Un ex membro pentito delle sue azioni denuncia. Sequestrati computer, documenti e fascicoli d'archivio. Nel mirino i dossier personali dedicati agli adepti. Rassegna stampa. Articoli di © Massimo Numa, Niccolò Zancan e Grazia Longo, La Stampa, e intervista di Affari Italiani.
Trascrizione a cura di Martini [*]
Inchiesta - «Io e l'archivio segreto sui nemici di Scientology»Per 8 anni in via Bersezio - "Migliaia di schedati"; La decisione di uscirne - "Sono stato minacciato"; Il rimorso "Ho ricordi che non mi fanno dormire". Intervista di Massimo Numa e Niccolò Zancan, La Stampa, Cronaca di Torino, 19 maggio 2010, pagg. 52/53Il racconto di un torinese pentito - «Ho lavorato per otto anni nella chiesa torinese di Scientology. Pensavo di essere nel giusto. Ho dedicato tutto me stesso, perdendo amici e lavoro. Non è stato facile tirarmi fuori. Quando ho trovato la forza per dirlo, dopo un lungo periodo di soggezione e paura, sono stato minacciato: hanno immediatamente cancellato la memoria del mio computer, mi hanno spiegato che conservavano in archivio i miei segreti, anche i miei crimini. Sinceramente non mi farebbe piacere che li usassero contro di me, ma non posso più tacere. So di aver danneggiato molte persone. Mi sono comportato in maniera schifosa. Ho ricordi che non mi fanno dormire la notte. Per anni abbiamo spremuto soldi e informazioni riservate». Della persona che parla non si può dire quasi niente. È un uomo di circa 40 anni, ancora molto provato. Ha ricoperto incarichi di primo piano nella sede torinese dell'organizzazione, emanazione diretta del culto inventato negli Stati Uniti nel 1954 da Ron Hubbard e diffuso in tutto il mondo. Accetta di parlare con La Stampa dopo una riflessione tormentata. Questa è tutta la sua verità. Cosa intende per spremere soldi e informazioni riservate? «Abbiamo raccolto le confessioni più intime di moltissime persone. Ci sono diversi archivi nella sede di via Bersezio 7, dove vengono conservate le cartelline con sopra scritti i nomi. C'è anche un archivio segreto con dossier sui nemici di Scientology, ma credo sia nascosto in un luogo sicuro. Probabilmente a casa di persone compiacenti». Quali sono i nemici di Scientology? «Ricordo che sono state commissionate indagini sull'onorevole Violante, su don Ciotti e su un magistrato di Milano. Ma anche su un padre che cercava di liberare sua figlia. Il metodo era sempre lo stesso. Bisognava cercare i crimini. Scavare nel passato e nelle zone d'ombra. La frase ricorrente era: «Cercare i nemici dei nostri nemici». Qualsiasi cosa per farli desistere dall'attacco. So che, in alcuni casi particolari, sono stati anche pagati degli investigatori privati». Due piani, quindi. Quello dei seguaci e quello dei nemici. Incominciamo dai primi. Come viene affrontato il problema del trattamento dei dati personali? «Solo recentemente hanno introdotto una specie di liberatoria. La fanno firmare a tutte le persone che intendendo avvalersi dell'auditing. L'auditing è una specie di confessione religiosa, dove tu scrivi con data, luogo e forma, il più possibile dettagliata, le cose che hai fatto in passato. Parlo anche di reati. Di preferenze politiche e sessuali». Quando viene richiesta la firma? «Quando ti sottopongono il modello di iscrizione ai servizi maggiori. I servizi di Scientology si dividono in due parti. Quelli minori costano poco. Quelli che invece si fanno in accademia costano decisamente di più. Si parte da 1800 euro. Per accedere a questo tipo di corsi si firma, in genere senza leggerlo, un modulo di iscrizione. Così sai o dovresti sapere che la Chiesa utilizzerà i tuoi dati. Sai che verranno conservati e consultati solo da personale fidato. Sai anche che, dietro tua richiesta, potrai averli indietro. Ma non è affatto semplice». Può spiegare il motivo? «Ricordo il caso di una persona che aveva ricevuto i suoi dati a casa in busta anonima. Era molto preoccupato: a lui piaceva travestirsi con abiti