© 1988 Di Russell Miller © Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001
(Il racconto di Scientology degli anni 1941-45) Anche se non ufficialmente, nel luglio del 1941 gli Stati Uniti erano di fatto in guerra. I marines americani avevano sostituito gli inglesi nella guarnigione in Islanda, e le sue navi da guerra scortavano convogli di equipaggiamenti nel Nord Atlantico. La lobby isolazionista accusava amaramente il Presidente Roosevelt di stare inutilmente conducendo il paese al conflitto, ma lo slancio era ormai irreversibile. Quando la Germania invase la Russia Roosevelt promise immediatamente l'aiuto americano, dichiarando che la sua difesa era «vitale per la difesa degli Stati Uniti».
In agosto, quando ciò che sembrava l'invincibile divisione Panzer nazista spinse l'Armata Rossa fino ai dintorni di Leningrado, Roosevelt incontrò il Primo Ministro inglese Winston Churchill al largo di Terranova e firmò il Patto Atlantico, confermando la cooperazione Anglo-Americana e appellandosi al «diritto di ogni popolo di scegliere la forma di governo in cui vivere». Qualche giorno dopo, al largo delle coste islandesi, un U-Boot tedesco attaccò senza successo il cacciatorpediniere americano USS Greer e Roosevelt emise l'ordine di «sparare a vista». In ottobre la Marina degli Stati Uniti subì le prime vittime quando un sottomarino affondò un altro cacciatorpediniere, il USS Keanzey. Dopo la perdita del Keanzey gli Stati Uniti entrarono in una guerra navale non dichiarata contro la Germania. Il Sottotenente L.R. Hubbard, Riserva della Marina degli Stati Uniti, non ebbe esattamente un ruolo centrale in questi eventi. Nei momenti di fantasia poteva senza dubbio immaginarsi sul ponte del Keanzey che affondava eroicamente con la nave, sorriso beffardo sulle labbra mentre l'ultimo uomo dell'equipaggio veniva salvato; in realtà venne trasferito da un lavoro d'ufficio all'altro. Alla luce del suo successo come scrittore non deve meravigliare che la Marina avesse assegnato al Sottotenente Hubbard un incarico nella pubblicità, anche se il suo talento letterario era confinato soprattutto all'astruso campo della fantascienza, ben lontano dalle sobrie esigenze delle pubbliche relazioni militari. Naturalmente Ron si considerava assolutamente qualificato e iniziò ad offrire consigli ai suoi superiori appena cinque minuti dopo aver indossato la divisa. Il 21 luglio, al completamento del suo secondo giorno di servizio, scrisse al Deputato Magnuson per ringraziarlo dell'aiuto e per informarlo che aveva già sottoposto tre idee per accelerare il reclutamento, tutte «messe in atto» [1]. Magnuson rispose «Sono contento di sapere che ha ricevuto l'incarico. So che si sentirà davvero a casa nell'Ufficio delle Pubbliche Relazioni della Marina». Una settimana più tardi Ron aveva altri progetti. In una seconda lettera a Magnuson, datata 29 luglio e scritta dall'Explorers Club di New York, diceva che «visto che l'Ufficio Pubbliche relazioni se la cava abbastanza bene» si era offerto di scrivere due articoli la settimana per riviste nazionali, allo scopo di vendere al pubblico «Giacche Blu americane». Diceva che gli era stata data «carta bianca» e «siccome questo programma mi frutterà circa tre volte la paga della Marina, credo sia più che giusto girare le eccedenze al Fondo della Marina. Così tutto andrà a meraviglia». Beh, non proprio a meraviglia: Ron era forse un po' troppo sicuro della sua capacità di vendere racconti sulla Marina Militare a giornali nazionali. Forse scrisse davvero due articoli la settimana, ma non ne venne pubblicato nemmeno uno. Quando la Marina capì che il Sottotenente Hubbard stava sprecando tempo, decise di mandarlo all'Ufficio Idrografico di Washington per catalogare le foto che aveva scattato in Alaska durante il viaggio con Polly. Vi giunse il 22 settembre e si trattenne due settimane. In una nota all'Assistente Idrografo si informava che diverse decine di fotografie erano «abbastanza chiare» e di «qualche interesse per la navigazione». Ron aveva suggerito alcuni cambiamenti e ampliamenti alle Istruzioni per la Navigazione nella Columbia Britannica. Alcune erano irrilevanti, continuava la nota, «ma nel complesso rappresentano un interessante contributo» [2]. Fu un contributo che decretò la fine della carriera di Ron nelle pubbliche relazioni. Il 24 novembre, dopo una licenza di sei settimane, venne assegnato al Quartier Generale del Terzo Distretto Navale di New York per l'addestramento in qualità di Funzionario di Intelligence. Durante tutto il periodo il padre era rimasto di stanza ai Cantieri Navali dell'isola di Mare, San Pablo Bay, California, come ufficiale incaricato dell'approvvigionamento truppe. Harry Hubbard aveva 55 anni ed era ancora Tenente Comandante; nel corso degli anni il rapporto con il figlio si era deteriorato e si vedevano di rado. Qualsiasi piacere avesse provato Hub nell'apprendere che il figlio lo aveva seguito in Marina non poteva ripagarlo delle delusioni che gli aveva dato. Harry Hubbard era un uomo profondamente conservatore e convenzionale, regolato dalla routine e dal conformismo. Non riuscì mai ad accettare ciò che considerava le eccentricità del figlio - il rifiuto a trovarsi un lavoro, l'abitudine a rimanere sveglio tutta notte la e dormire tutto il giorno, le prolungate assenze da casa, la mancanza di riguardo per la sua famiglia. Hub voleva molto bene a Polly e adorava i nipotini - Nibs, che all'epoca aveva sette anni, e Katie di cinque. A volta pensava di esser loro più vicino