Intervista raccolta da Simonetta Po nell'aprile 2006.
A metà marzo 2006 un lettore del sito mi segnalò una curiosa lettera pubblicata dal quotidiano Avvenire.
La missiva diceva:
È iniziata così per me la ricerca di Ildiko. Trovare questa bella signora bionda di origini ungheresi non è stato difficile. Appignano è un piccolo e delizioso borgo medievale adagiato sulle colline dell'entroterra marchigiano dove tutti conoscono tutti, in particolare la "signora dei gatti". Fino al 2003, infatti, la donna si prendeva cura di una colonia felina. E alla fine eccomi qui, di fronte a Ildiko Bajnoczi, per questa lunga intervista.
Arrivai in Italia ai primi anni '70. La mia infanzia in Ungheria era stata difficile, avevo perso mia madre quando ero ancora bambina. Ero sempre stata una persona fragile e insicura. Nel 1982 vidi per caso una trasmissione televisiva tenuta da Pier Paderni. Parlava della "anatomia della mente umana" e di Scientology. La vita mi aveva resa insicura ma anche molto curiosa. C'erano cose che pensavo non sarei mai riuscita a risolvere, soffrivo di attacchi di panico ma non volevo assumere psicofarmaci, ero decisa a percorrere strade diverse. Quella trasmissione mi incuriosì e affascinò. Ricordai che una volta, mentre passeggiavo per il centro di Milano, ero stata avvicinata da esponenti di Scientology. Sul momento ero andata via, ma mi ripromisi che sarei tornata. E così feci. Iniziai il mio percorso con quattro ore di auditing di "Book One" [*] e chiesi se non vi fosse qualcosa di più forte. Mi parlarono di auditing professionale, così acquistai due intensivi [**] che usai per un procedimento chiamato "Riparazione alla vita". Ebbi grande giovamento, mi sembrava che l'auditor fosse in grado di leggermi nella mente, in quel momento avvertii una promessa di felicità, un modo per liberarmi dalla sofferenza e anche un modo per provare nuove strade. Non sapevo che esistesse un "Ponte" [***]. Quando mi mostrarono la "Carta dei Gradi" e vidi che ero solo all'inizio di quel lungo cammino sentii la forte determinazione ad arrivare in cima. Se così poco mi aveva dato così tanto, chissà che cosa avrei sperimentato salendo. Avevo grande fiducia. Così acquistai tutto l'auditing fino a Clear [****]. Arrivata a quello stato provai grande contentezza ed entusiasmo. Stavo bene, sentivo l'energia che correva forte. Non avevo ancora molto interesse per i livelli OT. Ma nel giro di poco tempo quella iniziale sensazione di esaltazione cominciò ad affievolirsi. A quel punto gli staff di Scientology sono bravi, ti parlano, ti "maneggiano", ti dicono che sei in pericolo, creano mistero.
[*] È detta così una Dianetica basata solo sul primo libro degli anni '50
No. Fanno molto leva sulla voglia di stare bene, di essere migliori, di vedere la vita in modo più lieve, di galleggiare sulla sua superficie senza scendere mai nelle "meccaniche" per lottare, ed è molto invitante. Io ovviamente ero curiosa di conoscere me stessa, non essendo molto sicura di me volevo anche scoprire il perché di tante cose, per cui era molto facile convincermi, non dovevano lavorare tanto. C'era anche la voglia di essere al di sopra della massa, la voglia di essere migliore, diversa, più potente degli altri. Lavorano anche sull'ego, tutti noi desideriamo quelle cose. È come se ti parlasse un diavoletto, vendi l'anima e avrai tutto, potere, bellezza, ricchezza. Ovviamente non parlano in modo così esplicito ma ti convincono che devi fare di tutto per arrivare là, e una volta che ci sarai arrivato avrai tutto, sia dalla vita che dopo.
