Di Charles Stafford, © St. Petersburg Times Inchiesta in 14 puntate pubblicata nel dicembre 1979, vincitrice del Premio Pulitzer 1980 quale migliore Reportage Nazionale. Si ringrazia Ron Newman per aver archiviato questo importante documento. © Traduzione di Simonetta Po, 1999.i «Poynter è milionario: ha un maggiordomo, una cameriera, una cuoca, uno shofer [sic], un giardiniere ecc. Mettete un FSM in uno di questi posti e gettate il disonore su di lui e sua moglie». Questa nota criptica, senza indirizzo o firma, era tra le migliaia di documenti della Chiesa di Scientology recentemente resi pubblici dopo il processo contro nove scientologisti celebrato da una corte federale di Washington. Poynter? Nelson Poynter, defunto presidente del consiglio del St. Petersburg Times. FSM? Gergo della chiesa per agente segreto, spia. Ovviamente quella nota era solo un piccolo paragrafo di un massiccio programma studiato dal Guardian Office della Chiesa di Scientology per "maneggiare" il St. Petersburg Times; ai primi del 1976 l'organizzazione aveva posto il quotidiano in cima alla lista dei suoi nemici nell'area di Clearwater. Nel gennaio di quell'anno la giornalista del Times Bette Orsini aveva scoperto che il nuovo proprietario del Fort Harrison Hotel di Clearwater era la Church of Scientology della California, e che la United Churches of Florida, che in dicembre si era trasferita nell'hotel, era un gruppo di facciata di Scientology. Il Times si stava preparando a mandare in stampa il suo articolo quando, il 28 gennaio, Scientology annunciò di essere la nuova proprietaria. Il Times aveva attirato l'attenzione dei Guardiani della chiesa, refrattaria alla pubblicità, con gli articoli della Orsini sul background di Scientology, e con quelli dei reporters Susan Denley e Ardith Hilliard sulla crescente controversia tra la chiesa e la cittadinanza di Clearwater. Ma la chiesa sapeva già molto sul Times. Due mesi prima, il 28 novembre 1975, una "missionaria" di nome Sandy aveva fornito ai funzionari della chiesa un resoconto dettagliato sulla storia del quotidiano, sull'ambiente del suo proprietario, Nelson Poynter, e dei suoi dirigenti. Il Guardian Office si mise velocemente all'opera secondo i suoi piani standard per mettere a tacere - o almeno provarci - i quotidiani che scrivevano troppo. Il 4 febbraio il legale di Clearwater Jack F. White Jr., che rappresentava la Church of Scientology della California, inviò una lettera al Times e alla Sig.ra Orsini. «Gentili Signori» così iniziava, «Vi informo che in base all'articolo 770.01 dei Florida Statutes, i nostri clienti intendono dar corso ad una causa per diffamazione contro di voi, che comprende denigrazione del titolo di proprietà e possibile invasione della privacy, per la seguente pubblicazione che consideriamo diffamante». Citava due paragrafi di un articolo della Orsini in cui veniva descritto il funzionamento di un E-Meter, uno strumento usato dalla chiesa nelle sue sedute di auditing. La lettera minacciava azioni legali; ma nessuna azione venne mai iniziata. I documenti resi pubblici dalla corte federale di Washington mostrano che l'11 febbraio - una settimana dopo aver avanzato le minacce - Duke Snider, vice vice-guardiano per gli Stati Uniti, scrisse a Henning Heldt, vice guardiano per gli Stati Uniti, dicendo che gli si era presentata l'opportunità per un'eccellente difesa, nel caso fossero state avanzate accuse di voler mettere a tacere il Times. «Qui ci sono tre giornali, il Clearwater Sun, il St. Pete Times e il Tampa Tribune» scriveva. «Il Clearwater Sun e il St. Pete Times hanno scritto molto. Il Tampa ha scritto meno, ma c'era entheta [trad.: pubblicità negativa]. Quando abbiamo inviato le lettere in cui minacciavano di fargli causa non abbiamo avuto il tempo per occuparci anche del Tribune; avevano scritto meno, ma c'era un po' di entheta e volevamo ripassarci i loro articoli più attentamente». Proprio quel giorno, proseguiva il rapporto, il suo ufficio si stava preparando a inviare una lettera al Tribune minacciando querela, ma poi gli era venuto in mente un piano. «Così non minacceremo il Tribune, ma lasceremo che lo maneggi il PR [trad.: Uff. Pubbliche Relazioni]. Come difesa, poi, gli faremo notare che "non li abbiamo minacciati né abbiamo cercato di chiudergli la bocca. Facciamo ricorso alle azioni legali unicamente con chi è completamente irragionevole o ingiusto, e nonostante tutti i nostri sforzi non smette di scrivere falsità"». Il 12 febbraio