Benvenuti nell'Apocalisse. Incubi ancestrali
rievocati dalla paura di fine millennio, terrori fantascientifici da medioevo
prossimo venturo, ecologismo delirante e "remake" di antiche filosofie
orientali shakerate con un po' di psicologia spicciola e di esoterismo
a buon mercato, magia, neo paganesimo e satanismo.
Nel mondo delle sette o delle nuove religioni
c'è di tutto e i santoni, guru, maestri o "avatar" che continuano
a spuntare come funghi a ogni angolo del globo mostrano un supremo disprezzo
sia per il codice penale che per il comune senso del ridicolo. E a volte,
più pericolosamente, per la vita umana.
Attenzione però, avvertono sociologi,
esperti di nuove religioni e perfino qualche teologo, a non fare di ogni
erba un fascio. Personaggi come "la Messia" Mare Davy Christ (ex militante
comunista russa con circa 150 mila fedeli che ha profetizzato la fine del
mondo per il 14 Novembre '93) o il temuto reverendo Moon, capo di un autentico
impero finanziario che professa un credo di asservimento totale dei discepoli,
non hanno assolutamente nulla a che vedere con i piccoli, ma vitali movimenti
derivati spesso dalle grandi religioni monoteiste o da "eresie" venute
dall'estremo Oriente come i "sufi" (una sorta di misticismo islamico di
cui, tra l'altro, è simpatizzante anche il cantautore Franco Battiato),
i "bahai" (una specie di sincretismo panreligioso che è stato crudelmente
perseguitato in Iran e ha pagato un pesante tributo di sangue all'intolleranza)
o anche le tante chiese minoritarie neoprotestanti come i Mormoni, i Pentecostali,
i Battisti e i Valdesi (vera e propria chiesa nata dagli scritti di Pietro
Valdo ancora prima della Riforma).
Una setta, secondo la definizione del Gris
(Gruppo cattolico di ricerca e informazione sulle sette) o gli scritti
di esperti come il professor Massimo Introvigne e la sociologa Cecilia
Gatto Trocchi, è un mondo chiuso dove si viene introdotti con metodi
spesso al limite della legalità e da cui (a differenza di qualsiasi
confessione religiosa degna di questo nome) è difficilissimo uscire.
La parola viene dal latino "sequor" e dal
suo rafforzativo "sector" nel senso di seguire, accompagnare un Maestro.
All'origine, le "sectae" erano le scuole degli stoici, degli epicurei e
perfino dei primi giureconsulti. Perfino il grande nazionalista Aristotele
era a capo di una "setta" e le prime lezioni impartite agli studenti erano
definite esoteriche (interne) mentre quelle del pomeriggio, aperte a tutti,
erano "essoteriche" (esterne).
Col passare dei secoli, come avviene spesso,
il termine è passato a indicare qualcosa di diametralmente opposto.
Un universo blindato che blocca e inibisce i rapporti dell'adepto con il
mondo esterno, che cerca di spingere il neofita a un taglio netto con la
famiglia, gli amici o il lavoro e che utilizza di frequente una serie di
tecniche molto sofisticate per fiaccare la volontà e indebolire
lo spirito critico dei fedeli.
Quali? I più noti sono la "love
bomb" (bomba d'amore), una vera e propria overdose d'affetto che avvolge
la nuova "recluta" come una melassa e gli impedisce di mettere in atto
i più elementari meccanismi di difesa psicologica. E ancora: la
ripetizione ossessiva di un "mantra", la privazione del sonno, l'alimentazione
insufficiente, la ritenzione dell'urina, alcuni metodi di "purificazione"
altamente debilitanti come le saune prolungate e il digiuno fino a veri
e propri metodi di autoipnosi.
In certi casi si arriva a tecniche di lavaggio
del cervello ben note nei paesi dittatoriali e il condizionamento è
talmente forte che negli Stati Uniti è nata una nuova figura professionale:
il "decondizionatore". Si tratta per lo
più di uomini d'azione disposti (su richiesta delle famiglie disperate)
a sequestrare letteralmente un adepto, tenerlo rinchiuso per almeno quindici
giorni per sottoporlo a una sorta di disintossicazione mentale coatta.
In Italia, ovviamente un intervento del
genere è impossibile visto che si configurerebbe immediatamente
il reato di sequestro di persona ma bisogna riconoscere che la legge, nei
confronti dei "guru" di pochi scrupoli, è un'arma spuntata specie
dopo l'abolizione del plagio dal codice penale.
