Un'analisi della "psicoterapia" commercializzata dall'organizzazione e dei prestiti culturali di Scientology. Traduzione a cura di Martini
L. Ron Hubbard afferma continuamente che Dianetics è una "realtà scientifica": DIANETICS Nel libro Dianetics Hubbard riafferma la scientificità dell'opera ben 35 volte. Ad esempio: "Tutte le nostre realtà sono funzionali, e queste realtà sono realtà scientifiche, interamente e completamente sostenute da prove di laboratorio."[1] Hubbard sembra tenere così in gran conto la corretta sperimentazione scientifica da evitare accuratamente di approvare esperimenti condotti da altri. "Questo test è stato fatto in un ospedale per vedere se i bambini non accuditi si ammalavano più spesso di quelli accuditi." Oppure "Il test... sembra essere stato condotto con controlli adeguati", [2] afferma con cautela, non avendo evidentemente visionato l'intero resoconto scritto. Nelle Phoenix Lectures [Conferenze di Phoenix - ndt] Hubbard si mostra critico nei confronti dei primi lavori psichiatrici di Wundt, alla fine dell'800; "La metodologia scientifica non era, in verità, sempre classificata immediatamente... quello che facevano erano esperimenti rischiosi non regolati e controllati, un sacco di confusione nel raccogliere enormi quantità di dati...". [3] E in una conferenza del 1954 si lamentò a lungo e apertamente di come psicologi e psicoanalisti conducessero le ricerche in modo inadeguato, e su come mancassero di mantenere documentazione appropriata. [4] Anche io sono cauto a proposito degli esperimenti di Hubbard, in modo particolare perché non sembrano esistere resoconti su come essi siano stati condotti, quali siano stati i veri risultati, che tipo di "gruppi di controllo" siano stati usati, se si sia proceduto in doppio cieco, quanti soggetti siano stati usati per ogni esperimento e altri dati pertinenti. Ho richiesto questi dati a scientologist attivi, li ho cercati per conto mio e ancora non li ho visti. Tutto questo porta a chiedersi se Hubbard possa chiamare scienza la sua ricerca originale. Proseguendo con la necessità di capire ogni parola che usiamo, siamo semplicemente portati a chiederci di quale scienza si tratti. Che cosa spinge una persona ad affermare legittimamente che i suoi concetti sono scientificamente provati? Quanto si può chiamare "realtà scientifica" una cosa qualunque? Come per molti altri aspetti della vita, più si guarda alla scienza più essa diventa complessa. Neppure nella comunità scientifica esiste un accordo sulla definizione di scienza. Coloro i quali cercano di stabilire una definizione unificata parlano della cosiddetta filosofia della scienza. Uno dei più rispettati e influenti rappresentanti della categoria è Karl Popper. Popper sostiene che nessuna teoria può essere chiamata scientifica a meno che si possa dimostrare che siano stati fatti deliberati tentativi per provare che la teoria è sbagliata, e che i tentativi siano risultati fallimentari. Pertanto una teoria deve dimostrarsi disponibile all'esame della comunità scientifica al fine di vedere se può sopportare lo scrutinio critico. La formulazione di Popper per la validità scientifica è la seguente:
La possibilità di provarne la falsità è un buon approccio, poiché nessuna teoria può essere provata a meno che ogni possibile caso non sia esaminato individualmente, al fine di verificare se possa essere applicato ad ogni caso possibile, cosa che è normalmente impossibile da fare. Un esempio diffuso di "realtà" nelle classi di scienze del 19° secolo era che "tutti i cigni sono bianchi". La falsità dell'affermazione venne provata quando si scoprì in Sud America una varietà di cigni neri. La "realtà" fu quindi provata falsa da un'eccezione alla regola in precedenza sconosciuta, e l'esempio mette in evidenza che non è mai completamente possibile provare in positivo una teoria senza esaminare ogni possibile caso di quella teoria. (naturalmente non è nemmeno possibile provare per intero la falsità di una teoria, ma per amore di brevità rimando il lettore al saggio "Logica della Scoperta Scientifica" di Popper per ulteriori approfondimenti). Andiamo per un momento a una delle affermazioni scientifiche di Hubbard: «Ora la sua identità [della mente reattiva] può essere certificata da ogni tecnico in ogni clinica o gruppo umano. Sono stati esaminati e curati duecentosettantatrè individui rappresentativi di tutti i tipi di malattie mentali inorganiche, e di gran parte di tipi di malattie psicosomatiche. In ognuno di loro è stata trovata una mente reattiva operante, e i suoi invariati principi».