Da una parte Gregg Hagglund, critico canadese che i veterani di alt.religion.scientology sicuramente ricordano. Dall'altra Peter Ramsay, scientologist fanatico e con qualche rotella fuori posto, come ne abbiamo visti e ne vediamo anche su free.it.religioni.scientology. L'inquietante storia di due vite parallele.
© Traduzione di Simonetta Po, agosto 2017 Quando diventi bersaglio delle "investigazioni rumorose" di Scientology la cosa che più ti disturba è il non sapere. Che tu sia un ex membro della Chiesa di Scientology o stia indagando per scrivere sull'organizzazione, o solo un cittadino curioso che desidera divulgare informazioni sulle controverse pratiche di Scientology, potresti scoprire che i tuoi familiari, colleghi, addirittura ex compagni di scuola che non vedi da anni vengano improvvisamente contattati da investigatori privati che chiedono informazioni su di te. [Come accadde anche alla vostra traduttrice nel 2007.] Le molte persone con cui ho parlato che hanno vissuto questa situazione dicono che ciò che più assilla - e, dicono le ex spie, ciò su cui conta Scientology - è proprio l'essere lasciati a chiedersi: chi è questa gente che indaga su ogni aspetto della mia vita? E' raro riuscire ad avere un quadro completo da entrambi i lati delle molte famigerate operazioni di ritorsione di Scientology. In The Unbreakable Miss Lovely, il nostro libro del 2015, non solo siamo riusciti a scoprire nuovi dettagli sulla campagna di molestie ai danni della giornalista Paulette Cooper, ma anche a parlare con parecchie persone che avevano effettivamente preso parte a quelle operazioni. Ora abbiamo un'altra opportunità di vedere e comprendere il "Fair Game" di Scientology con rinnovata chiarezza. E' possibile perché l'uomo che investigò, molestò e cercò di intimidire un canadese di nome Gregg Hagglund per conto della Chiesa di Scientology, ha rivelato i suoi segreti su quelle operazioni. E lo ha fatto perché è morto.
Quell'uomo si chiamava Peter Ramsay e per molti anni fu un volontario dell'Ufficio degli Affari Speciali (OSA) di Scientology. Prendeva così sul serio il suo ruolo di spia e di addetto ai giochi sporchi che nei suoi documenti personali li dettagliò con cura. Ramsay è morto il 26 aprile 2013 e qui al Bunker lo abbiamo citato un paio di volte. Suo figlio Jonathan, che non è mai stato scientologist, cercò di farsi restituire dalla chiesa i soldi che il padre aveva sul conto personale e che non avrebbe mai utilizzato. Fu aiutato da Rob, il fratello di Peter, che poi ci contattò con delle domande su Scientology. In dicembre Rob Ramsay fece una cosa ragguardevole. Mandò un messaggio a Gary Soter, uno degli avvocati di Scientology, offrendo di rendere alla chiesa tutti i documenti personali di suo fratello Peter, tra cui carte sensibili che dimostravano gli anni dedicati allo spionaggio di Gregg Hagglund. Soter non gli rispose. A quel punto Rob mandò a noi quei documenti. Ora, dopo aver intervistato Hagglund, Rob Ramsay e altre persone e aver studiato le carte personali di Peter Ramsay, siamo riusciti a ricucire questa analisi delle operazioni "Fair Game" di Scientology, da entrambi i lati della barricata. Gregory Hagglund vide la luce a Edmonton il 5 maggio 1951 e suo padre ricevette la notizia in modo curioso. Melvin Hagglund era un soldato di stanza a Resolute Bay, avamposto famoso per essere l'insediamento più settentrionale e isolato del Canada. Wilma, la madre di Gregg, poteva comunicare la notizia dell'arrivo prematuro del loro terzo bambino solo via radioamatori. Felice di sentire che aveva un secondo figlio maschio, Melvin voleva sentirlo con le sue orecchie. «Dagli un pizzicotto», disse via radio alla moglie Wilma. E Gregg rispose con uno strillo. Finito il servizio militare e entrato in quello civile, Melvin e la famiglia si trasferirono parecchie volte. In seconda superiore Gregg aveva già frequentato 13 scuole diverse. A 19 anni, finita la scuola, sbarcò lui stesso a Resolute Bay a lavorare per il servizio civile. Scoprì che suo padre era ricordato ancora con molta stima, tanto che guidava una motoslitta con il suo nome. Tra il lavoro nel servizio civile e la ricerca di oro che faceva per conto suo, ancora in giovane età Gregg si ritrovò con le tasche piene di soldi e decise di iscriversi all'università, dove conobbe Jennifer Plesch. Si sposarono nel 1975 e si trasferirono a Toronto, dove Gregg trovò lavoro in un negozio di giochi unico nel suo genere: "Mr. Gameways' Ark". Faceva parte di una piccola catena di negozi di giochi e hobbistica che stava crescendo in popolarità, E Gregg vi investì gran parte della sua fortuna. Il tempismo sembrò perfetto. Gameways' Ark stava esplodendo, anche perché aveva un accordo speciale con i creatori di Trivial Pursuit, che stava diventando un fenomeno. Gregg scoprì che il negozio era un grande sbocco per la sua creatività tecnologica. Costruì una replica a grandezza naturale del ponte di comando della Starship Enterprise che diventò un successo locale, soprattutto con l'uscita, nel 1979, di Star Trek: The Motion Picture (quell'anno arrivò anche Cristopher, il figlio di Gregg e Jennifer). Appena tre anni dopo il negozio fallì miseramente e trascinò con sé anche Hagglund che, appena 30enne, vi perse 1,2 milioni di dollari. Gregg fece qualche incursione nel neonato mondo online e cercò di inserirsi nel CGI [immagini digitali - NdT], ma alla fine si accontentò di un impiego nell'industria del cablaggio. Intanto per finire di pagare i debiti Jennifer si era messa a insegnare. Ai primi anni '90 gli Hagglund dovettero affrontare altre difficoltà. A Jennifer fu diagnosticato un tumore al cervello che, sebbene benigno, doveva essere asportato. Il solo modo in cui i chirurghi potevano farlo era rimuoverle temporaneamente il volto. Alla fine andò tutto bene, ma entrambi rimasero profondamente scottati. Uno dei modi in cui cercarono di fronteggiare le difficoltà fu iniziare un'avventura spirituale. Avevano sperimentato ciò che gli scientologist definiscono cognition, una realizzazione improvvisa. Di fatto ciò che avevano scoperto da soli trovava un parallelo in uno dei concetti principali di Scientology. Gregg Hagglund credeva di avere vissuto altre vite. «Non ho assolutamente prova scientifica che ciò che credo sia vero», dice Gregg mentre mi spiega che, a differenza di Scientology, definisce fede - e non scienza - le sue idee. «Non dirò mai che ho prova scientifica di ciò che ritengo vero», aggiunge. «Credo di avere accesso alla continua memoria vivente di gente vissuta all'epoca di Atlantide, 15.000 anni fa. Crediamo che sia la base della reincarnazione.» A metà anni '90, per promuovere le loro credenze gli Hagglund fondarono il cosiddetto Tempio di At'L'An e Gregg cominciò a pensare di scrivere un libro. Consapevole del grande sviluppo in corso della Rete, Gregg voleva vedere che cosa in quel mondo si diceva della religione, sperava di ricavarne idee per il suo libro. Il che lo portò a Usenet e ai suoi numerosi gruppi di discussione, tra cui quelli che ospitavano accesi dibattiti sulla religione. E fu così che nel 1996 approdò al gruppo Usenet alt.religion.scientology. ARS, creato nel 1991, si era infiammato solo qualche anno dopo e nel 1996 era il luogo migliore per trovare notizie su ciò che accadeva in Scientology, compresi i tentativi della chiesa di sopprimere la discussione online. Nel 1995 un avvocato di Scientology aveva addirittura tentato di far rimuovere ARS da Usenet, cosa che rese il gruppo di discussione più famoso che mai. Frattanto degli ex membri avevano usato ARS per far circolare online gli insegnamenti segreti di Scientology; per farli eliminare la chiesa aveva adottato una linea molto dura spingendosi al punto di convincere le autorità a fare irruzione nelle case di alcuni degli utenti. In altre parole, Hagglund non aveva idea di dove si stava cacciando. «Esplorai i vari thread per ore e ore. Era affascinante. Cominciai a rendermi conto che esisteva una vera contesa tra chi criticava Scientology, i troll e chi li contrastava», racconta. «Feci qualche commento e nel giro di pochi minuti ricevetti risposte in cui mi si consigliava di informarmi», dice con una risata ricordando quei suoi primi tempi da "niubbo". «Mi sembrava un mondo