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Lo Scandalo Scientology: Capitolo 10, i Soppressivi

© Di Paulette Cooper. Il libro del 1972 che ha fatto storia per la gravità delle ritorsioni e delle molestie contro l'autrice da parte della chiesa di L. Ron Hubbard.

© Traduzione a cura di Simonetta Po, primavera 1998.

 
 
«La gente non si merita Scientology per diritto divino: deve guadagnarsela» 
 
(L. Ron Hubbard)
 

Ancor peggio di ciò che accade a un esterno che attacca Scientology è quel che attende uno Scientologist che si ribella o fa torto al gruppo. 
 
Quest'ultimo può a sua volta diventare l'oggetto di un'inchiesta, tuttavia nel suo caso si tratterà di una faccenda molto meno complicata. Gli Scientologist infatti hanno accesso diretto alle cartelle del preclear, dove si trovano raccolti i suoi segreti più intimi e le sue confessioni. [...] "Se qualcuno desidera andarsene" scriveva Hubbard "semplicemente esaminate le sue cartelle, dopodiché sedetevi e fate un elenco di qualsiasi cosa compiuta e non rivelata contro di me e l'organizzazione, e portatela avanti. In questo modo salverete un sacco di gente." 
 
In una Policy Letter del 19 aprile 1965, Hubbard approvava una linea guida simile: "Il preclear che blocca un'Org, [che vuole andarsene] senza fare prima rapporto al Segretario Tecnico, al Direttore dei Procedimenti e alla Sezione Etica, e che non permette a un auditor di maneggiare la situazione all'Org dove è stato fatto l'auditing, deve essere indagato a fondo dalla Sezione Etica, ad ogni costo." 
 
[...] 
 
Sembra che pochi altri Scientologist siano fuoriusciti dal gruppo e poi gli abbiano parlato contro. Probabilmente perché uno dei codici di Scientology stabilisce che a nessuno è permesso di parlare di Scientology in modo denigratorio con gli esterni o con i membri della stampa. Questo sembra funzionare in entrambi i sensi: oltre a non criticare pubblicamente Scientology, gli Scientologist ascoltano raramente pareri contrari, e hanno poche possibilità di accedere alle due versioni della storia. Difatti Hubbard comandava di non discutere mai Scientology con un critico. "Parlate solamente dei suoi reati, conosciuti o sconosciuti. E agite con piena fiducia che questi reati esistano. Perché esistono." 
 
Di conseguenza gli Scientologist partecipano raramente a tavole rotonde sull'argomento, forse a causa della loro riluttanza a confrontarsi con i critici, ma anche perché Hubbard diceva: "perché dare [ai critici] un pubblico davanti a cui esprimere i loro punti di vista?". 
 
[...] 
 
In diverse occasioni gli Scientologist hanno trattato i soppressivi in modi ancora peggiori. Nel 1965 Hubbard scriveva che "le case, proprietà, luoghi e annessi di persone che sono state attive nel cercare di sopprimere Scientology e gli Scientologist sono fuori dalla protezione dell'Etica di Scientology." Un codice più recente conteneva questo passaggio: "mi impegno a punire per quanto è in mio potere chiunque faccia un cattivo uso di Scientology o la degradi allo scopo di danneggiare i miei amici." 
 
In seguito si è arrivati al punto di stabilire che un "nemico di Scientology" possa essere "privato della proprietà e ferito con ogni mezzo da uno Scientologist... può essere imbrogliato, querelato, gli si può mentire o lo si può distruggere." 
 
Chiunque sia "connesso" a un soppressivo, ovvero ne conosca uno, non importa quanto vagamente, deve essere "revisionato" (il che comporta il pagamento di una somma di denaro). Se dall'indagine risulta che questa "connessione" esiste, allora egli viene definito una "Fonte Potenziale di Guai" (P.T.S.), e non può ricevere procedimenti di Scientology finché non abbia maneggiato la situazione, ovvero persuaso la persona che è critica verso Scientology a fare penitenza; altrimenti è costretto a  disconnettere, vale a dire non dovrà più avere contatti con il soppressivo, anche se si tratta del consorte, di una persona amata, di un figlio, genitore e via dicendo. 
 
Il PTS è tenuto inoltre a rendere noto il fatto in una delle pubblicazioni di Scientology, e poi prendere "ogni provvedimento 'sociale' richiesto - ad esempio un pubblico disconoscimento, una separazione o un divorzio." 
 