di quanto non lo fosse il proprio padre, non lo riteneva giusto e la cosa lo addolorava. Per quanto lo riguardava, Ron non aveva nulla in comune con il padre, che aveva passato praticamente tutta la vita a fare il passacarte in Marina, senza altra prospettiva se non la pensione. Per Ron era un'esistenza grigia e sgradevole se paragonata al suo mondo, almeno a quello che esisteva nella sua fantasia. Ron si vedeva ancora come un avventuriero lanciato in un mondo di eroi immaginari, e non perdeva mai l'occasione di promuoversi come un intrepido e strafottente giramondo. Non deve meravigliare se padre e figlio alla fine si allontanarono - i loro rispettivi caratteri erano semplicemente troppo diversi per essere compatibili. Ron si trovava ancora al Quartier Generale del Terzo Distretto Navale di New York quando, qualche minuto dopo le tre del pomeriggio di domenica 7 dicembre, il concerto radiofonico della New York Philarmonic venne interrotto da un annuncio della CBS: «Interrompiamo il programma per trasmettere una edizione speciale del giornale radio. I giapponesi hanno attaccato Pearl Harbor». Sulle navi di Pearl Harbor in quel momento stavano ancora piovendo bombe, e prima che i giapponesi riprendessero la strada di casa erano state affondate cinque corazzate americane, altre tre erano state danneggiate, dieci navi più piccole messe fuori combattimento e circa 2400 uomini uccisi. Il giorno seguente il presidente firmò la dichiarazione di guerra. Se Ron stava scalpitando per entrare in azione rimase deluso. Il 18 dicembre venne assegnato alle Filippine ma non andò oltre Brisbane, Australia, dove, in attesa di una nave per le isole, si inimicò a tal punto i superiori che nel febbraio del 1942 era già a bordo della USS Chaumont, sulla via di casa. «Questo ufficiale non è idoneo a incarichi indipendenti» scrisse nel suo rapporto del 14 febbraio l'Attaché della Marina di Melbourne. «È loquace e si dà arie di importanza. Sembra anche pensare di avere doti eccezionali in molti campi. Queste caratteristiche indicano la necessità di attenta supervisione per qualsiasi incarico di intelligence». Aggiungeva inoltre che Ron si arrogava autorità senza preoccuparsi di ottenere autorizzazione ufficiale e cercava di svolgere compiti per cui non era qualificato, divenendo pertanto una «fonte di notevoli guai» [3]. Il Quartier Generale del Dodicesimo Distretto Navale di San Francisco decise che il talento di Ron poteva essere messo a miglior profitto nella censura dei cablogrammi. In un dispaccio del 22 aprile il Capo dell'Ufficio Censura Cablo di Washington raccomandò che, dopo il rapporto da Melbourne, non venissero intraprese azioni disciplinari, «poiché si pensa che le qualifiche del soggetto possano trovare uno sbocco utile all'Ufficio Censura Cablo di New York». Ron non amava il nuovo lavoro alla scrivania e in giugno presentò richiesta di servizio in mare su un ricognitore, preferibilmente nei Caraibi, «di cui conosco popoli, lingua e costumi». La richiesta venne approvata e fu trasferito ai cantieri navali di Neponset, Massachusetts, con l'incarico di sovrintendere alla riconversione del Mist, un grosso motopeschereccio, in cannoniera: la USS YP422. Al termine dei lavori Ron ne sarebbe diventato Ufficiale Comandante. Finalmente aveva la possibilità di dimostrare di essere l'eroe che credeva fermamente di essere (nelle sue pagine di narrativa non aveva forse combattuto e vinto innumerevoli battaglie?) Sicuramente c'era disperato bisogno di combattenti poiché i mesi successivi a Pearl Harbor furono per gli Stati Uniti tra i momenti più oscuri della guerra. Sebbene i jukebox di tutto il paese suonassero in continuazione motivetti patriottici come "Arrivederci, Mama, sto partendo per Yokohama" e "You're a Sap, Mr. Jap", l'euforia iniziale con cui era stata accolta la guerra aveva ben presto iniziato a svanire con l'avanzata degli Alleati nel Pacifico: Guam era caduta, seguita da Manila, Singapore, Bataan e Corregidor. Fu perciò con un certo senso di appagamento che il Sottotenente Hubbard si mise in viaggio per Neponset, ordini in tasca: «SOTTOTEN. LAFAYETTE HUBBARD DIV. USNR QUI DISTACCATO PROCEDERE IMMEDIATAMENTE PER NEPONSET, MASS.... INCARICATO RICONVERSIONE YP422 A GEORGE LAWLEY AND SONS E UFF. COM. VASCELLO AL TERMINE». Il lavoro di riconversione venne completato in tempi brevi e il 9 settembre 1942 Ron inviò un dispaccio al Comandante dei Cantieri Navali di Boston informandolo che la USS YP-422 era in condizioni eccellenti, che l'addestramento dell'equipaggio «si stava avvicinando all'efficienza» e il morale era alto. «Non appena verranno rimediate alcune mancanze» continuava, «il vascello sarà pronto per il mare sotto tutti i punti di vista, ed è ansioso di partire per il porto o l'incarico assegnato ». Ron, come il padre, tendeva ad essere abbastanza distratto per quanto riguardava i debiti personali. Nel periodo in cui sovrintendeva la riconversione della YP-422 era inseguito da sarti di Brisbane e Washington DC da cui si era fatto confezionare uniformi che non aveva pagato, e doveva ancora 265$ alla Bank of Ketchikan. Quando la banca dell'Alaska denunciò il debito del Sottotenente Hubbard al Bureau of Navigation di Washington, Ron scrisse una lettera indignata al cassiere: «La informo di nuovo che il motivo del mancato pagamento deriva dal brusco calo di stipendio che sono stato lieto di accettare per aiutare il mio paese. Fino a quando questa guerra non sarà finita, potrò fare solo pagamenti piccoli e irregolari».
