Di Bent Corydon e Ron Hubbard, Jr. (alias Ronald DeWolf)
© 1987 Lyle Stuart Inc. Secaucus, New Jersey, ISBN 0-8184-0444-2
Esistono uomini morti, perché ci hanno attaccato ....
- L. Ron Hubbard
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Mentre io e mia moglie stavamo studiando il Saint Hill Special Briefing Course, tre o quattro persone se ne andarono dalla chiesa portando con sé i materiali del corso confidenziale di chiarimento (una piccola parte di ciò che in seguito andò a sviluppare i materiali del "Muro del Fuoco", di cui si parlerà al Capitolo 13).
Era la fine del 1967... non ci eravamo ancora abituati a vedere gli scientologist in uniformi navali.
Jill Van Staden era una bella ragazza snella e bruna di circa 25 anni. Aveva preso molto sul serio la sua autorità, immergendosi nella parte. Le decorazioni e il copricapo da ufficiale con tutte le sue "uova fritte" ricamate sopra erano collocati con sapienza in modo da non sminuire il suo bel viso, che di solito era molto facile vedere.
Quel giorno, tuttavia, i suoi occhi erano gelidi e il viso contratto. Mentre sbatteva davanti ad ognuno di noi un foglio giallo scuro ciclostilato, dicendo «Ecco qui!», la sua voce suonava estremamente dura. Al termine del rituale fece un breve annuncio che aveva il tono di un giudice che pronuncia una condanna a morte. Ascoltai a malapena le sue parole, tutto intento a leggere il messaggio sul foglio che ci aveva dato.
Era scritto a macchina in nome di L. Ron Hubbard, ed essenzialmente ordinava la morte dei quattro che avevano "rubato" i materiali del corso di chiarimento.
A tutti i membri della Sea Org che li avessero incontrati venne ordinato di percorrere su di loro il "R.2-45".
L'R.2-45 era stato usato a mo' di battuta in uno dei libri di Hubbard, in quanto «procedimento di esteriorizzazione attualmente non accettabile dalla società». La battuta era che una pistola calibro .45 sarebbe stata un procedimento molto efficace per fare in modo che lo spirito si esteriorizzasse dal corpo.
Ma questa volta non si trattava di una battuta! (anche se bisogna sottolineare che, per quanto ne so, nessuno seguì l'ordine).
Ai membri della Sea Org veniva inoltre ordinato di percorrere sui quattro i procedimenti "in modo sbagliato" (con questo intendendo di invertire i procedimenti in modo da causare danno mentale o pazzia).
Per me fu un'esperienza agghiacciante. In qualche modo ero riuscito a razionalizzare la "Policy del Fair Game" e le diverse policy che ordinavano la dichiarazione dei soppressivi e le condizioni inferiori, ma questa era davvero dura da mandare giù. Ma quell'episodio fu solo l'inizio.
L'ambiente tranquillo e pacifico di Saint Hill era stato invaso da una squadra di veri ufficiali Sea Org in uniforme blu, squadra che godeva letteralmente di completa autorità.
Ian Shillington (all'epoca diciassettenne) e Joe Van Staden, all'epoca marito di Jill, anch'essi in uniforme da ufficiale con tanto di stiletto alla cintola, erano arrivati in missione dalla Flagship [Ammiraglia].
Irv Williams, un americano che all'epoca aveva una trentina d'anni e si era da poco unito allo staff di Saint Hill, ricorda:
Tra la fine del '67 e il '68 a Saint Hill arrivarono tre importanti missioni Sea Org. Quella di Van Staden fu la terza e la più spaventosa. Ron era sulla nave da qualche parte, mandava telex e ordinò l'inizio alla missione. Io ero l'Ufficiale di Etica di Saint Hill, ed essi assegnarono la condizione di "impedimento" a tutti gli ufficiali di etica. Tutti gli ufficiali di etica e il personale del Hubbard Communication Office (che vigila sulla conformità agli ordini di Hubbard) furono automaticamente assegnati a "impedimento" (venne loro detto che non erano stati abbastanza brutali).
Joe Van Staden prese una scala a pioli, si arrampicò sul soffitto e conficcò il suo stiletto in una trave dicendo «Questa trave vi cadrà addosso e vi ucciderà». Tutti si spostarono. Voglio dire, chiunque sembrasse lento sarebbe stato dichiarato soppressivo immediatamente.
