Tesi del corso di laurea triennale in Teorie e Pratiche dell'Antropologia, Università La Sapienza, Roma. Capitoli Terzo e Quarto. © Giacomo Lepri, 2008.
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Capitolo III - LA DIANETICA: CARATTERISTICHE GENERALI
3.1.1 - Le menti "reattiva" ed "analitica" e la teoria degli "engram" 3.1.2 - Il principio dell'esistenza 3.1.3 - L'"auditing" 3.1.4 - Il Clear 3.2 - Le motivazioni sociali dei primi aderenti Capitolo IV: DIANETICS E I SUOI MECCANISMI
4.2 - Meccanismi dianetici: possibili chiavi di lettura Capitolo III - LA DIANETICA: CARATTERISTICHE GENERALI Molto dell'impianto dottrinario di Scientology è costruito intorno ai principi esposti in "Dianetics": è in questo testo, chiamato dagli scientologi Libro Uno, che l'autore dà precise indicazioni sulla composizione dell'essenza dell'essere umano e sui mezzi per intraprendere quello che in Scientology sarà il Ponte verso la libertà totale, ossia la strada verso la salvazione della propria condizione essenziale.
In breve: il 70% delle malattie dell'uomo è considerato di origine psicosomatica; tali malattie sarebbero generate dai cosiddetti engram. Un engram è la registrazione completa di ogni sensazione e degli elementi dell'ambiente esterno all'individuo attraverso tutti i percetti (messaggi dei cinque sensi) che avviene durante momenti di maggiore o minore "incoscienza" (questa causata ad esempio da incidenti, dolore fisico, anestesie, utilizzo di droghe, traumi in genere). Gli engram sono registrati nella cosiddetta mente reattiva, una delle due parti di cui si compone la psiche umana assieme alla mente analitica. La mente analitica è considerata la parte consapevole, cosciente, che opera tramite razionalità, calcolo ed esperienza: essa accumula memorie (all'interno dei bank standard della memoria) non come mere registrazioni, ma solo dopo averne valutato ed elaborato i caratteri; garantisce sempre e solo comportamenti e ragionamenti adeguati alla felicità individuale e favorevoli alla Sopravvivenza [37]. La mente reattiva è un residuo della condizione animale: si situa al livello cellulare (ogni organismo vivente, anche il più semplice, ne possiede una); essa garantisce un controllo elementare delle funzioni vitali durante i momenti di incoscienza (quando si disinnesca la mente analitica) registrando nei propri bank engramici, appunto, gli engram. Questi registrano elementi secondo il principio di identità, così ogni percetto sensoriale incamerato nel momento di dolore, che causa l'incoscienza, corrisponde all'altro e a loro volta questi sono tutti corrispondenti al dolore provato: se in seguito all'evento drammatico, dall'ambiente esterno arriva uno stimolo (un rumore, una sensazione, ma soprattutto una formula linguistica ben precisa) già contenuto in un engram, questo farebbe key-in, reinnescando la sua carica negativa ed il dolore ad essa correlato. Così la mente reattiva risponde inibendo nuovamente l'analitica e somatizzando (esprimendo fisicamente) il dolore provato attraverso malattie psicosomatiche, oppure inducendo l'individuo a reazioni e comportamenti irrazionali e non controllabili (tale procedimento, considerabile come condizionamento, negli animali sarebbe funzionale all'evitare situazioni pericolose simili ad altre affrontate in passato, secondo stimoli non razionali e perlopiù involontari). Engram diversi, contenenti elementi simili, si accumulano in catene, particolarmente pericolose per la salute, strutturate su una radice engramica chiamata engram base (di particolare importanza per la terapia [38]). Ad un livello ancora più profondo vi sono gli engram base-base, che si ritengono ricevuti durante le esperienze prenatali, dal momento del concepimento stesso, attraverso la vita uterina, fino ai primi momenti "all'aria aperta". Le catene engramiche sono stimolate nell'integrità della loro efficacia negativa quando anche un solo degli engram in esse contenuto fa key-in. È proprio da questo interagire tra la mente ed il corpo, attraverso le espressioni somatiche, che la terapia hubbardiana trova il suo nome: Dianetica, dal greco dia (= attraverso) e nous (= mente, anima).
