Dopo aver attraversato il "Ponte della Libertà Totale" Maria Pia Gardini, OT VIII e Auditor di Classe IX, ci racconta cosa ha trovato dall'altra parte: violenze psicologiche e fisiche, abusi verbali e una richiesta continua di denaro, fino a ridursi sul lastrico.
Le dichiarazioni giurate della Sig.ra Gardini, rilasciate tra il 19 gennaio e il 14 febbraio 2001, sono state redatte in lingua inglese, e gli originali sono consultabili qui. Un sentito ringraziamento al Lisa McPherson Trust.
Traduzione e note a cura di Martini
Maria Pia Gardini: Dichiarazione giurata Numero Due Io sottoscritta Maria Pia Gardini dichiaro quanto segue: 1. Sono maggiorenne; 2. Le affermazioni qui rilasciate derivano dalla mia esperienza personale e, se citata, potrò testimoniare con competenza; 3. Mi chiamo Maria Pia Gardini e sono cittadina italiana; quando lavoravo come staff presso la Flag Service Organization in qualità di auditor di Classe IX altamente addestrato, l'organizzazione suddetta mi ha defraudata di 1.000.000 di dollari. 4. Il 21 dicembre 1991 Tito Mazza, Flag Service I/C [incaricato] in Italia, e Marco Puggelli, Flag FSM [field staff member], si presentarono a casa mia in Italia per chiedermi una donazione relativa ad un progetto Classe VIII a Flag. Subito dopo il loro arrivo Debbie Cook, Commanding Officer della Flag Service Organization di Clearwater, Florida, mi telefonò per lo stesso progetto. Disse che il costo per l'esecuzione del programma ammontava a 2 milioni di dollari americani, e voleva che lo finanziassi interamente. Risposi che non avrei mai dato quella somma, ma Debbie Cook mi disse che sapeva che avrei ereditato molto denaro da mia madre, morta appena dieci giorni prima, e pensava che avrei dovuto darlo a Scientology. Continuai a dire di no e li pregai di andarsene. Non lo fecero, ma continuarono a infastidirmi con continue richieste. Alla fine uno di loro mi condusse in un'altra stanza e mi disse che se gli avessi dato un assegno per dimostrare al Capitano di Flag che ero una buona scientologista, allora se ne sarebbero andati. Mi dissero ripetutamente che avrei dovuto essere una buona scientologista e avrei dovuto dare quei soldi. In quel periodo ero molto vulnerabile. Mia figlia era morta l'anno prima e mia madre appena dieci giorni prima. Ero sola al mondo. Alla fine diedi loro un assegno di 30.000 dollari e se ne andarono. A quel punto dissi anche di non tornare più a chiedermi soldi. 5. Il mattino seguente la cameriera mi informò che nel mio giardino c'erano due persone che dormivano in macchina. Mi vestii ed andai a vedere chi erano. Riconobbi due membri della Sea Org che lavoravano per Flag e per la Flag Ship Service Org. Mi avvicinai all'auto per dire che non potevano entrare nel mio giardino nel mezzo della notte, loro uscirono e mi chiesero del caffè. Li feci entrare in casa e glielo diedi. Poi si addormentarono di sasso. Verso le dieci ricevetti una telefonata da Debbie Cook che si lamentava che non avevo dato abbastanza, e dovevo dare altro denaro ai due membri dello staff che erano a casa mia. Continuò a insistere che il progetto aveva bisogno del mio lavoro, che l'Italia era veramente giù e avrebbe potuto essere il primo paese Clear ecc.. Alla fine versai altri 50.000 dollari. 