Stavano semplicemente cercando teste da mettere sulla picca. Quello stato d'assedio durò un paio di settimane. Io dormivo nella sala delle scimmie (una grande sala della villa che il proprietario precedente, il Maragià di Jaipur, aveva fatto dipingere con molte scimmie). Eravamo tutti al "posto di battaglia" (in allerta, al lavoro su un progetto prestabilito chiamato "piano di battaglia"; la terminologia era diventata militare) 24 ore al giorno.
La situazione perdurò fino a quando decisero che le cose erano sotto controllo, e se ne andarono. Tornò la normalità - per quanto le cose potessero definirsi normali dopo l'inizio dell'applicazione di un'etica così pesante.
Oramai avevamo iniziato a credere che Ron facesse sul serio. Non riuscivamo ancora a capire perché lo facesse, poiché era assolutamente in contraddizione con tutti i suoi insegnamenti e principi fondamentali, con l'idea che la forza non funziona, che la punizione è una pratica superata che si è cercato di usare per migliaia di anni senza ottenere risultati. Ed eccoci lì con queste persone che correvano avanti e indietro con fare da Gestapo, minacciando e punendo.
E tutto questo veniva fatto su suo ordine diretto.
Era davvero atroce.
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Con la seconda missione vennero rimossi e gettati in prigione gli executives. Poiché io ero un ufficiale di etica venni mandato sul Royal Scotsman a Southhampton, prima ancora che prendesse il mare. Avrei ricevuto "addestramento di etica".
All'epoca Hubbard era sulla nave. Venni svegliato nel mezzo della notte: «Adesso vieni con noi. Non fare domande. Prendi solo qualche vestito e seguici». Mi portarono a Southhampton senza dirmi dove ci stavamo dirigendo.
Essere svegliati nel mezzo della notte e portati in una località sconosciuta in grande segretezza... i due giorni furono una specie di sogno. Era irreale. Non sapevi bene perché eri lì, o che cosa sarebbe successo. Era tutto avvolto nel mistero. Molto stressante. Ed era LRH! Se lui decideva di farti gettare fuori bordo venivi gettato fuori bordo! Se lui decideva che dovevi sparire, saresti probabilmente sparito. Quindi non volevi contrastarlo.
I Sea Org erano così zelanti ed esaltati, non avrebbero fatto nulla, nulla che non fosse stato il seguire un preciso ordine.
Hubbard era sulla nave da qualche settimana e ne aveva grande familiarità. Sapeva dov'erano tutte le cose, si sentiva a casa.
Arrivammo su questo grosso scafo da carico arrugginito. Venni fatto salire a bordo e vidi LRH soltanto dopo 12 ore. Volevano farmi firmare questo contratto, e io volevo sapere che cosa c'era scritto. Mi dissero «Bene, sei salito a bordo e ora devi firmare questo». Insistetti per vedere di che cosa si trattava, ed era un contratto Sea Org! Dissi «No, non credo di volermi unire alla Sea Org per un miliardo di anni».
Comunque, venni sbattuto negli alloggi dell'equipaggio. E vi trovai Fred Hare, che era stato "decapitato" durante la missione precedente.
Fred era stato un executive di alto rango. Ed ora eccolo lì. Era stato il grande e onnipotente executive che mi aveva fatto rigare dritto quando ero ufficiale di etica, ed ora eccolo lì, triste, degradato e in preda ad accessi di tosse. Dio, non smetteva mai di tossire.
E a quel punto diventammo amici. Credo perché eravamo compagni di prigionia, dovevamo condividere il tormento... Ad un certo punto Ron ci tenne una lezione sull'etica, in un corridoio. Risplendeva nella sua uniforme da sartoria, tutta piena di cordoni e galloni, un cappello navale in testa e scarpe nere tirate a lucido. Un paio di membri della Sea Org avevano il microfono e registravano tutto.
Così dopo diversi giorni di "addestramento di etica" venimmo raggruppati e rimandati a Saint Hill.
