L'ascesa di un seguace di Hubbard verso le alte vette di Scientology.
Traduzione a cura di Martini, ottobre 2008. In passato sono stato un cantastorie ed è ciò che amo fare. Un narratore credo si dica, di solito si faceva attorno al fuoco nel bush o nell'entroterra australiano, è una forma d'arte tramandata da una lunga linea di semianalfabeti. Però non sono molto bravo a scrivere per cui mi scuso in anticipo. Alcuni di voi forse lo hanno già notato nei mesi scorsi, quando cercavo di postare e invece mi impigliavo nella tastiera. Comunque sia ho una storia che merita di essere raccontata. È la storia del mio coinvolgimento nel culto di Scientology e copre un quarto di secolo, periodo in cui ho percorso quasi tutto il Ponte e ho fatto decine di corsi, mi sono addestrato come auditor e anche in compiti amministrativi. Spero di risucire a mostrarvi come mai in questo strano ambiente un uomo possa perdere di vista ciò che per lui è importante, i suoi obiettivi, i suoi valori e le sue passioni, se stesso e il motivo per cui, innanzitutto, era entrato in Scientology. Quasi tutta la mia educazione adulta è avvenuta all'interno della Chiesa di Scientology. Quando siete uno scientologist (del tipo di Tom Cruise) avete in mano tutte le risposte e, se non sapete qualcosa, allora la risposta è a portata di mano, in quanto convenientemente indicizzata in libri e volumi. Potete stare certi che Ron Hubbard ha trovato per voi la soluzione, non è necessario ricercare o evolversi troppo in proprio. E io sapevo che la soluzione di Ron era corretta, lo diceva KSW [1]. Quella direttiva vi dà la realtà del fatto che esiste un solo modo corretto di fare e agire e un'infinità di modi scorretti. Tu puoi e devi fare nel modo giusto, il modo di Ron. Sapevo anche esattamente che cosa dovevo pensare di omosessuali, psichiatri, media, movimenti sindacali, comunisti, altre pratiche, vittime, FBI, squirrel, medici e disertori. Non avevo perciò necessità di impegnare le mie risorse critiche personali. Il mondo e gli ultimi diversi trilioni di anni erano già stati pre-digeriti e impacchettati per la mia facile comprensione. Come ho detto, avevo tutte le risposte. Tutte in bianco e nero... o meglio, rosso e nero [17]. Insomma, credevo di saperle tutte, quelle risposte, ma una volta uscito mi sono chiesto: come ho potuto credere a certe cose? Come ho potuto lasciare che i miei punti di vista fossero soppiantati da quelli di qualcun altro? Come ho potuto ingoiare tante informazioni senza metterle in dubbio? Comincerò dall'inizio, abbiate pazienza. Credo che gli inizi della mia storia spieghino come mai sono atterrato in un culto e perché mi sono aggrappato così a lungo alla chiesa e alla tech, nonostante tutto. Ho avuto un'infanzia difficile, i miei genitori bevevano e si menavano ... Mio padre era italiano, aveva fatto la Seconda Guerra Mondiale al suo paese poi era diventato un marinaio mercantile. Per evitare la miseria del dopoguerra italiano si era imbarcato su una nave per Perth e un avvocato di dubbia pratica aveva sistemato la sua nazionalità. Era molto infelice e lavorava poco, era predisposto a scoppi improvvisi di violenza e ricordo che una sera mio fratello arrivò dalla cucina dicendo: «mamma sta soffocando». Avevo 9 o 10 anni, corremmo di là e trovammo mio padre che stava cercando di rianimarla, lei respirava a fatica, il viso bagnato di lacrime. Babbo ci spiegò che non le avrebbe mai fatto del male e quella frase mi restò impressa, non avevo mai considerato quella possibilità. Perché lo aveva detto? Quella cosa però diventò evento ricorrente nei due anni successivi. Ricordo mio padre seduto in poltrona per giorni interi a bere vino rosso, spesso con me e mio fratello accoccolati ai suoi piedi. In realtà avevo due fratelli, uno di due anni più piccolo che era il suo favorito ma non mi importava, mio padre mi ha sempre trattato bene. Il fratello minore era di tre anni più piccolo di me. Mio padre lo odiava, non gli permetteva di entrare in salotto, non andava bene nulla di quanto facesse, era effeminato e probabilmente sarebbe dovuto nascere femmina e mio padre si vergognava. Ricordo che una volta vomitai per il trattamento che gli riservava, rifiutato, bandito... evidentemente non riuscivo a sopportare quel comportamento. Solo più tardi mio padre divenne violento con mia madre. Così scappammo tutti a casa del nonno che viveva in una fattoria ed era il luogo che più amavo al mondo, una proprietà molto grande, a pascolo, che negli anni successivi sarebbe diventata spesso il mio luogo di salvezza. Durante le vacanze scolastiche andavo saltuariamente a lavorarci e devo dire che quando scappavamo via da mio padre persi anche parecchia scuola. Ci lavorai anche più tardi, quando divenni ingestibile. Lavoravo come "jackeroo", un termine del bush australiano per intendere l'apprendista mandriano. Ci occupavamo di bovini e ovini, soprattutto a cavallo e con i cani; ma estirpavamo anche i cardi selvatici, stanavamo volpi e conigli e mettevamo giù chilometri di recinto. C'erano un paio di mandriani e io li frequentavo spesso. Ricordo che dopo il tè del pomeriggio mi schiantavo sul letto stanchissimo e dolorante, le ossa a pezzi, le mani piene di vesciche rotte che subito si riformavano e facevano un male cane, ma in un certo senso mi sentivo vivo e vitale. Stare là fuori "sulla terra", con i canguri e gli uccelli selvatici, fu il primo amore. Adesso, in un'epoca diversa della mia vita, sono tornato alla terra, ho una casa mia nell'interno. Dopo il divorzio mio padre portò mia madre in tribunale e ottenne il diritto di visita a noi figli ogni due settimane, dopo una battaglia astiosa in cui mia madre dimostrò in modo conclusivo, almeno ai miei occhi, che chiunque fosse affidato alle cure di mio padre correva dei seri pericoli. Così io non ci andavo mentre i miei fratelli sì perché a loro lui mancava terribilmente, mio fratello più piccolo godeva del rinnovato affetto del padre. Una volta tornarono a casa con una scatola da munizioni vuota e dissero a mamma che papà aveva detto che era per lei. Fu circa in quel periodo che chiesi a mia madre se non avesse mai pensato al suicidio quando, durante il periodo del divorzio, le cose si erano messe male. Mi rispose che aveva pensato di prendere noi tre figli e di ucciderci, poi di suicidarsi perché non esisteva al mondo che avrebbe permesso a lui di ottenere la nostra custodia. Sebbene sul momento la cosa non mi avesse impressionato, dopo quel giorno però le cose per me si incupirono e non vidi mai più mai madre sotto la luce di prima... quanto dura doveva essere stata per lei, se quella rappresentava la soluzione? E dopo di allora non mi sono più sentito al sicuro. Avevo 12 anni. Mamma si risposò ma non provai mai affetto per il mio patrigno, cosa per altro reciproca. Fu però una figura incredibilmente stabilizzante per la famiglia e ci trasferimmo tutti sulla costa. Almeno mamma era felice, non litigavano praticamente mai. Un giorno, verso i 14 anni, andai con gli amici al cinema in città, stavo fumando una sigaretta e vidi mio padre per la strada. Nascosi la sigaretta e gli passai accanto, lui disse «ciao!» nel riconoscermi, io mi limitai ad annuire e tirai dritto. La cosa che mancai [2], in quel momento ero troppo preoccupato dalla mia opinione su di lui e dal mio fuori etica [3], fu che dall'abbigliamento e dall'aspetto sciupato era evidente che mio padre era un senzatetto. Quella fu l'ultima volta in cui lo vidi. Da tempo aveva smesso di far visita ai miei fratelli. Un paio di anni dopo un barman di un pub che lui era solito frequentare, all'ora di chiusura lo sbatté fuori in stato di incoscienza dando evidentemente per scontato che fosse ubriaco il che, penso, era evenienza regolare. Il giorno dopo, quando il barman tornò per aprire il locale, mio padre era ancora lì, incosciente. Aveva avuto una emorragia cerebrale, credo a causa di un tumore benigno cresciuto nel corso degli anni e non diagnosticato. Mio padre trascorse l'anno successivo in una struttura protetta. Ironicamente la struttura era a poche miglia di distanza da casa nostra. Dissi a mamma e al mio patrigno che volevo andarlo a trovare ma me lo proibirono, restarono turbati dalla mia richiesta e mi dissero che mio padre era ridotto a un vegetale. In realtà nessuno di