Alla base della vita e motore di questa è il principio dell'esistenza, la Sopravvivenza tesa alla meta dell'immortalità. Questa è suddivisa, all'epoca di "Dianetics", in quattro dinamiche: 1) l'impulso dell'individuo verso la sopravvivenza di sé, 2) verso la sopravvivenza attraverso la progenie, 3) verso la sopravvivenza del gruppo, 4) verso la sopravvivenza dell'umanità [39]. Ciò che stimola la Sopravvivenza è il piacere, all'opposto vi è il dolore: dalla prevalenza dell'uno o dell'altro stimolo si manifestano negli individui le quattro zone del tono. Queste sono: Zona 0, dalla morte all'apatia; Zona 1 dall'apatia alla violenza; Zona 2, dalla violenza al successo mediocre; Zona 3, dalla mediocrità al successo; nell'ultima zona la dinamica della Sopravvivenza ha sconfitto ogni intralcio verso un livello superiore di esistenza, grazie alla liberazione dagli engram della mente analitica. Le zone del tono fungono da indicatore rilevabile dal terapista della Dianetica per osservare lo stato in cui il paziente si trova e prevedere l'impegno dovuto al suo caso. Ogni condizione precedente alla zona del successo, in cui quindi engram condizionano ed inibiscono intelligenza e razionalità, è considerata aberrata e come tale necessita la terapia fornita da Dianetics, terapia chiamata auditing. L'auditing è il procedimento terapeutico [40] grazie al quale gli scientologi più esperti riescono a liberare i pazienti dagli engram. Questo consiste in un incontro apparentemente simile ad una seduta psicanalitica [41] nel quale l'auditor (terapeuta della Dianetica) indaga, dopo averlo messo a suo completo agio, il passato dell'aberrato scavando nei suoi bank analitici per giungere ai bank engramici. L'auditing è svolto dal paziente in condizioni assolutamente fondamentali di benessere: deve aver dormito intorno alle sette ore, deve essere ben nutrito, non deve avere bisogni impellenti durante il trattamento, né distrazioni esterne; deve essere assolutamente concentrato sulla sua attività. L'operazione è condotta dopo aver messo il paziente nello stato di reverie: questo è definito come leggero stato di concentrazione, differente dallo stato provocato dall'ipnosi, in quanto, se l'attenzione del paziente è diretta alle sole parole dell'auditor e al tentativo di percorrere la traccia del tempo [42], la sua condizione è pienamente cosciente ed in ogni momento volontariamente reversibile.
Per ricercare con sicurezza "scientifica" gli engram, l'operatore si serve dell'E-meter, un elettrometro o galvanometro con funzioni simili a quelle della macchina della verità: tale macchina fa passare nel corpo del paziente una leggera corrente elettrica attraverso due elettrodi tenuti tra le mani. Ogni mutamento dell'intensità della corrente rilevato durante le domande che l'auditor fa al paziente, rivela la presenza di nuovi engram. Tutto il procedimento terapeutico si svolge attraverso una serie di prudenti domande rivolte all'aberrato sui suoi ricordi traumatici, dove questo rimane sempre cosciente di ciò che sta succedendo: forte è la polemica di Hubbard contro metodi della psicanalisi quali l'ipnosi, che non farebbero altro che portare il paziente all'incoscienza, aprendo le porte della mente reattiva e inserendo nuovi condizionamenti engramici. Alla fine della terapia (non più di ottocento ore nei casi più difficili, secondo le stime di Hubbard) il paziente, dopo aver attraversato lo stato intermedio di Release, può essere considerato Clear. Tale stadio implica non solo il raggiungimento da parte dell'individuo della completa salute psicofisica (per ciò che concerne ovviamente malattie psicosomatiche), ma anche l'enorme ampliamento del proprio QI, la migliore capacità di gestione delle proprie risorse innate, una maggiore disinvoltura nei rapporti interpersonali. L'individuo diverrebbe libero da ogni vincolo e repressione, completamente autonomo ed autodeterminato, capace di portare a conclusione le quattro dinamiche e di ottenere