Introduzione
Il tema della trasmissione era il fenomeno in ambito religioso conosciuto come "doppia
appartenenza", riscontrabile ad esempio in quelle persone che, pur dichiarandosi Cattoliche,
accettano e praticano dottrine incompatibili con il Cristianesimo.
Tra gli altri è intervenuto un ex appartenente alla Chiesa di Scientology,
che ha esposto il suo caso descrivendo il travaglio interiore derivatogli dall'affiliazione
alla multinazionale. I rappresentanti di Scientology lo avevano rassicurato sul fatto
che l'appartenenza alla loro organizzazione non era in alcun modo in contrasto con
la sua fede Cattolica.
[1]
L'intervento della Dott.ssa
Di Marzio del
GRIS
Roma era incentrato sulla sofferenza e i possibili danni psicologici causati ad
un certo numero di persone dall'appartenenza a questa organizzazione, e sulle informazioni
che Scientology diffonde sulle sue pubblicazioni, a proposito di una rilevante problematica
come quella della "manipolazione mentale".
Martini
Intervento
Buonasera a tutti. Vorrei fare un breve commento: dunque, se ho capito bene il racconto,
questa persona ha frequentato questa organizzazione per circa due anni, e poi ha spiegato
che per uscirne fuori completamente ne ha impiegati circa tre o quattro, naturalmente
con un certo travaglio di tipo spirituale e psicologico. Io vorrei dire questo: che
il caso di questa persona in un certo senso mi rallegra, perché diciamo che
in un certo senso si è concluso abbastanza bene, a parte ciò che questa
persona ha perduto dal punto di vista finanziario, cioè quanto non gli è
stato evidentemente restituito, e soprattutto quello che si è ritrovato dopo
questo tipo di esperienza, e quanto abbia sofferto prima, quando cercava di inserirsi
pienamente in questa organizzazione e quindi tenere, diciamo così, i piedi
in due staffe, nella Religione Cattolica e nella Chiesa di Scientology. E quanto ha
sofferto dopo con la disillusione che ne ha avuto, e col lungo cammino che ha dovuto
fare per liberarsi, evidentemente, perché se sono stati necessari tre o quattro
anni di sofferenze, evidentemente a questa persona erano stati inculcati, aveva dentro
di sé dei condizionamenti che lentamente ha dovuto superare.
Ecco, io sono a conoscenza anche di altri casi che invece purtroppo non si sono conclusi
in questa maniera, nel senso che purtroppo le persone sono andate via dalla Chiesa
di Scientology e non hanno più ritrovato la fede, la loro fede, e attualmente
ancora dopo anni vivono in una condizione di sbando, sia dal punto di vista psicologico
che spirituale. Alcuni hanno anche subito, proprio in seguito a queste pratiche che
vengono effettuate nell'organizzazione, dei "danni" a livello psicologico dai quali
non riescono a risollevarsi, perché hanno rivissuto dei traumi personali, durante
quelle famose sedute, che poi non sono stati però poi riaccolti, cioè
non sono stati aiutati a ritrovare se stessi pienamente, e a rivivere serenamente
quei traumi, cosa che può fare una persona che è ovviamente specializzata
nel campo della psicoterapia, e che ha studiato, lavorato, e ha fatto pratica per
anni per poter aiutare le persone che hanno questi problemi.
