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Narconon Canada - David Edgar Love: "Penso di tenere in scacco Scientology"

La lunga battaglia di un ex narconiano porta alla chiusura del centro disintossicante Narconon del Quebec.

Di © Tony Orega, The Village Voice, 20 aprile 2012.

© Traduzione a cura di Simonetta Po, aprile 2012.

 

Quando mercoledì sera l'ho chiamato nel suo appartamento di Montreal, David Edgar Love sembrava esausto - negli ultimi due giorni aveva dormito soltanto un paio d'ore.

«Sono veramente stanco. Sono stato in piedi fino alle 5, poi stamattina mnql1 mi ha svegliato alle 6 per l'intervista radiofonica», mi ha detto riferendosi al suo buon amico e traduttore mnql1, uno dei molti membri di Anonymous che lo hanno sostenuto negli ultimi due anni e mezzo nella battaglia solitaria contro il Narconon di Trois-Rivières, Quebec [Canada], centro di trattamento tossicodipendenze di Scientology.

Le notizie che una delle numerose denunce fatte alle autorità canadesi stava avendo i suoi effetti hanno cominciato a trapelare domenica: i dirigenti dell'ufficio sanitario del Quebec avevano ordinato l'immediata chiusura della struttura. Il Narconon ha presentato subito appello contro le conclusioni governative secondo cui il centro non è abilitato alla certificazione dei suoi metodi ascientifici per il trattamento delle tossicodipendenze.

Da quando è uscita la notizia, Love è stato contattato dai giornalisti canadesi che volevano dettagli sull'improvvisa chiusura, arrivata senza alcun preavviso delle autorità.

Per oltre due anni Love non ha mai smesso di raccontare di essere stato testimone di truffe e abusi perpetrati in quel centro, e ha incessantemente tempestato le autorità canadesi con oltre 3700 pagine di documenti raccolti sulla struttura. Ma è ancora abbastanza scioccato che il suo lavoro abbia improvvisamente, e in modo così spettacolare, avuto un riscontro. «Non ce lo aspettavamo proprio», ha ammesso.

I media canadesi, però, sono ben consapevoli della storia di Love e la radio CBC ha subito trasmesso una lunghissima intervista in cui racconta la sua storia.

Love era entrato nel centro disintossicante nel dicembre 2008 per curare una dipendenza da metadone. Terminato il programma nel maggio del 2009, lui e altri quattro diplomati furono reclutati come nuovi membri del personale. Dopo avere avuto accesso ai dati del centro, Love si era accorto che l'affermazione di un tasso di successo dell'80% era falsa - mentre era vero il contrario: l'80% dei casi finiva in fallimento. Si era poi reso conto che il Narconon non era soltanto una delle attività di Scientology, ma era quella che cercava di trasformare i propri pazienti in scientologist attraverso le sue bizzarre "routine di addestramento" in cui bisognava, tra le altre cose, parlare ai posacenere (cosa che anche Tom Cruise aveva fatto nella sua carriera di scientologist). Nonostante Love avesse terminato il programma in buona salute, aveva visto altri venire danneggiati da quel trattamento ascientifico, che combina settimane fatte di 4-5 ore giornaliere in sauna con forti dosi di niacina e altre vitamine (per approfondimenti, vedi qui e qui).

In ottobre 2009 Love lasciò il centro portandosi dietro risme intere di documentazione e iniziò la lunghissima battaglia per cercare di attirare l'attenzione delle autorità su quanto stava succedendo in quella struttura. Presentò una causa di lavoro, su cui raggiunse un accordo stragiudiziale; presentò un esposto all'Ordine contro l'unico medico presente nella struttura, e l'Ordine gli proibì di continuare a lavorarci; Love ha presentato un'altra denuncia alla Commissione Diritti Umani del Quebec che sta venendo presa seriamente in considerazione; sta portando avanti un'altra azione presso il Garante della Concorrenza e del Mercato, che si occupa di casi di pubblicità ingannevole; e si è anche recato al Ministero della Salute e dei Servizi Sociali, che ora ha chiuso il centro.