massima capacità analitica (agendo solo sotto l'azione della mente analitica); con le parole stesse di Hubbard: "Il Clear ha a sua disposizione l'esperienza di tutta la sua vita ed è libero di servirsi di tutte le sue facoltà mentali innate e della sua immaginazione. La sua vitalità e salute fisica sono notevolmente migliorate, tutti i disturbi psicosomatici scomparsi senza possibilità di ritornare. Offre maggiore resistenza alle vere malattie, è in grado di adattarsi ed è capace di modificare il proprio ambiente. Non è "adattato": è dinamico. Il suo livello etico e morale è elevato, grande la sua capacità di ricercare il piacere e di goderne. La sua personalità è molto più pronunciata ed egli è creativo e costruttivo. Non si sa ancora in che misura il processo di clearing si rifletta sulla longevità della persona, ma dato l'automatico riequilibrarsi del sistema endocrino, l'abbassamento dell'indice degli incidenti ed il miglioramento del tono fisico generale, è assolutamente certo che la sua vita si allungherà.[43]"Inoltre, grazie a tale "illuminazione", l'individuo sarebbe capace di perseguire quello che Hubbard chiama il proprio scopo fondamentale: "È un fatto scientificamente accertato che l'individuo evidentemente conosce il suo scopo fondamentale prima di giungere ai due anni di età. Talento, personalità innata e scopo fondamentale sono un tutt'uno; sembra che facciano parte del progetto genetico. Con Dianetics si può far rivivere a chiunque il periodo dei due anni di età per chiedergli quale sia il suo scopo nella vita. Egli tirerà fuori, allora, un desiderio ben specifico riguardo a ciò che desidera raggiungere nella vita (come ha confermato un esame delle attività all'età di due anni). Si scoprirà che la sua vita, da quel momento in poi, ha seguito questo modello originale ogni volta che ha avuto successo. Su quindici persone esaminate, si scoprì che lo scopo fondamentale si era formato a due anni di età. Dopo essere state rese Clear, queste persone utilizzarono e seguirono quello scopo fondamentale" [44]
Definiti descrittivamente i caratteri generali della Dianetica, prima di inoltrarmi nei contenuti e nelle interpretazioni del testo di Hubbard, ritengo utile, per chiarire aspetti essenziali del quadro dianetico e in relazione a quanto detto sull'"offerta terapeutica" di Scientology, la delineazione della composizione sociale dell'audience della fase dianetica del movimento. Sappiamo che al 1984 [45] il libro "Dianetics. The modern science of mental health" [46] aveva raggiunto il numero di sei milioni di copie vendute. Rendo conto ora della particolarità delle teorie e applicazioni pratiche proposte nella Dianetica di essere assolutamente aperte ad «ogni persona intelligente, dotata di perseveranza media e disposta a leggere a fondo questo libro» [47]. Chiunque, sostiene Hubbard, dopo aver letto "Dianetics", può essere considerato, a seguito dell'applicazione empirica dei suoi principi, un auditor avvezzo alle pratiche terapeutiche [48]. Sarà proprio tale troppo eccessiva apertura uno dei motivi, oltre che della loro diffusione, della progressiva irreggimentazione subita dalle pratiche della Dianetica nella confluenza di questa nella più autoritaria religione di Scientology: tale anarchia dottrinaria della prima fase terapeutica portò al crescere dello spontaneismo e all'emergere di correnti dianetiche parallele all'hubbardiana, basate sulle interpretazioni di gruppi collaterali che divergevano dalle linee tracciate da Hubbard [49]. Dianetics, sistema ancora profano di psicoterapia ed auto-miglioramento, trovò risposta da parte del pubblico, secondo l'analisi di Roy Wallis (1976), in tre principali categorie motivazionali.
La Dianetica vanta successi empirici nell'ambito della cura delle malattie psicosomatiche. L'adesione alle sue pratiche è ampia, il libro che la descrive è considerato best-seller e ancora alla fine degli anni '80 venduto con una media di duecentocinquantamila copie l'anno [51].
