In ottemperanza al provvedimento 08/05/2014 Garante per la protezione
dei dati personali, si avvisa il lettore che questo sito potrebbe
utilizzare cookie per fornire servizi e per effettuare analisi
statistiche anonime. Proseguendo con la navigazione si accetta l'uso
dei cookie.
|
Messia o pazzo? - Capitolo 1/10: La Sea Org prende terra
Di Bent Corydon e Ron Hubbard, Jr. (alias Ronald DeWolf)
© 1987 Lyle Stuart Inc. Secaucus, New Jersey, ISBN 0-8184-0444-2
© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2003-2004
Il "concerto rock" e i numerosi e sgraditi problemi avevano lasciato in Hubbard un senso di frustrazione per l'Atlantico Orientale. Così il 10 ottobre 1974 decise di fare rotta verso le Americhe.
Elena Lorrel racconta la storia delle fasi finali della traversata atlantica:
La sera in cui, provenienti da Madera, stavamo per approdare in America (Carolina del Sud) qualcuno raccolse la chiamata frenetica di Jane [Jane Kamber - capo del Guardian's Office] che dal molo ci avvertiva: «non entrate in porto, ci sono 140 agenti dell'IRS che vi aspettano sulla banchina».
Così ci dirigemmo verso le Bahamas.
In quella che, alla fine, fu una crociera di quasi un anno intorno ai Caraibi, facemmo scalo in diversi porti. L'intenzione originale era di prendere terra in America, ma visto che quel piano era andato in fumo dovemmo fare di necessità virtù.
Alla fine del 1974 eravamo nei Caraibi - LRH scese a terra e lo accompagnammo al cinema. Fu un vero evento, una delle pochissime volte, se non l'unica, in cui scese a terra da oltre un anno a quella parte.
I suoi addetti all'intelligence gli mandavano rapporti dicendo che andarsene in giro non era sicuro. Non gli piaceva ascoltare certe cose e, quando lo faceva, stargli intorno poteva diventare davvero difficoltoso...
Cathy Cariataki ed io sapevamo che il solo modo per fargli tornare il buon umore era farlo scendere dalla nave. Quindi ci inventammo questa cosa delle spedizioni fotografiche e iniziammo a portarlo a terra. Si divertiva un sacco.
Bene, dopo la Repubblica Dominicana (in cui avevamo fatto moltissime fotografie) ci fermammo in Giamaica. Mi disse che voleva fare foto di cose che avessero avuto a che fare con i bucanieri. Così dovetti scendere a terra a fare ricerche sul pirata Henry Morgan. Ed una delle foto che si vendono di più, quella di lui seduto sulla Pontiac con le messaggere, è proprio quella che scattammo al forte, là in Giamaica.
Beh, devo dire che per avere quell'auto fui quasi accoltellata, ma alla fine riuscimmo a tornare con quella grossa decappottabile rossa. Ero dovuta andare nel ghetto e fare piedino a Kingfish, il capo del crimine organizzato locale. La sola decappottabile dell'isola era anche la macchina più bella dell'isola. E guarda caso, era la sua!
Nessuno dei tassisti voleva accompagnarmi laggiù, mi dicevano che quel tizio mi avrebbe uccisa per sport. Tanto per dirvi quanto motivata fossi. "La feci andare bene" per non trovarmi in guai terribili con il Vecchio. E non so come alla fine non mi presi una coltellata, ma riuscimmo a tornarcene alla nave con la grossa decappottabile rossa.
Comunque sia, facemmo degli scatti nel ghetto dove, giuro, lui se ne stava seduto facendo foto a questi bambini poverissimi, ed eravamo circondati da gente affamata e arrabbiata e quei tizi che venivano verso di noi con in mano colli di bottiglia e coltelli. E lui disse a Liz Gablehouse «Tu sei la PR, maneggiali». E non batté ciglio, continuò semplicemente a fare fotografie pretendendo che lei maneggiasse questi grossi tizi che venivano verso di noi, coltelli alla mano.
Noi stavamo lì dentro la decappottabile, in tutta la nostra gloria, sedute lì come se fosse una sfilata. C'erano anche tre o quattro messaggere nei loro calzoncini corti bianchi che gli porgevano l'attrezzatura - obiettivi e macchine fotografiche - Liz era la PR e lui le urlava di maneggiare questo tizio che correva a fianco della macchina con in mano un machete arrugginito e cercava di colpirci. Tutto ciò che Liz poté fare fu di cercare di dire qualcosa in spagnolo o nel loro dialetto locale, di cui aveva imparato qualche parola, giusto per guadagnare qualche secondo mentre io dicevo a Cathy di accelerare.