difficile quindi risposi grazie, ma non mi interessa.» Hagglund si rendeva conto che ARS era un campo di gioco duro e che non era abbastanza interessato per costruirsi un solido background e potervi partecipare. Se ne sarebbe probabilmente andato subito, dimenticandosi di ARS se non fosse stato per lo shock del giorno seguente, quando provò ad accedere al suo account di posta elettronica. «Ero stato bersagliato da un mail bombing », racconta. «Scaricai e-mail per ore. Migliaia e migliaia di messaggi. Dovetti telefonare al provider che arginò il problema a modo suo: mi cancellò l'account e dovetti ripartire da capo.» I messaggi che continuava a ricevere dicevano tutti la stessa cosa: non aveva il diritto di fare commenti su Scientology, doveva tornare su ARS e scusarsi per ciò che aveva scritto, e doveva tenersi alla larga da xenu.net, sito web creato quell'anno in Norvegia da Andreas Heldal-Lund, un ingegnere che stava raccogliendo una grande quantità di informazioni negative su Scientology. «Mi arrabbiai molto», dice Hagglund nel ricordare quell'attacco. «Fino a quel momento non ero interessato. Poi pensai, ma che razza di stronzate arroganti!» Gregg reagì all'intimazione di stare lontano da xenu.net leggendosi il sito da cima a fondo. «Mi resi conto che Scientology era un gruppo di proto-nazisti che voleva controllare il mondo», racconta. «Vite e progetti di vita venivano distrutti. Scientology stava distruggendo molto più di quanto creasse.» Gregg si immerse nel gergo Scientology e cercò di padroneggiarlo. Dopo averlo fatto, e forte dei consigli del figlio su come proteggere il suo computer, si sentì pronto per rituffarsi in ARS. «Arrivò un altro mail bombing, che però fu respinto.» Fu così che Gregg Hagglund, sostenitore delle vite precedenti e avatar di Atlantide, entrò nella guerra Internet con Scientology. Mentre Gregg iniziava a trasformarsi in un critico di Scientology, Scientology stessa stava precipitando in una grave crisi. Il 5 dicembre 1995 una scientologist texana di 36 anni, Lisa McPherson, morì dopo essere stata confinata per 17 giorni nel luogo Scientology più sacro del pianeta, il Fort Harrison Hotel di Clearwater. La notizia della sua morte raggiunse la stampa solo un anno dopo, quando per il movimento cominciò a trasformarsi nel peggior incubo mediatico di sempre. La chiesa fu accusata di due reati penali e la famiglia McPherson iniziò una causa civile. Mentre scoppiava il caso McPherson, davanti al Fort Harrison Hotel cominciarono a tenersi delle manifestazioni. Intanto in Internet Gregg aveva fatto amicizia con un ex scientologist inglese, Roland Rashleigh-Berry, che durante una manifestazione nel suo paese era stato picchiato. Quegli episodi indussero Hagglund a decidere di portare la sua battaglia contro Scientology fuori dallo schermo del computer.
«Volevo manifestare anche io», ricorda, «Ma non da solo. Scrissi su ARS che il tal giorno avrei fatto una manifestazione davanti all'org di Toronto, chi voleva poteva unirsi a me.» Il 10 maggio 1997 Hagglund fece il primo di quelli che sarebbero diventati picchietti mensili che si protrassero per i successivi cinque anni. «Alla fine costituimmo un gruppetto di quattro persone, me compreso, contrastati da una trentina di scientologist.» Dopo le proteste di Anonymous del 2008, oggi di solito gli scientologist spariscono non appena vedono una manifestazione. Ma negli anni '90 erano molto più aggressivi, come si può verificare nei video girati in quegli anni da gente come Mark Bunker. A Toronto, racconta Gregg, gli scientologist li affrontavano e alcuni cercarono di convincere la polizia ad arrestarli. «Era un periodo in cui Scientology reagiva a muso duro», commenta Ron Sharp, che aveva saputo dei picchetti di Hagglund su ARS e si era unito subito. «Era come un teatro di strada. Camminavamo su e giù con dei cartelli, distribuivamo volantini. Al che loro cominciavano a distribuire altro materiale, fogli con le nostre fotografie che dicevano "queste persone non sono ciò che sembrano". Ci accusavano di scattare foto ai loro figli e di postarle in Internet. Ma i bambini comparivano nelle foto perché erano loro stessi a usarli per promuovere Scientology ai loro event », aggiunge Sharp. (Gregg dice che il sito web con quelle foto di bambini non durò a lungo, lo eliminò nel 1998 perché non riusciva a mantenerlo). Gli scientologist non furono i soli a notare quei picchetti. Hagglund racconta che anche i negozianti locali cominciarono a interessarsi e, dopo la terza manifestazione, un parrucchiere lo invitò a una riunione di commercianti per presentare se stesso e il suo Temple of At'L'An. Gregg sapeva che Al Buttnor, il portavoce locale di Scientology, partecipava regolarmente a quegli incontri e che sarebbe stato sorpreso nel vederlo invitato. Decise quindi di giocarsela al meglio. «Mi presentai con il colletto ecclesiastico. Buttnor restò a bocca aperta. Alla riunione si ammazzarono di risate», commenta nel ricordare quanto gli altri commercianti si divertirono. «Dopo la riunione Buttnor mi seguì fuori dicendo che voleva parlarmi. Per sicurezza mi fermai all'angolo della strada sotto un lampione. Mi chiese che cosa accidenti pensavo di fare.» Hagglund recitò la sua parte fino in fondo e gli disse che avrebbe affittato un negozio vuoto per distribuire letteratura su Scientology. «E avremo degli e-meter per dimostrare alla gente come funzionano realmente», ricorda ridendo. «Ovviamente non era vero niente, ma lo spaventai molto. "Non può farlo!! E' fanatismo religioso!" mi disse. E io "ma voi non siete una religione, non avete l'esenzione fiscale."» In Canada, a differenza degli Stati Uniti, Scientology non ne gode. «In Canada per potervi dire una religione dovete avere l'esenzione fiscale, gli dissi. E Buttnor mi rispose "l'avremo, abbiamo già fatto richiesta".» «Boom!», esclama Gregg. «Appena arrivato a casa feci delle ricerche. Grazie a mio padre sapevo come funzionano le cose a Ottawa.» Suo padre aveva lavorato molti anni nel servizio civile, e lo stesso aveva fatto Gregg. Perciò aveva familiarità di come funziona il governo della capitale. Sapeva che non avrebbero potuto dirgli se Scientology avesse fatto richiesta di esenzione fiscale, o se la richiesta fosse al vaglio. Ma adesso che Buttnor gli aveva ventilato quell'evenienza, Hagglund aveva la possibilità di fare qualcosa. Chiese su ARS come raccogliere le informazioni su Scientology che gli servivano e fu indirizzato al Professor Stephen Kent della University of Alberta, uno dei maggiori studiosi dell'argomento e in possesso della più grande raccolta di documenti al mondo. Kent a sua volta lo indirizzò a Nan McLean, che alla fine degli anni '60 aveva frequentato per qualche anno l'org di Toronto e poi era diventata una delle più famose critiche dell'organizzazione. «Lei mi mise in contatto con una rete di persone di tutto il mondo che iniziarono a spedirmi documenti. Voglio dire, erano gli originali!», prosegue Hagglund. «Fu un periodo molto emozionante.» Consigliato dal padre, Gregg cominciò a stilare un rapporto completo sul perché la richiesta di Scientology dovesse essere rifiutata. Quando lo stampò per presentarlo all'ufficio competente, i documenti riempirono tre raccoglitori. Da quando Al Buttnor gli aveva dato quell'informazione erano passati quattro mesi. Non solo Gregg presentò quel rapporto, ma gli chiesero di illustrarlo personalmente e rimase molto sorpreso nel vedere che una trentina di persone dell'Ufficio delle Entrate era arrivata per ascoltarlo. Hagglund usò i documenti interni di Scientology per mostrare che si trattava di un'impresa commerciale, non di una religione. Ci racconta che quando presentò l'organigramma in cui si diceva che lo scopo di un'org è produrre dei clienti soddisfatti, il pubblico si mostrò particolarmente interessato. «In quelle carte non c'era nulla di religioso.» La richiesta di Scientology di esenzione fiscale non fu mai approvata. E alcune fonti del governo gli dissero che il motivo principale era stato il suo rapporto. Cosa più importante, Scientology si era convinta della stessa cosa. Hagglund aveva fatto il salto di qualità e non era più soltanto una voce critica di ARS, stava diventando un vero problema per Scientology Canada.
