Dopo 9 anni ai vertici del culto seguito da Tom Cruise e John Travolta, la cugina di Raul Gardini racconta la sua storia in un libro. E spiega: "L'ho fatto per mia figlia e ho speso oltre due milioni di dollari". Tratto da Quotidiano.net, settembre 2007.
Discendente di una ricca dinastia ravennate, cugina di Raul Gardini (il finanziere che si tolse la vita durante Tangentopoli), negli anni Ottanta Maria Pia Gardini fa la produttrice cinematografica a Roma, ha problemi personali e tenta di ricucire il rapporto con la figlia tossicodipendente. Un'amica la indirizza a una comunità Narconon, vicina a Scientology, la religione della mente fondata negli Stati Uniti da L. Ron Hubbard. La figlia si disintossica ed entra in Scientology, spingendo la madre a seguirla: «Vieni, ti farà bene». In nove anni Maria Pia Gardini scala la gerarchia e vive a lungo a Clearwater, Florida, la "Mecca della perfezione tecnica" di Scientology. Diventa OT8, "spirito operante" di massimo livello, nonché auditor di classe 9, "confessore" di rango. Il tutto le costa un milione e 840 mila dollari. Quando la figlia muore di Aids, nel '90, Maria Pia Gardini si sente vuota. Tenta di allontanarsi dal movimento senza contrasti, ma dice che le richieste di soldi si fanno più assillanti: arrivano fino all'intera eredità della madre. Lei rifiuta e oggi, a settant'anni, è una testimone agguerrita contro la chiesa di Hubbard: interviene a convegni, parla nelle scuole, fa consulenza ad associazioni che studiano simili movimenti. Pochi giorni fa, in Belgio, è stata formalizzata una denuncia contro Scientology per reati gravissimi (dall'estorsione all'associazione per delinquere): con tempismo perfetto, Maria Pia Gardini manda in libreria la sua storia, "I miei anni in Scientology" (ed. Paoline), scritta con il giornalista Alberto Laggia. Signora Gardini, si aspetta una qualche reazione di Scientology? «Diranno che mento, che ho avuto indietro tutti i soldi. Invece mi hanno restituito solo 500 mila dollari». Lei ha aderito per avvicinarsi a sua figlia Federica. Perché non ha invece tentato di allontanarla da un movimento sul quale - lo scrive - era scettica? «Mia figlia ormai parlava un altro linguaggio e la sua visione del mondo era cambiata. Diceva che mi avrebbe "disconnessa", se le fossi stata ostile: nel gergo di Scientology significa tagliare i ponti con chiunque ti si opponga. Conosco molte famiglie spezzate, non solo da Scientology ma anche da altri gruppi religiosi. Io non volevo essere morta, per mia figlia». Quale percorso propone Scientology? «Corsi a pagamento, sempre più cari, per attraversare "il ponte verso la libertà" e raggiungere i vari livelli OT, cioè da "spiriti operanti". Il primo corso io l'avevo pagato 450 mila lire. Poi mi hanno fatto fare auditing, sedute simili alla psicoterapia, con la guida di un auditor e in seguito da sola, aiutata da uno strumento che chiamano E-meter, una specie di macchina della verità che localizza le aree di sofferenza spirituale per liberare la mente dai turbamenti. L'E-meter mi era costato più di 5 milioni di lire: un professore di elettrotecnica mi ha assicurato che non ne valeva più di 200 mila. Oggi, so che arrivare all'apice dei livelli OT non costa meno di 500 mila euro». Eppure nel libro è chiaro che lei ha sempre nutrito dubbi sull'efficacia di questo cammino... «All'inizio avevo una brava auditor, che mi ha portata a elaborare il lutto per la morte di mio padre. Ma non più, ripeto, di una psicoterapia. Quando ho raggiunto il livello OT3 mi sono sentita male: ci veniva rivelata la teoria di Hubbard secondo cui il nostro corpo non è che un ammasso di thetans, spiriti, di cui dobbiamo sbarazzarci per tornare liberi. La conseguenza di una punizione inflitta all'umanità 75 milioni di anni fa. Una specie di saga stellare che avevo già letto nei libri di fantascienza. Ma Federica ripeteva: "Vai avanti, mamma, alla fine capirai tutto"...». E lei proseguiva, insofferente alla teoria dei thetans e sempre più scettica. Qualcosa doveva esserci, oltre a sua figlia, che la teneva legata a Scientology. «L'uomo è affascinato dal mistero: Hubbard lo sapeva bene. Ad attirare me, come tanti altri, sui vari livelli OT è stato il mistero in cui erano avvolti. La curiosità di vedere cosa sarebbe accaduto dopo, fino al livello OT8 la cui preparazione si svolgeva su una nave, la Freewinds, alle Bahamas. Vi ho seguito il corso dopo la morte di Federica, c'era anche il musicista jazz Chick Corea. Era il mio commiato da Scientology». Di L. Ron Hubbard lei scrive che ha trovato "molto