Si è analizzata la pratica dell'auditing: il suo inventore presenta questa come, per quanto apparentemente simile, assolutamente lontana dalle tecniche della psicanalisi, ritenute rozze, non scientifiche, approssimative quando non deleterie per la salute psichica dell'individuo. L'efficacia della psicanalisi fu comparata da Hubbard a quella dell'agopuntura cinese, ai «magici cristalli curativi in Australia e ai (corsivo mio) santuari del miracolo in Sud America» [53]. In relazione ai rapporti tra psicanalisi e terapia hubbardiana risulta essere di grande interesse l'analisi dei primi approcci alla Dianetica svolta dal dottor J. A. Winter [54]: fu questi uno dei primissimi collaboratori di Ron Hubbard durante la prima stesura del testo "Dianetics". Conoscente di John W. Campbell Jr., pubblicò nella sua rivista di fantascienza, Astounding Science Fiction [55], articoli a carattere medico-scientifico, essendo parallelamente impegnato in ulteriori lavori di divulgazione in ambito accademico. Proprio stimolato da Campbell, che aveva presentato lui, prima della pubblicazione, i principi della Dianetica in base alla sua conoscenza di questa [56], Winter prese contatto con Hubbard, incuriosito dall'innovatività delle sue concezioni sulla memoria e sulla possibilità di cura dei degenti attraverso il controllo dell'influenza della mente sul corpo. Come testimonia il medico, la conoscenza approfondita in ambito scientifico lasciava aperte alcune lacune importanti sulla conoscenza del funzionamento della psiche (e della memoria, per ciò che direttamente interessa la terapia dianetica); inoltre l'incapacità di curare prevedendo esiti certi malattie di natura apparentemente psicosomatica tramite la psicanalisi, come di controllare a pieno gli effetti delle cure farmacologiche allora conosciute, stimolò Winter a ricercare con atteggiamento scientificamente scettico, seppur aperto, alternative valide per colmare le carenze della medicina. Il medico sperimentò così, dopo essere stato in contatto diretto con l'attività di Hubbard prima e dopo la pubblicazione del manuale sulla Dianetica, su di sé, sui suoi familiari e sui propri pazienti la terapia hubbardiana, riscontrando quanto segue. Winter constatò, a dispetto delle convinte affermazioni di Hubbard, l'estrema similitudine dei meccanismi dell'ipnosi con quelli che porterebbero alla reverie dianetica: durante l'auditing verrebbe infatti operata una suggestione positiva sui pazienti, dove alcune delle parole stesse pronunciate dall'auditor diverrebbero comandi "simil-engram"; non solo, il medico notò anche che la particolare autorità rivestita da un individuo secondo i parametri di chi sta lui di fronte, poteva stimolare in quest'ultimo una influenza tale da potersi inscrivere tra gli effetti della suggestione positiva (Winter notò tale effetto stimolato, ad esempio, da parte sua sui pazienti, che lo conoscevano come medico, e si potrebbe pensare lo stesso per la figura di Hubbard, sicuramente autorevole di fronte chi da lui cercava conforto) [57]. Di qui si spiegherebbe parte dell'efficacia della Dianetica, ridotta in questo modo a quella che viene definita una forma di "psicanalisi selvaggia" da M. Menicocci, simile a numerose correnti di tale genere diffuse in specie negli USA. Il medico testimonia inoltre della non controllabilità totale di alcuni effetti pericolosi della terapia (in particolare quando questa era applicata da affascinati lettori del testo di Hubbard alle prime armi), che spinsero alcuni pazienti ad accumulare psicosi gravi di diverso genere, anziché liberarsene, dopo aver subito l'auditing. Seppur Winter stesso collaborò alla sperimentazione di quella che ancora considerava come una interessante intuizione da portare avanti, si distanziò dalla Dianetica proprio quando notò il carattere in realtà fideistico legato ai principi