Del Prof. Stephen A. Kent, Dipartimento di Sociologia, University of Alberta, Edmonton, Canada (2002). Tratto da www.arts.ualberta.ca/~skent/.
Questo articolo attinge a intuizioni fondamentali fornite dalla teoria della mobilitazione delle risorse al fine di discutere in che modo le celebrità di Scientology abbiano utilizzato il loro status per influenzare il dibattito su Scientology tra gli Stati Uniti e la Germania. La loro abilità nell'averlo fatto è un altro indicatore dell'accesso che le élite culturali di Hollywood hanno acquisito presso le alle élite politiche in anni recenti, in modo particolare durante l'Amministrazione del Presidente Bill Clinton (1992 - 2000). Tuttavia i difetti riscontrati nei tentativi di alcune celebrità rivelano le debolezze intrinseche delle élite culturali, quando entrano nei dibattiti politici. Le celebrità di Scientology hanno contribuito alla banalizzazione di problemi seri con cui la comunità internazionale si confronta. In qualità di élite culturali internazionali [i] le celebrità di Hollywood si fanno spesso portavoce di cause sociali e politiche (si veda Keller, 1983, 5-7; George 2000). Oltre a qualsivoglia preoccupazione sociale genuina che possano provare, le celebrità di successo dispongono di opportunità loro fornite dalla natura e dal tipo di ricompensa che sono parti integrali della loro professione. Spesso, ad esempio, gli attori hanno lunghi periodi di tempo tra un lavoro e l'altro (si veda McCathy e Zald, 1977), 1236). Inoltre hanno accesso ai media globalizzati e spesso possiedono fortune straordinarie - due qualità carismatiche che elevano il loro status (si veda Mills, 1956, 71-72) e al contempo si avvicinano per "associazione di carisma" a persone (come i politici) con cui hanno contatti personali o professionali (si veda Glassman, 1984, 219; Keller 1983, 3-4; Mills 1956, 74). Di conseguenza, così come a volte le celebrità hanno bisogno dei politici per dare statura politica alle loro cause, i politici hanno bisogno delle celebrità per rimpinguare le casse delle loro campagne ed aumentare le apparizioni carismatiche sui media (si veda Mills, 1956, 75). Con sempre maggior frequenza, quindi, le celebrità vogliono accesso ai corridoi del potere, e molti politici sono più che disponibili a lasciarle entrare. Sicuramente fin dall'epoca della Guerra del Vietnam (e, come alcuni potrebbero dire, da molto prima), le celebrità hanno cercato di trasformare la loro posizione privilegiata in potere sociale a base istituzionale (Brownstein 1990; Meyer e Gamson 1995, 184; si veda Sherman 1990). Il pubblico sostegno, le testimonianze congressuali e le offerte sostanziose delle personalità hollywoodiane sono diventati luoghi comuni della vita pubblica americana [ii]. Tali attività si sono verificate anche nel contesto attuale del dibattito tra America e alcuni paesi europei, in particolare la Germania, su argomenti relativi ai diritti umani religiosi. In contrasto con il modello usuale adottato dalle celebrità, cioè evitare problematiche politiche marginali che implichino un "elettorato stigmatizzato", relativo in particolare a questioni internazionali (Meyer e Gamson 1995, 189), durante l'Amministrazione Clinton (1992-2000) le celebrità di Scientology hanno avanzato le loro lamentele sulla persecuzione religiosa internazionale ai politici e ai media, in America e in Europa. I politici americani, dal canto loro, hanno reso omaggio a tali celebrità a livelli che vanno di gran lunga oltre i contributi delle star alla vita pubblica e al dibattito politico (si veda Keller 1986, 152). Di speciale interesse è che forse mai, prima dell'Amministrazione Clinton, nell'America del dopoguerra la politica ha visto le celebrità agire come lobbisti ufficiali e organizzativamente approvati per le ideologie "religiose" a cui esse aderiscono. Questo articolo attinge a intuizioni fondamentali fornite dalla teoria della mobilitazione delle risorse circa l'abilità di un gruppo di élite di agire come "imprenditore di discussione" che definisce, crea e manipola lagnanze e scontento (McCarthy and Zald 1977, 1215) [iii]. Ricorrendo a vaste fonti mediatiche e Internet su Scientology e il Governo americano, oltre che a molte riviste interne dell'organizzazione [iv], l'articolo dibatte se durante l'Amministrazione Clinton le celebrità hollywoodiane di Scientology siano state sufficientemente influenti nel loro lobbismo federale, tanto da avere influenzato la posizione americana (sebbene non sempre nella direzione desiderata) nel dibattito verificatosi tra i due paesi, USA Vs Germania, in merito a Scientology. La loro abilità nel farlo è un altro indicatore dell'accesso che le élite culturali hollywoodiane hanno conquistato in anni recenti presso le élite politiche americane, specialmente quando Clinton è stato in carica. Tuttavia le gaffe di alcuni degli sforzi delle celebrità rivelano le debolezze associate alle élite culturali che entrano nel dibattito politico. Tratto comune ad altri esempi di coinvolgimento politico delle celebrità (si veda Keller 1986, 160, 162-163), le celebrità di Scientology hanno contribuito alla banalizzazione di serie questioni relative ai diritti umani che la comunità internazionale si trovava a confrontare. Sociologicamente parlando, una prospettiva globale di Scientology è quella di una multinazionale a più facce in cui (forse) gli aspetti religiosi si intrecciano e spesso entrano in competizione con il materiale, e di attività collegate che puntano alle aziende, all'educazione, alla salute mentale e alla salute fisica, alla riabilitazione dalla droga, alla riforma sociale, all'intrattenimento, alla fantascienza e a ogni tipo di raccolta di intelligence (si veda Kent 1999a; 1999b; 2001c, 3). Come strategia di mobilitazione delle risorse Scientology pretende che gran parte delle società occidentali la definiscano religione, minimizzando al contempo la natura laica di molte delle sue attività (si veda Kent 1990, 397-403). Le celebrità giocano un ruolo importante in questa strategia. Con notevole intuizione L. Ron Hubbard (1911-1986), fondatore di Scientology, sviluppò direttive organizzative che cercavano di reclutare celebrità (si veda, ad esempio, Hubbard 1971; Sappell e Welkos 1990), e attualmente un certo numero di star hollywoodiane di alto profilo segue gli insegnamenti di Scientology (Hausherr 2002). Geograficamente, il suo quartier generale di Los Angeles è situato a soli pochi minuti da Hollywood e l'organizzazione gestisce un centro esclusivo (il Celebrity Center) che si prende cura di membri