noi andò mai a trovarlo e di lì a poco morì. Alle superiori ero un disastro e a 15 anni abbandonai la scuola. Sapevo a malapena leggere. Cominciai a lavorare, navi e carpenteria navale ma non riuscivo ad assimilare abbastanza bene i dati, o quantomeno quel tanto che bastava per superare i corsi professionali. Alla fine, dopo un paio d'anni, smisi anche quello. Cominciai a interessarmi di filosofia, avevo bisogno di risposte, non ero in sincronia in quel mondo di gente che trova lavoro, fa figli, ovviamente per me significava fallimento. Leggevo libri, ancora senza troppo capire ma molto voglioso di apprendere. Girai tutta l'Australia in autostop, smisi il giorno in cui compii 18 anni. In quel periodo feci lavoretti itineranti come scaricare gamberi dai motopescherecci nel Queensland settentrionale, lavori di fatica come issare mulini a vento nei grandi allevamenti di bovini dei Territori Settentrionali. Uno dei ranch in cui lavorai aveva una estensione di 500 km quadrati, non c'erano radio o TV e la posta arrivava una volta a settimana. I mandriani aborigeni e le loro famiglie venivano tenuti a vivere in una baracca separata, pavimento di terra battuta, un frigorifero rotto che usavano da armadio come unico pezzo di arredamento. Il posto era una specie di piccola città autonoma con una tribù di aborigeni in periferia. Un giorno vidi un mandriano, un tizio bianco indurito dalle intemperie, finire la giornata di lavoro, prendere la sua sella e una gin (una donna aborigena) e portarsela nel suo bungalow. Venti minuti dopo la donna uscì aggiustandosi l'abito. Era routine quotidiana. Non le era permesso dormire negli alloggi dei bianchi. Un sabato sera tutti i ringer (termine che si usa nell'interno per definire i cowboy) indossarono gli stivali migliori, fustagni e camicie a scacchi, pavoneggiandosi nei cappelli da rodeo. Uno degli aborigeni mi disse: «Hey fratello, vieni a messa che si balla il reel! E stasera vedremo un bel film, uno con John Wayne». Laggiù al ranch era serata di festa. Il solo modo per raggiungere il mondo esterno era la radio e, soprattutto al mattino, c'erano un sacco di chiacchiere con i vicini, che in alcuni casi vivevano a quasi 100 chilometri di distanza. Il medico volante arrivava verso le 8 o le 9 del mattino così si dovevano smettere le socialità. Uno dei mulini della proprietà pompava acqua da uno stagno lungo circa un miglio e dalla cima del mulino si riusciva a vedere un coccodrillo d'acqua dolce che osservavo mentre nuotava pigramente in giro per il bacino. Dal mulino si riusciva a vedere la scia nel fango dove era scivolato in acqua. E indovinate dove noi dovevamo lavarci? Solo che quando eri ad altezza d'acqua non riuscivi a vedere dove lui fosse e durante il bagno a fine giornata ci divertivamo ad afferrarci a vicenda dicendo «eccolo lì, è dietro a te!». Di giorno si raggiungevano i 48 °C e non avremmo certo lasciato che un piccolo coccodrillo di due metri ci impedisse di nuotare. A proposito, i coccodrilli d'acqua dolce non attaccano a meno che non li infastidisci, ma se fosse stato uno d'acqua salmastra non saresti sopravvissuto al secondo bagno, ti avrebbe aspettato nel posto dove ti aveva visto l'ultima volta... tutto il tempo necessario. Il termine coccodrillo d'acqua salmastra non è appropriato, vivono anche in acqua dolce come molti saccopelisti inglesi morti hanno avuto modo di scoprire. A dire il vero un paio di volte su al nord sono quasi stato beccato. Quella più divertente accadde su una spiaggia dei Territori del Nord, vicino a Darwin. Eravamo in una quindicina, aborigeni, musicisti, hippy... pirati e vagabondi. Con gli ultimi soldi ci eravamo comprati degli alcolici poi eravamo andati a pescare con due lenze, una grande grigliata sul falò con pesce e granchi. A un certo punto il mio amico si spogliò nudo ed entrò in mare, nuotò per una ventina di minuti poi si spinse al largo, riuscivo a vederlo alla luce della luna piena. Poi tornò a riva e si sedette sui vestiti lasciandosi asciugare alla brezza tiepida dei tropici. Guardai in su e a una distanza di una ventina di metri sul bagnasciuga, proprio dove lui stava un attimo prima, c'era un bestione di un sette metri! Glielo dissi, ma lui rispose: «no, è un tronco». Svegliai una ragazza aborigena per chiedere il suo parere, lei alzò la testa, ubriaca, e disse «...drillo». Dopo un altro paio di battute il mio amico prese il suo ukulele per colpire il tronco... e dimostrarmi che ero un idiota. Era a non più di un metro e mezzo quando il "tronco" aprì le sue gigantesche fauci... l'amico restò impietrito e a me si fermò il cuore. Un coccodrillo immobile può scattare in avanti più veloce di un cavallo, per fortuna non lo fece. Il mio amico indietreggiò di circa un metro poi si girò e corse verso di noi urlando «COCCODRILLO! COCCODRILLO!». Tutto il campo schizzò in piedi in un baleno, ubriachi compresi, e tutti a correre verso la strada nel buio più pesto, io ero l'ultimo ed ero sicuro di avere la bestiaccia alle calcagna. Comunque sia, in quel periodo me ne andavo in giro senza meta, a volte facevo l'autostop anche per 300 chilometri su strade bianche dell'interno in cerca di lavoro nel grande bush australiano. Viaggiai con aborigeni, cowboy, saccopelisti inglesi, neozelandesi e hippy. A volte vivevamo di carità. Per quasi due anni battei in lungo e in largo la costa orientale dei Territori Settentrionali. Poi all'improvviso ecco che ero sulla strada di casa quando il mio mondo si "spezzò". Lo ricordo bene. Ero sulla "dingo track", una grande camionabile che corre verso il Queensland centrale. Viaggiavo su un treno stradale (un camion bestiame con una motrice e tre rimorchi) e rimasi bloccato in una cittadina per diverse ore (niente di che, una volta ero rimasto bloccato per 6 giorni a Kunnunurra, dove passano al massimo un paio di auto in tutta la giornata!). Pensai «merda! Non posso andare a casa, laggiù non ho niente per cui vivere e non posso passare tutta la vita come quei vecchi DB [4] che si spostano di città in città, dormono nei campi con gli aborigeni scopando le loro donne, si perdono nell'alcool. Che cazzo posso fare della mia vita?». In quel momento decisi che sarei diventato un consulente, non avevo idea di come fare... non sapevo leggere abbastanza bene per imparare qualcosa ma ero già stato in Scientology prima, solo che non lo sapevo [la credenza condivisa dagli scientologist di essere "ritornati" - NdT]. Tornato a casa scorsi i giornali in cerca di un'opportunità di lavoro come assistente. Senza troppa sorpresa non andò molto bene, ma poi lo trovai: un annuncio messo da un centro informativo Dianetics, "cercasi assistenti/consulenti". Chiamai e furono straordinariamente cortesi. Presi un appuntamento per il giorno seguente e fui accolto con le solite cose: le rovine dell'OCA test, le conferenze gratuite ecc. Non avevo denaro per cui in cambio di un corso di Dianetics feci un contratto di tre mesi. Non si trattava di un accordo standard, ma la classe era piena di viaggiatori e gente varia che imparava l'auditing di Libro Uno [5]. Nelle settimane successive feci a botte con DMSMH [5], che mi prese molto. E se fossi diventato Clear? Tornai all'org dicendo che volevo diventare Clear - ma con Dianetics. Non mi interessava l'altra roba costosa come i gradi e NED. Se quel libro diceva che si poteva fare in una manciata di ore allora sarebbe successo proprio così. Il reg [6] mi rispose con tono indignato: «beh, ma devi prima fare il purif [7]». «Ok» risposi io, «ma solo quello e poi dianetica». Come probabilmente immaginerete, da quel momento in poi tutte le forze del cielo e della terra cospirarono per spingermi dentro; non solo su quel percorso, ma su ogni possibile percorso che avrei potuto scegliere da solo da quel giorno in poi. Avevo appena 19 anni. Mentre procedevo il mio cammino scientologo sopportai, come chiunque altro, le interminabili interviste di reclutamento per la Sea Org e lo staff. Poi un giorno mi chiesero di fare un intervista al meter, non avevo idea di che cosa si trattasse. Ero molto inesperto e immaginai si trattasse di un ulteriore tentativo di reclutamento. Avevo già detto di non aver mai provato l'LSD così quando mi fecero domande sulle droghe cercai di fare tombola citando qualsiasi droga di cui avessi sentito parlare, sperando