Circa un anno dopo Irv Williams venne mandato a fare il
Corso di Classe 8 a bordo dell'
Apollo, che in quel momento si trovava a Corfù, in Grecia. Il
Royal Scotsman, il vecchio scafo arrugginito che ricordava dai tempi di Southhampton, era stato trasformato nel bianco e risplendente
Apollo.
Irv racconta la storia:
Il Corso di Classe 8 originale... credo tra settembre e ottobre 1968. Tutte le org ricevettero un telex che annunciava che era ora disponibile un Corso di Classe 8 e dovevano mandare personale qualificato. Il telex aggiungeva: «Portate rose vere».
Venni messo su un aereo per Atene, e da lì su un traghetto per Corfù...
Il corso iniziò il mattino successivo. Ci venne data una tuta da lavoro. Entrarono tutti in classe salvo me e Albert McGraw. Noi venimmo condotti davanti a due ufficiali Sea Org che iniziarono a urlare sventolandoci il pugno davanti la faccia perché avevo portato un assegno, mentre il telex diceva "rose vere", cioè "contanti"!
Albert aveva commesso un atroce crimine del tutto simile. Aveva infatti portato valuta della Nuova Zelanda - che "era inutile" (la procedura di cambio avrebbe fatto perdere tempo a causa delle restrizioni imposte dal governo neozelandese).
Lo gettarono fuori bordo sul posto, lui con tutto il suo denaro. E Albert trascorse la mezz'ora successiva nuotando intorno alla nave nel tentativo di recuperarlo. In seguito lo stendemmo ad asciugare in una stanza...
Così per le tre settimane seguenti rimanemmo sul corso.
Vedevamo LRH soltanto la sera, quando ci teneva una lezione. Ma faceva la supervisione del caso del nostro auditing. E ogni sera dovevamo marciare in classe e metterci sull'attenti. Poi lui entrava, si sedeva e iniziava la lezione, che veniva registrata.
Fu un corso molto faticoso. Ci alzavamo ogni mattina alle sei, indossavamo le nostre tute da lavoro e dovevamo portare intorno al collo questa grossa corda di canapa - perché non eravamo degni di indossare i cordoni dell'uniforme. Quindi dovevamo metterci al collo questa cosa che ricordava molto un cappio da impiccagione.
Poi c'era l'appello sul ponte. Marciavamo in formazione sul ponte inferiore, quello più vicino all'acqua, circa 7 metri sul livello del mare. E qui venivano lette le punizioni che sarebbero state comminate.
Chi secondo LRH non aveva fatto auditing standard veniva gettato fuori bordo su sue istruzioni scritte. Non erano gli ufficiali della Sea Org a lanciarci fuori bordo, ma gli altri studenti. Dovevamo farlo. Afferravamo, o venivamo afferrati, e lanciati il mare. Un lungo bagno nel freddo del mattino.
Sfortunatamente nessuno chiese mai se il candidato sapesse nuotare. Ed un paio di studenti del Corso di Classe 8 non lo sapevano fare, ed ebbero grossi problemi. Agli ufficiali della Sea Org apparentemente non importava nulla, ma a noi sì. Ed in un caso qualcuno si gettò in mare per impedire che la persona annegasse.
Poi qualcuno scendeva sul ponte sottostante e apriva un boccaporto. Il boccaporto si trovava ad un'altezza di circa un metro sul livello del mare e quando sei stanco, con addosso questa grossa tuta da lavoro completamente inzuppata, è davvero difficile alzarsi a sufficienza sul pelo dell'acqua per aggrapparti alla sporgenza e risalire a bordo.
Un paio di studenti non erano d'accordo a farsi lanciare in mare. Quasi tutti noi ci eravamo rassegnati, ma ricordo una ragazza che lottò con le unghie e con i denti. Era in disaccordo violento sul farsi gettare fuoribordo.
L'emozione più grande fu alla fine di quelle settimane, quando ci diplomammo. Quando ci dissero che eravamo stati promossi provammo questa tremenda sensazione di essere dei sopravvissuti. Fu un grosso sollievo.
A proposito. Probabilmente il cibo della nave fu il peggiore che avessi mai mangiato. Ogni giorno era peggiore. Cavolini di Bruxelles bruciati e roba del genere, semplicemente non riuscivamo a mangiare.
Una volta terminato il corso ci diedero una pacca sulle spalle. Eravamo i grandi eroi della situazione.