In base a una nuova legge, l'Agenzia ministeriale della Salute e dei Servizi Sociali richiede che i centri per il trattamento delle tossicodipendenze ottengano una certificazione. Narconon ha fatto domanda lo scorso giugno. A febbraio una commissione di esperti ha visitato il centro e ha emesso una valutazione. Dopo aver soppesato le raccomandazioni di quegli esperti, l'agenzia ha deciso di non concedere la certificazione; il 10 aprile ha incontrato i responsabili del Narconon e, come riferito in un comunicato stampa, ha ordinato loro di «trasferire il prima possibile i pazienti a causa dei rischi per la loro salute e sicurezza». Il comunicato prosegue così (tradotto dal francese):

L'organizzazione non può ammettere nuovi residenti e ha cessato tutti i ricoveri. Il Narconon è stato collaborativo e ha obbedito tempestivamente all'ordine di trasferimento.

L'ultimo residente ha lasciato il centro ieri.

Il trasferimento è stato richiesto perché alcune procedure potrebbero rappresentare un rischio per la salute, ad esempio il metodo del sudore combinato con la massiccia assunzione di vitamine, oltre alla mancanza di consenso medico sul procedimento...

Il rapporto ha identificato molte misure correttive per le attività dell'organizzazione e il suo programma. Dei cinquantacinque criteri richiesti per la certificazione, per quarantasei sono stati ritenuti necessari vari tipi di correzione e ventisei di quei fattori sono stati ritenuti ad alto rischio. Mr. [Mark] Lacour [Direttore dei Servizi Sociali dell'agenzia] aggiunge: «Le raccomandazioni sono riferite in particolare all'approccio utilizzato dall'organizzazione, approccio non scientificamente riconosciuto in Quebec.»

Eravamo curiosi di sapere se gli esperti di Narconon fossero rimasti altrettanto sbalorditi dall'effetto prodotto dalle denunce di Love.

«Aver ottenuto la chiusura di un Narconon è un risultato senza precedenti», [*] commenta David Touretzky, il professore della Carnegie Mellon University che da anni raccoglie informazioni sul Narconon e mette in guardia la pubblica opinione sui suoi metodi ascientifici. «Alcune sedi Narconon hanno chiuso o si sono trasferite per questioni commerciali, ma farne chiudere una da un'agenzia di governo è praticamente impossibile. David Love ci ha lavorato per anni e si merita veramente grandi onori.»

[1. No. Esistono precedenti anche in Italia: alla fine degli anni '80, a seguito della maxi inchiesta della Procura di Milano su Scientology e le sue attività, diversi centri Narconon italiani furono chiusi. In epoche più recenti (2010) il Comune di Villafranca D'Asti ordinò la chiusura del Narconon locale per irregolarità riscontrate da un sopralluogo della USL. Narconon appellò l'ordinanza di chiusura, che fu poi revocata in via definitiva con sentenza 00898/2012 del TAR Piemonte, il quale prese atto delle irregolarità riscontrate dalla USL nella precedente gestione di quel centro Narconon, ma revocò per vizi di forma la chiusura ordinata dal sindaco - NdT].

Touretzky sottolinea però che i metodi Narconon sono noti da molto tempo - almeno a chi si prende il disturbo di fare ricerca. «Gestisco il sito Stop-Narconon.org da anni e mi scrivono continuamente vittime del Narconon o i loro angosciati genitori per raccontarmi che succede in quel posto. Con la chiusura del Trois-Rivières alcuni clienti verranno trasferiti in centri Narconon diversi. Tutti i centri utilizzano le medesime tattiche fuorvianti per attirare la gente e lo stesso tipo di pericolosa ciarlataneria. Bisogna chiuderli tutti.»

L'anno scorso Mark Enber, giornalista che da tempo si occupa di Scientology, e il redattore Walter Armstrong hanno prodotto una lunga inchiesta sul Narconon per The Fix, il sito di notizie di Maer Roshan, in cui hanno mostrato che i metodi ascientifici, le false affermazioni sulla sua efficacia e i pazienti danneggiati hanno prodotto una lunga e voluminosa scia di calamità fin dal 1966, quando il Narconon fu lanciato da un carcerato: «Clienti ignari pagano fino a 30.000 dollari per un "trattamento" che consiste di una bizzarra procedura disintossicante che pone seri rischi per la salute, seguita da indottrinamento a Scientology mascherato da riabilitazione», hanno scritto i due.

