Uno dei punti più controversi tra
gli studiosi dei nuovi movimenti religiosi è l'effetto che la permanenza
in una setta o nuovo movimento religioso può avere sulla mente degli
adepti (come avviene nel linguaggio corrente, useremo indifferentemente
i termini "setta e "nuovo movimento religioso", avvertendo tuttavia che
il primo, a differenza del secondo, ha una sfumatura peggiorativa).
Per verificare la presenza (o meno) di
alterazioni psicologiche in soggetti che abbiano fatto parte di sètte,
il Gris di Bologna, in collaborazione con l'Istituto di psicologia della
Pontificia Università salesiana, ha elaborato un progetto di ricerca
sui cosiddetti fuorusciti, i cui risultati saranno prossimamente resi pubblici.
I dati, desunti da questionari sottoposti a 100 fuorusciti, sono in corso di elaborazione
informatica presso il Gris. Un'équipe di psichiatri e psicologi,
trn cui Anna Maria Veggeti, psicologa, Mario Di Fiorino, psichiatra, ed
Eugenio Fizzotti, direttore dell'Istituto di psicologia dell'Ups, si occuperà
in un secondo momento dell'interpretazione. Il valore di questa ricerca
dipende particolare dall'alto numero dei fuorusciti che hanno accettato
rispondere al questionario. Chi abbandona, infatti, è quasi sempre
restio a fornire informazioni, o per le minacce di ritorsione da parte
del nuovo movimento religioso, come ad esempio nel caso di Scientology,
o per non rivangare un passato di sofferenza.
A causa della presenza di elementi soggettivi
come il dolore e il distacco conflittuale dalla setta, ci si chiede se
questo tipo di indagine non rischi di essere poco obiettiva. Precisa Anna
Maria Veggetti: "È chiaro che il ricercatore deve tener conto delle
caratteristiche del campione, che potrebbero amplificare i dati di segno
negativo. Non è detto tuttavia che sia sempre così. In ogni
caso, si sa che si sta lavorando con fuorusciti. È un presupposto
teorico antecedente lo svolgimento della ricerca. Comunque", prosegue,
"si potrebbe fare il ragionamento inverso: si potrebbe dire che non è
attendibile la testimonianza diretta di una persona che ancora appartiene
alla setta perché in qualche modo condizionata dalla fase di entusiasmo
iniziale, e allora si avrebbero dati amplificati in senso positivo. L'importante
è avere chiari i presupposti, con chi si lavora e a quale fine.
Sono comunque previste domande miranti ad analizzare le caratteristiche
psicologiche del soggetto e la sua storia personale prima dell'entrata
nella setta o movimento religioso alternativo. Se la persona rivela problemi
di origine psicologica già in precedenza, l'ipotesi potrebbe essere
che le pratiche o i metodi della setta abbiano "solamente" fatto emergere
la fragilità preesistente. Nel caso in cui questo non venga rilevato,
allora si può pensare che le alterazioni psicologiche siano da attribuire
ai metodi usati nel movimento religioso alternativo".
Tra i cento che hanno risposto al questionario,
il gruppo più numeroso è quello di chi ha avuto esperienze
esoterico-occulte; altri fuorusciti provengono da Scientology (e da altre
denominazioni per lo sviluppo del potenziale umano), dai Testimoni di Geova,
da sètte pseudocristiane e da gruppi di matrice orientale.
Alcune conclusioni provvisorie si possono
trarre da un primo esame dei questionari. La maggioranza dei fuorusciti
ha avvertito un iniziale senso di benessere in conseguenza dell'affiliazione
alla setta. "Tuttavia", spiega la psicologa, "a distanza di tempo il benessere
iniziale si è trasformato, nella maggioranza dei casi, in un senso
crescente di malessere psicologico. Dai dati provvisori risulta che tra
gli ex di Scientology un quarto afferma di aver tratto qualche beneficio
dalle tecniche apprese, mentre i tre quarti affermano di aver avuto nel
tempo problemi a livello psicologico. A un primo esame, che andrà
comunque confrontato con i dati definitivi, i questionari non sembrano
fornire dati particolarmente preoccupanti per gli appartenenti a sètte
pseudocristiane. Per i Testimoni di Geova, mentre una metà non ha
avvertito problemi particolari, l'altra segnala la presenza di disturbi.
Naturalmente solo l'elaborazione informatica potrà confermare queste
linee di tendenza".
Gli appartenenti a sètte esoterico-occulte
sembrano fornire i dati più preoccupanti. Questo convaliderebbe
l'ipotesi che ha spinto Anna Maria Veggetti a promuovere la ricerca: "È
probabile che i risultati finali confermino quello che ho riscontrato nel
corso dì molti colloqui di sostegno avuti con fuorusciti da nuovi
movimenti religiosi esoterico-occulti e con persone che avevano svolto
individualmente pratiche di tipo magico o spiritico. Credo che i danni
psicologici più gravi vengano da qui. Ho potuto riscontrare moltissimi
casi di depressione, anche grave, pensieri suicidi, stati di ansia e angoscia,
attacchi di panico, pensieri ossessivi (ad esempio di fare del male a sé
o ad altri), sensazioni di perdita del controllo, quindi timore di impazzire,
e talora anche stati allucinatori. Non sono da sottovalutare neppure i
gruppi che propongono lo sviluppo del potenziale umano, tra i quali Scientology
è solo il caso più noto. Dobbiamo tener presente che ogni
persona si struttura nel tempo, trovando delle modalità di adattamento
tra il mondo esterno e il proprio mondo interiore. Ora, le tecniche usate
dai gruppi di sviluppo del potenziale umano spesso aggrediscono con violenza
la struttura interiore, soprattutto nei meccanismi difensivi, facendo in
modo che la persona modifichi, alla luce del nuovo "insegnamento", gli
adattamenti messi in atto precedentemente nel corso della vita. Il risultato
è quello di destrutturare l'identità stessa della
persona, a volte con veri e propri crolli psichici profondi. I danni sono
tanto più gravi in quanto nella maggior parte dei casi gli "istruttori"
non sono professionisti, medici o psicologi, ma semplicemente membri che
hanno fatto un iter di preparazione nel movimento stesso".