Per tutto il periodo fummo tenuti alla larga da LRH. La sua cabina e la sua area di lavoro erano su un ponte superiore. Durante la giornata, quando marciavamo verso il pranzo o la cena o cose del genere, ci era assolutamente proibito avvicinarci al ponte. Era vietato fare rumore mentre ci spostavamo per la nave perché avremmo potuto disturbarlo.
Alle lezioni noi entravamo per primi, ci sedevamo e aspettavamo. Poi arrivava lui, preceduto da un ufficiale della Sea Org e seguito da un altro ufficiale. E noi ci mettevamo sull'attenti. Entrava veloce e si sedeva.
Si assicurava che per noi non ci fosse mai la possibilità di fargli la benché minima domanda, o di discutere con lui. Non ci diceva nemmeno «Salve!». Era molto chiaro a tutti che si trattava di una comunicazione a una sola via. Lui parlava e noi ascoltavamo. Giudicandolo a posteriori, l'effetto era parecchio ipnotico.
Si sedeva e solo allora potevamo sederci anche noi. Parlava per un'oretta. E noi applaudivamo a lungo. Poi si alzava e se ne andava, mentre noi ci rimettevamo sull'attenti e poi tutti insieme marciavamo verso gli alloggi - sera tardi, verso le dieci.
Finito il corso fummo autorizzati a dare una grande festa a bordo. Ci permisero di parlare l'un l'altro e di vestire abiti civili e, circa a metà della festa, lui entrò e si trattenne brevemente con noi - cinque minuti al massimo. Permise a tutti noi del corso di dirgli qualcosa. Io gli dissi una cosa del tipo «Grazie per averci insegnato questo materiale meraviglioso!» e lui mi rispose «Sono contento che ti sia piaciuto». Poi passò allo studente successivo. Era come stare in fila alla reception.
Poi se ne andò. E questo fu tutto. Fu una comunicazione molto, molto, molto controllata...
Durante la prima conferenza era furibondo e batteva il pugno sul tavolo. Ma mi sentivo in un tale stato di soggezione che non riuscii a valutarlo. Tutti noi eravamo in soggezione. La differenza fra di noi era così grande. È come quando parli con il re; lui può dimostrarsi cordiale, ma rimane sempre il re. Non dimentichi mai, per un solo istante, che è il re. E lui non ti permette di dimenticarti che è il re. Può dimostrarsi cortese e carino con te, ma solo perché è una persona così meravigliosa.
Ron era questo dio in terra, questa persona straordinaria, e visto da quella prospettiva diventava scomodo.
Avrebbe potuto distruggere la mia vita a piacimento.
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Quando gli studenti che si erano recati sulla nave fecero ritorno a Saint Hill, io e mia moglie stavamo facendo l'internato di Classe 7. Eravamo molto eccitati all'idea di tutta quella nuova tech che avrebbero potuto insegnarci.
Su ordine di Hubbard il Corso di Classe 8 stava venendo pesantemente promosso in quanto si diceva che fosse letteralmente in grado di creare questi super auditor che avrebbero velocemente portato nel caso delle persone cambiamenti fino a quel momento insperati. A breve distanza sarebbero «scaturite dalle linee» frotte di "OT".
Poco tempo dopo io e Mary ci recammo a Edimburgo, in Scozia, per frequentare il primo corso di Classe 8 tenuto sulla terraferma. I materiali del corso consistevano prevalentemente di nastri registrati durante il primo corso sulla nave.
Poiché ci trovavamo in un hotel nel bel mezzo dell'inverno scozzese bisognava inventare un modo per simulare il lancio fuori bordo da una nave all'ancora su un'isola greca.
Le cerimonie si tenevano al piano superiore dove venne approntata una vasca piena di acqua fredda. Era inverno, in Scozia, vicino al circolo polare artico.
Dando fondo alle mie già scarse risorse mi ero comprato un paio di pantaloni di lana per affrontare le temperature sotto lo zero scozzesi, e proprio il mattino successivo venni "lanciato fuori bordo".
I miei pantaloni nuovi si restrinsero fin sopra le caviglie!
Ricordo in particolare il "fuoribordo" di Joan Schnehager, una donna sudafricana sui 55 anni, auditor in addestramento. Era una delle mie preclear.
