Chi la finanzia in Italia. Di © Antonio Rossitto, articolo di copertina di Panorama, 6 marzo 2008. Cosa hanno in comune il Carrozziere Lampo di Arcore con la Cis Consulenze di Corigliano Calabro? Un'azienda che organizza funerali, la Enea di Castelfranco Veneto, con un ristorante che fa anche corsi di merengue, ossia Il Tempio Inca di Brescia? Apparentemente niente. Invece queste aziende sono socie del Wise, il World Institute of Scientology Enterprises che raduna le aziende legate al movimento religioso. Sono 235 le aziende italiane che compaiono nell'annuario 2006: Solo Stati Uniti, Russia e Ungheria ne contano di più. Il Wise è probabilmente l'organizzazione di Scientology cresciuta di più negli ultimi tempi. Una rete di società con legami che vanno dalla Confindustria alla Confcommercio. Passando per multinazionali come la Kellogg's e grandi aziende come l'Ina. Del resto già nel 1972 Ron Hubbard, il fondatore di Scientology, indicava la via da seguire negli affari: «Fate soldi, fate ancora più soldi. Fate in modo che gli altri producano in modo da fare soldi». Più di 35 anni dopo, i dettami del filosofo e scrittore americano sono applicati alla lettera dai seguaci. Anche in Italia, paese in cui l'organizzazione non conosce crisi. «Fare soldi»: Scientology riesce nell'intento in vari modi. Legato al Wise è l'Hubbard College of Administration. Poi ci sono i «servizi spirituali», le donazioni, i lauti diritti incassati con i libri del fondatore. Danari che adesso il movimento sta proficuamente investendo in Italia. Per estendere, come emerge da alcuni documenti riservati, la sua influenza nel Paese. L'ultimo colpo, il più importante, è stato l'acquisto di un edificio a Roma, che ospitava l'Istituto della Chiesa cristiana d'Irlanda. Quasi un contrappasso, dato che il movimento si prepara a chiedere allo Stato italiano il riconoscimento come religione. Ma per capire il peso economico di Scientology bisogna partire dal Wise. Nell'annuario c'è di tutto: catene di negozi d'abbigliamento, lavanderie, commercialisti, avvocati e medici. Per associarsi serve una tessera annuale che va dai 500 ai 6 mila euro. Lo scopo è «assistere e unire le attività commerciali che utilizzano la tecnologia di Hubbard». In realtà, da documentazione interna, emergono fini più ambiziosi: «Dare supporto e proteggere l'integrità delle chiese e di altre organizzazioni della religione di Scientology» ed estendere ampiamente i metodi «in ogni azienda, organizzazione e governo del pianeta». Proselitismo: secondo molti, la finalità principale sarebbe fare nuovi adepti, piegare, magari indirettamente, l'economia alla religione. Per questo motivo, e per le presunte pressioni finanziarie sui membri, in Germania le aziende del Wise non possono partecipare alle gare pubbliche. Come riesce invece l'organizzazione a fare soldi e seguaci in Italia, lo raccontano alcuni ex soci. Mentre Scientology ha espresso, in via ufficiale, la «non volontà di rilasciare alcuna intervista» (riquadro a pagina 45). Fabrizio Tramonti, milanese di 30 anni, è stato affiliato per un anno: oltre ad aver pagato la tessera da 6 mila euro, versava il 10 per cento del fatturato. La sua società, la Tizeta Communication, promuove le offerte di aziende come Enel, Telecom, Teledue e Barclays Bank. Nasce nel 2005 e aderisce immediatamente al Wise. «Dopo due mesi mi resi conto che il mio interesse principale era fare avvicinare nuova gente a Scientology» ricorda. «Avevamo grande rotazione di dipendenti: venditori assunti a provvigione. II primo corso lo pagavo io. Poi loro versavano le altre quote. A volte spendevano più di quanto guadagnavano». Secondo Tramonti, «attrarre potenziali fedeli è l'obiettivo dichiarato, principale e vitale