così di porre termine agli incessanti tentativi di spingermi ad "arruolarmi". Restai perciò enormemente sorpreso nel vedermi consegnare un programma da fare che comprendeva UN SACCO di maneggiamenti sulle droghe. Saltò poi fuori che avevo mentito per tutta la durata della mia prima intervista con il Direttore dei Procedimenti. A quel punto i miei, che avevano appreso del mio coinvolgimento nel culto, uscirono di testa e un giorno il mio patrigno mi fece leggere un giornale. Era il racconto di bambini che Hubbard aveva rinchiuso nel vano catene di una nave, e di come i piccoli fossero rimasti terrorizzati dalla sporcizia e dalla puzza. L'articolo raccontava di gente imprigionata e interrogata e mi fece star male, ma sapevo che non poteva esser vero. Il Ron che "conoscevo" io era un uomo di ARC [8], l'amico dell'umanità. Ero una roccia e sopportai i tentativi ovviamente soppressivi dei miei di distogliermi dalla chiesa. Una cosa che ho notato è che le persone che entrano in contatto con Scientology e che hanno difficoltà importanti poi restano aggrappate alla tech anche dopo aver cessato l'affinità con la chiesa, come [se la tech] fosse il dato stabile che mette fine a una confusione di lunga data. Per me è stato sicuramente così, Scientology mi ha insegnato a leggere e, cosa abbastanza allarmante, ciò e avvenuto sul corso dello Student Hat in cui chiarivo sì una parola su tre ma che mi diede una incrollabile certezza, cioè che quello era il modo per uscire dalla "trappola" in cui tutti ci trovavamo. Diventai lo studente più veloce dell'accademia e, alla fine, entrai nello staff con la ragazza che avevo da poco sposato e cominciai ad addestrarmi da auditor. È la dottrina di "confusione e dato stabile". Almeno nel mio caso è stato così, io avevo una grossa "rovina" e parecchia confusione che da lì derivava. L'esercizio di disseminazione fa leva proprio su questo, l' FSM (field staff member, membro dello staff sul campo cioè il primo reclutatore della catena) o il reg (registrar, il venditore) chiede: «Che cos'è che ti sta rovinando la vita?». Quasi tutte le "rovine" si portano appresso una quantità tremenda di confusione, che a quel punto viene restimolata e, dopo aver ascoltato la tua rovina, l' FSM/reg dice: «Scientology può fare qualcosa a riguardo» o cose del genere. Confusione e dato stabile. Quando succede davvero ha un impatto molto profondo e di vasta portata. Scientology ha maneggiato il mio analfabetismo, cosa che fino a quel punto della vita mi aveva fatto sentire molto, molto stupido. E adesso parliamo di questa tech, che viene trattata in diverse parti di Scientology: il "FPRD" [i]; la "confusione precedente" e la "tech del fac di servizio" [ii] affermano che il postulato impedisce di vedere la confusione, e la confusione impedisce che il postulato (il dato stabile) venga rimosso. In base a questa convinzione, parecchio tempo dopo mi ritrovai a sopportare ben 15 anni di "Solo NOT's" (uno dei livelli maggiori di Scientology, OT VII) su cui non ebbi mai troppe vittorie, 13 intensivi [iii] di FPRD e altri 4 intensivi di verifiche di sicurezza (confessional) sulle idoneità semestrali, oltre a 20 viaggi a Flag, odiandoli tutti quanti, oltre a tutti maneggiamenti in etica, quelli che ti impastoiano la mente e in cui dei ragazzini senza alcuna esperienza di vita ti dicono che cosa devi fare e come devi gestire la tua vita basandosi su dei KR [iv]. Sopportai tutto questo perché avevo il dato stabile secondo cui "Scientology funziona". La grande ironia appresa dopo di allora è che la tech che ha funzionato su di me era stato il lavoro di una vita intera di una coppia, Ava e Charles Berner [9] di cui Ron aveva plagiato l'opera. E fu quella la vittoria che cementò la mia lealtà.
i. Rundown o programma dei falsi scopi, studiato per sbarazzarsi delle intenzioni cattive;
Inoltre, una volta accettato il dogma sai che nel momento in cui dovessi avere un qualsiasi dubbio esso sarà causato dai tuoi stessi misfatti e dagli ulteriori pensieri critici. Vale a dire che quando hai un dubbio su Scientology interrompi i tuoi processi di pensiero per chiederti quali crimini tu stesso hai commesso. Vieni addestrato a questo dalla tech e dallo staff dell'org, ti ci istruiscono in particolare gli ufficiali di etica. IL RISULTATO È CHE NON HAI LA POSSIBILITA' DI VALUTARE LA CHIESA IN MODO IMPARZIALE. Hubbard sottolineava poi che il "trattenere" misfatti e pensieri critici riduce l'intelligenza, era stata una scoperta degli inizi che aveva a che fare con le confessioni e a quel tempo esisteva rimedio. Non ora. Sono sicuro che, quando si tratta della chiesa, si farà di tutto per renderci il più tonti possibile e incapaci di "trattenere" (si tratti di un misfatto o di un dollaro). Per cui viene disinserita la capacità di pensiero critico ed equilibrato, quanto meno per quanto riguarda Scientology. In seguito, dopo essermi ripreso un poco da questa devastazione mentale, feci un'accurata "formula di dubbio" con i dati reali sulle intenzioni della chiesa. Riuscii a stilare un elenco delle "attività" del gruppo, elenco diviso in azioni pro o contro sopravvivenza. L'elenco contro-sopravvivenza era di gran lunga maggiore di quello pro. Restai sorpreso perché avevo inserito nella lista solo cose di cui ero stato testimone in prima persona, per cui non vi entrò nulla che avessi letto sul Web. E vedevo Scientology per la prima volta. Non sto dicendo che la tech è tutta da buttare, ma non è una tech per raggiungere OT o la libertà totale, affermazione da cui Scientology trae gran parte della propria mistica. La tech è ciò che è, fa ciò che fa, e sembra essere una cosa diversa da persona a persona. Dopo una incessante pressione di reclutamento alla fine io e mia moglie firmammo un contratto di cinque anni di lavoro per l'org. Io mi addestrai come auditor staff e mia moglie lavorava nella divisione del pubblico. In retrospettiva, essere sullo staff è stata l'attività più improduttiva e stupida della mia vita. Non esisteva cramming [10], non c'era internato, le statistiche venivano raggiunte con minacce, costrizione o con palesi falsificazioni, i telefoni erano spesso staccati perché le bollette non venivano saldate. Gli auditors dovevano pagarsi di tasca propria ciò di cui avevano bisogno, tipo la carta per i fogli di lavoro o la certificazione "silver" per l'e-meter, dovevo addirittura lottare per avere una stanza in cui audire. Mia moglie era su AD COUNCIL con i top exec dell'org, soprattutto donne e tutte con difficoltà matrimoniali, e anche noi cominciammo presto ad averne. Venivamo sfruttati al massimo, gli orari andavano dalle 18,15 fino alle 22,30 di sera per cinque giorni alla settimana, e dalle 9 alle 18 nei fine settimana. La paga dello staff, a volte, si misurava in centesimi, e non sto scherzando. Avevamo acquistato la nostra prima casa, poco più di un monolocale, ed entrambi lavoravamo per pagare i mutui che avevamo contratto prima di entrare nello staff, mutui per comprare "Il Ponte" fino a Clear che non era ancora stato raggiunto, e per comprare casa. Lavoravamo entrambi come muli, lei aveva una laurea in marketing e un impiego in un importante grande magazzino. Io facevo lavori di fatica, a volte iniziavo la mattina molto presto. Con tutta quella pressione per avere statistiche alte era raro lasciare l'org prima di mezzanotte, a volte ce ne andavamo alle 2 del mattino, era un suicidio. Io ero diventato quasi uno zombie e già dopo alcuni mesi di matrimonio non andavamo più d'accordo. In realtà eravamo sull'orlo del divorzio e ne parlavamo spesso. Dopo nemmeno due anni pensavo già di scappare da tutto e l'idea di diventare un DB (essere degradato) itinerante ricominciava ad avere un certo fascino. Sul posto funzionavamo male e diventammo oggetto dell'attenzione dei superiori quando, con le loro scarse capacità di valutare i dati, giunsero alla conclusione che avevamo diversi problemi: la loro soluzione fu che dovevamo vendere l'appartamento e trasferirci più vicini all'org, in subaffitto da altri staff. Il capitale che avremmo ricavato dalla vendita dell'appartamento sarebbe servito per pagare i nostri debiti e anche le ore aggiuntive di auditing per arrivare a Clear. Mi sentivo costretto da tutta quella pressione a mettere sul mercato l'appartamento e