Di Delfi, con la collaborazione di Martini, agosto 2003.
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Il tradimento dell'eticaQuando LRH introdusse l'etica...Voglio farvi una domanda scottante: siete più favorevoli a sparare a qualcuno senza avvertimento, o preferite l'etica? Questa è la domanda. Allora, cosa preferite? Preferite il tipo di legge che, improvvisa e capricciosa come il tuono e il fulmine, investe violentemente chiunque si trovi nei paraggi? O preferite il tipo di legge che dice: "Ecco il sentiero. Ora, stretto come potrebbe sembrare, se cerchi di portare Scientology fuori dal gioco, beh, questo è al di fuori dei bordi del sentiero. E se hai fatto questo, accadrà qualcosa. E sarà fatto in modo legale". In altre parole, noi non usiamo impiccagioni illegali. Tutte le nostre impiccagioni vengono fatte legalmente. Rendo l'idea? Nel cappio del boia ci sono sempre 13 giri. Vedi, ci sono sempre 13 gradini fino al patibolo. In altre parole, anche un cieco dopo un po' si renderebbe conto che era stato avvertito. Capite?Nel 1965 LRH dedicò molto del suo tempo a ristrutturare l'organigramma dell'organizzazione-tipo di Scientology, cambiandolo per ben tre volte ed introducendo delle assolute novità, tra cui l'istituzione di una nuova figura professionale che, negli anni a seguire, sarebbe divenuta tanto popolare quanto temuta: il "funzionario di etica" [1]. Nello stesso periodo LRH si preoccupò di scrivere numerose policy [direttive] per favorire una maggiore comprensione dell'argomento "etica". E, sempre in quel periodo, si premurò d'introdurre precise normative intese a regolamentare eventuali azioni disciplinari da intraprendere nel caso si fossero determinate particolari situazioni o evidenti trasgressioni alle regole che Scientology si era data [2].
Per capire meglio quali significati assumano i termini "etica" e "giustizia" nel contesto di Scientology, e quali possano essere le differenze con il loro significato comunemente in uso, ci viene in aiuto lo stesso LRH nella sua HCO PL [policy letter - direttiva] del 12 luglio 1980, "I fondamenti dell'etica":
Alla voce giustizia, viene invece riportato: "Conformità al diritto morale, o alla ragione, verità, o realtà", oppure "L'amministrazione della legge".
Come si può notare questi due termini sono diventati confusi.
Da tempo immemorabile, tutte le filosofie hanno affrontato questi argomenti senza mai risolverli.
Che Dianetics e Scientology vi siano riuscite, rappresenta una straordinaria conquista. La soluzione risiede, in primo luogo, nell'aver separato gli argomenti. È in questo modo che diventa possibile ottenere una tecnologia che possa funzionare per entrambi.
Per ETICA s'intendono semplicemente quelle azioni che un individuo intraprende su di sé. Si tratta di qualcosa di personale. Quando una persona è etica, oppure la sua etica è "in", lo è in maniera autodeterminata e lo fa da se stessa.
La GIUSTIZIA è invece l'azione che il gruppo intraprende nei confronti dell'individuo, quando egli non lo fa di sua iniziativa. [Enfasi aggiunta] L'etica consiste nelle azioni che un individuo intraprende su se stesso per raggiungere una sopravvivenza ottimale, per sé e per gli altri, su tutte le dinamiche. Le azioni etiche sono azioni di sopravvivenza. Senza un uso dell'etica, non sopravviveremo.Non credo esistano dubbi su che cosa si debba intendere per ETICA nel contesto di Scientology: un "ciclo di azione" che interagisca con il singolo individuo. Ne consegue che se una persona sentisse l'esigenza di "liberarsi di un peso" ed avvertisse la personale necessità di mettersi in pace con se stessa ed in regola con i principi di quella dottrina potrebbe liberamente farlo, e l'ideale sarebbe recarsi nella locale "Sezione di Etica" e trovarvi personale disposto a darle una mano. Ma dovrebbe sempre essere una decisione del singolo, presa in autonomia (un ethics officer potrebbe adoperarsi per determinare condizioni favorevoli affinché questo possa avvenire, ma nulla di più). LRH parlò spesso dell'etica come di un impulso innato in ogni individuo, implicito nella natura stessa dell'essere umano. E ancora oggi, in occasione di event o convention di Scientology, capita sovente di sentire definire l'etica con le stesse parole utilizzate da LRH