Il fenomeno delle sette non si può
certo ridurre a un semplice fatto di costume o di decadenza delle religioni
ufficiali: le stragi nelle metropolitane giapponesi ordinate dal guru Shoko
Asahara della "Suprema verità", i recenti suicidi di massa dell'"Ordine del tempio del sole" (sessantasei cadaveri carbonizzati scoperti
in due riprese, il 5 Ottobre e il 23 Dicembre, tra cui quello del "guru"
Luc Juret) e gli 80 morti nel rogo di Wako in Texas, nel 93 (per citare
solo i casi più clamorosi e recenti), dimostrano l'urgenza di una
linea d'azione efficace ed universale a cui forse, dovrebbero contribuire
anche gli organismi investigativi internazionali.
Quanti sono gli adepti nelle sette? Le
stime sono tutte indicative ed estremamente fluttuanti. Gli studiosi, attualmente
parlano di circa 15 milioni di seguaci nel mondo, affiancati da almeno
30 milioni di simpatizzanti. In Italia le valutazioni più recenti
indicano, molto approssimativamente, circa 700 gruppi con una valutazione
del numero dei fedeli che oscilla dai 600 mila a un milione.
Una delle classificazioni più interessanti
(sia pure nell'ambito di confini spesso incerti e di continue contaminazioni)
è quella di Cecilia Gatto Trocchi che distingue tra sette di derivazione
orientale (Soka Gakkai, Hare Krishna, Rajneesh, Sai Baba, Yogananda, Mahikari,
ecc...), sette di matrice islamica (Sufi, fedeli della verità, esoterismo
kurdo, estremamente minoritari in Italia), sette di matrice cristiana (Testimoni
di Geova, Mormoni, Avventisti del Settimo Giorno, Bambini di Dio, Chiesa
dell'Unificazione del reverendo Moon, ecc...), psico-sette (Primal di Maha
Yoga Sudha, Silva Mind Control, Life Discovery Principles, Evo Cris, Scientology),
il mondo nebuloso di esoterismo, magia e occultismo (New Age, Raeliani,
"Nonsiamosoli", Società Teosofica, ecc...) e infine il satanismo
propriamente detto.
Quest'ultima confraternita, particolarmente
inquietante nel paese di San Francesco e della città santa, conterebbe
qualcosa come quarantamila adoratori del Maligno sparpagliati in tutt'Italia.
Il nucleo più consistente, tradizionalmente, è quello di
Torino, una città che, secondo la geografia esoterica, si troverebbe,
come Lione e Praga, sulle linee di forza del male, da cui si sprigionerebbero
le forze oscure del satanismo.
Più attendibile la spiegazione del
professor Michele Del Re, grande studioso di sette e di "Nuove religioni".
"La colonia calabrese di Torino è estremamente ampia e viva e ha
trasferito gran parte delle sue tradizioni al Nord. Tra queste anche l'usanza
delle comunità rurali dove il prete conviveva senza troppi problemi
con la strega del paese, senza che mai il potere di uno interferisse con
quello dell'altra". Del Re cita l'esempio della strega di Amantea, una
donna, a suo modo, affascinante che fu condannata perché in casa
sua fu trovato un uomo morto per le torture subite durante un rito. "La
sede della setta era in Calabria ma gli adepti erano tutti torinesi di
adozione".
Satanismo d'importazione, insomma. Quello
che è certo è che anche all'ombra di San Pietro è
tutto un fermento di messe nere, sacrifici a Lucifero, riti notturni nei
cimiteri. Oltre al Triangolo esoterico di San Giovanni, i seguaci di Belzebù,
a quanto pare, prediligono la zona dei castelli, un tempo sede del culto
del dio Mitra e oggi di un satanismo casereccio ma non meno inquietante.
"Credo in Lucifero, nostro signore ma la
mia congregazione non ha mai fatto del male in suo nome" assicura Efrem
Del Gatto, leader della chiesa nera luciferiana che conta 3.000 adepti
"Non sacrifichiamo animali, beviamo vino rosso al posto del sangue e la
violenza si riduce alle 41 frustate rituali, più che altro simboliche,
ai neofiti che diventano monaci e a chi torna da un periodo di assenza.
Ai nuovi fedeli chiedo la fedina penale immacolata e il Test Hiv, ma accettiamo
anche i sieropositivi".
