Secondo il Ministero dell'Interno di Amburgo il programma di "riabilitazione" di Scientology è una forma di plagio.
Traduzione dal danese di Jeff Tingleff.
Uno stato federale tedesco accusa Scientology di gestire a Copenhagen un campo punitivo disumano - ma la polizia danese non crede vi siano le basi per un intervento. La guerra tra le autorità tedesche e Scientology sta ora arrivando in Danimarca. Il Ministero dell'Interno dello stato federale di Amburgo rimprovera la polizia e il governo danese che continuano a permettere a Scientology di gestire impunemente un "riformatorio totalitario" a Copenhagen. La sede generale di Scientology europea è situata a Copenhagen, e membri di tutto il continente vengono inviati qui quando infrangono le regole interne del movimento. Essi devono sottostare a un programma di riabilitazione - il cosiddetto RPF - che implica fino a diversi anni di duro lavoro fisico per una paga simbolica, intenso addestramento sugli insegnamenti di Scientology e la completa separazione dai propri familiari. «Questo programma è "lavaggio del cervello", e lo abbiamo appreso dalle dittature. La gente vi viene trattenuta contro la sua volontà, sperimenta pressioni fisiche e psicologiche fino a quando non viene ridotta all'obbedienza. Se la Danimarca non interviene in queste violazioni dei diritti umani è soltanto per un frainteso concetto di tolleranza», dice Ursula Caberta, a capo della task force speciale che indaga su Scientology nell'ambito del Ministero dell'Interno di Amburgo. Scientology rigetta le accuse di coercizione Secondo Scientology, a Copenhagen attualmente sul programma di riabilitazione in disputa vi sono tra le 10 e le 15 persone, ma il movimento rigetta le accuse di coercizione. Secondo Scientology si tratta di un'offerta fatta soltanto al "corpo di élite" - la "Sea Organization". Oggi il Jyllands-Posten è in grado di rivelare le regole di riabilitazione di Scientology, che di solito vengono mantenute segrete. Ex membri del movimento dicono che durante il periodo trascorso sul RPF hanno subito umiliazioni, sono stati affamati e sottoposti a ore di interrogatori - e secondo i documenti della stessa Scientology queste sono le regole valide nel corso della "riabilitazione": Non si possono incontrare i familiari;
In Danimarca Scientology cerca di ottenere il riconoscimento come comunità religiosa, e il movimento sottolinea che il programma RPF è stato paragonato ai processi a cui i monaci cristiani o buddisti si sottopongono di propria spontanea volontà. Diversi esperti concordano, ma mettono anche in guardia contro l'eccessiva tolleranza. Mancanza di prove «Deve parlare con chi si sottopone al programma per scoprire perché lo fa. Se qualcuno di loro si sente offeso, allora devono essere state commesse delle violazioni - e la società deve intervenire» dice Mikael Rothstein, storico delle religioni alla Università di Copenhagen. Alla metà degli anni '80 la polizia danese indagò sulle accuse di coercizione in Scientology, ma il caso venne archiviato per mancanza di prove. Oggi la polizia non si spingerà oltre - a meno che non riceva una richiesta ufficiale dalla Germania via Interpol. «In Danimarca abbiamo ampia libertà di associazione, e non andiamo in giro ad indagare sulla gente solo perché non ci piace» afferma l'investigatore ispettore Kurt Jensen della Polizia di Copenhagen. FLAG ORDER 3434RE-23 Restrizioni sul "Rehabilitation Project Force" Il membro RPF: A. Entra nell'RPF in una condizione non superiore a "Rischio" (cioè la persona in questione è in rapporti tesi con Scientology). di Pierre Collignon, Jyllands-Posten (Copenhagen, Danimarca) 14 gennaio 2001
