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Scientology e "disconnessione" forzata: verità o fantasia dei critici?

Considerazioni e testimonianze personali tratte da www.scientologydisconnection.com.

Traduzione a cura di Martini, dicembre 2008.

 
Analisi: In che modo la Chiesa di Scientology spiega la disconnessione

Quando un portavoce della Chiesa di Scientology sostiene che la “disconnessione forzata” non viene praticata citerà riferimenti pubblicati dalla chiesa stessa, dei consigli suggeriti quando un membro di Scientology ha problemi con qualcuno. Eviterà di informare la stampa o il lettore del fatto che esistono altri esempi in cui la “disconnessione forzata” è davvero praticata, e con veemenza.

Esistono infatti DUE istanze (e non una soltanto) che potrebbero avere come risultato la disconnessione forzata:

  • quando un membro sta sperimentando problemi e potrebbe avere intorno un antagonista che gli causa difficoltà;

  • quando un membro viene espulso dalla Chiesa di Scientology e “dichiarato persona soppressiva (SP)”, e altri seguaci si tengono in contatto con lui/lei, cioè con la cosiddetta “SP” (oppure quando la Chiesa di Scientology ritiene che un contatto possa essere estremamente problematico per Scientology e desidera che tale contatto venga isolato/disconnesso prima che possano risultarne guai seri).
Riassumendo, ci sono persone che (potenzialmente) rappresentano guai per l'individuo e altre che (potenzialmente) rappresentano guai per la Chiesa di Scientology. La prima istanza è quella che il portavoce della Chiesa di Scientology citerà immediatamente. Ma dimenticherà opportunamente di citare la seconda, poiché può causare imbarazzo e rappresentare una auto-accusa.

Prendiamo il primo esempio che ho fatto: quando il seguace incontra problemi nella vita di tutti i giorni avrà un colloquio con un membro dello staff della Chiesa di Scientology (Ufficiale di Etica) il quale potrebbe aiutare a scoprire che i problemi gli derivano da un individuo che ha intorno. Potrebbe essere un parente antagonista, il capo ufficio, il vicino di casa o chiunque altro. Il primo passo è scoprire chi è la persona che “sta provocando” i problemi sperimentati. Il passo successivo consigliato dall'Ufficiale di Etica è “maneggiare o disconnettere”. Per “maneggiare” si intende cercare di appianare o smussare con la comunicazione la situazione di antagonismo. Se il “maneggiamento” non risolve i problemi allora si usa la “disconnessione”. A quel punto il seguace disconnetterà dalla fonte antagonista troncando ogni comunicazione. Le direttive scritte della Chiesa di Scientology suggeriscono che, in caso si tratti di familiari, venga usato il “maneggiamento” e non la “disconnessione”, ma non si esclude la possibilità che la soluzione corretta possa essere quest'ultima, e non si esclude la possibilità che l'Ufficiale di Etica della Chiesa di Scientology convinca il seguace che si dovrebbe usare la disconnessione.

Vediamo ora il secondo esempio: quando qualcuno viene espulso, o se quel qualcuno comunica pubblicamente che se ne sta andando (e se ne va) la Chiesa di Scientology lo dichiarerà “persona soppressiva (SP)”. Per “dichiarazione” si intende la stesura di un documento pubblico su carta gialla e rifiniture dorate. Questa “dichiarazione” verrà inviata ad ogni organizzazione della Chiesa di Scientology e sarà appesa nella bacheca di ogni organizzazione di Scientology con cui l'individuo ha avuto rapporti. I membri di Scientology che intrattenevano rapporti con la persona ora “dichiarata” verranno invitati nella loro locale chiesa di Scientology per leggere tale documento, e consigliati a disconnettere da lei. In questo caso non viene mai contemplata l'opzione “maneggiare”, si può soltanto disconnettere. Non esistono altre possibilità. Anche nel caso in cui la persona dichiarata sia un familiare non esistono opzioni alternative, si deve disconnettere.

Nel caso di questo secondo esempio, se il seguace rifiuta di disconnettere verrà a sua volta espulso dalla Chiesa di Scientology. E poiché la maggioranza di seguaci di Scientology si è circondata di altri scientologist (familiari, amici, colleghi, posto di lavoro ecc.) e crede che Scientology sia l'unica strada verso la salvazione eterna, rischiare l'espulsione rappresenta una minaccia particolarmente pesante alla propria vita e vitalità.

Il portavoce della Chiesa di Scientology non citerà mai questo secondo scenario poiché è veramente imbarazzante. Innanzitutto perché non piace dover ammettere che c'è gente che se ne va, e poi perché convalida ciò che si dice da decenni, cioè che la Chiesa di Scientology invita i suoi seguaci a troncare i rapporti con gli altri, ivi compresi i familiari.

Poiché per essere dichiarati “persona soppressiva” potrebbe essere sufficiente lasciare pubblicamente la Chiesa di Scientology, chiunque se ne vada e abbia dentro i familiari si vedrà “disconnesso” da loro. E' per questo motivo che tanti si mantengono in disparte e non dicono ai propri familiari di essersene andati (quanto meno mentalmente). “Fingono” di continuare ad essere membri della Chiesa di Scientology ma non fanno più nessun servizio o addestramento, e non partecipano alle sue attività. Occasionalmente, nel corso degli anni, acquistano magari un libro o una conferenza registrata, ma in realtà hanno preso le distanze senza dirlo a nessuno. In questo modo possono continuare a mantenere contatti con i familiari.

La Chiesa di Scientology cercherà indubbiamente di screditare me e la mia analisi. Tuttavia voglio lasciare al lettore qualche prova. Ho preso tre versioni diverse di un libro della Chiesa di Scientology intitolato “Introduzione all'Etica di Scientology”: una del 1979, una del 1989 e una del 1998. Non ho a disposizione la versione più recente (2007) ma i tre libri citati coprono un periodo di 28 anni (più della metà della vita della Chiesa di Scientology), cioè non si tratta di un piccolo periodo di tempo o di un ritaglio di informazione, si tratta invece di tre decenni di politica della Chiesa di Scientology che impone la disconnessione.

I capitoli che ho scelto riguardano “Alti Crimini, Atti Soppressivi”. Gli atti soppressivi sono i crimini più alti contemplati dalla Chiesa di Scientology. Se si commette una di queste azioni si diventa passibili di “dichiarazione di persona soppressiva”, di espulsione dalla Chiesa di Scientology e di vedersi disconnessi da chi sceglie di restare in Scientology, si tratti di familiari, amici o soci in affari.

Dalla versione 1979 di “Introduzione all'Etica di Scientology”, pag. 52 [versione in inglese, N.d.T.]

  • Annunciare che si lascia Scientology (non perché si lascia una organizzazione, un luogo, una situazione o per causa di morte);
  • Adesione continuata a un gruppo pronunciato “Gruppo Soppressivo” dall'Hubbard Communication Office;
  • Aiutare o favorire una persona manifestamente colpevole di Atti Soppressivi;
  • Adesione continuata a un gruppo divergente.
Dalla versione 1989 di “Introduzione all'Etica di Scientology”, pagg. 209 e 210 [versione in inglese, N.d.T]:
  • Associazione continua ad un gruppo dissidente;
  • Adesione continua ad una persona o gruppo dichiarato persona o gruppo soppressivo da HCO;
  • Mancato maneggiamento o sconfessione e disconnessione da una persona manifestamente colpevole di atti soppressivi.
Dalla versione 1998 di “Introduzione all'Etica di Scientology”, pag. 296 [pag. 326 ediz. Italiana N.d.T]
  • Appartenenza continua a un gruppo divergente;
  • Adesione continua a una persona o a un gruppo che sono stati dichiarati una persona o un gruppo soppressivo da HCO;
  • Mancare di occuparsi di, o ripudiare e disconnettere da una persona che è, in modo dimostrabile, colpevole di atti soppressivi.
Ciò che sto cercando di evidenziale è che viene ritenuto atto soppressivo anche il continuare a frequentare chi sia già stato dichiarato “persona soppressiva” dalla Chiesa di Scientology, e la frequentazione continuata esporrà al rischio di essere a propria volta “dichiarati” e di subire la disconnessione. In Internet, si possono rivenire numerosi racconti di disconnessione. Ho letto personalmente numerose “dichiarazioni di persona soppressiva” emesse dalla Chiesa di Scientology che “accusano” il soggetto ora dichiarato di avere avuto frequentazioni continuate con chi era già stato in precedenza “dichiarato”.

In altre parole, Tizio viene dichiarato; Caio continua a frequentarlo e viene a sua volta dichiarato; chiunque continui a frequentare Tizio e Caio viene dichiarato. Riuscite a vedere il circolo vizioso?

Per cui la prossima volta che leggerete che la Chiesa di Scientology NON pratica la disconnessione coercitiva e il suo portavoce citerà il “maneggiamento dei familiari”, ricordate che non vi sta raccontando le cose nella loro interezza.



Eccovi ora alcuni racconti di disconnessione tratti da: www.scientologydisconnection.com


Da Oshana, 15 ottobre 2008

Non sento mio fratello da oltre due anni. Ha disconnesso da me a causa della mia opposizione a Scientology.

Sono nata e cresciuta in Scientology. Me ne sono andata poco più che ventenne ma l'ho fatto in silenzio perché temevo la disconnessione. Fin da quando avevo 15 anni mio padre aveva cominciato a minacciarmi di disconnessione se avessi lasciato Scientology o se fossi stata “dichiarata”. Ho sempre ceduto alle pressioni familiari e ho tenuto per me le mie obiezioni.