Prima dei livelli ero convinta che sarei diventata onnipotente, una specie di padreterno. È così che i livelli OT vengono presentati dalle riviste e dalla letteratura, dalla mitologia di Scientology. Chi aveva già raggiunto quel livello mostrava una incredibile sicurezza e potere sulla vita. Iniziai quel percorso piena di entusiasmo e speranza. Poi cominciarono i guai. Mi succedevano le cose più strane. Trovai le gomme dell'auto tagliate, ricevetti telefonate di minaccia. Non so chi fosse, chi ce l'avesse con me fino a quel punto. "Ma come - mi dicevo - ho da poco attestato OT3 o 4, perché mi succedono cose di questo tipo? Queste cattiverie?" Ma ancora non volevo vedere. Giustificavo e razionalizzavo dicendomi che stavo restimolando il "bank di gruppo [*]". Io stavo vincendo, e allora il bank mi metteva davanti tutte quelle prove perché si stava ribellando alla mia forza. Consideravo quegli eventi come una conferma che tutto funzionava, era una ribellione del bank verso la mia potenza. Poi subito dopo aver attestato OT 5 mi ammalai. Restai a letto due settimane con la febbre a 40. Continuavo però a sorvolare, non volevo fermarmi a riflettere. Ero molto perplessa, sarei dovuta essere più forte e invece ero più debole. Razionalizzavo pensando che adesso che mi ero liberata di tanta massa ero più scoperta, quindi anche più fragile. Razionalizzavo, ho razionalizzato fino all'ultimo. Dopo aver attestato OT 8 - sono stata tra i primi scientologist a raggiungere quel livello nel 1989 - mi sono ammalata. Non riuscivo a reggermi, ero sconcertata, mi dicevo "ma come, ho attestato ieri e oggi non mi reggo in piedi", sbandavo ma ho dovuto sforzarmi per apparire forte e mostrare a tutti il mio successo. [*] qualcosa di simile all'inconscio collettivo.
No. Ne parlavo ovviamente con i miei auditor e C/S [supervisori del lavoro degli auditor]. La mia storia è tutta scritta nei miei folder [*], ma non ne ho mai parlato con gli altri scientologist. All'esterno dovevo dare un'immagine allegra e vincente, gli OT non possono mostrare o dimostrarsi in difficoltà. Impari a sfoderare una faccia sociale in cui tutto va bene, a mostrarti vincente su tutta la linea. Dopo OT 3 e OT5 ho continuato però ad avere attacchi di ansia. Sarebbero dovuti sparire dopo aver attestato Clear, quando dovresti avere risolto i tuoi problemi sulla "prima dinamica", il sé individuale. Ma non fu così. Percepivo però la cosa come una spinta a proseguire, mi dicevo "ecco, adesso vado su OT 6, su OT 7 audito in "solo" [senza auditor] e sistemo tutto". Ho sempre lavorato onestamente sui livelli, su OT 7 andavo in seduta due o tre volte al giorno, era nel mio interesse farlo bene. Volevo io per prima stare bene. Ma ansia e malesseri continuavano. Nel frattempo avevo ricevuto revisioni su OT 3 e OT 5, avevo anche fatto due L's [**] e l'OT Debug [***] sulla Nave. Poi, anni dopo avere attestato OT 8, mi dissero "Ah, OT 7 non è stato fatto bene, dobbiamo rifarlo". Così tornai una seconda volta su OT 7. Mi ri-accertarono anche lo stato di Clear, ma era tutto a posto.