Ai membri di Scientology che offendono le regole interne del movimento viene offerta una "riabilitazione". L'offerta implica diversi anni di isolamento, duro lavoro fisico, severo controllo e la perdita del diritto più fondamentale: la libertà. In precedenza li si poteva vedere correre a gruppi per le strade di Copenhagen, tuta scura e pesanti scarponi militari. La cosa è stata cancellata, attirava troppa attenzione. Ora semplicemente "camminano svelti" e indossano uniformi blu marina. Di solito Scientology non ama discutere di queste persone indaffarate. Sono membri di Scientology che hanno smarrito la strada e hanno bisogno di essere riportati sulla retta via. Arrivano a Copenhagen da tutta Europa per essere "riabilitati" attraverso un programma di ripulitura messo a punto all'inizio degli anni '70 dal fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard. Tale programma si chiama Rehabilitation Project Force, comunemente definito "RPF", ma se cercate nei libri di Scientology non ne troverete traccia. La leadership di Scientology pensa che i membri regolari non ne debbano essere messi al corrente, forse perché se venissero a sapere delle molte proibizioni e restrizioni che ne sono parte integrante rimarrebbero turbati. Secondo i critici di Scientology il programma è puro e semplice "lavaggio del cervello". Il Ministero dell'Interno del governo regionale di Amburgo mette addirittura in guardia i cittadini tedeschi dal lasciarsi tentare dalla capitale danese, dove Scientology ha la sua sede europea. A Copenhagen rischiate punizioni e indottrinamento in condizioni disumane, dicono i tedeschi. «Scientology non osa iniziare un RPF sul suolo tedesco perché le autorità la tengono d'occhio, ma sta avvenendo in Danimarca senza alcuna restrizione» commenta Ursula Caberta, capo della cosiddetta "task force su Scientology" del governo regionale. Di recente Ursula Caberta ha pubblicato una ricerca che descrive il programma RPF di Scientology come "lavaggio del cervello". La ricerca è stata condotta dal professore canadese di sociologia Stephen Kent [1], e si basa sulle dichiarazioni di 20 ex membri di Scientology che sono passati attraverso il RPF di Copenhagen o nei centri del movimento in USA o Inghilterra. Guardie armate Tutti gli ex membri hanno raccontato di essere stati trattenuti sul RPF contro la loro volontà. Alcuni, che fecero il programma in un campo di Scientology nel deserto del Nevada [sic - in realtà California], hanno addirittura parlato di guardie armate e filo spinato. I disertori raccontano di essere stati ridotti alla fame e costretti ad eseguire duro lavoro fisico. Oltre a questo, dovevano studiare le scritture di Scientology e sottoporsi a lunghi interrogatori in cui dovevano confessare i loro peccati contro il movimento. Il RPF funzionava, perciò, come un brutale trattamento disciplinare. Quando i membri erano esausti e mentalmente a pezzi abbandonavano qualsiasi resistenza alla leadership di Scientology. Questo è come il professor Stephen Kent descrive il trattamento, ma la sua indagine è stata aspramente criticata sia da colleghi europei che americani. La sua maggior debolezza è che Stephen Kent non ha incluso le esperienze di membri correnti di Scientology. Egli ritiene che la loro testimonianza sia inutile in quanto non osano fare commenti critici sul RPF - per timore di essere puniti con un ulteriore turno sul controverso programma. Ma anche le affermazioni degli ex membri dovrebbero essere prese con le molle, sottolinea un altro professore canadese di Sociologia, Lorne Dawson. «Queste persone sono sotto forte pressione per giustificare il perché siano stati membri di una setta. Vogliono spostare la colpa da se stessi e perciò la teoria del "lavaggio del cervello" è perfetta. Dà loro una "scusa" valida per esservi stati» scrive Dawson in un articolo scientifico. I critici definiscono