Il Sottotenente Hubbard lasciava a intendere di essere assolutamente troppo impegnato in guerra per preoccuparsi di debiti insignificanti, ma quando la YP-422 fu pronta per il battesimo del mare, sfortunatamente il Sottotenente Hubbard non si trovava a bordo. Il 1 ottobre era stato sommariamente sollevato dall'incarico, ricevendo l'ordine di presentarsi al Comandante del Dodicesimo Distretto Navale «per qualsiasi incarico si riterrà opportuno assegnarLe». Gli ordini non contenevano alcuna spiegazione, sebbene Ron in precedenza avesse avuto un imprudente alterco con un ufficiale superiore del cantiere. A Neponset si era creata forte tensione tra gli ufficiali incaricati all'opera di riconversione e quelli assegnati all'equipaggio dei dieci YP da riconvertire, tensione culminata con un ordine straordinario che proibiva agli ufficiali degli YP di avvicinarsi all'ufficio riconversione, e addirittura di parlare con gli operai del cantiere. Ron si era preso la briga di scrivere una comunicazione infuocata al Vice-Capo delle Operazioni Navali di Washington citando l'ufficiale responsabile, e sottolineando che tutti gli ufficiali comandanti dei Cantieri Navali erano «allarmati» dall'ordine [4]. Forse avrebbe fatto meglio a rimanere tranquillo: il 25 settembre il Comandante dei Cantieri Navali di Boston inviò un dispaccio a Washington in cui diceva che dal suo punto di vista Hubbard «non aveva il temperamento giusto per il comando indipendente». Con i sogni di gloria temporaneamente infranti, Ron attese l'incarico successivo senza troppo ottimismo, prevedendo che probabilmente sarebbe stato rimesso al comando di una scrivania. Tuttavia l'arrivo degli ordini lo rianimò molto - sarebbe stato inviato al Centro di Addestramento per la Localizzazione dei Sottomarini di Miami, Florida. Gli si aprì immediatamente un panorama di meravigliose nuove immagini - "Ron la Volpe", l'asso dei cacciatori subacquei, intrepido flagello della flotta sottomarina giapponese eccetera. Occhiali neri sugli occhi, il 2 novembre il Sottotenente Hubbard giunse al Centro di Addestramento dove fece immediatamente amicizia con un altro ufficiale del corso - un giovane tenente di Georgetown, Maine, di nome Thomas Moulton. Ron gli spiegò allegramente di essere costretto ad usare occhiali scuri perché era rimasto gravemente abbagliato mentre prestava servizio come ufficiale di artiglieria sul cacciatorpediniere Edsel. Era vicino alla bocca di un cannone da cinque pollici che aveva sparato in anticipo e, anche se le ferite non gli avevano danneggiato la vista, senza occhiali scuri la luce brillante del giorno gli provocava sofferenza. Moulton rimase comprensibilmente impressionato. Ron arricchiva la sua conversazione con aneddoti e gergo, e possedeva la straordinaria abilità di risultare assolutamente convincente. Al Centro divenne ben presto "conoscenza comune" che aveva prestato servizio sui cacciatorpedinieri; Moulton ha infatti raccontato che «in classe Ron veniva considerato una specie di autorità» [5]. Durante il periodo di addestramento trascorso insieme a Miami, districandosi tra le difficoltà del rintracciare e attaccare i sottomarini nemici, Moulton si vide offrire ulteriori dettagli sugli stupefacenti exploit dei primi mesi di guerra del suo nuovo amico. Ha conservato il forte ricordo di un Ron eroe reticente, riluttante a parlare di sé ma la cui storia era uscita poco a poco con l'andare del tempo. Pare che il giorno in cui i giapponesi avevano attaccato Pearl Harbor Ron fosse sbarcato dalla Edsel sulla costa settentrionale di Giava, nelle Indie Occidentali olandesi non lontano dal porto di Surabaya, per svolgere una missione segreta. La Edsel era stata affondata un paio di giorni più tardi [non è vero - affondò nel marzo del 1942] ed era andata a picco con tutto l'equipaggio. Quando i giapponesi avevano occupato l'isola Ron si era diretto verso le montagne, riuscendo a sopravvivere nella giungla. Una volta era stato quasi catturato da una pattuglia giapponese, e prima di riuscire a scappare era stato colpito alla schiena dal fuoco di una mitragliatrice. Quelle ferite lo infastidivano ancora, confessò. Soffriva spesso di forti dolori al fianco destro e le pallottole avevano danneggiato il suo apparato urinario rendendogli difficile la minzione. Dopo essere stato ferito se l'era vista davvero brutta, ma alla fine aveva incontrato un altro ufficiale alla macchia e insieme avevano costruito una zattera su cui avevano attraversato il Mare di Timor, infestato dagli squali; erano stati avvistati e tratti in salvo da un cacciatorpediniere inglese o australiano a circa un centinaio di miglia dalla costa australiana. Moulton pensava si trattasse di un notevole tratto di navigazione. Nel gennaio del 1943 Ron venne inviato alla Fleet Sound School di Key West, Florida, per un corso di dieci giorni di guerra sottomarina; dopodiché fu inviato a Portland, Oregon, come aspirante Ufficiale Comandante della USS PC-815, caccia-sommergibili in costruzione presso gli Albina Engine and Machine Works. Ron chiese a Moulton se voleva fargli da ufficiale in seconda. Moulton sperava davvero di avere il comando di una nave sua, ma ammirava a tal punto Ron che accettò. Durante i lavori di costruzione della PC-815 i due ufficiali trovarono il tempo per divertirsi un po' nella piacevole città di Portland. Moulton si fece raggiungere dalla moglie che viveva sulla Costa Orientale, e Polly riusciva a venire in visita da Bremerton, che distava appena 150 miglia. Tra i quattro c'era molta simpatia e cenavano spesso insieme, nonostante il razionamento, in uno dei ristoranti affacciati sulla verde valle del fiume Williamette, il picco innevato del Mount Hood all'orizzonte. In una occasione che Moulton ricorda molto bene l'aspirante Ufficiale Comandante della PC-815 e il suo secondo si recarono in auto a Seattle, per un ballo al tennis club. Ron come al solito indossava i suoi misteriosi occhiali scuri, e venne stuzzicato gentilmente da una delle donne della loro comitiva. Quando spiegò