6. Nella primavera del 1992 tornai a Flag. Il giorno successivo il mio arrivo mi rimisi al lavoro come auditor al Sand Castle hotel. Quel pomeriggio alle due mi chiamò il Capitano Debbie Cook per dirmi di andare nella registrar area del Fort Harrison Hotel. Sono sicura che quel giorno era un mercoledì. Quando arrivai, il Capitano Cook si trovava in una piccola stanza sul retro accompagnata da Piers Almquist e da un messaggero CMO [16]. Venni fatta entrare, e la porta si chiuse dietro di me. 7. Dopo aver chiuso la porta Debbie Cook mi disse «Vogliamo sapere in che modo possiamo aiutarti per il tuo ciclo dell'eredità». Si riferiva a come accelerare l'entrata in possesso dell'eredità di mia madre. Le risposi che l'avvocato di famiglia ed altri professionisti si stavano occupando della cosa, che doveva essere curata da professionisti italiani, non americani. Mi disse che sapeva che possedevo una bella villa ed altre belle cose, e che dovevo veramente dare una mano per il progetto Classe VIII italiano. Le risposi che non potevo versare altro denaro; il mio denaro era in Italia e il mio banchiere avrebbe avuto bisogno della mia firma. Allora mi disse che avrebbe provveduto a farmi prestare dei soldi da scientologisti italiani ed americani e in seguito sarei tornata in Italia, avrei ottenuto il denaro e l'avrei restituito a chi me l'aveva prestato. Voleva anche che chiamassi immediatamente il mio banchiere per scoprire quanto denaro potevo esportare immediatamente. 8. A quel punto non sapevo che fare. Le dissi che in Italia era troppo tardi, e il mattino successivo avrei telefonato alla mia banca per sapere quanto avevo sui vari conti. Dopo aver fatto questa promessa mi lasciarono andare, e tornai al lavoro. 9. Il mattino successivo alle 8 mi stavo preparando per andare a lavorare quando mi dissero di tornare al Fort Harrison. Lo feci, e quando arrivai mi portarono nella stessa stanza del giorno prima in cui mi stavano aspettando: Debbie Cook - Captain FSO
10. Chiesero a Chiara di prestarmi dei soldi. In una borsa aveva 50.000 dollari in contanti e mi disse che me li prestava se avessi promesso di rendergli non appena fossi tornata in Italia, e fossi entrata in possesso dell'eredità. Sotto pressione acconsentii a farlo. Quasi immediatamente Dave Foster mi disse che l'importo non era sufficiente. 11. Allora Debbie Cook ebbe un'idea. Suggerì che anche "Teresa" moglie di Gerald Bloom, un C/S di Classe V, mi prestasse dei soldi. Teresa venne convocata e le chiesero di anticiparmi il denaro. Anche lei disse di non avere soldi negli USA, allora le chiesero di telefonare alla madre in Svizzera per organizzare un trasferimento di 100.000 dollari. Alla fine il denaro venne trasferito sui conti di Flag. Mi lodarono per la decisione e mi dissero di tornare al lavoro, cosa che feci. 12. Il mattino successivo, giovedì, venni di nuovo convocata dal Capitano Cook che mi disse di recarmi nel suo ufficio nel palazzo Coachman. All'arrivo trovai alcune persone che mi attendevano: oltre a Debbie Cook c'erano John Lundeen e un altro staff, un MAA [Ufficiale di Etica] anche lui italiano. Non erano neanche le nove, e volevano altro denaro. Continuarono a farmi pressione dicendo che dovevo aiutare a portare i materiali di LRH in Italia. Mi chiesero di chiamare la mia banca e parlare con il direttore per vedere qual era la mia disponibilità. Non potevo mentire perché azionarono il viva voce e naturalmente l'altro staff italiano poteva sentire quello che dicevo. Il direttore della banca mi disse che mi era stata appena accreditata una certa somma proveniente dalla vendita della mia quota di un immobile. Cercai di dire al direttore che mi servivano solo i soldi per pagare le tasse d'eredità, ma lui disse che ne avevo più che a sufficienza per coprire quell'importo. Così ora sapevano che sul mio conto c'erano soldi. Il Capitano mi disse di chiedere quanto poteva inviarmi negli USA senza che fosse necessaria la mia firma. Il direttore rispose che se avessi inviato via fax la mia firma ed una copia della carta d'identità avrei potuto ottenere tutti i soldi di cui avevo bisogno. Avrei voluto ucciderlo, ma naturalmente lui non sapeva che cosa stava succedendo. 