Scientology una setta o semplicemente una macchina da soldi, ma al attualmente il movimento sta chiedendo il riconoscimento ufficiale come comunità di fede sia in Danimarca che in diversi altri paesi [2]. Secondo Scientology il RPF può essere compreso soltanto in un contesto religioso. Solo allora si possono confrontare le restrizioni delle libertà dell'RPF con le condizioni dei monaci di altre religioni. «Se prendi i voti rinunci a qualsiasi cosa terrena. Alcuni monaci non possono nemmeno parlare tra di loro. Si chiudono fuori dal mondo per dedicarsi totalmente alla preghiera. È molto più duro del RPF... il RPF non è un campo di concentramento dove ti sparano se cerchi di scappare. Il RPF è un modo per raggiungere un livello spirituale superiore» dice Anette Reftrup, capo delle Pubbliche Relazioni di Scientology in Danimarca. I membri ordinari di Scientology, che usano il loro tempo libero (e il denaro) per frequentare corsi di Scientology non arriveranno mai nemmeno vicino a qualcosa di paragonabile al RPF. Il programma è riservato ai soli membri della "Sea Organization", a cui si dedica la vita per servire Scientology. Esistono approssimativamente 6000 membri della Sea Organization. Possono essere riconosciuti dalle loro uniformi blu scure della Marina. Vivono nelle missioni di Scientology, lavorano per un salario simbolico e nella loro vita quotidiana devono obbedire a un gran numero di regole. Se infrangono ripetutamente quelle regole possono andare al RPF. Un motivo tipico può essere l'infedeltà al coniuge, avere fatto cattivo uso di alcune delle scritture di Scientology o semplicemente non avere prodotto a sufficienza sul posto di lavoro. Scientology enfatizza che il RPF è un'offerta. «Se fai ripetutamente dei pasticci hai la possibilità di provare l'RPF... la prima cosa che devi fare è sottoscrivere che lo stai facendo volontariamente e che te ne puoi andare in qualsiasi momento. Se non vuoi farlo è ovvio che non lo completerai mai» commenta Gaetane Asselin, portavoce di Scientology in Europa. Alcuni dei peccatori, però, considerano l'offerta del RPF come "un'offerta siciliana", vale a dire che non la puoi rifiutare. L'alternativa è essere espulsi dalla Sea Organization, pensiero che mette sicuramente paura a chi ha trascorso anni della sua vita nel mondo chiuso e isolato dell'organizzazione. Per completare il programma RPF è necessario un tempo variabile tra l'uno e i due anni, ma a volte il periodo si trascina. Il Jyllands-Posten è a conoscenza del caso di uno scientologist svedese che è stato recentemente espulso dalla Sea Organization dopo aver trascorso cinque anni sul RPF di Copenhagen. Non ce l'ha fatta. Più puliti di un bambino Scientology informa che le richieste sono: svolgere duro lavoro fisico per otto ore al giorno, tutti i giorni - di solito si tratta di lavori di ristrutturazione e mantenimento degli edifici del movimento. Altre cinque ore dovrebbero essere trascorse quotidianamente sullo studio delle scritture di Scientology e nel ricevimento di guida spirituale e terapia. Per tutta la durata del programma è essenziale che l'individuo confessi i propri peccati, in modo da ripulirsi. «È un programma meraviglioso. La gente quando lascia l'RPF esce più pulita di un bambino» dice il portavoce del movimento Gaetane Asselin. Sul RPF bisogna vivere seguendo severe restrizioni. Scientology ha concesso al Jyllands-Posten di accedere alla serie di regole più recenti, che di solito vengono custodite in grande segretezza, e si tratta di una lettura piuttosto dura. Nel leggere le regole è chiaro che gli RPFiani vengono tenuti in isolamento sia dal mondo esterno che dal resto di Scientology. Gli ospiti del RPF non possono nemmeno avvicinarsi agli altri. Non sono autorizzati a uscire dagli