Tre settimane prima di sposarmi mi scappò un commento negativo su Scientology con mio fratello. E scoppiò l'inferno. Mio padre informò me e il mio fidanzato che loro erano scientologist e che per loro era inaccettabile che io dicessi cose negative sull'argomento. Di nuovo mi minacciò di disconnessione – tre settimane prima del matrimonio e in un momento in cui le famiglie dovrebbero festeggiare e ritrovarsi.

Quella volta però non cedetti alle pressioni. Alla fine mio padre fece un temporaneo passo indietro, mi sposai e pensai che il peggio fosse passato. Poi un mese esatto dopo il matrimonio mio fratello mi informò che lui e i miei genitori avevano discusso una eventuale disconnessione da me, e stavano progettando di farlo se non avessi cambiato idea. Dopo molte lacrime e lunghe conversazioni, mio fratello mi inviò la seguente e-mail:

Non voglio che tu veda Scientology in una luce negativa. Se non ti va di guardarla in una nuova unità di tempo e vedere la verità temo che non vorrò più che tu faccia parte della mia vita. Ti voglio bene e ti auguro ogni bene ma se sei così testarda da non voler guardare ai fatti e paragonarli a ciò che tu credi siano i fatti, credo che tu ti stia comportando in modo folle e stupido. Quando deciderai di aprirti alla verità fammelo sapere e sarò al tuo fianco, ma fino ad allora non scrivermi e non telefonarmi poiché non desidero essere in comm con te se non farai alcuno sforzo. Tutto dipende da te.
Questa è stata l'ultima volta in cui l'ho sentito, e sono passati due anni. Mio fratello mi manca moltissimo e non so se lo rivedrò mai più.

Il rapporto con i miei genitori è teso, giusto per usare un eufemismo. E non ho molte speranze per il futuro, fino a che la mia famiglia sarà coinvolta con Scientology.

Oshana


Da Amber Bettenkeel, 12 settembre 2008

Quando ero bambina mio zio, sua moglie e la loro figlioletta entrarono in Scientology. Nessun altro parente lo fece, ma nel corso degli anni la scelta dello zio di essere scientologist fu accettata, e ai ritrovi annuali della famiglia non ci furono mai problemi.

A volte sentivo mia madre fare qualche vago commento rivelatore del fatto che lei riteneva Scientology una brutta cosa, ma non ebbi idea di quanto brutta fino a che la mia cuginetta (che adesso è una donna di 28 anni) non cominciò a crescere e fu chiaro che era intrappolata in Scientology. Invece di andare al college o all'università, o fare esperienze fuori da Scientology, ha trascorso quasi tutta la sua vita adulta chiusa in una proprietà di Scientology (essenzialmente in una stanza d'albergo) dove (l'ultima volta che l'ho sentita) si stava addestrando per fare carriera scientology come auditor.

I nostri parenti sono generalmente molto attivi, viaggi e sport avventurosi – montagna, vela, kayak, sport invernali, sub, parapendio solo per citarne alcuni – per cui quando cominciò ad essere evidente che mia cugina stava trascorrendo il fiore degli anni reclusa in un motel iniziammo a preoccuparci. Desideravamo che anche lei potesse avere la nostra vita felice e gioiosa, piena di avventure, e che fosse vicina a tutti noi. O che almeno avesse la possibilità di sviluppare e realizzare i suoi sogni fuori da Scientology. Invece ci è cresciuta dentro, per cui non ha mai avuto la libertà di prendere in considerazione altre possibilità.

Non solo è sempre vissuta in una stanza di motel (non ha nemmeno un appartamento suo) ma ha anche sposato un collega scientologist. La cosa potrebbe riempirle di gioia la vita, il problema è che non si vedono mai. Devono vivere separati e si vedono solo una volta ogni tanto.

Una delle mie zie ha parlato con mia cugina circa un anno fa e ha cercato con molta cautela di affrontare l'argomento della qualità della vita che stava conducendo. Mia zia era davvero preoccupata perché vuole molto bene a mia cugina, ma da quel momento lei ha interrotto ogni rapporto con tutta la nostra famiglia salvo, presumo, i suoi genitori.

Adesso mio zio scientologist ha scritto a mio padre chiedendogli di cambiare stile di vita e di diventare uno scientologist. In caso contrario avrebbe interrotto tutti i rapporti, cioè avrebbe disconnesso. Mio padre non era interessato a cambiare stile di vita, per cui mio zio ha detto al resto della famiglia che se avessero ancora permesso a mio padre di partecipare alle riunioni familiari lui non sarebbe più venuto. Nessuno voleva che mio zio disconnettesse, ma non potevano nemmeno accogliere la sua proposta. Per cui mio zio ha interrotto ogni contatto con i parenti anche se ritengo che parli ancora in privato con un paio di persone, ma non ne sono sicura.

Comunque sia, poiché quasi tutta la nostra famiglia non è mai entrata in Scientology ho dovuto condividere lo stesso grosso dolore di tante altre famiglie. Adesso, dopo aver letto tanto su Scientology, sono ancora più preoccupata per mia cugina e vorrei aiutarla, anche se so che probabilmente è inutile. Mi dispiace molto per lei. Fa paura pensare che sia così plagiata da vivere prigioniera volontaria di una setta. Che triste spreco di quella che sarebbe potuta essere una vita meravigliosa.

Non ho letto molti casi in cui i familiari sono riusciti a distogliere i propri cari da Scientology, ma sarei molto interessata a leggere questo tipo di storie perché potrebbero darmi un'idea su come poter liberare mia cugina.

Amber Bettenkeel


Da Susan Lentsch, 4 settembre 2008

Susan è una mamma che la Chiesa di Scientology tiene separata dalla figlia da 15 anni. Qualche tempo fa ha scritto una lettera alla portavoce della chiesa, lettera che ora viene riportata qui su sua richiesta:

Gentile Sig.ra Pouw,

Sono sicura che Lei è a conoscenza del fatto che l'11 marzo 2008 ho emesso un comunicato stampa intitolato “Mamma Orsa difende il suo cucciolo” in cui spiego nel dettaglio i miei sforzi affinché mia figlia Katherine venga a casa per trascorrere una vacanza con la sua famiglia. Nei quindici anni di appartenenza alla Sea Organization della Chiesa di Scientology mia figlia è venuta a casa soltanto una volta nel 1996, per una visita di tre giorni che e stata poi accorciata dalla chiesa a causa di una qualche ”emergenza”.

Quando autorizzai mia figlia, allora minorenne, ad entrare nella Sea Organization mi venne detto che i membri di tale Organizzazione hanno diritto a tre settimane di ferie l'anno. Infatti, nel contratto firmato da Katherine nel 1993 c'è scritto: “ 2. VACANZE: ... tre (3) settimane per ogni anno continuativo di lavoro come membro Sea Org...”. Ma questo non è mai successo.

A Natale 2004 a Katherine fu negato il permesso di partecipare a una riunione familiare in Minnesota con parenti che non vedeva da molti anni, alcuni dei quali non aveva più rivisto dall'infanzia. Dopo averle prenotato il viaggio e acquistato i biglietti aerei, Katherine mi informò che non poteva più venire. Per renderla in un qualche modo partecipe alla riunione mettemmo il telefono in vivavoce in modo che potesse augurare ad entrambi i nonni un Buon Natale, e lo fece piangendo e scusandosi per non poter essere lì con loro e tutti noi.

Ho cercato di essere paziente con la chiesa. Non ho mai obiettato al desiderio di Katherine di seguire i suoi principi e le sue credenze religiose e non ho obiettato quando ha voluto lavorare per la Chiesa di Scientology. Ma ho obiettato al continuo e sistematico isolamento di Katherine dalla sua famiglia. Io e Katherine abbiamo entusiasticamente progettato e discusso le nostre vacanze insieme molte volte, ma mai nessun progetto è andato a termine. Le telefonate con Katherine si sono via via diradate e a volte mi ritrovo a parlare con lei al telefono in presenza di altre persone che sono nella stanza con lei, e che non si sono mai identificate. Mia figlia sembra sempre meno se stessa e sempre più “ammaestrata” e cauta nelle sue risposte.

Negare a mia figlia normali comunicazioni con me e la possibilità di trascorrere vacanze con la sua famiglia è vergognoso. Lo scorso marzo sono giunta allo stremo delle forze e ho emesso un comunicato stampa su questa situazione. Ho posto un ultimatum: “Fate venire a casa mia figlia, la voglio avere seduta nel nostro salotto nel giro di due settimane o mi rivolgerò alle autorità e ai media”.

Dopo il mio ultimatum si è organizzato in fretta e furia un incontro tra me e mia figlia. Ho preso un aereo per Los Angeles e l'ho incontrata al J. Paul Getty Museum assieme alla sua “addestratrice” dell'Ufficio degli Affari Speciali, una donna di nome Beth. Rivedere mia figlia è stato meraviglioso, ci siamo abbracciate e abbiamo pianto. Katherine ha acquistato qualche cartolina al negozio del museo, e dietro ha scritto alcune note. Poi me le ha date:

Cara Mamma,

queste cartoline sono per ricordarti la nostra giornata assieme, per ricordarti che saremo sempre in comunicazione indipendentemente dalla distanza, per ricordarti che hai allevato una persona felice, sana e collaborativa, per ricordarti che ti verrò a trovare e per ricordarti che ti voglio bene!