L'inchiesta di The Fix ha scoperto che nel programma Narconon c'è ben poco che regga allo scrutinio - che sia scientifico, statistico o di altra natura. Il suo ampiamente pubblicizzato tasso di successo del 76% è quasi certamente gonfiato all'inverosimile (molti centri di recupero sarebbero felici di avere un tasso di successo del 20%). Molti degli studi che il Narconon cita per sostenere le sue affermazioni sono stati auto-finanziati. Alcuni studi furono condotti da scientologist, altri vengono presentati in modo fuorviante. Uno studio svedese del 1981 - pagato dal Narconon - scoprì che soltanto il 23% dei clienti aveva terminato il programma, di cui il 6,6% disse di essere rimasto lontano dalla droga per un anno. Ma mescolando e confondendo i dati, il gruppo presenta quello studio come prova del suo 76% di successi. Paul Schofield, ex scientologist che lavorò per il Narconon in Australia dal 2002 al 2008, ha detto a The Fix: «Il tasso di successo che sbandierano è semplicemente truffaldino. Nessuna delle affermazioni fatte dal Narconon sulla sua efficacia è stata verificata in modo indipendente.»
Come quell'inchiesta e il sito web di Touretzky dimostrano, queste informazioni sul Narconon sono in circolazione da anni. Ma riuscire a far sì che funzionari governativi facciano qualcosa è un altro paio di maniche. Siamo rimasti colpiti dalla grande energia e determinazione di David Love e dal modo in cui ha ripetutamente e pazientemente invitato le autorità canadesi a intraprendere un percorso che sembrava congelato.

Gli ho chiesto come ci sia riuscito.

«Dovevo dargli un po' di informazioni alla volta», mi dice. Alla fine ha consegnato 3700 pagine di documentazione che era riuscito a trafugare dal centro, oppure che aveva ricercato e scritto in proprio. Ma a spingerlo erano soprattutto i problemi verificati con i propri occhi. «Penso che la mia posizione fosse veramente unica - io ci avevo lavorato.»

Era stata la figlia a convincerlo a entrare nel Narconon - lei aveva già fatto il programma, al termine del quale era stata reclutata nello staff (Love sostiene che si tratta di una pratica standard: piuttosto che far gestire il centro da personale medico o da esperti in dipendenze, lo staff è composto di ex tossicodipendenti che lavorano a 2,5 dollari l'ora).

Love terminò il programma il 1 maggio 2009 e fu subito reclutato nel personale. Fu allora, dice, «che mi studiai i libri e mi resi conto che si trattava semplicemente di Scientology. Cominciai a controllare i tassi reali di successo e mi resi conto che erano truffaldini.»

In un articolo pubblicato ieri sera, Catherine Solyom della Montreal Gazette descrive il modo in cui il trattamento Narconon si trasforma in addestramento Scientology:

Il primo gradino - spiega [Love] - è sempre in una delle stanze dell'astinenza a pianterreno, dove tutti i pazienti trascorrono da 3 a 12 giorni. Prima e durante l'astinenza non si viene seguiti da un medico.

Poi si fanno i test della personalità e del quoziente intellettivo, che vengono ripetuti a intervalli regolari, e il colloquio con un Funzionario di Etica per assicurarsi che il paziente, o lo "studente" come si dice al Narconon, non sia un giornalista in incognito.

Fatto questo, lo studente può iniziare il "Programma di Purificazione", sedute quotidiane di sauna della durata di quattro o cinque ore con assunzione congiunta di alte dosi di niacina. L. Ron Hubbard, scrittore di fantascienza e fondatore della Chiesa di Scientology, credeva che i residui di droghe venissero immagazzinati nei tessuti adiposi e rientrassero in circolo in tempi successivi, causando ricadute.

Per questo, stando a Hubbard, bisogna eliminare quei residui con un regime fatto di esercizio fisico, saune e forti dosi di vitamine. Love ci dice che le dosi di niacina assunte dagli studenti eccedono di gran lunga il massimo di 500 mg al giorno raccomandati dalle autorità sanitarie canadesi.

La niacina in forti dosaggi è dannosa per il fegato, ci spiega Love. «E molti pazienti [del Narconon] hanno già problemi epatici a causa dell'alcolismo, alcuni hanno anche l'Epatite C.»

I ricoveri ospedalieri erano frequenti, ci dice. E quanto più Love apprendeva su quel luogo, tanto più lui e la figlia si preoccupavano. Nel giugno 2009 lei gli disse: «Papà, so che sei forte abbastanza per cavartela da solo. Per piacere, datti da fare.» E se ne andò improvvisamente, lasciandosi dietro migliaia di dollari di mobilia del suo appartamento.