femminili. Voleva indietro il suo fascicolo. Ma il nostro superiore ha voluto che fotocopiassimo tutto». Quando avete incominciato? «A Torino le schedature vanno avanti da almeno vent'anni. Ripeto: c'è l'archivio per le persone che hanno semplicemente comprato un libro, con quasi 20 mila nomi, accessibile a tutti. C'è quello chiuso a chiave con le schede dello staff e delle persone che fanno l'auditing. E poi c'è quello dei lavori "particolari" ». Quando viene ordinato un dossier particolare? «Quando una persona diventa un potenziale nemico. Si usano informazioni riservate per ricattarlo. Quando il nemico è un esterno, incomincia il lavoro per fabbricare un dossier. Pedinamenti, raccolta di informazioni su internet, incontri con vecchi conoscenti, cimici». Un caso specifico? «L'onorevole Violante è considerato un nemico perché ha attaccato pubblicamente Scientology. Hanno cercato di fregarlo mandando una falsa giornalista ad intervistarlo. Poi hanno montato ad arte le sue dichiarazioni in un video che si chiama "La verità scomoda". Credo che qualcuno ne abbia conservato copia. Don Ciotti invece è stato "studiato" perché ha criticato pubblicamente i centri di disintossicazione Narconon di Scientology». Chi ordina il dossier? «Tutto quello che viene fatto nella chiesa torinese di Scientology viene tradotto, discusso ed esaminato preventivamente negli Stati Uniti. È una struttura enorme e piramidale. I capi di Torino parlano con l'America, quindi si muovono di conseguenza. C'è una linea telex che collega tutte le organizzazioni del mondo. Il fondatore di Scientology è molto chiaro. Chiunque attacca la Chiesa ha dei crimini. Dice: "Cercate i crimini ed esponeteli". Questo è quello che abbiamo sempre fatto. Nell'arco di sei anni ho visto commissionare almeno 15 dossier riservati». Un altro caso concreto? «Un magistrato donna in servizio alla Procura di Milano, ma originaria del Torinese: su di lei è stata fatta una ricerca molto approfondita. Hanno cercato la sua tesi di laurea, parlato con i suoi nemici, studiato gli appalti che aveva dato e scoperto molte cose interessanti». Come vengono usati i dossier? «Alle volte basta semplicemente mettere a conoscenza il diretto interessato. In altri casi si passa alla divulgazione. Si fa volantinaggio. Ho visto stampare un giornale ad arte. Ho visto aprire un sito internet. L'obiettivo è fare a pezzi i nemici per convincerli a recedere dall'attacco». Chi faceva materialmente questi lavori? «Fino a qualche anno fa a Torino c'era una persona che se ne occupava. Aveva un incarico chiamato "Info and data analisi officer". Era la stessa persona che doveva andare a riprendere quelli che fanno blow, cioè gli adepti che scappano da Scientology senza rispettare le procedure. Non si fanno scrupoli, ma sono sempre molto attenti». Cosa intende? «So di una persona che li ha attaccati pubblicamente, ma è stato ingenuo e si è fatto scoprire. Hanno aperte un sito dove gli hanno buttato dentro tutte le sue cose sessuali - lui ha alcune devianze - corredate da nome, cognome e telefono cellulare. Quando questa persona li ha cercati, loro hanno finto di cadere dalle nuvole. Lui non è riuscito a dimostrare la loro responsabilità. Si muovono con cautela. Consultano spesso un avvocato. Non hanno problemi economici. In Italia c'è un'associazione parallela nata con il solo scopo di fare soldi per pagare i legali e gli investigatori di Scientology. Raccoglie 80 mila euro a settimana, per tutte le settimane dell'anno». Ed eccoci alla parte economica. Con cosa si spremono soldi? «Esistono due strade definite per accostare Scientology. Chi entra nello staff impiega tutto il suo tempo per la chiesa e lavora all'interno dell'organizzazione, quindi paga con il lavoro i servizi che riceve. L'altra strada è quella dei pubblici, ed è più dispendiosa. Pagano i servizi e vanno in chiesa solo per fruire di addestramenti e auditing. C'è un tariffario preciso. Il primo livello dei servizi