Poi il Vecchio fece altre foto e alla fine pubblicò un'intera rivista. Un giorno Cathy ed io ci sedemmo per fare il punto della situazione, dicendoci: «Gesù, siamo davvero sistemate bene. Da due settimane l'uomo è di splendido umore e non fa che chiedere "qual è il prossimo progetto a terra?"». Facemmo rotta verso Curaçao e decidemmo che dovevamo inventarci un sacco di spedizioni per tenerlo lontano dalla nave. Anche chi stava sulle linee di International Management si rese conto del successo dell'azione, perché lui era gentile con loro, gli ordini del giorno erano allegri e lui non si intrometteva, e cose del genere.
Poi ci recammo in questa sinagoga e, per qualche ragione nota solo al Diavolo, il Vecchio si comportò come un monello dispettoso. Fece arrabbiare a tal punto il rabbino che questi cercò di sbatterlo fuori dalla riserva che circondava il tempio. Ecco qui LRH che imprecava contro il rabbino, nominando il nome di Dio invano al punto che il rabbino si mise le mani sulle orecchie ed iniziò ad urlare! Quando LRH se ne andò dovemmo calmare il poveretto.
Comunque le foto che fece erano spettacolari. Alcuni scatti erano davvero straordinari e mettemmo insieme un opuscolo bellissimo che viene ancora usato come souvenir alla sinagoga.
****
Il piacere che Hubbard ricavò da queste spedizioni fotografiche non gli impedì di avere un nuovo attacco di cuore. Poiché rifiutava di andare all'ospedale fu necessario trovare e portare a bordo una macchina per radiografie ed altre apparecchiature mediche. Alla fine le sue condizioni divennero molto preoccupanti e Kima Douglas, all'epoca ufficiale medico, ne dispose il ricovero presso un ospedale dell'isola di Curaçao, dove venne curato. Nei tre mesi successivi Hubbard soggiornò convalescente in un bungalow di stile tropicale dell'Hotel Hilton locale.
Con il miglioramento delle sue condizioni, e il riacquistare di mobilità e forza, furono organizzate nuove spedizioni fotografiche sull'isola. Ma ciò che era accaduto nel Mediterraneo, però, si ripeté ai Caraibi: la nave venne espulsa dai vari porti in cui aveva trovato rifugio. Infine si prese la decisione di tentare un trasferimento a terra.
Homer Schomer, un imprenditore di successo attratto dai nobili ideali dichiarati dalla Sea Org, racconta:
Il trasferimento in Florida fu uno dei segreti meglio mantenuti. Una delle ultime località in cui facemmo tappa fu Curaçao, dove rimanemmo per diversi mesi. La shore story era che stavamo riparando la stiva inferiore di prora per trasformarla in alloggi. Spendemmo tra i 20 e i 25 mila dollari in riparazioni e riverniciatura, saldatura dei condotti dell'aria e così via. E non c'era nemmeno l'intenzione di usarla!
Nell'ottobre del 1975 la nave fece rotta su Freeport, Bahamas, e l'equipaggio venne diviso in tre gruppi: il gruppo dirigente venne inviato in aereo a New York City dove fondò un'unità mangeriale chiamata RONY (Rely Office New York). Essa aveva sede al quinto piano dell'org di NYC. Un secondo gruppo andò a Miami e un terzo a Washington, DC. L'equipaggio rimanente, proveniente da più parti, si recò a Daytona in autobus, dove si riunì in un motel sulla spiaggia.
Hubbard volò dalle Bahamas all'aeroporto di Miami con tre aiutanti. Uno di essi trasportava un milione di dollari in contanti e tutti avevano passaporti con nomi falsi.
Hubbard prese alloggio in un hotel diverso, vicino a quello dove si era trasferito il suo equipaggio. Mary Sue Hubbard e il suo entourage arrivarono qualche tempo dopo.