hubbardiani, con la loro logica monocausale, il rigetto di ogni contributo storico e medico delle ricerche al di fuori degli studi di Hubbard, la contraddittorietà tra le affermazioni di scientificità enfaticamente sbandierate e le caratteristiche effettive della conoscenza dianetica. Tra queste l'assenza di pianificate operazioni cliniche e statistiche, la riluttanza alla collaborazione con l'ambito accademico (che comunque si deve ammettere essere bilaterale), l'approssimatività degli assiomi della Dianetica, come la non verificabilità empirica delle promesse legate allo stato di Clear. Era inoltre evidente lo iato tra proclami di efficacia e controllabilità totale di esiti e metodo e i risultati non sempre prevedibili nell'utilizzo di meccanismi psichici conosciuti dalla psicanalisi e utilizzati più o meno consapevolmente, disordinatamente e in modo decontestualizzato nell'auditing (nonostante i buoni risultati spesso ottenuti con la terapia e apertamente accettati dal dottor Winter). Aggiungo alle osservazioni fatte dal medico la palese analogia tra gli scopi terapeutici della Dianetica a quelli dell'abreazione della psicanalisi: questa è definita come una reazione di esteriorizzazione mediante la quale un soggetto "si libera" di una rimozione affettiva più o meno antica, celata nel proprio inconscio. Tale reazione può essere spontanea o provocata da specifiche tecniche. Con l'abreazione si è in presenza della estrinsecazione di una scarica emozionale, che nasce quando si rivive psicologicamente un'esperienza passata sgradevole, rimossa perché ritenuta intollerabile. La cura consiste nel liberare il soggetto dall'angoscia legata all'evento doloroso. Talora è sufficiente prenderne coscienza, più spesso occorre raggiungere una maggiore sicurezza psicologica attraverso terapie di lunga durata. Tali risoluzioni appaiono immediatamente simili al processo di catarsi assicurato dalla Dianetica, che restimola l'engram, il quale svolge il ruolo del rimosso nella psicanalisi, e conduce il paziente all'annullamento della sofferenza ad esso connessa evidenziato da atteggiamenti inizialmente esilarati, completamente rilassati al termine della terapia. Basandoci sulle affermazioni di Winter sulla possibilità di condizionamento pseudo-ipnotico operato durante la seduta di auditing, si possono analizzare gli elementi che rendono la terapia e il contesto in cui si svolge terreno fertile per aumentare la duttilità della psiche del paziente: questi si troverebbe progressivamente schiavo dei metodi dianetici a seguito della fiducia riposta in essi nella convinzione della loro efficacia. Se infatti il paziente si è avvicinato a Scientology al punto da farsi audire è certamente al corrente delle promesse che la Dianetica ostenta, accorda inoltre alla terapia validità scientifica e si presume abbia una certa fiducia o almeno una apertura nei riguardi dell'efficacia della terapia [58]. L'ambiente e il metodo dell'auditing si presentano inoltre formalizzati e istituzionalizzati, investendo di conseguenza l'auditor stesso di una certa autorità (favorevole questa al verificarsi della suggestione positiva di cui sopra). Inoltre Il fenomeno spesso osservato delle manifestazioni di euforia da parte del paziente che alla fine della seduta si sente sollevato, maggiormente consapevole e più sicuro di sé (affermando con certezza di aver ottenuto ottimi risultati sulla sua persona) è ben conosciuto nell'ambito della psicanalisi e della psicoterapia e non è da considerarsi marcatore del successo della terapia: gli analisti della psicanalisi e della psichiatria sanno che questi atteggiamenti esaltati sui progressi iniziali non sono più che mere illusioni da superare, come sanno che, almeno con i loro metodi, i miglioramenti si ottengono spesso con lentezza, dove il rapido successo di una terapia è sovente una chimera.
