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Amici con
cui collaborare
Capitolo 2
L'intrappolamento avviene attraverso la
manipolazione ingannevole delle nostre migliori qualità: la lealtà,
il coraggio, il desiderio di aiutare. Noi cerchiamo di collaborare e di
sostenere i nostri amici. Nell'ambiente della setta, questi desideri e
tendenze naturali vengono sfruttati astutamente per creare l'apparente
convinzione che Scientology funziona.
Vorrei premettere che questo è
l'articolo più difficile della raccolta, ma anche la più
concreta descrizione della natura della trappola.
Per descrivere ciò che non è
semplice esprimere a parole, utilizzerò alcuni dei concetti elaborati
dal sociologo Erving Goffman [07], il quale analizza
gli espedienti che noi tutti impieghiamo per mantenere in vita le nostre
identità, e la quantità di lavoro e apprendimento
che è necessaria per farlo.
Il lettore interessato può fare
riferimento ai seguenti volumi: La vita quotidiana come rappresentazione,
Il Mulino, 1988; Asylums (Case di Cura: saggi sulla situazione
sociale dei pazienti malati di mente e altri internati); Relazioni
in pubblico, Bompiani, 1981. [08]
L'uomo che si scopra in pubblico con la
cerniera dei pantaloni abbassata, ha fallito nel preservare la consistenza
dell'apparenza richiesta per l'identità o immagine che sta
presentando. Un incidente di questo tipo imbarazza sia lui sia quelli che
se ne sono accorti, che potrebbero rammentarsi di quanto fragili siano
le nostre apparenze, e quanto grande è il nostro fare affidamento
sulla buona volontà degli altri al fine di preservarle: un ricordarsi
che si può perdere la faccia e che può capitare anche a voi.
Quando veniamo meno in qualcuno dei nostri
comportamenti sociali, di solito non gli prestiamo molta attenzione, e
non ci fermiamo a riflettere sulla fragilità delle apparenze
che hanno reso possibile questa mancanza.
È una risposta naturale quella
di cercare attivamente modi di celare l'imbarazzo, al fine di soccorrere
l'attore che ha fatto uno sbaglio nel recitare la sua parte, permettendogli
di riprendersi nella maniera più aggraziata possibile e di continuare
lo spettacolo - inclusa la nostra parte in esso, recitando la quale otteniamo
un certo sostegno in termini di gratificazione e status.
Cercare di preservare l'integrità
della identità che presentiamo agli altri è uno sforzo
di tipo collaborativo, e la disponibilità a collaborare è
una delle premesse fondamentali della convivenza civile.
Il desiderio di cooperare raggiunge il
culmine quando ci sentiamo parte di una squadra composta da altri giocatori
che sappiamo disposti ad aiutarci nel prevenire situazioni come quella
della "cerniera abbassata". Tuttavia è anche possibile che si verifichi
l'opposto, ovvero che si cerchino di proposito vizi ed errori nella presentazione
che una persona fa di sé e li si manifesti pubblicamente: guardate
tutti, quel tipo ha la cerniera abbassata!
Il fine del venditore che utilizza tecniche
di Vendita Dura per manipolare la gente è quello di portare il bersaglio
a collaborare con lui nel preservare l'identità che gli è
stata fatta assumere, annientando nel frattempo l'integrità di ogni
immagine indipendente presentata dal soggetto.
Questo squilibrio è possibile soltanto
perché il bersaglio rifiuta di prendere atto dell'umiliazione subita.
Una volta interiorizzate le manovre del
venditore (nelle quali ha avuto parte), la vittima tenderà successivamente
a screditare se stessa (per associazione). Questo porterà di conseguenza
l'interazione a destabilizzarsi: ciò che normalmente è uno
sforzo di collaborare diventa un qualcosa dove la persona ha un ruolo e
un sostegno.
Sottoposto a una pressione di questo tipo,
il bersaglio (in maniera difensiva, per evitare quella che Goffman chiama
"identità compromessa") farà uno sforzo straordinario per
preservare l'apparenza che ogni cosa è normale, al meglio
delle sue possibilità e date le circostanze. Un'immagine che potrebbe
aiutare a identificare nella realtà qualcuno che sta cercando di
non far capire di aver subito un'umiliazione è quella di un sorriso
forzato, falso.
