L'acclamato autore di Un pezzo di cielo blu condivide le sue riflessioni sull'esperienza Scientology e molto altro. Di © Jon Atack per The Bunker, 2013-2015
© Traduzione di Simonetta Po, ottobre 2015
Sto traducendo gli articoli in ordine sparso in base a ciò che ritengo più interessante. Se i lettori hanno richieste particolari sono pregati di segnalarmi il link in mail privata.
I membri di culto - come gli scientologist - sono sottoposti a influenza indebita?
Chi tra noi ha dato assistenza a ex membri di culto trova difficile comprendere la riluttanza di alcuni scienziati sociali ad accettare la realtà della persuasione a fini di sfruttamento. Si sostiene regolarmente che i membri si affiliano per decisione autonoma e niente li obbliga a restare tra i confini del culto. E lo si dice come se tale convinzione fosse fattuale e naturale, e al di là del minimo dubbio.
In realtà la persuasione a fini di sfruttamento fu riconosciuta dalla legge secoli prima dell'invenzione del termine "scienze sociali". Nel 1617 una donna chiamata Mrs. Death si guadagnò le prime pagine (tanto per dire) quando il suo caso fu giudicato dall'eminente giurista e genio a tutto campo Lord Francis Bacon. [...] Lasciamo che sia Lord Bacon a illustrare la storia della sua povera vittima, il Sig. Lydiatt:
Lord Bacon sentenziò che la Sig.ra Death non aveva alcun diritto sulla proprietà del povero Sig. Lydiatt. Da allora, centinaia di casi di influenza indebita sono stati mandati a processo in tutto il mondo, alcuni scienziati sociali però continuano a credere che l'influenza indebita sia un concetto nuovo e sgradito che può essere liquidato con un'alzata di spalle. Ma si sbagliano.
Da secoli si accetta che chiunque rivesta posizioni di autorità gode di una posizione speciale. C'è presunzione di influenza indebita. Perciò se date un'auto, una casa o persino una scatola di cioccolatini al vostro avvocato, al vostro prete o al vostro consulente, potete chiederla indietro. Non dovete dimostrare alcunché, questa legge ignora la necessità di dimostrare la colpevolezza. Se avete ceduto qualcosa potete chiederne la restituzione in base alla presunzione di influenza indebita. Il che potrebbe essere vero anche per le "donazioni" fatte a enti religiosi come la sedicente Chiesa di Scientology.
Nel caso della Sig.ra Death l'influenza andò oltre la presunzione. Fu accusata di influenza indebita "immediata" per l'uso di lucchetto e bastone e per le penose condizioni inflitte a Mr. Lydiatt. Nel suo eccellente articolo sull'influenza indebita, Abraham Nievod, PhD, cita la Sezione 1575 del Codice Civile della California:
Ex membri hanno accusato Scientology di traffico di esseri umani, ma la corte si è mostrata titubante a confermare l'accusa, forse per la confusione sull'influenza indebita. Quindi almeno una corte ritiene che gli scientologist firmino un contratto di un miliardo di anni con la loro libera volontà intatta. Ma a loro era stata venduta l'idea di salute perfetta, quoziente intellettivo degno di un genio e poteri sovrumani, non una vita di incessanti fatiche, servitù e stenti.
Gli scientologist sono tutti addestrati a usare la Scala del Tono Emozionale. Hubbard postulò l'idea che le emozioni si muovono lungo una scala lineare che, nell'ampiezza comune, salgono da apatia a afflizione, paura, risentimento e dunque, con leggere gradazioni, a noia, interesse e infine all'ambito stato di "entusiasmo". (Hubbard estese la Scala del Tono sotto a "morte", sostenendo che tutti i pre-scientologist sono di fatto morti. Da "entusiasmo" la estese verso l'alto a "serenità dell'essere". Però tutto questo qui non ci interessa). Ai credenti viene insegnato ad adottare un "tono" che sia sopra o sotto quello del potenziale acquirente così da manipolarne le emozioni.
Gli scientologist cercano di scoprire innanzitutto la "realtà" del candidato, vale a dire che si dicono d'accordo con qualsiasi cosa il candidato ritenga vera così da conquistarsi la sua fiducia. Al reclutatore non vengono posti limiti sulla possibilità di dissimulare. In realtà alcuni membri vengono addestrati a mentire in modo convincente grazie a un esercizio chiamato "routine di addestramento a mentire" (TR-L, contenuto nel "Hat Pack" del Branch One del Guardian's Office).