Con tanto amore, Katherine.

In quell'occasione Katherine mi promise che sarebbe venuta presto a casa per una vacanza. Anche la sua addestratrice mi assicurò che si sarebbe data da fare affinché Katherine venisse a trovarci a Portland. Sembrava sincera e mi sono sentita tranquillizzata.

Il 30 aprile (2008) Katherine mi informò che stava per iniziare un “programma speciale” e che non sarebbe stato possibile risentirci fino a che non l'avesse terminato. Aggiunse che nel frattempo potevo parlare con Beth. Le chiesi che tipo di programma fosse, ma Katherine e Beth si rifiutarono di dirmelo. Il programma, che sarebbe dovuto durare quattro o cinque settimane, non è ancora finito.

Da allora sono trascorsi quattro mesi e non siamo molto più prossimi alla visita di Katherine di quanto non lo fossimo a marzo. Le mie stesse ferie sono iniziate e finite. Il mio compleanno è arrivato ed è passato, ma Katherine non è venuta. Il giorno del mio compleanno ho ricevuto dei fiori da Katherine, ma non mi ha telefonato. Ho invece ricevuto una telefonata da Beth, la sua addestratrice, che mi ha chiesto se avevo ricevuto i fiori e mi ha fatto gli auguri.

In agosto Katherin ha raggiunto un punto del suo programma in cui finalmente è stata autorizzata a parlarmi. L'ultima volta che ho parlato con mia figlia è stato in quell'occasione, a metà agosto. Al telefono mia figlia non era spontanea, non era la ragazza affettuosa che conosco ma sembrava tesa e rigida. Si è detta preoccupata del fatto che siccome io non sono più in Scientology allora forse non approvo quanto lei sta facendo come membro dello staff di Scientology. Mi ha chiesto di inviarle qualsiasi cosa critica sulla chiesa avessi letto (in modo che mi potesse “maneggiare” su ognuna di esse). Dovevo farlo, mi disse, come condizione irrinunciabile per venirmi a trovare.

Tutto questo è ridicolo. Innanzitutto non ho intenzione di trascorrere le preziose vacanze con mia figlia, con lei che discute di religione. Ho sempre rispettato la sua decisione di seguire Scientology e, come lei sa, sono io stessa una ex scientologist. Ho lasciato la chiesa per motivi miei, come è mio diritto. Il fatto che io e mia figlia abbiamo scelto percorsi religiosi diversi non deve avere conseguenze su nessuno e, francamente, non sono affari della Chiesa di Scientology. Molti genitori e figli si trovano in disaccordo su questioni religiose o politiche, o su un sacco di altre cose. Ma questo non influenza l'amore e il rispetto reciproco, e non è un motivo valido per vietare la comunicazione tra le parti.

Scientology predica che la comunicazione è il “solvente universale” e risolverà qualsiasi cosa. Ma in questo caso il principio non viene applicato. La comunicazione è stata negata. Pensate davvero che la fede di Katherine sia così fragile che il minimo contatto con la critica a Scientology potrebbe mandarla in frantumi? Se è così allora avete meno fiducia nell'intelligenza e nella forza di Katherine di quanto ne abbia io.

Volete sapere qual è la mia maggior critica alla Chiesa di Scientology? E' di avermi separata da mia figlia, e di avermi reso impossibile mantenere i rapporti stretti e affettuosi che sia io che Katherine desideriamo avere. Quella è la mia obiezione. E in che modo potrei essere “maneggiata” su questa obiezione? Facile. Date a Katherine le sue meritate tre settimane di ferie in modo che possa far visita alla sua famiglia. E' davvero così difficile?

Mai nella mia vita ho pensato che avrei dovuto sacrificare il rapporto con mia figlia sull'altare delle differenze religiose. Molte famiglie in tutto il mondo hanno differenze di carattere religioso e politico. Una famiglia unita e affettuosa non permette che tali differenze impediscano i rapporti reciproci.

Lei stessa, Signora Pouw, ha negato pubblicamente che Scientology disconnette le famiglie. Nel suo comunicato stampa del 14 gennaio 2008 ha affermato che «... molti familiari di scientologist non sono a loro volta scientologist. E come uno qualsiasi dei milioni di scientologist avrebbe potuto dire a Morton, se Morton glielo avesse chiesto, essi mantengono un rapporto affettuoso con la famiglia. In realtà la Chiesa consiglia sempre di appianare i turbamenti familiari – sia tra gli scientologist che con chi professa un'altra fede».

Belle parole. Un principio meraviglioso e politically correct. Ma la domanda è, Sig.ra Pouw, Lei è veramente disponibile ad attenersi a quelle parole? E' disponibile a metterle in pratica? Lei, come scientologist, è disponibile a mettere in pratica ciò che predica con tanta eloquenza?

Sono ancora a Portland in attesa dell'arrivo di mia figlia per le vacanze che sono state promesse sia a lei che a me.

La chiesa sostiene che la sua politica più importante è dare ciò che promette.

Lo farete, alla fine?

Distinti saluti,
Susan Lentsch

P.S. Sto inviando una copia di questa lettera anche a mia figlia in modo che possa leggere e comprendere come mi sento. Controllerò personalmente che l'abbia ricevuta.

Lettera alla figlia Ashley Young dal padre Antoine Young, agosto 2008

Questa lettera sincera è per mia figlia Ashley Brooke Young, nata il 21 febbraio 1990.

Ashley, probabilmente tua madre Joanna Wooley-Young ti ha detto che non esisto più, oppure che sono morto. Bene, se hai la possibilità di leggere questa lettera vedrai che non lo sono. Sono vivo e vegeto. Sì, tuo padre se la sta passando veramente bene in Michigan. Ho parlato una volta con tua madre, che aveva contattato mia moglie Lisa dopo che quest'ultima aveva risposto a una mail attraverso il sito Scientology Drug Addiction Helpline. Tua madre e mia moglie sono state in comunicazione quotidiana fino al giorno in cui ho chiesto dove tu fossi, in modo da poterti vedere, abbracciare e rispondere alle molte domande che potresti avere per me.

Mi è stato ordinato di allontanarmi da Scientology perché avevo le mie ragioni per ritenere che fosse uno spreco per la mia vita di marito e di padre. Tua madre potrebbe averti raccontato altre cose di me, ma se controlli le cause legali contro Scientology troverai che nel 1991 io ho vinto, e loro hanno perso. Non ho mai inteso danneggiare te o tua madre, ma da quando ho lasciato Scientology sto molto meglio. Tua madre scelse di restare e io non ebbi altra scelta se non accettare il suo desiderio, anche se ha significato distruggere il nostro rapporto e il nostro matrimonio e, come risultato, non ho più potuto vedere né te né lei. Ho dovuto sopportare moltissime cose senza avervi mai al mio fianco, ma poi ho trovato un porto sicuro qui in Michigan, vicino alla mia famiglia. Ashley, ti voglio bene e vorrei recuperare gli anni e i momenti persi a causa di questa “separazione”. Vorrei che trovassi il tempo per metterti in contatto con me in modo da poter conoscere tu stessa tuo padre, senza ascoltare chi dice cattiverie sul mio conto a causa della decisione che presi nel 1991. Ti voglio bene e continuerò a lottare per poterti vedere presto.

Ho il disperato bisogno di vedere mia figlia
Antoine J. Young


Da Sue Deutscher, 19 maggio 2008

Lo scorso 17 febbraio mia figlia ha disconnesso da me.

Non critico la chiesa per la sua politica sulla disconnessione. La scelta è stata unicamente di mia figlia. Mi ha detto di avere “scoperto” che io negli anni '80 ero stata “dichiarata”. Io non ne avevo la più pallida idea. Non mi importava allora e non mi importa oggi.

Negli anni '80 mi avevano detto che avrei dovuto disconnettere da Mike Goldstein, in caso contrario sarei stata dichiarata. Beh, nessuno ha il diritto di dirmi con chi posso o non posso parlare. Sapete che cosa scelsi di fare e non me ne sono mai pentita.

Perciò mia figlia avrà la sua libertà spirituale eterna in paradiso, io no. Ma almeno so che, se ne ho la possibilità, non lascerò mai che nessuno mi minacci con frasi del tipo: «Parlagli e perderai la possibilità di accedere a tutta la conoscenza dell'Universo». Che scemenze.

Anche se la chiesa mi considera una “persona soppressiva” non credo di avere mai fatto un solo singolo atto soppressivo nei confronti di mia figlia. Credo al contrario di averla aiutata molto.

Figlia, tutti noi dobbiamo convivere con le nostre scelte, e ti auguro ogni bene.

Sue Deutscher


Da Tory (Bezazian) Christman, 15 maggio 2008

Ho conosciuto mio marito, Harold Bezazian, mentre eravamo in Scientology. Nel 1974 vivevamo entrambi al Manor Hotel ed eravamo twin su un corso. Ben presto ci innamorammo e ci sposammo, e per 27 anni il nostro fu un matrimonio felice.

Però mentre ero “in” Scientology mi chiesero di aiutare l'Ufficio degli Affari Speciali (mi dicevano che era la loro squadra legale e di Pubbliche Relazioni, ma scoprii in seguito che giocavano anche sporco). Li aiutai come volontaria a fasi alterne per 20 anni (per un breve periodo fui anche membro della Sea Org, fui staff e feci un sacco di altre attività, tra cui salire il Ponte fino a OT VII, addestrarmi, e dare a Scientology vagonate di quattrini).