maggiori viene chiamato il "purif". È un regime di sauna, palestra e vitamine, che dura due settimane e costa 2000 mila euro. Poi si passa ai livelli successivi. Per esempio, il grado quattro costa 3957 euro». Qual è l'obbiettivo di chi si iscrive? «Scientology raffigura il suo percorso come un ponte verso la libertà totale. L'obbiettivo è diventare un "clear" ». Come lavora lo staff? «Deve vendere Scientology. C'è una vera e propria tecnica di vendita. L'aggancio parte anche dai test che si fanno nel banchetto di via Garibaldi. A quel punto la fortuna, si fa per dire, è decisiva. Se incontri un addetto all'iscrizione bravo, che parla bene, capace di trovare quello che viene definito "il tuo punto di rovina", allora sei spacciato». Cos'è il punto di rovina? «È ciò che ti sta massacrando la vita. Scientology lo cerca regolarmente. Non è facile trovarlo, ma gli addetti sono addestrati proprio per questo. E quando trovano il tuo punto di rovina, tu sei completamente esposto. A quel punto gli daresti qualsiasi cosa. Ti confessi e loro scrivono tutto, sempre». Quanta gente frequenta Scientology a Torino? «C'è un giro di circa settecento persone. È una specie di porta girevole. La permanenza media di uno staff è di 3 o 4 anni». Chi sono quelli dello staff? «Persone che ci credono, esattamente come ci credevo anche io. Sono dei poveracci, sfruttati. Molti chiedono soldi ai genitori, altri vivono in venti in un alloggio. Campano come se fossero dei missionari. Ma la differenza è che il missionario non ti chiede 3000 euro per dispensarti la parola del Signore». Quanto incassavate a Torino? «Circa 35 mila euro alla settimana in media. Oltre un milione di euro all'anno. Soldi ridistribuiti così: i materiali pagano i materiali, poi viene data la quota fissa del management americano, una quota tolta dall'alto che non conosco. Quindi si pagano luce, gas, acqua, affitto, mutuo. Il 30 per cento restante è la paga dello staff. Un dirigente ha 70 unità di paga, un sottoposto ne ha 40. Nel concreto la paga media per i 30 dello staff è di 50 euro alla settimana». Come viene regolata la questione economica? «Non c'è un vero e proprio contratto che regola gli stipendi. In realtà ti fanno firmare una domanda di collaborazione alla chiesa di Scientology che divide le sue entrate fra i soci. Se te ne vai prima del tempo dallo staff, ti fanno pagare i corsi che hai fatto gratis. Hanno un commercialista. La cifra enorme che va in America passa sotto la voce "pagamento royalties". Recentemente Scientology ha comprato un piccolo complesso industriale nella zona di Rivoli che si chiama gli Artigianelli. Non so dire con quali soldi». Perché ha deciso di sporgere denuncia? «Perché mi vergogno di quello che ho fatto». Ha paura? «Non tanto per i vertici italiani dell'organizzazione. Il problema è l'America. Ho visto gli occhi invasati di certi fedeli. Negli Stati Uniti sono morti diversi adepti in circostanze assurde. Recentemente ho aperto un sito web anonimo, per cercare di aiutare le persone che hanno problemi con Scientology. Non è molto ma è tutto quello che posso fare». Scientology, nove ore di perquisizioneSequestrati computer, documenti e fascicoli d'archivio. Nel mirino i dossier personali dedicati agli adepti. Di Massimo Numa, La Stampa, cronaca di Torino, pagg. 48/49
Nove ore di perquisizione. Gli investigatori della squadra mobile di Torino si sono presentati alla 8,15 di ieri mattina dinanzi al cancello della Chiesa di Scientology, con il mandato di perquisizione della procura. Tra le ipotesi di reato la violazione dell'art. 100 del codice di procedura penale. Riguarda la tutela e il trattamento dei dati sensibili, sfera sessuale, politica, la salute. Il modo in cui i dati vengono acquisiti dagli "studenti" o dai seguaci e, soprattutto, custoditi nei tre archivi, al primo piano e nel seminterrato dell'ex studio di registrazione. Al termine dell'atto giudiziaro, concluso nel tardo pomeriggio, massimo