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"Setta Bugiarda": presentazione del nuovo libro di Umberto Maggesi

Articoli tratti dal quotidiano piacentino Libertà e replica della Chiesa di Scientology. Gennaio 2005.

 


Setta bugiarda: un romanzo sui misteri dell'occultismo
24 gennaio 2005, tratto da:
http://pcagenda.liberta.it/asp/default.asp?IDG=100405

Laura è infelice: single, lavora come commessa e orbita attorno alla famiglia della sorella che ha due bambini e un marito che spesso allunga le mani sulla cognata. Ma un giorno le cose sembrano cambiare: incontra un uomo affascinante, che le parla di un gruppo che può cambiarle la vita. E una nuova vita in effetti inizia: ma da un inizio da sogno presto si trasforma in incubo.

Questo è l'incipit del romanzo Setta bugiarda che verrà presentato martedì 25 gennaio alle 17.30 alla libreria Romagnosi di Piacenza, dall'autore Umberto Maggesi, 34enne milanese che ha fatto ricerche accurate sul mondo delle sette che oggi proliferano in Italia e a cui non è estranea nemmeno la nostra realtà piacentina.

Partendo dalla vicenda narrata nel suo romanzo, gli chiediamo di spiegarci qualcosa di più del mondo occulto delle sette.

Perché la setta è definita bugiarda?

«Perché di per sé la setta non è qualcosa di negativo: è un gruppo che si discosta dalla dottrina generale. Quella che racconto è invece una delle tante sette cosiddette "distruttive" che annientano la personalità dell'adepto. Le premesse sono bugiarde e l'uscita dalla setta è preclusa».

Conosce qualcuno rimasto coinvolto in una setta?

«Niente autobiografia, è una problematica che ho incontrato in maniera casuale e che mi ha spinto a fare ricerche per un anno e mezzo, setacciando i forum su Internet dove ci sono testimonianze di chi è riuscito ad uscire dalle sette, e confrontandomi con gli psicologi del recupero che riprogrammano i fuoriusciti dalle sette«.

Esiste un identikit degli adepti?

«Il vero tratto comune è il momento di crisi che ognuno di loro sta attraversando. I reclutatori intervengono proprio in questo momento. Sono abili: usano tecniche di vendita raffinate e spinte».

Come individuano una persona debole?

«Ci sono metodi sistematici: Scientology si procura i nominativi degli studenti all'ultimo anno di università, notoriamente anno di passaggio, e poi avvicina i ragazzi. Il proselitismo si fa a tu per tu, occhi negli occhi. Un altro bacino di potenziali adepti lo si trova nei tabulati degli avvocati divorzisti. In Italia, per fare un altro esempio, c'è un'associazione che ti promette di liberarti dalla droga, in realtà è una società fantasma di Scientology».

Quale interesse c'è a fare proseliti?

«Soldi: una volta dentro, fai dei corsi e li paghi. Ci sono passaggi successivi: dapprima un livello di curiosità che ti fa partecipare a corsi dove ti possono fare imparare a comunicare. E questo livello ti galvanizza, come accade alla mia protagonista. Altra tattica è il cosiddetto "bombardamento d'amore": ti fanno entrare in una stanza, dove tu non conosci nessuno, ma tutti ti abbracciano e ascoltano».

Ma il sogno dura poco: cosa accade dopo?

«I corsi si intensificano: ti prendono soldi e tempo libero. Ti fanno scattare il meccanismo dell'isolamento. Puoi arrivare anche a lasciare il lavoro. Ci sono stadi diversi: all'inizio hai un lavoro esterno; poi invece entri a far parte dello staff e lo lasci».

Come è possibile che una persona non riesca a risalire dal vortice?

«Si gioca molto sull'opposizione noi - loro, per cui chi è dentro la setta è indotto a pensare che tutti fuori lo odiano. Ci sono metodi per ridurre il raziocinio, come la privazione del sonno o la mancanza di programmi che scandiscano la giornata. Capita anche a Laura che la sveglino con un allarme, poi la facciano meditare, e poi ancora correre, senza alcuna regolarità».