13. A quel punto finii per trasferire 300.000 dollari sui conti della Flag Land Base. Rimasi molto sconvolta da questa transazione, e dal fatto che al successivo raduno degli staff venni molto lodata per aver donato tanto. Tutti applaudirono, però ripromisi a me stessa che ne avevo avuto abbastanza. Non avrei più dato una lira. Dopo questo contributo mi concessero qualche beneficio. Ad esempio da mesi chiedevo un orario di lavoro più corto perché avevo problemi al cuore. L'orario regolare dello staff di Flag è dalle 9 di mattina alle 10,30 di sera. Solo dopo la donazione finalmente mi concessero un orario più corto. 14. Allora chiesi di poter tornare in Italia per vedere i miei legali e finalizzare le procedure dell'eredità, e per vedere mia nipote. Chiesi un permesso per assentarmi. Mi dissero che potevo partire, ma prima volevano che facessi l'intera donazione di un milione di dollari. Questo denaro doveva servire per la traduzione in italiano di tutti i materiali di Classe VIII, e per pagare il trasferimento e l'addestramento a Flag di personale italiano. Passai la giornata a parlare con i miei superiori pregandoli di lasciarmi tornare in Italia. Cercai di evitare fermamente l'argomento soldi. Era settembre. 15. Alle 6 di un giovedì mattina si presentò a casa mia High Levy. Mi disse che dovevo andare immediatamente al Fort Harrison perché avevano bisogno di me. Quando arrivai, venni portata in una stanza del piano inferiore dove mi aspettavano il Capitano Cook e Dave Foster. 16. Mi dissero che Tito Mazza (uno dei due uomini che erano venuti a casa mia in Italia) era al telefono. Tito mi disse che le statistiche italiane erano basse e avevano davvero bisogno del mio denaro. Mi disse che aveva trovato qualcuno che poteva prestarmi 200.000 dollari. Aggiunse che sarebbe andato da questa persona e che poi mi avrebbero telefonato in America in teleconferenza. E così fece. Andò a casa di Franco Baggio, uno dei miei preclears. Il Sig. Baggio mi disse che poteva prestarmi i 200.000 dollari, ma che li doveva chiedere alla banca e glieli avrei dovuti rendere nel giro di un mese. Non accettai e il Capitano, assieme a Dave Fosters, mi infastidirono con le loro richieste e mi molestarono, e alla fine semplicemente riattaccai. 17. A quel punto qualcuno chiamò il Capitano e rimasi sola con Dave Foster. Questi cominciò ad urlarmi contro, rosso in volto e così arrabbiato che pensai avrebbe avuto un attacco di cuore. Voleva che dessi quei soldi. Mi disse che non ero una brava scientologista, che i miei soldi erano soldi wog e dovevano andare a Scientology, e che ero una persona immorale. Continuai a rifiutare. Alla fine Dave mi schiaffeggiò e scoppiai a piangere. 18. Il Captain FSO rientrò. Le dissi che Dave Foster mi aveva schiaffeggiata, ma lui negò. Il Captain FSO ricominciò immediatamente a chiedermi soldi. Continuarono ad infastidirmi, insinuando che se volevo tornare in Italia avrei fatto meglio a pagare. Ormai ero emotivamente uno straccio. Volevo uscire da quella stanza e tornare a casa, in Italia. Alla fine acconsentii a dargli tutto quel che volevano. Allora ritelefonarono a Franco Baggio a cui dissi di versare i soldi. Franco firmò un assegno e lo diede a Tito Mazza, che lo portò in Lussemburgo e lo versò in un conto di Flag. Mi lasciarono uscire dalla stanza solo dopo che avevo accettato di pagare. Poi tornai al lavoro. 19. Volevo tornare in Italia, ma OSA tratteneva il mio passaporto e nonostante lo richiedessi da venti giorni, non me lo volevano dare. Alla fine di ottobre tornai dal Captain FSO. Supplicai di poter tornare in Italia in modo da poter ripagare tutti quelli che mi avevano prestato dei soldi. In quel periodo ero anche preoccupata a morte per il fatto che mi avevano detto che da me volevano un milione di dollari, e ancora non li avevo pagati tutti. Così ogni giovedì [il giorno in cui si chiudono le statistiche settimanali-ndt] ripiombavo nel terrore di essere chiamata e costretta a dare altri soldi. 