Con l'"esercizio di disseminazione" i membri apprendono come persuadere un estraneo totale a rivelare le sue paure più intime, che vengono definite "rovine". Il reclutatore viene sistematicamente addestrato ad accrescere la "paura di peggiorare" del candidato, così da potergli vendere Scientology come sollievo per quella temuta condizione.
In Inghilterra, dopo aver firmato un contratto abbiamo per legge un periodo di "ripensamento" di sette giorni. È stato da tempo riconosciuto che le tecniche di vendita possono minare la resistenza e che anche persone intelligenti e razionali possono soccombere alla vendita dura. Non è un caso che Scientology usi un manuale di vendita dura intitolato Big League Sales Closing Tecniques. Il personale di vendita viene istruito a "togliere il cappotto di mattoni", cioè a vincere ogni resistenza. Senza che i membri lo sappiano o abbiano dato il proprio consenso, il personale di vendita [Scientology] ha messo da molto tempo microfoni nelle stanze dove vendono corsi e servizi così che un collega di supporto possa ascoltare e interrompere al momento giusto, o sia pissibile riascoltare il colloquio in futuro. Di solito i membri non sanno dell'esistenza di una cartella con gli appunti delle loro precedenti interviste, cartella che può tornare molto utile per manipolare i loro desideri e paure.
Le interviste di vendita Scientology sono tristemente note. Altrove ho raccontato di un'intervista durata tredici ore a cui parteciparono non solo l'addetto alle vendite, ma anche un prestasoldi che aveva già in mano un assegno da 7000. Rifiutai di pagare il 30% di interessi che mi offriva - e che per la legge inglese era illegale in quanto lo strozzino era privo di licenza - ma molti accettano. Anche dopo essere usciti, i membri possono subire anni di influenza continua e aver paura di chiedere rimborsi alla chiesa. Il portavoce Graeme Wilson ha detto che il costo del Ponte Scientology - l'intero percorso da novellino a sovrumano - è circa la metà di quello di un'automobile. In realtà con ciò che vi costa raggiungere il discutibile stato di "Thetan Operante Livello VIII" potreste acquistare diverse Ferrari. La moglie di un editore noto a livello mondiale mi disse di aver "donato" al culto oltre un milione di sterline. Si era sempre chiesta perché tutti i "procedimenti" addebitati su base oraria sembrassero durare molto di più degli altri. Ho incontrato molte persone che in Scientology hanno speso centinaia di migliaia di sterline. Ne ho incontrate parecchie altre che hanno devoluto decenni della loro vita per poi vedersi espulsi nel momento in cui hanno criticato qualche nuovo dictat.
Lo scienziato sociale che rifiuta l'idea dell'influenza è un novellino in questo campo di antica storia. Molti di noi riconoscono di essere stati a volte ingannati con buone tecniche di vendita per farci comprare qualche aggeggio inutile. L'ego fatica ad accettarlo proprio per l'illusione che la libera volontà sia tutto.
Quando nel lontano 1983 cominciai a parlare di metodi e significati del culto, l'accademia non accettava l'ipnosi. Poche università la includevano nel programma. Da allora si è compreso che la mente può davvero essere influenzata senza rendersene conto. La prima prova sperimentale di una "mente inconscia" è arrivata relativamente tardi (nel 1977, se la memoria non mi inganna), ma una volta diventato chiaro che parte della riflessione avviene al di sotto della coscienza, fu anche chiaro che l'influenza può avvenire. La riluttanza ad accettarlo è dovuta al desiderio di proteggere la nostra libertà, desiderio del tutto nobile. È più comodo credere che siamo invulnerabili, resistenti e totalmente auto-determinati (come dicono gli scientologist), ma l'evidenza dice con forza il contrario.
Consiglio a chiunque dubiti dell'esistenza dell'influenza di guardare qualche video di Derren Brown. Per amore dello spettacolo e dell'illuminazione, Mr. Brown ha gettato la sua grande rete in cerca di truffe vecchie e nuove. Ha rivisitato i trucchi degli spiritualisti del XIX secolo e dimostrato come degli innocenti possano venire persuasi a ribaltare tavoli, suonare campanelli e scrivere su tavolette "chiuse".