riserbo. Tace il dirigente dello Sco della squadra mobile, mentre i suoi uomini caricano con calma le auto-civetta dei materiali sequestrati. Due bagagliai riempiti completamente. Presi i computer, alcuni fascicoli personali, una montagna di documenti, tuttora top-secret. Gli ex funzionari della "polizia segreta" di Scientology, che hanno raccontato quanto sapevano anche agli inquirenti, il Dep20 (Dipartimento 20) avevano descritto dove si trovava l'ufficio degli "investigatori", nel piano seminterrato, sempre protetto da una porta chiusa a chiave, si sono rivelati precisi e soprattutto attendibili. All'interno, dispersi su scrivanie e scaffali, i fascicoli dedicati ai "nemici di Scientology", le cosiddette persone soppressive. Magistrati, poliziotti, giornalisti, familiari di ex adepti che si sono battuti per strattare i loro cari (e i loro averi) alla Chiesa fondata da L. Ron Hubbard. Non si conosce la natura dei documenti e dei fascicoli densi di dati sentibili e, in teoria, riservatissimi e che non possono essere dunque diffusi all'esterno, per nessuna ragione. Solo in teoria, poiché i "ministri del culto", molti più d'uno, hanno libero accesso ai folder, tenuti nell'archivio, divisi in cartelline. Fogli A4, scritti a mano, ricchi di sigle solo in apparenza misteriose. Riportano in particolare gli esiti del tracciato dell'e-meter, uno strumento che - in teoria, rivelerebbe, attraverso un circuito elettrico collegato a due conduttori metallici, lo stato d'animo dei "pazienti" sottoposti al cosiddetto auditing. L'operatore, che non ha alcuna qualifica medica, interpreta i movimenti dell'ago, decidendo poi se le risposte alle domande, spesso molto scabrose, concentrate perlopiù nella sfera sessuale, sono veritiere o no. I fogli si riempiono di sigle con DN, Dirty Needle, cioè ago sporco, quando l'ago trema in modo impercettibile, quasi immobile. Bene invece quando è FN, Floating Needle, ago fluttuante, cioè libero di muoversi in modo evidente, segno che l'esame fila liscio. Se l'ago resta immobile, vuol dire che il soggetto non collabora, è rigido, oppure ci sono fattori ambientali che impediscono la procedura. Come il freddo o altro ancora. L'e-meter, al pubblico, costa più di 4 mila euro, per lo staff c'è un piccolo sconto. Ed è sulla definizione di questa macchina, composta da elementi che, singolarmente, costano poche decine di euro, che Scientology gioca una delle sue carte. Dicono che la Cassazione, in una serie di sentenze, lo ha definito uno "strumento di culto" e non una macchina dalle caratteristiche mediche. Un'altra sigla descrive il tentativo dell'esaminato di raccontare cose inutili, fuorviante rispetto ai temi del test. Ogni fascicolo può contenere da poche pagine a decine. Quelle dei "nemici" sono i più interessanti. Potrebbero contenere carte giudiziarie, acquisite in modo illegale, articoli di giornale, resoconti di pedinamenti o di interrogatori. Nel mirino, giornalisti. Maschi e femmine. Gli investigatori, prima di procedere alla lunghissima perquisizione, hanno atteso che i responsabili di Scientology, piuttosto nervosi, facessero accorrere, per assisterli, un loro avvocato di fiducia. Tutto si è svolto in un clima, tutto sommato, sereno. Un secondo "pentito" - «Ci passavano le informazioni per ottenere più soldi possibile»C'è un secondo ex dirigente di Scientology deciso a rivelare qualcosa (di illegale) agli inquirenti. Dodici anni di lavoro tra l'Italia e il Nord Europa, alla fine auditor (esaminatore) di grado elevatissimo. Ex responsabile degli archivi segreti, in una città del Nord Italia. «La cosa più grave, quella che mi crea tuttora una profonda crisi di coscienza, è l'uso che si fa, all'interno dell'Organizzazione, dei dati sensibili raccolti durante le sedute con l'e-meter. Le cartelle possono, anzi devono, essere viste, controllate, verificate e corrette da più auditor, tutti ministri del culto, come lo ero io, ordinato in una cerimonia ufficiale, a