La mia storia è molto lunga da raccontare ma, in sostanza, dopo 30 anni mi svegliai e mi resi conto che si trattava di un GIGANTESCO IMBROGLIO e nel 2000 scappai letteralmente all'altro capo del paese. Volevo andarmene da Los Angeles (temevo per la mia vita perché avevo fatto parte della loto mafia internet top secret) e il mio proposito era di lasciare la città, capire bene che cosa dovevo fare e poi tornare e occuparmi di mio marito. Ma non mi fu possibile perché Scientology arrivò da lui prima di me e lo “presero per i coglioni”. E' come l'invasione degli ultracorpi. Quando tornai mi aveva piantata. Tutto ciò che riuscì a dirmi fu: «Mi hai lasciato». Gli risposi: «Non ho lasciato TE, ho lasciato una setta!» ma non ha funzionato. Alla fine abbiamo divorziato e anche se i voti che ci eravamo scambiati al momento del matrimonio erano di restare SEMPRE in contatto indipendentemente da, lui disconnesse completamente.

Dopo i salti di Tom Cruise sul divano di Oprah venni intervistata dalla CNN e da Inside Edition. In una delle due interviste dissi che avevo perso tutto quello che avevo guadagnato in 30 anni di vita, tutti gli amici e l'uomo che per 27 anni era stato mio marito. Questa cosa gli diede molto fastidio e mi chiamò per dirmi: «IO non ti ho mai lasciata, sei stata tu a farlo», oltre ad altre bugie sul mio conto. Alla fine mi resi conto che si trattava di un qualche “maneggiamento” di OSA e gli dissi: «Ascoltami bene, che una cosa ti sia ben chiara: a mia porta è sempre aperta, se vuoi puoi venire anche subito. Io non ho idea di dove tu viva, che lavoro tu faccia, e so che non mi parli. Per cui non dire che sono stata io a lasciarti, sei stato tu a lasciare me». Al che lui rispose: «Beh, io e mia moglie vogliamo solo essere lasciati in pace». Sua moglie?? Scoprii che si era risposato proprio in quel modo. Gli dissi che doveva pensarci prima. Riattaccò e due giorni dopo tutte le bugie che mi aveva scagliato addosso quella sera finirono sul loro sito di odio, RFW [Religious Freedom Watch] e le tirano fuori ad ogni possibile occasione. A proposito di quel milionario con cui dicono io abbia avuto una storia... se Harold Bezazian lo conosce gli dica di farmi uno squillo, sarebbe grandioso.

E quel Tommy Davis che dice alla CNN che “Non esiste disconnessione”. Che cosa ne pensate, Scientology? Siete diventati matti? Risposta: Sì, David Miscavige è diventato matto e voi gli state andando dietro.

Scientology è una bufala!. Smettetela! E Harold per cortesia, abbi il coraggio di farmi uno squillo e smettila di mentire su di me, smettila di credere alle loro bugie senza nemmeno avermi chiesto niente. Religione? Balle! Se qualcuno sa dove vive o lavora Harold Bezazian per piacere fatemelo sapere.

Tory Christman - Burbank, CA
Ex Sea Org, ex Staff,ex OT 7, ex auditor di classe IV, ex Senior Security Checker addestrata a Flag, ex auditor del False Purpose Rundown, ex volontaria di OSA per 20 anni, ex Direttore Esecutivo della Scientology Parishioner's league (diretta dal vice presidente di Scientology), ex OSA Int Top Secret Mafia – fino a che non ho scoperto che cosa facevano veramente, al che ho lasciato Scientology per sempre. Per avere pensato e parlato con la mia testa sono stata “dichiarata persona soppressiva” ed espulsa da Scientology.


Da “Enthetanonymous", 11 maggio 2008

Il mio migliore amico, dalla prima media e per i successivi 30 anni, è stato un tizio che chiamerò TreblA.

Era entrato in Scientology verso la fine delle superiori. Non finì mai il college, era convinto che Hubbard avesse tutte le risposte di cui aveva bisogno. Restammo amici anche se mi stufai presto dei suoi “amichevoli consigli” secondo cui avrei potuto trarre beneficio dal Corso di Comunicazione di Scientology.

Lessi tutto il libro Dianetics, trovandolo completamente privo di merito. Quando mi laureai mi fu ancora più chiaro che Dianetics era una scemenza, mancava totalmente di evidenza. Le conferenze di Hubbard sulle radiazioni erano completamente sbagliate, e i suoi discorsi sulla nutrizione erano parimenti pieni di errori. Nel corso degli anni ho letto anche “Una nuova ottica sulla Vita”, “Storia dell'uomo” e “Cos'è Scientology”, ho visto anche un paio di DVD che il mio amico mi ha prestato.

Lasciavo che il mio amico dicesse quel che aveva da dire e continuavo a rifiutare educatamente di entrare in Scientology. Alla fine fu evidente che era molto motivato a convincermi (dopo aver letto molto su quella dottrina, ora ritengo che il fatto che il suo migliore amico non fosse un seguace lo portasse ad essere incolpato di tutto: malattie, mancanza di “guadagni di caso” o chissà che altro, e che il suo supervisore del caso o qualcun altro gli avesse affidato la missione di convertirmi, altrimenti lo avrebbero dichiarato PTS e sospeso da corsi e servizi).

Una volta salii in auto con lui per andare a una festa e, intrappolato nell'abitacolo, mi disse: «E' strano che la cosa più importante della mia vita sia Scientology ma che non ne parliamo mai... vorrei semplicemente sapere che cosa pensi del mio essere scientologist...».

All'epoca io non ero ancora un critico di Scientology. Gli risposi: «Senti, te l'ho già detto 100 volte: i libri di Hubbard non hanno senso e, se vuoi, posso dimostrarti dove le sue teorie vengono contraddette dai fatti scientifici... ma se TU vuoi seguirle, se TU dici di essere contento io chi sono per contraddirti? Per me non c'è problema a lasciarti fare quello che vuoi fare e quello in cui credi». Ma per lui questi discorsi non erano più sufficienti, voleva sapere perché non facevo io stesso qualche corso, quali erano le cose a cui mi opponevo. Per cui glielo dissi: «Smettila di dirmi che il Purif porta benefici... non dirmi che la sauna farà uscire le droghe dal mio organismo... per cortesia, smettila di dire che il Purif “spazza via” le radiazioni o le vecchie scottature solari... l'organismo umano non funziona in quel modo. Per anni ho studiato gli effetti degli agenti chimici sull'organismo. Il Purif non “disintossica” un accidente di niente. Le scottature solari non vengono “immagazzinate”. Puoi farti una cultura sui raggi UV nel giro di un'ora e apprendere perché le cose che dice Hubbard sono totalmente sbagliate. Non è la mia opinione, sono fatti».

A quel punto divenne sempre più determinato a discutere dell'aiuto che dà Scientology, e visto che ogni volta falliva nell'intento alla fine si lanciò in una lunga diatriba sulla malvagità degli psichiatri. Gli risposi che l'idea che tutti gli psichiatri facessero parte di un grande complotto mondiale era ridicola, e che a me quel tipo di discorsi sembravano delle idiozie.

A fine serata ci salutammo e qualche giorno dopo ricevetti una sua lettera dattiloscritta in cui mi chiedeva di non cercare in alcun modo di contattarlo.

E' triste perdere quello che per 30 anni è stato il tuo migliore amico, ma adesso mi rendo conto che tutti quegli anni di amicizia erano soltanto un trucco per attirarmi in Scientology. La punta di tristezza che avverto deriva dal fatto che ho sprecato tutto questo tempo in un'amicizia che non era reale. E sono triste perché lui è una persona brillante, può essere molto altruista quando vuole e sta sprecando tutte le sue energie nella convinzione che Scientology valga qualcosa.

Gli auguro ogni bene in questo suo viaggio verso la confusione e la povertà (è già pieno di debiti...). Credo che la sua sia una ricerca infruttuosa, ma è la sua vita. Buona fortuna, vecchio compagno di viaggio...

L'aspetto ironico: il suo modo di agire mi ha spinto a fare ricerche su Scientology e alla fine mi ha trasformato in un critico decisamente tosto. La considereranno una “vittoria”?

Enthetanonymous


Da Antoine Young alla figlia Ashley Brooke Young, 28 aprile 2008

Sono un ex scientologist, sposato con Joanna Young. Abbiamo avuto una figlia di nome Ashley Brooke Young. Credo che ora vivano a Vancouver, BC. Sto cercando di incontrare o sentire mia figlia. Per me la vita in Scientology è stata un inferno. Me ne sono liberato e dopo di allora ho vissuto una vita felice... un'ultima cosa. Ho bisogno di sentire e vedere mia figlia, ditele che le voglio bene e non avrei mai voluto staccarmi da lei. La decisione di restare in Scientology è stata della madre, non mia.

Se avete notizie degli spostamenti di Ashley Brooke Young per favore contattatemi.

Antoine Young


Da "G", 12 marzo 2008

Salve a tutti. Ho letto una delle storie di disconnessione di questo sito e poi mi sono reso conto che forse anche io ne sono stato testimone. Non sono uno scientologist e non ne sono nemmeno una vittima.

Era il 2003. All'epoca lavoravo in Irlanda, a Dublino, in un posto di computer. Ricordo molto bene un collega indiano, che chiamerò “A”. Sul lavoro era molto brillante: cervello fino, vedeva subito le cose e le risolveva, cose pesanti come condizioni razziali o multiculturali... Socialmente parlando, a volte era un tipo abbastanza buffo: risate grasse e domande un po' strambe. Ma nel complesso era un tizio veramente a posto.