Brown è un ipnotista esperto e nel giro di pochi secondi può inculcare un falso ricordo con quella che pare essere una innocente conversazione. In uno dei suoi spettacoli gli è bastato parlare appena un quarto d'ora per convincere un ateo di lungo corso dell'esistenza di Dio - e senza nessuna discussione teologica. In un altro, quattro imprenditori, uno alla volta, hanno bloccato un furgone della sicurezza puntandogli contro una pistola prima di essere svegliati dalla trance. Brown ha anche affrontato il celebre obiettivo delle agenzie di intelligence USA, il Manchurian Candidate, l'assassino programmabile. La CIA disse che era impossibile, ma il soggetto di Brown sparò all'attore Stephen Fry senza sapere che la pistola era caricata a salve.
Prima di dimostrare l'esistenza delle stelle Medicee, le lune che ruotano attorno a Giove, Galileo non riusciva a convincere gli astronomi a guardare nel suo telescopio, visto che esistevano le sfere di cristallo su cui il sole e i pianeti orbitavano attorno alla terra (almeno nella versione di Brecht, Leben des Galilei). La stessa perplessità incontra il consulente che aiuta gli ex membri a rimettersi in sesto dopo aver lasciato il culto quando sente dei sociologi convinti che l'affiliazione settaria sia perfettamente normale e salutare.
Il modello nessuna-influenza forza i limiti della credibilità anche quando osserviamo i grandi misteri del comportamento umano. Come hanno potuto Stalin, Hitler e Mao gestire dei campi di concentramento dove sono morti milioni di persone? Nel 1990, dopo aver finalmente vinto la mia battaglia legale ed essere riuscito a pubblicare "Vendiamogli un pezzo di cielo blu", rivolsi la mia attenzione alla questione della persuasione a fini di sfruttamento. Restai affascinato dal lavoro dello psichiatra William Sargant, che in Gran Bretagna Scientology dichiarò Nemico Pubblico N. 1 (William Sargant, Battle for the Mind. Sfortunatamente i suoi due libri successivi sulla persuasione a fini di sfruttamento sono da tempo fuori stampa. Vale la pena cercare The Mind Manipulators). Ho avuto la grande fortuna di fare amicizia con Steven Hassan, Margaret Singer e Jolly West e di farmi raccontare la manipolazione da dei pionieri del campo.
In tema di persuasione a fini di sfruttamento tutte le strade portano all'opera fondamentale di Robert Jay Lifton, che molto tempo fa approvò l'uso da parte del mondo anti-sette dei suoi otto criteri della riforma del pensiero. Se è vero che [quegli otto criteri] non forniscono una legge scientifica immutabile, fanno comunque luce sulle pratiche utilizzate dai gruppi estremi per modificare credenze, atteggiamenti e comportamento.
Immerso in questa nuova scienza mi fu presto chiaro che le dinamiche della persuasione profittatrice esistono in ogni società umana e, di fatto, in ogni essere umano. Tutti siamo soggetti al pensiero di gruppo, a seguire il gregge, ad abbracciare idee senza la necessaria riflessione, perché tutti noi accettiamo con troppa facilità l'autorità di chi declama quelle idee. Come disse L. Ron Hubbard, tutte le relazioni di autorità sono ipnotiche. (Hubbard, Research and Discovery Series, vol. 4, pag. 324; si veda anche Research and Discovery, vol. 3, pagg. 246, 248. In entrambi i casi si tratta delle prime edizioni subito ritirate e sostituite con versioni emendate). Anche quando quell'autorità è Hubbard. Come disse lui...
Dopo aver studiato abbastanza approfonditamente una decina di culti e aver studiato storia delle religioni, dai Mystes della Grecia classica al presente, rivolsi la mia attenzione ai movimenti sociali e politici come per esempio i nazisti e i bolscevichi.
La mia uscita da Scientology era stata spronata dal bel libro I fanatici dell'Apocalisse dello storico Norman Cohn, letto un paio di anni prima di andarmene. Fu quel libro a piantarmi i semi del dubbio perché nei miei compagni scientologist avevo osservato un comportamento irrazionale spaventosamente simile a quello descritto da Cohn nei fanatici che distruggevano tutto ciò che li circondava nella convinzione che la fine del mondo fosse molto vicina. Proseguii con I demoni dentro sulla feroce caccia alle streghe, e non lo trovai molto più rassicurante.