e amici, principalmente dell'industria dell'intrattenimento. Rendendosi conto del potenziale di pubbliche relazioni e di valore politico delle star, la dirigenza di Scientology ha destinato stanziamenti speciali grazie ai quali tali celebrità possono portare avanti gli obiettivi dell'organizzazione. Dal suo punto di vista, responsabilità primaria delle celebrità è «utilizzare il loro potere per velocizzare la spinta in avanti nella creazione di una civiltà nuova» (Lesevre 1988, 1) basata sui principi di Scientology, e i loro sforzi lobbistici sono tesi all'eliminazione delle barriere che si frappongono alla diffusione dell'ideologia del gruppo. Nel linguaggio della teoria della mobilitazione delle risorse, tali celebrità sono élite perché hanno accesso a risorse di considerevole importanza, quali i media e la ricchezza (si veda McCarthy e Zald 1977, 1221). Inoltre le celebrità hanno uno "status di onore" alto grazie allo "stile di vita" che molti di essi mantengono, all'impatto culturale che hanno, e alla "distanza ed esclusività" sociale che mantengono (si veda Weber 1946, 186-187, 191). Grazie a questi attributi, le celebrità si guadagnano spesso l'accesso agli ambienti politici poiché i politici accondiscendono al loro status, migliorano la propria immagine associandosi alle icone culturali e spesso beneficiano della loro generosità in campagna elettorale. Ne consegue, vista l'apparente diminuzione dell'antagonismo politico americano durante gli anni di Clinton, che l'organizzazione è stata svelta nel collocare alcuni dei suoi membri celebri sul palcoscenico politico.
Diverse attività intraprese da Scientology agli inizi degli anni '90 hanno successivamente avuto un impatto significativo su alcune questioni americane di relazioni estere. Innanzitutto si è organizzata per migliorare la sua immagine presso i politici e l'opinione pubblica in generale, intraprendendo un grande sforzo di pubbliche relazioni nel campidoglio nazionale. Parte di questo sforzo pubblicitario fu il pagamento, da parte di un'affiliata di Scientology, di «quasi 725.000 dollari a uno studio con sede a Washington [Federal Legislative Associates] per fare lobby al Congresso nel 1996 e 1997» (Dahl 1998a, 14A). Tali sforzi lobbistici (molti dei quali messi a segno dal managing partner David H. Miller) alla fine diedero i loro frutti durante la battaglia tra Scientology e la Germania. Poi Scientology espanse fortemente il proprio accesso alle risorse stipulando un accordo (nell'ottobre 1993) con l'Internal Revenue Service (l'IRS) che concesse l'esenzione fiscale all'organizzazione americana e alle sue affiliate. Ricevere l'agognata esenzione fiscale su basi caritative diede a Scientology un grado di legittimità che negli Stati Uniti non aveva avuto per decenni, nonostante l'organizzazione abbia ottenuto quell'accordo in circostanze decisamente inusuali [v]. Ma indipendentemente dalle condizioni in cui l'accordo tra Scientology e IRS venne stipulato, lo status caritativo fu una risorsa di enorme valore (si veda Kent 1990, 398) che aprì possibilità importanti per acquisire risorse e sostegno ancora maggiori. Cosa ancora più importante, dopo l'accordo IRS/Scientology il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti considerò Scientology una religione esentasse ed iniziò quindi a criticare le azioni della Germania contro l'organizzazione e i suoi membri. In realtà, all'epoca in cui l'IRS firmò quell'accordo - alla fine del 1993 - la battaglia tra la Germania e Scientology stava crescendo di intensità.
Per farla breve, molti tedeschi (tra cui funzionari governativi regionali e federali) considerano Scientology una organizzazione totalitaria e commerciale colpevole di significativi abusi di diritti umani (si veda Enquete Commission 1998, 189-192, 230). Importanti funzionari tedeschi come Ursula Caberta y Diaz della Task Force su Scientology di Amburgo, la parlamentare Renate Rennebach [SPD], e il Ministro dell'Interno bavarese Dr. Guenter Beckstein hanno esaminato un vasto assortimento di fonti primarie e secondarie, di documenti legali e di testimonianze di ex membri prima di concludere che l'organizzazione era antitetica con lo stato democratico. Tale posizione è simile alla posizione raggiunta dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta tedesca che ha studiato le nuove religioni e i gruppi psicologici nel paese. Dopo aver analizzato numerosi gruppi e analizzato le dottrine di Scientology e il comportamento collettivo, la Commissione di Inchiesta richiese All'Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione di monitorare le sue attività (Equete Commission 1998, 170-173, 291) [vi]. La posizione del Governo tedesco, secondo cui Scientology era sia non religiosa (si veda Enquete Commission 1998, 268) che una potenziale minaccia alla democrazia, lo portò tuttavia in diretto conflitto con la sua controparte americana. Sebbene Scientology fosse originariamente apparsa in Germania all'inizio degli anni '60, le questioni che hanno portato alle attuali accuse di abuso dei diritti umani risalgono alla fine degli anni '80, primi anni '90. I tedeschi si allarmarono quando sembrò che gli scientologist stessero operando sull'instabile mercato immobiliare e politici di tutto il paese iniziarono a ricevere lamentele su presunti comportamenti senza scrupoli di parti associate all'organizzazione Scientology (Baker 1997, 116; MieterEcho 1997; Walsh 1997, A10; si veda Hausherr 1997, #12). Oltre al coinvolgimento degli scientologist nel mercato immobiliare, alla fine del 1992 importanti imprenditori scientologist tedeschi furono messi sotto pressione finanziaria al fine di fare importanti investimenti per conto di Scientology in Albania, ex paese comunista (American Family Foundation 1994; Haag 1992)[vii] Grazie probabilmente al fervore delle attività commerciali di Scientology ad Amburgo all'inizio degli anni '90, la città istituì un gruppo di lavoro "per combattere il movimento Scientology" (Whitney 1994). Persona chiave di tale gruppo era Ursula Caberta, e sicuramente già nel 1995 (e probabilmente molto prima) lei ed altri tedeschi erano venuti a conoscenza dei programmi di lavoro forzato e di re-indottrinamento a cui l'organizzazione assegna i suoi membri di più alto livello quando le loro performance lavorative scendono, o chi mostra segni di "devianza" verso di essa o i suoi leader. Operanti in diversi siti americani [viii] tali programmi, (chiamati Rehabilitation Project Force o più semplicemente RPF) implicano tecniche classiche di plagio. Le tecniche comprendono (spesso forzatamente) confino e coercizione fisica nel contesto di un programma intensivo di rieducazione che comporta degradazioni sociali e psicologiche, confessioni forzate, e duro lavoro fisico (Kent 2000; 2001a; 2001b; R. Young 1995, 107). In parte a seguito dell'esperienza tedesca con i campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, i funzionari tedeschi si preoccuparono di approfondire in particolare l'operatività in Europa e in America di questa personale versione di campo di lavoro (infatti il lavoro forzato è specificamente vietato nella Germania del dopoguerra dall'art. 12 della sua Costituzione). Inoltre i parlamentari restarono perplessi dal fatto che i funzionari del Governo americano fossero completamente all'oscuro di tali strutture, in particolare perché l'RPF si era guadagnato numerosi articoli sulla stampa americana (AFP 1998; Behar 1986, 318; Koff 1989; Shelor 1984; Welkos e Sappell 1990). Nel 1997 un funzionario dello stato tedesco sollevò la questione dei programmi RPF su suolo americano in reazione a una dura lettera "aperta" inviata al Cancelliere Helmut Khol, in cui si paragonava il trattamento di Scientology da parte del governo tedesco alle persecuzioni naziste precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Pubblicata a pagina intera sul International Herald Tribune, la lettera era firmata da trentaquattro personalità hollywoodiane tra cui gli attori Dustin Hoffman e Goldie Hawn, il regista Oliver Stone, lo scrittore Mario Puzo e l'anchorman della CNN Larry King (Boyes 1997) (in seguito il regista Constantin Costa-Gavras si disse pentito di aver firmato quella lettera [Reuters 1997]). Risultò poi che molti dei firmatari avevano stretti legami con gli importanti attori Scientology Tom Cruise e John Travolta (Whittell 1997). L'analogia tra l'attuale situazione difficile di Scientology in Germania e il destino degli ebrei durante il regime di Hitler si dimostrò così offensiva che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti lo denunciò immediatamente, dicendo: «Si tratta di una affermazione oltraggiosa contro il Governo tedesco fatta da un gruppo americano. Essa non ha alcuna somiglianza con quanto sta succedendo [in quel paese]» (citato in Boyes 1997). Parimenti Ignatz Bubis, capo della comunità ebraica tedesca, liquidò le accuse come «offensive per la memoria delle vittime [dell'Olocausto]» (citato in John 1997). Come strategia di mobilitazione di risorse, perciò, la lettera delle celebrità fu un fallimento e quasi certamente andò a discapito della causa di Scientology. L'uso che fecero di un'immagine nazista per veicolare il loro messaggio frammentò piuttosto che galvanizzare opinione pubblica e sostegno governativo americano sulle loro critiche ai tedeschi, e l'episodio rivela alcune delle insidie del coinvolgimento di élite dell'intrattenimento che cercano di inserirsi in un importante dibattito pubblico. Avevano soldi a sufficienza per acquistare l'esposizione mediatica, ma non avevano sufficiente comprensione della questione e nemmeno la saggezza politica di scegliere simboli adeguati che li avrebbero potuti aiutare. Infatti il malaccorto simbolo nazista fece infuriare i funzionari tedeschi (compreso lo stesso Khol) e fornì un'apertura a un altro funzionario tedesco per rispondere con un comunicato stampa che consigliava: «Invece che mandare "lettere aperte" alla Germania, i VIP di Hollywood dovrebbero esprimere il loro sdegno verso i campi di punizione di Scientology». Il Ministro dell'Interno bavarese, Dr. Guenther Beckstein, proseguì riferendosi alle strutture RPF come a «colonie penali» che sottoponevano gli internati a «processi estremi di "lavaggio del cervello" e punizione». Utilizzando informazioni provenienti direttamente da una dichiarazione giurata americana dell'ex scientologist Andre Tabayoyon, Beckstein citò una delle più crudeli punizioni fisiche presumibilmente patite da una internata, e descrisse il sistema di sicurezza intorno a una delle strutture americane della California che consisteva di «recinto, barriere, riflettori, monitor elettronici, microfoni nascosti, sensori nel terreno, e videocamere...». Citò anche informazioni sui «fucili semiautomatici e armi non registrate» presenti nella struttura RPF della California meridionale. Scherzosamente Beckstein si chiese: «non sarebbe grande se Mario Puzo scrivesse una sceneggiatura per un film diretto da Oliver Stone, in cui Dustin Hoffman e Goldie Hawn recitassero la parte di due internati in una colonia penale di Scientology che cercano di fuggire, inseguiti dai loro guardiani pesantemente armati?» (Beckstein 1997; si veda Tabayoyon 1994). Nonostante Beckstein avesse fornito indicazioni esplicite sul luogo in cui si trovava la struttura RPF, a soli 100 chilometri da Hollywood, non esistono indizi che i funzionari americani abbiano preso sul serio i suoi commenti. Ciononostante l'episodio rivela i pericoli rappresentanti dalle élite culturali che si impegnano in complicate battaglie politiche internazionali. Riassumendo, poiché i funzionari del Governo americano sembravano parteggiare per Scientology, i tedeschi si convinsero che le loro controparti negli Stati Uniti semplicemente non comprendevano la natura dell'organizzazione che stavano sostenendo. Molti funzionari tedeschi consideravano l'organizzazione come un gruppo psicologico o commerciale diretto da una ideologia totalitaria, le cui presunte violazioni di diritti umani erano in contrasto con le attività della democrazia tedesca (si veda Enquete Commission 1998, 347; St. Paul Pioneer Press 1995). Inoltre gli americani non sembravano rendersi conto dei requisiti richiesti ai politici tedeschi dalla loro legge e Costituzione, le quali richiedono una protezione «militante» del «libero ordine democratico fondamentale» (Kommers 1997, 217, si veda 510; si vedano anche gli Articoli 18 e 20 della Legge Costituzionale tedesca). In sostanza, mentre un governo (gli Stati Uniti) stava fornendo a Scientology importanti opportunità per espandere la sua base di risorse, un altro (la Germania) stava gravemente riducendo le capacità di acquisizione di risorse dell'organizzazione, in modi che potevano avere implicazioni significative per le sue attività in Europa. La limitazione tedesca a Scientology fu oggetto di udienze del Comitato del Congresso americano, dell'Organizzazione [in precedenza Conferenza] sulla Sicurezza e Cooperazione in Europa (CSCE, chiamata anche Commissione di Helsinki) e in tali udienze le celebrità di Scientology giocarono un ruolo importante.