edifici di Scientology senza supervisione e devono dormire, mangiare e lavarsi in divisioni separate specifiche. Secondo i critici questa serie di regole porta a un collasso psicologico che rende impossibile sfuggire alla penetrante influenza - al "lavaggio del cervello". Scientology, dal canto suo, sostiene che quelle regole così severe servono per concentrarsi. Recentemente le regole sono state inasprite con una clausola che proibisce qualsiasi contatto con la famiglia. In precedenza agli scientologist sul RPF poteva essere concesso un incontro settimanale con il coniuge o i figli. «La gente restava più turbata quando era possibile un incontro di un paio d'ore a settimana, perché sentivano la mancanza reciproca ancora più profondamente. È meglio fare senza, e concludere il RPF più in fretta» aggiunge Gaetane Asselin. Anche il controllo fisico è visto come benefico «Quando le persone sul RPF non possono andarsene in giro non c'è modo di smarrire il cammino. Non è che ti fermi a prendere un caffè. Vai direttamente dove devi andare e così, dopo, non hai la coscienza sporca. Avere una struttura così rigida dà pace alla mente» dice Anette Refstrup, capo delle Pubbliche Relazioni in Danimarca. Alcune delle restrizioni sembrano curiose. Ad esempio si richiede agli RPFiani di correre invece che camminare. «Serve per mostrare lo spirito giusto - l'orgoglio di essere pronto a fare l'RPF più velocemente possibile» commenta la Refstrup. Estremo controllo sociale Gli esperti danesi di religioni sono d'accordo con Scientology che per certe organizzazioni religiose sia normale costruire un controllo sociale estremo. «Non esiste movimento religioso che sia leggero con i membri che infrangono le regole, ma per noi è più facile accettarlo se succede in India o in qualche paese straniero. Quando, ad esempio, un monaco buddista si isola e trascorre tutto il giorno in una posizione di meditazione molto stancante, pensiamo che si tratti di un nobile monaco. Se la stessa cosa accade nella nostra cultura, parliamo di violazione di diritti umani» dice il ricercatore di religioni Dorthe Refslund Christensen, che ha scritto diversi libri su Scientology. Il ricercatore Mikael Rothstein è convinto che Scientology sia una religione - ma che la cosa sia irrilevante quando si tratta di RPF, enfatizza. «Anche se la consideraste un'impresa, dovete rendervi conto che esiste una cultura aziendale che o vi piace, o non vi piace. Ci sono persone che per auto realizzarsi si appendono a ganci da macellaio. Altri, come parte della loro vita sessuale, si fanno frustare. Ciò che per qualcuno è oppressivo o umiliante porta felicità a qualcun altro. Esistono culture e ambienti diversi, che dobbiamo accettare» dice. Mikael Rothstein dice poi che dobbiamo essere critici. «È importante mantenere un dialogo con un'organizzazione come Scientology per assicurarsi che le persone non vengano maltrattate. Dovete parlare con chi si sottopone al RPF per scoprire il perché lo facciano. Potrebbe essere espressione di profondo coinvolgimento religioso, ma potrebbe anche essere questione di pressione esterna. Se alcuni di loro si sentono insultati potrebbe essere perché vi sono state delle violazioni - e allora la società deve intervenire» dice Mikael Rothstein dell'Università di Copenhagen. È comunque estremamente difficile provare che sei stato maltrattato a forza. All'inizio degli anni '80 a Copenhagen diverse centinaia di scientologist passarono attraverso il "mulino riabilitativo", e alcune di esse si recarono alla polizia per denunciare i maltrattamenti subiti. È il caso di Birgitta Harrington che, nel 1984, spiegò che Scientology l'aveva affamata, torturata mentalmente e costretta a svolgere compiti fisici assurdi, ma estremamente faticosi. Una