20. Alla fine il Capitano acconsentì a rendermi il passaporto. Appena riuscii ad averlo mi richiamarono per un incontro nell'ufficio del Capitano nel palazzo Coachman. Il Capitano mi disse di scrivere un CSW per tornare in Italia e di farlo firmare da tutti i miei superiori, poi riportarlo al Senior Staff HCO, e poi a lei. Eravamo alla fine di ottobre. In quell'occasione mi chiese se in banca avevo altri soldi. Ammisi di averli (mentire al Capitano è un overt [azione "contro sopravvivenza"]). Lei allora mi disse che le statistiche erano basse e che dovevo contribuire nuovamente. Ero talmente in ansia di avere la firma sul CSW e di poter partire, che firmai un altro assegno da 25.000 dollari per Flag, emesso sul mio conto alla 1st National Bank (Amsouth) di Clearwater. 21. Cercai di fare approvare il mio CSW in modo da poter tornare in Italia. Verso la fine di Novembre ottenni tutte le firme necessarie e partii ai primi di dicembre. 22. Arrivata in Italia il mio legale mi disse che dovevo pagare le tasse dell'eredità entro il 12 dicembre. Le pagai, scoprendo che non mi era rimasto un soldo. Decisi di vendere qualche proprietà perché non avevo letteralmente più una lira. 23. Telefonai a Franco Baggio per dirgli che non sarei riuscita a rendergli quanto mi aveva prestato. Andò su tutte le furie. Gli spiegai che avevo dato tutti i miei soldi a Flag, ma a lui non gliene importava nulla. 24. Nel gennaio del 1993 telefonai a Flag per dire che non potevo ritornare, ero senza un soldo e stavo cercando di vendere le proprietà. Parlai con Debbie Cook che mi suggerì di intestare le proprietà a Scientology America che le avrebbe vendute, e avrebbe rimborsato tutti i debiti contratti per pagare FSO. Le dissi che non era possibile perché le proprietà non erano completamente intestate a me, ma anche a mia nipote, minorenne, e ad un altro parente. Mia nipote veniva rappresentata dal tribunale in ogni vendita, e il curatore metteva da parte il suo denaro. 25. Debbie mi ordinò di rimanere in Italia e vendere le proprietà, e visto che c'ero di continuare a lavorare per Flag in veste di "missionaria". Mi disse che avrei dovuto audire la gente a casa mia e che mi avrebbe mandato clienti. Aggiunse che c'erano un sacco di italiani in disaccordo con Scientology che non sarebbero mai entrati in una org, ma sarebbero potuti venire a casa mia, oppure potevo andare io da loro. Avrebbero pagato Flag, e io li avrei auditi in Italia. Per questo lavoro non ricevetti un soldo. 26. Per sopravvivere iniziai a vendere le mie opere d'arte e gli oggetti di antiquariato, in attesa di riuscire a vendere gli immobili. Alla fine riuscii a restituire tutti i soldi che mi avevano prestato. Franco Baggio mi addebitò un interesse del 22%. Nell'accordo che avevamo fatto non si era mai parlato di interessi. 27. il Captain FSO mi telefonò non appena resi i soldi al Sig. Baggio. Mi disse che sapeva che avevo venduto gli immobili, e mi stava chiamando direttamente perché in precedenza avevo alzato la voce con un altro membro dello staff dicendo che non ne potevo più delle loro telefonate e di lasciarmi in pace. Debbie Cook mi chiese di pagare la differenza fino ad arrivare al milione di dollari che voleva. Rifiutai e lei rispose che dovevo tornare immediatamente a Flag. Dissi che non potevo e che in Italia stavo consegnando tutti i tipi di auditing. Lei continuò con la sua insistenza, ma rifiutai. 