Probabilmente grazie ai suoi sforzi lobbisti, il 18 settembre 1997 Scientology riuscì a presentare tre delle sue celebrità più importanti dinanzi alla CSCE - il musicista Chick Corea, il musicista e attore Isaac Hayes e l'attore John Travolta [ix]. Il Presidente della CSCE, Senatore Alfonse D'Amato (R - N.Y.), che trascorse gran parte della giornata «portando Travolta in giro per il Senato...», commentò scherzosamente: «Il mio staff, per la prima volta, è arrivato di buon mattino... Tutti avevano la macchina fotografica, non ho mai visto tante macchine fotografiche». Il New York Post pubblicò una foto di D'Amato e Travolta uno di fronte all'altro, con la mano destra di D'Amato che stringeva il bicipite sinistro di Travolta, e la mano sinistra di Travolta sotto il braccio destro di D'Amato. Travolta aveva sul viso un'espressione nobile e la didascalia diceva: «Il Senatore Al D'Amato ieri ha abbracciato Travolta, il quale ha testimoniato sulle persecuzioni degli scientologist» (New York Post 1997). Lo status di personalità di Travolta aveva chiaramente il suo peso e serviva a portare sui media americani l'attenzione delle accuse di Scientology alla Germania. Quello status suggerisce che anche alcuni politici (per non parlare del loro staff), subiscono gli effetti del "carisma per associazione". Parimenti esso dimostra che le commissioni politiche possono attrarre l'attenzione dei media sul loro lavoro accogliendo le celebrità alle pubbliche udienze. Nel loro insieme, le dichiarazioni che Travolta, Hayes e Corea offrirono alla Commissione di Helsinki forniscono un sommario globale delle obiezioni di Scientology al trattamento riservato dalla Germania a suoi membri e organizzazioni (si veda Commission on Security and Cooperation in Europe 1997). Le star non misero mai in dubbio lo status di Scientology in quanto religione (cosa che invece avevano fatto i funzionari tedeschi), ma insistettero per presentare un elenco di lamentele su presunti abusi di diritti umani su base religiosa. Come riassunse Travolta nella sua dichiarazione scritta, «i funzionari del governo federale e statale hanno spinto l'opinione pubblica a mettere nella lista nera e a boicottare gli scientologist da ogni aspetto della vita in Germania» (Dichiarazione Scritta di John Travolta alla Commissione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, 997). Travolta, Hayes e Corea fornirono ulteriori lamentele alla CSCE su (ciò che essi consideravano essere) discriminazione in campo imprenditoriale. Tali lagnanze si rivolgevano in particolare alla richiesta che singoli individui e aziende firmassero documenti (chiamati "filtro delle sette") in cui affermavano che nessuna delle parti interessate coinvolgevano pratiche seguite da Scientology. Ulteriori lamentele si riferivano alle etichette "Scientology" autorizzate dal governo, collocate su aziende di proprietà o gestite da scientologist; perdita di impiego e di opportunità di impiego; negazione di licenze commerciali agli scientologist; proibizione agli scientologist di ottenere mutui bancari; cancellazione di conti bancari correlati a Scientology; boicottaggio di film (nello specifico "Mission Impossible" di Tom Cruise e "Phenomenon" di Travolta); e il boicottaggio di aziende condiscendenti che impiegavano scientologist. In realtà, come si spinsero a dire, a volte questi boicottaggi avvenivano contro persone identificate erroneamente. In campo educativo, le celebrità andate a testimoniare sottolinearono le lagnanze di discriminazione che comprendevano l'accusa secondo cui le informazioni faziose contro Scientology creavano un clima oppressivo nelle scuole contro i bambini scientologist, il che violava il loro diritto all'istruzione oltre che il diritto dei genitori di dare ai figli l'educazione religiosa di loro preferenza. Nelle scuole e nella società tedesca in generale, sostennero i tre testimoni, gli scientologist erano molestati, minacciati, addirittura aggrediti. I bambini scientologist, dissero, venivano espulsi dai club e addirittura dalle scuole. I cittadini comuni consideravano i loro progetti umanitari (come la riabilitazione dalla droga) una forma di reclutamento, e una squadra straniera di calcio era stata addirittura costretta a pagare una multa per aver esibito uno striscione di Scientology presso il campo di gara (Testimonianze e Dichiarazioni Scritte di John Travolta, Isaac Hayes e Chick Corea alla Commissione sulla Sicurezza e Cooperazione in Europa, 1997). In contrasto con queste ampie accuse di violazioni di diritti umani fu la succinta lettera dell'Ambasciatore tedesco alla CSCE, che sottolineava la posizione del suo governo verso Scientology e i suoi membri, e aiutava a spiegare la reazione della Germania: Dopo aver condotto approfonditi studi sull'organizzazione di Scientology, il Governo Federale è giunto alla conclusione che i suoi corsi pseudoscientifici possono mettere a serio rischio la salute mentale e fisica dell'individuo, e che essa sfrutta i propri membri. Testimonianze peritali e resoconti credibili hanno confermato che l'appartenenza può indurre dipendenza psicologica ed emotiva, rovina finanziaria e anche suicidio. Inoltre esistono indicatori che Scientology rappresenti una minaccia per i principi politici fondamentali della Germania.In seguito aggiunse: «Fino ad ora nessun tribunale ha riscontrato che i diritti fondamentali dei membri di Scientology siano stati violati». L'Ambasciatore tedesco proseguì citando due casi legali degli Stati Uniti che avvaloravano le sue preoccupazioni, oltre a sentenze di tribunale di Lione, in