di ogni impresa legata a Scientology». L'imprenditore racconta che così era sicuro di poter fare carriera nel movimento. «Alla fine del 2005 vinsi una medaglia per aver portato più gente dentro Scientology: 250 persone. Dipendenti, collaboratori, clienti: tutti spinti da me. Ero raggiante». Nei conti dell'azienda si scopre però una perdita. «L'organizzazione concluse che Ia colpa era mia: venni mandato a seguire un processo di purificazione da 70 mila euro. Servì, ma allo scopo opposto. Ruppi con i miei soci e Scientology, a cui ho data 280 mila euro in sei anni». L'intreccio fra interessi della chiesa e dei clienti è evidente nel caso delle società di consulenza del Wise: in Italia sono 31 su 235 associati. Una delle società più importanti è la In-Formazione. Nel bollettino di gennaio mandato ai clienti si parIa di «centinaia di aziende servite» e «salotto imprenditoriale». La società organizza corsi con la Cescot, ente della Confesercenti, e la Confidi Veneto, associazione della Confcommercio. Collabora poi con Hotel Notizie, il periodico lombardo della Federalberghi. La filosofia del fondatore viene utilizzata anche dalla Learning school, che offre servizi a multinazionali come la Kellogg's, regina dei cereali, e la Hayes Lemmerz, che fa cerchioni in alluminio. Così come a grosse concessionarie Peugeot e importanti agenzie immobiliari. Aziende che, seppur indirettamente, senza consapevolezza, finanziano il movimento. Fine a tre anni fa in Italia il socio più importante era la Mind Consulting di Bologna: 17 milioni di euro di fatturato l'anno e circa 200 persone tra collaboratori e dipendenti. «Le difficoltà cominciarono nel 2003» racconta l'amministratore delegato AC. «Volevano obbligarci a usare solo il metodo di Hubbard. E ci chiedevano di mandare via gli psicologi, con cui siamo obbligati a lavorare per legge». Scientology, infatti, rifugge i metodi della psichiatria e, in generale, quelli scientifici. La Mind rimane associata dal 1996 al gennaio del 2005. Da quel momento i contatti si diradano, fino all'espulsione nel gennaio del 2006. I suoi manager sono accusati di fare «propaganda nera». Per Scientology sono «persane non grate». In cima alla lista c'è PR, 41 anni, uno dei fondatori della Mind. «Il Wise mette sempre al primo posto il proselitismo. E fa pressioni molto forti in tal senso» dice R. «Il conflitto di interessi è evidente. Da una parte c'è il mercato, con al centro il cliente. Dall'altra c'è Scientology, che pone la chiesa sopra a tutto, sempre e comunque: alla continua ricerca di nuovi adepti e finanziamenti». Oltre al Wise, alle imprese si rivolge un'altra organizzazione legata al movimento: l'Hubbard College of Administration, sistema di scuole di consulenza aziendale con sette sedi in Italia. Lo scopo è sempre lo stesso: diffondere i metodi del fondatore. Presentandosi però come alta scuola di amministrazione. I prezzi non sono esattamente abbordabili: il «corso di laurea» di due anni (senza valore legale) costa 32.643,28 dollari, cioè circa 22.300 euro. Più di quanta si sborsa per un biennio alla Bocconi. Punto forte dell'Hubbard College sono i corsi e i seminari nelle aziende. Tra le società in cui è stato diffuso il verbo del fondatore ci seno l'Ina Assitalia; la Biofin, multinazionale del farmaco; la Sac service, che gestisce i servizi dell'aeroperto di Catania; l'Assopiastrelle, che raggruppa le aziende di ceramica della Confindustria. Proprio con la sede della Confindustria di Ragusa, e con quella di Siracusa, l'Hubbard College di Catania ha stipulato una convenzione. I soci potranno godere «di particolari agevolazioni» per i seminari. Venti dipendenti dell'agenzia generale dell'Ina Assitalia di Ragusa hanno partecipato a uno di