trovammo presto un acquirente. Improvvisamente però il mio mondo si fece scuro, avevo come un nodo allo stomaco e sentivo che il mio futuro stava venendo risucchiato in un vortice malvagio e gelido. Mi sembrava di avere scambiato tutti i miei progetti e obiettivi contro una vita intera di schiavitù. Era una sensazione tremenda, ma sapevo che quello sarebbe stato il mio futuro. Decisi così di non vendere la casa e lo dissi a mia moglie. L'org aveva anche già deciso che sarei diventato un auditor di classe 8 di Flag, cosa che mi avrebbe trattenuto in America per tre o più anni e che avrebbe sicuramente messo fine al nostro matrimonio. Tirarsi indietro dall'addestramento di Flag era una di quelle cose che proprio non si fanno, ma non mi importava. Un mese dopo iniziò un grosso boom edilizio e nel giro di un anno il nostro appartamento raddoppiò il suo valore. Se lo avessimo venduto non saremmo mai più potuti diventare proprietari di casa nostra. Ripensandoci adesso mi rendo conto che nessuno di quei tizi possedeva alcunché, sono sicuro che il fatto che noi invece fossimo proprietari di casa nostra li infastidisse, eravamo molto più giovani di loro e chiaramente non abbastanza dedicati alla causa di chiarire il pianeta. Mi sembrava che ci stessero chiedendo il sacrificio totale e in seguito lo stesso tema si ripeté molte altre volte, quando ci chiesero di sacrificare parecchie cose come segno di dedizione e partecipazione. Trovavo abbastanza difficile fare l'auditor, lottavo per fare un lavoro di cui essere orgogliosi, ero insicuro del mio meetering [uso dell'E-meter] e in diverse occasioni inviai video delle mie sedute al segretario del controllo qualità dell'AO (org avanzata) [11] affinché lo verificasse. Mi diceva sempre che il mio meetering era buono, ma io sapevo che non lo era. Alla mia org non esisteva una "qual" funzionante e audii per sei mesi prima di avere una intervista di cramming, cosa che di nuovo avvenne alla AO. Avrei dovuto fare internato ma l'unica cosa che interessava ai miei senior erano le WDAH (ore di auditing ben fatte) perciò trovare il tempo per fare l'internato era impossibile. Se mancavano preclear da audire mi mandavano a scrivere O/W (overt e withhold) oppure lettere di procacciamento. Mi sembrava strano che, nonostante la quarantina di staff amministrativi il cui lavoro consisteva anche nel procacciamento di clienti per l'org, l'assenza di preclear era considerata colpa degli auditor - noi eravamo solo tre -, e quando dico colpa è ciò che intendo. Non avere un'agenda completamente prenotata mi facevano sentire ancora meno competente come auditor di quanto già non mi sentissi di mio. In quel periodo stavo audendo un PC (preclear) che non andava bene come mi sarei auspicato perciò, per evitare che sprecasse le sue ore di auditing, lo mandai in etica dove decisero che doveva fare una stesura di overt e withhold. Vale a dire che la sua vita non era sufficientemente etica e per questo non aveva i guadagni che doveva avere, per cui gli veniva offerta la possibilità di mettere per iscritto i suoi peccati e porre termine al ciclo sulla particolare traccia in cui era rimasto appiccicato. Secondo le disposizioni di Hubbard, il peccato deve essere riferito completo di tempo, luogo forma ed avvenimento. Il tipo tornò da me per chiedermi la definizione di "forma", perché non era sicuro di stare procedendo nel modo giusto. Lo mandai al dipartimento qualificazioni affinché lo aiutassero a chiarire la parola. Il giorno dopo andai a vedere come stava andando ma aveva qualche problema e vidi che non aveva ancora risolto la parte relativa alla "forma". Gli chiesi quale definizione stesse usando e mi disse che il segretario di qual gli aveva mostrato la definizione di RTC [12]: « FORMA: comportamento, es. "cattiva forma»". E che cavolo! Scocciato andai subito dal segretario di qual. Vedete, il modello per scrivere overt e withhold deriva dall'assioma N. 38 di Scientology: «La verità è l'esatto tempo, luogo, forma e avvenimento». Mostrai come la definizione usata non corrispondesse all'assioma, per cui se era sbagliata per l'assioma lo era anche per O/W. «NO» mi rispose il segretario di qual, «deve essere come esce da RTC». Mi impuntai cercando di farla correggere e mentre il dibattito continuava tutti gli exec nelle vicinanze si avvicinarono per darmi una lavata di capo. Alla fine mi ritrovai davanti il segretario di qual, il segretario di exec e l'ufficiale dell'org. Vidi entrare l'ED [direttore esecutivo] e decidi di lasciar perdere. Ero arrivato al punto in cui non riuscivo più a sopportare di essere staff, ricevevo pressioni continue per assentarmi dal lavoro i mercoledì e i giovedì per audire e assicurarmi di fare almeno 25 ore a settimana "sulla sedia", il target di auditing che Hubbard ha stabilito quale "normale operatività" per gli auditor dello staff. I tre top executive dell'org si spingevano a tendermi imboscate affinché facessi ciò che loro volevano, e mi inchiodavano fino a che non mollavo. Di solito la cosa degenerava in urla e strepiti, e con l'accusa che ero "fuori etica" e avevo delle "CI" (contro-intenzioni), e a volte avevano già fissato un appuntamento con un PC per cui mi ritrovavo in trappola. Così dissi a mia moglie che avrei lasciato lo staff, anche lei per altre ragioni era al limite della sopportazione e facemmo blow [13] assieme. Naturalmente ci recuperarono con la minaccia di una "dichiarazione di Persona Soppressiva" e con l'invito a rientrare per "uscire" in modo standard, cosa che accettammo di fare. Tre mesi dopo eravamo ancora parecchio lontani dall'aver terminato il programma di uscita e smettemmo di usufruire delle ore per lo staff. Ci facevamo vedere solo quando si arrivava al livello: «sarete dichiarati». Fu un'esperienza terribile, venivamo trattati da criminali. Vedete, Hubbard spiega che a lasciare il gruppo è l'essere ostile e il suo bisogno di andarsene scaturisce dai crimini che ha commesso e dall'impulso a proteggere gli altri da se stesso. E con questo viene giustificata qualsiasi prova a cui il "freeloader" [14] viene sottoposto come reazione alla sua decisione di andarsene. Servire il maggior bene significa servire la stessa Scientology, cioè la sola cosa che può salvare l'uomo. Ha senso, no? Poi un giorno gli exec ebbero la brillante idea "dividi e impera". L'HAS [segretario dell'area di HCO, Hubbard Communication Office] mi portò nell'ufficio di etica; in un qualche modo erano riusciti a farsi dire da mia moglie che durante una discussione l'avevo turbata. L'HAS mi chiese quali fossero le mie intenzioni, quali scopi malvagi avessi; me lo chiese in modi diversi, sbraitò, minacciò, niente meter, niente session, fu semplicemente un tentativo diretto di scoprire la mia ovvia criminalità. Non potevo rispondere al suo interrogatorio, che proseguì per 20 minuti o mezz'ora. Lui stava appoggiato alla scrivania, in piedi, e si protendeva verso di me urlandomi direttamente in faccia. Vide che stavo pensando a qualcosa e mi chiese a che cosa. Gli risposi che stavo cercando di capire come dargli ciò che mi stava chiedendo. Replicò che era il mio "modo da nemico malvagio" per rispondere alla domanda usando il mio addestramento da auditor. Altri cinque minuti e capii che se non fossi riuscito a pensare a qualcosa per farlo smettere, dicendogli ciò che si voleva sentir dire, sarei uscito pazzo o mi sarebbe venuta una crisi isterica. Ancora adesso, mentre scrivo queste cose, il cuore corre a mille, mi tremano le mani, riesco a percepire la disperazione di quella mia "seduta". Comunque feci l'unica cosa che mi venne in mente per porre termine alla faccenda, fu una resa cosciente a una soluzione che stavo sopprimendo: mi scagliai contro la scrivania, spazzai via con un colpo tutto quanto c'era sopra, una tazza di caffè si schiantò sul muro... l'avrei strangolato e poi preso a pugni sul pavimento fino a che non l'avesse piantata di farmi quelle sue fottute domande, sapevo che non ne potevo proprio più e che avrei fatto quanto più danno possibile perché dovevo veramente farlo smettere. Lui si alzò in piedi sotto shock, seguendo con lo sguardo la roba che gli volava intorno. Mi appoggiai al suo petto con tutto il mio peso spingendolo al muro, la mano intorno alla sua gola. La sua aria da bravaccio era sparita e