Francia, italiane, greche e tedesche (Ambasciatore tedesco Juergen Chrobog, in Commissione sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, 1997; si veda Enquete Commission 1998, 227-232). Durante l'udienza i leader del Congresso americano non avevano citato alcun caso legale, e resta il dubbio che non ne avessero mai sentito parlare. Né Travolta, né Corea e nemmeno Hayes parlarono (probabilmente perché ancora non ne erano a conoscenza) del caso di una scientologist tedesca a cui (il 28 febbraio 1997) era stato «concesso asilo politico negli Stati Uniti dopo aver dichiarato al giudice che se fosse tornata a casa sarebbe stata soggetta a persecuzione religiosa» (The Washington Post 1997). Quasi tre anni dopo, però, (il 14 giugno 2000) un'altra attrice e scientologist, Catherine Bell, sollevò la questione dell'asilo dinanzi alla Commissione Interna sulle Relazioni Internazionali. Indicando l'ex residente tedesca nella sala delle udienze, la Bell disse alla commissione che si trattava della «Signora Antje Victore, che nel 1997 era diventata la prima scientologist tedesca ad ottenere asilo politico da un tribunale dell'immigrazione statunitense sulla base che se avesse fatto ritorno in Germania sarebbe stata sottoposta a una persecuzione rovinosa». (Bell. 2000, [3-4]).La Bell forse non si era resa conto che le circostanze in base alle quali la Victore aveva cercato asilo erano fraudolente, essendo state architettate dalla stessa organizzazione di Scientology apparentemente per imbarazzare i tedeschi. I media tedeschi smascherarono infatti la truffa appena due settimane dopo che la Bell aveva presentato la donna ai membri del Congresso americano (Kruttschnitt, Nuebel, e Schweitzer 2000; si veda Billerbeck 2000; Kent 2001c, 3).
Evidenze di contatti ad alto livello tra Scientology e il Dipartimento di Stato vennero alla luce in un discusso articolo su Travolta pubblicato dalla rivista George. Nell'aprile del 1997 Travolta aveva preso parte a un summit sul volontariato a Filadelfia, Pennsylvania, al fine di «presentare materiali educativi creati dal Fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard». Il giorno successivo Travolta aveva incontrato il Presidente Clinton il quale gli aveva detto: «Il suo programma sembra grandioso... anzi, di più... vorrei veramente aiutarla su questa questione in Germania con Scientology» (Travolta cita Clinton in J. Young 1998, 106). Clinton informò Travolta che «anni prima aveva avuto un compagno di stanza scientologist che gli piaceva molto, e rispettava i suoi punti di vista. Disse di pensare che [in Germania] non erano stati di molto aiuto e che voleva riparare» (Ressner 1997). Clinton aveva proseguito la conversazione spingendosi «straordinariamente oltre, tanto da assegnare il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Sandy Berger, quale punto di riferimento per Scientology nell'amministrazione» (J. Young 1998, 138). Nel settembre 1997, quando Travolta e Chick Corea erano a Washington (presumibilmente per la loro testimonianza davanti alla Commissione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa), Clinton «ha fatto in modo che il direttore degli affari politici della Casa Bianca, Craig Smith, organizzasse un incontro tra Berger, Travolta e il jazzista Chick Corea, anch'egli avido scientologist. Secondo un funzionario di alto grado dell'amministrazione, il franco Berger ha aggiornato Travolta sugli sforzi dell'amministrazione come se avesse di fronte un senatore esperto. "Sandy con noi è stato grande", fa notare Travolta» (J. Young 1998, 138). Il Dipartimento di Stato ricevette alcune critiche per questo meeting di alto livello, anche perché ci si chiedeva se Clinton avesse fatto un favore a Travolta in cambio di una interpretazione favorevole del carattere presidenziale (basato su di lui) nel film che l'attore stava per girare, Primary Colors. Il senatore Lauch Faircloth (R.-N.C.) ad esempio, voleva «trascinare John Travolta davanti al Congresso per scoprire se l'attore aveva abbassato i toni del suo ritratto di un candidato presidenziale donnaiolo, molto simile a Clinton... in cambio della promessa di quest'ultimo ad aiutare la lotta della Chiesa di Scientology con il governo tedesco» (Pierce [comp.] 1998). Apparentemente il suo sforzo non ebbe seguito, ma la possibilità che Clinton stesse aggiustando la politica estera per la sua immagine nel film uscì sia nel comunicato stampa della Casa Bianca del 12 febbraio 1998, che nel programma di interviste della NBC, Meet the Press, di cui era ospite Berger. L'Addetto Stampa della Casa Bianca, Mike McCurry, cercò di minimizzare la discussione tra Clinton e Travolta a Filadelfia e suggerì che Berger aveva solo spiegato a Travolta (e presumibilmente a Corea) «che cosa abbiamo fatto per aumentare il nostro impegno dopo quanto è stato fatto a livello diplomatico» (The White House 1998, 6). Quando un intervistatore di Meet Ohe Press chiese a Berger se lui o il Presidente stessero cercando di influenzare il ritratto di Travolta in Primary Colors, Berger rispose che la sola, ulteriore motivazione che aveva per l'incontro era «ottenere un autografo» per uno dei suoi figli (estratti da Meet The Press in O'Connor 1998; The Washington Post 1998). Un fondo del New York Times di Frank Rich riportò quell'affermazione di Berger, dicendo però che la spiegazione del «perché avesse sprecato il suo tempo e il denaro dei contribuenti per aggiornare una delegazione di star del cinema» era «tanto rivelatrice quanto pietosa» (Rich 1998). Gli europei videro comunque l'incontro con