrogatori ("sec-checking"), ed essersi vista assegnare incarichi altisonanti, ma privi di responsabilità. La cosa più rilevante, però, è che fu posta sotto continua sorveglianza e da allora in poi uscì molto raramente dalla proprietà. «Le fu permesso uscire forse una mezza dozzina di volte, e sempre circondata dalla sicurezza. Magari per andare a un event allo Shrine Auditorium», prosegue Brousseau. Anche i suoi carcerieri la consideravano una donna eccezionalmente generosa e gentile. «Avevo l'incarico di trovarle dei sorveglianti che stessero con lei 24 ore al giorno», racconta Gary Morehead, all'epoca capo della sicurezza della Int Base. «Dovevo provvedere al trasporto quotidiano del suo auditor, che tutti i giorni le dava sedute di auditing e verifiche di sicurezza.»
Una volta rientrata alla Base, la Tidman fu considerata un rischio per la sicurezza e dovette sottoporsi a mesi di riabilitazione, procedimento che implicò decine di interrogatori chiamati "verifiche di sicurezza" o "sec-check" in cui lo scientologist deve confessare tutti i suoi "crimini" mentre regge le lattine di un E-Meter e viene sottoposto a forti pressioni affinché ammetta dubbi sull'organizzazione, progetti di fuga, trasgressioni sessuali e altre violazioni. In particolare, la Tidman fu bombardata di domande su Logan e alla fine disse di non avere più intenzione di rivederlo. Soltanto allora le permisero di lasciare l'RPF e di tornare sulle "linee" regolari della Base. Morehead riconosce che, benché dovesse sorvegliarla e assistesse ai suoi interrogatori, nutriva ancora un certo timore reverenziale nei suoi confronti. «Si sapeva che era rimasta con LRH fino alla fine, fino all'ultimo giorno, ed era considerata speciale», racconta. «Era molto gentile. Ed era bellissima. Era difficile staccarle gli occhi di dosso tanto era bella. Ascoltava della gran bella musica, era umile. Stare con lei era divertente.» Talvolta nel corso degli anni Morehead dovette interrogarla di nuovo. Spiega che uno degli incarichi della Tidman consisteva nel lavorare in camera oscura con una collega. «A volte Annie diceva che Jim le mancava molto e [la sua collega] scriveva subito un "Rapporto per Conoscenza"», ricorda Morehead. In altre parole, «faceva la spia, ritenendo che fosse la cosa giusta da fare. Così Annie veniva sottoposta a una seduta per ripulirsi e per vedere come stava andando.» Il lavoro di Morehead consisteva nell'entrare nei suoi pensieri e toglierle ogni desiderio di rivedere Logan [in una notevole intervista con Mark Bunker, Morehead spiega poi che un altro suo incarico era far rispettare la regola della Base secondo cui alle donne della Sea Org era vietato avere figli, così che potessero lavorare 100 ore alla settimana per 40 dollari. Il suo incarico era convincerle ad abortire.] Una volta "maneggiati" i pensieri di fuga o di ritrovare Logan, la Tidman diventò una docile membro della comunità della Base. Ma se il lavoro di Morehead era condizionarla per farle dimenticare Logan, oggi l'uomo ritiene che quegli sforzi, alla fine, furono inutili. «Probabilmente ne è stata innamorata e ne ha sentito la mancanza fino alla fine», commenta. «Per molti anni non ha mai lasciato la Base. Mai. Non è mai uscita. Aveva una sua casa sulla proprietà. Solo alcuni potevano disporre di una casa, chi era in posizioni di alto commando o che erano lì fin dall'inizio. Chiamavamo la sua "Casa Tidman"», racconta Marc Headley, fuggito dalla Base nel 2005 assieme alla moglie Claire (costretta due volte ad abortire) e che poi ha raccontato le sue esperienze in un libro intitolato Blown for Good. «Era premurosa e gentile. Non una di quelle che urlavano e strepitavano. Non l'ho mai sentita urlare». Ma, aggiunge Headley, la Tidman sembrava "infelice", come rassegnata a un destino da cui si sarebbe volentieri sottratta. «Tutti i giorni era come se le fosse appena morto il cane, aveva quell'aspetto.» Parecchi suoi ex colleghi mi hanno raccontato che la Tidman aveva un suo modo particolare di sdrammatizzare con una battuta o una gentilezza l'atmosfera pesante e super controllata della Sea Org. «Non alzava mai la voce», conferma l'ex membro Sea Org Amy Scobee che sa bene quanti racconti ho ascoltato sull'organizzazione e posso pienamente comprendere quanto la sua affermazione sia sorprendente. «Ti diceva "sei una criminale!, ma poi ti strizzava l'occhio.» Dopo il tentativo di fuga del 1992 e l'essere stata riacciuffata e riportata indietro da Rathbun, più d'uno l'ha descritta come "distrutta". Parman, che conosceva la Tidman da prima che scomparisse assieme a Hubbard, dice che la riabilitazione a cui fu sottoposta nel 1992 la rese una persona diversa. Concorda con chi, anni dopo, l'ha descritta come "spezzata". Nel 2000 i due si incontrarono a un event della chiesa. «Non mi riconobbe. E dire che un tempo eravamo molto vicini. Ma era veramente una persona del tutto diversa. Aveva gli occhi spenti», continua Parman. «Non era lei, era plumbea.» Frattanto il suo incarico era stato destituito di qualsiasi significato. «Annie era ancora CO CMO-Gold», mi spiega John