In stato di shock totale, durante l'immersione aveva espirato talmente tanta aria che le ci vollero tre o quattro minuti per ritrovare la voce e recitare la poesia che le era stata data da leggere.
Fu molto doloroso ascoltare i suoi tentativi di emettere qualche suono. Alla fine ci riuscì:
Io (gasp) ____ sono ____ una ____ discepola ___ di ____ Freud ___ io _____ adoro ____ ammazzare _____ i ___ preclear (ecc.)
Il Master at Arms [ufficiale di etica della Sea Org] era un simpatico tizio scozzese il quale pensava che l'acqua gelata non fosse necessaria. Decise quindi di aggiungere acqua calda a sufficienza per eliminare il senso di gelo. Fu scoperto e lui stesso, il mattino successivo, venne "lanciato fuoribordo" nell'acqua gelata.
L'aspetto positivo era che trovavo molto eccitante essere in Scozia e una parte dell'auditing era molto divertente e, secondo me, benefica.
Il primo livello OT richiedeva che ci si recasse in un luogo molto affollato e si annotassero osservazioni sul modo in cui la gente portava in giro il proprio corpo.
Ho sempre amato osservare le persone e poiché a Edimburgo in quel periodo era in corso un festival, con tutti i castelli illuminati ed esposizioni di opere d'arte, per me fu davvero eccitante.
Questi momenti di piacere contrastavano con i rigori della classe che, durante le ore di lezione, veniva tenuta chiusa a chiave - dalle 8 del mattino fino a mezzanotte. Van Staden, il supervisore, indossava sempre con atteggiamento battagliero i suoi stivali da nazista.
Terminammo il corso prima delle tre settimane previste, io e Mary fummo tra i primi a diplomarci. Entrambi riuscivamo a cavarcela bene nelle situazioni difficili.
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Poco dopo essere tornato in Inghilterra venni mandato un paio di settimane in Svezia per assistere una piccola organizzazione a Eskilstuna, vicino Stoccolma.
Era ancora inverno e trascorsi alcuni dei giorni più freddi della mia vita cercando di aiutare questa coppia svedese, coraggiosa e idealista, a districarsi con la barriera linguistica; cercavano di vendere una materia essenzialmente americana i cui testi non erano ancora stati tradotti in svedese.
Durante il viaggio di ritorno verso l'Inghilterra mi fermai a Copenhagen per una breve visita a mio zio che viveva in quella città. Andai anche in visita all'org locale, diretta da Joan Schnehager e da suo marito Quentin. Joan aveva reagito al duro trattamento scozzese, durante il quale aveva dovuto leggere la poesia nella vasca d'acqua ghiacciata, diventando a sua volta una fanatica.
Mi disse con orgoglio di aver risolto il problema di come lanciare le persone fuoribordo, visto che nel suo edificio non esistevano vasche da bagno. Mi accompagnò alla toilette e azionò lo sciacquone. «Vedi!» mi disse, «Faccio mettere agli studenti la testa nella tazza e tiro l'acqua!».
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Appresi di come erano andate le cose a Joan Schnehager e al marito soltanto un paio più tardi.
Durante la gestione Schnehager le cose all'org di Copenhagen non erano andate bene. Gli incassi avevano iniziato a calare e perciò era stata inviata una missione per un "maneggiamento".
Venuto a sapere della missione in arrivo, e presumibilmente sapendo che cosa succede di solito ai downstat quando vengono inviate missioni Sea Org (che invariabilmente scovano un SP [persona soppressiva] e di solito si tratta proprio del capo dell'organizzazione) Quentin Schnahger era caduto in una forte depressione.
Quando arrivò la missione Quentin penzolava dalla trave del suo garage. Morto.
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Una volta trasferiti in America mi venne fatto ascoltare un
briefing su nastro, destinato al solo equipaggio Sea Org, che Hubbard aveva registrato in un'organizzazione di Los Angeles alla fine del 1969.
Nel nastro Hubbard si mostrava molto arrabbiato per il fatto che Quentin Schnehager si fosse impiccato. Tuonava che si era trattato di un tentativo di mettere nel torto lui e la Sea Org!
Nelle sue parole non c'era un briciolo di tristezza o rimorso - solo il sentirsi offeso perché qualcuno aveva osato fargli una cosa del genere!