Tonja Burden ha scritto:
La nave venne venduta in un qualche momento del 1975. Circa 500 persone si trasferirono a Daytona, dove affittammo diversi hotel. Dopo qualche mese ci trasferimmo a Clearwater. All'inizio LRH aveva battezzato il gruppo con il nome di United Churches. Ho sentito personalmente LRH programmare questa copertura. Ci saremmo chiamati United Churches, ma non era coinvolta nessun'altra chiesa.
Al Fort Harrison mantenni il mio posto di messaggera personale di LRH, e dal Fort Harrison osservai LRH controllare le attività di Scientology attraverso le diverse "org" di tutto il mondo. Codificavo e decodificavo i messaggi da e per Hubbard. All'epoca utilizzava circa 15 codici diversi per mascherare le sue attività, programmi e direttive, che poi diffondeva in tutto il mondo. Gli consegnai personalmente messaggi relativi alle Operazioni Snow White, Freakout, Goldmine ed altre operazioni illegali e segrete per incastrare personaggi diversi, rubare e infiltrare uffici governativi e privati, introdursi in vari edifici. All'epoca avevo soltanto 15 anni e facevo ciò che mi veniva detto di fare, ma nonostante sapessi i nomi delle operazioni non conoscevo la loro esatta natura. Catalogavo anche queste operazioni nell'archivio personale di Hubbard.
La Operazione Goldmine riguardava Clearwater. La Burden l'ha descritta come «un complotto per usare i fondi di Scientology al fine di prendere l'effettivo controllo della città di Clearwater».
Tonja Burden:
Tutte le comunicazioni via telex venivano elaborate tramite i suoi messaggeri. I telex venivano inviati a tutti gli uffici del Guardian Worldwide [di tutto il mondo]. Uno dei telex di LRH metteva in dubbio il background del sindaco Cazares. Aveva scoperto quelle informazioni grazie ad un investigatore privato.
Nel corso di una delle operazioni per incastrare il sindaco Cazares, il Guardian's Office simulò un incidente con omissione di soccorso che lo implicava. Poi la notizia dell'incidente venne fatta trapelare ai suoi oppositori politici.
Dopo questa "omissione di soccorso" un memo della chiesa informò allegramente: «credo che il periodo politico del sindaco sia giunto a termine». L'operazione gli causò infatti notevoli problemi, ma alla fine tutto si chiarì grazie alle successive indagini dell'FBI.
****
Circa nello stesso periodo Hubbard si fece confezionare una serie di abiti su misura. Il sarto, un appassionato di fantascienza, lo riconobbe e gli chiese se fosse davvero L. Ron Hubbard. L'uomo era estasiato e molto orgoglioso di potergli stringere la mano. Tornando a Tarpon Springs raccontò a destra e a manca il suo eccitante pomeriggio.
La notizia giunse presto negli uffici del St. Petersburg Times [1], e la reporter Betty Orsini scoprì che Hubbard aveva effettivamente preso dimora a Dunedin. La donna fece saltare la copertura, denunciando il fatto che il gruppo che muoveva i fili della "United Churches", e che aveva acquistato il Fort Harrison e diversi altri edifici a Clearwater, era in realtà Scientology. Il sindaco Cazares non apprezzò l'inganno e predispose delle udienze sulle attività della chiesa.
Hubbard fuggì nel mezzo della notte. Jim Dincalci e Mike Douglas lo accompagnarono in automobile fino a Washington DC, dove affittarono un appartamento che occuparono per i cinque o sei mesi successivi.
****
La sistemazione a terra poneva una serie di problemi inesistenti sulla nave. Si dovettero adottare misure per mantenere quel tipo di controllo sull'equipaggio che il precedente ambiente aveva fornito. Venne così ripristinato il Rehabilitation Project Force, con alcune varianti consone al nuovo ambiente. Uno di questi adattamenti fu il "RPF del RPF", destinato a chi non si "adeguava" al RPF.
Chi ha vissuto l'esperienza del RPF del RPF al Fort Harrison ha raccontato di essere stato rinchiuso nelle sale caldaia sotterranee, costretto a vivere tra le tubature, a ripulire le zone più luride della proprietà, guardato a vista per scongiurare la possibilità di "fare blow" [fuggire]. Secondo i racconti dei testimoni oculari, il RPF del RPF nelle sale caldaia era un incubo. Scarsamente illuminate e con tubature del vapore che correvano ovunque, si era costretti a dormire su una coperta stesa sul pavimento. Le caldaie funzionavano giorno e notte, il rumore era assordante.