La Dianetica è oggi parte integrante del percorso religioso iniziatico della chiesa di Scientology, anche se in origine, libera da pretese metafisiche, si presentava come sistema di medicina alternativa, che vantava successi pratici nella cura di una vasta gamma di malattie. Valutare i meccanismi fisiologici messi in atto nella terapia dianetica risulta essere difficile, sia per conoscenze personali nell'ambito della psicosomatica, che per lo stato effettivo degli studi condotti ad oggi in antropologia sull'efficacia effettiva della terapia fornita da Scientology. Ciò che qui viene fatto è quindi una disamina dei possibili modelli interpretativi incontrati applicabili come chiave di lettura degli esiti terapeutici della Dianetica in base alla mia conoscenza di questa. Importante rilevare innanzi tutto la complessità dei meccanismi in gioco nei percorsi di guarigione e di come essi si muovano in un gioco di influenze reciproche tra fattori endogeni ed esogeni: nel campo della guarigione giocano condizionamenti di varia natura forniti dal rapporto medico-paziente, dalla conoscenza e denominazione della malattia, dallo stile di vita, dalla concettualizzazione della malattia da parte della società ed insieme a loro fattori meglio quantificabili (ma che non agiscono isolati dai processi ora elencati) inerenti ad esempio l'ambito della farmacopea e, in generale, le componenti fisiologiche della reazione del corpo nella gestione di salute e malattia. Lo studio di tali interazioni rientra nel campo della medicina psicosomatica, sempre più rilevante ad oggi in ambito terapeutico. La medicina psicosomatica è, intorno agli anni '50 ai suoi inizi (mi rifaccio a quanto riporta Gilles Bibeau [59] in una sua ricostruzione dello stato attuale della conoscenza sui meccanismi endogeni di guarigione) e sappiamo che proprio in quel periodo Hubbard formula le sue teorie. Franz Alexander, psicanalista, pubblicava "Medicina psicosomatica" in cui esprimeva tra i primi la correlazione tra emozioni o problemi della vita di relazione e disfunzioni organiche: l'inibizione di impulsi, sentimenti ostili non esternalizzati, emozioni non scaricate finirebbero per tradursi in disturbi quali asma, ulcere, ipertensioni arteriose, artriti, coliti, dermatiti, problemi alla tiroide. Lo stato delle conoscenze neurologiche e endocrinologiche era ancora agli esordi, per cui ancora non si era approdati a toccare la natura del messaggio che la mente invia al corpo, ma le intuizioni erano feconde e aprivano la strada a importanti settori di studio attualmente in via di sviluppo. Hubbard proclamava nel mentre intenti presentati come unici ed originali, quando in realtà si nota facilmente come fossero in linea con le innovazioni di allora (l'elenco delle malattie studiate da Alexander coincide con quelli fatti da Hubbard sulle malattie suscettibili di cura tramite Dianetica [60]). Su questi costruiva le sue teorie bollate come empiriche, o quantomeno efficaci e funzionali [61], sulle menti reattiva ed analitica per trovare ragione della comunicazione mente-corpo. Intanto contro queste non meglio ubicate "componenti hubbardiane della psiche" si sviluppava la conoscenza più concreta delle strutture dell'ipotalamo e delle modalità di interazione di questo col sistema neuro-ormonale, canale di attivazione fisiologica delle emozioni. Il riconoscere l'interazione di elementi fisiologici ben determinati ancora non ha, nella medicina ufficiale, però portato alla capacità totale di controllo dei processi endogeni di autoguarigione tanto lampanti nel cosiddetto effetto placebo, controllo però vantato già nei suoi primi passi dalla Dianetica. Tale breve premessa storica sui progressi della medicina psicosomatica è utile per affermare l'effettiva e possibile capacità di agire tramite influenze della psiche dell'individuo sui suoi aspetti somatici, per quanto tale capacità non sia ancora integralmente controllabile e conosciuta: la Dianetica è un tentativo di utilizzo di tali meccanismi, perciò se ne sottolinea sia la possibile capacità di interazione con l'aspetto psicosomatico individuale, sia la parallela non controllabilità delle sue pratiche e l'assoluta inesistenza di una forte base teorica e scientifica alle sue spalle. In compenso l'ammissione, oramai di dominio scientifico comune, dell'interazione dei diversi livelli di funzionamento del "sistema persona" (sociale, emozionale-affettivo, neuro-ormonale, fisiologico) attraverso strutture complesse di mediazione apre parallelamente le porte, sempre in quel periodo, alle discipline antropologiche nello studio dei meccanismi sociali inerenti cura, guarigione e concettualizzazione della malattia tramite attività simbolica, capace questa di interagire con i meccanismi endogeni. Su queste basi e a queste conoscenze si tenta ora di ricondurre il successo della terapia hubbardiana, partendo dal concetto levi-straussiano di efficacia simbolica. Elementi traumatici non razionalizzati né concettualizzati, espressi in termini affettivi, sono trasposti con il contributo del simbolo e della parola in un ordine tangibile di manifestazioni. Alla malattia è riconosciuta una eziologia ben precisa, che nel nostro caso va ricondotta alla "sopravvivenza" della mente reattiva nella psiche; ad essa sono date delle caratteristiche e dei confini che la separano nettamente dalla sanità: in Dianetica ad esempio la malattia abbraccia un ampio raggio che include malattie riconoscibili come fisiologiche (asma, cefalee, dermatiti, altre) e altri fenomeni di ordine sociale o psicologico (insoddisfazione, sbalzi d'umore, ira, depressione). Così costruita la malattia in Dianetica diviene una rappresentazione generalizzata degli squilibri da una postulata condizione di perfezione psicofisica ed agire su tale rappresentazione stimolerebbe di per sé un mutamento delle condizioni reali del paziente, di qui l'efficacia simbolica.
