La giornalista Paulette Cooper, autrice del libro Lo Scandalo Scientology del 1972 (prima grande inchiesta giornalistica sul movimento dianetico), racconta le molestie subite dagli agenti dell'organizzazione di L. Ron Hubbard.
© Di Paulette Cooper, 1982.
[riassunto: non riuscivo a immaginare perché il Governo prendesse per buone quelle due lettere, ovviamente ridicole, e mi stesse ancora dietro, nonostante il numero crescente di prove a favore della mia innocenza e il fatto che la colpevole fosse in realtà Scientology. Venni a sapere anni dopo, dai "Documenti Washington", della stretta relazione che il Governo aveva avuto con gli Scientologisti durante la Guerra del Vietnam, durante la quale sembrava che Scientology avesse passato all'FBI i nomi delle persone che erano entrate in Scientology per evitare la guerra. [1] Così forse l'FBI pensava si trattasse di bravi ragazzi e desiderava tenerseli buoni dando la caccia ai loro nemici. Il mio nome poteva anche figurare nella lista nera del Governo, in parte perché fui una delle prime giornaliste a contestare diversi aspetti del rapporto d'autopsia dell'assassinio Kennedy (nel mio libro The Medical Detectives, che uscì quell'anno). Ancora, avevo scritto
storie (innocue) per giornali che il Governo disprezzava, e in un'epoca
di castighi nixoniani, potevo figurare nell'elenco della gente di cui il
Governo aveva deciso di occuparsi]
Faccio una breve digressione: nonostante sospettassi in primo luogo di Nibs [L. Ron Hubbard Jr.] e poi di Meisler [l'addetto alle PR di Scientology che affermava di aver ricevuto le minacce di morte e aveva fatto il mio nome come sospetta], in quel periodo sviluppai un nuovo sospetto. Era l'anno del Watergate e, a dire il vero, quell'estate la sola cosa per cui provassi interesse erano le udienze del Watergate. Ero deliziata dalle rivelazioni che venivano fatte ai danni del Governo, che ero giunta ad osteggiare ferocemente come risultato di quanto mi stava capitando (provai non poca soddisfazione quando L. Patrick Gray fu condannato, dato che era lui in carica [nell'FBI] quando avvennero i fatti che mi riguardavano!) Tuttavia nel mio caso c'erano molti punti oscuri che continuavano a darmi filo da torcere. Perché il Governo prendeva tanto seriamente quelle lettere, soprattutto visto che non si trattava affatto di esplicite minacce di bomba? (una diceva: "ti bombarderò", ma era riferita a una persona [Meisler], e non si può bombardare una persona). Perché l'agente dell'FBI [Bruce Brotman, il "genio" che originariamente aveva concluso che le avevo scitte io e non Scientology, e testimoniò anche contro di me al Gran Giurì] ricevette un elogio speciale per il suo lavoro nel caso? [A] Perché John Gordon [il mio accusatore] era stato promosso dopo aver abbandonato il caso? E soprattutto, come accidente c'erano finite le mie impronte digitali su un pezzo di carta che non avevo mai visto né toccato? Ma erano veramente le mie impronte? Forse era solo il Governo a dirlo. E, dopotutto, l'FBI aveva sicuramente accesso alle mie impronte, dato che gliele avevo consegnate (e le impronte possono essere trasferite). C'erano molte altre cose non plausibili che andavano al di là della comprensione umana (ne ho sottolineate alcune nelle note a piè pagina). A questo si aggiungeva il fatto che la seconda lettera, quella con la mia impronta, non era nemmeno transitata per il sistema postale - nonostante fossi stata accusata di aver inviato minacce per posta. E quella lettera non era neppure minatoria - lo era la prima - e tuttavia ero stata perseguita per il contenuto della seconda, anche se gli esperti che avevano analizzato i documenti avevano concluso che erano due i dattilografi [l'esaminatore di documenti che ingaggiammo, uno al top, dichiarò che le diverse lettere erano state scritte da due persone distinte]. Mi sentivo come se il Governo mi stesse dando la caccia, e da lì feci un ulteriore piccolo passo (paranoico) che mi spinse a chiedermi se in effetti fossero stati loro, in primo luogo, a incastrarmi. E c'erano due ragioni che lo rendevano possibile. Primo: avevo dedicato un capitolo del mio libro The Medical Detectives (il quale era stato in precedenza anche pubblicato a puntate da una rivista) a persone che avevano criticato il Governo e l'FBI ed erano stati accusati di insabbiamenti nell'assassinio di JFK. Nel 1973 non c'era molta gente che lo facesse pubblicamente, e quelli che ci avevano provato, come Jim Garrison (che, coincidenza, era difeso dallo stesso Dr. Barnett che ho menzionato nella nota acclusa alla precedente pagina di diario) erano stati incastrati dal Governo (come Barnett mi spiegò all'epoca). Secondo: durante il Watergate venne fuori che il Governo teneva una lista nera di quotidiani, e io avevo scritto otto articoli per tre dei quotidiani menzionati (The New York Times, The Washington Post, The St. Louis Post Dispatch). Nonostante i miei articoli non potessero essere certo definiti sovversivi o anti-governativi, sospettai che il Governo avesse voluto fare elenchi di tutti i giornalisti che scrivevano per quei giornali, specialmente a causa della paranoia isterica dell'amministrazione Nixon. Quindi per anni mi chiesi se non fosse stato il Governo (molto probabilmente attraverso l'FBI) a mandare quelle lettere per incastrarmi. [B] [1] Dato abbastanza interessante: i documenti Washington mostravano che Scientology e l'FBI all'epoca avevano un rapporto abbastanza stretto, e la Chiesa, di routine, passava all'FBI i nomi dei retinenti alla leva, allo scopo di danneggiare un membro recalcitrante o acquistare punti col Governo.
[A] In uno di questi bizzarri giochi del destino, l'agente dell'FBI nel mio caso, Bruce Brotman, all'epoca incontrò il suo vecchio compagno di stanza del college, Jeffrey Klein, e cominciò a vantarsi del gran lavoro fatto su questo caso, fornendogli tanti di quei particolari che Jeffrey comprese che si trattava di me. E Jeff lo intuì perché è mio cugino di secondo grado. Ero furiosa - non desideravo certo che la mia famiglia venisse a sapere che ero stata accusata e arrestata: gli agenti dell'FBI non dovrebbero discutere i loro casi al di fuori del bureau. Alcuni anni dopo, come per caso, i quotidiani pubblicarono una foto di Brotman che scortava bambini fuori da Jonestown, come se fosse un qualche anti-setta molto compassionevole. Seeee, di sicuro. [B] Il mio nome non compariva nell'elenco ufficiale rilasciato, ma vista la paranoia dell'epoca sono certa che a quei tempi esistessero liste nere di chiunque avesse scritto per quotidiani anti-governativi.
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