Dopo alcuni giorni si assumeva l'aspetto depravato e degradato dell'animale. Fuliggine, sporco e unto erano ovunque. Ai prigionieri veniva instillato il terrore di violare gli ordini del superiore. Questi staff erano programmati per produrre come macchine la cui funzione non è pensare, ma solo conformarsi... obbedire e portare gli ordini a compimento.
Tonja Burden ha scritto:
Davanti al Fort Harrison c'erano delle guardie che dovevano impedire alla gente di "fare blow". "Fare blow" significa lasciare Scientology. Semplicemente non si poteva lasciare Scientology. Non si era autorizzati. Circa 30 o 40 persone cercarono di scappare, ma furono riacciuffate e messe sul RPF (Rehabilitation Project Force). Il RPF era un "campo di concentramento" Scientology in cui venivano mandati quei soggetti ritenuti una "minaccia per la sicurezza". Il RPF del Fort Harrison si trovava nei magazzini.
LRH dichiarava "persona soppressiva" [SP] chi lasciava Scientology. Mandava telex al Guardian's Office con gli elenchi degli SP. Ho visto i nomi delle persone dichiarate da LRH. Continuai a codificare e decodificare i messaggi di Hubbard al Guardian's Office, sette giorni la settimana, fino all'agosto del 1977.
In quel mese mi rifiutai di eseguire un certo ordine e venni mandata nelle cucine dove fui assegnata a lavoro manuale ripetitivo fino a quando ebbi un collasso emotivo; a quel punto, su ordine diretto di Hubbard, venni mandata sul RPF.
Infine, nel novembre del 1977, decisi di fuggire. Verso le 4,30 del mattino rubai le chiavi della guardia che si era addormentata davanti la porta del magazzino dove ero confinata. Strisciai sullo stomaco attraverso un condotto dell'aria da cui riuscii a vedere un telefono. In giro non c'era nessuno, corsi al telefono, chiamai mio padre e gli raccontai la mia situazione. Lui mi disse che avrebbe mandato mio zio a prendermi, e lo zio mi avrebbe portata a Fort Lauderdale. Convinsi i funzionari del RPF che mio zio era un VIP dei Miami Dolphins (il che non era vero), e che se avessero rifiutato la sua richiesta di farmi visita ci potevano essere problemi di pubbliche relazioni. Alla fine, con il suo aiuto, fuggii e tornai a Vegas.
Circa due settimane dopo due agenti di Hubbard si presentarono a casa mia a Vegas e mi dissero che LRH voleva vedermi. Risposi che non sarei tornata. Allora mi chiesero se volevo andare a prendere un caffè con loro, e dopo un po' accettai. Mi sedetti tra loro due sul sedile anteriore dell'automobile. Dopo alcuni minuti mi resi conto che ci stavamo dirigendo verso l'autostrada, e chiesi dove eravamo diretti. Mi dissero che mi stavano portando a Los Angeles per incontrare Hubbard.
A Los Angeles venni rinchiusa in una stanza e costretta a sottopormi ad una "verifica di sicurezza" all'E-Meter. Ero terrorizzata e piangevo, dissi che durante le vacanze ci sarebbe stato un incontro familiare e che avevo parenti al dipartimento di polizia di Las Vegas, e che sarei tornata dopo le vacanze. Li convinsi a lasciarmi andare e tornai a casa in autobus. Per settimane dopo il mio ritorno ricevetti continue telefonate in cui mi si chiedeva quando sarei tornata, e a cui rispondevo che non l'avrei mai fatto.
****
Tonja racconta in che modo era entrata nell'organizzazione di Hubbard e gli eventi che portarono alla sua condanna al RPF:
Sono stata in Scientology dai 13 ai 18 anni, ricevendo una paga variabile tra i 2,50 e i 17,50 dollari la settimana. In quegli anni non ho ricevuto un'istruzione scolastica; in realtà in Florida erano state organizzate delle finte lezioni per dimostrare ai funzionari dell'istruzione che ci stava venendo data un'educazione. Dopo essermene andata mi hanno inviato un conto di 58.000 dollari corrispondente all'auditing che avevo ricevuto mentre lavoravo per Scientology.
Firmai il mio contratto della durata di un miliardo di anni all'inizio di marzo del 1973.
I miei genitori erano entrati nella "American Saint Hill Organization", ed io venni destinata alla "Cadet Organization".