Per cui ecco, il primo commento che mi viene è questo: che dispiace che in
molti altri casi le cose non siano andate così, e questa è una prima
cosa. Poi volevo anche sottolineare un certo tipo di informazione che viene diffusa
proprio dalla Chiesa di Scientology: per esempio recentemente è stata pubblicata
su Internet la rivista
"Diritti
dell'Uomo" che, cito, viene definita "informazioni e inchieste di interesse pubblico
edite dalla Chiesa di Scientology". In questa rivista si parla delle attività
di questa chiesa in favore della libertà religiosa in tutto il mondo, ma in
particolare in questa rivista, cioè nei "Diritti dell'Uomo", si parla della
libertà religiosa in Italia. Viene descritta una marcia che è stata
effettuata in diversi paesi e anche in Italia, proprio per sollevare questo problema
del diritto alla libertà religiosa. Problema che ovviamente sentiamo tutti,
e che condividiamo pienamente, perché il diritto alla libertà religiosa
è un diritto inalienabile di ogni persona umana. In questa rivista c'è
un articolo intitolato "Bilancio positivo per l'Italia alla Conferenza Internazionale
sui Diritti Umani", e si parla qui di una conferenza dell'OSCE, cioè dell'organizzazione
per la sicurezza e la collaborazione in Europa in cui si sono trattati questi temi,
quindi anche i temi della libertà religiosa. Questa organizzazione ha la funzione
di preservare la stabilità e i diritti umani, assicurandosi che il trattato
di Helsinki, che è uno dei principali trattati in materia di diritti umani,
sottoscritto nel 1975 e poi ratificato, venga rispettato. Tra i vari temi viene affrontato
anche quello della libertà religiosa.
In questo giornale, in questo articolo, il sottotitolo è "fazioni anti-religiose
in Italia tenute a bada dalla vigilanza dei cittadini".
[2] Cioè
si afferma, leggo una frase: "nel nostro paese non mancano agitatori dell'intolleranza".
Si fanno alcuni nomi di persone, si nomina l'Associazione per la Ricerca e Informazione
sulle Sette, l'ARIS, alcuni personaggi di questa associazione, e poi viene portato,
viene praticamente affermato, che questi personaggi, definiti con questa terminologia
"ANTI-SETTE", questi personaggi vorrebbero, secondo il giornale che sto leggendo,
"persuadere i legislatori italiani addirittura a ritornare al vecchio reato di plagio
che è stato abolito in Italia", e questo perché questi, tra virgolette
sempre "anti-sette", vorrebbero riportare in auge il concetto di "lavaggio del cervello",
che sarebbe stato definitivamente eliminato dal novero dei concetti scientifici.
Per avvalorare questa tesi, il giornale "Diritti dell'Uomo" cita un pronunciamento
dell'
American Psychological Association [APA] dell'11 Maggio '87 che comportò
il rifiuto di un rapporto steso da una commissione guidata dalla Dott.ssa Margaret
Singer e da altri personaggi che avevano studiato il fenomeno del "controllo mentale"
e della persuasione coercitiva nei gruppi religiosi e pseudo-religiosi. Questo comitato
dell'
American Psychological Association doveva, diciamo così, dare una
valutazione su questo rapporto, anche alla luce di alcuni casi giudiziari che si presentavano
nei Tribunali dove alcuni movimenti religiosi venivano accusati di aver fatto il
cosiddetto "lavaggio del cervello" ai loro membri. In questo caso erano soprattutto
famiglie che volevano essere risarcite dei danni subiti, perché secondo loro
questi gruppi religiosi avrebbero, tra virgolette, fatto il "lavaggio del cervello"
ai propri figli.
[3]
Ora il giornale dice che fin dall'87 questa Associazione avrebbe dichiarato che il
"controllo mentale", la persuasione coercitiva non esistono, quindi affermare queste
cose va contro quello che ha detto un'autorevolissima associazione. A un certo punto
dice: "La Singer e i suoi devoti italiani del plagio hanno cercato di dimostrare
che l'APA", cioè questa grande associazione americana di psicologi, "non intendeva
dire quanto affermato. Comunque il messaggio è stato ripetuto così tante
volte che non vi possono essere dubbi: l'idea della persuasione coercitiva o plagio
da parte delle religioni è in se stessa un concetto fuorviante". Ecco, io leggendo
questo articolo ho pensato: ma chi saranno mai questi devoti italiani del plagio?