[*] cartelle e documenti di auditing ed etica
No, continuavo a soffrire di ansia e non potevo certo dire di stare bene. Poi nel 1996 uscì la "Golden Age of Technology" [*] e ci dissero che tutti quelli che avevano fatto OT 7 e OT 8 dovevano rifare il primo, perché avevano visto che nessuno lo aveva fatto bene. Dopo anni e anni bisognava rifare tutto, a nostre spese. Così 9 anni dopo avere attestato OT 8 sono tornata per la terza volta su OT 7. Intanto continuavo a giustificare dicendomi che forse in precedenza era sfuggito qualcosa, forse una parte non era stata fatta bene, forse non se ne erano accorti anche se ogni sei mesi ero andata regolarmente a Flag a far controllare il mio lavoro come prescritto, e nonostante tutte le revisioni. Ero convinta che questa terza volta sarebbe andato tutto bene, avevo molta fiducia. Restai a Flag per 6 mesi, ma dopo aver fatto ben 12 intensivi, del costo di 7.000 dollari l'uno (14 milioni di vecchie lire), scoprii che ero solo alla metà del programma di auditing preparato dai supervisori. Tra i procedimenti e il soggiorno avevo ormai speso quasi 100.000 dollari, ma la strada per tornare ad audirmi "in solo" era ancora molto lunga. Era il 1998 e avevo ormai esaurito tutte le risorse. A quel punto decisi di abbandonare. Avevo speso tutti i soldi, speranze ed energie, e per me era un grosso fallimento. Nel frattempo avevo completato anche altri corsi e servizi, come il "False Purpose Rundown" [procedimento dei falsi scopi], l'OT debug, due L's. Gli L's sono procedimenti molto potenti e costosi, perché me li avevano prescritti se c'era qualcosa che non andava? Avevo fatto tutte le revisioni, poi iniziai anche il "Key to Life" [chiave per la vita] ma mi bloccai e dovetti abbandonare. Qualcosa entrò in restimolazione, stavo malissimo, mi sarei voluta buttare dalla nave, scappare a nuoto. Tutto andava male, sempre peggio. Ma resistevo. Poi mi dissero "risolviamo tutto e rifacciamo OT 7". Io mi dicevo "certo, sicuramente è lì il problema, mi rimetto in sesto, tutti i giorni mi audisco e mi rinforzo così posso fare tutto quello che voglio nella vita". Ma non ci sono arrivata. Ho finito le risorse e ho dovuto mollare. Però mi sentivo abbastanza tranquilla. Comunicavo ancora con il C/S, scrivevo al DofP [Direttore dei Procedimenti], scrissi addirittura al Senior C/S International e lui mi rispose che avrebbe fatto rivedere tutti i miei folder così quando fossi tornata a Flag avrei trovato tutto in ordine, e un nuovo programma su cui lavorare. Mi disse di continuare a fare altri corsi e, quando non fossi stata più "malaticcia", sarei tornata a Flag. Così continuai a frequentare la Mission di Macerata, dove ho rifatto per la terza volta PTS/SP [**], e altri corsi che non ricordo.
[*] Età d'Oro della Tecnologia - che teoricamente avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi sino ad allora riscontrati nell'applicazione della "tech"
Sono stata sposata due volte. Il mio primo marito fece qualche ora di auditing di Book One, ma decise di non proseguire. Acquistò anche una 30ina di milioni di lire in servizi WISE, ma lo mandarono "fuori realtà" e alla fine mollò tutto. Dopo essere diventata OT 8 approfondii la conoscenza con quello che sarebbe diventato il mio secondo marito. Ci eravamo conosciuti quando lui faceva la sauna ma poi aveva fatto blow [era fuggito] dal "Purif". Mi chiesero di andare a "recuperarlo" e lo feci. Non so di preciso che cosa gli dissi, ma riuscii a convincerlo a rientrare e subito dopo acquistò tutto, il pacco Clear e anche il pacco OT. Ci vedevamo all'org di Milano, dove io studiavo, e mi innamorai perdutamente di lui. Divorziai dal mio primo marito e poco dopo ci sposammo. Nonostante fossi innamoratissima, il nostro matrimonio non funzionò. È stato un matrimonio con tanti problemi e tensioni, ma non mollavo. Mi dicevo "vedrai che le cose più avanti sul Ponte si sistemeranno, vedrai che cambierà, cambierà, cambierà" ma non è mai cambiato, è arrivato a OT 5 e non è