Di Deborah O'Neil, 7 luglio 2002, St. Petersburg Times. Per anni Bob Minton è stato il principale oppositore della chiesa in una delle sue battaglie pubbliche più disgustose. Ora, con uno stupefacente dietrofront, la sua testimonianza aiuta la chiesa nel caso Lisa McPherson. Traduzione e note a cura di Martini
Questo resoconto è stato presentato a Minton il 28 marzo scorso, durante un incontro in un ufficio legale di New York City. È stato il primo di almeno venti negoziati avvenuti in marzo, aprile e maggio tra dirigenti e avvocati di Scientology e l'arcinemico della chiesa, il milionario Robert Minton. Per anni Minton e Scientology avevano ingaggiato un'astiosa battaglia pubblica, spendendo milioni di dollari per la reciproca distruzione. Era venuto il momento di alzare bandiera bianca. E non doveva trascorrere molto tempo prima che Minton diventasse la star dei testimoni pro Scientology. Il voltafaccia di Minton è diventato di pubblico dominio l'aprile scorso, durante una testimonianza in tribunale. I critici della chiesa, suoi vecchi alleati, si sono ritrovati a chiedersi: perché lo sta facendo? Le risposte sono emerse nelle recenti settimane nell'aula di Susan Schaeffer, giudice del circuito della contea di Pinellas. Oltre a verbali e interrogatori, le testimonianze hanno rivelato la portata degli sforzi della Chiesa di Scientology per neutralizzare il suo critico più odiato. I dettagli dell'incessante e accurata offensiva della chiesa hanno chiarito in che modo è stata possibile questa sorprendente collaborazione tra Minton e Scientology. È chiaro che Minton è rimasto schiacciato dall'offensiva legale della chiesa, che per un anno ha usato mozioni di rivelazione e deposizioni per ficcare il naso nelle sue faccende personali e di lavoro. È riuscita ad ottenere documentazioni bancarie e anche informazioni su quante pistole possiede. La chiesa ha ottenuto i tabulati telefonici dell'organizzazione anti-Scientology di Minton, l'ora defunto Lisa McPherson Trust, che fino allo scorso anno aveva sede a Clearwater. E Minton temeva che la chiesa fosse in procinto di trascinare nella zuffa anche sua moglie, facendola deporre in tribunale. La donna si era sempre tenuta alla larga dalle sue attività anti-Scientology. In più di una occasione Minton è stato obbligato a deporre, e torchiato dai legali di Scientology sulle sue attività finanziarie. Quando si è appellato al Quinto Emendamento contro l'auto-incriminazione, un giudice gli ha ordinato di rispondere. Quando non si è presentato a deporre, è stato accusato di disprezzo per la corte. Monique Yingling, avvocato di Scientology, ha testimoniato che la chiesa riteneva di essere prossima a scoprire gravi abusi di procedimento legale, false dichiarazioni giurate e false accuse nel caso McPherson. «Credo che il Sig. Minton si sia sentito davvero in trappola» ha dichiarato. «Era in una posizione in cui si trovava costretto a testimoniare su cose su cui non voleva testimoniare.» La Yingling aveva ragione. Minton è stato sopraffatto. «È stato come essere inseguito da Terminator» ha dichiarato Minton. E durante quel primo negoziato del 28 marzo la chiesa gli ha detto di ritenerlo responsabile per i milioni di dollari che le cause legali che aveva finanziato le erano costati. «Non ho mai dubitato per un solo instante che stavano dando la caccia ad un solo ricco portafogli, il mio». Ora, dopo sei anni in prima linea, Minton getta la spugna. «Sapete, è stato veramente pesante» ha recentemente dichiarato in tribunale. «È stato… - non posso più sopportarlo. Non ce la faccio.» Il ricco crociato Appena otto mesi fa, a Cleveland, Minton aveva orgogliosamente accettato un riconoscimento per i diritti umani che lodava il suo «coraggio straordinario» nella «battaglia contro la tirannia della mente umana.» Critico di Scientology noto a livello nazionale, nel suo discorso aveva parlato di «culti terroristi» guidati non da Osama Bin Laden, ma da «terroristi di mentalità simile» quali L. Ron Hubbard, fondatore della chiesa, e il suo attuale leader David Miscavige. Scientology lo considerava il "Nemico Pubblico Numero Uno". In totale l'ex banchiere ha finanziato critici, avvocati e operazioni anti-Scientology in tutto il mondo per circa 10 milioni di dollari. Aveva dato 2 milioni di dollari all'avvocato di Tampa Ken Dandar, a sostegno della causa per omissione di soccorso di Lisa McPherson, scientologist morta nel 1995 dopo aver trascorso 