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Il sistema
globale di Scientology
Capitolo 10
L'uso ripetuto di parole preventivamente
definite in maniera univoca e il considerare inesistenti altri significati,
costituiscono criteri e prove di legittimità all'interno del gruppo.
Un esempio di definizione preventiva è
quella data alla parola "aiuto", che nel contesto di Scientology è
identificato con qualsiasi cosa faccia la Chiesa. Così ogni disaccordo
con il gruppo diventa un'opposizione all'idea di aiutare in sé.
Le situazioni che hanno mancato in maniera
manifesta di beneficiare la persona vengono razionalizzate con spiegazioni
tecniche e messe a tacere. A nessuno è permesso discutere pubblicamente
i suoi problemi di caso e le sue delusioni se non nell'intimità
di una seduta di auditing.
Le altre attività di miglioramento
vengono invalidate e considerate inefficaci, sbagliate o soppressive.
Vi sfidano a dire VERDE. Quasi tutti i concetti richiesti per comprendere
le reali pratiche di Scientology provengono dalla sua stessa letteratura,
ma vengono presentati ai seguaci in maniera ingannevole per prevenire un
tale uso.
"La fonte è sbagliata", "hai agito
diversamente da come è stato detto"... giustificazioni e invalidazioni
come queste sono esempi tipici di come i pensieri vengono ingabbiati, e
alla persona suggerite idee che le permetteranno di razionalizzare le accuse
che vengono rivolte alla Chiesa, ritenute false descrizioni della vera
esperienza dell'individuo in Scientology.
Ho tratto questi esempi da una lista
di Scientology denominata "L1C", che viene impiegata durante l'auditing
quando una persona mostra di essere contrariata. L'uso ripetuto di queste
giustificazioni sugli Scientologist fornisce loro un ampio ventaglio di
possibilità per razionalizzare in maniera cooperativa i turbamenti,
attribuendoli a fonti estranee a Scientology (ad esempio genitori, amici
o addirittura influenze di vite passate), piuttosto che a condizioni esistenti
all'interno del gruppo.
Forse il miglior esempio di questa continua
offerta di giustificazioni fuorvianti è il divertito commento che
Hubbard fa su quelle persone che incoraggiano negli altri speranze di miglioramento
e poi le tradiscono facendole finire in una trappola.
Queste definizioni preventive non sussistono
da sole, ma rientrano in un sistema globale di significati che delimita
l'universo privato al quale il seguace deve essere convertito. La nuova
terminologia viene fatta suonare naturale, e diventa tutt'uno con il linguaggio
comune.
Questa associazione tra concetti, aiuto
e disciplina illustra bene di che cosa è fatto il sistema globale
di Scientology. In una lettera di policy intitolata Conditions, How
to Assign ("Condizioni, Come Assegnarle", Hubbard Communication
Office Policy Letter del 20 Ottobre 1967), Hubbard scrive:
«Noi aiutiamo al di là di
qualsiasi aiuto sarà mai disponibile in qualsiasi altro posto. Noi
siamo pressoché l'ultima parola in fatto di aiuto... ma se aiutiamo
in maniera tanto superiore, dobbiamo anche essere in grado di disciplinare
nella stessa proporzione. Un aiuto quasi assoluto può essere offerto
soltanto attraverso una disciplina quasi assoluta»
Notate che niente è stato detto che
dimostri di fatto l'esistenza di una relazione tra aiuto e disciplina:
quella di Hubbard è un'asserzione arbitraria. Ma adesso siete al
corrente della linea di pensiero approvata dal gruppo circa le pratiche
coercitive usate da Scientology, e sapete come giustificarle a voi stessi
e agli altri.
Fare diversamente
da come è stato detto
Questo tipo di associazioni mentali avviene
per gradi, un piccolo passo alla volta, in modo tale che la partecipazione
(complicità) dimostrata fino a quel momento e l'abitudine alla collaborazione
sociale (come quella di concedersi il beneficio del dubbio) favoriscano
l'accettazione della nuova lezione da parte del seguace.
È compito della persona incorporare
questi dati nella sua vita, modificando la comprensione che ha delle cose
affinché tutto si accomodi e combaci. Questo sistema globale di
pensiero è costituito dalle centinaia di pagine di "tecnologia"
composte da Hubbard nell'arco di oltre trenta anni, che spiegano e giustificano
un'infinità di situazioni.
Questo autentico labirinto ricorda molto
da vicino gli "universi paralleli" della fantascienza, dove il seguace
può perdere di vista la realtà di tutti i giorni, sopraffatto
da infinite preoccupazioni (sviamento, bonomia) giustificate da
spiegazioni tecniche e procedure apparentemente sensate. Egli può
credere (e trovare adeguato sostegno) di imparare una scienza - ma senza
dover mai affrontare il pubblico o la natura dialettica del metodo scientifico
e altri standard di validità.
Questo sistema globale (così come
esso è) non sarebbe credibile se non fosse trattato seriamente come
una scienza (come Scientology afferma di essere), con l'enunciazione di
metodi e risultati. Ma nessuno sembra badare al fatto che si tratta della
creazione ispirata di un singolo individuo. In Scientology vi sono spiegazioni
per ogni cosa, e in ampio dettaglio. La dottrina è esposta con un
tale senso di confidenza e da parte di gente così gentile, che le
nuove reclute sono portate istintivamente a ritenerla valida.
Per mantenere la sua integrità
personale, il seguace dovrà assimilare il materiale grezzo che gli
viene fornito un pezzo alla volta, trovando da sé modi di farselo
accettare. Dovrà costruirsi con l'immaginazione tutte quelle giustificazioni
che produrranno in lui le realizzazioni e conclusioni richieste
(chiamate certezza), e al contempo nascondere a se stesso (invalidare)
ogni dato contraddittorio o pensiero critico (difendere la certezza).
I punti di vista non conformi possono
rivelarsi piuttosto minacciosi, perché rischiano di far crollare
questa costruzione precaria.
La dichiarazione fatta dagli Scientologist
circa la loro superiore razionalità, richiede che percepiscano se
stessi come persone razionali e autodeterminate. Pertanto hanno un forte
interesse nell'occultare i meccanismi di controllo dietro normali apparenze
[26], al fine di negare a se stessi di essere
stati manipolati o aver agito in maniera irrazionale.
Il passo successivo consiste nel rendere
invisibile (taboo) il processo descritto fin qui ai membri del gruppo
- ma non necessariamente alle loro famiglie e ai loro amici.
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