Indice e Capitolo 1: la storia di Info-Cult Di Mike Kropveld e Marie-Andrée Pelland, a cura di Info Secte/Cult, Canada, 2006.
NOTA: Info-Cult informa che la versione italiana del libro è una traduzione non autorizzata. Info-Cult non ha verificato il contenuto di questa versione. (NOTE: Info-Cult would like to note that the book in its Italian version is an unauthorized translation. Info-Cult did not verify the contents of this version). Traduzione a cura di Martini, autunno 2006.
Appendice 3: Tipi di gruppo
Che cos'è un gruppo? Un gruppo può essere definito come un'aggregazione di persone che condividono certi obiettivi comuni [traduzione] [234]Sulla base di questa definizione esistono diversi tipi di gruppi, tra cui:
Si tratta perciò di una definizione estremamente ampia che può essere usata per descrivere molti gruppi diversi, senza fornire alcun mezzo per fare distinzioni. Le seguenti categorizzazioni, tuttavia, ci aiutano a distinguere diversi tipi di gruppi esistenti nella nostra comunità.
Un piccolo gruppo è un gruppo psico-sociale che può essere composto da 3 a 20 persone che si incontrano e interagiscono in previsione del conseguimento di uno scopo comune [235]. Paragonata alla prima descrizione questa definizione specifica il numero di persone che costituiscono il piccolo gruppo. Ma un piccolo gruppo viene definito unicamente in base al numero di persone che lo compongono? Ecco alcune delle caratteristiche che definiscono un piccolo gruppo.
In breve, le caratteristiche più spesso usate per descrivere i piccoli gruppi sono: piccoli numeri, interazione faccia-a-faccia, sviluppo di rapporti interpersonali, senso di appartenenza, sviluppo di una struttura e di un sistema di norme e regole [236].
Una folla è un grande numero di persone riunite assieme per una combinazione di circostanze, come ad esempio un concerto all'aperto. Una folla non permette ai suoi componenti di strutturare le loro interazioni verso un obiettivo comune. Questo gruppo si forma all'inizio dell'avvenimento e di disperde una volta finito. Questo tipo di gruppo è diverso dal precedente in quanto si tratta di un'evenienza singola e di breve termine che non implica relazioni dirette tra i presenti [237].
Le organizzazioni, grandi o piccole che siano, possono essere definite come formazioni sociali deliberatamente e formalmente fondate o strutturate da individui. Il funzionamento delle organizzazioni si basa su processi decisionali, esecutivi e di controllo ben definiti, tutti preparati verso uno specifico obiettivo che sostiene il significato generale di tutte le interazioni [traduzione] [238]. Le organizzazioni differiscono dai piccoli gruppi in diversi modi, tra cui:
A volte le organizzazioni sono simili ai piccoli gruppi in quanto esistono interazioni dirette tra i membri, tra lo staff e la dirigenza, tra un gruppo di lavoro o membri di un consiglio direttivo.
Diversi studi [239] sui gruppi settari e nuovi movimenti religiosi citano il fatto che i gruppi possono essere distinti dal loro grado di apertura all'ambiente circostante. Di conseguenza, i gruppi aperti accetteranno liberamente l'interazione tra i membri e i non membri. In un gruppo chiuso, però, i legami con il mondo esterno sono limitati. In un caso estremo questo tipo di gruppi può isolarsi geograficamente o socialmente al fine di evitare l'interazione tra membri e non membri. In conclusione, se è vero che queste caratteristiche contrastanti non possono essere usate per distinguere i gruppi l'uno dall'altro, forniscono comunque una miglior comprensione delle sottigliezze tra diversi tipi di gruppi. 234. C. Leclerc (1999), op. cit., p. 9.
235. S. Landry, "Les groupes restreints: prémisses conceptuelles et modélisation", Revue québéquoise de psychologie, vol. 16, No. 1 (1995), pp. 52-53.
236. D. Anzieu e Y. Martin, La dynamique del groupes restreints (Paris: PUF, 1982);
237. S. Moscovici e W. Doise (1992), op. cit.
238. P. De Vissicher, Avatars et métamorphoses de la dynamique des groupes, Collection Vies sociales (Grenoble: Presses universitaires de Grenoble, 1991), p. 33.
239. E. Barker "Plus ça change", Social Compass, vol. 42, 2(1995), pp. 165-180.
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