17 giorni affidata alle cure dei compagni membri della chiesa. Secondo Minton e altri critici della chiesa, Scientology non aveva porto l'altra guancia. Un "bollettino delle molestie" mantenuto dai critici e finito a verbale sostiene che la chiesa aveva iniziato a distribuire tra i suoi vicini, a Boston e nel New Hampshire, volantini che lo definivano un «istigatore all'odio» alla guida di una guerra contro la religione «in stile Ku Klux Klan» [1]. Gli scientologist avevano organizzato picchetti davanti casa sua e negli aeroporti. Minton ha raccontato che un rappresentante della chiesa aveva inviato fotografie ed una lettera a sua moglie, accusandolo di adulterio. Scientology aveva poi scavato nelle sue finanze. Minton ha riferito che operativi di Scientology avevano fomentato accuse secondo cui 12 anni fa avrebbe aiutato un dittatore nigeriano a riciclare 12 miliardi di dollari come parte di un accordo finanziario. L'uomo sostiene di non essere mai stato imputato di tali accuse, che sarebbero false. [2] «Non ho mai visto uno sforzo organizzato, teso alla distruzione di un individuo, di questa portata» ha dichiarato Jesse Prince, un tempo scientologista di alto rango che, dopo aver lasciato la chiesa, è diventato amico di Minton. Minton sostiene che verso la metà del 2001 Scientology aveva cambiato tattica, iniziando a dargli la caccia con l'utilizzo del sistema giudiziario. La primavera scorsa il milionario decise che era giunto il momento di appianare le sue divergenze con Scientology. A mezzogiorno di sabato 16 marzo sollevò la cornetta e chiamò Mike Rinder alla Church of Scientology International di Los Angeles. «Avevo puntata contro una pistola» ha raccontato, «e il dito sul grilletto era del Sig. Rinder.» Dietro una porta chiusa Punto numero uno delle richieste di Scientology: abbandonare la causa per omissione di soccorso di Lisa McPherson. Il dibattimento del caso era fissato per giugno. Secondo la Yingling, presente all'incontro, Minton finanziava il caso e la chiesa riteneva che lo controllasse. «Se lo controllava, poteva porvi termine.» Un altro avvocato gli elencò i danni di cui la chiesa lo riteneva responsabile. Totale: 28 milioni di dollari. Si accennò inoltre ad una denuncia per racket contro Minton ed altri. L'uomo ha riferito che la chiesa non gli parlò mai di una causa RICO. Ma Prince ha fatto mettere a verbale che, dopo l'incontro con i funzionari di Scientology, Minton gli aveva mostrato una bozza di denuncia RICO in cui si chiedeva un risarcimento per 110 milioni di dollari. Per Dandar, l'avvocato del caso McPherson, esiste un solo modo per interpretare l'accenno ad una denuncia RICO: «si tratta di una minaccia assoluta, fattuale». Dandar dice di ritenere che Minton sia stato minacciato con qualcosa che Scientology ha scoperto in relazione ai suoi affari finanziari oltreoceano. Quando a Minton era stato richiesto di fornire dettagli sulle sue finanze, e se aveva presentato all'IRS denunce dei redditi inferiori al reale, aveva invocato il Quinto Emendamento. Dandar riferisce che il 29 marzo, Venerdì Santo, aveva ricevuto una telefonata frenetica di Minton. «Ken, devi aiutarmi» ricorda. «Questa volta hanno colpito. Se lunedì mattina non abbandoni il caso la vita delle mie figlie, di mia moglie e la mia saranno nelle tue mani.» Da un verbale di testimonianza di Prince risulta che Minton gli aveva raccontato che «Scientology aveva raccolto informazioni sufficienti… per farlo incriminare, condannare e mettere in prigione. Nello specifico (Minton) disse che Scientology aveva informazioni per far condannare anche sua moglie.» Ben Shaw, portavoce di Scientology, ha ripetutamente dichiarato che la chiesa non ha mai minacciato né manipolato Minton. Nella sua testimonianza, la Yingling ha ribadito la stessa cosa. Anche Minton sostiene che la chiesa non l'ha mai minacciato in alcun modo, aggiungendo che i critici come Prince si stanno inventando tutto. «Ciò che in questa testimonianza mi sorprende maggiormente è che c'è un sacco di gente pronta a tutto pur di dipingere Scientology come l'incarnazione del male» ha dichiarato, riconoscendo di aver egli stesso tenuto lo stesso comportamento in passato. «E ha dimostrato quanto questa gente odi profondamente Scientology.» Molti dei critici tirati in causa ritengono che il voltafaccia di Minton può essere stato causato unicamente da una grave minaccia, estorsione o ricatto. «L'hanno messo completamente