Peter Ramsay era così brillante e talentuoso da saltare due anni di scuola pubblica; suonava la chitarra classica e il piano. Per i suoi fratelli minori Ian e Rob, era così bravo da voler essere come lui. Peter era nato il 19 giugno 1949 all'ospedale di Sarnia, città nello stato dell'Ontario sulla sponda meridionale del Lago Huron. Ian era nato nel 1952, Rob nel 1956. Il padre lavorava per l'azienda elettrica Ontario Hydro e quando la famiglia si trasferì a Toronto, la madre cominciò a lavorare come infermiera. Peter diventò bravissimo alla chitarra e a 19 anni entrò in un gruppo di musicisti che suonavano con Peter Shields, i Simon Caine. John Savage, il batterista, frequentava Scientology e vi portò anche Peter. Tramontato il sogno musicale, Peter iniziò a lavorare nel campo edilee il suo coinvolgimento in Scientology crebbe. «Peter aveva dei problemi di ansia. Scientology sembrò aiutarlo», racconta Rob Ramsay. Nonostante lui all'epoca fosse molto giovane, appena 15 anni, nel 1971 Peter insistette per fargli fare dei corsi. Lo incoraggiò addirittura a entrare nello staff dell'org di Toronto. «Portai a casa un modulo che mio padre doveva firmare, ma lui si rifiutò. Avemmo una grossa discussione, ma col senno di poi mi risparmiò molti dispiaceri», dice Rob ridendo. La sua esperienza Scientology finì lì (poi cominciò una lunga carriera alla CBC Radio). L'interesse di Peter invece si fece più profondo. In Scientology conobbe anche Suzanne Fortin, i due si sposarono ed ebbero un figlio. A fine anni '70 Peter riuscì a stuzzicare l'interesse del fratello Ian, che spese 1500 dollari per tre "intensivi" (12 ore e mezza l'uno) di auditing, la consulenza Scientology. Pagò altri 100 anticipati per un corso introduttivo che intendeva fare in seguito, l'Hubbard Qualified Scientologist. Terminato l'auditing, Ian decise che era stata una perdita di tempo e di averne avuto abbastanza di Scientology. Ma la chiesa si era già fatta la fama di tormentare la gente affinché facesse altri corsi, e Ian cominciò a ricevere una lunga serie di lettere e di fastidiose telefonate. Veramente stanco, pensò che se avesse chiesto un rimborso la chiesa lo avrebbe dichiarato "soppressivo" e lasciato in pace. Così fece: prima con una lettera alla chiesa, poi rivolgendosi al giudice di pace. Aspetta un attimo, abbiamo detto a Ian. Hai davvero fatto causa alla Chiesa di Scientology? Agli occhi di Scientology non c'è cosa peggiore e le ripercussioni per Peter devono essere state tremende. «Peter era visibilmente e verbalmente arrabbiato con me», ci ha risposto. «Se avessi continuato il procedimento, anche lui sarebbe stato "dichiarato".» In tribunale Ian non si limitò a chiedere la restituzione dei suoi soldi, ma domandò che la chiesa gli fornisse una lettera in cui diceva che Peter non sarebbe stato punito per ciò che lui aveva fatto. E si vide approvare entrambe le richieste. «Fu una cosa abbastanza semplice, alla chiesa fu ordinato di pagare», ricorda. Il giudice scrisse l'accordo che la chiesa non avrebbe infastidito Peter (e alcuni altri), ed entrambe le parti lo controfirmarono. «Mi sentivo esultante», prosegue Ian. «Non solo ero riuscito a troncare i rapporti con la chiesa - non mi avrebbero più telefonato, scritto, bussato alla porta - ma ero riuscito a ottenere un accordo per proteggere Peter e altri amici.» Ma le cose non andarono così. Come Ian scoprì in seguito, Peter fu punito e con tutta probabilità lo fu per anni a venire. «Quest'idea che avessi fatto causa alla chiesa lo terrorizzava», ci racconta. «Mi fece sapere che non ero più suo fratello.» Intanto sia Ian, sia Rob cominciarono a capire che Peter era non solo sempre più dedicato a Scientology, ma che quasi subito aveva cominciato a offrirsi volontario per le sue operazioni più sgradevoli. Ian ci racconta che si era reso conto che Peter stava facendo il volontario per il tristemente noto Guardian's Office di Scientology, l'unità di spionaggio che negli anni '70, seguendo le linee guida di L. Ron Hubbard nella tristemente nota "Operazione Biancaneve", aveva infiltrato e rubato documenti in uffici governativi statunitensi, canadesi e di altri paesi. (Il Guardia's Office fu sciolto nel 1981 dopo le irruzioni del 1977 del FBI nelle strutture ecclesiastiche di Washington DC e Los Angeles. Undici suoi alti dirigenti furono condannati al carcere. Nei documenti di Peter Ramsay non abbiamo trovato prove del suo coinvolgimento nell'Operazione Biancaneve o che avesse lavorato per il GO, come Ian aveva sostenuto. Quei documenti sono pieni di riferimenti al lavoro che svolse per l'Ufficio degli Affari Speciali/OSA, il successore del GO).