All'epoca la mia mente non riuscì a cogliere in pieno il fatto che Hubbard stesse parlando in quel modo. Era troppo incredibile.
Ho scoperto che la mente tende ad accantonare idee od eventi che si discostano troppo dall'accettabile. Nel nastro il suo atteggiamento rientrava in quella categoria. Rimasi senza fiato, ma non ne registrai veramente il significato.
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Ai primi del 1969, dopo la sosta in Danimarca, tornai in Inghilterra e Mary ed io diventammo persone chiave dell'organizzazione di Saint Hill. Dopo tutto adesso appartenevamo all'élite altamente addestrata dei Classe 8.
Qualche mese più tardi mia moglie era impegnata con la supervisione del caso nella sua "Torre d'Avorio" (cioè non doveva essere disturbata o non doveva vedere le persone il cui caso stava analizzando; un supervisore del caso vede soltanto le cartelle scritte dall'auditor durante le sedute) quando le riferirono che da Londra era appena arrivato un uomo di circa 30 anni. Aveva l'aspetto molto malato, pare che avesse la lingua nera e chiedeva disperatamente di operare il miracolo all'istante.
In ottemperanza alla policy standard dell'epoca su "preclear fisicamente malati" Mary ordinò che l'uomo venisse mandato immediatamente dal medico e, dopo essersi fatto curare, tornasse per l'auditing. In precedenza il tipo non era mai stato audito a Saint Hill, soltanto all'organizzazione di Londra. Loro non sapevano che fare così ce l'avevano mandato a Saint Hill.
Il giorno seguente trascorsi diverse ore in stanza di auditing (studiata per due persone che siedono a una scrivania, una di fronte all'altra). Terminai la seduta e accompagnai il preclear alla Divisione Qualificazioni.
Nell'atrio vidi un gruppetto di persone tra cui una ragazza molto bella che piangeva disperatamente. Aveva l'aspetto di chi non dorme da giorni e non era in condizioni di ricevere auditing.
Chiesi al mio junior, il quale era incaricato del maneggiamento delle persone in attesa, che cosa stesse succedendo. Lui mi disse che il marito della ragazza (che risultò essere l'ammalato presentatosi la sera prima) si era gettato sotto il treno, rimanendo ucciso all'istante.
Suggerii che la ragazza venisse accompagnata da un medico per avere qualche sedativo. Lui mi rispose che avrebbe cercato l'aiuto dell'Hubbard Communication Division, responsabile per questo tipo di cose, così lasciai la faccenda nelle sue mani.
Venni poi svegliato nel mezzo di quella stessa notte e informato che la ragazza era sul divano del'executive di World Wide Org, il quale richiedeva che mi recassi sul posto per prendermi cura di lei. Così mi vestii e, alla guida della mia piccola Austin Mini verde, tornai a Saint Hill e mi presi cura della ragazza, ancora in preda ad una crisi isterica. Una executive accettò di venire con noi al nostro cottage per vigilare sulla ragazza.
Tornai a dormire e il mattino successivo venni svegliato da urla e dal rumore di vetri infranti e, quando entrai nella stanza in cui la ragazza era sotto sorveglianza, vidi che aveva già scavalcato la finestra e stava correndo sulla strada del nostro piccolo piccolo villaggio inglese.
Mentre a piedi nudi e in pigiama la rincorrevo i miei vicini, pronti per andare al lavoro, mi osservavano.
Quando la raggiunsi vidi che si era sbottonata il vestito denudandosi il seno, urlando con quanto fiato aveva in gola. Cercai come potei di ricoprirla e farle riprendere un minimo di controllo, ma a dispetto della sua struttura esile mostrava la forza di una pazza. Non so ancora come riuscii a convincerla a tornare in casa. Ero graffiato e ammaccato, e ai vicini era stato fornito materiale sufficiente per mesi di pettegolezzo.
Mi feci aiutare da un paio degli altri che vivevano con noi affinché la sorvegliassero in una stanza più sicura. Avevo deciso che, indipendentemente dagli ordini degli executive di alto grado che dicevano il contrario, l'avrei portata dal medico.