cambiato, è stato sempre peggio. Io ho resistito anche perché speravo che i livelli OT potessero essere di aiuto per questo tipo di conflitti. Ho anche richiesto il Marriage Assist [assistenza al matrimonio] e lui non lo voleva fare, ma io ho detto "no, non si può vivere sempre con questa cosa strana tra di noi". Dopo il Marriage Assist non mi ha più parlato. Doveva servire per sistemare le cose tra di noi, ma lui smise di parlarmi. Che fossimo stati assieme o che ci fossimo separati, però una soluzione doveva esserci, ma non c'è stata. In seguito, per stress eccessivo, dovetti farmi assistere da un infermiere professionale, che all'epoca era scientologist. Ero nonostante tutto molto innamorata di mio marito e sono una persona pacifica, è anche per questo che ho subito a lungo molte cose. Poi è arrivata l'ultima goccia, arrivi al punto che non sopporti più e reagisci. Solo allora sono cambiata, un'altra botta, di qualsiasi natura o genere, sarebbe stata fatale. Attualmente comunque stiamo sistemando le cose per il divorzio, e lui sta dimostrando buona volontà e collaborazione.
No. In Scientology rivolgersi alla magistratura ordinaria contro un altro scientologo è considerato un "alto crimine". Bisogna rivolgersi unicamente al sistema di giustizia interno, si è convinti che sia l'unico in grado di funzionare. Ho fatto molti rapporti "sulle linee", la nostra condizione familiare era nota e risulta sia dai miei folder che da quelli di mio marito, ma non è mai successo niente, non è mai cambiato niente. Le cose tra di noi continuavano a peggiorare.
Stavo male, stavo sempre peggio. Il cuore aveva cominciato a darmi problemi, ero molto stressata e non riuscivo a combattere tutto quello stress con le mie sole forze. Poi tanti dei miei amici e conoscenti che avevano fatto i livelli OT erano morti in età relativamente giovane. Giuliano C. aveva avuto un ictus appena attestato OT 8, poi si era suicidato. D. P., OT 8, era morto di tumore in pochi mesi, e dopo la sua morte suo figlio OT 4 si era suicidato. E. G., OT8, era morta di tumore. P. M., OT8, si era sentito male in seduta, ed era morto. Luigi, un ristoratore di Brescia anche lui OT8, era morto di infarto. Sentivo, avevo la percezione che la prossima sarei stata io, e non volevo morire. Così decisi di andare a Flag. Ma avevo la mia colonia felina a cui pensare.
Li ho sempre amati e attraverso di loro ho imparato ad assaporare la vita in uno dei suoi aspetti più veri e genuini. Avevo dieci anni quando, in Ungheria, una vicina di casa uccise il mio gatto con un forcone perché le aveva mangiato le uova. Poi fui mandata in collegio e dimenticai quell'episodio. A 25 anni, in Italia, mi imbattei nel primo gattino abbandonato; fu un po' come ritrovare il mio. Negli anni quell'amore è diventato una missione. Ho accolto mici di tutte le razze e con ogni storia alle spalle: abbandonati, maltrattati, malati, seviziati. Qui nella zona non esiste un "gattile" e ho provveduto io, impegnando le mie risorse e le mie energie. Li ho fatti curare, vaccinare, sterilizzare. 20 di loro erano anche registrati in Comune, volevo fossero protetti. I gatti erano la mia famiglia, a loro dedicavo l'amore che una madre dedica ai propri figli. La mia preoccupazione maggiore, prima di partire per Flag, era il loro benessere, la loro sistemazione. Così mi organizzai al meglio. Ingaggiai Francesca, una donna che gravitava intorno alla Mission di Macerata, perché si prendesse cura di loro durante la mia assenza. Sarei dovuta restare in America soltanto due settimane. Le pagai 120 euro in anticipo, le lasciai i recapiti del veterinario che li segue e di tutte le persone a cui si sarebbe dovuta rivolgere in caso di necessità. Le lasciai anche le chiavi di casa mia, a cui poteva accedere liberamente e in cui poteva abitare durante la mia assenza. Ildiko mi mostra decine di fotografie dei suoi gatti, al momento del ritrovamento e dopo le sue cure. Alcuni erano paralizzati e potevano muoversi solo con le zampe anteriori.