28. Dopo circa due settimane andai a Milano per audire alcuni OT VII. In quel periodo a livello mentale ero uno straccio. Mia madre era morta, mia figlia era morta, mio cugino si era suicidato, avevo dato tutti i miei soldi a Flag e avevo perso tutte le proprietà di famiglia. Mentre mi trovavo a Milano Tito Mazza e John Lundeen mi infastidirono chiedendomi ulteriori donazioni. Alla fine cedetti su tutta la linea e firmai un assegno per arrivare a 1 milione di dollari. A quel punto avevo versato 1 milione di dollari a Flag e 40.000 a Franco Baggio, a copertura degli interessi. 29. Debbie Cook mi chiamò di nuovo per dirmi che ancora non ero arrivata a un milione di dollari. Secondo i loro conti erano solo 960.000, mentre dai miei risultava che avevo pagato 1.040.000 $. Rifiutai di pagare altri soldi. 30. In quel periodo la mia famiglia cominciò a manifestare preoccupazione per il mio stato mentale, dicevano che ero pazza perché buttavo via tutti i miei soldi e li davo a Scientology. Un mio parente cercò di convincere i miei legali che ero impazzita del tutto. Questo fatto mi creò molte difficoltà. A quel punto decisi che non sarei mai più tornata a lavorare a Flag. La mia vita era diventata un inferno. 31. Telefonai a Debbie Cook per dirle che non sarei tornata al lavoro. Tre giorni più tardi John Lundeen si presentò a casa mia con Chiara. Insistettero affinché pagassi la differenza per arrivare a un milione di dollari. Era follia pura. Non ne potevo più. Dissi loro di prendersi i soldi che volevano, non me ne importava niente. A quel punto ero davvero uno straccio. Distrutta su tutta la linea. Gli diedi altri 50.000 dollari. 32. Per quanto riguarda l'uscita dallo staff, volevo farlo in modo corretto seguendo le direttive del FSO. Così nel gennaio o febbraio del 1994 tornai a Flag per completare la burocrazia di uscita. Pensavo che sarebbe occorsa circa una settimana, e invece ci vollero due mesi. Questa organizzazione convocò un Board of Investigation [Consiglio di Inchiesta - ndt] contro di me, perché volevo lasciare lo staff. Il risultato dell'indagine fu che non ero qualificata per la Sea Org, perciò erano loro a cacciarmi. Dopo tutti i soldi che avevo pagato e tutto l'auditing che avevo fatto, e il mio alto livello di addestramento, dissero che non ero qualificata. 33. Mentre stavo formalizzando la mia uscita notai che nella classe di addestramento dei Classe VIII non c'era nemmeno un italiano. Era precisamente ciò per cui avevo pagato un milione di dollari. Mi avevano detto che le mie donazioni servivano per gli italiani, ma in classe c'era gente di tutti i tipi meno che italiani. Andai da Debbie Cook e le dissi che mi aveva mentito. E in quel momento le dissi che volevo indietro tutti i miei soldi. Debbie rispose che erano ancora in tempo per tradurre il materiale in italiano, così i miei soldi sarebbero stati usati per "liberare gli italiani". Due anni dopo il materiale non era ancora stato tradotto. 34. Quando infine tornai in Italia scoprii che la mia situazione era terribile. Il mio legale mi disse di vendere la villa di famiglia. Non avevo più soldi e non potevo permettermi di mantenerla. Vendetti la villa e diedi un po' di denaro a mia nipote e circa mezzo milione a mio genero. 35. Alla fine del 1994 tornai a Clearwater per vendere l'appartamento di mia proprietà a Island Estates. Andai anche al Fort Harrison a trovare Chiara. Non appena entrai mi si fece incontro un registrar del progetto "Super Power", Charmaigne, che assieme ad un altro registrar mi presero per un braccio e mi fecero sedere. Mi chiesero altri soldi. Rifiutai, ma non mi lasciavano andare. A quel punto ero assolutamente incapace di gestire questa continua richiesta di soldi, anche se sapevo che per me era un grosso danno. Diedi 20.000 dollari a Charmaigne per il progetto Super Power. Poi andai a nascondermi a casa di Chiara. 