Mentre veniva scortata attraverso la cucina del nostro piccolo cottage la ragazza riuscì a sfuggire alla donna che la stava accompagnando all'automobile, aprì improvvisamente lo sportello della stufa e mise la testa tra le fiamme.
La mia amica riuscì ad afferrarla appena in tempo per evitare la catastrofe; fortunatamente la cosa si risolse con soltanto qualche capello bruciato. Servì tutta la forza di due uomini e dell'amica executive per farla entrare in automobile e portarla dal medico. Per tutto il percorso si dimenò come una pazza.
La lasciammo in cura al medico.
L'episodio rappresentava una potenziale minaccia alla posizione di Jane Kember, Guardian's WW, e avrebbe potuto provocare la reazione dei media o un'azione legale contro Scientology. Era necessario trovare un capro espiatorio e fummo scelti io e mia moglie.
Venne emesso un "Ordine di Etica" ciclostilato su regolare carta color oro, approvato dalla più alta autorità di Saint Hill (lavoro di Jane, credo).
Mary ed io fummo accusati di un lungo elenco di "crimini" e "alti crimini" tra cui l'aver ucciso un preclear e l'aver provocato il tentato suicidio di un altro.
Non era uno scherzo. Ed era strano. Noi eravamo ancora relativamente nuovi e ingenui. La mia domanda più incalzante era: «Com'è possibile che clear e OT si comportino in modo così folle?».
Nel corso delle settimane successive disobbedii completamente agli ordini, giocando sul fatto che avevano bisogno di noi. Alla fine l'"Ordine di Etica" venne cancellato perché eravamo "upstat". Il nostro gioco aveva pagato.
Mi convinsi del fatto che Jane Kember e Hebie Parkhouse, suo assistente delle finanze world wide, erano la causa di tutte le cose folli che stavano succedendo.
Stavo reagendo nel modo in cui si suppone si debba reagire, cioè sospettare di chiunque fuorché di Hubbard. Mai avere un pensiero critico su Hubbard. Quando le cose si mettono davvero male cercate l'SP. Ma non è nemmeno concepibile che l'SP possa essere lui.
Per noi la vicenda fu un'esperienza straziante e rimasi molto turbato per diverso tempo. Mia moglie era incinta del nostro primo figlio e soffriva molto per il freddo e la mancanza di cibo adeguato.
Poiché ora la legge britannica impediva agli americani di venire a Saint Hill per fare Scientology le nostre entrate lorde erano drasticamente calate, e non guadagnavamo a sufficienza per pagare l'affitto e comprarci da mangiare. I nostri fondi si erano esauriti e mandai una petizione a L. Ron Hubbard chiedendogli l'autorizzazione per andare a lavorare per un anno in una franchise americana, in modo da poter guadagnare a sufficienza per rimetterci in piedi e prenderci cura del bambino.
"Lui" la approvò. "Lui" all'epoca era in realtà Ken Urquart, il quale gestiva le petizioni indirizzate a Hubbard. La notizia mi riempì di gioia e lavorammo sodo per trovare dei sostituti e mettere insieme i soldi (chiesti a prestito) per pagarci i biglietti per gli Stati Uniti.
Avevamo sofferto per le condizioni atmosferiche dell'Inghilterra e la costante miseria. Queste asperità erano accettabili perché credevamo che il Nirvana fosse dietro l'angolo. Credevamo ancora e sognavamo, ma i due giovani ingenui arrivati a Saint Hill pieni di speranze non esistevano più. La politica, le ingiustizie e la palese pazzia che ora pervadevano quella maestosa proprietà e il bellissimo maniero erano penetrate nei nostri pori facendoci soffrire fin nell'intimo.
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Quando salimmo sul traghetto per la traversata della Manica, mentre le bianche scogliere di Dover si allontanavano alle nostre spalle, scoppiammo in una risata liberatoria. Facemmo rotta per la Francia in una splendida giornata di sole, poi continuammo verso il Lussemburgo e da lì su un volo per New York.
Fuggire da Saint Hill, destinazione America, ci riempiva di una gioia incontenibile.
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Nonostante le esperienze negative di Saint Hill rifiutavo ancora di abbandonare il sogno che potessimo ottenere qualcosa di meraviglioso. Gli aspetti positivi della materia erano talmente positivi che ricacciavo nel fondo della mente tutte le negatività.