il motivo per cui doveva portarli la donna sollevò il sopracciglio con aria incredula. Moulton rimase molto scioccato. Per provare che ciò che stava dicendo era vero, Ron si tolse gli occhiali e nel giro di cinque o dieci minuti gli occhi iniziarono a lacrimargli, visibilmente doloranti. L'amico ne fu molto gratificato. La USS PC-815 venne varata martedì 20 aprile 1943 alle ore 10,00. Ron annotò l'evento a matita sulla prima pagina del giornale di bordo, apponendo la sua firma con un orgoglioso svolazzo. Due giorni dopo l'Oregon Journal pubblicò una fotografia di Ron e Moulton in uniforme, e un articolo sul varo della nuova nave. Ron aveva sul volto gli occhiali scuri e un'espressione intrepida, bavero dell'impermeabile alzato e una pipa nella mano destra: sembrava un uomo pronto ad andare in guerra. L'articolo descriveva Ron come un «Veterano della caccia ai sommergibili nelle battaglie del Pacifico e dell'Atlantico... una vecchia volpe quando si tratta di afferrare per la coda i sottomarini nemici». Sembra che, per aggiungere un po' di interesse locale, avesse raccontato al cronista di essere cresciuto a Portland e di discendere da una lunga linea di uomini di mare. Disse che il nonno, il "Capitano" Lafayette Waterbury, e il bisnonno, il "Capitano" I.C. DeWolfe, avevano entrambi contribuito alla storia della Marina americana, anche se non si dilungò sul tipo di contributo [Il nome del bisnonno era Abram, "I.C." erano le iniziali della nonna]. La sua appartenenza all'Explorers Club naturalmente ricevette una citazione speciale, assieme al fatto di aver comandato tre spedizioni "di rilevanza internazionale". Venne inoltre convinto a rivelare che durante la Spedizione Cinematografica nei Caraibi era stato il primo in assoluto ad utilizzare una batisfera per le riprese subacquee. Quando il cronista gli chiese un commento sulla sua nuova nave, Ron rispose con una citazione pittoresca che iniziava con Humphrey Bogart e finiva con il Presidente: «Queste cocchine sono toste. Potrebbero suonarle a chiunque. Si impegnano in scaramucce sfrigolanti, e sono l'unica risposta alla minaccia sottomarina. Affermo enfaticamente che il futuro dell'America è nelle mani di questo tipo di vascello d'accompagnamento». La sera del 18 maggio la USS PC-815 partì da Astoria, Oregon, per il suo viaggio inaugurale, destinazione San Diego. Era in mare da appena cinque ore quando alle 02,30, al largo di Cape Lookout lungo le coste dell'Oregon, incontrò almeno uno, forse due, sommergibili nemici, proprio nel mezzo di un'affollata rotta commerciale! Nel Rapporto di Battaglia segreto inviato al Comandante in Capo della Flotta del Pacifico, Ron fornì un vivido racconto dello scontro che ne seguì [6]: «Procedendo verso sud nella scia di un battello a vapore, l'addetto all'eco-scandaglio rilevava un contatto... la comm[unicazione] veniva riferita all'Ufficiale Comandante che immediatamente rallentava tutti i motori a un terzo per permettere migliori condizioni di eco-rilevamento e collocarlo di fronte, 500 iarde avanti. «Il primo contatto fu molto buono. L'obiettivo si spostava avanti a sinistra. La posizione era chiara. La notte era illuminata dalla luna e il mare una tavola piatta... La USS PC-815 accorciò a 360 iarde, dando nel frattempo l'allarme generale a bordo... il contatto venne ripreso a 800 iarde e mantenuto a tribordo, mentre si svolgevano ulteriori indagini. Le eliche si sentivano distintamente come prima. La posizione era ancora chiara. Cercammo segnali di fumo identificativi e quando non apparvero concludemmo che l'obiettivo non doveva essere un sommergibile amico. Tutti i motori vennero spinti a 15 nodi, e l'obiettivo portato avanti dritta...» Nella prima serie di attacchi la USS PC-815 sganciò tre cariche di profondità. Quando alle 03,50 venne ristabilito il contatto fu lanciato un secondo attacco, questa volta sganciando quattro cariche di profondità. Nella descrizione degli eventi successivi Ron si lasciò andare ad una lirica davvero poco militare: «La nave, addormentata e scettica, doveva arrivare alla sua portata in modo agile e senza errori. Nessuno, compreso l'Ufficiale Comandante, riusciva veramente a credere all'esistenza di un sommergibile nemico qui nella scia di un battello a vapore, e tutti gli adetti all'eco-scandaglio, ormai sul ponte, tentavano di mettere in dubbio l'apparecchiatura di rilevamento... «Alle 04,50, con l'alba dirompente sul mare di vetro, una sentinella avvistò un oggetto scuro a circa 700 iarde a tribordo. L'oggetto sembrava in movimento... Sebbene quest'oggetto fosse molto probabilmente un tronco galleggiante, non gli vennero lasciate possibilità e fu usato come bersaglio per mettere alla prova i cannoni, che fino a quel momento non avevano sparato. Gli artiglieri, molti dei quali uomini d'esperienza, dimostrarono una mira stupefacente, raffiche e granate convergevano sull'obiettivo. «Il bersaglio scomparve per diversi minuti poi, per testare i cannoni non utilizzati nel primo attacco, la nave venne girata nel caso l'oggetto si fosse ripresentato. L'oggetto riapparve, questa volta più vicino alla nave. Ancora una volta fu aperto il fuoco, e il bersaglio scomparve». Ron mise l'accento sul fatto che considerava probabile che l'oggetto non fosse altro che un relitto, ma pensava che fosse positivo per il morale degli artiglieri assicurarsi che i cannoni appena installati funzionassero correttamente. La USS PC-815 si preparò per il quarto attacco allo sfuggente sommergibile, nella speranza di farlo emergere. Ma senza successo. Alla fine del sesto attacco le cariche di profondità in dotazione alla nave erano esaurite. I messaggi urgenti in cui si chiedevano ulteriori munizioni sulle prime non ricevettero risposta. Alle nove del mattino due ricognitori della Marina, il K-39 e il K-33, arrivarono sulla scena per collaborare alle ricerche. Verso mezzogiorno Ron si era convinto che il sommergibile fosse stato messo fuori combattimento, o almeno impossibilitato al lancio dei siluri, visto che nel mare calmo la