Un giorno iniziò a parlare apertamente di Scientology suggerendomi che avrei potuto provare un “test” gratuito. La cosa andò avanti per alcuni giorni, e io gli suggerii di leggere il più possibile di Scientology in Rete, da tutte le fonti pro e contro possibili. Devo dire che ho una specie di sesto senso nell'identificare la parlata settaria, e non appena “A” cominciò a parlare di Scientology mi misi sul chi vive.

Per qualche settimana discorremmo della cosa, non che potessi fare molto ma lo spingevo a leggere il più possibile. Gli dissi che Scientology è molto criticata da un sacco di gente, per cui avrebbe dovuto prenderla con il classico grano salis.

Un giorno venne dritto verso di me e mi disse: « Non voglio più parlare con te di quella cosa. Mai più. Non voglio ascoltare quel che hai da dire. Punto». Per me fu uno shock. Come mai una persona così intelligente rifiutava la discussione gentile ma vera su qualcosa di così importante come una credenza che può durare tutta la vita? Com'è possibile che qualcuno ignori tutti gli avvertimenti gratuitamente disponibili in Internet? Ritenni che quel rifiuto ad ascoltare o parlare fosse parecchio puerile. Ma evitai di tornare sull'argomento, rispettando fermamente la sua volontà.

Da un momento all'altro persi tutti i contatti con “A”. Era in atto la direttiva della disconnessione?

Mi chiedo anche se le piccole difficoltà di “A” nel socializzare possano averlo reso un bersaglio di Scientology. Comunque sia lo accalappiarono per bene. Sei mesi dopo venni a sapere che “A” frequentava i loro corsi.


Da "Misguided Poet", 2 marzo 2008

La mia storia di disconnessione, a differenza di altre che ho letto qui, non riguarda la separazione di una coppia o la perdita di un familiare. La mia storia non è epica né estrema. Però per me la perdita, grazie alla Disconnessione, è stata ugualmente dolorosa.

All'inizio della scuola media non conoscevo nessuno, avevo un po' paura a parlare con gli altri perché ero parecchio timida e semplicemente non sapevo niente di nessuno. La prima vera amicizia che strinsi fu con N., una ragazzina allegra che sembrava avere risposte per tutto. N. era una grande artista e la ammiravo davvero.

Non ho mai capito perché così pochi volevano fare amicizia con lei, ma nei tre anni delle medie non me ne preoccupai più di tanto. Lei era la mia migliore amica, anche se la cosa non era reciproca. Averla intorno era una gioia, era sempre pronta a farmi sorridere. Mi piaceva in particolare guardarla disegnare. Metteva molto di se stessa nella sua arte.

Poi arrivarono le superiori e notai che lei aveva smesso di comunicare con un altro nostro amico, S., che era omosessuale. A me la cosa lasciava del tutto indifferente. Non mi ero resa conto che per gli scientologist essere omosessuali è negativo.

N. mi presentò J., una ragazzina molto interessante e altrettanto creativa, che aveva sempre qualche storia interessante da raccontare. Dopo un po', però, N. disconnesse anche da J. «J. è una SP» mi disse un giorno, «e ovviamente non vuole che io progredisca nella mia religione».

Non avevo idea di che cosa volesse dire. Pensai che forse “SP” significava essere malinconici e poco divertenti. Vedevo che J. aveva un po' quei tratti, ma continuai ad esserle amica anche perché era rimasta molto ferita dal comportamento di N., o forse dovrei meglio dire dalla decisione della Chiesa di Scientology. J. Aveva bisogno di amicizie.

All'epoca non facevo molto caso al fatto che N. stava disconnettendo da quasi tutti quelli con cui in precedenza eravamo stati amici. N. mi disse che ero la sua migliore amica, che la ispiravo. La aiutavo a ridersi addosso, a superare le sue insicurezze e, in generale, a essere più serena. Ero contenta di riuscire a farlo e non vedevo rischi nel continuare la nostra amicizia.

N. incontrò K., un ragazzo allegro e divertente quanto lei, se non di più. A volte lo sentivo parlare di Scientology, ma sapevo che lui non era uno scientologist. N. portò me e K. a dei corsi di Scientology, ma io mi sentivo a disagio. Con K. parlavamo spesso di quanto quei corsi e ideali fossero interessanti. K. Sembrava più interessato di me e alla fine se ne accorse anche N.

Per tre o quattro mesi non ebbi notizie di N., anche se ne parlavo spesso con K. che però non aveva idea di che cosa stesse succedendo. Alla fine, dopo avere inviato a N. una ventina di messaggi, lei mi rispose dicendomi che non potevamo più essere amiche... come prima. La cosa era molto vaga e quando ne parlai con K. mi disse che anche lui veniva ignorato.

La disconnessione ufficiale avvenne quando cominciai a scoprire le meraviglie di Google e a capire che cosa Scientology fosse in realtà. Operation Clambake e siti simili mi permisero di realizzare che quegli strani ideali non erano semplicemente strani ideali, ma esche affinché persone innocenti pagassero fior di quattrini per “migliorare la propria vita”.

E allora ricordai che N. non viveva mai più di poche settimane nello stesso posto, non aveva mai un soldo nonostante il padre avesse un'attività prospera e non aveva mai amato tutte le domande che avevo cominciato a farle su Scientology. Adesso cominciava ad avere senso.

Misguided Poet


Da Dofis hswim, 29 febbraio 2008

Mio zio e sua moglie portarono me e mio padre in Scientology quando io avevo 11 anni. A 12 completai il corso Pro Trs e il Manuale fondamentale di Studio alla mission di Santa Cruz. A 14 io e mio padre eravamo “sulle linee” della mission di Concord e a volte andavamo anche all'org di San Francisco.

Durante una delle manifestazioni di protesta "One Thin Dime" fummo avvicinati da alcuni reclutatori della Sea Org. All'epoca ero nei guai con etica e mio padre, su consiglio degli zii, pensò che la Sea Org fosse quello che mi serviva.

Rimasi seduta in lacrime per quattro ore davanti a quel contratto da un miliardo di anni e alla fine lo firmai soltanto quando mio padre mi consegnò un biglietto di sola andata per Tampa/St. Petersburg. Arrivata a Flag feci il mio EPF e divenni una staff produttiva e sullo scopo.

In Sea Org mi feci molti amici ed ebbi alcuni dei momenti più belli della mia vita. Per “farla andare bene” bisogna essere persone molto forti e determinate a “fare la cosa giusta”. Ti assegnano a “condizioni inferiori” con la paga dimezzata o assente del tutto, non hai giorni liberi, sei privo di assistenza sanitaria, si mangiano riso e fagioli. Poi un giorno ti svegli e non si tratta più di Overt e Withhold, non sei una “rock slammer di Lista Uno” ma semplicemente non ne puoi più di quella merda, la risolutezza sparisce e anche tu te ne vai. Per riassumere: cercarono di recuperarmi, forse sarei anche tornata indietro ma poi mi dichiararono SP. E mio padre, mio zio e mia zia hanno disconnesso da me.

Non vedo mio padre e mio zio da 17 anni. La nostra famiglia è stata smembrata. Ai primi anni '90 iniziai i gradini A-E [procedura per il rientro dei “dichiarati”], e cominciai anche a pagare il mio freeloader, ma il Capo Internazionale della Giustizia non mi faceva mai arrivare il conto definitivo, per cui smisi di pagare quel conto aperto, privo di un totale definitivo.

La cosa divertente è che io e mio padre eravamo entrati in Scientology per comunicare meglio. E dire che LRH diceva che “la comunicazione è il solvente universale”.

Non mi sono mai apertamente schierata contro la Chiesa di Scientology e mai lo farò. Il periodo trascorso in Sea Org resta comunque uno dei ricordi più cari che ho e me lo tengo stretto. Vorrei soltanto abbattere queste barriere e METTERMI IN COMUNICAZIONE con i miei.

Dofis hswim


Da Disgusted in Clearwater, 28 febbraio 2008

La mia è una storia di disconnessione che riguarda gli affari. Agli scientologist è vietato comunicare o frequentare chi è “disaffected” o “dichiarato”. Vengono plagiati a credere che sia per il loro bene.

Avevo messo in vendita alcuni articoli sulla Craiglist. Si trattava di una foto incorniciata di L. Ron Hubbard e di due cornici vuote per diplomi. Mi telefonò un tale Cary Goulston che mi disse: «Sono interessato a sapere che tipo di diplomi sono. Da dove vengono?». Eh? Cosa? L'annuncio diceva che erano solo cornici vuote, e la foto dell'annuncio mostrava due cornici vuote. Per cui risposi: «Nessun diploma, solo le cornici».

Cary Goulston allora mi chiese: «Sei uno scientologist? Eri sullo staff?» che domanda stupida per articoli messi in vendita a 15 dollari! Pensava forse che volessi chiacchierare con qualcuno? Risposi «E' irrilevante». E lui: «Allora immagino che questo significhi sì, e se sei dichiarato non posso fare affari con te. Se non sei dichiarato, allora sei disaffezionato nel qual caso non posso fare affari con te. Per cui mi dispiace, ma non compro niente».