volta le fecero pulire un lungo corridoio con uno spazzolino da denti. In un'altra occasione dovette "lavare la carta", vale a dire starsene all'aperto in pieno inverno e gettare vecchi pezzi di carta in catini di acqua gelata. Quando la carta era sufficientemente inzuppata doveva toglierla, comprimerla e appallottolarla in palline in modo che occupasse meno spazio. Ciò è quanto Birgitta Harrington spiegò in un colloquio con la polizia, che però chiuse l'inchiesta. La donna svedese non poté provare di essere stata costretta a svolgere quei compiti, poiché non era stata fisicamente rinchiusa. «È vero che non avevo le catene alle caviglie, ma ero mentalmente prigioniera. All'epoca credevo ancora in Scientology e temevo che la cosa peggiore che potesse capitarmi fosse l'espulsione dal movimento» dice la donna. Anche l'FBI, la polizia federale americana, ha indagato su accuse di "schiavitù" e di "lavoro forzato illegale" in Scientology. Le indagini furono archiviate nel 1983 per mancanza di prove. Franz è felice Ha trascorso un anno e mezzo alle dure condizioni del RPF - e dice che è stata la cosa più bella che gli sia mai accaduta. Sono passati due anni da quando Scientology lo mise davanti a un ultimatum. Dissero a Franz Stoeckl che doveva decidere tra il ripulirsi con il programma RPF o lasciare la Sea Organization, il corpo di élite di Scientology di cui faceva parte dal 1980. Non dovette pensarci su. «Qui ho contribuito a migliorare l'umanità ogni singolo giorno. Che cosa potrei fare fuori, dove potrei andare? A vendere automobili? Era ovvio che volevo restare nella Sea Organization» dice il 47enne scientologist tedesco. All'epoca Franz Stoeckl era il direttore logistico e del personale della sede europea di Scientology a Copenhagen. Da molto tempo i suoi risultati lavorativi erano in ribasso, era costantemente in conflitto con i suoi colleghi e aveva problemi nella vita privata. Franz stava seriamente pensando di lasciare la moglie. A causa dei cosiddetti "rapporti per conoscenza" che i suoi colleghi scrivevano per lamentarsi del suo comportamento Franz Stoeckl affrontò un tribunale interno di Scientology e, quando nemmeno quello risolse i suoi problemi, ebbe finalmente l'offerta di entrare nel RPF. Secondo quanto racconta, esso fu la sua salvezza. Dal luglio del 1998 al 24 dicembre del 1999 Franz Stoeckl visse come uno dei rinnegati all'interno di Scientology. Era sul gradino più basso della gerarchia e ogni volta che si sentiva rivolgere la parola doveva rispondere con un forte e chiaro «Signorsì, Signore!». Ma a Franz Stoeckl non importava. «Nessuno mi guardava con sufficienza. Al contrario, ero rispettato perché tutti potevano vedere che mi stavo prendendo cura dei miei problemi» racconta. Inizialmente visse all'hotel Nordland su Vestbro a Copenhagen, dove erano stati raccolti altri 18 RPFiani. Dovevano stare tra di loro e mangiare alla mensa prima degli altri, ma era difficile mantenere una separazione totale. L'edificio normalmente ospitava almeno 250 persone e anche se gli RPFiani avevano dormitori separati al quarto piano, non potevano evitare di incrociare membri ordinari di Scientology negli stretti corridoi e sulle scale dell'hotel. Franz non si sentiva minimamente isolato. «Ero prima di tutto e innanzitutto del gruppo RPF, dove esisteva una stretta comunanza, ma eravamo anche costantemente circondati da altre persone» racconta. Il lavoro consisteva in compiti di imbiancatura o pavimentazione. Gli dava grande piacere e sicurezza, racconta Franz Stoeckl, perché poteva vedere immediatamente i risultati dei suoi sforzi. La fonte dei problemi Dopo cinque mesi Stoeckl fu trasferito al centro Scientology di Los Angeles, USA, che aveva un RPF con circa 150 persone. Lì vi svolse soprattutto