PC-815 rappresentava un bersaglio facile ma non era stata attaccata. Nel primo pomeriggio giunse sul posto anche un secondo caccia-sommergibili, il più piccolo USS SC-536, ma non riuscì a prendere contatto con l'obiettivo. Dal ponte del PC-815 Ron si offrì di guidare l'altra nave in un attacco; avrebbe usato un fischietto come segnale per sganciare le cariche di profondità. «Con il muso del SC quasi incollato al nostro pennone» scrisse, «ci apprestammo ad una nuova serie di attacchi... vennero sganciate quattro cariche di profondità nel primo, e due nel secondo. «I ricognitori iniziarono a vedere olio e bolle d'aria nei pressi dell'ultimo attacco, e infine un periscopio. Anche dalla nave si vedevano bolle d'aria... alle 16,06 riferirono nuovamente l'avvistamento di olio, e anche da questa nave si vedeva olio. Furono avvistate grosse bolle d'aria e gli addetti sonar rilevarono il rumore di serbatoi in affondamento... I cannoni vennero quindi spostati a mano, con grande attenzione, e aspettavamo l'emersione del sommergibile. Eravamo tutti calmi, gli artiglieri scherzavano su chi avrebbe sparato il primo colpo». Ma il sommergibile non emerse. Lungi dal sentirsi scoraggiato Ron sembrava ormai convinto che non si trattasse di un solo sottomarino, ma di due che stavano appostati da qualche parte sotto di loro. L'operatore sonar aveva riferito di aver avuto un secondo e distinto contatto qualche ora prima. Poco prima delle cinque una pattuglia della Guardia Costiera portò ulteriori munizioni. Vennero trasferite sulla USS PC-815 27 cariche di profondità, e ci si preparò a far fuoco. Poco dopo giunse sul posto anche una seconda imbarcazione della Guardia Costiera, la Bonham, seguita da un ulteriore caccia-sommergibili, il USS SC-537. Ora al largo delle coste dell'Oregon, coinvolti nella ricerca dei sottomarini nemici, erano impegnate cinque navi e due ricognitori. Le operazioni continuarono per tutto il giorno seguente, anche se non tutti gli Ufficiali Comandanti erano così accaniti o convinti quanto Ron. «Né la SC-537 né il Bonham» annotò, «hanno mostrato comprensione per quanto stava accadendo e hanno rifiutato di collaborare». La SC-537, aggiunse con malcelato disgusto, non sganciò nemmeno una carica. In compenso la USS PC-815 si impegnò in un attacco via l'altro, muovendosi avanti e indietro a grande velocità e scaricando una carica dopo l'altra. Ma ancora non emergevano corpi o relitti. Ron non si lasciò minimamente scoraggiare. «Visto che il giorno precedente per tre volte avevamo individuato due obiettivi sottomarini, abbiamo ritenuto che la mancata emersione dipendesse dal fatto che era sceso a 100 metri. L'altro aveva ancora batterie a sufficienza perché nel corso degli attacchi successivi si muoveva a notevole velocità ... Nel corso della notte seguente la USS PC-815 tenne controllata l'area. Al sorgere della luna vedemmo una chiazza oleosa su cui indagammo, anche se era troppo piccola... Ricevemmo un rapporto secondo cui il sommergibile era emerso al largo di Sand Lake, così tutti i vascelli eccetto il Bonham si diressero velocemente verso nord. Ma prima di raggiungere la velocità di crociera, ci riferirono che il presunto "sommergibile" era un peschereccio... «Alle ore 07,00 del 21 maggio 1943, trovandosi questa nave ancora nella zona degli attacchi della sera precedente, interrompemmo le ricerche... Improvvisamente a prora emerse una bolla di olio color arancione, molto viscosa. L'Ufficiale Comandante, giunto in coperta, notò una seconda bolla di olio arancione emergere a lato della prima. L'addetto al sonar riferì di aver sentito taniche in affondamento a prora. «Allora tutti gli uomini sui ponti videro il periscopio che si muoveva da destra a sinistra, e si elevava sulla prima bolla d'olio di circa mezzo metro. Tubo e lenti dello strumento erano inconfondibili... al suo apparire entrambi gli artiglieri fecero fuoco diretto da circa 50 iarde di distanza. Il periscopio svanì in una nube di proiettili da 20 mm.» La USS PC-815 attaccò nuovamente scaricando le sue due ultime cariche di profondità. A mezzanotte, dopo aver condotto un'azione durata circa 68 ore, Ron ricevette l'ordine di rientrare ad Astoria. Sul rapporto annotò, piuttosto amaramente, che il ritorno era stato accolto con «notevole scetticismo». Ciononostante la sua conclusione fu inequivocabile: «Nello specifico si afferma che un sommergibile, presumibilmente giapponese, è stato danneggiato al punto da compromettergli la possibilità di lasciare la scena e che l'altro sommergibile, presumibilmente giapponese, è stato danneggiato al punto da non poter tornare alla base. «Questo vascello non chiede meriti per sé. È stato costruito appositamente per dare la caccia ai sommergibili. Il suo equipaggio è stato addestrato per dare la caccia ai sommergibili. Nonostante abbia inizialmente scavalcato gli ordini attaccando il primo contatto, questo vascello ritiene di aver fatto unicamente il suo dovere, il compito per cui è stato inteso, e rimane pronto a compiere di nuovo il suo dovere». Nonostante lo scetticismo la Marina degli Stati Uniti iniziò immediatamente un'indagine sull'incidente. Dopo Pearl Harbor gli americani immaginavano con nervosismo un possibile attacco di sommergibili giapponesi alla terraferma. Nel febbraio del 1942 un sottomarino nemico solitario era emerso a circa un miglio a nord di Santa Barbara, California, lanciando venticinque granate contro una raffineria di petrolio. Si pensava che se era successo una volta sarebbe potuto accadere di nuovo, e la Marina aveva sicuramente bisogno di sapere se la USS PC-815 si era davvero imbattuta in sommergibili nemici vicini alla costa dell'Oregon. L'Ufficiale Comandante e il Secondo in Comando della PC-815 ricevettero l'ordine di fare immediatamente rapporto all'Ammiraglio Frank Jack Fletcher, Comandante della Frontiera Marittima del Nordovest, a Seattle. Fletcher studiò il Rapporto di Battaglia di 18 pagine stilato da Ron, e interrogò gli Ufficiali Comandanti delle altre quattro navi e dei due