aveva negli occhi uno sguardo terrorizzato. Eravamo in un vecchio ufficio a pannelli di legno e attraverso la porta a vetri gli staff di HCO potevano vederci; con la coda dell'occhio notai che se la davano a gambe cercando riparo. Nel volgere di un secondo tutta l'area era deserta. Non riesco a ricordare di preciso che cosa gli dissi, spero qualcosa di veramente fico e da paura. Ma credo di averegli semplicemente detto o urlato: «Non ho alcuna intenzione malvagia» (LOL). Vedendo che avevo ripreso il controllo, quanto meno della mia mano destra, mi scusai, presi mia moglie e me ne andai. Non facemmo più ritorno per completare il "routing form". Le minacce di dichiarazione restarono sulla segreteria telefonica, irrisposte. Li stavo apertamente sfidando a dichiararmi e mi auguravo che lo facessero. Ero ormai convinto che fossero tutti dei fuori di testa. Ma, stranamente, non avevo tagliato i ponti con la tech, o con il "Ponte". A distanza di un paio di anni avevo ripreso a lavorare come costruttore di barche e mi limitavo a usare la tecnologia di studio per chiarire i miei libri di tech. Lavoravo sulle banchine come subappaltatore, guadagnavo bene e riuscimmo ad uscire dai debiti, e anche a pagare i nostri freeloader [14]. Fu in quel periodo che appresi una grande lezione su come trattare i "disperati". Verso le 4 di un giovedì mattina sentii bussare alla porta. Mi alzai barcollando, mezzo addormentato e mi trovai davanti due reg [6] che, stupidamente, feci entrare. Erano a caccia di "GI" (entrate lorde, cioè soldi), non è che potevo per caso pagare un po' del mio freeloader? Erano due staff della "fondazione" per cui il mercoledì notte, o in quel caso il giovedì all'alba, era la loro ultima possibilità di alzare le statistiche della settimana. Dopo una spiacevole discussione in cui sostanzialmente mi urlarono addosso per farmi perdere il controllo della conversazione, diedi loro un po' di soldi, non ricordo quanto. Tornai a letto scocciato, ripensando a come potevo essere stato così idiota. La settimana dopo... stessa cosa, ma arrivarono alle 3 del mattino! Il motivo per cui erano tornati era chiaro. Li mandai a quel paese e non si fecero più vedere. Ripetono sempre l'azione che porta "stats". Pensai che se gli fai perdere tempo influendo negativamente sulle loro statistiche ti eviteranno... e da quel momento in poi fui armato, e autorizzato... ad essere seccante. Poi AO [Organizzazione Avanzata] riuscì a recuperarci. Vi facemmo una seduta di ARCX [15] che funzionò e ritornammo in comunicazione con la Chiesa di Scientology, per cui fummo catapultati immediatamente nell'ufficio del reg. Acquistammo e percorremmo i Livelli OT fino a IV e fu lì, mentre mi trovavo ad AO, che venni avvicinato dalle linee di WISE [16]. Si tratta di un gruppo di facciata che recluta imprenditori ed estorce denaro a chi è già seguace. Questo tizio mi seguiva ovunque, mi aspettava quando andavo a pranzo e cose del genere. Mi disse che dovevo diventare membro WISE, del resto usavo la tech sul lavoro, giusto? Per cui disse che era giunto il momento di saldare il conto. WISE metteva "in" l'etica nel mondo imprenditoriale e avrebbe cominciato facendomi... pagare. WISE voleva da me una percentuale discretamente alta del mio reddito, non ricordo l'ammontare, e pensai si trattasse di estorsione. Gli chiesi: «Non ho forse già pagato per il diritto di applicare la tech che ho appreso?» e lui mi redarguì dicendo che ero "fuori scambio". Sotto quella pressione continua finii per pagare il meno che potei giusto per togliermelo dai piedi, visto che era sottinteso che se non lo avessi fatto sarei finito su un ciclo di etica. Ero su OT III e non volevo guai, capite? Ero già tramortito da quanto stavo cercando di fare sul livello ed ero un bersaglio facile. In seguito scoprii che lo stesso principio veniva applicato al pubblico di Flag impegnato su "Solo NOTs". Spesso i reg cercavano di intrappolarti subito all'arrivo, la prima sera, quando eri tramortito dal jetlag e più vulnerabile, e pronto per fare un "confessional". Cosa che, come chiunque conosca Solo NOTs sa, può rendere davvero nervosi. Non appena riuscii a svincolarmi dalle grinfie del reg di WISE smisi di pagare, ma quello fu solo l'annuncio dell'incubo ricorrente che sarebbe diventata WISE per me. Durante tutto il periodo trascorso ad AO per i corsi avanzati fui regolarmente perseguitato anche dai reclutatori della Sea Org, le cui interviste possono diventare molto animate. Me ne sobbarcai parecchie, restando educatamente e pazientemente seduto. Un giorno arrivai all'AO per un appuntamento con il segretario di Qual. Ero in anticipo di un quarto d'ora per cui mi sedetti per una tazza di tè. Christian Foreman, un exec senior, mi chiese se intanto che aspettavo poteva parlarmi e gli dissi «OK!». Entrammo in una stanza dove c'erano due "missionarie" che cominciarono subito a cercare di reclutarmi. Le ascoltai per un quarto d'ora poi mi scusai, avevo un appuntamento che mi aspettava. La stanza aveva tre porte, mi avvicinai alla prima e la missionaria la bloccò. Mi sedetti ma le spiegai che ero già in ritardo per l'appuntamento, per andare al quale avevo guidato un'ora. L'intenzione dei presenti era chiara, mi avrebbero trattenuto nell'ufficio fino a che non avessi firmato il contratto da un miliardo di anni. Mi avvicinai alla seconda porta e l'altra missionaria la bloccò... uhmmm, erano entrambe ragazze e pronte alla lotta... ma non potevo azzuffarmi con una ragazza. Mi avvicinai alla terza porta e Christian la bloccò, ero ormai abbastanza disperato. Mi mise una mano contro il petto per farmi risedere, io gli presi il polso e glielo torsi e quando gli cedettero le ginocchia lo stesi sul pavimento, poi lo oltrepassai mentre si massaggiava la mano dolorante. Quando arrivai all'appuntamento ero sicuro che sarei stato dichiarato SP, ero terrorizzato... ma non ebbi quella fortuna, nemmeno un piccolo KR [17]. Poco dopo iniziò la recessione economica e lavorare sulle barche di lusso non garantiva continuità di impiego. Frattanto eravamo di nuovo pieni di debiti per il periodo trascorso alla AO, e i tassi di interesse sui prestiti che avevamo contratto erano più che raddoppiati. Avevamo veramente un sacco di debiti e con il mio reddito sempre più ridotto ero parecchio preoccupato. Decisi così di andare a lavorare da uno scientologist che aveva un'impresa di manutenzione tetti gestita in modo casalingo. Dovevo vendere tetti a provvigione, che però erano talmente basse che per guadagnare a sufficienza avrei dovuto triplicargli il giro d'affari. Accettai il lavoro e iniziai a fare preventivi e vendite per riparazione e sostituzione di tetti, solo che non si decidevano mai a pagarmi e prima di vedere il primo assegno dovetti aspettare a lungo. Lentamente ma con regolarità riuscii ad aumentare le vendite e arrivai a fare un giro settimanale di 13.000 dollari, 4 volte quello che facevano quando ero arrivato. Il 10% di quella somma era mio, cosa che mi rallegrava perché erano un sacco di soldi. Avrei potuto saldare un po' di debiti e, ancora meglio, ero in attesa di risposta per due contratti piuttosto grossi e sembrava che ci avrebbero affidato il lavoro. Ma aspettarsi un qualche segno di apprezzamento dai miei datori di lavoro era chiedere troppo. Al contrario, nel pagarmi gli arretrati mi informarono che da quel momento in poi non avrei più percepito provvigioni sulla parte materiale del lavoro. Mi arrabbiai, in fondo da mesi usavo la mia macchina, pagavo di tasca mia la benzina e intanto che organizzavo il grosso del lavoro mi ero arrangiato come avevo potuto. Chiesi che mi dessero almeno un'auto aziendale, ma non l'avevano. Era come se non gradissero che guadagnassi più dei membri del consiglio esecutivo. La settimana successiva chiamarono un consulente WISE il quale sentenziò che tutto il personale dell'azienda doveva fare la "condizione di pericolo" perché eravamo tutti fuori etica, anche se non riuscivo a capire perché. Da tre o quattro settimane le statistiche erano fisse su "affluenza" e non mi sembrava che quell'azione fosse giusta o giustificata. Ci consegnarono un piano finanziario (FP) settimanale con tutte le spese, che presi e mi portai a casa. Mentre lo studiavo tutto divenne improvvisamente chiaro. Quella piccola impresa pagava