lavori di giardinaggio e il programma comprendeva anche leggere e "audire" - una pratica in cui gli scientologist si aiutano a vicenda per lavorare sui loro problemi personali e spirituali. «Dovevamo trovare la fonte dei nostri problemi per liberarci dai peccati del passato. Corrisponde alla confessione, ma la tecnologia è più avanzata della confessione della Chiesa Cattolica. Lì il prete dice semplicemente "Ricorda i tuoi peccati, di' una preghiera" - e poi sei perdonato. Ti fai il segno della croce ed è tutto dimenticato. Alla gente piace, è facilissimo, ma non funziona. Poi continua a commettere peccato» racconta Stoeckl, che pensa invece che l'RPF sia molto efficace. «Diciamo che sei un manager del marketing della Marlboro e spendi diverse decine di milioni di dollari senza aumentare le vendite. Sarai probabilmente licenziato. In Scientology abbiamo una tecnologia che ti premia due volte. Il dipendente viene aiutato a risolvere i suoi problemi e, invece di licenziarti, l'azienda riacquista un valido membro dello staff». Per Franz Stoeckl la parte più importante del RPF è che gli è stato permesso di fare il programma chiamato "rundown dei falsi scopi", dove ti ripulisci dai "falsi scopi" delle vite precedenti che, si dice, influiscono negativamente sulla vita attuale. Si tratta di un programma che normalmente costa diverse migliaia di dollari. «Nel RPF ci vai gratis. E questo dimostra che la chiesa investe su di te» dice Franz, che ha terminato l'RPF la vigilia di Natale l'anno scorso dopo avere ottemperato a tutte le richieste del programma; da allora si sente una persona migliore. «Le barriere distruttive, che prima distorcevano il mio comportamento, sono scomparse. Faccio meglio al lavoro, trovo più soluzioni che problemi, e ho rapporti migliori con i miei compagni. Ora ho sentimenti più genuini verso di loro» commenta. Oggi è tornato al suo vecchio incarico di Scientology a Copenhagen, ed è di nuovo assieme alla moglie. Franz pensa che essere stato 18 mesi lontano dalla moglie non ha rappresentato un grosso sacrificio, come membro della Sea Organization è abituato a vivere lontano da lei. «In ogni grossa azienda devi fare viaggi d'affari che ti portano in diverse parti del mondo. Se devo andare in missione in Giappone vado, e non posso portare mia moglie con me. Fa parte del gioco». L'incubo di Susanne Per Susanne Elleby l'RPF è stato un mondo fatto di delazione, censura, controllo e collasso mentale. Si sentiva in galera. Susanne Elleby era entrata nel particolare "ordine monastico" di Scientology, la Sea Organization, perché voleva combattere per un mondo «privo di crimine, guerra e pazzia» - come il movimento promette. Ed era innamorata. La ragazza ventenne di Randers aveva conosciuto uno scientologist tedesco, una delle persone più "pie" all'interno del gruppo, lo aveva sposato e per stare con lui aveva firmato un contratto da un miliardo di anni per la Sea Org. Susanne però non era mai arrivata a credere al 100% agli insegnamenti di Scientology, e non riusciva a scendere a patti con l'estremo apparato di controllo del movimento. Nell'autunno del 1989 - dopo ben oltre un anno - aveva deciso di provare a tirarsene fuori, ma la domanda era: come? Susanne aveva sentito dire che Scientology perseguitava chi se ne andava. Aveva anche paura di vedersi consegnare un conto enorme per tutti i corsi che aveva fatto gratuitamente mentre era in Sea Org. Errore deliberato Per questi motivi decise di entrare nel RPF e commettere deliberatamente qualche errore grossolano. Durante un viaggio ufficiale in Germania si divertì uscendo e flirtando con un collega scientologist invece che fare il suo lavoro. Susanne fu mandata sul RPF e pensava che sarebbe stata ben presto espulsa - ma si sbagliava. Scientology