Sedici anni dopo aver lasciato Scientology, con il nuovo millennio dietro l'angolo, rimasi affascinato da un'intervista a Cohn il quale, ormai ultranovantenne, era tornato a farsi sentire per mettere in guardia dall'incipiente millenarismo. Dimostrò di avere ragione, anche se, fortunatamente, non con la portata che temeva. Nell'intervista Cohn spiegò che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, aveva lavorato nell'unità de-nazificatrice assieme a ufficiali russi. Disse che a lui era evidente che i bolscevichi soffrivano dello stesso fanatismo irrazionale dei nazisti. Li descrisse senza difficoltà come dei "membri di setta".
Feci poi delle letture su terroristi e membri di gang urbane, riconoscendo le dinamiche del fanatismo ovunque mi imbattessi. Cercai invano di influenzare la politica in merito all'Islam militante, ma gli esperti di sette non erano considerati rilevanti dal potere costituito (per fortuna Steven Hassan ha aperto qualche porta, ma io continuo a essere ignorato). Ero sorpreso che colte autorità disdegnassero ciò che definivano "lavaggio del cervello", rimproverando persino miei amici esperti per nome e cognome. Offrivano invece il termine "radicalizzazione", ma senza fornire alcuna spiegazione di questo processo, se non ipotesi su dei "gruppi di giovani", quasi che i ragazzi musulmani si trovassero per una partita di pallone e appena dopo una pizza in compagnia indossassero una cintura esplosiva e si facessero saltare in aria. Chi mai si sarebbe immaginato che quella partitella e quella pizza fossero così pericolose?
Se è vero che gli scritti di Mayer, Post e Atran sono pieni di informazioni affascinanti, essi però non forniscono spiegazioni. Fanno così poca luce sulla radicalizzazione che si sarebbero potuti attenere al termine mediatico "lavaggio del cervello". Non è che invece il comportamento rilevato da Lifton nelle interviste ai sopravvissuti dei campi di riforma del pensiero cinese si potrebbe applicare alle cellule terroriste, oltre che ai culti? E se fossero debolezze umane universali che possono essere sfruttate dai manipolatori e dai violenti?
Qualche anno fa fui sostenuto nel mio pensiero dalla Prof.ssa Khapta Akhmedova. L'avevo contattata per saperne di più sul suo notevole lavoro nel campo della malattia sociogenetica delle masse e rimasi sorpreso e felice nello scoprire che aveva letto il mio Pezzo di Cielo Blu. Fu rassicurante sentire che il mio libro era stato apprezzato anche nella lontana Cecenia. Condivisi con lei alcuni capitoli del libro che sto scrivendo - Waking Reason - e la sua risposta mi gratificò. Fu anche così gentile da recensire la versione non censurata di Vendiamogli un pezzo di cielo blu, in vendita dal 2013. Ciò che mi disse fu una vera sorpresa e lascerò a lei la parola. Per inciso, la Prof.ssa Akhmedova ha studiato i kamikaze della Cecenia e, più di recente, ha intervistato per quattro anni i detenuti in Iraq. Mi ha scritto che:
Esiste una quantità significativa di letteratura sull'influenza, soprattutto perché dopo la Seconda Guerra Mondiale l'esercito USA finanziò generosamente la ricerca. Un esperto ha determinato che oltre il 90% della ricerca psicologica condotta negli Stati Uniti nei primi due decenni del dopoguerra fu sponsorizzata dai militari: «Forze Armate, intelligence e agenzie di propaganda come il Dipartimento della Difesa e la Central Intelligence Agency contribuirono sostanzialmente a finanziare tutta una generazione di ricerca post-bellica in campi come le tecniche di persuasione, i rilevamenti di opinione, gli interrogatori, la mobilitazione politica e militare, la propagazione dell'ideologia e questioni collegate. Gli studi sulla persuasione, in particolare, fornirono il grosso della base scientifica per la moderna pubblicità e le tecniche motivazionali. Questa ricerca sulla comunicazione finanziata dal governo andò ben oltre ciò che sarebbe stato possibile fare con i soli fondi del settore privato e spesso sfruttò le reclute militari, che costituivano un gruppo unico di soggetti testabili.» (Professor Christopher Simpson, Science of Coercion, Communication Research & Psychological Warfare 1945-1960, 1994, OUP, NY: pagg. 3-4).