Devoti italiani anche di questa dottoressa? Effettivamente ho pensato che forse c'è
qualche riferimento a me stessa e ad Alberto Amitrani, perché gli unici che
hanno fatto uno studio, una ricerca riguardo a questo documento famoso dell'87 siamo
noi due, che abbiamo approfondito questo tema e abbiamo trovato questo famoso documento
nel quale l'associazione, dopo aver rifiutato il rapporto, affermava anche che l'
American
Psychological Association non aveva abbastanza informazioni per prendere una
posizione definitiva sulla questione del "lavaggio del cervello" o "controllo mentale"
nei Nuovi Movimenti Religiosi.
[4]
Quindi la conclusione realistica di tutta questa vicenda non è che in Italia
ci sono devoti di Margaret Singer, o persone che vogliono ritornare a mettere nel
nostro codice penale il reato di plagio ormai definitivamente abolito. La conclusione
è semplicemente questa: che questa grande Associazione
non ha mai preso
una posizione definitiva sulla questione, tant'è vero che ancora molte
ricerche dovranno farsi, ed essa stessa le promuove.
Seconda cosa, nessuno chiede di creare nuovi reati perché si vuole annientare
la libertà di religione, questo non è mai stato né detto né
scritto, almeno per quanto io ne so e per quanto io stessa ho detto e scritto. Semplicemente
noi ci poniamo un problema, e la storia della persona che ho sentito poco fa lo pone
a tutti noi. Cerchiamo di fare in modo che la religione, il sentimento religioso delle
persone, diventi un qualcosa che aiuta a costruire l'uomo, che lo rende felice e che
realizza i valori umani fondamentali. Se avviene questo, non c'è assolutamente
intolleranza, non c'è "lavaggio del cervello", non c'è "controllo mentale",
non ci sono queste metafore, nessuno ne parlerà mai. Noi ci poniamo problemi
soltanto quando ci troviamo di fronte a persone che invece, a causa di certe tecniche,
di certe attività e di certe pratiche si trovano a soffrire. E allora ci chiediamo:
cosa è accaduto in quel gruppo religioso? C'è stato qualcosa che forse
non ha rispettato completamente questa persona? E allora noi ci domandiamo questo
e andiamo alla ricerca della verità.
Per cui, concludendo, volevo dire: non vogliamo l'intolleranza, noi siamo persone
di fede, siamo credenti, sarebbe sciocco da parte nostra, da parte dei cattolici,
dei cristiani, degli ebrei, dei musulmani, di chiunque abbia una fede, lavorare per
l'intolleranza religiosa, perché sarebbe un lavorare contro se stessi. Noi
vorremmo soltanto che la religione fosse un aspetto dell'uomo, un modo di vivere,
di sentire e di credere che promuove l'uomo e i valori umani, e che non lo distrugge,
non lo rovina, non lo fa soffrire, non gli rende la vita impossibile. Noi vorremmo
questo, e per questo credo che dobbiamo lavorare.
Note
[1] Sulla compatibilità fra Scientology e il Cattolicesimo,
vedi l'
articolo Hubbard, la croce di Scientology e Aleister
Crowley.
[2] Il brano pubblicato sull'organo di stampa della multinazionale
appare seguire le linee strategiche generali adottate dal management dell'organizzazione,
il quale invoca la protezione delle garanzie accordate alla religione per ciascuna
attività nella quale è coinvolta. Scientology presenta regolarmente
se stessa come una "minoranza religiosa perseguitata" esclusivamente per le sue credenze
di natura religiosa, e non al contrario soggetta a riserve e maggiori controlli a
seguito di condanne subite in tribunale per l'accertata commissione di attività
illegali in campi che esulano dalla sfera religiosa. Per una nota esaustiva sull'argomento,
vedi
qui.
[3] Per un'ampia discussione su queste tematiche, vedi la
pagina Il fenomeno delle Sètte.
[4] Nella sezione di cui alla Nota precedente, vedi la parte
denominata "Controversie" a proposito delle teorie sul
Controllo Mentale.