Copenhagen, al termine di tre anni di corsi e di preparazione, sui temi più svariati, compresa la caccia e come distruggere i nemici, i portatori di guai. Avevo una giacca nera, la cravatta, e la croce a otto punte sul petto. Da quel momento, potevo celebrare nascite, matrimoni e pure i funerali». Secondo lei, i dati personali, anche i delicati e sensibili, sono tutelati, protetti? «Assolutamente no. Noi ci passavamo spesso le informazioni più riservate, come per esempio lo stato di salute, per meglio elaborare le linee di intervento o per piazzare i nuovi corsi. Perché il problema è quello di ricavare la maggior somma di denaro possibile. Ricordo con orrore la confessione di un ex drogato, che aveva contratto l'epatite C. Ebbene, quel dato ci servì per "trattarlo" in modo più completo. Lo sapevamo in tanti, in troppi.» I "pc folder", sigla di fascicolo del pre-clear (lo stato di assoluta libertà), contengono anche la descrizione degli orientamenti sessuali. Incalzati dagli auditor, gli aspiranti clear raccontano gli episodi più delicati e imbarazzanti, tutti regolarmente trascritti. «Sapevamo chi era gay e questo poteva essere utile per "agganciarli" meglio, sfruttando le loro debolezze, le loro fragilità. In privato, ci scambiavamo le informazioni più delicate, persino sulle devianze sessuali.» Insomma, nessuna vera tutela: «No. Tanti potevano, e possono, leggere i segreti di una vita e quel che è peggio, i fascicoli vengono conservati anche dopo che un soggetto ha lasciato Scientology, anche da anni. Possono sempre essere utili, se X, per esempio, avesse l'intenzione di attaccare la Chiesa.» Vengono restituiti? «In teoria, su richiesta, sì. Ma solo le copie. Gli originali restano negli scaffali degli archivi, anche del Dep20», cioè la polizia segreta. Violante e Don Ciotti - «Manipolatori di anime che non ci spaventano»di Grazia Longo
Uno dai banchi del Parlamento, l'altro dal pulpito. L'Onorevole Luciano Violante e il fondatore del Gruppo Abele, don Ciotti, da anni sono impegnati contro Scientology. Ed entrambi, secondo i due fuoriusciti dell'organizzazione religiosa nata negli Stati Uniti mezzo secolo fa, sono stati oggetto di inchieste interne. «Ho ancora il ricordo, seppur vago, di una finta giornalista che voleva intervistarmi sulla mia campagna contro la Chiesa di Scientology - esordisce Violante -. Era l'epoca in cui avevo fatto alcune interrogazioni in Parlamento in difesa di alcune vittime di questa forma di fanatismo: persone che avevano dilapidato patrimoni versati all'organizzazione fondata da Ron Hubbard.» Il presidente emerito della Camera dei Deputati stigmatizza questa «manipolazione delle coscienze a livello molto elevato, che trova terreno fertile nella società occidentale dilaniata dalla mancanza di valori forti. Se a questo si aggiunge l'esposizione mediatica, negli USA, di attori e cantanti famosi, il rischio di proselitismo è ancora più alto.» Don Ciotti, invece, fu il fautore della chiusura dei centri di Scientology per la cura della tossicodipendenza. «Tra gli anni Ottanta e Novanta - rammenta - si rivolsero a noi persone da più parti d'Italia, non solo persone tossicodipendenti, che avevano avuto a che fare con le strutture di Scientology per denunciare con sofferenza situazioni di condizionamento o manipolazione di cui si erano sentite vittime. Sempre le abbiamo invitate a rivolgersi alla Magistratura.» Don Ciotti, inoltre, come membro della Commissione regionale sulla Sanità, e in accordo con tutte le comunità del Piemonte, suggerì all'assessore un «provvedimento di chiusura di due centri di Scientology che non rispondevano ai requisiti stabiliti dalla legge. Prima del pronunciamento del TAR, a cui Scientology fece ricorso, arrivò il provvedimento di chiusura deciso a livello nazionale. Ovviamente ci rendemmo disponibili ad accogliere, insieme alle altre comunità, le persone uscite dai due centri.» Nello stesso periodo, tra il 1986 e il 1987, "Aspe", mensile del Gruppo Abele, pubblicò alcuni articoli sui centri Narconon in Italia e sulle inchieste giudiziarie che cercavano di far luce sull'inadeguatezza dei programmi e sulla trasparenza delle donazioni. «In seguito - conclude il sacerdote - arrivarono dagli Stati Uniti alcuni avvocati di Scientology che chiesero in modo pressante d'incontrarmi e di cui ricordo l'atteggiamento deciso, ai limiti dell'arroganza.» La difesa della "chiesa" - «Non tradiremmo mai la fiducia dei nostri fedeli»