Questo tipo di collaborazione è
osservabile nei tentativi fatti dal bersaglio di giustificare le situazioni
allarmanti. [09] In altre parole, la persona
continua a concedersi il beneficio del dubbio e trova scuse per quelle
azioni dei compagni che in un altro contesto sarebbero state giudicate
indecorose se non addirittura fanatiche.
Giustificazioni tipiche includono:
-
Non è sufficientemente addestrato.
-
Non l'avrebbe fatto se fosse stato un auditor di Classe VIII.
-
Ogni tanto capitano cose come questa ma comunque
adesso si sta molto attenti.
-
Ha fatto degli errori, ma dalla parte giusta.
-
Almeno lui sta facendo qualcosa...
-
Ha "problemi di caso".
In questo modo, comportamenti che avrebbero
potuto fornire indizi su come realmente stessero le cose, vengono fatti
apparire normali e non motivo di un esame più approfondito. Così
si può continuare ad avere fede e preservare l'identità richiesta.
Collaborare è una buona cosa, ma qui si tratta di una perversione
della collaborazione volta allo sfruttamento. Volendo fare un paragone,
questo atteggiamento è simile al mancato riconoscimento, giustificazione
e fedeltà caratteristico delle donne che subiscono maltrattamenti.
Collaborare, anche se si sta venendo ingannati,
è ancora possibile, perché abbiamo a che fare con persone
reali che posseggono reali abilità, forza e bellezza umana. La buona
volontà e l'entusiasmo (se non eroismo) di questa gente possono
essere intensamente ammirati, e il tutto contribuisce a far apparire ancora
più invitante far parte del gruppo.
Quando la partecipazione avviene in un
contesto chiamato Scientology, allora si potrebbe concludere erroneamente
che sia Scientology la causa dell'ammirazione e della benevolenza che proviamo
nei confronti dei nostri amici. In realtà è frutto dell'accordo
e dell'azione coordinata di membri che hanno lo stesso modo di pensare,
così come potrebbe accadere, ad esempio, in una compagnia teatrale,
in un'unità militare o in una azienda.
L'intenso senso di fedeltà suscitato
dall'agire di gruppo, sebbene male indirizzato, produce ulteriore pretesto
per giustificare creativamente l'ideologia della setta.
Noi collaboriamo. Noi lavoriamo attivamente
con altri attori per assicurarci che tutti conoscano la propria
parte e che lo spettacolo possa andare avanti nel modo in cui vogliamo
che vada avanti. Ci sosteniamo a vicenda nel preservare le apparenze
necessarie per continuare a credere e ad agire in buona fede. In una setta,
questo significa rassicurarsi l'un l'altro di far parte di un'élite
che è la sola in possesso della Verità.
L'individuo che prende parte a una sessione
di auditing, ad esempio, conosce le regole del gioco e sa come dovrebbero
andare le cose. Di fronte a lui l'auditor è una persona reale,
in una situazione di alta affinità e comunione di interessi. La
naturale tendenza a collaborare, frutto dell'interazione sociale, è
portata al culmine da questa affinità e dalle pressioni e aspettative
che l'ambiente esercita sul soggetto.
Una persona pertanto può diventare
molto abile e creativa nell'andare incontro alle aspettative del gruppo.
Il ruolo dell'auditor è
quello di essere lì affinché il preclear collabori
con lui. La tech ha il compito di dirigere la scena. L'auditor
è lì per rammentare alla persona il contesto sociale nel
quale è inserita, e gli imperativi che la aspettano subito dietro
la porta. In un ambiente di questo tipo, il preclear produrrà
le appropriate realizzazioni (vite passate ecc.). L'unico errore
che un auditor può fare è di interferire con il normale
processo di collaborazione con dichiarazioni, azioni o manierismi che generino
disturbo e distrazione.
In un quadro sociale di questo tipo, la
persona scopre da sé come fare in modo che le cose vadano nel verso
giusto - così come nella vita di tutti i giorni troviamo modi creativi
per consentire ai dottori di fare i dottori e ai portieri di recitare la
parte di portieri - e al contempo nascondere le "cerniere abbassate" di
ciascuno.
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