non molla così facilmente. Fin dal primo momento sul RPF di Copenhagen Susanne avvertì una pressione tremenda. Racconta di essere stata costretta ad ammettere numerosi "crimini". «Continuavano a ripetermi che potevo progredire soltanto se avessi confessato i miei crimini. Lo feci per tre giorni, poi ero mentalmente a pezzi. Iniziai a dubitare di tutto e mi sentivo un essere umano terribile, perché avevo errato. Alla fine ero come una marionetta. Facevo qualsiasi cosa mi dicessero di fare» racconta. Susanne Elleby è una, o forse l'unica, ex membro di Scientology che è riuscita a portare fuori con sé tutte le sue cartelle personali. È quindi in grado di mostrarmi centinaia di rapporti di intelligence, trascrizioni e dichiarazioni - e ciò fornisce sicuramente uno spaccato interessante sulla vita quotidiana nel RPF. Vi sono lunghi elenchi di compiti e pratiche che Susanne ha dovuto completare. Ogni volta seguiti da un segno di "flunk" [bocciatura] o da una "storia di successo", in cui Susanne scriveva che il corso appena completato era "fantastico". Vi sono molte notifiche di lavori "ben fatti" - ma anche "rapporti per conoscenza" di altri RPFiani per diverse infrazioni commesse. Forse Susanne aveva gettato gli avanzi nel bidone sbagliato, o aveva rubato una sigaretta, o aveva dimenticato di prendere le vitamine, oppure si era svegliata tardi o era stata irritabile - o si era trattenuta in bagno troppo a lungo. Molti rapporti sono seguiti da sue dichiarazioni in cui ammette la propria colpa e accetta la punizione - per esempio sotto forma di "giri". Un giro era una corsa su e giù per le scale di servizio dell'Hotel Nordland. Susanne, a sua volta, forniva informazioni sugli altri e tradiva i suoi amici per non avere pulito o per aver violato le regole di sicurezza. «Ci dicevano che potevamo aiutare gli amici tradendoli, ma in realtà ci si tradiva perché si voleva fare bella figura con il management, e per non venire a nostra volta puniti. Il sistema costruisce una "ragnatela" attorno ad ognuno e non puoi fare nulla senza che la cosa venga immediatamente riferita» racconta. Ogni violazione le faceva fare un passo indietro e si rese conto che non sarebbe tornata libera per molto tempo. Significava anche dover vivere senza il marito. Lui le scriveva molte lettere per permetterle di raggiungere la banda gialla al braccio, che all'epoca dava al RPFiano il diritto a tre ore di libertà ogni domenica. E allora potevano stare assieme - ma la coppia sperimentò tale lusso soltanto tre volte. Susanne doveva compilare richieste scritte per potere andare dal dentista o scrivere una lettera alla sua famiglia. Ogni volta la lettera doveva venire consegnata al "Funzionario di Etica", che ne verificava il contenuto. Non le era permesso spostarsi senza autorizzazione e non era mai sola. Una volta, però, il Funzionario di Etica scrisse un rapporto contro di lei perché si era assentata dal lavoro per 20 minuti. Risultò che Susanne era andata al bagno per riposare un po', perché non ce la faceva più. Fame Secondo Susanne agli RPFiani era raramente permesso studiare per le cinque ore al giorno come Scientology aveva loro promesso. Spesso dovevano lavorare sia la sera che la notte per lavori di ristrutturazione o progetti di pulizia che dovevano essere semplicemente completati entro una data fissata. Altri disertori di Scientology hanno raccontato di quanto fossero affamati durante la riabilitazione a Copenhagen, ma Susanne Elleby non può confermarlo. Le veniva dato da mangiare a sufficienza e può soltanto lamentarsi della monotonia, a volte, del cibo, poiché quando c'erano risultati finanziari scarsi si mangiavano soltanto riso e fagioli. Poco a poco la resistenza interiore di Susanne tornò ad avere il sopravvento. La faceva