36. Dopo aver venduto l'appartamento mi recai alla banca Amsouth per prelevare un po' di soldi. Uscendo dalla banca trovai due ufficiali della Scientology Special Properties di Los Angeles che mi stavano aspettando. Volevano soldi per il progetto di iscrizione dei materiali di LRH nel titanio, in modo che potessero essere preservati per l'eternità [17]. Mi chiesero di accompagnarli all'ultimo piano del Fort Harrison per vedere questo progetto. Io volevo solo tornarmene in Italia, avevo già il biglietto in borsa e dovevo ancora liberare l'appartamento. Chiesi di essere lasciata andare. Chiesi di essere lasciata in pace, o sarei morta in America. Ma loro mi dissero «Andiamo» e mi scortarono al Fort Harrison, dove mi infastidirono con altre richieste di denaro. Ancora una volta annullai la mia volontà e firmai un assegno. Diedi loro 25.000 dollari, parte della vendita dell'appartamento. 37. Poi tornai in banca, svuotai il conto e iniziai il viaggio verso casa. Ero all'aeroporto di Miami in attesa del volo per Milano, stavo prendendo un caffè nella sala VIP quando ricevetti una telefonata. Mi dissero che al telefono c'era qualcuno che piangeva. Mi preoccupai immediatamente pensando che si trattasse di mia nipote, o che stesse succedendo qualcosa di grave a casa. 38. La persona che piangeva al telefono era Chiara di Flag. Mi disse che Charmaigne l'aveva chiusa a chiave in una stanza e la stava molestando, che voleva 100.000 dollari per conto mio per il progetto Super Power. Non le avevano creduto quando aveva detto che ero già partita. Le chiesero di dimostrare che stava dicendo la verità e così Chiara mi aveva telefonato. Mi passò Charmaigne al telefono, così poterono verificare che ero davvero a Miami. 39. Charmaigne mi ordinò di tornare immediatamente a Flag. Le dissi di no e iniziai ad urlare al telefono. Le dissi che non potevo darle più neanche una lira e che se Chiara le avesse dato quei 100.000 dollari non glieli avrei restituiti, e che perciò glieli avrebbe dovuti rendere lei. 40. Tornai in Italia. La mia vita adesso era davvero difficile. Avevo pochissimi soldi e dovetti vendere altri immobili per pagarmi il vivere quotidiano. 41. All'inizio del 1995 cercai Debbie Cook al telefono. Avevo bisogno di aiuto. Ero una OT VIII, auditor di Classe IX e avevo dato a Scientology oltre un milione di dollari. Non riuscii mai a parlarle. Non venne mai al telefono, non rispose alle mie chiamate. 42. Allora iniziai a scriverle. Iniziai anche a scrivere a CLO e a telefonare a OSA Italia per chiedere la restituzione del denaro. Scrissi e telefonai numerose volte, dicendo che volevo un milione di dollari. Mi ignorarono. Allora decisi di rivolgermi al tribunale. 43. Il mio legale di famiglia scrisse a CLO Italia. In risposta Flag inviò Ellen Almquist a casa mia per audirmi. Rifiutai. Ellen Almquist rimase a casa mia per tre giorni, ma rifiutai di farmi portare in session. Alla fine se ne andò. Poco tempo dopo mandarono un altro auditor, uno che mi piaceva molto e con cui avevo lavorato in precedenza, con cui mi trovavo bene. Rifiutai di nuovo. In realtà, quando preparò la stanza per audirmi presi con me una bottiglia di whisky e gli dissi «Ok, sono pronta per l'auditing» [è vietato audire chi abbia bevuto alcol nelle 24 ore precedenti - ndt]. Se ne andò. 44. Nel 1994 Debbie Cook acquistò una macchina nuova del valore di 40.000 dollari. Mi disse che aveva avuto quei soldi dalla commissione FSM, visto che era lei la FSM del mio ciclo [18]. Per quanto ne so, questo è contrario alle direttive di Scientology. In realtà, tutti quelli che avevano lavorato alla raccolta del mio milione di dollari avevano preso commissioni. 