Dal momento che al PTS non è permesso parlare con il soppressivo, generalmente disconnette per lettera, di solito su un pezzetto di carta, e a volte si firma "con affetto", dichiarando che non può più avere niente a che fare con il soppressivo, e suggerendo o intimando al soppressivo di riconsiderare la cosa e "aggiustare se stesso", cioè fare corsi di Scientology. 
 
Se il PTS rifiutasse di disconnettere dal soppressivo, verrebbe accusato di "Alti Crimini" e considerato a sua volta una "persona soppressiva" e fuori casta. 
 
[...] 
 
Uno di questi soppressivi, che è diventato un critico del gruppo, durante una causa fiscale approdata in tribunale (americano), ha definito Scientology "l'inizio del Partito Nazista". 
 
Mr. Raymond J.D. Buckingham, un inglese esperto dell'argomento che gestisce una scuola di canto a Manhattan, entrò inizialmente in Scientology tramite una delle sue allieve. Si misero d'accordo che lei avrebbe pagato le lezioni di canto dandogli in cambio procedimenti di Scientology. 
 
In un primo momento lui ne era così preso che convinse diversi suoi studenti, compresa la sua fidanzata, a sottoporsi a sedute di auditing. Tuttavia cominciò a disilludersi quando scoprì che la sua auditor rivelava informazioni personali su di lui a un amico di lei, e (cosa ancora peggiore) l'auditor della sua fidanzata (un Reverendo) le faceva proposte indecenti. Quando andò a lamentarsi della situazione dagli Scientologist, questi gli dissero che ne avrebbero discusso solamente se avesse accettato di pagare 25$ per la prima session di "consiglio". Lui accettò, ma gli risposero che non avrebbero fatto nulla fintanto che non avesse disconnesso dal suo socio in affari. 
 
A quanto pareva gli Scientologist avevano etichettato questo socio come "persona soppressiva", perché sospettavano fosse connesso a un soppressivo. Allora Buckingham osò l'incredibile: parlò contro Scientology nel corso di uno show radiofonico. Gli Scientologist controbatterono dichiarandolo "persona soppressiva fuori dalla loro protezione" e "Fair Game". 
 
A quelli tra i suoi studenti che erano diventati Scientologist (su sua raccomandazione), venne ordinato di disconnettere da lui, e anche da qualsiasi denaro gli dovessero legalmente (questo rappresentò per l'istruttore una perdita di 200$ alla settimana). Una delle sue allieve, una cantante famosa su cui aveva investito, come agente, circa 30.000$, gli rivelò che durante le session di auditing aveva appreso che lui l'aveva "uccisa nelle sue ultime quindici vite." 
 
Di conseguenza non solo disconnetté da lui, ma interruppe anche gli accordi che avevano preso per le rappresentazioni teatrali estive. La perdita li rovinò entrambi quasi completamente, dato che lei a sua volta venne multata dall'Actors' Equity e fu costretta dalle circostanze a lasciare il paese. 

In quel periodo l'istruttore ricevette chiamate notturne da uomini e donne che lo minacciavano di morte. La sua fidanzata [...] fu tenuta per quattro ore in una stanza dell'Org finché non accettò di firmare una dichiarazione nella quale sosteneva che Buckingham avesse minacciato di ucciderla. 
 
La storia comunque ha un lieto fine. Anzi, tre. Mr. Buckingham e la sua fidanzata alla fine si sono sposati. Il ragazzino di dieci anni che venne dichiarato soppressivo quattro anni prima è attualmente uno degli allievi di canto del Sig. Buckingham, e tutti e tre hanno lasciato Scientology (la quale, naturalmente, non si è dimenticata di loro, che ancora ricevono corrispondenza che li invita a "entrare nell'eccitante mondo della Libertà Totale"). 
 
[...] 
 
Non sono molti gli Scientologist che abbandonano volontariamente il gruppo. La maggior parte di loro crede fermamente in Scientology ed è convinta che li stia aiutando. Ma i disillusi sono costretti a pensarci due volte prima di andarsene. Ogni Scientologist che sia stato audito in maniera approfondita ha rivelato una gran quantità di informazioni intime e personali a un auditor, le cui qualifiche e standard etici possono essere discutibili. 
 