Clinton nell'ottica di altre azioni che il presidente americano aveva fatto per conto di Scientology. Ad esempio, la sezione del rapporto sui diritti umani del Dipartimento di Stato del 1996, pesantemente critica delle azioni della Germania verso il movimento, «è stata scritta dalla Casa Bianca...». La condanna del rapporto era stata così ferma che il Segretario di Stato Madeleine Albright si scusò con il governo tedesco (American Spectator 1997). Le autorità francesi e tedesche erano poi consapevoli che il numero del dicembre 1996 della rivista Scientology in lingua francese É & Liberté aveva pubblicato ciò che veniva definita "un'intervista esclusiva" contro l'uso della droga scritta da Clinton in persona (Clinton 1996). Francesi e tedeschi avevano anche notato gli omaggi inviati da Clinton per il 50° anniversario di Scientology (il 28 dicembre 1999) in cui il presidente «ringraziava la chiesa per la sua opera nel promuovere la tolleranza religiosa e per "costruire comunità giuste"» (Gerstein 2000). In breve, agli europei sembrò che Clinton stesse lavorando attivamente per l'organizzazione di Scientology e che l'assistenza che aveva dato ai lobbisti scientologist di Hollywood fosse indicativa del sostegno generale al gruppo. Mentre era a Washington per incontrare Berger e presentarsi alla CSCE, Travolta trovò anche il tempo per fare lobbismo a favore di una mozione della Camera dei Rappresentanti che, se fosse passata, avrebbe messo a verbale la sua «preoccupazione che attori, intrattenitori e altri artisti statunitensi membri di gruppi religiosi di minoranza come Scientology continuino a sperimentare la discriminazione del Governo tedesco» (House of Representatives 1997). Quasi certamente introdotta dopo gli sforzi del lobbista David H. Miller, stipendiato da Scientology, la risoluzione ottenne «il sostegno dei leader dei gruppi di potere della Camera che patrocinano le cause degli artisti, degli ispanici e degli afro-americani» (Dahl 1998a, 14A). Nonostante la mozione fosse stata approvata dalla Commissione per le Relazioni Internazionali della Camera, venne poi bocciata alla votazione di novembre a camere riunite. Uno dei Rappresentanti (Doug Bereuter, R-Neb.) si lamentò: «ritengo sia importante che in questo paese non siano Tom Cruise o John Travolta a stabilire la politica estera, e penso che questo debba restare un punto fermo della legislatura» (Dahl 1998a, 14A). La mozione venne bocciata per 101 favorevoli e 318 contrari (anonimo, 1997), con Amo Houghtin (R.- N.Y.) che, esprimendo apparentemente l'opinione di maggioranza, concluse: «la questione era se non saremmo sembrati un po' boriosi a sedere qui con tutti i tanti grandi problemi morali del paese, ad approvare un giudizio su una nazione amica che sta lottando con qualcosa con cui noi stessi ed altri paesi stanno lottando» (citato in The Virginian-Pilot 1997). Travolta e il lobbista Miller videro «una vittoria nella sconfitta. Miller ha affermato che "la cosa importante era sostenere la propria opinione"» (citato in Dahl 1998a, 14A), mentre Travolta proclamò: «Tra Camera e Senato c'erano almeno 300 persone d'accordo sulla nostra situazione penosa e, come minimo, 100 che erano al 100% pronti a batter palla per noi». Aggiunse poi: «credo che un sacco sia dipeso dal fatto che Clinton la sosteneva, perché riguardava tutte le minoranze religiose non solo la nostra, il che mi è piaciuto» (citato in J. Young 1998, 138). Miller inoltre considerò la bocciatura solo come un primo tentativo. Rivelò di essere «"in contatto costante con il Consiglio della Sicurezza Nazionale e con il Dipartimento di Stato" e sta contando le teste a Capitol Hill per vedere se il suo gruppo riuscirà a ottenere l'approvazione della risoluzione sponsorizzata da Scientology. "Risolleveremo la questione. Lasci che le dica che ci stiamo lavorando" » (citato in Dahl 1998a, 14A). Come promesso, il Rappresentante Matt Salmon (R.- Ariz.) la cui fede mormone secondo una pubblicazione di Scientology era significativa (Church of Scientology International 1998, 24), introdusse un'altra risoluzione che si appellava al Presidente affinché «"sostenesse la preoccupazione" degli Stati Uniti circa la discriminazione religiosa in Germania» (citato in Dahl 1998b). Alla fine di giugno 1998 Travolta tornò a Capitol Hill per fare lobbismo a favore della risoluzione Salmon. Di nuovo attrasse un turbine di attenzione, non solo dei media. Il Washington Post pubblicò un breve articolo con una foto di Travolta, che diceva:
L'anno seguente, il 1999, vide il prosieguo degli sforzi lobbistici di Scientology. Quando Salmon, con i Rappresentanti Benjamin A. Gilman (R-NY), Mark Foley (R-FL) e il Senatore Mike Enzi (R-WY) (ed altri) presentò le mozioni a Camera e Senato che invocavano il Governo tedesco ad «accettare un dialogo costruttivo con i gruppi di minoranza sottoposti a discriminazione governativa sulla base della fede o della religione», la scientologist Ann Archer era in sala stampa (News From the House International Relations Committee 1999, 2). Nel 2000, Salmon, Gilman, e Donald Payne (D.-N.J.) presentarono un'altra mozione che identificava Austria, Belgio, Francia e Germania come paesi in cui persiste intolleranza religiosa (House of Representatives 2000). Sebbene nessuna di queste mozioni sia stata approvata, esse rivelano le differenze di vedute che persistono tra membri dei governi americano e tedesco su questioni sensibili quali la libertà di religione, gli agglomerati multinazionali e la protezione della democrazia in ambito di stati sovrani (si veda Kent 2001c).
