Com'è possibile che un altro libro auto-pubblicato che rivela i "segreti" di Scientology spicchi così tanto tra i molti apparsi negli ultimi anni? Leggetelo e capirete. Di © Tony Ortega, 6 dicembre 2012
© Traduzione di Simonetta Po, maggio 2019
Vance Woodward è un avvocato della Bay Area che si innamorò di Scientology a 14 anni, che per 22 si è arrabattato con l'auditing della chiesa, che per quel percorso ha speso 600.000 dollari. Ora in Addicted to Scientology: Overcoming the Ups & Downs of Scientolohoism ha scavato dentro la sua storia personale per dare al resto di noi una delle descrizioni più divertenti e penetranti di ciò che significa essere colpiti dall'incantesimo di L. Ron Hubbard.
Con le sue 350 pagine, il libro di Woodward [*] potrebbe scendere in modo talmente dettagliato nei raggiri e nelle ripetizioni e nelle pure idiozie della vita alle "org" di Winnipeg e San Francisco che ci chiediamo se sia adatto al lettore comune. Ma per chi tra noi è affascinato da Scientology in questo suo suo periodo di crisi, il libro porta generale buonumore.
Tuttavia, non prendetelo in mano aspettandovi di poter scoprire i progetti segreti del leader ecclesiastico David Miscavige, o delle deprivazioni della Sea Org, o di quegli oltraggi chiamati "disconnessione" e "bersaglio libero".
Il libro di Woodward non è una denuncia delle controversie che hanno minacciato di fare a pezzi la chiesa. Per certi versi però è ancora più preoccupante per il progetto Scientology: tra ilarità e frustrazione, il libro racconta infatti che cosa quel progetto potrebbe significare per un membro comune della chiesa che voglia semplicemente migliorare la propria vita. Per Woodward ha significato una serie esasperante di esperienze che lo hanno tenuto impantanato per anni nell'autiding di basso livello. Dopo 22 anni non aveva ancora terminato i "Gradi", lasciamo perdere raggiungere lo stato di Clear o i Livelli OT avanzati.
Woodward spiega la sua incapacità a porre un freno agli anni di follia, dalle battaglie affinché qualcuno nella chiesa, chiunque, gli desse una risposta diretta su qualsiasi cosa alle difficili esperienze dell'essere costantemente interrogato, in nome dell'"etica", sulle sue più imbarazzanti debolezze personali, fino alla perenne spennatura in cui incorreva nel partecipare a una raccolta fondi dopo l'altra - alla fine conclude che Scientology è una droga e che lui ne era dipendente.
Nel giungere a questa conclusione, Woodward mostra brillanti intuizioni sulla "tecnologia" stessa. Ecco per esempio il suo studio sull'idea di Hubbard in merito a "thetan" e vite precedenti: egli spiega che una lettura attenta mostra che Hubbard non si aspettò mai che qualcuno pensasse che l'esplorazione di vite precedenti fosse qualcosa di diverso dal "far credere che".
Dopo aver finito il suo libro gli abbiamo mandato qualche domanda e gli abbiamo parlato al telefono. Ecco il nostro scambio di e-mail...
The Bunker: Hai descritto moltissimi problemi dell'avanzamento sul "Ponte" e dell'addestramento - e sentiamo molte lamentele sul fatto che l'attenzione si è spostata sulle donazioni per cose come la IAS e le campagne dei libri. Semplicemente si creano molti meno auditor di un tempo, lo sentiamo dire di continuo. D'altro canto, però, ci sono storie come quella di Brian Culkin. In un anno appena (2009-2010) Culkin diventò Clear e fece parecchio addestramento (oltre ad averci lasciato 350.000 dollari). La domanda quindi è: ti sei fatto un'idea su quanto possa essere tipica la tua storia e su quanti altri possano avere problemi seri a procedere sul "Ponte"?