In realtà, mai. La mia partenza era prevista per il 20 maggio 2003, erano stati presi accordi con la mia auditor di Classe IX, Bianca Galbiati, e con il Registrar per Lettera [venditore] Franco Carbognin. Ma poco prima di partire Giovanna Zurloni, OT 5, Sea Org Member, Reclutatore di Saint Hill e Direttore della Validità [di Certificati e Diplomi] di Saint Hill, che ritenevo un'amica, mi disse che c'era stato un cambiamento di programma e che non sarei più partita per la Florida ma per Saint Hill, in Inghilterra. Rimasi molto turbata e contrariata anche perché, in qualità di OT 8, dovrei ricevere auditing soltanto a Flag o sulla Nave, ma ero in uno stato di profonda prostrazione e avevo fiducia nella Zurloni, così mi lasciai guidare. Giunsi a Saint Hill verso la fine di maggio non sapendo che, nel frattempo, la Zurloni aveva scritto un rapporto di etica molto duro contro di me, rapporto che non mi aveva inviato per conoscenza, come avrebbe dovuto e come prevede la regola, e del quale non sapevo quindi niente. In quel rapporto mi accusava di molte falsità e del fatto che come OT non dovevo interessarmi ai gatti ma lavorare in favore di Scientology. A Saint Hill iniziai un programma di etica e il "Pab 6".
È un programma che viene prescritto ai "PTS di tipo C", cioè a chi ha grossi disturbi mentali, allucinazioni, a chi è molto "introvertito" in qualche problema. Ti portano in giro a passeggiare, si fanno esercizi di localizzazione e cose di questo tipo. Se penso che sono OT 8 e dovrei essere causa sul MEST [l'universo fisico] lo ritengo un programma umiliante e preoccupante.
All'arrivo avevo consegnato alla reception biglietto aereo e documenti, come si fa di solito. Sarei dovuta rimanere un paio di settimane, ma Rudy - un dirigente reclutatore di Saint Hill - continuava a spostarmi la data del rientro senza che io sapessi bene perché, e nonostante le mie proteste. Tutti i giorni telefonavo a casa per informarmi sui miei gatti e Francesca, la donna a cui li avevo affidati, mi diceva che andava tutto bene, nessun problema. Intanto i reclutatori di Saint Hill - Luisa, Rudy e Jonathan - mi dissero che il mio programma di etica era finito, non ce n'era uno nuovo oppure era andato perso, e mi assediarono per farmi iniziare una cosa che si chiama Prodotto Zero, ed è il primo gradino da fare per chi vuole entrare staff della Sea Org [*]. Dissi più volte che non era mia intenzione entrare nella Sea Org, che non me la sentivo, che non stavo bene e che avevo la mia colonia di gatti a cui pensare e diverse situazioni da risolvere in Italia. Insistettero dicendo che avrei potuto iniziare il Prodotto Zero in attesa della data di rientro in Italia e così via, tanto non era un gradino impegnativo, era solo "per vedere se si era adatti". La pressione era tanta e alla fine accettai. Il giorno previsto per il rientro però non mi consegnarono il biglietto sostenendo che siccome ero sul Prodotto Zero dovevo finirlo, e mi costrinsero quindi a continuarlo. Poi la MLO [ufficiale medico] Sharon - alla quale mi ero rivolta perché stavo male - firmò l'OK per partire. Ma tre giorni prima della partenza arrivarono a Saint Hill mio marito e Giovanna Zurloni - entrambi OT 5 - i quali, alla presenza dell'ufficiale di Etica di Saint Hill Marco Zurloni (figlio di Giovanna) e di una staff italiana della Tesoreria, mi comunicarono che i miei 26 gatti erano stati dispersi già all'inizio di giugno, mentre la mia casa era stata smantellata, tutto buttato via tranne gli effetti personali che mi potevano essere spediti. Per tutto il periodo in cui ero stata trattenuta a Saint Hill (un mese e mezzo - e avrei voluto andarmene ma ero senza soldi e non sapevo come fare) avevo continuato a telefonare a casa ricevendo assicurazioni che