Come uscire?

«Fondamentali sono i familiari che non devono giudicare ma far ragionare la persona. E anche far sapere cosa succede all'interno di questi gruppi, è importante: io per farlo ho scelto di scrivere un romanzo».




La Mente? Un codice a barre
Maggesi alla "Romagnosi" col suo libro "Setta Bugiarda"
Di Donatella Meneghelli, La Libertà, 26 gennaio 2005

Vi è mai capitato di chiedere di tenervi lontano da una verità scomoda per scegliere invece di cullarvi in una rassicurante bugia?

Vi è mai capitato di essere talmente in crisi da cercare risposte facili e a portata di mano per risolvere e riempire il vostro vuoto? Vi è mai capitato di cercare a tal punto l'approvazione degli altri da lasciarvi inglobare e sin comandare dalle logiche del gruppo dei pari? Avete mai pensato come sia facile in una società frenetica come la nostra, immersa nell'anomia etica e nell'anonimato sociale, quanto sia facile contrabbandare per verità e senso della vita, una parola d'ordine, un modello preconfezionato di stile di vita, disciplina, di pensiero?

Tutto questo, seppur in forma amplificata, è ciò che accade alla protagonista del romanzo Setta Bugiarda presentato ieri alla Libreria Romagnosi di Piacenza. È Umberto Maggesi, giovane autore milanese, che firma questo nuovo romanzo per i tipi di Stampa Alternativa. Ad introdurre la sua avventura narrativa (un «romanzo - spiega lui stesso - con eventi e personaggi di fantasia ma basato su accurate ricerche lunghe due anni, su testimonianze e fatti reali») ci pensa un filmato breve la scioccante: un collage di quei cruenti fatti di cronaca finiti sulle prime pagine dei giornali, che hanno avuto alcune sette cosiddette "distruttive" come protagoniste. Su tutti, gli eventi shock dei suicidi collettivi. Che sia avvelenamento da cianuro o strangolamento, che finiscano arsi vivi o ammazzati con gas e armi da fuoco, gli adepti si tolgono la vita con il miraggio di una promessa.

Ed è proprio da una promessa (poi tradita) che parte il romanzo dove Laura, la protagonista - spiega Maggesi - «da donna sola e infelice, si appaga delle attenzioni di un uomo affascinante e gentile che le promette che seguendolo troverà la felicità, e la introduce in un gruppo solidale con lei, tanto da isolarla progressivamente dagli altri, gli esterni dal gruppo, che lei stessa arriverà a chiamare - come vuole il linguaggio della setta, carne cruda».

È il meccanismo del gruppo che dà approvazione all'individuo privo di punti di riferimento, e solo lentamente, passo per passo, ma sistematicamente, lo ingloberà, ne annienterà la personalità. Dall'altra parte - aggiunge l'autore - «mi familiari e i parenti potranno accusare la persona di essersi fatta plagiare, suffragando in lei quanto le viene detto nella setta, ovvero che il modo esterno è nemico».

L'opposizione noi-loro, amico-nemico, vecchia quanto il mondo, fornisce così un'identità (non costruttiva ma distruttiva) alla persona che ne era disperatamente alla ricerca. La persona si "cosifica", si uniforma agli altri (non è un caso che - come spiega Maggesi - nelle sette ci sia abbigliamento, atteggiamenti e usi tutti uguali tra gli adepti»). Azzeccata è anche la copertina del libro: sagome impersonali di tante figure umane tutte in fila, inespressive, quasi a formare un codice a barre, serie inerme di numeri.