Da non crederci. Personalmente non mi importa nulla dei miseri 15 dollari che avevo chiesto per quegli articoli. Avevo provato a metterli in vendita nel caso a qualcuno servisse roba di quel tipo ma credo che adesso li butterò nella spazzatura. Ciao ciao L. Ron Hubbard! Ai tuoi seguaci non importa più nulla della tua riverita foto e l'ho gettata nel bidone.


Da Nemesis of Carrie Elkins, 27 febbraio 2008

Nel 2001 ero sposata con B., che la Chiesa di Scientology etichettò come “preclear illegale” [succede quando si scopre che un preclear ha avuto contatti con psichiatri o psicologi o ha assunto psicofarmaci. Non doveva essere accettato in primo luogo]. Essere pc illegali significa non poter più ricevere auditing (assistenza spirituale) e nel suo caso significava che non avrebbe più potuto ricevere auditing fino a quando gli “psychs” (psichiatria/psicologia) non fossero stati distrutti.

Una certa Carrie Elkins, non vedente (era diventata cieca sul Programma di Purificazione), era l'incaricata alla raccolta di donazioni per il CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani - il gruppo fondato da Scientology per eliminare gli psychs.

Carrie Elkins telefonava regolarmente a B. per sollecitargli donazioni. Negli anni precedenti B. le aveva già dato decine di migliaia di dollari e lei continuava a chiedergli soldi. Le telefonate e le tattiche che usava con lui erano estenuanti e distruttive per la pace mentale di mio marito. Dopo le sue telefonate restava spesso turbato per una settimana intera, sia che le avesse dato dei soldi sia che non lo avesse fatto.

Dopo una telefonata particolarmente malevola scoprii che Carrie Elkins stava raccontando a mio marito che:
il tuo problema è tua moglie;
dovresti divorziare;
Chi è che porta i pantaloni in casa tua?
Tua moglie non desidera sinceramente procedere sul Ponte (Il “Ponte della Libertà Totale” di Scientology).

Carrie Elkins aveva anche accusato mio marito (e me) di essere la causa del suo crollo di statistiche (produzione) visto che B. aveva smesso di fare donazioni.

All'epoca scrissi un rapporto al Capo Internazionale della Giustizia della Chiesa di Scientology (ne ho conservato copia). E naturalmente non fu fatto nulla.


Da Paul Simmel, 16 febbraio 2008

Salve a tutti,

Scientology ha il suo gergo e temo che nel raccontarvi la mia storia mi scapperà qualche parola. Cercherò di chiarire i termini e di evitarli quando possibile. Ma non usarli del tutto sminuirebbe l'essenza della mia esperienza.

La mia “casa base” era l'Org di Evanston [anni '70]. Basti dire che dopo molti anni di avanti e indietro con Los Angeles ero arrivato in cima al “Lato Addestramento” del Ponte (uno dei due modi per raggiungere la conoscenza di Scientology e i “guadagni” promessi). Avevo anche pagato e ricevuto tutti i livelli più alti, chiamati “Livelli OT”... gli agognati livelli della “conoscenza spirituale”. In termini laici ero quasi arrivato al livello massimo in cui si può arrivare... all'epoca era un bel traguardo, del resto sono sempre stato un lavoratore indefesso.

Nei circa 16 anni trascorsi da quando avevo iniziato il mio primo corso Scientology ero diventato un vero credente, avevo inghiottito lenza e piombo. Per qualche tempo avevo anche lavorato come staff: la sera, quando occorreva, facevo il C/S, cioè il Supervisore del Caso. Ero quello che ordinava i diversi procedimenti e tecniche di auditing a pubblico pagante e staff.

Nel 1980, dopo circa due anni di problemi che il Cappellano non era riuscito a risolvere (in Scientology è illegale fare ricorso al sistema di giustizia esterno, ci si può rivolgere solo al dipartimento della giustizia interno, cioè al Cappellano. Fare ricorso ai tribunali contro un collega scientologist è punibile con l'espulsione) finii per perdere la mia falegnameria perché il mio socio continuava a versare nelle casse della chiesa flussi di denaro per servizi futuri, mentre io non lo facevo. Seguendo le direttive della chiesa alla fine vinsi io, ma il mio ex socio cominciò a fare donazioni massicce e riuscì facilmente a ribaltare il verdetto.

Naturalmente ero arrabbiato e umiliato, ma anche demoralizzato. Mi sentivo imbrogliato e maltrattato. Cominciai a chiedermi seriamente se avevo scelto il cammino giusto.

Poco dopo mia sorella minore, che avevo portano in Scientology alla metà degli anni '70, mi inviò una lettera di disconnessione anche se non ero mai stato ufficialmente espulso. Avevo comunque detto a chiunque me lo chiedeva, lei compresa, che non avrei continuato a frequentare Scientology.
Il resto della storia di Paul Simmel, è qui.


Da Carol, 14 febbraio 2008

Due anni fa oggi ho contattato via e-mail mio padre, oggi 79enne. Ci aveva abbandonati 44 anni fa per entrare in Scientology. In questi due anni di scambi e-mail ho appreso che lui è ancora membro della setta. Sta ancora aspettando di fare i grossi affari che gli sono sempre stati promessi. Non prova rimorso per avere abbandonato la famiglia.

Negli ultimi due anni mio padre ha cercato di coinvolgermi in una sua “avventura” finanziaria, una piramide, e ne ha citata un'altra in cui era coinvolto e che finalmente gli avrebbe portato un sacco di soldi. Ma, per sua stessa ammissione, è ora “praticamente indigente”. Dopo avergli prestato qualche soldo per la sua stupefacente “avventura” finanziaria, ho perso di nuovo i contatti con lui.

Nota a margine per “Anonymous”: ogni volta che guardo i vostri video piango sia di gioia che di dolore. Grazie per avere smascherato questa setta, e il danno che ha fatto a molti di noi.


Da Mary Ann Bosnos, 13 febbraio 2008

La mia storia di disconnessione Scientology è in realtà una storia di quasi disconnessione. Io e mio marito ci imbattemmo per la prima volta in Scientology nel 1978, a Los Angeles, poco dopo esserci sposati. Facemmo un paio di corsi e ci fermammo lì – lui pensava che le cifre richieste fossero folli, e io mi ribellai al controllo che sembravano voler esercitare sulla nostra vita.

Avvolgiamo il nastro rapidamente fino a 20 anni dopo, alla fine del 1998. Mio marito si ammalò di cancro – per la seconda volta. Ricordò le affermazioni di Scientology sui collegamenti mente-corpo che stanno alla base delle malattie e si recò alla missione Buenaventura di Ventura, California dove – vulnerabile e stressato dal cancro come era – venne prontamente reclutato in Scientology con la promessa che avrebbero potuto “aiutarlo”.

Ai primi del 1999 mio marito iniziò a fare corsi e auditing di Scientology e la pressione esercitata per spremerci soldi aumentò a dismisura - anche con richieste di attingere ai fondi pensione, superare i limiti delle carte di credito ecc. Fintanto che lui avesse creduto che Scientology poteva aiutarlo ad evitare la ricorrenza del cancro non ritenevo di potermi opporre. Per cui osservavo, con crescente sgomento, le loro sempre più pressanti richieste di denaro e di tempo. Non potevo oppormi.

Mio marito iniziò a chiedermi insistentemente di entrare in Scientology. Gli rispondevo che fintanto che lui fosse stato convinto che Scientology lo stava aiutando con la salute non avrei obiettato al suo personale coinvolgimento, ma io non avevo interesse nella cosa. Per lui insistere tanto per farmi fare qualcosa era davvero insolito – in tutto il nostro matrimonio ci eravamo sostenuti e incoraggiati a vicenda senza mai fare pressioni. Ma lui cominciò a spingermi con grande intensità a provare Scientology, almeno fare un paio di corsi.

Ciò che io non sapevo era che lo staff della missione di Ventura gli stava dicendo che, se non fosse riuscito a convincermi ad entrare in Scientology, lui avrebbe dovuto divorziare. Anche se non mi opponevo al suo coinvolgimento, gli scientologist evidentemente mi consideravano una “Sorgente Potenziale di Guai” e i termini erano: o mi reclutava, o mi lasciava.

Per mantenere la pace domestica alla fine del 1999 accettai di provare Scientology. Per i sei mesi successivi feci corsi e auditing alla missione Buenaventura. La pressione incredibile per i soldi non si placò mai.

Nel giugno del 2000 decisi che ne avevo avuto abbastanza. Cominciai a leggere i siti Internet critici di Scientology e scoprii Operation Clambake e alt.religion.scientology, e un qualcosa chiamato Lisa McPherson Trust. Lessi ciò che Bob Penny e Margery Wakefield avevano da dire su Scientology, e vidi che avevano perfettamente ragione. Scientology con me aveva chiuso.

E mio marito dov'era? A bordo della Freewinds, dove stavano cercando di reclutarlo in Sea Org.

Parlai al telefono con diverse persone: Stacy Brooks, Jesse Prince, Arnie Lerma, il personale del Wellspring Retreat and Resource Center, e altri. Tutti loro mi offrirono buoni consigli su come discutere con mio marito delle cose che avevo appreso su Scientology. Quando gli consegnai le informazioni che avevo scaricato dalla Rete, chiedendogli di leggerle, ero sicura che avrebbe deciso di lasciare Scientology con me. Ma sapevo anche che lo staff della missione avrebbe cercato di separarci. Ci provarono ma senza successo.

Nel giugno del 2000 uscimmo insieme per l'ultima volta dalla porta della Missione di Buenaventura con in mano un assegno di rimborso parziale.