era tutto a posto e che andava tutto bene. Alla notizia che i miei poveri mici, alcuni malati, altri paralizzati, erano stati "dispersi" con quel terribile caldo [**], senza cibo né acqua, venni colta da shock, e scappai piangendo. Ebbi poi un collasso nervoso e fui soccorsa da Marina Caporrimo, che un tempo era nella Mission di Macerata e poi era diventata Sea Org Member assegnata a Saint Hill. Richiesi la visita di un medico esterno a cui però dissi che sarei rientrata in Italia il giorno dopo e quindi non mi prescrisse nulla, ma si raccomandò di farmi visitare accuratamente al mio paese. Ho avuto veramente paura di morire, il cuore sembrava impazzito. Mio marito e Giovanna Zurloni rientrarono subito in Italia, mentre io partii il giorno seguente. Mi dissero che sarei stata autorizzata a partire solo se avessi accettato di firmare una specie di accordo che riguardava sia il divorzio sia la promessa che, una volta rientrata in Italia, non avrei fatto alcun passo legale. Stavo malissimo sia a livello fisico che psicologico ed ero estremamente preoccupata e in ansia per i miei mici. Mi era stata inflitta una sofferenza terribile e volevo soltanto correre nel luogo indicato da mio marito per cercarli e recuperarli. Avrei firmato qualsiasi cosa pur di andarmene subito. A quel punto non avevo più un soldo e anche il cellulare era completamente scarico, ero tagliata fuori dal mondo.
[*] ciò significa firmare un contratto a vita, vivere negli ambienti caserma della Sea Org, essere sempre agli ordini secondo una disciplina di tipo militare, lavorare molte ore al giorno per una paga di 40/50 dollari alla settimana, quando va bene
Rientrai il 7 luglio del 2003. Mi incontrai con Giovanna Zurloni che mi ha consegnò le chiavi della mia automobile ma non quelle di casa, lasciate a Francesca, la donna che doveva prendersi cura dei gatti; adesso quelle chiavi erano inspiegabilmente in possesso della Zurloni che non voleva restituirmele, sostenendo che mio marito le aveva ordinato di non darmele. Non potei quindi rientrare in casa mia, che mi era stata assegnata dal Tribunale dopo la separazione. Nel frattempo il mio appartamento era stato svuotato da tutti i mobili. I miei effetti personali erano stati messi in scatoloni di cartone accatastati in garage e Giovanna Zurloni, che alloggiava in una pensione presso Treia, mi apriva la porta quando avevo bisogno di qualcosa. Per alcuni mesi fui ospite della mia amica e animalista Piera Alvares, che organizzò anche uno sciopero della fame a Macerata per conoscere la sorte dei miei gattini. Poi qualche mese dopo trovai la porta del garage aperta. Entrai e mi organizzai con una branda tra gli scatoloni. Adiacente al garage c'è un piccolo monolocale abitabile con bagno e cucinino, ho vissuto lì accampata per una settimana finché mio marito non mi scoprì. Avrebbe voluto cacciarmi, quella sera tenne un atteggiamento molto minaccioso che mi spaventò. Per sfuggirgli restai due ore sotto la pioggia battente, come possono testimoniare dei vicini. In seguito presentai denuncia alle autorità. In quel periodo mio marito si comportò molto male e non vorrei entrare troppo nel dettaglio, sono cose private. Poi un po' alla volta penso abbia capito di aver sbagliato gravemente, anche se non lo ha mai ammesso; ha cominciato a comportarsi meglio e ora si sta dicendo disponibile a riarredarmi la casa. Io non ho dimenticato tante cose, né i miei mici, ma ho anche considerato che lui deve aver subito pressioni da Scientology, e so quanto possono essere forti. Secondo le leggi scientologiche poteva anche liberarsi di me senza spese. Ma Scientology ci avrebbe guadagnato anche più di lui, e così le pressioni possono averlo indotto a fare quello che da solo, secondo me, non avrebbe fatto.