al tappeto» ha dichiarato Steve Hassan, specialista ed esperto di controllo e salute mentale di Boston, che conosce Minton da anni. «Se non avesse collaborato l'avrebbero distrutto completamente.» Confessioni a Clearwater L'incontro del 6 aprile fu così importante che Rinder - alto funzionario di Scientology incaricato degli affari pubblici e legali della chiesa - richiamò da Parigi l'avvocato Yingling, dove era impegnata in altri casi legali. La chiesa sospettava da molto tempo che nel caso McPherson ci fossero stati illeciti. Minton ha raccontato che Rinder, nel corso dell'incontro, gli aveva detto: «vorrei davvero che riflettesse seriamente sulla possibilità di dire la verità sugli accadimenti relativi al caso.» Minton si era scusato ed era uscito. Poi aveva deciso di confessare. Secondo il milionario in quel caso erano state dette delle menzogne. Temeva che la verità uscisse in tribunale, e di essere incriminato per spergiuro. Era stato preso dall'angoscia. Ricordando il negoziato, Minton ha detto: «Non era qualcosa che volessi fare. Non stavo cercando di ingraziarmi la Chiesa di Scientology, e soprattutto non stavo cercando di ingraziarmi il Sig. Rinder». Tornato nell'ufficio aveva iniziato a rivelare una serie di bugie che sosteneva di aver detto sotto giuramento, su consiglio di Dandar. La Yingling ha riferito di essere rimasta scioccata dal racconto di Minton. La redazione del Times, durante la stesura di questo articolo, ha ripetutamente cercato di mettersi in contatto con Rinder, che però non ha risposto alle telefonate. Shaw, parlando a nome della chiesa, ha detto che gli scientologist sono felici di conoscere finalmente la verità che sta venendo alla luce. Ora la chiesa sta usando la testimonianza di Minton per cercare di fare archiviare il caso. E Dandar non soltanto è rimasto solo nel caso McPherson, ma anche nella lotta per difendere la propria reputazione. Ha negato tutte le accuse di Minton, dicendo che le sue bugie sono iniziate dopo essersi incontrato con i funzionari di Scientology. Questa settimana le testimonianze verranno riassunte dinanzi al giudice Schaefer. «Stanno cercando di confondere la corte» ha aggiunto. «Presenteranno Minton come un testimone meschino e bugiardo che ora vuole redimersi. È venuto in aula dicendo di essere uno spergiuro perché così gli è stato ordinato di fare.» Chiamarsi fuori Minton ha commentato che la vita di molti critici è stata decisa da Scientology, proprio come la sua. «Non voglio più che sia Scientology a decidere della mia vita». Dopo essersi accordato con la chiesa, aggiunge, vuole semplicemente chiamarsi fuori. Secondo Lawrence Wollersheim, uno dei pochi ad aver vinto una causa contro Scientology, la chiesa non permetterà mai a nessuno di chiamarsi fuori. Wollersheim accusò Scientology di abuso mentale che lo spinse quasi al suicidio, e di recente, dopo molti anni di cause legali, ha incassato un risarcimento di 8,6 milioni di dollari. Aggiunge che Minton è un target fondamentale per la chiesa. «Non lo lasceranno in pace fino a quando non sarà distrutto completamente, fino a quando non sarà sul lastrico.» Minton ha ascoltato le parole di Wollersheim, ma non sembra preoccupato. Per ora gli interessa soltanto una cosa, accordarsi con Scientology. Di recente ha detto al giudice: «voglio solo un po' di pace.» 1. Si veda ad esempio qui e qui.
2. Il 27 marzo 2001 il tribunale di Berlino ha condannato Sabine Weber (vice presidente della Scientology Kirche Deutschland), la stessa Scientology Kirche Deutschland (rappresentata dal presidente del consiglio direttivo Helmut Blöhbaum) e la Scientology Kirche Berlin (rappresentata dal consiglio direttivo Ute Koch, Monika Stamm-LoDico e Jochen Becker) ad una pena pecuniaria fino a 500.000 marchi tedeschi (o in alternativa a sei mesi di detenzione) per diffamazione a mezzo stampa, avendo riportato sulla rivista della chiesa Freiheit (l'equivalente tedesco dell'italiana Diritti dell'Uomo) accuse dimostratesi infondate a proposito dell'attività finanziaria di Minton in Nigeria. Si veda qui per il testo della sentenza. |
Copyright © Allarme Scientology. L'utilizzo anche parziale dei materiali di questo sito - testi, traduzioni, grafica, immagini,
digitalizzazione e impaginazione - con qualsiasi mezzo e su qualsiasi supporto, non è consentita senza il preventivo consenso
scritto del gestore del sito. Per richieste e chiarimenti contattare: allarmescientology@email.it |