Oltre ai programmi segreti e alienanti come MK Ultra, MK Naomi e Operazione Blue Bird, dobbiamo a quei finanziamenti anche l'eccellente lavoro di Milgram e Zimbardo. Forse se non avessero usato dei liberali convinti come loro, il desiderio di schiavizzare avrebbe prodotto dei frutti.
Una delle esplorazioni più significative fu il lavoro di Leon Festinger sulla dissonanza cognitiva. Sono passati sessant'anni da quando Festinger propose la nozione che, contrariamente al senso comune, le prove a disconferma di solito rafforzano la credenze. Infiltrò dei suoi specializzandi in un culto dei dischi volanti collegato a Scientology; aveva previsto giustamente che i membri del culto che si fossero recati al punto di imbarco, una volta che l'astronave non fosse arrivata se ne sarebbero andati con una fede più ferma. Il che si dimostrò corretto. (Festinger, Riecken, Schacter, When Prophecy Fails, 1956, University of Minnesota Press). Incontriamo la stessa difficoltà a convincere gli scienziati sociali della grande quantità di prove che l'influenza avviene, e che la persuasione a fini di sfruttamento è una realtà. E, dopo gli scienziati sociali, vengono i politici. Quella gente solitamente non dotata di mente scientifica nelle cui mani mettiamo il destino del mondo.
In una cultura che è tutta manipolazione e superficialità, c'è una grande riluttanza ad accettare la verità inequivocabile. La nostra cultura politica è a rischio tanto quanto lo sono i gruppi settari, dovesse mai diventare conoscenza comune ciò che si sa sulla persuasione a fini di sfruttamento. Siamo diventati cinici, ben sapendo che chi è al potere tiene sempre d'occhio la sua popolarità, sempre disposto a lanciarsi in questioni irrilevanti ma emotivamente sconvolgenti. Con una enorme disoccupazione ci sarà sempre forte attenzione sui profittatori, che non hanno alcun effetto sul benessere comune ma che possono essere usati come bersaglio per la collera, per compattare la pubblica opinione dietro a un politico furente. Sia Hubbard sia Hitler parlarono del bisogno di un nemico per portare unità tra il seguito. I politici, per i propri fini, raramente obiettano allo sfruttamento di questa vulnerabilità.
Il grande problema dell'influenza indebita è che ha un prima e un dopo, ma non un durante. Mentre l'individuo è sotto influenza giurerà di stare agendo di sua libera volontà. Sceglie di oberarsi di lavoro, di sotto-nutrirsi e di accettare il comportamento alfa dominante dei suoi padroni (o padrone). Nel momento in cui si alza il velo - e potrebbero occorrere decenni - solitamente non ha più la forza per fare niente se non strisciare via e piangere, pieno di ferite che impiegheranno molto tempo a guarire.
La visione dell'"apostata" amareggiato proposta dai megafoni di Scientology è una falsità, perché il 99% dei fuoriusciti non riesce a protestare, terrorizzato com'è all'idea di essere fatto oggetto di "fair game", la "legge" interna secondo cui si può essere querelati, molestati, imbrogliati e, come disse chiaramente Hubbard, si può essere "distrutti" o "totalmente rovinati" senza che il culto prenda provvedimenti contro i colpevoli. I fuoriusciti non sono amareggiati, ma terrorizzati.
Ciò che sorprende - vista la "formula di rischio" che prima o poi tutti gli scientologist applicano, alcuni più volte di seguito - è che qualcuno abbia protestato contro Scientology. Per completare quella "formula di etica" lo scientologist deve infatti «assestare un colpo efficace ai nemici del gruppo... malgrado il pericolo personale». Una volta che te ne vai sei un bersaglio perché diventi automaticamente una "Persona Soppressiva" e puoi divenire il "nemico" preso di mira con noncuranza in una "formula di rischio" di qualcuno. Posso raccontare decine di esempi personali di attacchi vendicativi di scientologist, la maggioranza dei quali non aveva mai letto nemmeno una pagina del mio lavoro. Un agente fuoriuscito dell'intelligence Scientology mi raccontò che parecchie delle talpe che mi avevano messo intorno rifiutarono di proseguire nello spionaggio perché ero troppo gentile per essere una "Persona Soppressiva". Per quanto sia rincuorante, tutto questo non ha fermato il culto dal mandarmi in bancarotta, nel 1995. La mia rovina fu accolta con tripudio dai membri del culto, che esultarono in Schadenfreude [gioire delle disgrazie altrui - NdT].
