La giornalista Paulette Cooper, autrice del libro Lo Scandalo Scientology del 1972 (prima grande inchiesta giornalistica sul movimento dianetico), racconta le molestie subite dagli agenti dell'organizzazione di L. Ron Hubbard.
© Di Paulette Cooper, 1982.
Nel capitolo precedente ho spiegato perché pensavo che L. Ron Hubbard Jr. fosse in combutta con Scientology nell'avermi incastrata. Continuando: mentre ero sotto accusa, e in cattivo stato fisico ed emotivo, Roy Wallis, che viveva in Scozia, venne a New York per intervistare me e altri per il suo libro. Dopo avermi parlato e appreso ciò che stava accadendo, intervistò Nibs (L. Ron Hubbard Jr.), uno spaccone, che cominciò a insinuare di aver avuto una parte nell'avermi incastrata, e quel che aveva ricevuto in cambio da Scientology e/o da suo padre. Nibs mostrò a Roy due lettere, spiegando che Scientology aveva rifiutato due suoi progetti per incastrarmi, e che quindi era andato da suo padre e si era offerto di fare qualsiasi cosa pur di tornare nelle sue grazie. Disse anche di non aver spedito le lettere, ma Nibs potrebbe aver agito per conto suo, dal momento che aggiunse di aver ricevuto una casa, un lavoro e dei soldi - alla fine di Maggio, proprio quando fui posta in stato d'accusa e arrestata. [1] Roy andò dal Procuratore con le lettere e una deposizione giurata, e il Governo cominciò a recedere dal caso. [2] [1] La prima lettera era del DG [Vice Guardian] Bob Thomas, allora a capo delle trame di Scientology in California, e, guarda caso, il superiore di Terry Milner (il cui nome compare nei "Documenti Washington" concernenti l'avermi incastrata). In questa lettera, datata 3 Novembre (circa un mese prima dell'invio della prima minaccia), Bob Thomas rifiutava la presunta offerta di Nibs ("ricoprire il ruolo di doppiogiochista nell'intrappolamento o molestia che hai proposto in relazione a certi individui menzionati nella precedente comunicazione, vedi: Paulette Cooper...") "Intrappolamento" è, guarda caso, la parola che Scientology usa al posto di "incastrare" - l'ho appreso dai "Documenti Washington" che mi riguardano. Quindi tutto faceva sembrare che la stessa Chiesa di Scientology non desiderasse nel caso specifico incastrarmi [o forse si stavano soltanto parando il c*** sulla carta].
Tuttavia la lettera successiva che Roy Wallis ottenne da Nibs era datata sei giorni dopo ed era indirizzata a suo padre, L. Ron Hubbard, e a Mary Sue [moglie]. In questa sosteneva di aver sempre lavorato per loro, e questo mi sembrò un ovvio indicatore del fatto che non fosse vero, perché se le cose fossero state davvero così, non l'avrebbe detto al padre tre anni dopo. Scriveva anche che aveva "moltissime informazioni, capacità e specializzazione, più un'enorme varietà di piani, attività e opzioni che metteranno in ginocchio i nemici della Chiesa una volta per tutte." Non c'erano dubbi che la prima persona a cui star dietro fossi io. Così sembrava avesse proseguito con i piani per conto suo al fine di rientrare nelle grazie del padre. [2] Facemmo sapere a Gordon che stavamo per chiamare Roy Wallis (studioso di Oxford) e Nibs al processo. Nibs è veramente un testimone di scarso rilievo, dal momento che quando la Chiesa lo dissuase o ricattò per farlo desistere dai suoi attacchi, firmò un affidavit nel quale ritrattava una testimonianza giurata resa in un processo contro Scientology del 1968.
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