[6]Dopo la precedente breve disquisizione sulla scienza, possiamo quindi cominciare a criticare l'affermazione di Hubbard sulla validità scientifica. Chi erano esattamente queste 273 persone? Erano seguaci delle teorie di Hubbard o un campione rappresentativo del pubblico in generale? Come fu condotto esattamente l'esperimento che provò l'esistenza della mente reattiva? È necessario saperlo in modo che altri possano a loro volta ripeterlo: esaminare le variabili che Hubbard può aver trascurato, vedere se il suo esperimento si basa su casi statistici scelti a caso e per aiutare a condurre esperimenti che confutino la sua teoria. Quante più volte un esperimento viene fatto quanto più è probabile che si dimostri vero, tenendo naturalmente presente che non importa quante volte una spedizione è andata a cercare cigni bianchi, li avrebbe comunque trovati finché non fosse andata in Sud America. Hubbard, nei suoi esperimenti, cercava conferme o tentava di confutare la sua teoria, come Popper suggerisce debba fare un vero uomo di scienza? Elaborare un test che fornisca una conferma a una tesi come questa non è difficile. Di seguito presento un test di questo tipo.
Hubbard cita un esperimento che può provare l'esistenza degli engram: «Se vi interessa fare l'esperimento potete prendere un uomo, ridurlo all'"incoscienza", fargli del male e dargli un'informazione. L'informazione, qualsiasi essa sia, potrà essere recuperata con la tecnica di Dianetics. Questo esperimento non dovrebbe essere condotto in modo improprio PERCHÈ L'UOMO POTREBBE IMPAZZIRE» [7] {maiuscolo nell'originale}. Nel 1950 tre ricercatori dell'Università della California, Los Angeles, decisero di provare l'esperimento. [8] «Se si riuscisse in un modo o nell'altro [sic] a mandare un uomo in stato di incoscienza, secondo la psicologia tradizionale non sarebbe possibile conservare memoria degli eventi che gli accadono intorno e, di conseguenza, l'individuo non potrebbe raccontare detti eventi, non importa quali metodi di ricerca vengano impiegati (ipotesi I). Secondo Dianetics, la conservazione della memoria dovrebbe avvenire ugualmente e pertanto sarebbe possibile farsi raccontare gli eventi a mezzo dell'auditing di Dianetics (ipotesi II).» [9] La Dianetics Research Foundation di Los Angeles collaborò con gli sperimentatori fornendo un soggetto e parecchi auditor qualificati. Il soggetto era un uomo di 30 anni che lavorava per la Fondazione, la quale lo considerava un buon candidato all'esperimento in quanto aveva un ricordo "sonico" ed era già stato audito. L'esperimento fu attentamente pianificato secondo la teoria di Dianetics, e la Fondazione collaborò e fornì suggerimenti per tutta la sua durata. Il paziente fu reso incosciente con 0.75 grammi di sodio pentotal dal Dott. A. Davis, medico, uno degli autori dell'esperimento. Una volta constatato lo stato di incoscienza, il soggetto fu lasciato solo con il Sig. Lebovits. Si procedette alla registrazione della seduta con due diversi apparecchi. Il Sig. Lebovits lesse al soggetto un paragrafo di 35 parole tratto da un testo di fisica e, nel leggere le ultime 18 parole, gli procurò dolore. Quindi lasciò la stanza e il paziente fu lasciato riposare per un'altra ora, quindi fu svegliato. Due giorni dopo gli auditor professionisti della Dianetics Research Foundation iniziarono i procedimenti cercando di recuperare l'engram o la memoria del testo che, secondo la teoria di Dianetics, risiedeva nella mente reattiva del soggetto. Gli auditor recuperarono diversi possibili passaggi e li consegnarono agli sperimentatori. I risultati furono che "il confronto con il passaggio selezionato mostra che nessuna delle suddette frasi, e nessun'altra frase citata