prima di tutto i titolari, tra cui la moglie del capo che era staff dell'org e non lavorava in azienda; poi pagava l'affitto della casa, le rette scolastiche dei figli alla scuola Scientology, poi il leasing degli automezzi e infine le rate del grosso mutuo che l'azienda aveva contratto per pagare i corsi avanzati della chiesa. Non era perciò possibile pagare i costi di impresa, che infatti non venivano pagati. Portai il FP all'ufficio WISE sottolineando che il suo consulente presso di noi stava lavorando su un "perché" sbagliato e l'azienda era stata sventrata. E mentre ero lì scoprii che il mio capo aveva fraudolentemente cambiato il contratto a una mia cliente, a cui avevo venduto la riparazione di un tetto di ardesia. La parte del tetto che non si poteva vedere dal piano stradale era stata riparata alla meno peggio e la cliente, che non si fidava troppo del mio capo, aveva chiesto a un amico di salire sul tetto a controllare, poi aveva protestato. Venni informato della cosa nell'ufficio di WISE, non ero stato io a dirglielo e infatti ne sentivo parlare per la prima volta in quel momento. Tornato al lavoro mi tartassarono e mi assegnarono a una condizione di nemico, e come tale venni trattato per «essere uscito dal gruppo». Tra il personale dell'azienda c'erano anche due "funzionari" part time che lavoravano anche come staff all'org, ed erano furibondi perché pensavano che fossi andato a dire a WISE (che all'epoca era un gruppo Sea Org) ciò che avevo scoperto. Ma erano stati loro a portare WISE in azienda e la faccenda del tetto non riparato l'avevo appresa da WISE, non viceversa. Credo di non essermi mai arrabbiato tanto in vita mia. Non riuscivo ad uscire dalla condizione di dubbio perché ritenevo che le intenzioni dei miei capi non fossero di certo ideali - per dire il meno - così come lo erano quelle degli altri che volevano solamente che WISE fosse messa al corrente dei dati e diventavano isterici quando parlavo direttamente con i terminali WISE. Venni licenziato. I due grossi contratti a cui avevo lavorato furono firmati quella settimana e ricevetti una provvigione di soli 100 dollari per ognuno. Me ne sarebbero spettati 4000. Ero stupefatto. A casa cercai di ripulire le mie condizioni, mi sentivo davvero male. E in quel momento squillò il telefono: era Harry Bloomberg, il quale aveva cercato di reclutarmi in Sea Org fin da quando avevo iniziato i livelli OT. Gli raccontai che cosa stavo facendo e mi disse di raggiungerlo per una session. Lo feci e mi diede una L4BRB, una lista per risolvere le indicazioni sbagliate. La cosa buffa è che finita la seduta non cercò affatto di reclutarmi, si limitò a darmi una pacca sulla spalla dicendomi che avevo ragione, che conosceva le persone coinvolte nella faccenda. Poi mi accompagnò alla porta e non cercò mai più di reclutarmi. Ero felice, pensavo che non sarei mai sopravvissuto alla "marina" [Sea Org] ma Harry era un personaggio irresistibile, era simpatico a tutti. Quel giorno, tornando a casa, decisi che mi sarei dovuto mettere in proprio per lavorare a una passione che coltivavo da molto tempo. Aprii una falegnameria in cui costruivo mobili, e nel giro di qualche anni misi in piedi un'azienda mia con una ventina di bravi dipendenti. Non mi guardai mai indietro. Con il tempo creammo anche un reparto di vendita al dettaglio e mia moglie venne a lavorare con me. Il suo contributo al marketing fu stellare, ma non riuscii mai a convincerla ad usare le tecniche di marketing di LRH: non ne aveva nessuna fiducia. Poi ci mettemmo in società con un'altra persona e iniziammo anche un business di tende da sole in scatola di montaggio. Per noi era una cosa complementare e secondaria. Mia moglie era una gran donna ma la trattavo male. Ero diventato un dirigente del tipo "niente prigionieri" e imitavo il modo in cui avevo visto agire gli exec della Sea Org con il loro staff. Non ne sono per nulla orgoglioso, primo perché odiavo l'atmosfera che creavano e secondo perché erano lugubri fallimenti che capitalizzavano sull'entusiasmo del loro staff. Ma era il modello che si adattava alla mia formazione "verde su bianco" [18] per cui lo usavo come base operativa. Per sua natura l'attività delle tende non poteva essere gestita su base settimanale: avevamo grossi ordinativi e poi dovevamo mollare tutto per consegnare in tempo al magazzino. Dopodiché bisognava lavorare come pazzi per riprendere vendite e ordini, e il tutto ricadeva sulle spalle della nostra socia a cui spettava andare in giro a piazzare un'altra grossa commessa, era lei l'addetta alle vendite. Lo scenario degenerò notevolmente quando la Org Avanzata cominciò a pretendere che facesse i gradi... lei era una nostra selezionata, eravamo stati noi a portarla dentro Scientology. Era il periodo in cui gli OT venivano C/essati per fare i gradi, non l'ho mai visto funzionare su nessuno. Credo che tutti gli OT che furono costretti a fare l'azione si siano impantanati sul Ponte, era come se fossero super restimolati. Non riesco a ricordarmi di nessuno che dopo averlo fatto abbia continuato in Scientology. Per cui la nostra socia fece i gradi ma nel farli era sempre più introvertita e sul lavoro non funzionava più come prima. L'AO mi telefonò per dirmi che lei aveva bisogno di fare il "Rundown dell'Introspezione" e l'avrei dovuta "reggiare" [6] io. Lei accettò di fare il rundown ma da quel momento i nostri rapporti si fecero sempre più tesi e alla fine decise di trasferire l'attività nella sua città natale. Pensavo che fosse impazzita, ma effettivamente non riuscivamo più a lavorare assieme. Qualche mese dopo il trasferimento le vendite cessarono. Decisi perciò di liquidare la società e fissai un prezzo: avrei acquistato la sua metà oppure le avrei venduto la nostra. Fu lei ad acquistare la nostra, ma sfortunatamente l'attività andò a rotoli nel giro di un paio di mesi. Però lei continuò a lavorare sodo e nel giro di breve diventò una alta dirigente del grande magazzino più noto del paese. Abbandonò Scientology divenendone parecchio critica. Ma adesso è una dirigente ed è molto contenta, cosa che rende felice anche me. E fu a quel punto che si rifece viva WISE. Avevano scoperto che avevo fatto "salire sul Ponte" qualche mio dipendente che poi era stato reclutato come staff part-time dell'org, il che in sé era un disastro perché una volta diventati staff i dipendenti non prendono più sul serio il lavoro, che considerano un mero mezzo di sopravvivenza mentre il "vero" lavoro diventa quell'altro. WISE aveva però deciso che doveva proteggere l'org da me, che secondo loro «rubavo gli staff all'org» ed ero una «influenza esterna».<>i>Direttiva Speciale Numero... qualsiasi numero fosse, fu ben presto evidente che se uno scientologist impiegava membri dello staff allora doveva diventare socio WISE o altrimenti... la mia unica via di uscita era diventare socio WISE in modo che potessero tenere d'occhio la mia attività etica. Non so chi avesse scritto quella Direttiva Speciale, ma per quanto mi riguardava non mi sentivo tenuto a seguirla ed avevo giurato a me stesso che, per principio, non avrei mai più avuto a che fare con WISE e i suoi pagliacci. Il che mi mise in rotta di collisione con il reg della chiesa e le sue statistiche: stare tra una bufala selvaggia e il suo vitello sarebbe stato più comodo e sicuro, e quanto più resistevo tanta più pressione ricevevo. Alla fine fui convocato da AO che mi ordinò una "verifica di sicurezza" di HCO. Le mie proteste, cioè che WISE offriva scambio zero e costringere ad associarsi era forse una buona soluzione a breve termine, ma non avrebbe però funzionato sul lungo termine, ricevettero un pessimo benvenuto. Fu come sventolare un drappo rosso davanti a un toro e la mia unica via di uscita, a parte licenziare i ragazzi che avevo contribuito a fare entrare in Scientology, era associarmi, così alla fine mi arresi. Ma fu un'operazione parecchio sporca e ancora oggi non gliel'ho perdonata. Siamo ora verso il 1991. Andammo a una riunione del Comitato OT e devo ammettere che il solo motivo per cui ci andammo fu perché si trattava di un periodo di "chiamata alle armi" della chiesa, poco dopo l'articolo di Time [19]. All'org di Classe V era arrivato un nuovo ED [Direttore Esecutivo] e i locali erano allo sfascio: la moquette era consunta, la