La Cadet Organization consisteva di due edifici di tre piani in cui erano alloggiati circa 400 bambini. Era stata approntata per insegnare Scientology ai bambini. A me venne affidato il compito di prendermi cura di loro e accudirli, poiché assieme ad un'altra ragazza della mia età eravamo le più grandi.
Le condizioni di vita erano miserevoli. Sui pavimenti c'erano schegge di vetri rotti e in alcuni punti dove i bambini giocavano c'erano i fili elettrici esposti. Il cibo era scarso. In diverse occasioni venne servito latte avariato, con i vermi (i vermi erano stati tolti prima di servire il latte). Oltre ad accudire i bambini, ogni giorno pulivo i gabinetti.
Scrissi a LRH spiegandogli le condizioni in cui vivevamo. Ma non cambiò niente.
Ai bambini non era permesso vivere con i genitori. Scientology permetteva soltanto una visita ogni due settimane della durata di 45 minuti, durante l'orario dei pasti.
Un giorno, dopo circa tre mesi dal mio ingresso nella Cadet Organization, arrivò un uomo della Apollo. Parlò di "Sorgente", L. Ron Hubbard. Ci disse che Ron aveva bisogno di "messaggeri" che lavorassero per lui a bordo della nave.
Alla fine, dopo innumerevoli verifiche di sicurezza, Tonja venne messa su un aereo che la portò sull'isola di Madera, al largo delle coste del Portogallo.
Una volta a bordo mi venne assegnata una "compagna" e ci concessero due giorni per imparare quel che c'era da sapere della nave. Mi diedero una cuccetta nel dormitorio femminile ed iniziai il EPF (Estate Project Force).
Sul EPF la mia giornata iniziava alle sei del mattino: cominciavo a lavare vestiti alle 6 e continuavo fino a mezzogiorno, senza colazione o altre interruzioni. I vestiti venivano lavati a mano in un mastello, e mi ordinarono di sciacquare ogni articolo in 13 secchi diversi. Poi appendevo gli abiti ad asciugare sul ponte.
Dopo un'interruzione di mezz'ora per il pranzo iniziavo a pulire le 6 cabine della mia quota. La pulizia doveva superare l'ispezione del guanto bianco. Ovvero ogni angolo e ripiano delle cabine veniva controllato con un guanto o un panno bianco. Se le cabine non erano pulite alla perfezione dovevo fare un giro di corsa sul ponte della nave (circa 300 metri) e poi pulire di nuovo le cabine. La mia giornata terminava verso mezzanotte.
Nei giorni di pioggia dovevo asciugare i vestiti con il ferro da stiro. Questo significava stirare fino a notte fonda, o cominciare molto presto la mattina. Diverse volte stirai per tutta la notte, fino alle sei del mattino. Poi iniziavo a lavare i vestiti della giornata. A volte lavoravo tre o quattro giorni di fila senza dormire. A volte mi addormentavo al tavolo da stiro, con il ferro bollente in mano. Una volta "Doreen" Gillam, la mia superiore, mi colse addormentata e mi strattonò a lungo. Poi mi ordinò di fare diversi giri di corsa e mi assegnò alla condizione di "Dubbio". La condizione di dubbio significava dover fare 15 ore di lavoro "di ammenda". Il lavoro aggiuntivo doveva essere svolto nel tempo libero, che non esisteva. Quindi lo si rosicchiava al tempo per dormire o mangiare.
Mi proibirono di parlare con chiunque fino a quando non avessi terminato il mio lavoro di ammenda. Mangiavo da sola. Alla fine parlai, giusto per dire che ne avevo avuto abbastanza. Venni mandata dalla Commanding Messenger la quale mi assegnò ad un mese di lavoro in cambusa a lavare piatti e pentole. Lavai stoviglie per un mese e tornai sul EPF. L'EPF era come una prigione. Dovevo rivolgermi a chiunque con l'appellativo di "Signore" e mi erano concessi circa 15 minuti per i pasti. Sul EPF imparai a ricevere ordini e obbedire agli ordini. Plagio totale. Per quel lavoro mi pagavano 2,90 dollari la settimana.