«La nostra è una chiesa basata su fondamenti etici molto rigidi. Non tradiremmo mai la fiducia degli adepti». La linea adottata da Scientology, nelle parole del portavoce torinese Giuseppe Cicogna, è una difesa a spada tratta. Ma c'è un ma. Riguarda la «responsabilità soggettiva, perché se qualcuno ha sbagliato e ha violato la privacy dei seguaci è una colpa personale.» Rifiuto totale, invece, delle accuse di gestire in modo improprio i dati personali degli iscritti. «Sono solo illazioni, alle quali non possiamo replicare in modo dettagliato proprio perché non è nostro stile agire senza rispettare la legge.» I fedeli firmano tutti una liberatoria? «Sì, sempre». È una prassi degli ultimi anni? «No, sin dall'inizio, quando una persona aderisce alla nostra organizzazione, firma la liberatoria.» Cicogna respinge anche il sospetto che aleggia su Scientology a proposito di Don Ciotti e dell'Onorevole Violante. «Non abbiamo raccolto materiale contro di loro, né li abbiamo pedinati». Eppure su Luciano Violante esiste un filmato, intitolato "Le verità scomode", girato da una vostra falsa giornalista. «Non mi risulta. Abbiamo criticato Violante, questo è vero, perché lui ci aveva attaccato. Ma lo abbiamo fatto apertamente, sulle pagine del nostro giornale, distribuito pubblicamente. Noi non svolgiamo attività poliziesca. I nostri obiettivi sono esclusivamente di carattere religioso e sociale.» Segue l'elenco delle ultime attività a favore della collettività. «Siamo stati in Abruzzo per aiutare i terremotati e in questi giorni siamo ancora impegnati per l'Ostensione della Sindone, cercando di agevolare la visione dei pellegrini.» Mentre parla, Giuseppe Cicogna illustra gli spazi della chiesa, in via Bersezio 7. Al pian terreno ci sono la reception - dove campeggiano il busto, i libri, i DVD e il manifesto ideologico del fondatore L. Ron Hubbard - e la sala per le "lezioni". Al seminterrato un'ampia sala utilizzata per le riunioni e la "funzione domenicale". Il tutto finanziato dai pagamenti dei fedeli, «come succede in tante altre associazioni». I dettagli sui pagamenti vengono però forniti solo a chi decide di iscriversi, «la nostra è pur sempre un'organizzazione privata». Nuove carte dagli archivi di ScientologyDi Massimo Numa, La Stampa, 21 maggio 2010, Cronaca di Torino, pag. 62Va avanti l'inchiesta di procura e squadra mobile su Scientology. Nel mirino, gli archivi segreti della sede di via Bersezio, dove sono (tuttora) custoditi centinaia di fascicoli personali su fedeli, ex seguaci e membri dell'organizzazione. A proposito del trattamento e della conservazione dei dati sensibili, stanno emergendo storia inquietanti. Come quella di Luca Poma, giornalista e scrittore torinese: «Sono assolutamente basito». Per anni seguace di Scientology, ha scoperto che il suo pc folder (il suo fascicolo personale, zeppo di dati sensibili) sarebbe stato trovato negli uffici del Dipartimento 20, la "polizia" di Scientology che si occupa anche di come "frantumare" i nemici, nel corso della lunga perquisizione disposta dal pm ed effettuata dalla squadra mobile. Spieghiamo il significato di due sigle, per non perderci nel labirinto degli acronimi. Poma era diventato prima un Pts, potential trouble source, potenziale fonte di guai, poi in un Sp, soggetto soppressivo, cioè irrimediabilmente ostile o connesso con ambienti altrettanto ostili. Poma che fa? Dopo aver sostenuto e (pagato) una serie di corsi, ha scritto un