questi corsi. Sonia Scionti, la responsabile commerciale, ricorda: «Un programma elementare, durate un paio di giorni. Dopo però mi hanno chiamato insistentemente per avere referenze». Costruire una fitta rete di contatti con le aziende, specie quelle note, è difatti uno dei propositi dell'Hubbard college. La struttura, nonostante il nome, si dice svincolata da Scientology. Niente secondi fini. Nessun collegamento economico. «Invece è solo un'attività satellite: tutti i dirigenti fanno parte del movimento» sostiene Enrico Costantini, 47 anni, direttore esecutivo dell'Hubbard college di Temi dal 2002 aL 2004. «Il materiale utilizzato è lo stesso di Scientology. Viene solo secolarizzato: riferimenti a spirito e anima sono sostituiti da termini economici». Secondo Costantini, i tentativi di trovare nuovi adepti sono incentivati. «Ogni venerdì, fra le statistiche da mandare ai dirigenti c'era il numero dei corsisti che avevano contattato la chiesa». Costantini è uscito da Scientology nel 2004. Due anni dopo è stato condannato dal tribunale di Terni per essersi spacciato come consulente aziendale pur non avendo i titoli. «Sarebbe potuto capitare a qualsiasi dirigente dell'epoca» afferma Costantini. Oltre al tramite del Wise e dell'Hubbard college, i soldi entrano nelle casse del movimento in molti modi. Il più importante è rappresentato dai corsi e le sedute di auditing che bisogna acquistare per raggiungere la «consapevolezza". «Questi incontri servirebbero a liberarsi dai traumi della vita precedente» sostiene Simonetta Po, che dopo avere frequentato per un anno il movimenta ha creato il sito Allarme Scientology, raccolta di materiale critico verso l'organizzazione. «I corsi» dice Po, «sono invariabilmente a pagamento. Più si avanza, più si paga: circa 25 mila euro per raggiungere lo stato di Clear, primo stadio di consapevolezza; 250 mila euro per il livello di OT VIII, il più alto a cui può arrivare un comune mortale. Ma sono stime prudenti, che non tengono canto dei servizi accessori». Per esempio la tessera della las: L'associazione internazionale di Scientology. Dopo i primi sei mesi gli adepti devono spendere 300 euro all'anno per affiliarsi. La las raccoglie donazioni. Secondo Impact, la rivista inviata ai soci, esistono diverse categorie di benefattori: dal semplice «sponsor», che versa 5 mila dollari, al «Diamond meritorious», titolo concesso a chi paga più 2,5 milioni di dollari. Nel mondo sono solo tre. Tra questi c'è l'attore americano Tom Cruise: grande sostenitore, non solo economico, dell'organizzazione. Mentre tra i divi italiani non c'è mai stato alcun nome noto. Cosa che rammarica i responsabili del movimento: una celebrità tra i seguaci sarebbe uno straordinario veicolo promozionale per il culto. In Italia, secondo Scientology, i membri sono 15 mila. Quelli attivi però non supererebbero i 5 mila. Conoscere i loro esborsi per i «servizi spirituali» è impossibile. Invece si può calcolare quanto versano alla Ias: circa 1,5 milioni di euro. Quisquilie, se raffrontate alle donazioni fatte dagli italiani negli ultimi vent'anni. Secondo Impact, fino al 2006, sono state 960, per un totale di 30.315.000 euro. Stima però prudenziale, perché dall'elenco vengono depennati i fuoriusciti. I più generosi tra gli italiani sono stati il costruttore ticinese Marco Chiancianesi e la moglie: «gold meritorious» per avere regalato 1 milione di dollari. Stessa cifra elargita da John Travolta e la meglie Kelly Preston. Le donazioni alla las esulano da altri tipi di versamenti chiesti agli adepti: come quelli per l'acquisto di immobili del movimento, che ha sedi in tutta Italia. A Milano, non lontano dalla Stazione Garibaldi, Scientology possiede un palazzo di sei