Rob ricorda che suo fratello era diventato una specie di tutore dell'ordine dell'organizzazione. «Ciò che rammento è che qualcuno aveva lasciato in silenzio la chiesa di Toronto e aveva cominciato a frequentare la freezone», dice riferendosi a persone che praticano i procedimenti di Scientology fuori della chiesa ufficiale. «Peter si conquistò la fiducia di questa persona, si fece rivelare che cosa faceva e poi riferì tutto alla chiesa, chiamandolo squirrel. L'amico di Peter, quello che lo aveva portato in Scientology, rimase sconcertato.» «Mio fratello non era una persona vendicativa o spregevole, faceva solo rispettare le direttive della chiesa», aggiunge Ian. «Secondo me Peter aveva bisogno di Scientology per gestire le sue ansie e tutti i problemi che aveva. Nella sua testa, chi criticava Scientology stava in realtà cercando di portargliela via, ecco perché andava all'attacco», ricorda Rob. «Siamo una famiglia molto unita e prima di entrare in Scientology Peter era un tipo molto a posto», aggiunge Ian. «Era molto generoso, sempre pronto ad aiutare. Ma certamente cambiò.» Tra i documenti di Peter Ramsay c'è un diploma di "Clear", un importante obiettivo intermedio del progresso sul "Ponte della Libertà Totale", la serie di corsi e assistenze sempre più costose di Scientology. C'è anche un documento che certifica che nel 1991 Ramsay fu sottoposto a un "consiglio di investigazione" per determinare se fosse "inidoneo a ricevere addestramento o procedimenti". Come tanti altri devoti di Scientology, anche Peter aveva scoperto che il suo stesso progresso sul "Ponte" era minacciato da qualche presunta mancanza. Gli scientologist in quella posizione, quelli che vengono assegnati a una "condizione" inferiore, devono lavorare per rientrare nelle grazie dell'organizzazione. Lo si può fare in molti modi. Per alcuni significa fare volontariato per una particolare divisione di Scientology. Nel caso di Peter, negli anni '90 significò fare il volontario per l'Ufficio degli Affari Speciali (OSA). Nel 1992 OSA gli conferì un encomio speciale per il suo lavoro per la divisione di intelligence della chiesa. Peter Ramsay, parrocchiano di Toronto, riceve un alto encomio per il lavoro svolto nell'ultimo anno per l'Ufficio degli Affari Speciali. Per questo viene premiato con un corso Hubbard Key to Life. In base all'HCOPL "Staff Member Reports", la sua cartella di etica viene ripulita senza commenti. Questo encomio è stato approvato dal CO OSA Canada e dal CO All Clear Canada.Il documento non spiega che cosa Ramsay avesse fatto per OSA. Ma ce n'è un altro del 1996, quattro anni dopo, che allude alla sua collaborazione per un importante progetto propagandistico dell'anno precedente. Nel 1995 Scientology Canada aveva tutte le ragioni di essere molto preoccupata per la sua immagine. Nel 1983, dodici anni prima, l'org di Toronto aveva subito la più grossa irruzione di polizia della storia del paese. Sei anni dopo le irruzioni statunitensi del "Programma Biancaneve", le autorità canadesi mossero a Scientology Canada accuse simili - cioè che a fine anni '70 degli operativi della chiesa avevano infiltrato e si erano introdotti in agenzie del governo e della polizia per sottrarre e distruggere documenti ufficiali. Un anno dopo era arrivato il rinvio a giudizio e, nel 1992, il processo aveva visto condannati la chiesa e uno dei suoi funzionari. Scientology - nel senso dell'organizzazione in quanto tale - era stata ritenuta colpevole di un reato penale. Ora, nel 1995, stava per cominciare il processo di appello e Scientology voleva influenzarlo. Secondo l'encomio di OSA, Ramsay aveva condotto delle ricerche per un opuscolo intitolato "Complotto rivelato", distribuito assieme alla rivista Scientology Freedom. In quell'opuscolo si forniva la versione della chiesa sui procedimenti penali Biancaneve: la chiesa era stata vittimizzata da una banda di funzionari faziosi in combutta con degli ex membri. Sebbene Ramsay fosse stato encomiato, l'opuscolo di Freedom non sortì molti effetti. Nel 1997 l'Alta Corte confermò sia le condanne penali, sia una condanna civile per aver diffamato il Pubblico Ministero Casey Hill, che incassò dalla chiesa un risarcimento di 4 milioni di dollari. «Ogni aspetto di questo caso rivela il rancore molto reale e persistente di Scientology», sentenziò il Tribunale nel confermare le sentenze. Fu una dichiarazione molto pesante, arrivata dalla più alta Corte del paese. Ma Scientology non molla mai. Vuole sempre pareggiare i conti. Così Ramsay lasciò perdere la propaganda e per l'Ufficio degli Affari Speciali assunse un altro ruolo: era il momento di sottoporre a "Fair Game" un certo Gregg Hagglund. L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, proclamò la sua "Legge del Fair Game" (bersaglio libero) nel 1965, mentre scriveva delle direttive su come distruggere i gruppi scissionisti che lo facevano infuriare. Un decennio prima era stato chiaro sul fatto che Scientology non è una organizzazione "porgi l'altra guancia". Nel 1955, infatti, incoraggiò i suoi discepoli a usare il contenzioso legale per attaccare chi considerava nemico: «Lo scopo di una causa è molestare e scoraggiare, piuttosto che vincere. La legge può essere usata facilmente per molestare e abbastanza molestia su chi è semplicemente sul lato più debole, ben sapendo che non è autorizzato, sarà generalmente sufficiente a provocare il suo decesso professionale. Se possibile, naturalmente, rovinatelo del tutto.» Quattro anni dopo scrisse: «La gente attacca Scientology. Non lo dimentico mai e pareggio sempre il conto.» All'inizio Hubbard spiegò che per "Bersaglio Libero" intendeva chi era stato espulso dal gruppo e perciò non poteva più aspettarsi la sua protezione. Poi, nel 1967, diede la sua definizione più famigerata di ciò che significava davvero quella direttiva. Scrisse infatti che i nemici di Scientology potevano essere «privati della proprietà o danneggiati con ogni possibile mezzo da qualunque scientologist senza che quello scientologist venga disciplinato. Possono essere imbrogliati, querelati, gli si può mentire, possono essere distrutti.» Scientology nega di fare ricorso al "Bersaglio libero" al giorno d'oggi. Dice che Hubbard cancellò la direttiva del "Fair Game" nel 1968. Ma gli osservatori più acuti hanno notato che nel suo ordine del 1968, Hubbard in realtà diceva «La pratica di dichiarare qualcuno BERSAGLIO LIBERO cesserà. BERSAGLIO LIBERO non può apparire in nessun Ordine di Etica. Provoca cattiva pubblicità. Il che non cancella nessuna direttiva sul trattamento o il maneggiamento delle SP.» [Persone Soppressive - NdT] In altre parole, la direttiva di rovinare completamente gli "SP" e distruggere la gente continuava, ma senza usare le parole "Bersaglio Libero". Gli scientologist stessi ignorano questa regola, infatti usano le parole "Fair Game" con la stessa naturalezza con cui usano "disconnessione" o "frantumare la soppressione", o qualche altra gergalità che descriva le rigorose idee di Scientology sulla disciplina e il controllo. E la minaccia di tale trattamento è molto reale. Chi ancora frequenta la chiesa ci ha detto, per esempio, di temere di rendere pubblico il suo allontanamento per paura di essere sottoposto a una campagna di "Fair Game". Nel 1997, quando iniziò i suoi picchetti e poi presentò il dossier di opposizione alla concessione di esenzione fiscale a Scientology, Gregg Hagglund cominciò a ricevere minacce di morte online e riuscì a risalire agli indirizzi IP da cui partivano, tutti controllati da OSA. «Informai la polizia, che mi autorizzò a comprare un giubbotto di Kevlar e si raccomandò che lo indossassi ogni volta che uscivo, soprattutto alle manifestazioni», ci dice. Rob Ramsay ci racconta che nel 1997 suo fratello Peter aveva già divorziato e, dopo la morte del padre, era tornato a vivere con la madre. Nel 1975 Peter e il suo amico Dave Stroke avevano usato la loro esperienza di appaltatori edili per aprire la loro azienda di tetti e coperture. La Avenue Road Roofing ebbe parecchio successo e, ci racconta il fratello Ian, incassava milioni di dollari l'anno. Ma nel 1997 Peter uscì dalla società. A quel punto aveva un sacco di tempo da dedicare al suo nuovo progetto: seguire Gregg Hagglund e prendere meticolosi appunti, che sono stati trovati tra i suoi documenti.