In Sud Africa, il Rand Mail ha riportato che un auditor, testimone all'Inchiesta Sudafricana, fu criticato [dalla Chiesa] perché teneva "puliti" i fascicoli dei suoi preclear. Lo stesso auditor ha confessato nel corso dell'Inchiesta che gli Scientologist gli chiedevano di annotare la maggior quantità possibile della "roba sostanziosa" rivelata dalla gente. Ha raccontato anche che quando lasciò Scientology rimosse i suoi fascicoli personali per paura di essere ricattato, e aggiunse che aveva visto spesso fascicoli di preclear con informazioni cerchiate e con scritto sopra frasi come "POSSIAMO USARE QUESTO". 
 
Non c'è da meravigliarsi che avesse paura di subire un ricatto. Le informazioni private non solo vengono archiviate nei fascicoli, ma il loro contenuto spesso è oggetto di aperta discussione tra gli Scientologist. 
 
In diverse occasioni queste cartelle sono diventate incidentalmente accessibili anche agli esterni. Un ex Scientologist, il fotografo Michael Cassidy, ha raccontato che venivano tenute in uno scompartimento non protetto sul retro dell'ufficio di segreteria di New York. A Washington, il figlio maggiore di Hubbard ha dichiarato che "non era difficile per nessuno, alla Founding Church, accedere alle cartelle", e in Inghilterra gli Scientologist sono stati così incuranti con i contenuti dei fascicoli e documenti personali relativi a due Scientologist PTS, che si dice siano stati ritrovati nel bidone della spazzatura e letti da uno spazzino che poi li ha portati al Sun, il quale ha poi raccontato la storia [nell'Org che frequentavo io i folder erano spesso tenuti su una scrivania incustodita, a disposizione di chiunque avesse la curiosità di leggerli, o affidati agli Scientologist di alto livello che si recavano in Org, per essere consegnati ad altro personale - NDT]. 
 
[...] 
 
Non si conoscono al momento casi di Scientologist che siano stati effettivamente ricattati (anche se è molto probabile che qualcuno che lo sia stato veramente non lo ammetta mai). Tuttavia una cosa da tenere presente, al di là della possibilità che la persona sia stata o meno ricattata, è se pensava di poterlo esserlo. 
 
Se uno Scientologist avesse infatti intenzione di lasciare il gruppo e sentisse il suo auditor discutere il suo caso con un amico, come è successo a Ray Buckingham; o se fosse stato criticato per non aver annotato "roba sostanziosa" e avesse visto fascicoli con su scritto "POSSIAMO USARE QUESTO", come nel caso del testimone sudafricano; o se fosse a conoscenza che Hubbard aveva richiesto i fascicoli della gente che se ne voleva andare e ordinato di "indagare a tutti i costi" su qualcuno che se n'è andato; o se sapesse che i suoi fascicoli erano facilmente accessibili e potevano essere portati in giro e discussi apertamente in qualsiasi momento - non potrebbe essere indotto a pensare alla possibilità di essere ricattato, e quindi esitare di lasciare Scientology? 
 

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Hubbard forse desiderava di proposito che i preclear sapessero che i loro segreti un giorno sarebbero potuti essere rivelati. È difficile interpretare in altro modo l'affermazione che segue, contenuta in Perché la gente combatte Scientology. Dopo aver fatto qualche ambigua dichiarazione sull'E-Meter, il quale può essere usato "per scopi diversi dalla salute mentale", Hubbard scriveva: "Ogni Scientologist professionista è legato al 'Codice dello Scientologist', che è ancora più stretto dei codici che disciplinano medici e psichiatri. Il Punto Nove di questo codice dice: 'devo rifiutarmi di rivelare i segreti personali dei miei preclear'. I segreti di chiunque sono al sicuro in Scientology, fintanto che la persona stessa considera importante la materia." 
 
La paura di essere ricattato può legare uno Scientologist al gruppo e renderlo ancora più ossequioso verso Scientology di un ricatto vero e proprio - forse addirittura di più. Quando qualcuno sa che esistono un sacco di informazioni personali che potrebbero essere rivelate, e viene spinto a credere che questo potrebbe accadere davvero, anche se non è stato minacciato esplicitamente [...], potrebbe semplicemente sedersi e aspettare, e continuare a chiederselo. 

 
 
 
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