45. In quel periodo iniziai a bere forte per dimenticare tutto quello che mi era successo. Il CLO scrisse al mio legale dicendo che era Flag a dovermi restituire il denaro, non loro. Allora il legale mi disse che potevo citarli in giudizio dall'Italia. Quando a Flag scoprirono che volevo andare per vie legali cominciarono ad indagare sulla mia situazione finanziaria. A quel punto volevo che mi fosse reso TUTTO il denaro che avevo dato a Flag. Telefonai al loro avvocato di Roma e mi proposero un incontro con il mio legale per trovare una qualche forma di accordo. 46. Il loro legale fissò l'appuntamento il giorno prima della vendita di casa mia. Erano andati all'Ufficio del Registro ed avevano ottenuto informazioni sulla mia situazione finanziaria. 47. A questo incontro, tenutosi a Roma nell'ufficio del loro legale, oltre a me erano presenti una persona di CLO Italia, il mio avvocato, la figlia del loro avvocato, una donna di OSA Flag e un membro dello staff dell'org di Roma. Discutemmo la situazione per tutto il pomeriggio. Alla fine la donna di OSA mi disse che sapevano che la mia situazione finanziaria era drammatica e mi offrì un assegno di 250 milioni di lire (circa 180.000 dollari). Mi disse che se non lo avessi accettato non avrei avuto nulla. Parlava in inglese e il mio avvocato non capiva. Ero davvero sul punto di perdere l'ultima cosa che avevo. Chiesi alla donna se, nel caso avessi preso i soldi, sarei rimasta una scientologista in "buone condizioni". Rispose di sì. Non volevo tornare indietro, ma non volevo nemmeno averli tutti contro. Pensavo che fosse gente pericolosa. Le dissi che sul mio conto di Flag avevo ancora 29.000 dollari e volevo che mi fossero resi. Rispose che secondo le direttive della chiesa avrei potuto averli indietro. 48. Accettai l'assegno. Ci accordammo che mi avrebbero inviato altri due assegni dello stesso importo. Firmai un accordo scritto in inglese e chiesi che me ne venisse rilasciata una copia. Dissero che il documento doveva andare prima a Flag, e poi me ne avrebbero inviato copia con il secondo pagamento. Non l'hanno mai inviata, e non l'ho mai ricevuta. 49. Quando arrivò il terzo pagamento erano solo 240 milioni e non 250. Chiesi che fine avessero fatto gli altri 10 milioni. L'avvocato disse che erano stati dati al mio legale. 50. Dopo aver ricevuto questi soldi, la metà di quanto avevo versato per il progetto Classe VIII italiano, decisi di recuperare anche quanto restava sul conto di Flag. Chiamai CLO e chiesi di poter tornare. Mi dissero che non potevo tornare a Flag, non ero una scientologista in "buone condizioni" con la chiesa. Poco dopo ricevetti una lettera dalla Nave in cui c'era scritto che ero un "refund" [chi ha chiesto un rimborso, perciò malvisto e prossimo alla dichiarazione di "persona soppressiva" - ndt]. Ancora non ho avuto il rimborso dalla Ship Org. 51. Questa organizzazione mi ha imbrogliata. Voglio che mi siano resi i soldi che ho sui conti di credito; voglio che mi siano resi i soldi che ho versato per il progetto Super Power. Voglio che mi siano resi gli altri 500.000 dollari. Ho scritto, ma non mi vogliono aiutare. In realtà mi hanno detto che sto cercando di estorcere loro denaro. Il mio legale in Italia ha detto che l'accordo non ha valore legale in Italia. Dichiaro che quanto sopra è veritiero e corretto, in base alle leggi vigenti che regolano la falsa testimonianza negli Stati Uniti d'America e nello stato della Florida. Dichiarazione rilasciata a Clearwater, Florida, il 19 gennaio 2001. Maria Pia Gardini |
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