in "Scienza della sopravvivenza", libro del 1951: L'etica in realtà consiste di razionalità protesa verso gli ideali più alti di sopravvivenza per l'individuo, la razza futura, il gruppo e l'umanità e le altre dinamiche considerate collettivamente. L'etica è ragione. Il più alto livello d'etica consisterebbe di concetti di sopravvivenza a lungo termine, con distruzione minima, lungo qualsiasi dinamica.LRH si premurò poi di metterci al corrente dei suoi benefici effetti, così come dovrebbe essere concepita nel contesto di Scientology. La HCO PL del 9 luglio 1980, "L'etica, la giustizia e le dinamiche", termina infatti con queste parole: La nostra sopravvivenza viene assicurata solo dalla conoscenza ed applicazione dell'etica alle nostre dinamiche, in modo da mantenerle in comunicazione. Per mezzo dell'etica possiamo raggiungere sopravvivenza e felicità per noi stessi e per il pianeta Terra.Lo stesso concetto viene riproposto nella policy letter del 2 marzo 1984, "Resoconti di O/W": Una persona che ha overt e withhold [3] diventa meno capace di influenzare la propria vita e la vita altrui, e smette di comunicare con le persone e le cose contro cui ha commesso gli overt. Scrivere il resoconto dei propri overt e withhold offre una via d'uscita. Affrontando la verità, l'individuo può provare sollievo e riacquistare la propria responsabilità.E ancora: Il fatto di scrivere un resoconto dei propri overt e withhold può determinare un'as-isness [4] e di conseguenza liberare una persona dalle proprie trasgressioni.In altre policy LRH indica in una sensazione di sollievo il "fenomeno finale" (EP) di un "ciclo di etica" ben fatto. Ed è proprio l'affermazione secondo cui si conseguirebbero precisi ed inequivocabili "fenomeni finali" che potrebbe (e dovrebbe) giustificare lo status di "tech" che si attribuisce all'etica di Scientology. Se ogni "ciclo di etica" dovrebbe essere visto come un'azione di prima dinamica [se stessi] consapevolmente (e autonomamente) intrapresa dal singolo individuo, la gestione e l'amministrazione della giustizia dovrebbero invece configurarsi come quelle azioni di terza dinamica [gruppo] indispensabili per innalzare (oppure mantenere) ad un livello di sopravvivenza ottimale il gruppo stesso. Lo scopo della "giustizia" differisce sostanzialmente da quello un po' più romantico dell'etica, e si potrebbe riassumere nell'esigenza vitale del gruppo di creare un ambiente sicuro per tutti gli scientologist, liberato dalle eccessive turbolenze dei singoli individui. A tal proposito, nella HCO PL del 5 aprile 1965, "Scientology crea un ambiente sicuro", LRH scrive: L'ambiente pericoloso del mondo wog, consistente di ingiustizie, improvvisi licenziamenti, guerre, bombe atomiche, persisterà e sarà per noi una fonte di preoccupazioni, solo se noi manchiamo di estendere il nostro ambiente sicuro in tutto il mondo.Questi concetti trovano un'ulteriore conferma nella HCO PL del 18 giugno 1968, "Etica", dove impartisce le seguenti direttive: Il Funzionario di Etica rende l'ambiente sicuro, in modo che possa aver luogo la produzione e si possa dare il servizio. Lo rende insicuro per coloro che, a causa di trascuratezza e continui errori o soppressione, spingono le statistiche verso il basso e inducono i buoni staff ad andarsene.arrivando a sostenere esplicitamente che: Lo scopo di Etica éNon si dovrebbe confondere, come spesso accade, lo scopo di Etica con lo scopo dell'etica. Per "scopo di Etica" s'intende chiaramente l'obiettivo che si prefigge la "Sezione di Etica" (e quella lettera iniziale a caratteri maiuscoli non dovrebbe lasciare dubbi) e deve essere interpretata come un'azione di terza dinamica riconducibile all'hatting [addestramento, formazione, sapere come ricoprire un incarico] dell'ufficiale di etica. Secondo LRH, infatti, non si deve considerare "ciclo di etica" un ciclo deciso dall'ethics officer ed imposto ad un determinato terminale [persona], senza tenere nel dovuto conto la sua effettiva volontà; in questo caso si tratta piuttosto di gestione (e amministrazione) di quelle procedure di giustizia indispensabili per far rispettare le regole che Scientology si è imposta, benché nell'ambiente si tenda spesso a confondere l'etica con le normative del sistema di giustizia interno.