«Mi svegliai la mattina del Giorno del Papà e lei non c'era più», ricorda Love. «Ed eccomi lì. Da solo in Quebec. Io non parlavo francese. Fu orribile.» (Ora la ragazza vive in British Columbia dove abitano anche gli altri tre figli di Love e quattro nipotini - un quinto è in arrivo. «Grazie ad Anonymous, qualche volta sono riuscito ad andarli a trovare», mi dice.)

Nei mesi successivi Love continuò a vedere pazienti attirati con la frode, alcuni di essi subirono danni alla salute e Love decise di informare il mondo esterno sul Narconon.

«Contattai Bonnie Woods in Inghilterra», mi racconta riferendosi a una ex scientologist che querelò la chiesa. «Avevo trovato il suo sito web. Nel giro di un'ora lei si mise in contatto con Gerry Armstrong a Vancouver ed entrambi mi dettero consigli su come andarmene.»

Armstrong è famoso per il modo in cui lasciò Scientology, portandosi via migliaia di documenti, prove che inchiodavano L. Ron Hubbard alle bugie che aveva raccontato su di sé. Armstrong ha pagato duramente ed è stato ridotto sul lastrico da una serie di azioni legali intentategli dalla chiesa, che ancora oggi riesce a tenerlo lontano dagli Stati Uniti.

Love mi dice che Armstrong lo mise in contatto con un gruppo antisette di Montreal, che a sua volta lo mise in contatto con i giornalisti della CBC.

L'uomo lasciò il Narconon il 28 ottobre 2009 scortato da agenti federali che lo nascosero per qualche giorno in un hotel. «Quando me ne andai, mi portai dietro soltanto grandi sacchi dell'immondizia pieni di documenti, tutti quelli che riuscivo a trasportare.»

Qualche giorno dopo tornò per riprendersi le sue poche cose e oggi Love vive una vita molto semplice in un piccolo appartamento di Montreal, a un'ora e mezza da Trois-Rivières. Lavora in un call center (al momento è in aspettativa), ma ciò che lo ha veramente aiutato ad andare avanti è stato l'aiuto dei membri di Anonymous, quando in Internet ha cominciato a diffondersi la notizia della sua battaglia contro il Narconon. Non appena si seppe che era al verde, la gente cominciò semplicemente a mandargli assegni per sopravvivere.

«Senza Anonymous non ce l'avrei mai fatta», ammette.

Gli ho chiesto che cos'altro gli ha dato forza in questi ultimi tre anni, e lui ringrazia il padre. «Arrivò dall'Irlanda da bambino, aveva 7 o 8 anni. Sbarcò a New York da una nave della White Star. Poi si trasferì in British Columbia. È stato un imprenditore di successo e mi ha insegnato molte cose», dice Love. Ammalato di diabete, il padre morì ad appena 39 anni, quando David ne aveva solo 8.

«Fu un'esperienza devastante», aggiunge. Ma non dimenticò mai le parole del padre: «Dave, non iniziare mai qualcosa se non sei sicuro di portarlo a termine e non rinunciare mai alle cose buone e giuste». Nel corso degli anni ha ricordato spesso quelle parole. «Mi hanno accompagnato tutta la vita. Odio dal profondo del cuore vedere persone sfruttare o maltrattate.»

Love non ha avuto una vita facile - ha subito nove interventi chirurgici importanti che lo hanno lasciato con placche e viti di titanio nella schiena. Diventò tossicodipendente per il dolore fisico di quella condizione.

«Ho passato momenti molto duri. Penso di essere soltanto un vecchio che si interessa agli altri.» Il 30 maggio compirà 60 anni. «Ma me ne sento 45!»

Negli ultimi tre anni ha sicuramente mostrato la perseveranza di un giovanotto.

Domenica alle 6,20 del mattino Love ha ricevuto una e-mail da una delle sue fonti interne al centro - i dipendenti avevano saputo di doversene andare e che i pazienti stavano per essere trasferiti. La sua fonte gli ha detto che uno dei capi del centro aveva esclamato: «David Love alla fine ha vinto.»

«Nel giro di mezz'ora ho ricevuto altri due messaggi», mi racconta. E ha cominciato a diffondere la notizia che il centro stava veramente chiudendo.