ricognitori coinvolti. I nastri delle registrazioni degli attacchi della PC-815, che riportavano forza e caratteristiche dei segnali del sonar, vennero valutati da esperti. Dopo aver visionato tutti i rapporti Fletcher giunse velocemente alla conclusione che le cento cariche di profondità sganciate nel corso della "battaglia" avevano probabilmente ucciso qualche pesce, ma nessun giapponese. In un memorandum segreto al Comandante in Capo della Flotta del Pacifico, datato 8 giugno 1943, Fletcher scrisse: «L'analisi di tutti i rapporti mi convince che nella zona non c'erano sommergibili. Il Tenente Comandante Sullivan [Comandante dei ricognitori] afferma di non essere riuscito a trovare prove della presenza di un sottomarino, salvo una bolla d'aria che non trova spiegazioni se non la turbolenza provocata dall'esplosione di una carica di profondità. Gli Ufficiali Comandanti di tutte le navi eccetto la PC-815 sostengono di non aver trovato prove della presenza di sommergibili, e non pensano che nell'area fossero presenti» [7]. Fletcher aggiunse che nell'area in cui erano state sganciate le cariche di profondità era presente «un noto campo magnetico». Le implicazioni erano chiare: il Sottotenente Hubbard, Ufficiale Comandante della USS PC-815, aveva combattuto una battaglia di due giorni contro un campo magnetico. Né Ron né Moulton accettarono il verdetto. Credevano che negare l'esistenza dei sommergibili fosse una decisione politica per evitare il diffondersi dell'allarme tra la popolazione civile. Moulton sottolineò che poco tempo prima il Reader's Digest aveva pubblicato un articolo sull'attacco di una raffineria di petrolio nei pressi di Santa Barbara, e tra la popolazione residente sulla costa della California il fatto aveva provocato qualcosa di molto simile al panico. Non c'era perciò da sorprendersi, conclusero, se gli alti papaveri avessero voluto mettere a tacere il fatto che navi della Marina degli Stati Uniti avevano ingaggiato una battaglia contro sommergibili nemici ad appena dieci miglia al largo della costa dell'Oregon. Gli sconsolati membri dell'equipaggio della USS PC-815, che indubbiamente si aspettavano un ritorno a casa da eroi, dovettero accontentarsi di questa spiegazione, e rinunciare al riconoscimento pubblico della loro battaglia. Fu un boccone amaro. Il solo premio che l'Ufficiale Comandante poté mettere assieme per loro fu un regalo registrato sul giornale di bordo il giorno del ritorno ad Astoria: «portato a bordo del gelato». Il fascicolo del Sottotenente Hubbard, Ufficiale Comandante, era stato indubbiamente rovinato dal pessimo rapporto dell'Ammiraglio, anche se non vi si suggeriva di sollevarlo dall'incarico. Circolavano molte storielle bonarie sull'uomo che aveva attaccato un campo magnetico, ma ci si sarebbe forse dimenticati di tutto, e l'episodio non avrebbe necessariamente avuto effetti sulla carriera di Ron, se non fosse stato che la sfortunata USS PC-815 si ritrovò ben presto in guai ancora più seri. Verso la fine di maggio la nave ricevette l'ordine di scortare una nuova portaerei da Portland a San Diego. Fortunatamente questo viaggio si svolse senza incidenti. All'arrivo a San Diego Ron disse addio all'amico Tom Moulton, che era stato trasferito al Quartier Generale del Tredicesimo Distretto Navale di Seattle per ulteriori incarichi. San Diego è la città costiera più meridionale della California, ad appena dieci miglia dal confine messicano di Tijuana. A pochissima distanza da questa città c'è un piccolo gruppo di isole conosciute come Los Coronados, usate dai pescatori locali per asciugare le reti. Il pomeriggio del 28 giugno la PC-815 sconfinò involontariamente nelle acque territoriali messicane, e sparò quattro colpi di cannone da 3 pollici in direzione delle isole. Poi gettò l'ancora al largo delle Coronados facendo fuoco in acqua con armi leggere - pistole e fucili. Il governo messicano non ritenne che gli Stati Uniti stessero lanciando un attacco a sorpresa contro il suo territorio, ma l'incidente venne considerato sufficientemente grave per avanzare un reclamo ufficiale. Il Tenente Hubbard, ancora fresco dell'infausta battaglia contro il campo magnetico, non si trovava esattamente nella posizione favorevole al perdono per questo nuovo e grossolano errore. Il 30 giugno, a bordo della PC-815 ancorata nel porto di San Diego, venne convocata una Commissione di Inchiesta. Il Sottotenente Hubbard fu il primo a testimoniare e negò risolutamente di aver fatto qualcosa di sbagliato. Aveva ordinato le esercitazioni di artiglieria perché era ansioso di mettere alla prova il suo equipaggio, e pensava di avere autorità nella zona. Quando gli chiesero perché avesse gettato l'ancora per la notte, ammise di non aver voluto passare l'intera nottata sul ponte. «In tre occasioni distinte» aggiunse, «quando ho lasciato l'incarico ai miei ufficiali di coperta ci siamo persi» [8]. Il testimone successivo fu l'Ufficiale di Artiglieria che confessò allegramente di aver pensato che le Coronados appartenessero agli Stati Uniti. Dopo aver ascoltato oltre tredici ore di interrogatori, i tre Commissari conclusero che il Sottotenente Hubbard aveva ignorato gli ordini, sia tenendo un'esercitazione di tiro che gettando l'ancora in acque territoriali messicane, senza avere l'autorità necessaria. Considerando il breve tempo in cui era stato in comando, la Commissione raccomandò per Hubbard un'ammonizione, anziché l'azione disciplinare più drastica che le infrazioni commesse avrebbero normalmente meritato [9]. Tuttavia fu deciso il suo trasferimento ad altri incarichi. Il 7 luglio, dopo appena ottanta giorni come Ufficiale Comandante della propria nave, Ron firmò la sua ultima pagina del diario di bordo: «13,45: Si firma il distaccamento. L.R. Hubbard». Nel rapporto di idoneità relativo alla sua breve carriera come Ufficiale Comandante, il Contro-Ammiraglio E.A. Braisted, Comandante, Comando dell'Addestramento Operativo della Flotta del Pacifico, valutò L.R. Hubbard come «inferiore alla media», aggiungendo