Durante il periodo del EPF non ebbi mai notizie dei miei genitori. Nessuna telefonata o lettera. Ricevetti un telex da Peter Albert, il Continental Justice Chief [Capo Continentale della Giustizia] di FOLO al Flag Liaison Office. Il telex mi informava che mio padre era stato dichiarato SP [persona soppressiva]. Mi dissero che era una "talpa", una spia all'interno di Scientology. Iniziai a piangere e chiesi di andarmene, ero sicura che sarei riuscita a convincere mio padre a tornare in Scientology. Non venni autorizzata a partire. Allora spiegai che volevo andarmene per rimettere assieme mamma e papà. Ma non mi fu permesso. Mi dissero invece di disconnettere dai miei genitori perché erano SP. Questo significava interrompere ogni contatto con loro.
Terri Armstrong, il Commanding Officer, mi assegnò alla condizione di Dubbio e ordinò che tornassi sul EPF. Così tornai ai miei orari lavorativi dalle 6 del mattino fino a mezzanotte, a volte lavorando 24 ore di fila.
Un mese circa dopo questi eventi venni messa sulle routine di addestramento. In queste routine io e le altre ragazze dovevamo imparare a ricevere e consegnare i messaggi da e per LRH. Dovevamo ascoltare un messaggio, ripeterlo con lo stesso tono e fare pratica sui saluti.
Il "ghosting" era l'addestramento con cui imparai a servire LRH. Seguivo un'altra messaggera e dovevo osservare il modo in cui gli portava e porgeva il cappello, gli accendeva le sigarette, portava il suo posacenere e preparava i suoi articoli da toeletta. Alla fine fui io a svolgere quei compiti.
Ero la sua domestica, perciò dovevo rimanere seduta davanti la sua porta e non appena chiamava "messaggera!" entravo in cabina e lo aiutavo ad alzarsi, gli accendevo la sigaretta, gli preparavo la doccia, gli articoli da toeletta e lo aiutavo a vestirsi. Poi correvo nel suo ufficio per controllare che fosse tutto in ordine, sperando che il locale superasse la prova del guanto bianco. Se trovava polvere o avvertiva odore di detersivo nei suoi vestiti esplodeva spesso di rabbia.
****
Per quanto riguardava Hubbard, sia Tonja Burden che Gerry Armstrong erano persone "insignificanti". Ma entrambi stavano giocando un ruolo molto significativo nella sua vita.
Gerry Armstrong era entrato in Scientology nel 1969, proveniente dal British Columbia, Canada. Era diventato membro della Sea Organization nel 1971 e, dopo appena una settimana, era salito a bordo dell'Apollo a Tangeri, Marocco. Alla fine del 1974 gli venne assegnato l'incarico di ufficiale di intelligence della nave, posizione che mantenne fino a quando non lasciò l'Apollo. Quando l'equipaggio si trasferì a Daytona Armstrong continuò a lavorare per l'unità di intelligence del Guardian's Office. Alla fine di maggio del 1976 venne mandato a Culver City, California, per aprirvi un ufficio di comunicazioni per Hubbard.
A Culver City ebbe una discussione con il comunicatore [segretario] di Mary Sue Hubbard, a seguito della quale Hubbard lo ritenne un "rischio per la sicurezza" e gli fece lasciare la proprietà; Armstrong venne rinchiuso e guardato a vista per tre settimane nell'ufficio di intelligence di Scientology a Los Angeles.
In una testimonianza giurata Gerry Armstrong ha scritto:
Dopo quegli eventi Hubbard ordinò a me e a mia moglie Terri di tornare in Florida, nella base di Clearwater, dove ci aspettava un suo telex in cui ordinava che fossimo mandati sul RPF. Trascorsi nel RPF circa 17 mesi, e per altri 12 mesi ne divenni il responsabile. Anche Tonja Burden era stata assegnata al RPF.
L'assegnazione al RPF era un'esperienza incredibilmente traumatica. Quando la vissi io - ed ero già un uomo fatto - ne fui talmente devastato da rimanere in stato di shock per diversi giorni, periodo in cui non riuscii praticamente a mangiare... la pena e il dolore che provavo erano così forti che il mio corpo aveva convulsioni incontrollabili...
Poco dopo essermi "diplomato" dal RPF venni trasferito all'unità della Commodore's Messenger Organization di Los Angeles. Fu in quell'unità che ricevetti l'ordine di recuperare Tonja dalla casa dei suoi genitori a Las Vegas, dove si era rifugiata dopo la fuga dal RPF di Clearwater...