Nel riflettere sulla relazione tra celebrità e politici i sociologi David S. Meyer e Joshua Gamson hanno concluso: «Le risorse che le celebrità arrivano a rappresentare nelle lotte del movimento sociale di solito non comprendono l'educazione dei cittadini, o analisi politiche dettagliate» (Meyer and Gamson 1995, 202). In sostanza, poche celebrità hanno abilità educative o politiche che permetterebbero loro di fare presentazioni fondate e approfondite. Sicuramente tale conclusione viene ulteriormente avvalorata dalla lettura della trascrizione CSCE in cui le celebrità Scientology annasparono in cerca di risposte da dare ai membri del Congresso sul perché la Germania sembrasse essere così ostile a quel particolare gruppo (Commission on Security and Cooperation in Europe 1997, 16-17) [x].
Se sorvoliamo su queste reazioni scomposte e se mettiamo da parte la vana campagna che cercò di collegare la condizione contemporanea degli scientologist tedeschi a quella degli ebrei tedeschi d'anteguerra, gli osservatori della politica di Washington devono dare credito alla parziale efficacia della negoziazione di Scientology e degli sforzi lobbistici delle celebrità. La negoziazione dell'accordo con l'IRS si è dimostrata di estremo valore per l'immagine dell'organizzazione, e non è così scontato che senza di essa le star di Scientology avrebbero avuto accesso alle élite governative. Con l'ottenimento dello status caritativo, Scientology e le sue celebrità hanno evidentemente potuto fatto pressione sul Dipartimento di Stato, hanno acquisito accesso ai suoi funzionari chiave, hanno motivato la Rappresentanza del Commercio statunitense (con l'assistenza di Sonny Bono) a intraprendere con la Svezia una discussione chiave sui copyright (Bardach 1999, 91; Heintz 1997), hanno conquistato alla propria causa membri chiave del Congresso e si sono addirittura guadagnati l'accesso alla Casa Bianca di Clinton. Presi nel loro complesso questi traguardi suggeriscono che l'organizzazione ha appreso come farsi ascoltare a Washington.
Mentre alcune celebrità hollywoodiane acquisiscono accesso politico con i contributi finanziari, solo pochi scientologist importanti appaiono negli elenchi dei politici per apporti importanti. Ad esempio Tom Cruise e Nicole Kidman - forse la coppia scientologist di più alto profilo di Hollywood il cui recente procedimento di divorzio getta una luce di dubbio sulla di lei dedizione - hanno contribuito con 58.000 dollari a diverse cause Democratiche, compresi 14.000 dollari per la riuscita campagna senatoriale di Hillary Clinton (von Rimscha 2000). Nel settembre 1998 la scientologist Mimi Rogers partecipò a una cena di raccolta fondi, 5000 dollari a testa, per Clinton (Weinraub 1998), e Travolta presentò il Presidente Clinton a un fundraiser da 25.000 dollari al colpo nell'agosto del 2000. Il molto ben introdotto avvocato di Washington e scientologist John Coale ha donato almeno 30.000 dollari a diverse cause Democratiche «compresi il Comitato Nazionale Democratico e il comitato di azione politica del Vicepresidente Al Gore» (Jacoby 1998:5; Hess 1999, 74). Lui e la moglie (l'avvocato e commentatore legale della CNN, e scientologist Greta Van Susteren) hanno partecipato a una cena di stato per il Primo Ministro italiano, e la Van Susteren sedeva a fianco della First Lady Hilary Clinton (Jacoby 1998, 5). Non esistono tuttavia prove che Cruise, Rogers, Coale o la Van Susteren abbiano cercato di trasformare la loro influenza e i loro contatti in opportunità lobbistiche per Scientology. Più interessante è il fatto che dieci importanti scientologist abbiano donato, tutti nello stesso giorno (2 luglio 1998), un totale di 7.400 dollari nelle casse del parlamentare Benjamin A. Gilman - tre mesi prima che egli firmasse come co-sponsor la mozione presentata da Matt Salmon alla Camera dei Rappresentanti, mozione critica alla protezione tedesca della libertà di religione (si veda The Center for Responsive Politics 1999). Gli interessi finanziari, però, potrebbero essere solo uno dei fattori che aiutano a spiegare l'accesso delle celebrità Scientology.
Il Dipartimento di Stato non ha solo mandato di monitorare la questione dei diritti umani (compresi i diritti umani religiosi) nei paesi del mondo, ma cerca anche di proteggere gli interessi finanziari americani all'estero. Vista in questo contesto, la ferma presa di posizione della Germania contro Scientology combinava preoccupazione sui diritti umani religiosi con la protezione finanziaria dell'importante export americano dell'intrattenimento. Corea attirò l'attenzione dei politici e dei funzionari del Dipartimento di Stato affermando perdite finanziarie dovute alla cancellazione di concerti in Germania, e Travolta (assieme al compagno scientologist Cruise) aveva subito un boicottaggio cinematografico. Hayes non aveva "sofferto" per mano dei tedeschi, ma forse i funzionari di Scientology hanno pensato che il suo status di minoranza visibile (è afro americano) gli fornisse una piattaforma per discutere la presunta discriminazione. Ad ogni modo il ritiro di fondi pubblici per Corea e il (seppur fallito) boicottaggio di un film di Travolta diede ai divi argomentazioni su cui potevano «legittimamente richiedere una presa di posizione o sostegno» (Meyer and Gamson 1995, 201).
Vale infine la pena ricordare che i membri del Congresso e del Dipartimento di Stato sono cresciuti con queste personalità hollywoodiane. Travolta è stato una presenza nella cultura popolare americana fin dagli anni '70, recitando in numerosi ruoli televisivi e cinematografici e con una carriera rilanciata negli anni '90. Il più grosso successo musicale di Hayes, "Shaft", è riconoscibile all'istante e viene ancora occasionalmente trasmesso alla radio; Corea fa musica da decenni. Per una generazione di americani cresciuta a televisione e radio, queste tre celebrità sono figure familiari che, in diversi modi, sono entrate nella vita di tutti da molto tempo. E infatti alcuni baby-boomers li associano a momenti importanti della loro vita di giovani adulti. Grazie alla cultura popolare e alla notorietà generata dai media, non sorprende che gli americani - in particolare i politici americani e i funzionari del Governo - abbiano concesso loro un accesso speciale. In realtà i funzionari di Scientology contano su di loro anche per questo, e le azioni del legislatori di Washington hanno dimostrato che avevano ragione.