Ma quella chiusura non significa la parola fine sul centro di Trois-Rivières o sul Narconon in generale. Love si sta ancora interessando all'indagine in corso della Commissione Diritti Umani del Quebec che, ci dice, sta prendendo le sue denunce molto sul serio.

«La Commissione Diritti Umani può trascinarli in tribunale - abbiamo un precedente giurisprudenziale molto forte del 1988», prosegue. «Ho fatto loro presente che durante la permanenza in un centro di recupero un paziente è inabilitato e, se lo sfrutti, allora diventa di competenza della Commissione. È una faccenda molto seria.»

È con quella denuncia, spiega, che sta cercando di arrivare alla stessa Scientology e non solo al suo gruppo di facciata Narconon. «È lì che ho citato la chiesa, [il leader ecclesiastico] David Miscavige, ABLE, tutti quanti. Sono veramente nei casini», aggiunge. I rappresentanti della chiesa visitarono ripetutamente la struttura di Trois-Rivières. «Erano lì ed erano loro a dirigere e a dare ordini al Narconon. Per cui penso di avere dato scacco matto a Scientology.»

Mercoledì il giornale locale Le Nouvelliste ha pubblicato un articolo sui dipendenti della struttura di Trois-Rivières licenziati: si lamentano di non essere stati pagati per settimane e che il centro accoglieva nuovi pazienti che non avrebbe potuto prendere. Uno degli ex dipendenti ha dichiarato che: «Negli ultimi mesi ci sono stati diversi casi di tentato suicidio. Per legge si sarebbe dovuta dare assistenza medica immediata, ma la dirigenza ha deciso di trattenere quelle persone senza chiamare un'ambulanza.»

Love ha saputo da un altro denunciante («Adesso siamo in cinque», mi dice) che uno degli investigatori della Commissione Diritti Umani intende interrogare gli ex membri del personale che hanno parlato con Le Nouvelliste.

Nella documentazione presentata alle autorità canadesi, Love ha voluto riportare accuratamente la struttura di Scientology come descritta nell'accordo che la chiesa firmò con l'IRS nel 1993. Quella struttura mostra che il Narconon è controllato da una delle entità Scientology - la Association for Better Living and Education ABLE. Nonostante Narconon e ABLE cerchino di minimizzare il loro collegamento con la chiesa, quel collegamento non può essere negato.

Ad esempio, appena poche settimane fa il leader ecclesiastico David Miscavige, parlando alla festività più importante di Scientology - il compleanno di L. Ron Hubbard - ha magnificato la presunta espansione di Narconon come uno degli sforzi sociali di Scientology.

Come ha fatto notare Ebner, però, Narconon minimizza i suoi collegamenti a Scientology e crea siti web dove si presenta come uno fra i tanti centri di recupero, con URL generiche:

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I siti Narconon hanno una grafica generica di famiglie felici e sorridenti, con medici in camice bianco e stetoscopio al collo; presentano documenti dall'aspetto scientifico e danno link a riviste accademiche vecchie e sconosciute, oltre a testimonianze raggianti: «Sono maturato più nei pochi mesi trascorsi al Narconon di quanto avessi fatto nei cinque anni precedenti», esclama "A.S." sul sito drugrehab.net. [1]

La strategia per attirare genitori ignari (che forse non si preoccupano di entrare in Google e fare ricerche sul Narconon, e non comprendono i collegamenti con la chiesa di Miscavige), proprio la settimana scorsa ha avuto come esito un'altra storia da incubo. La CBC ha mandato un servizio su una madre distrutta che aveva pagato migliaia di dollari per il trattamento del figlio al centro Trois-Rivières per poi scoprire inorridita che in realtà si trattava di Scientology sotto mentite spoglie.

Mentre alcuni dei pazienti di Trois-Rivières vengono trasferiti in altri centri, Love non si ritiene soddisfatto della sola chiusura della struttura del Quebec. Sta ora spostando la sua attenzione sulla sede centrale Narconon in Oklahoma. «Sto per andare a incontrare Colin Henderson, un amico che ha fatto il programma laggiù», mi dice. «Vado là e lo farò chiudere, non mi importa quanto tempo ci metto.»


Note:

1. Si vedano due tra gli innumerevoli esempi di "siti civetta" italiani: comunita-di-recupero.com e disintossicarsi.com.

 
 
 
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