Il 26 luglio 1997 Ramsay presentò ai suoi referenti OSA un rapporto in cui riferiva la sua sorveglianza personale alla casa di Hagglund. «In questo periodo sono andato in macchina davanti alla casa in tre occasioni diverse - una volta per identificarla, una volta per segnare i numeri di targa e un'altra per fotografare la casa e gli automezzi», scrisse. Ramsay descriveva il vicinato e valutava quanta sorveglianza potesse servire. Annotava la mancanza di telecamere e descriveva ogni automobile. Ramsay fece poi una ricerca dettagliata sui vecchi elenchi del telefono, risalì fino al 1971 per vedere quanti Hagglund erano elencati e chi aveva vissuto ai vecchi indirizzi. Trovò informazioni sulle patenti di guida di Gregg, Jennifer e di loro figlio Christopher. Entrò anche in possesso dei dati del mutuo sulla casa e dei documenti di proprietà delle macchine. Come ci mostra un altro documento, circa in quel periodo Ramsay cominciò a tenere controllato anche ogni post di Hagglund su ARS e a prendere appunti sulle affermazioni che secondo lui erano minacciose verso la chiesa (alla fine Ramsay diventò una presenza familiare sul gruppo di discussione, e si riferiva scherzosamente a se stesso come a "Clamsay"). In entrambi i casi i rapporti suonano pomposi - Ramsay sta chiaramente lavorando con diligenza alla ricerca di qualcosa che la chiesa possa usare contro un uomo che stava rapidamente diventando il suo maggior problema in Canada. Ma Ramsay è solo un dilettante. A un certo punto, per esempio, si scusa di non riuscire a fare un controllo del credito degli Hagglund. Lui non è un investigatore privato. Tutto cambiò il 26 maggio 1998, data in cui Gregg Hagglund gli venne servito su un piatto d'argento. Suo figlio Christopher era stato accusato di un reato grave. «Con altri ragazzi, anche Christopher era stato reclutato per vendere erba nella sua scuola superiore. Voleva fare abbastanza soldi per prodursela da solo - stava molto meglio con la marijuana che con i farmaci che prendeva per l'ADD», ci spiega Gregg. Poi fu pestato a sangue per rubargli la roba e dovette essere ricoverato. Raccontò tutto a suo padre e anche alla polizia. «I poliziotti furono molto insensibili», ricorda. Quando gli chiesero di perquisire casa sua, Gregg acconsentì. «Non trovarono niente. Pensavamo fosse finita lì.» Al contrario, la polizia arrestò parecchi studenti e siccome Christopher era l'unico maggiorenne, il suo fu l'unico nome citato nei rapporti. Il figlio di Gregg Hagglund era stato imputato e il suo nome reso pubblico. E Peter Ramsay colse l'occasione al volo. Nei mesi successivi all'arresto di Christopher, Peter Ramsay completò altri due rapporti di sorveglianza sugli Hagglund. In settembre fece una ricerca approfondita sui giornali trovando naturalmente articoli sull'arresto, ma anche vecchia roba sulla replica che Gregg aveva fatto della Starship Enterprise quando ancora lavorava da Mr. Gameways' Ark. Scoprì che Gregg e Jennifer avevano fatto delle recite o altre forme di teatro, e nel suo rapporto si chiese se potesse essere una «possibile linea di investigazione.» Trovò anche articoli su Melvin, il padre di Gregg, sul suo coinvolgimento nel governo e articoli minori su diverse altre persone che Ramsay sospettava potessero essere collegate a Gregg o a Jennifer. In ottobre scrisse un rapporto dettagliato sugli interessi imprenditoriali di Hagglund tra cui il Temple At'L'An e i suoi gruppi affiliati, oltre a un gruppo teatrale che aveva messo in scena uno spettacolo. Dopo aver elencato le tre aziende create per il suo tempio, Ramsay annotò: «Tutte e tre le aziende sono "punti deboli". Ritengo che gli Hagglund non siano sufficientemente protette contro cause intentate a queste tre aziende, e tutti i beni non messi al riparo dai creditori potrebbero essere sequestrati. Un buon avvocato o commercialista lo sa di sicuro .» Due giorni dopo, il 23 ottobre 1998, Ramsay inviò una lettera a Bob Lush, il Pubblico Ministero che aveva in carico il caso di Christopher. Voleva fargli sapere di avere informazioni su Gregg Hagglund il quale, nei suoi post Internet, si definiva un pagano. Non so nulla della religione chiamata paganesimo perciò ho acquistato alcuni libri di base sull'argomento. Sono restato sorpreso nello scoprire che il paganesimo è alleato strettamente alla stregoneria e allo sciamanesimo. Il Gage Canadian Dictionary definisce la "stregoneria" come "la pratica e il culto delle streghe; il potere o l'arte di evocare forze o spiriti sovrannaturali per controllare o modificare il corso naturale degli eventi, in particolare per lavorare con il male". Lo "sciamanesimo" viene definito come "una religiose delle popolazioni Uralo-Altaiche dell'Asia settentrionale e dell'Europa, caratterizzata dalla credenza in spiriti, demoni e dei che possono essere influenzati solo dagli sciamani [o sacerdoti, o uomini di medicina].«Il giorno dopo il Pubblico Ministero faxò quella lettera al mio avvocato», ci dice Hagglund, che rimase senza parole nello scoprire che Ramsay cercava di intromettersi nel caso del figlio suggerendo che fosse un padre pericoloso. Telefonò a Ramsay minacciandolo di mettere la lettera in Internet, ma Peter riagganciò. Ramsay gli scrisse sfidandolo a postarla in Rete e informandolo che l'allusione che Hagglund aveva fatto ad azioni legali erano minacce a vuoto. Mr. Hagglund,Lush definì irrilevante la lettera e la ignorò. Ignorò anche il caso di Christopher. Dopo 20 convocazioni in tribunale, un nuovo giudice restò sorpreso nel sentir elencare all'avvocato di Hagglund tutti i ritardi e i rinvii. Disse che erano troppi e che era pronto ad archiviare il caso. A quel punto intervenne Hagglund dicendo che non gli andava bene che il figlio la passasse liscia, così Christopher fu condannato a parecchie centinaia di ore di servizio per la comunità. Lo mandarono a fare coccarde per il MADD, che poi distribuiva alle riunioni. «Andò benissimo. Finì lì e questo è quanto», spiega Gregg. Intanto Scientology spingeva il suo programma contro Hagglund. In febbraio 1999 il Globe and Mail riferì che Al Buttnor, portavoce dell'org di Toronto, e una funzionaria di Ottawa di nome Cathie Mann avevano fatto una visita a sorpresa ai genitori di Gregg. Timothy Appleby del Globe and Mail scrisse: Wilma Hagglund, che ha superato gli 80 anni, non li ha lasciati entrare. Ma conosceva la reputazione di Scientology e l'incontro l'ha innervosita.Dopo questo articolo alcuni scientologist restarono senza parole e contattarono Gregg in segreto. Lui se li fece amici. La Mann andò a trovare anche Rod, il fratello di Gregg. E Peter Ramsay gli mandò una lettera. I genitori di Gregg restarono molto turbati dalla visita degli scientologist, che avevano anche cominciato a fare picchetti davanti alla casa del figlio e di Jennifer. Quando Gregg faceva le sue manifestazioni mensili all'org di Toronto, Scientology mandava un gruppo di donne a issare cartelli davanti a casa sua. «Cercavano di mettermi in cattiva luce con i vicini», ci spiega. «Tipo che ero un "vicino da cui stare alla larga".» Hagglund ci racconta che mise un cartello sul suo garage: «Scientology sta facendo picchetti davanti casa mia perché io picchetto la loro sede» - e i vicini lo aiutarono a montarlo. Le proteste davanti casa sua sortirono pochi effetti ma, con sua grande sorpresa, la lettera di Ramsay a suo fratello Rod sembrò colpire in modo più duraturo. «Poco dopo averla ricevuta, Rod bloccò le mie telefonate, e lo stesso fece mia sorella.» Da allora li ha visti di rado.