il St. Petersburg Times e i reporters Orsini, Denley e Hilliard presentarono una causa presso la Corte di Circuito della Contea di Pinellas in cui accusavano la Church of Scientology of California, la United Churches of Florida, L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, e Sorel Allen, direttore degli affiliati alla United Churches, di aver «cospirato... per molestare, intimidire, terrorizzare, perseguire [fare incriminare], calunniare e diffamare» i dipendenti del Times. La causa non turbò il Guardian Office. Accelerò invece i suoi progetti contro il Times. Nel suo rapporto settimanale del 19 febbraio Joe, che a Flag - la sede della chiesa presso il Fort Harrison Hotel - ricopriva l'incarico di guardiano dell'informazione, scrisse che un agente della chiesa aveva fatto richiesta di assunzione al Times (un mese dopo una lettera di Dick Weigand a Snider dimostrava la priorità che la chiesa stava dando alle operazioni contro il Times. Nella lettera Wiegand diceva che Snider «aveva richiesto un grafico delle linee nemiche usato fino a questo punto per l'attacco a Clearwater, dopo aver fatto ricerche in archivio... da questo credo che le aree prioritarie di infiltrazione siano 1. SPT [trad.: St. Petersburg Times], 2. Sindaco, 3. Channel 13 TV, 4. Snyder [cioè Rober Snyder della stazione radio], 5. Procuratore Generale della Florida, 6. Procuratore dello Stato della Florida [Russell]»). Joe diceva inoltre che stava cercando di ottenere informazioni dallo studio legale che rappresentava il Times «Abbiamo identificato un potenziale FSM [agente sotto copertura] che soddisfa alle qualifiche richieste per il posto di segretaria legale, e stiamo vedendo se è possibile collocarla». Si temeva che Hubbard potesse essere chiamato a deporre nella causa del Times, ma questa possibilità, scriveva Joe, era stata maneggiata «L'imputato non è più in zona, e non può ricevere il mandato di comparizione. Se n'è andato, così come Sorel Allen». I Guardiani riuscirono ad ottenere informazioni confidenziali custodite negli archivi di Baynard, McLeod, Lang and Ballard, lo studio legale che rappresentava il Times. Non è stato possibile stabilire se le informazioni furono ottenute tramite un dipendente scientologista dello studio, o se gli uffici furono scassinati. Il 7 marzo Tom Ritchie, l'ufficiale per la raccolta [informazioni] di Flag, mandò agli altri uffici della chiesa un "rapporto di dati grezzi" di 13 pagine relativo al contenuto del dossier sul Times custodito nello studio legale. Il rapporto iniziava così: «William Ballard della Baynard, McLeod, Lang & Ballard, i legali del St. Pete Times, sta lavorando sui seguenti dati della causa contro di noi». Il rapporto citava articoli su Scientology raccolti dal Times, appunti di reporters e redattori del quotidiano, appunti sulle interviste fatte dai giornalisti, lettere di Ballard a John M. Bray dello studio legale di Washington che rappresentava il Times e così via. Uno degli appunti era profetico. Si trattava di un memorandum della Orsini a proposito di un'intervista a Paulette Cooper, che aveva scritto un libro su Scientology e a cui era stato riservato il trattamento completo in qualità di nemico della chiesa. Tra i brani citati nel "rapporto di dati grezzi" ed estrapolati dalla nota della Orsini c'era: «[La Cooper] mi ha messo in guardia sul fatto che gli scientologisti mandano lettere diffamatorie anonime». Il giorno successivo Ritchie fece rapporto sulle«note di Bette Orsini a Bill Ballard», un lunghissimo distillato della serie di appunti che la giornalista aveva inviato all'avvocato, e che dovevano essere usate per la causa del Times. A Washington, intanto, gli agenti della chiesa saccheggiarono i dossier sul Times custoditi presso lo studio legale Arent Fox Kinter Plotkin & Kahn. Secondo un documento del Governo, l'ufficio legale subì «almeno tre furti con scasso nei primi mesi del 1976»: «Questi furti con scasso e asportazione di documenti furono eseguiti in ottemperanza agli ordini dati dall'imputato Mitchell Hermann. Nel febbraio del 1976 ci furono due introduzioni illecite nell'ufficio di Jack Bray e della sua segretaria presso lo studio legale summenzionato; la prima fu condotta da Richard Kimmel, facente funzioni di assistente guardiano per l'informazione per il Distretto di Columbia, e la seconda fu condotta dallo stesso Kimmel e da Michael Meisner».Secondo il documento, in entrambe le occasioni furono asportate carte relative alla causa del Times