La nostra storia ha un finale felice, ma molte altre non lo hanno. La “disconnessione” è un fatto terribile per molti che gravitano nella Scientology organizzata, dove quotidianamente mariti si separano dalle mogli, genitori dai figli, fratelli dalle sorelle, nonni dai nipoti e amici dagli amici. Cuori infranti, famiglie e rapporti di amicizia distrutti – tutto in base alle direttive ufficiali.

Tutto questo deve finire. Sono necessarie urgenti riforme per far cessare la direttiva della “disconnessione” della Scientology organizzata, così distruttiva.

Mary Ann Bosnos


Da “Finalmente la calma dopo 12 anni di disconnessione”, 10 febbraio 2008

Dodici anni fa la Chiesa di Scientology dichiarò “persona soppressiva” la mia amica Robyn. Fu dichiarata perché si era rifiutata di disconnettere dal suo allora fidanzato (ora marito) Ray, da poco dichiarato soppressivo.

Non sono mai riuscita veramente a capire perché la Chiesa di Scientology avesse dichiarato quelle due persone. Nella piccola org che i due frequentavano Ray era l'auditor maggiormente addestrato e il “livello di caso” più alto tra gli staff, mentre Robyn era la studentessa maggiormente addestrata e una dei più alti “livelli di caso” tra il pubblico (non staff). Robyn era anche la più attiva nella disseminazione e portava dentro gente nuova a bizzeffe.

Tanto per dire quanto le “statistiche alte” ti tengono fuori dai pasticci!

Quando Robyn venne dichiarata mi disse che non potevo più parlare con lei – nemmeno in privato – perché se lo avessi fatto avrei messo a rischio il mio futuro nella Chiesa di Scientology (se parlavo con lei avrei rischiato a mia volta di essere dichiarata ed espulsa). Disconnessi da lei, ma non perché io lo volessi realmente. Per me fu una cosa estremamente difficile e anche negli anni a seguire mi veniva un grosso nodo in gola e finivo per piangere ogni volta che la pensavo, o che raccontavo a qualcuno la mia storia.

La mia amica Robyn mi doveva dei soldi e volevo inviarle la fattura, per cui scrissi al Capo della Giustizia Internazionale (IJC) della Chiesa di Scientology chiedendo come dovevo fare per mandarle i conti. IJC mi rispose che mi era vietato spedire le fatture direttamente a Robyn, che le avrei dovute inviare all'ufficio dell'IJC e loro gliele avrebbero girate (provai la strada suggerita, senza alcun esito, e alla fine gestii la faccenda direttamente e Robyn mi pagò regolarmente).

Qualche anno dopo incontrai una delle sorelle di Robyn e scoprii che la sua “dichiarazione” aveva fatto a pezzi la loro famiglia. Karen non poteva comunicare con la sorella, così come non poteva farlo nessun altro parente (tutti scientologist) compresi sua madre, suo padre e la nonna. Poiché all'epoca Robyn aveva un figlio piccolo la cosa stava creando un sacco di problemi. Dopotutto ai nonni piace far visita ai nipotini, ma come potevano farlo se non potevano parlare con la madre?

Qualche anno dopo quell'incontro scoprii da un'amica della sua famiglia che Robyn era ancora dichiarata e che i suoi stavano cercando di trovare la soluzione a questo grosso problema di non poter comunicare con lei. Non potevano parlarle per divieto della Chiesa di Scientology.

Riuscite a immaginare come ci si possa sentire a non poter parlare con vostra figlia, chiacchierare su come sta crescendo il nipotino? Io no.

Dodici anni dopo Robyn e il marito sono ancora dichiarati “soppressivi” anche se stanno cercando di modificare il loro status con la Chiesa di Scientology. Adesso loro figlio è quasi un giovanotto e spero davvero che si sveglino e si rendano conto che del fatto che l'unica responsabile di un decennio di separazione dalla famiglia è la Chiesa di Scientology. E poiché un futuro rapporto con i familiari dipende dal tornare o meno nelle grazie della Chiesa di Scientology (compito non certo facile) non credo si sveglierà in tempo, scoprendo così le altre magagne della chiesa e smettendola di cercare di rientrare nelle sue grazie.

Mi auguro che la famiglia di Robyn scopra presto ciò che la loro “chiesa” ha fatto alla famiglia. Mi auguro che lasceranno Scientology e che la mia amica possa riunirsi alla famiglia.

Per quanto mi riguarda, adesso mi sento in pace. Dopo moltissimi anni ho lasciato Scientology e ho contattato Robyn. Quando ho scoperto che stava progettando di rientrare ho lasciato cadere la cosa. Vorrei tanto che non desiderasse rientrare ma si tratta di una sua decisione. Io comunque non mi sento più ostacolata da nessuna sanzione imposta dalla Chiesa di Scientology se decido di comunicare con lei. Mi sento totalmente libera di parlare con chiunque, e intenzionata a farlo.


Da John Peeler, 9 febbraio 2008

Sono stato staff alla Base Internazionale di Scientology vicino a Hemet, California, per oltre dieci anni e il mio incarico consisteva nell'assicurarmi che nessuno degli staff della base fosse PTS (PTS = Sorgente Potenziale di Guai, cioè qualcuno connesso a una “Persona Soppressiva” o a qualcuno antagonista di Scientology). Nel periodo in cui assunsi l'incarico parecchi staff della base avevano già disconnesso dai loro familiari a causa di precedenti “maneggiamenti” PTS. Si trattava di parenti antagonisti a Scientology oppure che non gradivano che il loro caro fosse coinvolto. Oppure erano persone che la Chiesa di Scientology aveva dichiarato “soppressive”, per cui lo staff doveva disconnettere automaticamente. Un “maneggiamento” PTS richiede che lo scientologist :
a) maneggi o che
b) disconnetta dal SP o dalla fonte antagonista.

Potete quindi immaginare che il mio lavoro di “de-PTSatore” mi portava in alcuni casi ad essere profondamente coinvolto nei “maneggiamenti” e nelle “disconnessioni”. Il punto fondamentale è che la disconnessione è e sempre sarà una pratica Scientology, visto che è iscritta nella pietra delle direttive PTS/SP. Aprite un pacco qualsiasi del corso PTS/SP o del libro “Introduzione all'Etica di Scientology” e verificate da soli. Scientology dice alla stampa che non fa certe cose, ma sono evidenti bugie e basta verificare i loro scritti e pratiche.

Per oltre un decennio sono stato separato dalla mia famiglia. In tutto quel tempo li ho visti soltanto per pochi giorni benché vivessero a Los Angeles, ad appena un paio d'ore di macchina da dove lavoravo. All'epoca la Base di Gold (Hemet, California) era una località segreta e non molti sapevano dove fosse dislocata. Grazie a Internet, adesso per sapere dov'è basta un click.

Allo stesso modo sono rimasto separato per quattro anni da Melanie, quella che all'epoca era mia moglie, anche lei in Sea Org. Era diventata una Rappresentante di RTC e venne mandata a AOLA e poi a Flag. Per ordine di David Miscavige in quattro anni l'ho vista solo per pochi giorni.

Quando decisi di lasciare la Sea Org lei chiese il divorzio e fu anche costretta a disconnettere da me. Negli incontri (giusto un paio) che avemmo mentre mi stavo sottoponendo al procedimento di uscita lei era sempre accompagnata da un “maneggiatore” di RTC che doveva assicurarsi che non le dicessi nulla che avrebbe potuto farle cambiare idea sul fatto di essere lì, oppure che non la convincessi a venirsene via con me. Per quanto ne so lei è ancora a Flag come Rappresentante RTC. Da quando ho lasciato la Sea Org, nel maggio del 2000, ho avuto pochissime notizie di lei.

John Peeler


Da Petraph33, 8 febbraio 2008

Sono stato dichiarato SP (dichiarato “Persona Soppressiva” dalla Chiesa di Scientology) perché ho scoperto la verità in Internet. Ero in Scientology da 17 anni, poi me ne sono andato. Poco prima di scoprire che ero stato dichiarato mio fratello mi inviò una e-mail per farmi sapere che avrebbe interrotto i contatti con me fino a che non avessi cambiato idea e sistemato il mio status.

Nell'ultima risposta che gli ho dato ho lanciato il mio ultimo appello, sta a lui svegliarsi e sentire il profumo di caffè. Mio fratello mi aveva detto di essersi recato all'org locale per vedere la dichiarazione emessa a mio nome, e in seguito anche io ne ottenni una copia. Il motivo per cui sono stato dichiarato è che avevo parlato della mia esperienza in Scientology su una chat, ero in contatto con le persone che la frequentavano e avevo consigliato ad altri di andare a verificare di persona le informazioni presenti in Rete. Per me è molto dura non poter parlare con i miei amici “ancora” in Scientology, e con mio fratello.


Da Hearty, 8 febbraio 2008

La cosiddetta Chiesa di Scientology mi ha dichiarato “Persona Soppressiva”. I miei familiari e amici dovevano decidere se mantenersi in contatto con me, e quindi essere ostracizzati dal gruppo, oppure - come condizione per restare nel gruppo - disconnettere da me e rifiutare qualsiasi tipo di comunicazione.

Alcuni se ne sono andati perché non hanno creduto alle bugie della chiesa sul mio conto, cioè che sarei un essere malvagio dedito alla loro distruzione.