Sempre in quell'anno, Ramsay se la prese anche con due dei compagni di manifestazione di Hagglund sperando di metterli nei guai con i loro datori di lavoro. Scrisse una lettera alla Janna Systems dove lavorava Ron Sharp, se la prese a lungo con Hagglund e poi accusò Sharp di scrivere cose offensive contro Scientology su ARS con il suo account aziendale. Li informò che stata progettando di fare un picchetto davanti alla Janna. Secondo Sharp, la lettera era in pieno stile Ramsay: esagerazioni per creare un effetto e, comunque fosse, Sharp aveva già dato le dimissioni per un altro posto di lavoro. Perciò non ebbe guai. Intanto OSA voleva su Hagglund una sorveglianza migliore di quella che Ramsay potesse offrire. In ottobre 1999 Gwen Jones dell'org di Toronto pagò 742,28 dollari alla Corpa Group, una ditta di investigazioni private. Copia del rapporto è stata rinvenuta tra i documenti di Ramsay (Gwen è la sorella di Phil Jones, diventato poi famosi per i suoi cartelloni anti-Scientology. Fu Gwen a informare la chiesa che Phil e Willie Jones stavano pensando di lasciare Scientology, il che li fece dichiarare "soppressivi" e disconnettere dai loro figli. Gwen Jones è ancora in Scientology.) La Corpa Group scoprì quanto gli Hagglund avevano pagato la casa di Oakville, gli estratti conto delle loro carte di credito, le pendenze e i precedenti penali dei due coniugi (inesistenti) e i nomi delle aziende che Gregg aveva aperto per il Temple of At'L'An. Alla fine del rapporto, che non aveva scoperto nulla perché gli Hagglund non avevano né problemi con la giustizia, né debiti insoluti, gli investigatori fornivano una conclusione eloquente: «Pare che le ricerche non abbiano fornito elementi per screditare il soggetto.» Nel passato di Gregg Hagglund c'era veramente poco che la chiesa potesse sfruttare. Quasi subito, però, Peter Ramsay trovò un modo creativo per danneggiarlo. Il giorno di San Valentino del 2000 Ramsay inviò a Gregg una lunga lettera su una carta intestata che sicuramente lo sorprese: l'intestazione diceva Temple of At'L'An: Integrità, Onestà, Compassione e Carità e citava Peter B. Ramsay come suo presidente. «Dalla mia carta intestata potete subito vedere che ho acquisito una base aziendale da cui condurre nel prossimo anno i miei programmi di educazione pubblica sui gruppi di odio e i loro membri», scriveva Ramsay.
Il "Temple of At'L'An Inc." è stato creato il 24 gennaio di quest'anno in modo del tutto legale. Il suo numero della Camera di Commercio dell'Ontario è 1398098. Sono l'unico direttore della compagnia e, non senza orgoglio, ne sono anche il presidente.Ramsay affermava di aver fatto suo il nome dell'azienda di Hagglund, e che avrebbe usato il suo "Temple of At'L'An" per aumentare la consapevolezza contro i fanatici religiosi come Gregg Hagglund. Continuava per altre 10 pagine di litania sulle trasgressioni di cui riteneva Hagglund colpevole. «Da un'analisi delle fotografie che le sono state fatte negli ultimi tre anni, non mi pare che lei goda di buona salute», scriveva Ramsay. «Ci si può solo chiedere a che livello è il suo stato mentale.» Temo che se persisterà nelle sue attività cariche di odio la sua vita potrà solo peggiorare, e dovrà ringraziare unicamente se stesso. Gli eventi dell'ultimo anno dovrebbero esserne sufficiente dimostrazione. Laddove ha cercato di distruggere la nostra famiglia, è stata invece la sua ad andare in pezzi. Laddove ha cercato di degradare i nostri figli, è stato suo figlio a essere degradato. Laddove ha cercato di porsi come figura che incute timore, è lei ad essere spaventato... è venuto il momento di guardarsi seriamente allo specchio.Secondo Hagglund, Ramsay desiderava distruggergli la vita al punto che fece un passo falso. «Avevamo già registrato il tempio e il suo marchio commerciale», perciò Gregg giunse alla conclusione che l'altro stesse semplicemente cercando di provocarlo per farsi querelare. «Volevano che li trascinassi in tribunale e sprecassi risorse, ma i marchi di impresa sono federali. Il mio avvocato scrisse una lettera e... se ne occupassero i federali.» Gregg rispose a Ramsay dicendogli che non poteva usare il nome del tempio. «La volta successiva in cui lo usò, il mio avvocato mandò la lettera direttamente a Scientology con la prova che Ramsay stava agendo per loro conto. Minacciammo di querelare la chiesa», ci spiega. «In un tribunale federale non avrebbero avuto alcuna possibilità. Scientology avrebbe ricevuto una ingiunzione e la stampa ne avrebbe parlato. Non ho più ricevuto notizie da quel deficiente.»