La replica del presidente della missione di Piacenza
Walter Sala: «Scientology non è una setta. Per iscriversi è necessario informarsi»
Tratto da La Libertà, 26 gennaio 2005

Nell'articolo pubblicato il 25 gennaio su Libertà, titolo "Setta bugiarda: con un romanzo tra i misteri dell'occultismo" l'intervistato, Umberto Maggesi, ha attribuito alle Missioni e Chiese di Scientology comportamenti ed atti che non corrispondono alla verità dei fatti. Nell'articolo Maggesi accenna a metodi che verrebbero usati per ridurre la razionalità di un individuo. Tali metodi, ci risulta, sono invece stati usati dai cosiddetti deprogrammatori (ma sarebbe meglio chiamarli depersonalizzatori), che Maggesi nell'articolo eufemisticamente chiama "psicologi del recupero che riprogrammano i fuoriusciti dalle sette". Quel riprogrammano è preoccupante,

Nella categoria dei depersonalizzatori vi hanno fatto parte gente che in passato, ed in vari paesi del mondo, unicamente per scopi di lucro, hanno sequestrato persone appartenenti a gruppi religiosi minoritari in un dato contesto sociale per sottoporle a degradanti metodi di destrutturazione mentale. Ad esempio nel 1988, alcuni membri dell'ARIS (Ass.ne per la Ricerca e l'Informazione sulle Sette), con l'aiuto di un noto pregiudicato americano di nome Ted Patrick, rinchiusero e trattennero contro la sua volontà una bresciana di 24 anni in un casolare in Toscana, nel tentativo di farle abiurare la sua fede religiosa: Scientology. Oltre alla violenza psicologica, le fratturarono un piede ma ciò non le impedì, una volta liberatasi, di denunciare tutti. Più o meno nello stesso periodo, in Canada, dove il cattolicesimo è una confessione minoritaria, la stessa drammatica vicenda toccò ad una suora cattolica, anche lei colpevole di professare un credo minoritario inviso a qualcuno.

Mentre decine e decine di fedeli di Scientology italiani, a spese proprie e abbandonando, seppur temporaneamente, i propri affetti e interessi si sono resi disponibili ad andare in uno dei paesi del Sud Est Asiatico più colpiti dal maremoto per dare il loro aiuto, Maggesi dopo aver consultato solo le testimonianze di poche persone, trova il tempo gettare fango sulla Chiesa di Scientology. Perché?

Le fonti che Maggesi, per sua stessa ammissione, ha consultato sono le testimonianze trovate sui forum presenti in Internet. Indubbiamente è un metodo facile e veloce per raccogliere informazioni ma viene spontaneo chiedersi se, per serietà professionale, sia riuscito a sentire anche la testimonianza di almeno uno dei migliaia di italiani che da anni fanno orgogliosamente parte della Chiesa di Scientology o se, per puro scrupolo, abbia considerato di leggere almeno una delle perizie scritte dai più noti e stimati esperti internazionali di religiose, tra i quali per citarne alcuni vi sono: Prof. Brian R. Wilson, consigliere emerito presso l'Università di Oxford; Dario Sabbatucci, compianto professore di storia delle religioni all'Università La Sapienza di Roma; Dott. Frank L. Flinn, professore incaricato di studio delle religioni dell'Università di Washington, St. Louis, Missouri (USA), eccetera (l'elenco è ben più lungo).

Se lo avesse fatto avrebbe scoperto che Scientology non ha nulla che possa assimilarla ad una setta. Tutti, invariabilmente, dopo anni di ricerche e di testimonianze raccolte dal vivo e dopo aver letto i principali testi del fondatore di Scientology hanno riconosciuto che si tratta di una religione bona fide (autentica).

Scientology è nata dal libero pensiero del filosofo ed umanitario L. Ron Hubbard e non da qualche confessione preesistente. Fino ad oggi la Chiesa di Scientology è stata \ufficialmente riconosciuta come ente religioso nei seguenti paesi: Stati Uniti d'America, Australia, Nuova Zelanda, Svezia, Sud Africa, Venezuela, Kazakhistan e Taiwan.

Un'ultima domanda: perché una persona che abbandona la famiglia ed il lavoro per farsi suora o monaco in un monastero cattolico deve avere il rispetto di tutti, mentre un adulto che decide di diventare un collaboratore della Chiesa di Scientology no?

Walter Sala
Presidente Missione della Chiesa di Scientology di Piacenza


Note:

Per maggiori informazioni sul libro di Umberto Maggesi: www.umbertomaggesi.it

Per maggiori informazioni sull'opera di volontariato di Scientology:

 
 
 
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