Nella capitale si contano anche altri gruppi
minori di satanisti come gli "Eletti di Satana", i "Figli di Maat" e un
fantomatico gruppo detto "Orgasmo nero" che sarebbero dediti alla pedofilia
e a un macabro connubio sesso-morte.
Chi, afflitto dal male di vivere o impegnato
in una ricerca spirituale che non trova risposta nella Chiesa o in un'altra
delle grandi religioni, entra in una setta, comincia, spesso, un lungo
percorso che lo porterà, quasi inevitabilmente, a bussare ad altre
porte, a tentare nuove avventure dell'anima.
Secondo una ricerca curata da Massimo Introvigne
alcuni gruppi (Chiesa dell'Unificazione, Scientology, Meditazione Trascendentale,
Hare Krishna) hanno un turn over molto alto e difficilmente gli adepti
restano più di 5 anni. Altri, che coinvolgono i network sociali
e arruolano intere famiglie, assicurano una permanenza più lunga
(Mormoni, Testimoni di Geova, Pentecostali, Soka Gakkai e Damanhur). Una
terza fascia, più inquietante, rende quasi impossibili le defezioni
spesso con metodi intimidatori o pressioni fortissime sui fedeli. A quest'ultima
categoria appartengono le cosiddette Chiese dell'identità, le congreghe
sataniste e le confraternite che si dedicano all'occultismo e alla magia
sessuale.
Ecco la storia di una donna che ha attraversato
molte tappe di un tormentato viaggio alla ricerca dello spirito e che si
è confidata, di recente, con un quotidiano torinese. Un racconto
sconcertante ed emblematico:
"Ero cattolica ma piena di dubbi. Una mia
amica fu posseduta dal diavolo ed esorcizzata da monsignor Milingo. Cercavo
spiegazioni sul Maligno ma il mio parroco era sempre vago, evasivo. Alcuni
amici seguaci del reverendo Moon mi convinsero ad entrare nella loro Chiesa
dell'Unificazione. Ci rimasi tre anni ma, spesso, dimenticavo i rituali
e non riuscivo ad alzarmi alle 5 del mattino, la domenica, per inginocchiarmi
davanti alla foto di Moon. Per fortuna ero già sposata e non dovetti
sottostare al matrimonio di massa".
"Un giorno accadde l'impensabile" continua
la donna "c'era una medium che aveva avviato i miei amici a Moon e d'improvviso
disse loro di abbandonarlo. Il nuovo Messia, spiegò, è Baba
Ji. Lo incontrai: si proclamava l'ultimo dei Maestri, e diceva che era
il momento di mettersi in marcia perché il Kalyuga, l'epoca delle
tenebre, era alle porte. I parenti vi criticano? Allontanatevi da loro,
ci consigliava. E io obbedii: mi vestii solo di bianco, abolii la carne
dalla mia dieta, meditai, versai soldi per il movimento. Qualcuno vide
il Maestro al ristorante, davanti a una succosa bistecca ma lui non si
scompose: per fare proselitismo, spiegò, bisogna adeguarsi agli
usi di chi non è ancora illuminato".
"Un giorno Baba Ji aprì una casa
editrice e fondò il partito degli Stati uniti del mondo. Poi disse
ai fedeli: vendete le vostre case, compratevi delle roulotte e preparatevi
a mettervi in cammino. Il Kalyuga è vicino e vi dirò io dove
dovete andare per salvarvi prima che un terremoto distrugga la terra. Mio
marito, a questo punto, riuscì a trascinarmi fuori dalla setta.
Passai un anno di disperazione nera, poi incontrai Giorgio Di Bitonto,
che ha scritto 'Angeli in Astronave' e sostiene di aver avuto un messaggio
per l'umanità da angeli extraterrestri. Era molto gentile e comprensivo
ma non riusciva a convincermi del tutto. Quando mi veniva un dubbio rispondeva
semplicemente: ci arriveremo strada facendo".
"Una sera" conclude la donna "fui invitata
a una riunione del Rinnovamento dello Spirito Santo (un gruppo cattolico
riconosciuto dalla Chiesa n.d.r.). Fu veramente una rivelazione. Ora sono
tornata al cattolicesimo, con un forte senso dell'ecumenismo. A chi mi
dice che anche il mio gruppo è fanatico rispondo che non sa cos'è
il fanatismo. Io sì e ne sono guarita, ho capito la differenza tra
fanatici e fedeli".