stare male dover fare rapporto al suo cosiddetto "twin" che si masturbava di notte. Glielo confessava ogni volta che andava in seduta con lei. «Nel mondo di Scientology la masturbazione era considerata un atto egoistico. Pensavo che per un ragazzo di quell'età fosse una cosa del tutto normale, ma non vi era alcun rispetto per la privacy» racconta. Smise di fargli rapporto ma, quando la cosa venne scoperta, fu punita per il medesimo crimine del suo compagno. Era considerata complice perché lo aveva coperto. Il 1 novembre 1990 Susanne si ficcò seriamente nei pasticci quando nella sua borsa trovarono tre libri. Si trattava di due romanzi d'amore che aveva riletto più e più volte e di un libro di canzoni di quando era una girl scout. Li aveva tenuti con sé perché aveva bisogno di qualcosa che le ricordasse il mondo esterno, racconta oggi. Ma all'epoca dovette disfarsi dei libri e dichiarare per iscritto che per lei era stato un errore portarli al RPF, poiché avrebbero potuto ritardare la sua "penitenza" sul programma. Poco dopo venne mandata al RPF del RPF - il programma per i più peccatori tra i peccatori. Da quel momento divenne una fuori casta totale. Doveva dormire da sola in uno stanzino in soffitta, mangiare da sola sulle scale di servizio e lavorare da sola tutto il giorno. Durante i pasti serviva gli altri RPFiani e poi doveva ripulire. Il 18 novembre Susanne chiese il permesso di telefonare ai genitori, voleva che l'andassero a prendere. Voleva andarsene. L'Ufficiale di Etica le negò l'autorizzazione per le seguenti ragioni: «Questa richiesta non è compilata in modo corretto. Non specifichi i motivi per cui vuoi andare dai tuoi genitori». Qualcuno cercò di scappare dal RPF ma furono quasi tutti catturati dalle guardie di sicurezza che li convinsero a tornare. Alla fine Susanne giunse alla conclusione che era impossibile lasciare Scientology seguendo le loro regole, e inventò una storia drammatica per creare panico. Raccontò che se non fosse stata liberata immediatamente suo fratello minore, un militare, avrebbe fatto saltare in aria l'edificio di Scientology. Espulsa La minaccia funzionò. Il 29 dicembre 1990 la dirigenza di Scientology fece un ultimo tentativo affinché Susanne disconnettesse dal fratello. Secondo Scientology doveva rifiutarsi di vederlo fino a che lui non avesse smesso di opporre resistenza alla "chiesa". Susanne rifiutò, e allora le dissero di fare i bagagli. E alla fine fu espulsa da Scientology - dopo 14 mesi al RPF. Un mese più tardi contattò il marito per sapere se volesse raggiungerla fuori dall'organizzazione e iniziare una nuova vita insieme. All'epoca anche il marito era stato mandato sul RPF, ma non voleva sentir parlare di lasciare Scientology, quindi si accordarono per il divorzio.
Oggi Susanne si considera fortunata perché è rimasta in Scientology per "soli" due anni e mezzo. «Chi resta dentro per molti anni perde il rispetto di se stesso. Vengono trasformati in piccoli esseri timorosi che lasciano che gli altri decidano per sé. Se fai tanto a fargli "Buh" prendono paura». Per approfondire l'argomento RPF si veda anche la sezione dedicata a Etica e disciplina, in particolare Il sistema interno di "rieducazione" di Scientology e Scientology, religione e diritti umani.
1. Si veda Il sistema interno di "rieducazione" di Scientology.
2. «Dopo la pubblicazione di questo articolo la Chiesa di Scientology ha chiesto che la sua richiesta di riconoscimento di status religioso fosse posposta per avere il tempo per "confutare i recenti attacchi dei media". L'assemblea consultiva rispose che avrebbero invece dovuto presentare una nuova richiesta, che ora si trova sul fondo del cassetto». Nota di Catarina Pamnell del 2001.
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