Brousseau, acronimo che significa "Ufficiale Comandante della Organizzazione dei Messaggeri del Commodoro della Gold Base" (altro nome per la Int Base). «Ma Miscavige aveva praticamente svuotato e cancellato CMO-Gold, per cui significava molto poco. Tutti gli incarichi erano stati svuotati dell'importanza che avevano i primi tempi. Miscavige è veramente bravo a far sentire tutti degli inetti.» In aprile 2010, pochi giorni prima che lo stesso Brousseau abbandonasse la base dopo decenni di fedele servizio, sentì dire che alla Tidman, una fumatrice, era stato diagnosticato un cancro al polmone. «Me lo dissero in via del tutto confidenziale pochi giorni dopo la diagnosi. E dieci giorni prima che me ne andassi», riferisce Brousseau. «Fui io a comunicarlo a Marty.» Sul suo blog, Rathbun ha scritto che, non appena appresa la notizia, le due sorelle della Tidman la cercarono per avere notizie sulla sua salute. Ne abbiamo avuto conferma da una fonte vicina alla famiglia, che supporta la versione degli eventi di Rathbun, cioè che la Tidman negò di essere malata e rifiutò di incontrare le sorelle. Ho chiesto a chi la conosceva perché avrebbe dovuto mantenere segreta la malattia, addirittura con la famiglia. Gary Morehead, un tempo addetto alla sicurezza della Base, mi dice che la donna era stata addestrata a considerarsi troppo importante per il movimento per lasciare la Base, o perché la notizia di una sua malattia fosse diffusa all'esterno del suo controllatissimo ambito. Una scientologist così importante, addirittura la governante di Hubbard, che muore di una malattia che la "tecnologia" di alto livello della religione dovrebbe riuscire a "maneggiare"? Sarebbe stato un "flap di pubbliche relazioni" e andava evitato. «Ne sono stato testimone. È il procedimento. È il modo in cui funziona. Una persona che sta per morire non può dirlo alla famiglia. Il sistema telefonico era studiato in modo che da qualsiasi punto della Base fosse possibile controllare le telefonate», afferma Morehead. «Non fu una sua scelta. Pensi davvero che potesse fare telefonate senza che nessuno ascoltasse quel che diceva? Non esiste. La chiesa sapeva che doveva lasciarla parlare con la sorella, ma le era stato detto di dire che era tutto a posto», aggiunge John Brousseau. «Tutto viene provato in anticipo. Si fanno esercizi, si viene addestrati.» (Due settimane fa ho mandato una e-mail alla portavoce di Scientology Karin Pouw, come faccio di solito, per chiederle conferma della morte della Tidman e un suo commento sul fatto che la malattia era stata tenuta nascosta alla famiglia. E, come al solito, non ho avuto risposta.) Rathbun sul suo blog ha rabbiosamente sottolineato i fatti elencati nel certificate di morte - per esempio che a un certo punto della malattia la Tidman fu trasferita in un appartamento di Hollywood, benché alle sorelle fosse stato lasciato credere che fosse ancora alla Base. Ha anche incolpato Miscavige per aver costretto la Tidman a morire nell'ignominia. Non ho potuto evitare di rimbalzare l'accusa a Rathbun stesso - dopo tutto non fu forse lui a percorrere l'autostrada a velocità folle e illegale per arrivare il prima possibile all'aeroporto Ontario, per poi attraversare il paese in modo da poterla riacciuffare e riportarla indietro? Esperienza che, assieme alla successiva "riabilitazione", ai lavori forzati e alle verifiche di sicurezza, l'avevano "spezzata"? Non si sentiva nemmeno un po' in colpa per avere contribuito a spezzare la Tidman, così che non pensasse più di andarsene? «Se mi sento in colpa? Beh, no. Fu lei a prendere la sua decisione», mi dice sottolineando che, quando la raggiunse, la Tidman avrebbe potuto procedere verso il piccolo aereo che stava per lasciare l'aeroporto di Boston e lui non avrebbe potuto seguirla a bordo. Rathbun, sulle difensive, aggiunge che nell'ultimo anno e mezzo ha fatto il possibile per aiutare la famiglia a trovare ogni possibile informazione. Poi cambia tono. «Sì, l'idea mi fa stare male», dice riferendosi all'episodio del 1992. «Ma penso di aver fatto il possibile per capovolgere quei i problemi.» Rathbun, che prima della sua fuga nel 2004 fu il secondo in comando della chiesa, è stato uno dei molti funzionari di Scientology veterani e potenti che si sono resi protagonisti di ciò che la Reitman ha descritto come un "esodo" di membri della chiesa. Insoddisfatti di Miscavige e della crescente attenzione ecclesiastica sulle "raccolte fondi estreme", negli ultimi anni i fuoriusciti sono stati numerosi e di alto livello. E forse è questa la cosa più notevole della storia della Tidman. Che nonostante Scientology stia forse attraversando il suo momento più difficile, lei è rimasta fedele, ubbidiente, sottomessa. Al punto da non dire che stava morendo nemmeno alla sua famiglia. «Per lei potere e status non significavano nulla», ha scritto Mike Rinder sul blog di Rathbun, altro funzionario di altissimo livello che ha lasciato la chiesa in anni recenti. «Ciò che le importava era la sua dedizione a LRH e al suo lascito.»
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