Il 4 dicembre del 1977 io e mia moglie andammo a riprenderla. Tonja era scioccata dal fatto che l'avessimo rintracciata così velocemente, ed era terrorizzata. Per alcuni anni Terri era stata la sua senior nel CMO [Commodore's Messenger Organization] ed io ero stato il suo senior nel RPF. Entrambi la intimidimmo.
Continuava a ripeterci con gli occhi pieni di lacrime di non voler tornare. Ma io e Terri non ci facemmo distrarre dal nostro scopo. Parlammo con i suoi genitori e li intimidimmo con velate minacce su ciò che sarebbe potuto accadere, e su quanto sarebbe stato meglio per tutti se Tonja fosse tornata. Insistemmo anche sul fatto che la cosa più etica da fare per Tonja era tornare e seguire la "procedura d'uscita appropriata".
La verità è che il nostro scopo reale era riprenderci Tonja, sottoporla a verifiche di sicurezza, farle firmare delle liberatorie e dei "pagherò" in modo da renderla innocua per Hubbard e l'organizzazione. Tonja veniva infatti considerata una minaccia significativa in quanto aveva lavorato a strettissimo contatto con Hubbard, e sapeva molto sul controllo che LRH esercitava sia sull'organizzazione che sulle operazioni del GO.
Dopo diverse ore, e contro la sia volontà, Tonja cedette alle nostre tattiche e la portammo con noi a Los Angeles, dove l'affidammo al RPF per essere sottoposta a verifiche di sicurezza e per firmare diversi documenti.
Ciò che feci a Tonja, costringerla a tornare a Los Angeles per sottoporla a verifiche di sicurezza e costringerla a firmare documenti, e il fatto che io stesso avessi firmato dei documenti falsi che la accusavano, furono azioni vergognose e crudeli e dimostrano la desensibilizzazione che avevo subito.
La stessa Tonja era stata brutalizzata da Hubbard e dalla sua organizzazione, ciononostante la percepivo come una "persona soppressiva" e un "bersaglio libero" [Fair Game], quindi qualsiasi azione contro di lei, qualsiasi imbroglio atto a distruggerla era accettabile.
****
A chi abbia letto la storia di Tonja e gli orrori del RPF può sembrare inconcepibile l'esistenza di un hotel lussuoso il cui personale era costituito dall'equipaggio e dagli assegnati al RPF della Flag Land Base.
Gli ospiti dell'hotel, per lo più ricchi scientologist, non avevano molti contatti con gli RPFer e solitamente erano all'oscuro delle condizioni degradanti in cui erano tenuti gli staff e i loro figli. I "pc del pubblico" arrivavano da Los Angeles, Zurigo, Francoforte o Città del Messico. Pagavano grosse somme di denaro, giocavano a backgammon, nuotavano, prendevano il sole, ascoltavano i nastri di Hubbard e ricevevano lezioni speciali da addetti vestiti in eleganti uniformi, o da attraenti ragazze delle pubbliche relazioni.
La cena al Hour Glass Restaurant del Fort Harrison Hotel era, ed è tuttora, servita da camerieri in divisa nera, cravatta a farfalla e camicia bianca immacolata. E le chiacchiere che vi si ascoltano riguardano per lo più le grandi vittorie che ognuno sta avendo con l'auditing.
Renderti disponibile la traduzione
di questo libro ha comportato decine di ore di lavoro.
Contribuisci anche tu a mantenere vivo
questo sito con una una
|
La "Base di Terra" del Fort Harrison ebbe un grosso successo come la "Mecca della Perfezione Tecnica".
Celebrità e ricchi scientologist (oppure chi si era venduto la casa, aveva devoluto tutti i suoi risparmi o eredità o aveva chiesto a prestito il denaro necessario) iniziarono ad arrivare a frotte.
Note:
1. Per approfondimenti si veda Il lato oscuro di Scientology: 1975 - 1979, inchiesta in 14 puntate del St. Petersburg Times che descrive il periodo che va dall'arrivo di Scientology a Clearwater, nel 1975, fino al processo che nel 1979 condannò 9 membri del suo Guardian Office (il servizio segreto interno) a condanne fino a 5 anni di carcere per cospirazione ai danni del governo degli Stati Uniti e di altri enti pubblici e privati, e per ostruzione alla giustizia. Vincitrice del Premio Pulitzer 1980 quale miglior reportage nazionale.
|