saggio in cui, dice, «mettevo in evidenza alcuni aspetti che non mi convincevano. Sintesi, dopo un po' mi arriva una lettera-certificato da Scientology, firmata da uno dei capi, dove mi informano di essere diventato "soppressivo". Mi sembra assurdo ma pazienza. Chiedo che mi venga subito restituito il fascicolo con i miei dati personali e, appunto, sensibili, cioè protetti dalle norme sulla privacy». Dopo una lunga pausa, altra lettera dai seguaci di L. Ron Hubbard: «II fascicolo non c'è più, è stato distrutto». Poma: «Resto contrariato, poiché non solo ero curioso di leggere quanto era stato scritto dagli auditor su di me, ma avrei voluto assistere in diretta alla distruzione di un documento così delicato e personale«. Adesso Luca Poma, a quanto pare, avrebbe appreso che il suo fascicolo non era stato affatto distrutto ma era nell'ufficio del Dip.20 di via Bersezio, nelle mani del capo dell'ufficio investigativo di Scientology, Ivan V. Lo stesso che avrebbe certificato - per iscritto - la sua distruzione. Poma: «Ho chiesto all'autorità giudiziaria di poter almeno consultare le carte che mi riguardano e poi, una volta chiuse le indagini, lo rivoglio indietro. Se ci sarà un procedimento, mi costituirò parte civile». Il pc (pre-clear, lo stato di "libertà assoluta") folder di Poma era assieme ad altri dossier, dedicati ad altri "nemici" dell'organizzazione. Tra questi, alcuni fuoriusciti. Per capire questo aspetto, basta scorrere le pagine del poderoso corso Pts/Sp. Titolo: "Come affrontare e frantumare la soppressione". Sulla copertina, il volto rosso di un "cattivo", frantumato da una luce-forza misteriosa. Autore, L. Ron Hubbard, editore New Era. Nell'introduzione, Hubbard descrive l'identikit dei nemici dell'Org. «...Due categorie di nemici, l'oppositore personale o l'oppositore politico. Le ragioni che usano per spiegare i loro attacchi sono una sola: la coscienza sporca... Scientology non aveva nemici sino a quando non si sparse la voce che funzionava. Criminali, comunisti, fanatici religiosi, pervertiti si erano mossi come un unico stormo per dare il loro sostegno a una "nuova frode"...scoprirono, che per loro, le nuove scienze funzionavano con micidiale accuratezza... colpirono con ogni arma possibile: la stampa, i tribunali, donne equivoche, pazzi ricoverati, uffici delle tasse... Viene colpita perché uno Scientologist è in grado di scoprire!». Hubbard si dilunga sull'efficacia dell'elettrometro Hubbard. «Costava 18 mila dollari, era una cosa enorme, adesso è piccolo e costa 40 sterline...». Nelle altre 268 pagine vengono descritte le tecniche per individuare e colpire i Pts/Sp. La Chiesa di Scientology di Torino risponde all'attacco mediaticoTratto da Informazione.it - comunicati stampa, Milano 21 maggio 2010«Si sta cercando di far passare come criminale una corretta applicazione della legge e così si scrivono molte altre assurdità.» Con queste parole il portavoce Giuseppe Cicogna risponde all’attacco mediatico dal quale è scaturita la perquisizione nella sede torinese della Chiesa di Scientology. «Per cominciare, negli articoli viene fatto apparire strano che siano stati trovati dei fascicoli in una stanza chiusa a chiave. Gli uffici o le stanze chiusi a chiave sono proprio quelli dove vengono conservate le cartelle confidenziali, protette dal segreto confessionale, proprio per rispettare la privacy dei parrocchiani che li affidano con fiducia ai ministri. «Inoltre - prosegue Cicogna - dal verbale della Questura di Torino non risultano sequestrati né documenti relativi a "Violante e don Ciotti", né di "magistrati e poliziotti", né di "familiari" di ex membri della Chiesa di Scientology, perché non esistono. «Per quanto concerne i "giornalisti" l'unico documento rilevato riguarda il sig. Luca Poma. «Sulla sua posizione nei confronti della Chiesa di Scientology e viceversa i magistrati hanno a disposizione tutte le evidenze per valutare correttamente una situazione di normale