A livello pratico, forse la domanda più significativa che questo articolo solleva è se l'influenza delle celebrità Scientology faccia veramente parte di un più vasto modello di accessibilità sperimentato da Hollywood grazie alla predilezione sistematica che coinvolge media, denaro e potere politico nel sistema politico americano, o se invece si sia trattato di una finestra temporanea di opportunità favorita dal clima sociale dell'Amministrazione Clinton. Teorici di studi culturali che vedono celebrità e politici come costruttori di «soggettività pubbliche che ospitino la volontà popolare» (Marshall 1997, 204) considerano indubbiamente l'infusione delle celebrità nella politica come una realtà della vita post moderna. Tuttavia nella realtà del dopo 11 settembre di un'America nervosa governata da George W. Bush, un commentatore culturale riflette: «questa fusione [tra Hollywood e Washington] sembra improvvisamente datata... ciò che ora l'opinione pubblica vuole è una squadra di tecnocrati super competenti, senza una vita privata percepibile, che sublimino la loro libido macchinando strategie invece che mettendosi in mostra via cavo [televisione]» [Kirn 2002, 12]). Per molte persone gli eventi mondiali possono essere diventati più avvincenti dell'intrattenimento, quindi le celebrità potrebbero trovare meno politici e platee più piccole disposte ad ascoltare le loro opinioni sulle questioni scottanti del giorno.
i. Con "élite" culturali intendo persone le cui relazioni con media diversi diano loro un impatto significativo sulla società e/o la cultura, in particolare in campi che coinvolgono stile, gusto e intrattenimento.
ii. La celebrità più nota tra i politici federali americani fu Ronald Reagan, e una celebrità prestata alla politica che fece corsi di Scientology e rimase sostenitore di alcune delle sue cause fu il defunto membro del Congresso Sonny Bono [Bardach 1999, 90-92]) [Sonny Bono era l'ex marito e partner della più celebre Cher; negli anni '60 formavano il duo Sonny and Cher che ebbe un certo successo anche in Italia. Bono è morto alcuni anni fa per un incidente sciistico - NdT]
iii. La teoria della mobilitazione delle risorse identifica il modo in cui le organizzazioni acquisiscono e utilizzano un'ampia gamma di disponibilità (come tempo, ricchezza, talento, manodopera ecc.) nello sforzo di raggiungere i propri obiettivi, privandone al contempo gli oppositori. Alla fine degli anni '70 la teoria aveva già soppiantato la privazione relativa quale paradigma dominante per interpretare i movimenti sociali. In anni recenti, la nuova teoria del movimento sociale è stata tra i suoi più schietti sfidanti, ma alcuni ricercatori hanno spostato la teoria della mobilitazione delle risorse in aree quali le battaglie in Internet (Peckham 1998) e la globalizzazione (Kent 1999a; 2001c).
iv. Gran parte di questo materiale è ospitato in una collezione di ricerca di cui ho la supervisione, sebbene molto di esso sia disponibile in Internet.
v. In negoziati di comitati segreti trapelati due anni dopo e che operarono «al di fuori delle normali procedure dell'agenzia», gli scientologist e i funzionari dell'IRS raggiunsero un accordo che garantiva all'organizzazione l'esenzione fiscale, dopo che l'organizzazione aveva accettato di pagare 12,5 milioni di dollari al governo federale per motivi non meglio specificati, e che Scientology aveva accettato di ritirare 2300 cause legali che i suoi membri avevano presentato contro il dipartimento delle entrate (International Association of Scientologists, [1994?]). Questi ed altri aspetti dell'accordo, che minarono una serie di verdetti di tribunale contro gli sforzi esentativi di Scientology, restarono confidenziali fino a quando il Wall Street Journal pubblicò in Internet una versione del documento che era trapelata all'esterno (Franz 1997; MacDonald 1997).
vi. Alcuni studiosi nordamericani considerano la posizione della Germania in modo diverso. Due autori canadesi spiegano l'ostilità della Germania verso Scientology come il risultato di una «mancanza di ricerca empirica combinata ad affrettati giudizi teologici basati su testi limitati», interpretati da affiliati alla chiesa e da antisette che spesso godono di relazioni privilegiate con lo stato (Hexham and Poewe,1999, 210, 222). Con un approccio diverso, uno studente americano di legge ha discusso che: «la maggioranza dei tedeschi percepisce Scientology come un insieme di norme religiose che non rientrano nella tradizione e perciò, forse, non meritevoli di protezione».
vii. E' difficile ottenere informazioni sui risultati degli sforzi albanesi di Scientology, sebbene una fonte indichi che l'Albania ha vietato Scientology «sulla scia di uno scandalo di corruzione» (Morvant 1996).
viii. Gli RPF operano in e sulle proprietà di Scientology in almeno tre siti della California, più in altri siti di Clearwater (Florida), Copenhagen, East Grinstead (Sussex Occidentale, Inghilterra) e Australia.
ix. E' importante notare che, all'interno di Scientology, tutti e tre gli artisti sono "Funzionari Onorari LRH [L. Ron Hubbard] delle Pubbliche Relazioni", i cui scopi implicano questioni di immagine e la diffusione di informazioni su Scientology (Si veda l'elenco allegato a Anderson 1980, 1, 3; Church of Scientology International 1994).
x. Quando, ad esempio, Corea rispose ad una domanda sull'apparente ostilità tedesca a Scientology, la sua interpretazione dei motivi fu: «Abbiamo a che fare con emozioni incredibili, bizzarre e smodate» (Commission on Security and Cooperation in Europe 1997, 17). AFP. 1998. "Enquete Commission Solicits Understanding for the Perspective Towards Scientology-Bonn Delegation Struggles Against Prejudice in the USA." Scaricato da alt.religion.scientology il 3 marzo 1998; tradotto da Joe Cisar.
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Pubblicato originariamente in Marburg Journal of Religion.
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