Woodward: Direi che la mia esperienza è abbastanza tipica in termini di tempo e progressi sul "Ponte" ... ma atipica in termini di progressi sul "Ponte" per dollaro speso. Voglio dire, la maggioranza degli scientologist non progredisce sul "Ponte", punto. La maggioranza non ama particolarmente lo studio di Scientology. E la maggioranza è al verde... o dice di esserlo. Intuitivamente, tutte queste cose vanno assieme.
Detto questo, se solo resta in giro sufficientemente a lungo, la maggioranza degli scientologist abbienti - diciamo dentisti o cose del genere - tende ad andare speditamente fino ai Livelli OT. Fondamentalmente tutti hanno momenti difficili a progredire sul "Ponte", ma nessuno parla delle sue difficoltà. Perciò quando guardi gli altri che sono arrivati a Clear o oltre, sembra quasi che dev'essere stato facile... anche se, se ci rifletti un po', devi desumere che non è stato così. Quando ci sei dentro è difficile fare la tara di qualsiasi cosa basandoti solo su ciò che dice la gente, perché tutto viene mostrato in una luce di positività. Sarebbe "fuori etica" - e non scherzo - dire qualcosa che potrebbe scoraggiare gli altri dal provare a progredire sul "Ponte". Infatti parlare delle difficoltà o dare l'impressione che progredire è difficile ti farebbe vincere una visita al Funzionario di Etica.
Comunque sia, direi che dal 1989 al 2007 il mio procedere è stato tipico: a intermittenza, rifare cose già fatte, quasi nulla in termini di progresso sul "Ponte". Ma per quel che so, nel periodo 2007-2010 a San Francisco non ero secondo a nessuno in termini di auditing ricevuto e di donazioni fatte alla IAS.
Forse nel caso di Brian Culkin... per uno scientologist nuovo di trinca è più facile volare su per il "Ponte". Ma una volta che ci sei dentro da un po' e hai accumulato qualche guaio di etica e dei turbamenti in auditing, questa roba torna regolarmente a perseguitarti. I veterani passano un sacco di tempo tra turbamenti e "maneggiamenti" dei turbamenti, che... in questo senso è come un amore malato.
Ho un'altra teoria... ancora più speculativa. Le persone normali, molto sociali, hanno meno difficoltà a progredire sul "Ponte". Punto. Puoi pensare al progredire più come a un processo di filtraggio che a un percorso di miglioramento. Culkin sembra molto sociale/normale/empatico. Per quanto mi riguarda, ho cominciato a sospettare di essere "aspy" (Asperger) o almeno di esserlo parecchio su alcune cose. Non sarei sorpreso di scoprire che "aspy" e autistici in generale potrebbero reagire all'E-meter in modo diverso... A ogni modo, sono diversi dalle persone comuni, il che provocherà indubbiamente dei problemi in auditing, specialmente se si considera che i benefici dell'auditing dipendono dalla comunicazione aperta tra il preclear e l'auditor... che non dona molto a un "aspy".
The Bunker: Descrivi benissimo il modo in cui tutte le volte cedevi alle richieste di denaro e come alla fine ti hanno spolpato. Riporti un dialogo interiore molto divertente su quanto ti sentissi idiota, ma lo hai scritto dopo i fatti. All'epoca eri davvero consapevole di quanto male ti stessero trattando? E adesso come ti senti a riguardo? Perché eri un bersaglio così facile?
Woodward: Un conto è essere fatto fesso o manipolato da uno scientologist. Tutti ti dicono che non riflette Scientology in generale. Non mi sono mai sentito derubato da Scientology o dalla chiesa in generale... fino alla fine.
Ero un bersaglio facile perché per qualche motivo - orgoglio - non potevo piagnucolare "non ho soldi" come facevano tanti altri scientologist. D'altra parte c'erano parecchi fessi che davano o hanno dato tanto quanto me... Li guardavo con ammirazione. E volevo anche dare il buon esempio.