La maggioranza è rimasta in Scientology e ha disconnesso da me. Quello che per moltissimi anni era stato il mio miglior amico venne a trovarmi per vedere se ero pronta ad accettare le decisioni della chiesa e sottopormi ai passi prescritti (chiamati “da A a E”) per non essere più considerata soppressiva e tornare in “buone condizioni” con il gruppo.

Sapeva che non lo avrei fatto, ma ci ha comunque provato. Entrambi sapevamo che a lui non sarebbe più stato permesso avere alcun tipo di comunicazione con me. Da allora non l'ho più rivisto, e sono passati 30 anni.

Ho perso anche i contatti con decine di altri amici che, se mi vedono per strada, hanno l'obbligo di ignorarmi.


Da Allen Stanfield, 8 febbraio 2008

Sono stato scientologist dal 1984 al 2001.

Quando finalmente capii che un mondo governato da Scientology sarebbe una dittatura fascista e non certo un mondo migliore, cominciai a prepararmi a lasciare il gruppo.

Fui “scoperto” e seguito da agenti di OSA, licenziato dal mio lavoro. La Chiesa di Scientology telefonò a mia sorella e le disse che se restava in contatto con me sarebbe stata “dichiarata soppressiva” e suo marito sarebbe stato costretto a divorziare, distruggendo il suo matrimonio. Lei rispose che andassero all'inferno, e la stessa cosa rispose mio cognato.

Nei mesi che precedettero la sua morte la Chiesa di Scientology telefonò anche a mio padre, 82 anni, e lo molestarono in merito a suo figlio (io). La cosa lo lasciò enormemente confuso, molto turbato e con sospetti su di me (complimenti, Scientology!).

Dissero alla mia ex moglie che ero una “persona soppressiva” e che doveva disconnettere da me, ma non le mostrarono la pubblicazione con la dichiarazione scritta. Lei rispose “se non è scritto non è vero”. Ancora oggi siamo in buoni rapporti.

Avevo un amico scientologist che si era messo nei guai e pensava di avere bisogno di auditing. Dopo aver pagato oltre 20.000 dollari il suo auditor gli disse che se voleva continuare con i procedimenti doveva disconnettere da me. Lo fece. E quando terminò il suo auditing riprese a frequentarmi.

Seguendo le direttive ufficiali di L. Ron Hubbard, la Chiesa di Scientology, cerca di fare di tutto per rovinarti pesantemente la vita e allontanare da te parenti, amici, colleghi. Fanno alla tua vita e ai tuoi rapporti interpersonali il maggior danno possibile. Fortunatamente nel mio caso il “loro meglio” non è stato sufficiente. Hanno fatto qualche danno ma non tanto quanto avrebbero voluto. A tutt'oggi il fatto che nei suoi ultimi mesi di vita mio padre abbia dovuto sopportare quel che ha sopportato mi sprona ad attivarmi affinché nessun altro possa essere danneggiato da questi fanatici stupidi e fascisti.

Nel corso degli anni ci sono stati migliaia di casi di carriere, relazioni, famiglie e matrimoni distrutti. La spregevole pratica della disconnessione forzata imposta dalla Chiesa di Scientology deve finire.

Un ringraziamento ai gestori di questo sito web

Allen Stanfield


Da "Bea Kiddo", 8 febbraio 2008

Mio padre fu dichiarato “persona soppressiva” quando io avevo 3 anni, e fino al 1975 restò disconnesso da me e mio fratello. Lo ritrovammo nel 1982 e per un paio di mesi lo andammo a trovare ogni fine settimana. Per impedire che la cosa continuasse mia madre ci portò via nel mezzo della notte, ci trasferimmo sull'altra costa degli Stati Uniti. Per 25 anni non ho più rivisto mio padre, fino all'ottobre scorso.

Nel 2004 sono stata dichiarata soppressiva e da allora mia madre non mi ha più parlato. Lei è ancora membro della Chiesa di Scientology. Ho cercato di chiamarla la scorsa settimana, lasciandole un messaggio. Ma non mi ha richiamata.

Anche mio fratello non mi parla perché la Chiesa di Scientology mi ha dichiarata “soppressiva”. Teme che, se lo facesse, gli porterebbero via la figlia (una bambina nata da un precedente matrimonio, e la cui madre è una scientologist di ferro).
La Storia di Bea può essere letta a questo link


Da “Discriminata dopo essermene andata”, 7 febbraio 2008

Quando me ne sono andata la Chiesa di Scientology ha deciso di dichiararmi “persona soppressiva” (non è stata una sorpresa). Un mese dopo mio marito è stato avvicinato da uno dei suoi clienti il quale gli ha detto che a causa del mio status (cattivo) con la Chiesa di Scientology non potevano più usufruire dei suoi servizi. Tenete presente che mio marito non è mai stato scientologist e non ha mai fatto parte della Chiesa di Scientology. Credo che questo tipo di discriminazione sul lavoro sia illegale.


Da "Distrusting1", 7 febbraio 2008

I nomi sono stati omessi per proteggere un innocente, e intendo proprio innocente. Un mio buon amico fu dichiarato “soppressivo” da Scientology. Lo conoscevo da oltre 20 anni ed ero perfettamente consapevole del fatto che le accuse montate contro di lui dalla Chiesa di Scientology erano false. Poiché rifiutai di cessare le comunicazioni con lui, la Chiesa di Scientology dichiarò anche me “persona soppressiva”. Nella mia Dichiarazione ufficiale di Persona Soppressiva le accuse mosse contro di me erano addirittura più palesemente false di quelle mosse contro di lui. Una delle accuse per cui venivo dichiarato era che avevo continuato a frequentare una persona “manifestamente colpevole di aver commesso atti soppressivi”. La verità è che lui non ha mai commesso tali atti. Il solo vero atto soppressivo che è stato fatto lo ha fatto lo staff della Chiesa di Scientology, che ha pubblicato menzogne sul suo conto.


Da Michael Henderson, 6 febbraio 2008

Sono stato scientologist dal 1971 al 2005, cioè per oltre 34 anni e per la quasi totalità della mia vita adulta. Tutta la mia famiglia era restata coinvolta in Scientology all'inizio degli anni '70 a Sacramento, California. Da lì prendemmo strade diverse. Mio padre lasciò silenziosamente la Chiesa di Scientology negli anni '80, ma la sua non fu una rottura pubblica per timore delle conseguenze.

Verso il 2001 la sua seconda moglie rese pubblico il fatto che stava lasciando la chiesa e che non voleva avere più nulla a che fare con l'organizzazione ufficiale. Nel giro di poche settimane vennero entrambi dichiarati Persone Soppressive e per noi scattò il divieto di parlare con loro, scrivere o avere un qualche tipo di contatto con loro. Quattro anni dopo, nel 2005, anche io lasciai la chiesa e poco dopo contattai mio padre. Fu il suo primo contatto in quattro anni con uno dei suoi sei figli, ero il figliol prodigo che faceva ritorno. A mio padre era stato diagnosticato un cancro all'esofago che lo uccise, morì nel giugno del 2007. In quei due anni ci frequentammo spesso e lui raccontò anche la sua storia a un giornalista.

Durante i suoi ultimi mesi di vita cercai di convincere mio fratello e le mie sorelle di andarlo a trovare, ma senza esito. Per quanto mi riguarda io non ho più contatti con mia madre e con oltre 20 nipoti. Sono anche stato tagliato fuori dai miei due figli, un ragazzo e una ragazza.

Questa storia è stata raccontata anche nella puntata di Panorama della BBC intitolata “Scientology e me” con John Sweeney, vista da oltre 7 milioni di persone. Sono arrivato ai più alti livelli di Scientology audita, ho fatto entrambi gli OT VIII e tutti e tre gli Ls. Sono auditor di classe IV addestrato a Flag. Ho fatto i corsi “Specialista di Etica” di Scientology e il PTS/SP. Ritengo che Scientology sia una setta, che persegua il profitto e che si nasconda dietro l'insegna religiosa per evadere le tasse. Scientology distrugge le famiglie. Deve essere evitata, chi vi è coinvolto dovrebbe andarsene. Io e mia moglie in questa setta abbiamo speso oltre 1,7 milioni di dollari, e tutto ciò che ha fatto è stato distruggere le nostre carriere e la mia famiglia.

Qui l'intervista radiofonica del 21/2/2008 a Mike Henderson in cui descrive la disconnessione dalla famiglia, le sue esperienze nella Sea Org e il pesantissimo controllo che la Chiesa di Scientology esercita sui suoi staff e sui membri del pubblico.


Da "Finalmente fuori”, 5 febbraio 2008

Quando ero ancora in Scientology ricevetti una telefonata da due delle mie migliori amiche. Entrambe queste “amiche” mi chiesero se ero ancora in comunicazione con XX, un'altra vecchia amica che non era ancora stato espulsa dalla Chiesa di Scientology. Le presi un po' in giro, e da allora nessuna delle due mi ha più parlato.

A dire il vero, una delle due “amiche” mi scrisse per e-mail: «devo dirti che mantengo dubbi sulla tua connessione continuata con XX e fino a quando non mi avrai provato in modo conclusivo che non hai più rapporti con lei per cortesia non contattarmi».

Inviò una copia della mail a me e una all'”Ufficiale di Etica” della Chiesa di Scientology. Bell'”amica”, non c'è che dire.

Per cortesia vi prego di notare che sebbene XX non fosse ancora stata espulsa io non dovevo parlarle, e che la mia migliore amica non doveva parlare con me.

 
 
 
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