interessanti" certe sue riflessioni. «Uscita da Scientology ho voluto rileggere Kant, Hegel e Platone: li ritrova tutti, negli scritti di Hubbard». In Scientology lei ha incontrato John Travolta e Tom Cruise. «L'auditor di Travolta si era ammalato così lo intervistai io per un paio d'ore: mi elogiò per il mio inglese perfetto. Cruise non l'ho incontrato: ho avuto a che fare con il suo auditor, che era stato punito da Scientology per aver venduto ai giornali notizie riservate su di lui e l'ex moglie Mimi Rogers. Ecco perché di Cruise ho studiato alcuni folder (i dossier con le "confessioni" registrate, ndr). Non posso dire altro». Perché voleva andarsene senza sbattere la porta? «Volevo essere lasciata in pace. Invece li trovavo davanti casa mia che dormivano in macchina. Un giorno di Capodanno si sono presentati dalla Florida per spingermi all'ennesima "donazione". Mi prendevano per sfinimento, in un periodo in cui avevo vissuto gravi lutti: mia figlia, mia madre, mio cugino Raul al quale ero legatissima». Cosa diceva Raul Gardini del suo coinvolgimento in Scientology? «Un giorno andammo a pranzo in Galleria, a Milano, e mi disse: "Ormai tua figlia si è disintossicata: portala via con la forza, magari alle Hawaii, ma allontanatevi". Non ho ascoltato né lui né mia madre che mi dava della cretina: quando vendetti la casa di Roma era furibonda». Cosa ha pensato, del suicidio di suo cugino? «Raul era troppo onesto per farsi portare via in manette». Lei ha perso tutto? «Sì. Ho una pensione di 550 euro e vivo a Grosseto in un appartamento di 60 metri quadri che non è mio». Scientology però le ha restituito 500 mila dollari. «Sono serviti per le tasse di successione di mia madre e per liquidare il marito di mia figlia. Briciole. Io ero nello staff americano, ero auditor in tre lingue, una risorsa preziosa: ho svolto migliaia di ore di auditing, che significano centinaia di migliaia di dollari, forse milioni, che ho fatto guadagnare a Scientology». Come procede la sua battaglia? «Ho tentato una causa negli Stati Uniti ma è stata bloccata perché non ero più residente là e avevo sempre pagato con assegni italiani. Quando mi sono decisa a rivolgermi alla giustizia italiana erano scaduti i termini». Nel libro ha ammorbidito molti toni rispetto a certe sue invettive lanciate dai giornali. Perché? Ha paura? «Io racconto una storia e lascio il giudizio ai lettori». Scientology l'ha mai querelata? «No, non possono: io racconto la mia vita. Loro negano che io fossi ai vertici: ecco perché nel libro ho pubblicato la foto di quando ho "attestato" OT8». Non ha risposto: lei ha paura? «Dormo con un occhio aperto». È vero che è considerata il nemico numero uno di Scientology in Italia? «L'ho sentito dire da loro». Ha trovato le gomme dell'auto tagliate. «E pure un gatto morto, con il collo spezzato, sul portone di casa. Ma non è il modo di fare di Scientology, potrebbe essere opera di singoli adepti. Ho sporto denuncia contro ignoti». Si sente libera, adesso? «Direi in pace con me stessa. Per fortuna non sono mai stata dentro Scientology con la testa: ho un carattere forte e i miei studi mi portano ad analizzare le cose». Che vittoria cerca sulla chiesa di Hubbard? Riavere i suoi soldi? «Non solo: la vittoria sarebbe che nessuno, almeno in Italia, entrasse più in Scientology. Sto seguendo il caso di un giovane mentalmente labile, sottoposto ad auditing e finito in neuropsichiatria. Il governo italiano è troppo morbido, con questi gruppi religiosi: il ministero degli Interni, nel '98, definiva Scientology una società a scopo di lucro e non ha fatto nulla. La Grecia li ha espulsi, il Belgio li indaga, in Germania chi cerca un impiego pubblico deve attestare di non appartenere a Scientology...». C'è un rimpianto che le brucia dentro più degli altri? «Di non aver portato mia figlia da Muccioli. Se avessi seguito il mio istinto questa storia non sarebbe mai esistita. E forse anche per Federica sarebbe andata diversamente».
Dopo l'articolo pubblicato il 29 settembre scorso e dedicato al libro contro il culto seguito da grandi star di Hollywood come Tom Cruise e John Travolta, Scientology risponde a chi le imputa di aver lucrato sulla sua fede. Tratto da Quotidiano.net. Bologna, 16 ottobre 2007 - Dopo l'articolo pubblicato il 29 settembre scorso e dedicato al libro contro Scientology di Maria Pia Gardini, produttrice cinematografica e cugina del finanziere che si tolse la vita durante Tangentopoli, riceviamo e pubblichiamo la replica di Scientology:
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