Molti se ne vanno con il terrore di "perdere l'immortalità" - la convinzione di precipitare nell'abisso ed essere persi per sempre. Con questa fobia, il destino del membro è chiuso. Una volta ho aiutato un uomo che era stato tappato in casa per vent'anni perché Scientology lo aveva convinto che era un pericolo per la società. Per riportarlo alla vita fu sufficiente un pomeriggio, sarebbe stato meglio se qualcuno lo avesse aiutato vent'anni prima. Suggerire che fu lui a "scegliere" di escludersi dal mondo è un insulto a lui e alla natura umana in generale. Era un uomo molto gradevole che non avrebbe fatto del male a una mosca, perciò la persuasione Scientology fu del tutto malriposta. Ma alla fine è spesso così.
I tentativi di intervento legale coercitivo sui membri di setta si sono spesso arenati. Presumere che l'individuo sia incapace di decisione autonoma è sia pericoloso sia difficile, specialmente quando parliamo di influenza piuttosto che di malattia mentale. Le corti statunitensi hanno condannato Charles Manson di omicidi multipli anche se lui non era presente sulla scena di nessuno di essi. Fu ritenuto colpevole di avere manipolato i suoi seguaci per commettere quei crimini orribili, ma anche loro furono condannati, poiché la sua influenza non fu l'unico motivo di quel comportamento terribile. Il che mostra la nostra resistenza ad accettare un'influenza totale e, in quella circostanza, fu probabilmente la miglior posizione da tenere. La direzione di Manson mitigò il comportamento omicida che lui sembrò avere indotto, ma non lo perdonò.
Ma se è vero che dovremmo tutti essere ritenuti responsabili del nostro comportamento, indipendentemente da quando ubriachi, drogati o illusi siamo, anche chi manipola deliberatamente gli altri dovrebbe essere ritenuto responsabile. Se ciò significa che certe pratiche devono essere sospese nella formazione dei novizi nei monasteri o delle reclute dei marines allora le si sospendano, ma l'aspetto più importante dell'influenza indebita è probabilmente di natura esoterica. E possiamo fare qualcosa al riguardo.
Finché gli scienziati sociali non concorderanno con la visione tradizionale dell'influenza indebita non si potranno fare progressi per insegnare agli scolari come riconoscere e vincere quell'influenza. Sarebbe molto sensato insegnare a tutti gli allievi le insidie della dissonanza cognitiva, la nostra suscettibilità alla Sindrome di Stoccolma e all'impotenza appresa. Manca però la volontà politica perché troppo spesso i politici sono degli imbonitori in cerca di voti, ignoranti della scienza e riluttanti ad affrontare i tabù popolari, per non parlare della perdita di autorità e potere. Mentre una parte di scienziati sociali critica apertamente l'influenza indebita nelle università, un'altra parte è sul libro paga dei politici per usare quelle stesse tecniche come spin doctor salariati.
Riassumendo, l'aspetto essenziale della riforma è educativo. Se volete ridurre il numero dei terroristi non dovete cercare unicamente l'equità delle popolazioni che rappresentano, ma anche fornire un'istruzione generale sulle tecniche comuni in pubblicità, nel marketing, nelle vendite e nel reclutamento. Solo se la gente le conosce, queste tecniche perderanno di forza. E abbiamo il compito di diffondere questa consapevolezza in un mondo a lungo governato dalla manipolazione.
Caro Jon,
tempo fa ti scrissi che avevo dei commenti da fare su alcuni dei tuoi articoli, poi non l'ho mai fatto. Non ricordo nemmeno più i post che volevo commentare... :-(
1) Come commento generale direi che quando parli degli "scientologist" sembri riferirti a una parte specifica di un seguito vasto e vario, cioè ai membri della Sea Org e ai veterani. Ma c'è anche una affiliazione più periferica che non è mai stata testimone né ha subito vessazioni e abusi, e loro non possono trovare "reale" quello che scrivi. Inoltre familiari e amici potrebbero molto impaurirsi nel leggere i tuoi articoli e cercare pesantemente di convincere i loro cari (periferici) a lasciare il movimento (o peggio), e così facendo spingerli verso un'affiliazione meno periferica.
