Di Philip Terzian Tratto da The San Francisco Examiner, 13 maggio 2000. Traduzione a cura di Alessia Guidi Washington - Agli americani non piace sentirsi dire come gestire la propria vita o il proprio paese, soprattutto da chi non è americano. Ma abbiamo una fatale attrazione per dire agli altri come governare la loro società. Un caso pertinente è il rapporto annuale sui diritti dell'uomo nel mondo in cui il Dipartimento di Stato, l'Ufficio di Rappresentanza Commerciale degli Stati Uniti ed altre agenzie federali presentano le nazioni di tutto il mondo raffrontandole agli standard americani di democrazia e libertà. In un certo senso si tratta di una delle forze del nostro paese: la decisione che il nostro sistema democratico sia il più libero del mondo, che concede benefici al maggior numero di abitanti, combinata al desiderio di esportare la nostra buona sorte. Pochi cittadini americani attraversano lo Stretto della Florida per raggiungere Cuba a bordo di zattere, o il Rio Grande per cercare asilo a Ciudad Juàrez. È giusto e corretto che i tiranni del mondo sappiano che non approviamo le loro pratiche, e faremo il possibile per liberare l'umanità. Ma agli americani piace muoversi in grande, e i diritti umani non sono un'eccezione. Il che significa che questi rapporti sono globali e indiscriminati. Non solo documentano gli abusi in Cina o Zimbabwe, ma esaminano le regole di governi con esperienze di democrazia più antiche delle nostre (come la Gran Bretagna) o nazioni che, sotto ogni definizione razionale, amano la libertà (come la Grecia). Quando personaggi come Madeleine Albright dicono loro che si sono guadagnati un dieci in diritti umani, i nostri alleati democratici solitamente stringono i denti e sorridono educatamente. Lo status di superpotenza conferisce una certa arroganza. Occasionalmente, tuttavia, qualcuno dei nostri allievi risponde in malo modo. Ed è precisamente ciò che i tedeschi stanno facendo. In discussione è il rapporto annuale al Congresso dell'Ufficio della Rappresentanza Commerciale degli Stati Uniti, il quale si lamenta che le pratiche contrattuali del governo tedesco discriminano membri della Chiesa di Scientology. In Germania le aziende che cercano di stipulare contratti di formazione o di consulenza con il governo federale potrebbero essere escluse nel caso rifiutino di firmare dichiarazioni di "filtraggio sette". Queste dichiarazioni sono state studiate per assicurarsi che i principi di Scientology non verranno usati sul lavoro, o nel lavoro delle loro sussidiarie, e che il management non promuoverà Scientology. L'atteggiamento ufficiale della Germania nei confronti della Chiesa di Scientology - di decisa disapprovazione - è stato oggetto di preoccupazione per l'amministrazione Clinton. Scientologisti di Hollywood come Tom Cruise e John Travolta si sono presi il disturbo di fare pressioni sul presidente Clinton, pressione che ha già dato i suoi frutti. Il Dipartimento di Stato ritiene che l'ostilità della Germania nei confronti di Scientology sia una forma di discriminazione religiosa. E quando un'azienda californiana di nome Executive Software ha perso un contratto in Germania perché il suo presidente è scientologista, l'amministrazione Clinton ha minacciato di avanzare un reclamo formale alla World Trade Organization. I tedeschi non considerano la Chiesa di Scientology, fondata dal defunto scrittore di fantascienza L. Ron Hubbard, come religione, ma come impresa commerciale, e setta con implicazioni criminali. L'ambasciatore tedesco a Washington, Juergen Chrobog, spiega la regolamentazione dei contratti di appalto in questo modo: non sono «incentrati sull'appartenenza all'organizzazione di Scientology, ma … studiati per regolamentare la possibilità che i metodi di L. Ron Hubbard, che cercano di influenzare psicologicamente il comportamento, di manipolare psicologicamente od opprimere gli individui, possano essere usati a scopo di formazione o consulenza». Come i tedeschi spiegano di continuo, a seguito della loro particolare esperienza storica del 20° secolo sono particolarmente sensibili alla presenza, sul territorio nazionale, di sette e gruppi estremisti. Tutto questo può sembrare scioccante agli americani, per cui la tolleranza è una specie di dottrina religiosa, ma ha senso per i tedeschi, che hanno molto sofferto per i peccati del passato. Da parte loro gli scientologisti hanno dispiegato, negli ultimi anni, tutta una serie di atteggiamenti di rozza propaganda minacciando i critici e facendo paralleli tra il regime di Hitler e le restrizioni legali alla loro setta. Ma la verità è che le regole tedesche - che permettono agli scientologisti di seguire il loro leader, ma li bandiscono dal pubblico servizio - sono studiate per proteggere la democrazia tedesca, che sette come Scientology potrebbero indebolire. Gli americani capiscono il valore della libertà nel mondo, ma non necessariamente apprezzano le differenze culturali. I tedeschi sono probabilmente meglio equipaggiati per giudicare al meglio quale sia il modo migliore per proteggere la loro libera società di quanto non lo siano i burocrati dell'Ufficio di Rappresentanza Commerciale degli Stati Uniti. Al mondo tutti vogliono essere liberi, ma non tutti si struggono dal desiderio di essere americani. |
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