L'anno 2000 continuò a scorrere e Peter Ramsay trovò un altro modo per "avere un effetto" su Hagglund, come dicono gli scientologist. Quella primavera Gregg aveva trovato Ramsay già due volte ad aspettarlo nei parcheggi dove avrebbe preparato i suoi picchetti. La prima volta chiamò la polizia, che diffidò l'altro. La seconda volta riuscì a seminarlo prima di essere visto. Il pomeriggio del 28 aprile, un venerdì, Hagglund vide che Ramsay lo stava aspettando vicino a una caffetteria dove avrebbe dovuto incontrare alcuni amici prima di andare in una libreria dove John Travolta doveva firmare autografi per promuovere il suo film Battaglia per la Terra. Quella volta Ramsay affrontò Hagglund direttamente e gli disse: «Ti starò alle costole per tutto il giorno», etichettandolo ripetutamente "molestatore di bambini". Quando Gregg cercò di evitarlo, Ramsay lo bloccò e gli si parò davanti. Gregg denunciò il fatto alla polizia informandoli che Ramsay gli aveva dato un pugno nello stomaco e infilato un dito in bocca. Ramsay scappò prima dell'arrivo degli agenti. Gregg ci dice di avere molto apprezzato il modo in cui la polizia gestì la situazione: «Ci accompagnarono alla libreria dov'era Travolta, tolsero i nostri cartelli dal baule della macchina e ce li consegnarono», racconta ridendo. Quello stesso mese Melvin, il padre di Gregg, morì. Al funerale Gregg cercò di parlare con suo fratello, che però lo schivò. Sopraffatto dalla morte del padre e dalla campagna di molestie che stava vivendo da tre anni, Gregg sentì salirgli la pressione e fece una scenata. In seguito pensò che gli operativi di Scientology che sapeva essere presenti avevano sicuramente festeggiato. Subito dopo il funerale Jennifer Hagglund ricevette una telefonata da una donna che affermava di essere una collega del suo distretto scolastico. La donna sapeva che, dopo l'intervento al cervello subito nel 1993, a Jennifer era stato prescritto il Prozac. Lei disse alla donna che lo usava per gestire la rabbia. Al successivo picchetto davanti all'org di Toronto, Gregg sentì degli scientologist parlare del fatto che sua moglie prendeva il Prozac per gestire i suoi problemi di rabbia. Una settimana dopo quel picchetto, la scuola e il distretto scolastico di Jennifer cominciarono a ricevere lettere di sei persone diverse. Le missive contenevano dettagli personali su Jennifer e mettevano in dubbio le sue competenze professionali. Jennifer spiegò chi c'era dietro quella campagna e i legali del distretto risposero ai sei autori. «Non siamo a conoscenza e non possiamo fare commenti sulle accuse da lei sollevate», scrissero. Poi passarono all'offensiva: Riassumendo, la nostra indagine non ha trovato nulla a sostegno delle serie accuse che lei ha mosso. Non esiste assolutamente alcuna prova di negligenza professionale, incapacità o incompetenza da parte della Sig.ra Hagglund... Le sue accuse e insinuazioni in merito alla Sig.ra Hagglund costituiscono probabilmente una forma di diffamazione... La diffidiamo formalmente a cessare e desistere immediatamente dal fare o diffondere, in ogni modo possibile, commenti, affermazioni o altre informazioni sul personale del Consiglio, tra cui la Sig.ra Hagglund.Poi Peter Ramsay contattò il distretto. Telefonò al preside della scuola di Jennifer dicendosi arrabbiato per le diffide dei legali del distretto scolastico. Ramsay lo definì fanatismo religioso e minacciò di manifestare davanti alla scuola. A quel punto i legali del distretto organizzarono un incontro con Janet Leveau, la Presidente dell'org di Toronto, per informarla che in base alle leggi del Canada, l'aggressione emotiva alla Sig.ra Jennifer Hagglund costituiva reato penale. Con le buffonate di Peter Ramsay Scientology stava rischiando un altro procedimento legale, e la stampa sarebbe intervenuta. Ramsay fece un passo indietro. «Pensavano che avendo in mano le informazioni mediche di Jennifer, lei sarebbe crollata per lo stress. Certo, ne fu turbata ma di sicuro non crollò», ci dice Hagglund. L'aggressione a Jennifer e al suo lavoro fu l'ultima importante offensiva di Ramsay e dell'org di Toronto. Con i legali distrettuali dalla parte degli Hagglund e i procedimenti giudiziari promessi se Ramsay avesse continuato le sue pagliacciate, la chiesa depose le armi. Nel giro di breve, anche l'uomo rinfoderò la spada.
Verso il 2002, raccontano Gregg Hagglund e Ron Sharp, le manifestazioni mensili cominciarono a essere controproducenti. «L'org di Toronto era così moribonda che avevamo l'impressione che non servissero a niente, salvo dar calci a una balena morta.» Intanto Gregg aveva saputo da una delle sue fonti interne dell'org che i picchetti stavano ottenendo l'effetto contrario. «Infatti stavano cercando di convincere le persone a tornare in org per difenderla contro di noi, mi disse la mia fonte», spiega Hagglund. «Ci usavano come mezzo di reclutamento. La mia fonte mi consigliò di smetterla per un po' e vedere quel che succedeva.» Fecero quindi una pausa invernale e la fonte informò Gregg che i numeri dell'org erano crollati di nuovo - quel poco di entusiasmo generato dal contrastare i manifestanti era finito. L'org era di nuovo deserta. Hagglund ne fu contento e cessò definitivamente i suoi picchetti. Gregg ci racconta che, sempre nel 2002, ebbe le sue ultime schermaglie con Peter Ramsay su ARS, poi il silenzio. Hagglund tornò alla sua vita e cominciò a essere sempre meno presente sul gruppo di discussione. Suo figlio Christopher aveva dimenticato la brutta esperienza delle superiori e ora all'università era bravissimo. Alla fine diventò direttore tecnico della shrinkingplanet.com e si trasferì nella Columbia Britannica, dove oggi lavora a una startup che fa esperimenti di intelligenza artificiale. Mentre Hagglund e Sharp diminuivano le loro manifestazioni, in California l'attore Tom Cruise approfondiva il suo coinvolgimento in Scientology. Nel 2004, dopo diversi anni di auditing per farlo rientrare pienamente nel gregge, Cruise era lo scientologist più fanatico del pianeta. In ottobre David Miscavige lo celebrò in Inghilterra e gli conferì una medaglia enorme fatta apposta per lui - la "Medaglia della Libertà al Valore". Per le celebrazioni fu girata anche un'intervista di 9 minuti dove Tom Cruise appariva in una modalità che non sarebbe mai dovuta circolare fuori da Scientology. Quattro anni dopo, nel gennaio 2008, quel video trapelò in Internet e gli avvocati di Scientology, rispolverando la loro strategia degli anni '90, cercarono di farlo rimuovere. Ma questa volta Internet reagì con molto clamore. Anonymous, un informe gruppo Online composto soprattutto di giovani, annunciò che avrebbe fatto guerra a Scientology per i suoi tentativi di far sparire il video di Tom Cruise. Dopo un mese di cyber-lotta, in febbraio Anonymous decise che la protesta doveva continuare nella vita reale di tutte le città del mondo. Circa 200 persone mascherate da Guy Fawkes e avvolte in sciarpe per proteggersi dal freddo si presentarono davanti all'org di Toronto. A guardarle con stupore c'erano anche Gregg Hagglund e Ron Sharp. «Fu uno stupore euforico totale», ricorda Sharp. «La manifestazione più numerosa che eravamo riusciti a organizzare era stata di 18 persone, e fu quando ci vennero a trovare Bob Minton, Stacy Brooks e Jesse Prince. Mi aspettavo che per la protesta di Anonymous arrivassero dalle 20 alle 50 persone, vederne 200 che riempivano pacificamente i marciapiedi intorno all'org fu incredibile. C'arano anche alcuni dei vecchi manifestanti. Nessuno di noi aveva organizzato nulla, ognuno aveva deciso per conto di andare a vedere se succedeva qualcosa e credo che tutti avessimo un "wow" stampato sulla faccia, perché sapevamo che, dopo, Scientology non sarebbe più stata la stessa.» «Cerano tutti questi giovani che si erano resi conto, almeno quel giorno, che Scientology era davvero pericolosa - ma non