No. Mio marito sostenne che aveva intenzione di ristrutturare la casa, nonostante il Tribunale l'avesse assegnata a me. Vista la mia assenza, aveva catturato i gatti con l'aiuto di Francesca, la custode, e li aveva dispersi in una località di campagna a un paio di chilometri da casa, nei pressi di un casolare abbandonato. Assieme agli amici animalisti battemmo la zona palmo a palmo e chiedemmo ai contadini delle case circostanti. Nessuno aveva notato la presenza di gatti in quel periodo né nelle settimane successive, o rinvenuto animali morti. I miei erano gatti domestici, non sarebbero mai potuti sopravvivere senza acqua o cibo. Alcuni erano semiparalizzati e non si sarebbero potuti allontanare di molto. Uno di essi aveva subito da poco un intervento chirurgico, aveva i ferri in una zampina ed era bisognoso di cure e antibiotici. La zona in cui mio marito disse di averli abbandonati non è molto distante e almeno qualcuno di essi (ne sono scomparsi ben 26) avrebbe potuto tornare a casa. Ma non ne è tornato nemmeno uno e nonostante le battute di ricerca non è stato trovato un solo animale, né vivo né morto. La mia amica e animalista Piera Alvares ha fatto uno sciopero della fame, della cosa hanno parlato più volte i giornali locali e sono stata a una TV locale per chiedere notizie, ma nessuno si è fatto avanti per dare informazioni o per segnalare avvistamenti. I miei gatti sono scomparsi letteralmente nel nulla e ho la certezza che siano morti. Non riesco davvero a credere che mio marito li abbia "dispersi" dove ha detto. Qualche traccia si sarebbe trovata, proprio perché alcuni di quegli animaletti non erano autosufficienti. Ho sporto regolare denuncia sia contro di lui che contro la donna che avevo pagato e assunto per accudire i miei animali e che, quando telefonavo dall'Inghilterra, continuava ad assicurarmi che andava tutto bene, nonostante sapesse che i miei gatti erano stati portati via.
Giovanna Zurloni mi ha minacciata al telefono, presente la mia amica Piera che ascoltava, dicendo che mi avrebbe fatto espellere dalla chiesa - giocandomi così la libertà spirituale - se mi fossi mossa a livello legale o giornalistico. Altri seguaci della Mission di Scientology di Macerata hanno fatto "rapporto per conoscenza" (un modo per definire i rapporti di etica alle autorità interne) e tra questi Rolando Vissani, un collaboratore (BCO MC MSN), e Giorgio Rapanelli, studente della Mission di Macerata che però, forte della sua posizione di fondatore dei Verdi locali, convinse gli animalisti a tacere il coinvolgimento nella vicenda sia di mio marito, scientologist, che di altri staff, per non danneggiare la chiesa. Io stessa ho fatto numerosi rapporti "sulle linee", anche al Capo della Giustizia Internazionale di Scientology, a RTC/Los Angeles (massima autorità), agli ufficiali di Etica di Saint Hill e di Clearwater, a Mario Sala, che è il C.O. (ufficiale comandante) Italy, ma non ho mai ricevuto risposta. In compenso nel mio paese iniziarono a circolare chiacchiere secondo cui i gatti erano stati eliminati perché malati, e io ero andata in Inghilterra a curarmi per una malattia trasmessami da loro. Il che è falso. Ero invece presso Scientology a Saint Hill, mandata lì da Giovanna Zurloni e trattenuta contro la mia volontà; i miei gatti erano sanissimi, curati e accuditi con amore.