amministrazione. «Quello che la Chiesa aveva da dire sugli attacchi subiti dall'onorevole Violante risale agli anni '90 ed è stato pubblicato in una edizione speciale di Diritti dell'Uomo, rivista ufficiale della Chiesa di Scientology. «Abbiamo ancora qualche copia del video "La Verità scomoda", citato da La Stampa e che documenta il tutto. Può visionarlo chiunque voglia comprendere meglio la realtà della situazione di allora. Realtà che se fosse stata correttamente inserita nel tempo, sarebbe apparsa immediatamente priva di qualsiasi attualità o interesse», ha detto Cicogna. Durante la perquisizione invece sono stati portati via alcuni fascicoli personali usati per la consulenza religiosa: per la nostra religione sono sacri ed è stata una grave violenza nei confronti dei fedeli. «D'altra parte comprendiamo la necessità di effettuare delle verifiche e abbiamo fiducia nella magistratura che alla fine è sempre stata in grado di garantire il rispetto dei diritti costituzionali e la libertà di appartenere ad una religione, anche minoritaria, che in questo periodo sembra essere l'unico diritto da dover essere strenuamente difeso. La Chiesa di Scientology prosegue le sue attività religiose e sociali per contribuire al miglioramento di un clima reso sempre più teso da confusione ed equivoci causati a bella posta e fondati su nulla». Gli scritti religiosi di L. Ron Hubbard sono a disposizione di chiunque, gratuitamente, nelle principali biblioteche italiane. L'invito è di leggerli e farsi una propria idea e ragione della Chiesa. Leggendoli una persona può comprendere senza pregiudizio quali siano le motivazioni e gli intenti religiosi della Chiesa di Scientology e quelli spirituali e sociali dei membri che davvero applicano una conoscenza nuova ed efficace alla portata di tutti.
Per maggiori informazioni: www.scientology.org
Il GIP di Torino: «I dossier di Scientology non ledono la privacy»Tratto da Il blitz quotidiano, 9 gennaio 2012Torino - I dossier di Scientology non sono illegali dal punto di vista del codice penale: è quanto affermano la Procura e il Tribunale di Torino nel decreto con cui, nei giorni scorsi, è stata archiviata un'indagine – aperta per violazione della legge sulla privacy – sul responsabile cittadino della chiesa. Al centro della questione c'erano le "schede personali" che venivano redatte dopo i colloqui preliminari (il cosiddetto "auditing") con le persone che chiedevano di entrare a far parte dell'organizzazione religiosa: schede che, dopo essere state catalogate in appositi fascicoli, potevano essere consultate dai vertici. Il pm Stefano Castellani, esaminando il materiale raccolto dalla polizia durante una perquisizione, ha concluso che «non vi è stata alcuna diffusione dei dati raccolti a soggetti terzi né si può ravvisare un trattamento illecito che abbia arrecato un effettivo nocumento ai titolari dei dati». Il GUP Francesco Moroni si è detto d'accordo e ha archiviato l'indagine. Il PM Castellani, comunque, ha trasmesso le carte al garante della privacy perchè approfondisca eventuali violazioni amministrative: alcuni fascicoli erano stati lasciati in locali in cui avevano libero accesso studenti o semplici di Scientology. L'inchiesta era stata aperta dopo le dichiarazioni di un ex aderente alla confessione. Poiché si è verificato spesso che alcuni copino il lavoro degli altri (e anche trascrivere un articolo lo è) senza citare il sito di provenienza e ringraziare chi quel lavoro lo ha fatto e lo ha reso gratuitamente disponibile alla collettività, rendo noto che ho apportato in tutti gli articoli delle leggere e insignificanti modifiche rispetto al testo originale. Copione avvisato, mezzo salvato. È bruttissimo dover ricorrere a questi espedienti, sarebbe molto meglio che il lavoro e l'impegno altrui venissero riconosciuti perché è giusto farlo, non per paura di essere colti con le mani nella marmellata.
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