contro gli scientologisti. Il rapporto settimanale del 11 marzo scritto dall'ufficio informativo di Washington DC affermava: «Sono state ottenute le informazioni dall'ufficio legale di DC che rappresenta la Times Publishing Company. Queste informazioni comprendono una traccia del tempo di 60 pagine delle attività di Bette Orsini, la giornalista entheta [trad.: che fa pubblicità negativa] del Times; i dati indicano che la causa è stata presentata prontamente per conto di Nelson Poynter per "prendere l'iniziativa per primi"; le informazioni sulle fonti della Orsini comprendono Paulette Cooper, i Liebermann (collegati alla scena del rapimento psicologico), AMA, FDA ecc.».Il medesimo rapporto diceva che a Washington era stata effettuata un'ulteriore raccolta di dati su Nelson Poynter. Da questa ricerca i Guardiani avevano appreso che il presidente del Times Gene Patterson era secondo nella linea di comando, e sarebbe probabilmente succeduto a Poynter come dirigente esecutivo dell'azienda. Il guardiano Randy Windment propose di portare zizzania nella dirigenza al vertice del quotidiano, screditando Patterson agli occhi di Poynter. Chiamò questa proposta "Operation Fickle". Il complicato progetto prevedeva che una donna, che avrebbe finto di essere una parente di uno studente di scienze politiche per conto del quale stava raccogliendo informazioni, telefonasse alla Sig.ra Patterson e registrasse l'intervista. Le domande dovevano essere formulate in modo tale che le risposte potessero sembrare critiche alla gestione Poynter del Times. L'intervista sarebbe poi stata fatta filtrare ad un «quotidiano nemico». «Se l'op si svolgerà perfettamente come previsto» scriveva Windement, «metterà completamente in ridicolo, agli occhi del mondo dei quotidiani, sia Patterson che Poynter». Ma il superiore di Windment, G.W., rifiutò di approvare il progetto. Scrisse infatti: «Non sono per nulla sicuro che questa OP, anche se portata a termine senza interferenze, avrà effetti tali da giustificare le risorse impiegate... Se a qualcuno interessasse davvero questa storia - credo che quel giornalista chiederebbe direttamente alla Sig.ra Patterson di fare commenti sulla "controversia", e a questo punto la signora negherebbe di aver voluto dire quelle cose...». Nell'edizione di aprile di FREEDOM [1], la rivista di Scientology, «Un rapporto speciale di Freedom» affermava che Poynter «era presumibilmente un dipendente della CIA». L'articolo era corredato di fotografie del servizio di sicurezza del Times, e la didascalia diceva che «queste imponenti misure di sicurezza suggeriscono che in quel luogo operi qualcosa di più potente di un semplice quotidiano». L'edizione di agosto/settembre di FREEDOM diceva che il Times era stato incluso nell'elenco di organizzazioni connesse alla CIA tramite una «pubblicazione della costa occidentale, la News Novel». Patterson inviò una copia della rivista a George Bush, all'epoca direttore della CIA. Bush replicò che l'accusa secondo la quale Poynter lavorava per la sua agenzia era falsa. «Mi comporterei in modo negligente se non facessi un ulteriore commento, che è assolutamente scollegato al Sig. Poynter» scrisse Bush. «Credo che sia veramente inquietante il fatto che una persona possa essere "diffamata" dall'accusa di essere un dipendente della CIA. Riconosco la suscettibilità dei giornalisti nei confronti della CIA, e posso assicurare che abbiamo preso provvedimenti per migliorare le cose; ma non posso non sottolineare il fatto che ritengo vergognoso un clima tale in cui collaborare con la CIA lasci in qualche modo aperti ad attacchi "diffamatori"». Nel corso della Seconda Guerra Mondiale Poynter aveva ricoperto l'incarico di vice del generale William "Wild Bill" Donovan, capo dell'Ufficio dei Servizi Strategici. In questo ruolo aveva collaborato all'attivazione dell'agenzia informativa degli Stati Uniti che poi fondò The Voice of America. Ai primi del 1977 il Times ritirò la querela contro la chiesa. L'azienda annunciò che il suo comportamento dipendeva dal fatto che avrebbe dovuto presentare prove che avrebbero potuto danneggiare una parte terza innocente. Paulette Cooper aveva visto giusto nel mettere in guardia Bette Orsini. La chiesa aveva usato una lettera diffamatoria anonima per colpire a tradimento la giornalista Orsini. Note:
1. Esiste la stessa rivista anche in lingua italiana, sotto il nome di "Diritti dell'Uomo". Alcuni dei numeri più recenti possono essere consultati in Rete qui.
|