che: «Considero questo ufficiale carente delle doti essenziali di giudizio, capacità di comando e collaborazione. Agisce senza valutare le probabili conseguenze. Ritengo sia stato sincero nei suoi tentativi di rendere la nave pronta ed efficiente. Attualmente non viene considerato qualificato per il comando, o per una promozione. Si raccomanda il servizio su un grande vascello dove possa essere adeguatamente sorvegliato» [10]. Ron ricevette un incarico temporaneo all'Ufficio Emissione Documenti del Quartier Generale dell'Undicesimo Distretto Navale di San Diego, dove iniziò quasi immediatamente a marcare visita lamentando una grande varietà di disturbi, dalla malaria all'ulcera duodenale, ai dolori alla schiena. Venne ricoverato in osservazione all'ospedale militare locale dove rimase per quasi tre mesi. Scrisse a casa per informare la famiglia di trovarsi in ospedale dopo essere rimasto ferito nel raccogliere una granata inesplosa dal ponte della sua nave; era poi scoppiata a mezz'aria quando l'aveva gettata a mare [11]. In anni successivi Ron avrebbe raccontato di come, in quel periodo, avesse collaborato con il personale del San Diego Naval Hospital. Pareva che un reggimento di marines fosse stato mandato a casa con una malattia chiamata filoriasi, di cui i medici non sapevano nulla. Vista la sua esperienza nel «Sud Pacifico», Ron aveva detto ai dottori che, sebbene fosse disponibile un siero per curare l'affezione, sapeva che un breve periodo in un clima freddo avrebbe funzionato ugualmente bene. Pertanto il reggimento era stato inviato in Alaska dove, diceva Ron, «Sono sicuro che sono guariti tutti» [12]. Compiuta questa buona azione, nell'ottobre del 1943 Ron venne inviato ad un corso di sei settimane al Centro di Addestramento per Piccoli Natanti di Terminal Island, San Pedro, California. In dicembre apprese che gli veniva data un'altra possibilità di tornare in mare: Ufficiale della Navigazione della USS Algol, un cargo per attacchi anfibi in costruzione a Portland, Oregon. A giudicare dalle annotazioni fatte sul suo diario personale l'idea non lo eccitava in modo particolare, e nemmeno lo stare in Marina in generale. «La mia salvezza è lasciare che tutto questo mi rotoli sopra» scriveva cupamente il 6 gennaio 1944, «scrivere, scrivere, scrivere ancora. Pestare i tasti fino a consumarmi le dita alla seconda falange, poi pestare ancora. Impilare copie, ammassare articoli, sciorinare parole e continuare la mia vita sulla sola linea di successo che abbia mai avuto» [13]. «La sola cosa che mi abbia davvero colpito come scrittore» ricordò anni dopo in un'intervista a un giornale [14], «fu quando la Marina, per questioni di sicurezza, proibì di scrivere. Me ne stetti tranquillo per due anni prima di poter riprendere e rimettermi alla macchina da scrivere e, con in testa uno Stetson in mezzo a un teatro di battaglia, scrivere un romanzo storico di 60.000 parole che non ha mai visto la luce del giorno». Ron trascorse a Portland i primi sei mesi del 1944, in attesa della conclusione dei lavori di armamento della Algol. Le notizie provenienti dal Pacifico parlavano di aspri combattimenti e di un numero altissimo di vittime. I marines degli Stati Uniti si aprivano la strada di isola in isola verso il Giappone, ma a costi proibitivi. Nell'attacco all'atollo di Tarawa furono uccisi oltre 1000 soldati americani, e altri 2000 rimasero feriti: le foto delle spiagge ricoperte dai cadaveri di marines scioccarono la nazione, facendo entrare in ogni casa la terribile realtà della guerra. Il 15 giugno due divisioni americane diedero l'assalto a Saipan, nel sud dell'arcipelago delle Marianne, e nelle battaglie che seguirono 16.500 americani persero la vita o rimasero feriti. La USS Algol venne consegnata in luglio e messa immediatamente in mare per le prove. Trascorse agosto e gran parte di settembre in esercitazioni; come Ufficiale di Navigazione Ron firmava il diario di bordo ogni giorno, ma c'era poco da scrivere salvo «stiamo per partire, come sempre». Sembrava avere sentimenti contrastanti circa il desiderio di vedere l'azione poiché il 9 settembre chiese di entrare alla Scuola di Governo Militare elencando, tra le sue qualifiche, la formazione come ingegnere civile, l'appartenenza all'Explorers Club, viaggi estensivi in Estremo Oriente ed esperienza nel trattare con gli indigeni. L'Ufficiale Comandante della Algol approvò la richiesta di Ron, annotando sul rapporto di idoneità che nonostante il Sottotenente Hubbard fosse un ufficiale capace ed energico, «era molto instabile, ed era facile ferire i suoi sentimenti». Il 22 settembre l'Algol ricevette infine l'ordine di dirigersi su Oakland, California, per iniziare a caricare gli approvvigionamenti in vista dell'entrata in azione. Tra l'equipaggio girava la chiacchiera eccitata secondo cui la nave avrebbe preso parte ad un'importante nuova offensiva nel Pacifico, intesa a dare il colpo di grazia ai giapponesi. Alle 16,30 del 27 settembre - il giorno prima della prevista partenza di Ron per Princeton - sul diario di bordo venne registrato un incidente insolito: «l'Ufficiale di Navigazione ha riferito al OOD [Ufficiale in Carica] che tra le 15,30 e le 16,00 si è verificato un tentativo di sabotaggio. Nascosta tra l'attrezzatura che stava per essere caricata e immagazzinata nella stiva N. 1 è stata rinvenuta una bottiglia di Coca Cola piena di gasolio, con uno stoppino di tela inserito nel collo. È stata scoperta prima di essere presa a bordo. Sul posto sono convenuti agenti dell'ONI, del FBI e del NSD che hanno dato inizio ad indagini» [15]. Dell'incidente non si parlò più. Non vennero date spiegazioni sul perché il Sottotenente Hubbard, Ufficiale di Navigazione, avesse frugato tra il carico, o su come fosse riuscito a scoprire la bomba molotov. Non furono neppure registrate le conclusioni dell'inchiesta. Poco dopo le dieci di quella sera giunse a bordo un breve dispaccio: «Il Sottoten. Lafayette Ron Hubbard, D-v (S), USNR 113392, viene sollevato dall'incarico in data odierna».