nel rapporto, ha qualche relazione con il passaggio selezionato. Dal ricevimento del primo rapporto provvisorio, nel novembre 1950, lo sperimentatore ha cercato più volte e ripetutamente di ottenere ulteriori rapporti, fino ad ora senza successo." [10] Gli sperimentatori conclusero affermando che, anche se il test era stato condotto su un solo soggetto, erano certi che l'esperimento fosse stato effettuato in modo corretto, suggerendo con fermezza che l'ipotesi dell'engram non era convalidata. Non sono a conoscenza di altri esperimenti scientificamente validi, oltre a questo, condotti da non-dianeticisti che cercassero di provare la teoria dell'engram di Hubbard. Questo esperimento era stato studiato per confermare l'ipotesi dell'engram che, secondo Hubbard, era una "realtà scientifica". Evidentemente - o, forse, SE - Hubbard avesse fatto il test avrebbe ottenuto risultati positivi. Ma questo è un buon esempio per dimostrare che ogni tipo di esperimento dovrebbe essere condotto parecchie volte per essere sicuri del suo risultato. Forse qualche parte neutrale, oggi, potrebbe essere persuasa a riprovarci. Secondo me il punto più dannoso del tentativo di Hubbard di ammantare Dianetics di validità scientifica è che, se da una parte sembra fare un invito a condurre indagini autonome (e quindi sembra prestarsi a tentativi di confutazione delle sue affermazioni) dall'altra non spiega mai i suoi metodi sperimentali. In realtà chiude la porta alla comunità scientifica che potrebbe cercare di replicare i suoi esperimenti, vedere se è possibile ottenere gli stessi risultati, e controllare possibili influenze che Hubbard potrebbe aver trascurato nei suoi esami. Sarebbe anche possibile, come suggerisce Popper, trovare carenze nella teoria sia su base logica che conducendo esperimenti confutatori. Se Hubbard avesse veramente rispettato la scienza avrebbe aiutato e dato il benvenuto alla comunità scientifica per tentare sia di sostenere che di confutare le sue teorie. Ma prima lui poi i suoi successori in Dianetics e Scientology hanno rifiutato di unirsi al dibattito scientifico sui meriti di quelle idee, mantenendo una posizione più dogmatica che scientifica. Ho tentano invano di avere dalla Chiesa di Scientology i resoconti degli esperimenti. Non so di nessuno che li abbia visti, e nemmeno di qualcuno che abbia mai detto di sapere in che modo fossero stati condotti. È principalmente per questa ragione, credo, che Dianetics non può affermare di avere una validità scientifica. Fintanto che i presunti esperimenti originali di Hubbard non verranno resi pubblici, Dianetics potrà chiamarsi solo fantascienza. Come nota finale, il solo riferimento che ho trovato agli appunti degli esperimenti originali è su conferenze di Hubbard registrate nel 1950 e nel 1958. Nel 1950 affermò che "i miei resoconti sono in piccoli block notes, per lo più scarabocchi a matita. Nomi e indirizzi sono andati persi... era una situazione caotica..." Una certa Signora Benton gli chiese gli appunti usati per condurre le sue ricerche, ma quando li vide, "alzò le braccia in preda all'orrore e ricominciò il progetto daccapo." [11] In un'altra conferenza del 1958 Hubbard spiegò che "il primo test essenziale" [12] di Dianetics era stato condotto audendo alcuni pazienti del Dr. Yankeewitz al Oak Knoll Hospital, senza che il dottore lo sapesse. Hubbard chiamava "significativi" questi test fatti slealmente, ma aggiungeva che "sfortunatamente non sono completamente disponibili." [13] Se questo è il tipo di materiale su cui Hubbard basava le sue "realtà scientifiche", allora probabilmente non c'è nessun bisogno di visionarlo per scartarlo in piena coscienza. 1. DIANETICS, (edizione 1987) p. 96
3. L. Ron Hubbard, THE PHOENIX LECTURES, (Los Angeles; Bridge Publications, 1982), p.203
8. Psychological Newsletter (Dept. of Psychology, New York University, New York, NY) 1959, 10:131-134, "An Experimental Investigation of Hubbard's Engram Hypothesis (Dianetics)", di Fox, Davis, e Lebovits
11. L. Ron Hubbard, "What Dianetics Can Do", lecture series 2, 1950, cassette tape #5009M23
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