era un qualcosa di cui avere paura», aggiunge Gregg. Quel giorno fu "molto soddisfatto", e lo possiamo vedere dalla foto che ci ha dato Sharp. Ma Hagglund non era uscito dai suoi anni di battaglie senza cicatrici. Oggi esprime le sue critiche al governo statunitense che, a differenza di quello canadese, si è arreso e nel 1993 ha concesso l'esenzione fiscale a Scientology. E non capisce perché quella decisione non è stata ancora revocata: «Non riesco a capire perché il governo americano non abbia le palle per togliergli l'esenzione fiscale. L'IRS l'ha già fatto con altri, e alla svelta.» Ma la cicatrice più profonda resta quella dell'interferenza di Peter Ramsay, cosa che gli è sempre stato difficile accettare. Negli 11 anni successivi al 2005 Gregg Hagglund ha provato a scrivere e riscrivere una lunga lettera a suo fratello Rod. In parte è stata una forma di terapia per se stesso, ma la tiene anche aggiornata così da convincere suo fratello che quanto Peter Ramsay e altri scientologist gli raccontarono nel 1999 erano bugie. La lettera ha un tono fatalistico, Gregg sembra rassegnato al fatto che non vedrà mai più il fratello adesso che anche la madre è morta e l'eredità sistemata. L'anno scorso, al suo funerale, Gregg portò con sé la lettera con l'intenzione di darla al fratello dopo il servizio funebre. «Poi non gliel'ho data», racconta. Continua a sperare che un giorno riuscirà a ricucire i rapporti con il fratello e la sorella. Ed ecco il destino di Peter Ramsay. Ian Ramsay ci dice che suo fratello aveva talento e intelligenza immensi, ma che abbandonò ripetutamente le sue possibilità di successo con decisioni bizzarre. Per esempio si dimise dall'azienda edile che aveva co-fondato nel 1975, e dove guadagnava 150.000 dollari l'anno. «In seguito, verso il 2005-2006, l'azienda ebbe dei problemi e gli chiesero di tornare», ricorda Ian. «Per un anno Peter lavorò alla ristrutturazione aziendale, lo pagavano oltre 150.000 dollari l'anno, ma poi se ne andò di nuovo. I soldi non gli interessavano.» Fu in quel periodo, a metà anni 2000, che Ian e Rob cominciarono a rendersi conto che Peter stava sviluppando problemi molto seri. Durante una delle rare visite, Peter portò con se alcune foto dei figli di Ian. Le mostrò al fratello e gli disse: «Guarda, riesci a vedere i numeri che hanno nei capelli?» «Fu allora che mi resi conto che c'era qualcosa che non andava», dice Ian. «A un certo punto io e Rob cominciammo a capire che Peter aveva le allucinazioni», e nel tempo le cose peggiorarono. «Quando verso la fine venne a vivere da me, continuava a dirsi convinto che io fossi un informatore della Polizia Reale a Cavallo, indipendentemente da quello che dicevo.» Lavorare come spia di Scientology aggravò il problema, dicono Ian e Rob. «Le sue allucinazioni lo portarono dentro strani meandri. Seguiva le direttive della chiesa e a volte mi sembrava proprio un bullo», racconta Ian. «Era ancora mio fratello e gli volevo ancora bene, e cercai di aiutarlo.» Dopo la morte della madre si spartirono l'eredità e Peter andò a vivere con un vecchio amico di Scientology. «Viveva come un eremita, senza un soldo, poi le allucinazioni peggiorarono di brutto» dice Rob, il quale ha scoperto tra i documenti del fratello una lettera che nel 2007 Peter aveva scritto a L. Ron Hubbard, morto nel 1986. Gentile Signore,Alla fine Peter e il suo vecchio amico e coinquilino cominciarono a litigare per il suo comportamento sempre più bizzarro e Peter fu cacciato di casa. A un certo punto cercò di riprendersi alcune cose sue mentre il coinquilino era fuori, un vicino lo vide intrufolarsi e chiamò la polizia. Rob andò in prigione a prendere il fratello e scoprì che era pieno di lividi e di graffi. «Mi disse che non aveva opposto resistenza, e gli credo», racconta. Fotografò le ferite del fratello per una possibile azione legale. Ma ciò che lasciò Rob veramente scioccato fu una cosa appena scoperta, visto che da anni non incontrava il fratello. Peter era praticamente cieco. Aveva la cataratta in entrambi gli occhi e non si era mai curato. «Se gli scrivevi qualcosa lui se la teneva vicinissima a un solo occhio e la leggeva una lettera alla volta. Ma non ammise mai di avere un problema di vista», dice Ian, e Rob è convinto che in parte sia dipeso dal fatto che riconoscere il problema avrebbe significato negare la forza di Scientology. «Peter pensava che siccome era "Clear", quelle cose non sarebbero dovute succedere. Quindi fingeva di non avere problemi.» Poco dopo il suo arresto, Rob portò Peter da un optometrista. «Restò lì per cinque minuti poi scappò via, con le gocce negli occhi. "Bob, questo è tutto un trucco, andiamo via", mi disse. L'optometrista mi disse che Peter non era riuscito a dirgli quante dita gli stava mostrando a un metro di distanza.» Per un po' Peter andò a vivere con suo fratello, ma alla fine litigarono perché Ian insisteva che si trovasse un lavoro, oppure richiedesse gli assegni sociali. Dopo il litigio, Peter scappò via. Non lo videro per un mese. «Chiedemmo alla polizia di cercarlo, ma quando lo trovarono non vollero dirci dov'era», racconta Ian. «Era andato a vivere in una casa-famiglia di Toronto.» Una sera alla casa-famiglia Peter si svegliò in preda a un accesso di tosse. «Continuò a tossire finché non ebbe un collasso. Si scoprì che aveva un grosso tumore attorno a una arteria cardiaca. Aveva un cancro ai polmoni - era sempre stato un forte fumatore. Stette in ospedale per due settimane, poi lo trasferirono nel reparto cure palliative. Trascorse le sue ultime tre settimane di vita a casa di Ian.»
In base a ciò che Peter disse loro, sia Rob, sia Ian si chiesero se per caso fosse pentito del suo coinvolgimento in Scientology e dello spionaggio che aveva fatto per conto della chiesa. «In un paio di occasioni mi guardò e mi disse "ho davvero rovinato tutto"», racconta Ian. «Cercavo di essere il più neutrale possibile, di non esprimere giudizi. Gli dissi solo Pete, va tutto bene. Tutti noi abbiamo dei rimpianti per ciò che abbiamo fatto. «Desideravo soltanto che stesse bene e che fosse in pace», aggiunge. «Se stesse parlando di Scientology o del fatto che aveva fumato tanto, del cancro ai polmoni... non lo so. Ma continuava a fare riferimento a questo progetto a cui aveva lavorato. "Ho finalmente concluso il mio progetto", mi disse un giorno. "Non vuoi sapere a cosa e a quali conclusioni sono arrivato?" No, gli risposi. Accettò la mia risposta e non cercò di spiegarmi oltre. A oggi non ho idea di che cosa stesse parlando. » Peter morì qualche giorno prima di compiere 64 anni. Rob e Ian raccontano di aver scoperto che quando loro fratello aveva iniziato a frequentare Scientology, era in cura da un terapeuta e assumeva dei blandi sedativi. «Gli fecero smettere tutto. Ed è finito com'è finito, in preda alle allucinazioni e con delle terribili cataratte che lo avevano reso praticamente cieco.» «Sapevano che in Peter c'era qualcosa che non andava, ma lo hanno usato comunque», commenta Ian. Gregg Hagglund ha saputo della morte di Peter da noi. Pensavamo che anche Gregg fosse morto per il modo in cui Mark Plummer, un altro critico veterano di Scientology, si era riferito a lui su Facebook. Ma abbiamo scoperto che Gregg era ancora nel mondo dei vivi e lo abbiamo contattato per raccontargli della collezione dei documenti del fratello di Rob Ramsay. All'epoca pensavo che Peter fosse una nullità malvagia, scocciante e rumorosa», dice Hagglund. «Ora che ho visto i suoi documenti, non credo che fosse cattivo. Cadde nella malvagità perché voleva essere accettato. Non mi piace ciò che Peter ha fatto e non mi piaceva Peter come persona. Ma non penso fosse sgradevole. Dipende da che parte stai.» I nostri ringraziamenti alle famiglie Huggland e Ramsay, e a Ron Sharp, per le foto a corredo di questo articolo -- NdA. |
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