Agli scientologist di lungo corso non può essere sfuggita la maniacale attenzione che LRH ha sempre riservato alla nomenclatura, e la tenacia con cui ha sviluppato un gergo che meglio si prestasse alle rinnovate esigenze dell'organizzazione. In una conferenza tenuta il 9 luglio 1964, [6] LRH illustra dettagliatamente quali disastri potrebbe provocare una nomenclatura che si prestasse a più di una interpretazione, e come una "siffatta disgrazia" potrebbe costituire un'insormontabile barriera ad una piena comprensione del soggetto frainteso, arrivando persino ad affermare che: «la dipendenza della conoscenza dalla nomenclatura è straordinaria...». Verrebbe perciò da chiedersi come mai, una volta deciso di adottare una terminologia che favorisse quel "nuovo modo di comunicare" ancora oggi ampiamente utilizzato dagli scientologist, LRH non si sia preoccupato di differenziare nel dovuto modo un ciclo di azione di prima dinamica dal ciclo di azione che rientra nell'hatting dell'ethics officer, favorendo così la proliferazione di tutti quegli equivoci in tema di etica che aveva profeticamente previsto quando si premurò di informarci sugli effetti nefasti che una mancata differenziazione avrebbe potuto produrre. In una conferenza del 6 agosto 1964 [7] LRH parla esplicitamente della confusione che potrebbe ingenerarsi quando due distinti soggetti vengono definiti allo stesso modo. Per spiegarsi meglio ipotizza cosa potrebbe succedere se tanto l'auditor quanto il preclear fossero definiti con lo stesso termine. Ebbene, a suo avviso una situazione del genere determinerebbe un gran numero di "blow" [lasciare Scientology, sparire]. Si premura poi di affermare: Perciò, in altre parole, se viene usato per due scopi diversi e distinti, un termine può venire confuso. Quindi se una nomenclatura è insufficiente, si può creare confusione.Ci si chiede perciò se il "soggetto dell'etica" non sia stato confuso ad arte. Comunque sia, una precisa (o presunta tale) tecnologia di prima dinamica è stata ed è troppo spesso confusa con un hatting di terza dinamica (addirittura configurabile nella "admin tech"). LRH contribuì personalmente ad intorbidire le acque con alcune policy che potrebbero prestarsi a diverse interpretazioni, alimentando ulteriori equivoci e favorendo altri malintesi sull'argomento. Giusto per fare un esempio, vediamo che cosa scrive nella HCO PL del 4 aprile 1972, "Etica e tecnologia di studio", con direttive che sembrano scritte appositamente per generare ulteriori confusioni: Perciò le seguenti azioni di etica [scritto con l'iniziale minuscola - NdA] entrano a far parte dell'etica standard:Seguono altri 4 punti, tutti riconducibili a precisi provvedimenti disciplinari che il gruppo deve intraprendere nei riguardi di chi viola determinate norme e regole dell'organizzazione. In pratica, lo stesso LRH istituzionalizza come «azioni di etica che entrano a far parte dell'etica standard» azioni specifiche di terza dinamica che dovrebbero essere invece associate alla gestione della giustizia, da collocare perciò tra le procedure che la regolamentano. In altre circostanze non risparmia affermazioni che richiamano all'uso "dell'etica pesante" oppure "all'etica dura" che, alla luce della sua stessa definizione di "etica", appaiono visibilmente dei nonsense. Non mancano neppure circostanze in cui, riferendosi all'etica, le assegna compiti che in precedenza aveva incluso tra gli scopi della gestione della giustizia interna all'organizzazione. Lo si può verificare ad esempio nella policy letter del 22 settembre 1970, "Gli hat", dove si legge: A quanto pare è più facile colpire con l'etica che stilare un programma per la persona, darle un hat completo ed addestrarla su di esso. Le azioni fatte per mantenere l'ordine non sono un sostituto al fatto di avere scopo e valore.Ecco quindi LRH riconoscere implicitamente l'uso dell'etica (con l'iniziale minuscola) per mantenere l'ordine. Va da sé che, nelle org di Scientology, staff e pubblico abbiano finito per utilizzare quel termine per definire un po' di tutto [8]. Da questo momento in poi, adeguandoci allo stesso LRH, tratteremo il tema dell'etica attenendoci a questo suo significato globale e multivalente diventato d'uso comune nell'ambiente di Scientology, poiché solo in quest'ottica risultano comprensibili molte delle policy che Hubbard immise sulle linee dell'organizzazione (non dimenticando che la stessa SEA ORG, istituita nel 1967, avrebbe fatto dell'etica uno dei capisaldi della sua ragione d'esistere). Innanzi tutto è bene precisare che LRH in più di una circostanza si attribuisce il merito di avere messo a punto una precisa ed efficace "tecnologia di etica" del tutto sconosciuta ai comuni mortali, lasciando chiaramente a intendere che si sarebbe rivelata una panacea per molti dei mali che affiggerebbero l'attuale società. Infatti nella HCO PL del 20 ottobre 1967, "Condizioni, come assegnarle", ci informa che: Molto, moltissimo tempo fa mancammo di mettere in vigore l'etica. Commettemmo un errore madornale. E l'intera razza finì nel gran pasticcio in cui è rimasta fino