tappezzeria macchiata e puzzolente di fumo, la vernice sulle parti in legno era fiorita e i mobili scompagnati facevano pensare a cose acquistate all'asta dei poveri. La nuova ED voleva rimettere tutto in sesto e reclutò il Comitato OT per contribuire al restauro dei locali. L'org naturalmente non aveva soldi per cui dovevamo provvedere noi. Questo accadeva prima che il regging per le donazioni assumesse la cadenza quotidiana di oggi, che tendono di continuo la mano e vogliono vederla subito piena di soldi. Quattro di noi iniziarono a rimettere a posto i locali, lavoravamo nell'area del pubblico nei soli momenti in cui era chiusa, cioè al sabato e alla domenica sera dalle 19,00 alle 2. La ridipingemmo e rimuovemmo la moquette. Quando ci chiesero di risistemare l'accademia, dove gli studenti studiano la "tech", dovemmo fare i miracoli. Quel locale era uno schifo: mobili scompagnati, parecchie sedie rotte, i piani in formica delle scrivanie tutti sbrecciati. Ci venne un'idea brillante: avremmo organizzato una raccolta fondi, una cena elegante in un hotel sciccoso e invitato Kate Ceberano a cantare. Tutto il campo la adorava, era una grande cantante jazz e per quanto ne so il jazz era stato il suo primo amore. Io e mia moglie vendemmo 200 biglietti e durante l'event organizzammo anche una lotteria. Raccogliemmo 12.000 dollari, se non ricordo male. Non è molto per gli standard odierni in cui David Miscavige riesce a far scucire 10 milioni di dollari a Bart Simpson [20] ma all'epoca, per Sydney, si trattò di una raccolta fondi da record. Come ho detto, il denaro raccolto era destinato al rinnovamento dell'accademia e venne messo su un conto del CLO o della stessa org, non ricordo quale dei due. Poi accadde una cosa divertente: qualcuno di CLO [Continental Liaison Office - Ufficio Continentale di Collegamento] ricevette uno di quei target che arrivano giù da "uplines", l'ordine di rinnovare completamente l'ufficio di LRH. Il suo ufficio era già il posto più sciccoso di tutto l'edificio, rispetto al resto era lo Shangri-fottuto-La dell'org. Ma il comunicatore di LRH dell'org doveva raggiungere il suo target e controllava il branco. E noi poveri bastardi eravamo la feccia. Così tutti i fondi che avevamo raccolto se ne andarono fino all'ultimo centesimo per rinnovare l'ufficio di LRH. La cosa più scocciante fu che rinnovarono anche gli e.-meter e i libri, probabilmente grasse commissioni per qualcuno. Dei nostri soldi non restò nulla e dovemmo organizzare una nuova raccolta fondi per risistemare l'accademia. Organizzammo un'altra cena e trovare gente fu una vera impresa, ma alla fine ci riuscimmo. Ricordate il periodo della "Chiamata alle Armi"? La "Chiamata" era stata fatta dalla IAS [Associazione Internazionale degli Scientologist] e il reg della IAS era niente di meno che Jeff Pomerantz, il quale si presentò alla nostra cena e la trasformò in un event di vendita della IAS. Pomerantz doveva essere veramente disperato in quel momento, era decisamente misemotivo e umiliò il presidente del nostro Comitato OT e la moglie, gli unici due Patroni [21] presenti, perché lei aveva addosso uno di quei braccialetti OT venduti dalla chiesa, ma i due "maiali" non volevano scucirgli un soldo. Fu una serata veramente orribile. Alla fine l'ED dell'org chiese se potevano donare alla IAS i fondi che avevamo raccolto per rinnovare l'org, eravamo in trappola e annuimmo storditi. Dopo di che rinunciammo a restaurare i locali. Circa in quel periodo avevo già fatto OTV e, per due volte, il FPRD [False Purpose Rundown - Rundown dei Falsi Scopi]. Su quelle azioni avevo avuto buone vittorie e uno dei due FPRD mi aveva veramente pompato. Adesso ritengo che non avrebbe dovuto essere ripetuto ma sfortunatamente me lo fecero rifare. Ma per quanto riguardava gli affari andava tutto bene, ci stavamo espandendo e finanziariamente ce la cavavamo bene. Veniamo al 1992-93, i giorni della crisi tedesca. I reg della IAS telefonavano con estrema regolarità. Accettammo di diventare Patroni, ma volevano l'assegno immediatamente! 40.000 dollari americani sull'unghia! «No, non ve lo possiamo dare adesso». Dovevamo prima postularli e poi guadagnarceli. Non riuscirono mai a capire, o semplicemente non volevano farlo, che prima i soldi andavano guadagnati. Mi telefonavano di continuo, a tutte le ore del giorno e della notte per "brifarmi", parola gergale che indica la loro strategia di raccontarmi un sacco di notizie cattive e allarmanti, cose terribili che gli SP [Persone Soppressive] stavano facendo agli scientologist tedeschi, poi mi dicevano che per far cessare quegli attacchi dovevo pagare SUBITO. Erano incessanti. Cercai di mantenermi fermo nella mia decisione perché avevo scoperto che giocando il gioco di postulare il guadagno dei soldi per loro e per me, gli affari stavano crescendo. In pochi anni acquistammo due quote Patron e una quota Cornerstone [22], oltre che finanziare molte attività locali. Ma qualcosa stava andando storto. Il telefono squillava incessantemente con continue richieste di soldi da altre entità Scientology. La Sea Org arrivava a casa mia non invitata, ricordate la lezione che avevo imparato? Era giunto il momento di metterla in pratica. A un certo punto tenemmo una riunione di crisi sul lavoro perché una commessa importante non ci era stata pagata. Avevamo aperto al cliente un nuovo conto ma era in situazione di stallo. Alla riunione era presente anche un reg della IAS, quasi che fosse un dirigente della nostra azienda anche lui presente per risolvere la crisi, «come mai in questi mesi i pagamenti sono a rischio, e che cosa intendete fare?». Fu una scena strana, guardavo questo tizio che sembrava davvero ritenersi in pieno diritto di partecipare alla nostra riunione di lavoro, quasi che l'azienda fosse anche sua, e sembrava anche pensare di rivestire un incarico elevato. Mi guardava come se non avessi il diritto di chiedergli di andarsene. Se la cosa non fosse stata così scocciante sarebbe potuta essere divertente. Un'altra sera arrivò a casa mia un reg SO [Sea Organization] della IAS con il suo cappellino da marinaio e non sembrava intenzionato ad andarsene senza i miei soldi. Era ora di andare a dormire e non voleva ancora schiodarsi. Così presi il suo cappello, uscii dalla porta e lo posai in bilico sulla ringhiera della veranda, stavo quasi per lanciarglielo lontano se proprio in quel momento non fosse uscito per recuperarlo. A quel punto mi girai velocemente, rientrai in casa e chiusi la porta. Andai a dormire mentre lui continuava a bussare. Dopo quella sera le molestie subirono una escalation. In seguito cominciai a sentirmi braccato, ricevevamo centinaia di telefonate che non accettavano un «no» come risposta. Fu veramente terribile. Si era sparsa la voce che eravamo tizi generosi così c'erano sempre decine di progetti Scientology affamati di donazioni. La IAS, il consiglio di ABLE, la disseminazione planetaria, i restauri delle org, la campagna per le biblioteche, l'unità di traduzioni, la preservazione della tech, la commissione per la scuola Scientology, il CCHR, l'edificio del Super Power, il Narconon, la campagna della Via della Felicità ecc. ogni attività aveva la sua squadra di reg maniacali a caccia dei tuoi soldi, vincere o morire nel tentativo, e la cosa cominciava a diventare ingiuriosa. Quando si faceva davvero difficile convincere il "super reg" di turno affamato dei nostri soldi che non ce ne saremmo liberati tanto facilmente, allora la mettevano sul personale fino a che non perdevamo la pazienza. Allora cercavano di attaccarci e di scrivere KR [17] contro di noi, raccomandavano verifiche di sicurezza o di escluderci dai livelli OT. Quelle tattiche cominciavano a turbarmi parecchio e presi a rispondere in modo sempre meno educato. Volarono parecchi vaffanculo, con telefono riattaccato sul muso. Poi dovetti sottopormi ad alcune verifiche di sicurezza e maneggiamenti di etica, evidentemente il mio comportamento non era accettabile ed avevo accumulato diversi KR. Capitolai visibilmente ma dentro di me decisi proprio lì, durante una seduta di confessional, che il mio amore per la Chiesa di Scientology era finito. Sono sicuro che non si era il risultato sperato dal C/S e dall'auditor di Flag. Ero irritato dal fatto di dover pagare centinaia di