piani, inaugurato nel 2000. Un grosso investimento è stato fatto anche a Rivoli, vicina a Torino: l'ex collegio degli Artigianelli. Quasi 8 mila metri quadrati che sarebbero costati 4 milioni. Il committente dei lavori di ristrutturazione è la Bellaria srl, che ha due scientologi nel consiglio d'amministrazione. È stata invece una società americana, la West World Llc, ad acquisire a Roma un palazzo di 6 mila metri quadrati in via della Maglianella. La struttura era appartenuta all'Istituto della Chiesa cristiana d'Irlanda. Ora cambia utilizzo: diventerà la nuova casa dell'«Org ideale» (acquistare sedi di rappresentanza in alcuni capoluoghi fa parte di una strategia di espansione, esplicitata nel progetto chiamato appunto Org ideali). La struttura, si legge in una lettera mandata agli auditor, è stata già presentata da David Miscavige, leader del movimento. «La nostra influenza come scientologist» aggiunge il comunicato «Si sentirà a 360 gradi nella città, nel sociale» e il complesso diventerà «punto di riferimento, stabile e sicuro». Si tratta di operazioni immobiliari spesso condotte usando società estere, come la West World, o italiane, come la Casa Bellaria. Il giornalista Luca Poma, 35 anni, di Torino, è stato per dieci anni influente esponente di Scientology. Il movimento lo ha però allontanato nel 2003, dopo che aveva messo in discussione alcuni metodi del gruppo tra cui la scarsa chiarezza nella gestione finanziaria. «Queste informazioni non sono divulgate neanche agli stessi membri» sostiene Poma. «Nessuno conosce entrate e uscite, destinazione esatta dei fondi, saldo dei conti cerrenti. Perché Amnesty pubblica i bilanci e Scientology no? Regole di trasparenza e condivisione sarebbero un bel messaggio. Spero in una riforma: così la chiesa si danneggia da sola». Maggiore chiarezza, tra l'altro, potrebbe tornare molto utile al movimento, che in Italia si prepara a chiedere lo status di religione. Se venisse accettata la domanda, Scientology otterrebbe quel riconoscimento a cui ambisce da sempre. Una condizione giuridica che gli permetterebbe di pagare meno masse. Per «fare ancora più soldi». Proprio come auspicava il vecchio L. Ron Hubbard.
Ecco la risposta che Scientology ha mandato a Panorama dopo essere stata più volte interpellata. «Gentile dottor Rossitto, rispondo alle sue mail, con cui annuncia l'inchiesta di Panorama sulla Chiesa di Scientology e Wise, la nostra "Compagnia delle opere", se mi è concesso il paragone. Gli Usa fanno cassa con le celebrityDi William Shaw, © Daily TelegraphCi si avvicina a Scientology già con un certo bagaglio di pregiudizi: data la sua reputazione, ci si aspetta che siano tutti degli svitati. Non migliora la situazione il tomo recentemente scritto da Andrew Morton su Tom Cruise, l'uomo rappresentativo di Scientology, in cui si afferma che: a) l'attore è il numero due della religione; b) il capo della setta David Miscavige aveva seguaci incaricati di seminare prati di fiori selvatici perché Cruise e l'allora moglie Nicole Kidman vi potessero amoreggiare; c) molti scientologisti credono che l'attuale moglie di Cruise, Katie Holmes, abbia messo al mondo il figlio del defunto L. Ron, utilizzandone lo sperma congelato. Simili dichiarazioni avrebbero potuto essere dimenticate rapidamente, non fosse stato per l'imbarazzo aggiuntivo di un paio di video postati su YouTube e gawker.com. In entrambi i casi si tratta di video privati di Scientology che mostrano Cruise mentre, con gli occhi sbarrati, parla della religione. Sullo schermo egli spiega con enfasi e fare evangelico che gli scientologi «sono gli unici che possono davvero aiutare» e ride come un folle delle SP (nel gergo scientologo, le «persone soppressive», che apparentemente