al giorno d'oggi.In pratica, dopo aver individuato proprio nella mancata conoscenza della tech di etica la causa principale di tanti guai per questa umanità, senza particolari distinzioni tra il passato ed il presente, LRH indica ai suoi seguaci l'unica via di salvezza e la strada da seguire. In altre policy sarà ancora più esplicito. Tra le tante, scegliamo qualche passo dalla HCO PL del 12 luglio 1980, "I fondamenti dell'etica": Quando la tecnologia di etica non è conosciuta, la giustizia diventa fine a se stessa, degenerando nel sadismo. I governi non comprendono l'etica...Nonostante l'enfasi posta su questa incommensurabile "tecnologia" che solo Scientology avrebbe il privilegio di possedere, LRH si contraddice da solo quando, all'atto pratico, stabilisce quale fine si prefigga effettivamente l'etica all'interno della stessa organizzazione, determinando le circostanze in cui se ne debba fare assolutamente ricorso. Cerchiamo di capirlo attraverso le sue parole: In Scientology la gente dovrà imparare questa cosa in questa direzione: l'unico scopo di un'azione di etica è far sì che la tecnologia sia in. Questa è l'unica funzione, questa e nessun'altra.Mi sembra logico dedurre che lo "scopo di Etica" e lo "scopo dell'etica" sono diventati tutt'uno (se mai si fosse potuto parlare di qualcosa di diverso) assumendo una "funzione di controllo" intesa a favorire e salvaguardare la corretta applicazione di ogni altro ciclo in seno alla stessa organizzazione. Ma LRH si spinge oltre quando, nella HCO PL del 1 settembre 1965, "Protezione di Etica", scrive: La nostra occupazione non è fare bravi ragazzi. La nostra occupazione è diventare liberi e far sì che l'org abbia una produzione strepitosa. Quindi ad Etica non interessa nient'altro se non:Quindi se un membro dello staff fa aumentare la produzione mostrando una statistica personale eccellente, Etica di sicuro non è interessata. Ma se un membro dello staff non produce, cosa visibile nella cattiva statistica del suo posto, Etica viene fortemente attratta da ogni minima infrazione commessa. In breve, un membro dello staff può passarla sempre liscia fintantoché la sua statistica è in aumento, ma non può starnutire senza ricevere una lavata di capo, se la sua statistica è in calo. Non stiamo di certo parlando di una "tecnologia" in grado di risollevare l'umanità dall'oblio! Questa forte pressione esercitata da Etica e dall'uso dell'etica non risparmia neppure gli executive dell'organizzazione. Verifichiamolo direttamente attraverso le direttive impartite da Hubbard con la HCO PL del 3 maggio 1972, "Etica ed executive": Una valutazione ha rilevato che il fallimento di molte org è dovuto al fatto che gli executive hanno mancato di indossare i loro hat di etica e giustizia.E aggiunge: In un'area con statistiche basse, un executive ha il dovere di investigare e trovare qualsiasi situazione fuori etica e di far sì che venga corretta.Che cosa potrebbe succedere, in caso contrario? Se la situazione non accenna a correggersi, diventa totalmente una questione di giustizia del gruppo con Corti e Commissioni d'inchiesta.Lo spietato controllo di Etica sulla produttività dell'org rasenta l'ossessione nel 1974, quando LRH ricicla un precedente "Flag Order" del 1969 nella HCO PL intitolata "Etica alta per condizioni alte", in cui ufficializza quanto segue: [9] Durante il periodo in cui un'org o una nave si trovano in una condizione alta, LE PENALITA' SONO QUADRUPLICATE SE S'INTERROMPE UNA CONDIZIONE DI POTERE, TRIPLICATE SE S'INTERROMPE UNA CONDIZIONE D'ABBONDANZA E RADDOPPIATE SE S'INTERROMPE UNA CONDIZIONE DI NORMALE OPERATIVITA'. Siccome l'etica, da Emergenza in giù, è severa per tutti, in quei casi non è necessario rafforzarla.Non si può che restare allibiti davanti alla crescente difficoltà nel ravvisare nell'etica quei nobili ideali più volte enfatizzati dallo stesso Hubbard; egli supererà se stesso quando, nella HCO PL del 15 agosto 1967, "Disciplina, SP e admin. Come crollano le statistiche", arriverà ad affermare: Per me, un membro dello staff le cui statistiche sono alte non può fare niente di sbagliato.Ecco che solo una buona statistica personale finirà con il diventare l'unico efficace "lasciapassare" per sottrarsi a "sgradevoli sorprese" e mantenersi a debita distanza dalla "Sezione di Etica". L'avere istituzionalizzato e codificato a quali discutibili parametri debba attenersi un "funzionario di etica" ha legittimato la prassi ancora oggi riscontrabile in ogni org, come si evince dai procedimenti giudiziari che hanno vista coinvolta la Chiesa di Scientology, e dalle numerose dichiarazioni dei suoi fuoriusciti. Attraverso queste direttive si direbbe che LRH si sia adoperato attivamente per determinare uno "scopo comune" per tutta l'organizzazione al quale anche l'etica deve adeguarsi a prescindere dai metodi utilizzati per perseguirlo, ed in barba ad ogni principio di ordine morale o giuridico, facendosi beffe del concetto stesso di etica e del significato intrinseco che tale termine sottintende, indipendentemente da qualsiasi contesto a cui possa essere associato.
