27 marzo 2008 È di ieri la sconcertante notizia che il sito Web di Raffaella di Marzio (www.dimarzio.it) è stato posto sotto sequestro giudiziario dalla Procura di Bari. Ma la cosa assolutamente più sconcertante è che la dott.sa Di Marzio, stimata studiosa di Nuovi Movimenti Religiosi con all'attivo numerose pubblicazioni e 4 lauree del tutto pertinenti con la sua attività di ricercatrice (che in sé non prevede certificazioni accademiche o iscrizione ad albi di sorta), è inquisita dalla Procura di Bari per reati gravi. Non si comprende bene il perché. Forse per aver partecipato quale osservatore partecipante ad un incontro di seguaci di Arkeon (il cui maestro Vito Moccia è attualmente inquisito e le attività seminariali del gruppo, interrotte) tenutosi a Roma il febbraio scorso? Incontro che nell'immediato venne sospeso dalla Digos la quale, dopo avere identificato i partecipanti consentiva ai convenuti di proseguire le attività. Personalmente sono senza parole. Non so quanti di voi abbiano seguito la vicenda Arkeon, ma credo che il presunto coinvolgimento della dott.sa di Marzio possa essere così riassunto:
Credo non sia tollerabile, in un paese civile, che uno studioso venga addirittura accusato di reati gravi per avere semplicemente preso parte da osservatore esterno a un incontro ritenuto lecito dalla DIGOS, e per avere ospitato sul suo spazio web una civile discussione tra sostenitori del metodo Moccia e suoi detrattori. Oggi Raffaella di Marzio si trova inquisita per accuse infamanti e il suo sito web, preziosa risorsa per chiunque si interessi di fenomenologia settaria, oscurato. Non solo la sezione che si limitava ad ospitare una CIVILE DISCUSSIONE (e direi che il diritto di parola è ancora garantito dalla nostra Costituzione), ma TUTTO il sito. Ritengo altresì sconcertante che i detrattori di Arkeon, che hanno fatto del forum del CeSAP Bari il loro ritrovo di elezione, "brindino" per quello che a me sembra un atto censorio del tutto immotivato e inaccettabile, di una gravità estrema. ANon dubito che le accuse si dimostreranno - fra alcuni ANNI visti i tempi della nostra giustizia - del tutto infondate, ma che stanno facendo rischiare alla dott.sa Di Marzio il lavoro, la serenità familiare e, non ultima, la libertà personale. Oltre che costringerla a sostenere ingenti spese per la sua difesa legale. Queste poche righe per manifestare alla dott.sa Di Marzio tutta la mia solidarietà, ben consapevole della sua onestà intellettuale e della sua estrema correttezza nell'affrontare, da studiosa qualificata e da ricercatrice seria ed esperta quale è da anni, la problematica inerente i gruppi settari. Credo che la sua vicenda non debba passare sotto silenzio e meriti la nostra solidarietà. A chi dentro Arkeon ha subito abusi - e al CeSAP Bari che ha contribuito a sollevare il caso e ospita i "brindisi" per un così grave atto censorio, rivolgo una domanda che ritengo del tutto legittima: siete davvero sicuri di sapere che cosa è una "setta"? E siete sicuri di non starvi trasformando da probabili vittime in sicuri aguzzini? Simonetta Po Archiviazione per infondatezza di notizia di reatoFinalmente il 10 marzo 2011 è arrivata la notizia che il kafkiano caso che ha vista coinvolta Raffaella Di Marzio, studiosa di fama internazionale, si è concluso nell'unico modo in cui si poteva concludere: Vale a dire che la/e persona/e che si era/no attivata/e per far credere al magistrato inquirente del "caso Arkeon" che:
oltre che averla accusata di "abuso di professione medica" (così recitava l'avviso di garanzia che accompagnava il sequestro preventivo del suo sito www.dimarzio.it), Queste falsità hanno portato grave danno alla Dott.ssa Di Marzio sia a livello personale, sia a livello professionale, sia a livello finanziario.
Non ultimo, quelle falsità hanno portato grave danno alla conoscenza, poiché quando la Dott.ssa Di Marzio venne colpita da quel vergognoso avviso di garanzia, che di fatto le tappava la bocca, si stava approntando a condurre uno studio scientifico sul gruppo Arkeon, studio che mai prima era stato realizzato e che a tutt'oggi ancora non esiste.
Per avere maggiori dettagli sulle molestie subite dalla Dott.ssa Di Marzio, coraggiosa voce che aveva osato "cantare fuori dal coro", si veda il suo blog. Per avere maggiori dettagli sul "caso Arkeon" in generale, si vedano i seguenti blog: Per avere maggiori dettagli su altre situazioni che hanno visto una studiosa italiana fatta oggetto di numerose molestie e querele presentate da una collega ed ex-amica, tutte archiviate per infondatezza di notizia di reato, si veda: Infine, per avere una visione molto minimale di che cosa ha significato per la sottoscritta esprimere pubblica solidarietà alla Dott.ssa Di Marzio, si veda qui. Le molestie, le campagne diffamatorie, gli ostracismi ai miei danni scaturiti dall'aver osato dire pubblicamente e serenamente ciò che pensavo di quella vicenda sono molteplici e hanno investito diversi campi che sarebbe troppo lungo enumerare. La "morale" che ho impararato sulla mia pelle da questa vicenda è che i maggiori, e migliori, esempi di settarismo - con tutto il loro portato negativo, abusante, fanatico, fondamentalista, distruttivo - andrebbero ricercati forse tra chi si propone come "centro di informazione e ricerca" sulle "sette" (o sui pedofili... o sui satanisti...), come "centro studi" sugli abusi psicologici, piuttosto che tra la maggioranza di gruppi diversi, e perciò tacciati di devianza e di ogni nefandezza immaginabile per il solo fatto di essere diversi. È chiaro che chiunque commetta reati, sia esso appartenente a un gruppo "normale" o "diverso", deve essere perseguito e punito. È altrettanto chiaro che può esistere un giudizio morale che è semplice espressione della propria opinione personale e ideologica, e che nulla ha a che vedere con il fatto-reato.
Quello a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, e di cui il caso di Raffaella Di Marzio è solo un esempio nemmeno tra i più gravi, è la persecuzione ideologica attraverso il sistema giudiziario, che pare essere molto pronto a prestare il proprio fianco. Alcuni esempi di scempio mediatico/giudiziario:
Poco stranamente, i fomentatori di tali panici morali sono quasi sempre gli stessi che si celano dietro presunte "associazioni di aiuto e ricerca" o "centri studi" apparentemente interessati a non meglio specificati "abusi psicologici": per accertarlo è sufficiente fare un controllo incrociato sui nomi dei responsabili.
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