negano a Scientology la sua grandezza. Visto dall'esterno sembra inequivocabilmente un pazzo. Accogliamo con grande interesse queste storie sulla folle avventura di Tom con Scientology. È una conferma di quanto sembriamo voler credere, ossia che Scientology è un atto di follia collettiva. Tuttavia, negli anni ho conosciuto molti scientologi. La loro brillante fiducia in sé può forse renderli un tantino noiosi, ma nessuno di loro mi ha dato la minima impressione di essere matto. Per quanto possa apparire strano, è del tutto possibile condurre una vita ben riuscita, funzionante, perfino normale ed essere uno scientologo. Non si può certo dire che Tom Cruise viva un'esistenza normale, ma non si diventa «la celebrità più potente al mondo», secondo la rivista Forbes, essendo pazzi. L'elenco di scientologi tra i personaggi famosi è molto nutrito: Kirstie Alley, Chick Corea, Beck, Jenna Elfman, Juliette Lewis, Lisa Marie Presley, Jason Lee, Giovanni Ribisi, John Travolta e la moglie Kelly Preston lo sono o lo sono stati in tempi recenti. Will Smith lo è quasi diventato. Jerry Seinfeld ne ha accarezzato l'idea. Che si tratti di personaggi illustri o meno, non sono persone deboli di mente. Hanno tutti successo nella loro professione. Quindi ci si chiede cosa diamine facciano in Scientology. Una risposta è piuttosto semplice. Per dirla schiettamente, questa religione piace davvero tanto alle persone famose e i più cinici fanno notare che c'è un motivo. Fin dai primi giorni di esistenza di Scientology, L. Ron Hubbard si è propasto di attirare i personaggi noti verso il sue nuovo credo. Una volta Tom Wolfe definì un culto come «una religione senza potere politico». L. Ron Hubbard sembra aver creduto che Scientology avesse bisogno di qualcosa che fosse molto più convincente del potere politico. Nel 1955 lanciò quello che lui stesso definì Progetto Celebrità, elencando 63 persone famose che intendeva interessare alla sua «scienza della mente». Era una selezione cattolica che comprendeva Ernest Hemingway, Danny Kaye, Orson Welles, Liberace, Bing Cresby, Pablo Picasso e Walt Disney. «Queste celebrità sono strettamente sorvegliate, ben barricate, sovraccariche di lavoro, prede lontane. Se ne conquisterete una, riceverete in premio una targhetta» scriveva Hubbard ai suoi seguaci. Le celebrità, secondo Scientology, sono a un livello spirituale di attività potenzialmente superiore. E, certo, sono anche piuttosto utili. Il Celebrity centre di Hollywood è un edificio da favola all'angolo di Franklin e Bronson, un'enorme struttura anni 20 ispirata a un castello francese. Un po' di tempo fa, la prima volta che ho manifestato l'interesse di scrivere su Scientology, l'organizzazione ha esitato, quindi mi ha invitato a un party che si teneva in quell'edificio per festeggiare il 26° anniversario del centro. Si è trattato di un avvenimento solenne, come ogni festa di gala, salvo per il fatto che era affollato di seguaci hollywoodiani di Hubbard. Nancy Cartwright, voce di Bart Simpson, era esplosiva in bianco (recentemente si è appreso che Cartwright, tra le celebrità, è la donatrice più generosa di Scientology: Lo scorso anno ha elargito alla chiesa 10 milioni di dollari). Travolta, che indossava una scintillante cravatta argentea, si è presentato accompagnato dalla moglie Kelly Preston. Per essere un incontro di carattere religioso era decisamente sofisticato. Da molti punti di vista, era solo un'altra festicciola hollywoodiana, ma non mancava quell'eccitante pizzico di fede. Isaac Hayes ha presentato la sua cover di una canzone dei Beatles per parlare della «lunga e tortuosa strada versa la verità». Circondato da una troupe televisiva, Travolta ha esultato: «Non possono esserci dubbi