Il 4 ottobre la USS Algol salpò per l'atollo di Eniwetok, nelle Isole Marshall, da dove avrebbe preso parte all'invasione di Luzon nelle Filippine e allo sbarco di Okinawa, guadagnandosi due stelle di battaglia. Il suo precedente Ufficiale di Navigazione, frattanto, stava frequentando un corso di quattro mesi di "Governo Militare" alla Scuola di Addestramento Navale di Princeton, cosa che in seguito lo avrebbe spinto ad affermare di aver completato la sua educazione presso l'omonima venerabile università dell'Ivy League. Durante la permanenza a Princeton Ron venne invitato ad unirsi ad un gruppo di scrittori di fantascienza che si incontrava settimanalmente nell'appartamento di Robert Heinlein a Filadelfia, e in cui venivano discussi possibili modi per contrastare la minaccia kamikaze nel Pacifico. Si trattava di una sorta di sessioni semi-ufficiali di brainstorming che la Marina aveva chiesto ad Heinlein di organizzare, nella vaga speranza di escogitare una qualche tipo di difesa contro i giovani piloti giapponesi in missione suicida. «Avevo avuto l'ordine di radunare scrittori di fantascienza per questo progetto di fortuna» ha ricordato Heinlein, «i cervelli più agitati che fossi riuscito a trovare» [16]. L'appartamento di Heinlein distava appena 300 metri dalla Broad Street Station del centro di Filadelfia, e il gruppo si ritrovava al sabato pomeriggio sui treni della Pennsylvania Railroad che fermavano a Broad Street ogni mezz'ora. «Le notti del sabato ne avevo due o tre a dormire nel mio letto» ha raccontato Heinlein, «un paio sul divano e il resto sul pavimento del salotto. Se poi non era sufficiente, mandavo gli altri da un amico, un isolato più in giù, che aveva molto posto sul pavimento, se non proprio dei veri letti». Heinlein cercava di evitare di chiedere a Ron di camminare troppo, poiché gli aveva raccontato di essersi fratturato entrambi i piedi nel bombardamento della sua ultima nave. «Ron aveva avuto una guerra tumultuosa - era stato affondato quattro volte e ferito a ripetizione» ha spiegato Heinlein in modo comprensivo. La domenica mattina si lavorava, mentre nel pomeriggio ci si scambiavano storie e barzellette. Ron tirava spesso fuori la chitarra intrattenendo il gruppo con la sua calda voce baritonale; cantava canzoni come "Fifteen Men on a Dead Man's Chest" e "I Learned about Women from Her". Riusciva anche a far ridere a crepapelle la compagnia con il suo repertorio di veloci parodie in cui interpretava tutti i personaggi. Sabato 2 dicembre Jack Williamson, all'epoca sergente dell'Esercito degli Stati Uniti, diede una cena a Filadelfia per i suoi colleghi scrittori di fantascienza e le loro consorti. Era stato destinato oltremare e sarebbe partito nel giro di pochi giorni, si trattava perciò di una cena d'addio. Tra i presenti c'erano gli Heinlein, i de Camp, gli Asimov e L. Ron Hubbard. «La star della serata fu Ron Hubbard» ha ricordato Isaac Asimov. «Heinlein, de Camp ed io amavamo essere primedonne, e di solito eravamo noi a catalizzare le conversazioni. In quell'occasione però rimanemmo ad ascoltare Hubbard tranquilli come micini. Raccontò storie con aplomb perfetto, e in paragrafi completi» [17]. L'ospite rimase meno impressionato. «Hubbard raccontò di essere appena tornato dalle Aleutine» ha raccontato Williamson, «e alluse ad azioni disperate a bordo di un cacciatorpediniere, avventure di cui non poteva parlare nel dettaglio a causa del segreto militare. Ricordo i suoi occhi, quegli occhi azzurri circospetti che in qualche modo associo ai pistoleri del vecchio West, che mi guardavano acutamente mentre parlava, come per vedere quanto gli credessi. Non molto, in verità» [18]. Heinlein e il suo gruppo non riuscirono mai a escogitare il modo per impedire le perdite che i kamikaze causavano alla Marina, ma non importava molto; la guerra era vicina alla fine e il Giappone stava esaurendo sia gli aerei che i piloti. L'ultimo grosso attacco kamikaze venne lanciato nel gennaio del 1945 contro la flotta americana (compresa la vecchia nave di Ron, la USS Algol) che stava invadendo Luzon. Lo stesso mese Ron venne trasferito al Naval Civil Affairs Staging Area di Monterey, California, per ulteriore addestramento, dopo aver terminato il corso alla scuola di Governo Militare, con un punteggio che lo collocò circa a metà classifica tra i 300 studenti che vi avevano preso parte.
In aprile Ron lamentò nuovi disturbi di salute e gli venne diagnosticata una possibile ulcera. Il 2 settembre del 1945, dopo l'orrore di Hiroshima e Nagasaki, i giapponesi firmarono la resa a bordo della USS Missouri ancorata nella baia di Tokyo. Tre giorni dopo Ron venne nuovamente ammesso all'ospedale navale di Oak Knoll, Oakland, non a seguito di eroiche ferite di guerra, ma per essere curato da "stress epigastrico". Fu in questa situazione abbastanza ingloriosa, sofferente di una sospetta ulcera duodenale, che si concluse la guerra del Sottotenente L. Ron Hubbard, Riserva della Marina degli Stati Uniti. Lui naturalmente vedeva le cose in modo un po' diverso: «accecato per aver riportato danni ai nervi ottici, azzoppato dalle ferite all'anca e alla schiena, alla fine della Seconda Guerra Mondiale mi trovai ad affrontare un futuro di quasi non-esistenza... ero stato abbandonato da famiglia ed amici che pensavano fossi uno storpio senza speranza, e sarei stato probabilmente di peso per il resto dei miei giorni... Mi abituai a sentirmi dire che era tutto impossibile, che non c'erano rimedi, nessuna speranza. Ma sono tornato a vedere e camminare di nuovo...» [19].
Se si dovesse credere al suo racconto delle esperienze di guerra, allora sicuramente si sarebbe meritato le ventuno medaglie e onorificenze che si diceva avesse ricevuto. Sfortunatamente il suo fascicolo della Marina degli Stati Uniti indica che gli vennero concesse solamente quattro medaglie di routine - la American Defense Service Medal, assegnata a chiunque fosse in servizio all'epoca di Pearl Harbor, la American Campaign Medal, la Asiatic-Pacific Campaign Medal e la World War Two Victory Medal, quest'ultima assegnata a chiunque fosse in servizio il giorno della Vittoria. Note:
1. Memorandum di Hubbard a Magnuson, 22 luglio 1941.
2. Memorandum per l'Assistente Idrografo, 22 ottobre 1941.
3. Dispaccio dell'Attaché Navale degli USA, Melbourne, 14 febbraio 1942.
4. Memorandum dell'Ufficiale Comandante della USS YP-422, 12 settembre 1942.
5. Testimonianza di Moulton in Church of Scientology contro Armstrong, 21 maggio 1984.
6. Rapporto d'Azione USS PC-815, 24 maggio 1943.
7. Memorandum del Comandante NW Sea Frontier, 8 giugno 1943.
8. Verbali agli atti, Commissione di Inchiesta, USS PC-815, 30 giugno 1943.
9. Lettera di ammonizione del Comandante del Comando di Addestramento Operativo della Flotta del Pacifico, 15 luglio 1943.
10. Rapporto di Idoneità degli Ufficiali, 29 maggio - 7 luglio 1943.
11. Lettera di L. Ron Hubbard Jr., 26 gennaio 1973.
12. Note autobiografiche di L. Ron Hubbard 1972.
14. Rocky Mountain News, 20 febbraio 1983.
15. Giornale di Bordo della USS Algol, US National Archives.
|
Copyright © Allarme Scientology. L'utilizzo anche parziale dei materiali di questo sito - testi, traduzioni, grafica, immagini,
digitalizzazione e impaginazione - con qualsiasi mezzo e su qualsiasi supporto, non è consentita senza il preventivo consenso
scritto del gestore del sito. Per richieste e chiarimenti contattare: allarmescientology@email.it |