Direi che la grande maggioranza delle persone avvicinate da Scientology non aderiscono e, tra quei pochi che lo fanno, la maggioranza abbandona nel giro di poche settimane o mesi. Terrorizzare famiglie e amici potrebbe essere controproducente. I loro cari se ne andrebbero comunque. Suggerirei che quando parli di "scientologist" specificassi sempre che ti stai riferendo a una categoria specifica di appartenenza. Un certo tipo di vessazioni e abusi fa riferimento soprattutto ai membri della Sea Org, specialmente negli Stati Uniti. Non abbiamo resoconti di cose del genere in Europa. Ciò che voglio dire è che l'affiliazione non è la stessa per tutti e che può essere periferica o approfondita, si può essere dei "public", degli staff o dei membri della Sea Org.
2) Mi sembra che tu condivida l'idea di Steven Hassan di un "sé prima della setta" e di un "sé nella setta", e che dovremmo cercare di riportare alla luce il "sé buono sepolto". Non condivido questa idea. a) Non sappiamo quale fosse il "vero" sé "prima della setta"; b) la setta potrebbe avere semplicemente svegliato il "vero sé" latente, vale a dire avere legittimato, validato ciò che l'individuo era veramente ma che per ragioni sociali temeva di mostrare apertamente, per esempio un tipo di personalità autoritaria. Gli scientologist veterani sembrano sviluppare un tipo di personalità autoritaria, ma siamo davvero sicuri che non fossero già così? In questo caso, qual è il "sé prima della setta" che dovremmo riportare in superficie? Ho incontrato un certo numero di ex membri che sembravano essere autoritari ben prima dell'affiliazione e la loro personalità si incastrava molto bene nel mondo e nell'ideologia Scientology. Come facciamo a sapere se è nato prima l'uovo o la gallina? Viceversa, io non sono una personalità autoritaria e quando ho identificato i tratti autoritari di Hubbard e di Scientology me ne sono andata.
Inoltre, le brutte persone esistono. I borderline esistono. Gli psicotici latenti esistono. E tutti loro possono essere attratti da Scientology proprio per le sue caratteristiche essenziali. Di nuovo, qual è il sé "originale" e "buono" che dovremmo far riemergere?
Se il paradigma "sé prima/dentro la setta" può essere valido per certi casi, non è l'unica ragione/risposta, e non è un universale. Affermare che lo è, come sembra fare Hassan, è cercare di influenzare la platea sulla teoria del "plagio", teoria che invita all'azione. Influenza indebita?
A proposito, trovo che questa recensione al terzo libro di Hassan fatta da Cathleen Mann sia molto centrata e interessante.
3) Ma torniamo al tuo articolo sull'influenza indebita. Scrivi che «Ex membri hanno accusato Scientology di traffico di esseri umani, ma la corte si è mostrata titubante a confermare l'accusa, forse per la confusione sull'influenza indebita. Quindi almeno una corte ritiene che gli scientologist firmino un contratto di un miliardo di anni con la loro libera volontà intatta. Ma a loro era stata venduta l'idea di salute perfetta, quoziente intellettivo degno di un genio e poteri sovrumani, non una vita di incessanti fatiche, servitù e stenti.»
Perché ritieni impossibile che una persona "normale" possa firmare un contratto del genere di sua libera volontà? Se credi nell'immortalità, un miliardo di anni è una bazzecola. E ci sono milioni di persone convinte che i poteri di un qualche dio/dea daranno loro un sacco di cose e capacità "incredibili". Se è vero che i reclutatori della Sea Org fanno promesse selvagge è anche vero che ci sono persone che amano l'idea di appartenere a un gruppo di élite, costi quel che costi. Ora, comprendo che ti stavi probabilmente riferendo al caso degli Headley, e loro furono reclutati ancora adolescenti. Ma mia suocera fu reclutata a 52 anni e lei amava l'idea di appartenere a una élite, "costi quel che costi". Ho conosciuto altre persone che furono reclutate in età adulta, o molto adulta. Per questo motivo penso che generalizzare troppo non sia saggio e dovremmo ragionare caso per caso.