In questo senso non ho certezze, soltanto supposizioni. Sicuramente mi sono sentita profondamente tradita da Giovanna Zurloni, una OT 5 e Sea Org Member (e quindi molto autorevole) che ritenevo un'amica, interessata al mio bene e alla mia salute psicofisica. L'unica cosa che posso pensare è che io e i miei gatti eravamo divenuti presenze ingombranti, di cui disfarsi alla svelta. Ho in atto una causa di divorzio, vivo in un appartamento di proprietà di mio marito ma che mi è stato assegnato dal Tribunale in sede di separazione. Non avrei mai abbandonato la mia casa e i miei animali, a cui negli ultimi anni ho dedicato tutta me stessa. Forse qualcuno ha pensato che togliendo di mezzo i miei gatti non avrei avuto più niente che mi legava a questi luoghi. Sono ungherese, sono OT 8 con tutto quel che comporta in termini di pubbliche relazioni per la chiesa. Immagino che alla Sea Org avrebbe fatto comodo avere una staff OT 8 in grado di comunicare con i tantissimi ungheresi che negli ultimi anni stanno arrivando sulle linee. Non sono molti quelli che parlano ungherese. A Saint Hill ho subito moltissime pressioni per entrare in Sea Org e, pur senza alcuna convinzione, avevo accettato di iniziare il Prodotto Zero in attesa del giorno del mio rientro in Italia. A mio marito, OT 5, avrebbe fatto comodo una ex moglie lontana, impegnata a "salvare il pianeta" e disinteressata alla causa di divorzio. L'unico vero problema era rappresentato dai miei gatti, e si è deciso a "disperderli". Forse avevano sottovalutato la mia determinazione. Come ho detto, sono sempre stata una donna pacifica e accomodante che ha subito in silenzio per tanti anni. Forse pensavano che avrei continuato a subire. Ma si arriva a un punto nella vita in cui è necessario reagire, e ho reagito.
Nel settembre 2005 ho chiesto il rimborso totale di quanto ho speso per fare tutto il Ponte fino a OT 8, circa 500.000 milioni di vecchie lire. Non si può certo dire che abbia ottenuto i benefici promessi e garantiti dalla pubblicità e dalla letteratura di Scientology. La Chiesa di Milano ha risposto dicendo che non avevo mai ricevuto alcun servizio da quella associazione e non avevo mai versato alcuna contribuzione. Gli amici scientologist sono scomparsi, come se io non fossi mai esistita. Messa da parte come una scarpa vecchia. Quando il mio status serviva a portare gente "a bordo" ero ricercata, servita e riverita. Adesso sono solo un impiccio. Viceversa ho avuto grandissimo aiuto e solidarietà da tanti estranei, dagli amici animalisti e da gente che non ha mai sentito nominare Scientology. Ho avuto molta solidarietà anche da ex scientologist, c'è chi si è addirittura allontanato da Scientology dopo essere venuto a conoscenza della mia vicenda.
Non bene. Soffro a livello fisico, ho problemi di cuore dopo tutto lo stress di questi anni. Soffro a livello psicologico, mi è stata diagnosticata una nevrosi e sono in cura da uno psicologo e da uno psichiatra. È triste ritrovarsi al punto di partenza - anzi peggio - dopo 20 anni dedicati anima e corpo a Scientology, in cui ero entrata con la speranza di risolvere i miei problemi e per il mio rifiuto di rivolgermi alle terapie convenzionali. Con due matrimoni falliti alle spalle e in attesa di divorzio.
Simonetta Po |
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