Un'importante interpretazione dell'efficacia delle terapie del genere della Dianetica fa capo alle caratteristiche del sostegno sociale che fonderebbe la affermata validità di tali metodi terapeutici per chi vi aderisce. Sulla scorta dell'articolo di Csordas e Kleinman [63] rilevo l'importanza della disposizione del paziente ad attendere i risultati proposti dal trattamento terapeutico. Questi sarebbe indotto in uno stato di attesa fiduciosa, stimolato da atteggiamenti più o meno esplicitamente e consapevolmente fideistici che avvierebbero verso un mutamento degli assunti sul mondo del paziente, nei termini in particolare della percezione e concettualizzazione del benessere: questo sarebbe ricollocato in un contesto sociale (quello degli altri adepti) che condivide stessi criteri di valutazione sugli esiti terapeutici in questione. L'entusiasmo dei pazienti è rincarato oltre che dall'enfasi scientifica data alle procedure, dalla pratica di scrivere su albi chiamati "Storia di successo" i propri presunti progressi. È inoltre abitudine degli auditi raccontare dei progressi avvenuti davanti a gruppi di scientologi entusiasti e compiacenti. La Dianetica sfrutterebbe tale senso di soddisfazione e riconoscimento sociale, ritenendolo prova empirica dell'efficacia psicoterapeutica, per avvicinare nuovi adepti che di conseguenza saranno portati ad acquistare (e a caro prezzo) altre sedute ed altri corsi avanzati. Il senso di auto-convincimento sull'efficacia terapeutica accelera il processo di separazione dal mondo e dai giudizi critici degli estranei a Scientology, come la razionalizzazione degli eventi in direzione dianetica da parte dell'individuo lo spinge a riconoscere le proprie presunte sanità ritrovata e autorealizzazione e, come può accadere, ad impegnarsi effettivamente di più nel raggiungimento delle mete sperate (riconducendo poi ogni successo, o presunto tale, al merito di Hubbard e della sua fondazione).
Un utile strumento per riassume le precedenti osservazioni e per interpretare le fasi attraversate da un individuo per rendere efficace il meccanismo terapeutico alternativo, ci è fornito da T. J. Csordas [66]. Questi introduce il concetto particolare di retorica, da lui intesa questa con l'accezione di complesso «significativo e convincente, che crea una trasformazione delle condizioni fenomenologiche nelle quali il paziente vive e prova sofferenza o malessere» [67]. Tale processo, in atto, implica un radicale mutamento nell'attribuzione di significati e interpretazioni sulle esperienze dell'individuo: la guarigione comporterebbe non un ritorno ad una condizione precedente alla malattia, bensì uno stato tutto originale in cui il malato sarebbe trasposto. Tale operazione è scomposta da Csordas in tre passaggi interrelati: le retoriche della predisposizione, della autorizzazione e della trasformazione. La prima retorica è direttamente riconducibile al concetto già introdotto di attesa fiduciosa [68]: il paziente per tramite di essa sarà persuaso, avvicinandosi alla tecnica terapeutica specifica, sulle possibilità e legittimità della guarigione, attendendo i risultati auspicati. Nel caso della Dianetica, questa sarebbe già fornita con la lettura del testo "Dianetics", grazie al convincente linguaggio di Hubbard, che più avanti per questo sarà analizzato [69]. La retorica dell'autorizzazione consisterebbe nella convinzione del paziente di stare sperimentando su di sé manifestazioni degli effetti curativi sperati. Manifestazioni di tale genere si rinvengono nelle testimonianze degli ex-scientologi che descrivono come durante l'auditing avessero capacità di rievocazione nitida, più o meno artificiosa, del passato lontano (come il momento della nascita, per non parlare di ricordi legati al concepimento stesso) e percepissero fisicamente dolori nelle stesse parti del corpo dove subirono presunti traumi registrati negli engram restimolati. Questa componente fisica rende particolarmente forte l'elemento del coinvolgimento corporale, che sarà vissuto come prova inequivocabile di efficacia terapeutica. La