4) Scrivi che: «Lo scienziato sociale che rifiuta l'idea dell'influenza è un novellino in questo campo di antica storia. [...] La stessa perplessità incontra il consulente che aiuta gli ex membri a rimettersi in sesto dopo aver lasciato il culto quando sente dei sociologi convinti che l'affiliazione settaria sia perfettamente normale e salutare.
Il modello nessuna-influenza forza i limiti della credibilità anche quando osserviamo i grandi misteri del comportamento umano.»
Uno dei motivi per cui apprezzo così tanto il tuo lavoro è che metti sempre i riferimenti corretti, ma in questo caso mancano. Chi sono questi "scienziati sociali" che... e dove dicono ciò che gli attribuisci? Non ho mai trovato un solo scienziato sociale che neghi il ruolo dell'influenza, quella indebita compresa, nelle interazioni umane.
I sociologi della religione preferiscono parlare di Nuovi Movimenti Religiosi (NMR) piuttosto che di sette, senza negare che alcuni NMR possono anche presentare caratteristiche settarie. Parlando in senso generale, l'affiliazione a un NMR può essere "perfettamente normale e salutare". Inoltre, per certi tipo di personalità l'affiliazione a un gruppo settario può anche avere aspetti "salutari", vale a dire che può essere una specie di contenimento (psicologicamente parlando). Non possiamo negare l'esistenza di ex membri di Scientology che sono molto più pericolosi per sé e per gli altri ora che sono fuori rispetto a quando erano dentro. Per loro, Scientology era una forma di contenimento e ora si sentono persi.
Inoltre l'influenza sociale è studiata fin dai tempi di Le Bon e di Freud, coi loro lavori sulla psicologia delle masse. Non pensi che un gruppo settario possa essere visto anche come una "massa"?
Leggere i tuoi saggi (e quelli di altri) potrebbe istillare l'idea che gli ex membri sono sempre gente brava e sana di mente per il semplice fatto di aver lasciato la "setta". Ma questo mi sembra un po' il "mito del buon selvaggio". Sappiamo bene che gli ex membri possono essere bravi o cattivi o perfidi come chiunque altro. Possono andarsene per dei motivi validi ma possono anche essere ESPULSI per motivi altrettanto validi. L'espulsione non è sempre motivata dalle critiche o dalla mancanza di conformità. Ho conosciuto personalmente due individui che si erano presentati come "povere vittime della setta" e hanno raccontato un sacco di presunti "abusi"per poi scoprire, nelle nostre lunghe a approfondite conversazioni, che erano stati in realtà espulsi - e per motivi molto validi e legittimi. Ancora una volta, dovremmo sempre ragionare caso per caso e cercare di evitare di istillare idee discutibili o controverse che potrebbero essere viste come un tentativo di "influenza indebita" sui lettori. :-)
5) Scrivi: «Feci poi delle letture su terroristi e membri di gang urbane, riconoscendo le dinamiche del fanatismo ovunque mi imbattessi. [...] Ero sorpreso che colte autorità disdegnassero ciò che definivano "lavaggio del cervello", rimproverando persino miei amici esperti per nome e cognome. Offrivano invece il termine "radicalizzazione"...»
Non trovo che l'uso del termine "radicalizzazione" sia così criticabile. Le IDEOLOGIE settarie di fatto "radicalizzano" una "identità unica" (vedi Identità e violenza: l'illusione del destino di Amarthya Sen) e lo fanno in molti modi. Può essere l'ambiente di un gruppo settario, ma anche un processo dove l'interazione faccia-a-faccia non è necessariamente coinvolta. Ritengo che ragionare sempre e solo in termini di "influenza indebita" (che sottende una interazione diretta) sia riduttivo. Penso che se ragioniamo in termini di "radicalizzazione" possiamo comprendere una gamma più ampia di azioni e processi che non se ragioniamo in termini di "riforma del pensiero" e "influenza indebita".
Questi, brevemente, sono i miei commenti al tuo articolo. Ci sono anche altre questioni minori, ma per oggi basta questo.
Riassumendo, apprezzo molto il tuo lavoro e condivido molti dei tuoi punti. Ciò che non condivido è quello che mi sembra essere un approccio "a senso unico" dove l'unica spiegazione sembra essere l'idea della "influenza indebita/manipolazione". Condivido pienamente la tua opinione che "l'aspetto essenziale della riforma è educativo". Significa essenzialmente che gli "approcci a senso unico" dovrebbero essere evitati. :-)
Un abbraccio
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