Ho cercato come meglio ho potuto di catturare i sentimenti che provavo nel momento in cui accadevano le cose. Naturalmente farlo in modo onesto è difficile per parecchi motivi (cattiva memoria mescolata a senno di poi, razionalizzazione, ecc.). Diciamo che volevo evitare di sembrare ipocrita.
La cosa che mi manteneva in movimento era la fede profonda che se solo avessi insistito con il "Ponte" sarebbero arrivate delle svolte importanti. Ero convinto che Scientology avesse dei significati stratificati, a vari livelli, e che - continuando - sarei diventato più "causativo" e meno fesso. Perciò essere fatto fesso di tanto in tanto serviva solo a confermare che avevo bisogno di più Scientology, non meno, perché eccomi qui che mi faccio fare fesso da un altro scientologist. Per dirla in un modo un po' diverso, immaginavo che nascoste vi fossero abbastanza pietre preziose che mi attendevano da qualche parte e che alla fine ne sarebbe valsa la pena. Per quanto riguarda il fatto che stava diventando davvero costoso in cambio di pochi guadagni, pensavo di dovermi dedicarmi maggiormente a livello mentale così da ottenere quei guadagni. Poiché sono più benestante di tanti altri (e mi vedevo come uno più ganzo, più furbo e più abile di tanti altri), per me il denaro che donavo significava meno che per tanti altri. Perciò, naturalmente, per provare lo stesso sentimento di dedizione dovevo dare di più del comune scientologist povero. Quella teoria - che dovevo solo dedicarmi ancora di più - fu quasi sufficiente per ridurmi sul lastrico.
Il modo in cui mi sento ora è grossomodo lo stesso che ho descritto alla fine del libro. Voglio dire, sento proprio che devo farmene una ragione (che mi SBAGLIAVO, SBAGLIAVO, SBAGLIAVO!) e voltare pagina. Covare odio e rancore non porterà nulla di utile, proprio come non porta nulla di utile odiare tossicodipendenti e spacciatori. Alcuni possono fare uso di droghe a livello sociale e poi smettere senza problemi. Altri non ci riescono. Io sono uno degli altri. Che sfiga.
The Bunker: Ci chiedevamo quanto questo materiale possa interessare un pubblico più generale, magari con una revisione. Qual è la storia del progetto di questo libro?
Woodward: In aprile l'ho mandato a una cinquantina di editori, ma nessuno ha abboccato (uno mi ha cortesemente scritto una e-mail dicendo qualcosa del tipo "non male, ma hai bisogno di una piattaforma", e me lo aspettavo). Perciò l'ho lasciato decantare per qualche mese mentre lavoravo ad altri miei libri, poi ci sono tornato sopra, l'ho rivisto qui e là e ho deciso per l'auto-pubblicazione.
Proprio mentre facevo l'ultima revisione ho deciso di scrivere un capitolo su come mi sento oggi, che poi si è trasformato nella serie "This is Scientology" che ho messo sul mio blog. [*] Certo, mi piacerebbe pubblicare il mio libro con un editore... sarebbe davvero bello.
Credo che il mio libro sia molto diverso da qualsiasi altra cosa su Scientology rinvenibile sul mercato. Di sicuro non si parla di Tom Cruise, dei circoli più ristretti, nessuna "fuga straziante". Parla solo di uno stronzo tossicodipendente con un alto quoziente intellettivo (se non ricordo male, una specie mediocre). I vantaggi sono che faccio del mio meglio per accompagnarvi dentro la mia testa così che ci si possa trovare qualche logica e non solo ipocrisia moralista. Oltre a questo, sono quasi certo di avere avuto delle intuizioni su ciò che passava per la testa di Ron, cosa che altri non hanno bene articolato.
Nella nostra conversazione telefonica Woodward ci ha detto di avere ancora 200.000 dollari sul conto e di avere già inviato una lettera alla chiesa per chiederne la restituzione. Se non riceverà risposte soddisfacenti progetta di iniziare una causa legale.
Qualcosa ci dice che i documenti che allegherà al suo caso non saranno stupidaggini.
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