dollari all'ora per un tipo di auditing che essenzialmente era una punizione per essermi difeso e, peggio ancora, un metodo per spezzare le mie resistenze. Decisi così di sospendere tutte le donazioni, neppure più un solo singolo dollaro, ma dovevo farmi furbo. Avevo già imparato che non avrebbero continuato a perdere tempo a reggiare chi era un "no sicuro". Dovevo semplicemente aspettarli al varco. Per cui sopportai diversi e lunghissimi cicli rifiutando sempre di abboccare ma senza mettergli fretta, come se nonostante per me fosse una cosa lunga la tirassi ancora più lunga per loro. Quella era una tattica che usavano spesso: guerra di logoramento, cicli di regging infiniti che si protraevano per tutta la notte in modo che la persona crollasse e pagasse. I reg arrivavano in squadra, erano esperti nel farti pensare che se tu avessi interrotto o lasciato il ciclo sarebbe stato un tuo fallimento, che avrebbe inibito la sua abilità di vero OT. Bene, anche io potevo giocare alla pari. Ed era anche orribilmente piacevole. Alla fine, dopo diverse di queste interviste che finivano in un nulla di fatto, il telefono cominciò a calmarsi anche se ci volle un po' prima che la voce si spargesse. Un altro risultato fu che il nostro nome venne infangato, nessuno dei miei vecchi amici SO si interessava più a noi, ci sentivamo come paria e penso che volessero proprio farci sentire in quel modo. Devo dire che fare una qualsiasi donazione alla Chiesa di $cientology è come lasciar gocciolare sangue in una vasca di squali: è un'attività molto pericolosa. Avevo iniziato OT VII, il santo graal dei "Livelli pre-OT", nel 1993. Mia moglie mi aveva seguito nel 1996 e poco dopo era uscita la GAT, cioè la Età d'Oro della Tecnologia; la GAT era stata preannunciata come un modo nuovo di addestrare alle tecniche di Scientology, era stata sviluppata da David Miscavige e trovava ben poco fondamento nelle scritture di Hubbard. In quel periodo stavo lottando per arrivare finalmente a OT VIII, livello che ritenevo necessario fare, ma l'applicazione delle procedure di Solo NOTs [OT VII] mi lasciava un senso di oppressione e non avevo vittorie. Ero sul livello ormai da tre anni ed era dura mantenere l'entusiasmo dell'inizio. Ma non sapevo che sarebbe diventata ancora più dura. Con l'uscita della GAT fummo ancora obbligati a recarci a Flag ogni sei mesi, come si faceva prima, ma adesso si chiamava "aggiornamento" anche se il termine era inappropriato: infatti non si faceva alcun aggiornamento. Si faceva invece una lunghissima verifica di sicurezza sullo stile del FPRD, cosa completamente "out tech" in quanto si trattava di un rundown consegnato dentro un rundown. A peggiorare le cose, a volte prima di iniziare il ciclo dovevamo attendere anche due settimane perché non c'erano mai auditor a sufficienza, per cui un "aggiornamento" poteva durare anche un mese, tempo che consisteva prevalentemente di attese e del temuto FPRD. Riuscite a immaginare di recarvi all'altro capo del mondo per fare un servizio obbligatorio dai costi astronomici, un servizio che nessuna persona sana di mente farebbe di sua spontanea volontà, e poi sentirsi dire di aspettare mentre a casa famiglia e lavoro richiedono la vostra attenzione? Di solito ci facevano fare anche delle sedute in cui il nostro meetering veniva registrato su computer e appaiato al video della session. Le prime volte fu davvero stressante ma poi cominciammo ad affrontarlo con tranquillità. Tutti gli errori venivano corretti e se si trattava di errori di meetering facevi un'altra seduta e così via. Ho conosciuto un poveretto che ha sopportato questa giostra per un mese. Sia io che mia moglie facemmo molti "aggiornamenti", nei 15 anni in cui sono stato sul livello credo di averne fatti più di venti. Parte della procedura per lasciare Flag al termine di un'azione consiste in una "storia di successo" obbligatoria, non puoi andartene senza averne scritta una buona e non scriverla non è contemplato. Se lo si facesse si finirebbe come minimo su un ciclo di cose identiche, ulteriori confessional, chiarimenti di parole ecc. Naturalmente significa anche ulteriore tempo e denaro per cui oltre alla visita dolorosa... lo spirito di sopravvivenza impone di trovare, rivangare o creare una "vittoria", scriverla e ottenere un F/N [23] dall'esaminatore. Divenni molto disinvolto in questa operazione, naturalmente tutte le storie dei miei "aggiornamenti" erano stiracchiamenti di "pubbliche relazioni" che avrebbero messo in imbarazzo qualsiasi esperto americano di marketing, ma mentre ero seduto con le lattine in mano mi concentravo per crederci. In privato ne scherzavo con gli amici di Flag: «Qual è il miglior rumore al mondo?», «Quello che fa la fibbia della cintura di sicurezza del sedile dell'aereo che decolla dall'aeroporto di Tampa!» [24]. Odiavo davvero quei viaggi e li affrontavo con truce determinazione, volevo che terminassero nel minor tempo possibile. Avevo conosciuto persone rimaste inchiodate su un "aggiornamento" per due o tre mesi, con altissimi costi personali. Una volta arrivato a Flag eri alla totale mercé dell'org e se qualcuno sulle linee riteneva che tu non fossi all'altezza della sua idea di ciò che dovrebbe essere un public su "Solo NOTs", allora dovevi restare lì fino a che non ti avessero reso tale. Se te ne andavi senza autorizzazione non solo rischiavi di "giocarti la tua unica chance per l'eternità" ma anche una "dichiarazione di Persona Soppressiva". Non era da farsi. Durante un viaggio a Flag non potei fare a meno di notare che sulla rampa davanti alla lobby del Sandcastle [25] c'era un vecchio materasso sporco, gettato lì, a terra. Era lì quando ero arrivato, e c'era ancora il giorno dopo al mio risveglio per cui chiesi a che cosa servisse. Mi dissero che Kristie Alley temeva che le due colombelle nel nido sull'albero potessero cadere e farsi male. Mi sembra giusto. Per cui il personale dell'hotel aveva piazzato il vecchio materasso proprio lì, davanti al doppio portone dell'albergo. La Alley li aveva anche convinti a portare in camera sua ogni sera i due uccellini in modo da assicurarsi che fossero al sicuro, per poi ritornarli al nido e alla madre il mattino dopo. E ciò spiegava la scala a pioli appoggiata al muro a fianco dell'ingresso. Mi domandavo se li stesse allevando per mangiarseli, ma evitai di chiederglielo. Ero un membro del Comitato OT di AOSH ANZO e arrivò l'ordine di portare almeno 200 persone sui livelli "Solo"... pura fantasia naturalmente, visto che le linee di produzione delle org inferiori non sfornavano molti Clear. Non ho idea di quanti ne facessero, ma credo che le org di Classe V ne producessero una manciata all'anno, e i Clear presenti sul campo erano generalmente in rottura di ARC [15]. Il nostro compito consisteva nel "maneggiare" la situazione e convertirli in scientologist "on source" [in regola con i dogmi del gruppo], "studiati"; in breve trasformarli in "pubblico pagante" per l'Org Avanzata. Ci diedero perciò l'elenco dei nomi di tutti quelli che lo staff non riusciva a "maneggiare", nonostante ci avesse lavorato sopra per un po'. Era un compito duro e non riuscimmo nemmeno ad avvicinarci al target di produzione richiestoci. In seguito sentii dire che il nuovo Capitano aveva cercato di reclutare altri scientologist del campo per gestire il Comitato OT perché noi avevamo fallito la missione. Ve ne parlerò in seguito, il Capitano si chiamava Elaine Allen. L'altra attività che ci chiedevano spesso di fare come Comitato OT era il "call in" [telefonate] per gli event. La cosa divertente è che io personalmente aborrivo la stagione degli event, visto lo squillo incessante del telefono... che avessimo confermato o meno la nostra presenza, il telefono suonava anche 20 volte al giorno. Chiedermi di prendere parte a questa palese forma di molestia mi spinse a sviluppare una forma di arte, cioè la "non compliance" [non conformità] al Comitato OT. Un paio di suoi membri cercò di spiegare al Capitano che forse un numero maggiore di telefonate non era la risposta giusta alla mancanza di persone, provarono a farle presente quante telefonate stavano già ricevendo, ma lei li trattò come se stessero mentendo all'unico scopo di diffondere entheta [26]... fu surreale. |
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