sull'impatto che Scientology e i celebrity centre hanno avuto sulla comunità artistica. L'artista viene aiutato a correggere le proprie azioni, a essere più determinato e riceve un vero supporto per la propria carriera». Qualche tempo dopo sono tornato come ospite pagante. Il centro funzionava come un hotel. Ora, chiunque poteva prenotare una stanza. Per 250 dollari a notte mi sono sistemato in una sontuosa suite: distribuita su due piani, è stata l'alloggio dai lampadari a bracci e dai drappeggi più fastosi in cui abbia mai soggiornato. Un giorno, nel centro, ho incontrato Kelly Preston. Con affabile serietà mi ha raccontato delle ricchezze ricevute da Scientology, alla quale si è avvicinata grazie a un «acting coach», un insegnante di recitazione. Non ha mai trovato strano che tutti i collaboratori di Scientology indossassero uniformi quasi navali. Anzi, questo non ha fatto altre che convincerla della loro serietà. «È risaputo che su una nave di prima classe» ha dichiarato «viene offerto un servizio di prima categoria». È stata una studentessa risoluta e laboriosa della fede, superando praticamente il massimo dei livelli possibile. Naturalmente, non ha potuto entrare nel dettaglio in merito a quanto appreso, dal momento che i livelli superiori sono strettamente riservati. Invece ha parlato in generale dei principi di Hubbard relativamente al fare, all'avere e all'essere. «L'essere di qualcuno... chi sei veramente... le tue vite» ha spiegato con pazienza. «È l'essere più puro che si possa mai diventare». Al termine del corso relative all'essere, la sua vita era completamente diversa, ha ammesso, tanto da non riuscire quasi a ricordare come si camminasse. Rammenta di essere uscita dalla stanza aggrappandosi alla parete e di aver pensato: «Ok, muovi un piede davanti all'altro. È così che si cammina in queste corpo, è un'esperienza che mi ha spalancato la mente». Dopo il corso relativo all'avere, sentiva che avrebbe potuto ottenere tutto ciò che voleva. Ha sposata John Travolta, dal quale ha avuto un figlio. Le sono stati offerti ruoli in film che da sempre aveva desiderato. «Il mio "avere" è decollato!». E accompagna la frase con un gesto esplicativo, come di un aereo che prende quota. La coppia si è sposata con una cerimonia tenuta da un ministro di Scientology. Ha partorito il figlio Jett in totale silenzio. Hubbard credeva che qualsiasi parola o suono emesso durante il trauma della nascita potesse essere registrato come «engram». "È uno degli aspetti più notevoli» ha dichiarato Preston con orgoglio prosaico. «Sento di aver fatto un dono a mio figlio». Piuttosto stranamente, gli ultimi giorni hanno offerto un ulteriore indizio del perché alcune celebrità rimangono così fedeli a Scientology e del motivo per cui essa continua ad attrarre la loro attenzione. Tom Cruise può forse non avere avuto successo in quello che pare essere stato il suo recente tentativo di reclutare David e Victoria Beckham (sempre che ci abbia davvero provato), ma quella di essere uno scientologo in costante conflitto con media ostili deve essere un'esperienza sempre più consona alle celebrità moderne come Posh e Becks. I giornalisti sono persone «soppressive», che tentano di coglierti in fallo, di infangare la tua verità. Tu sei speciale, invece il loro obiettivo abbatterti. In un certo senso, è questa amara dinamica ereditata da Hubbard a garantire la vitalità di Scientology. Possiamo nutrire ostilità verso ciò che percepiamo come la sua pseudoscienza manipolativa, ma questa stessa ostilità viene considerata da Scientology come la prova del proprio trovarsi dalla parte della ragione: noi siamo il nemico da sconfiggere per salvare il mondo.
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