conclusiva retorica della trasformazione è la meta tramite la quale si ristruttura la vita del paziente, che entra in una nuova fase come dopo un rito di passaggio, essendo peraltro incluso ora nella comunità religiosa (scientologica) o, se non religiosa, comunque elitaria (dianetica). Nella Dianetica il passato dell'individuo è radicalmente mutato, le sue cariche negative, i suoi rancori i suoi errori svaniscono insieme all'engram: prima dei key-out la sua esistenza è stata irrazionalità e buio, dopo questi diverrebbe esperienza e si considera "riconquistata"; la sua vita a venire è anch'essa trasformata, potendo ora l'individuo sperimentare le glorie della volontà senza limiti, delle potenzialità infinite della sua mente, ora infallibile come un computer [70], e del successo raggiungibile in ogni ambito della sua vita. L'ultima interpretazione che vorrei fornire dei meccanismi attivati nelle pratiche in uso in Dianetica/Scientology, osserva il movimento alla luce di prudenti analogie tra terapia hubbardiana e caratteristiche generali delle terapie carismatiche. Per far ciò mi baso sulle definizioni fornite da Lanternari (1994) e sulle attribuzioni di caratteristiche profetico/carismatiche [71] proposte da Dario Sabbatucci nella sua "Relazione sulla Scientology" [72]. Lanternari descrive, a fondamento delle odierne terapie carismatiche, la ricerca del recupero dell'unità soma-psiche, di rapporti fiduciari-fideistici tra terapeuta e paziente e l'inserimento di questo in un contesto di partecipazione collettiva entro una organizzazione cultuale. Inoltre risulta di primaria importanza il rapporto che si istituisce con il leader di tali movimenti: esso è investito di particolari forme di devozione dovute ad abilità speciali da lui esibite, solitamente di ordine sovrannaturale/miracolistico. Da lui si vuole ottenere guarigione e protezione, egli è il tramite per realizzare ideologie salvifiche che aprono le possibilità di presunti o effettivi superamenti del male da definire. Nel clima di esaltazione collettiva si manifesta l'incondizionata fiducia nelle potenzialità salvifiche del culto, dove si esprime pubblicamente la guarigione attesa, a garanzia della "grazia" ottenuta e ottenibile. In Dianetica/Scientology si assiste in effetti ad un vero e proprio culto del fondatore, testimoniato dalle biografie presenti nei "testi sacri" del movimento costruite su modelli pseudo-agiografici: biografie costellate di avventura e sofferenza culminanti, attraverso la malattia e la cecità, in una nuova coscienza e conoscenza stimolanti la missione soteriologica di Hubbard. Nelle sedi di Scientology si possono vedere ritratti e busti del leader; tutti i suoi testi e le sue parole (oggi ritenute immodificabili) sembra siano stati incisi su tavole di acciaio inossidabile, rinchiuse in celle di titanio e riposte in un caveau in New Mexico (oltre che coperti da copyright, secondo standard di "protezione" che direi essere un po' più aggiornati rispetto tali pratiche).
Non sono presenti elementi diffusi in molte terapie carismatiche quali esaltazioni estatiche in rituali collettivi, ma, secondo le caratteristiche del "miracolo scientologico", sono queste coerentemente sostituite dall'asettica parvenza pseudo-medica della seduta dell'auditing, funzionale al mito scientista, e dalla presenza effettiva di una comunità elitaria e autoreferenziale, con linguaggi ed abitudini specifici, a rinforzare il senso di collettività. Nell'auditing il rapporto medico-paziente resta formalmente "freddo" come nella medicina ufficiale e nella psicanalisi, ma sostanzialmente è caricato di significati totalizzanti per l'individuo che vi prende parte, differenziandosi dalle pratiche rifuggite da chi incorre nei metodi dianetici. A sostituire le manifestazioni pubbliche della guarigione/grazia ottenuta nei culti carismatici tout court, ancora cito, infine, l'abitudine di comunicare dinnanzi a platee di scientologi i progressi ottenuti da parte dei novizi, riportati sulla "Storia di successo" [73] . |
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