Chiacchierando con ex aderenti dell'organizzazione capita abbastanza spesso di sentir parlare di una presunta "linea politica tradita". C'è chi tende ad associare quell'ipotetico voltafaccia allo stesso LRH, ipotizzando un peggioramento delle sue condizioni di salute, oppure prospettando la possibilità che, a lungo andare, potesse essere rimasto vittima della sua bramosia di potere e di denaro. E c'è chi invece è propenso ad imputare all'attuale management di Scientology tale inversione di tendenza. Il soggetto dell'etica è uno degli argomenti che meglio si presterebbero a giustificare questo presunto "cambio di rotta" che, in un determinato momento della storia di Scientology, avrebbe contribuito ad inficiarne tanto l'immagine quanto il nobile scopo che si era originariamente prefissa. Non ci rimane che verificare SE e QUANDO si sarebbe verificato questo ipotetico "voltafaccia". Hubbard codificò una grande quantità di direttive relative all'etica, alcune delle quali sembrano in contraddizione l'una con l'altra. Si possono così trovare numerose policy dove raccomanda tolleranza, clemenza e comprensione [11]. Esaminiamo un po' di materiale, concentrandoci anche sulle date di emissione: Nella HCO PL del 29 aprile 1965, "Etica, revisione", si legge che: Come è stato dimostrato dall'osservazione diretta del suo uso, l'etica di Scientology produce effetti così potenti, che ne basta un pochino per arrivare lontano.Sulla stessa policy: Rendetevi conto quindi che un'azione di etica non ha bisogno di essere molto pesante per produrre i risultati più sorprendenti.Arrivando a raccomandare: Perciò usate l'etica con mano leggera. È come un fulmine!Nella HCO PL del 17 marzo 1965, "Amministrare la giustizia", al punto 5 troviamo: Ogni mente reattiva può causare dolore e disagio su di un essere. Essa esige la soppressione del bene e la riproduzione del male. Perciò, nell'amministrare la giustizia, poni delle restrizioni appena più forti della spinta che il bank può esercitare per commettere una cattiva azione. La minaccia esterna dev'essere appena sufficiente a rendere la pressione interna che spinge a compiere del male, il disagio minore. Il giudizio sta in quanta restrizione dev'essere esercitata dall'esterno.Nella conferenza tenuta il 2 agosto 1966, "Soppressivi e GAE", LRH assume un tono perentorio nell'affermare: L'intero problema di etica è un problema universale. È un problema di disturbi mentali. L'etica non potrebbe mai vigere soltanto su base disciplinare. Mai! Peggiorerebbe soltanto. Non ci può mai essere giustizia in assenza di una comprensione della mente umana. Mai! Prenderebbe soltanto dei granchi.La HCO PL del 17 maggio 1971, "Giustizia, applicazione corretta", inizia con queste parole: In questioni di giustizia abbiamo la responsabilità di assicurarci che vi sia correttezza e che la "giustizia" non venga usata per opprimere.Contemporaneamente LRH impartisce direttive che sembrano andare in direzione opposta. HCO PL del 16 maggio 1965, "Indicatori delle org": Etica non diventa mai ragionevole con la mancanza d'espansione. Se etica esercita pressione in modo sufficientemente energico, gli altri avranno un livello di necessità sufficientemente alto da agire.Sempre in quel periodo, LRH termina la HCO PL del 2 giugno 1965, "L'etica dell'organizzazione e la tecnologia", con questa esortazione: Non perderete neanche una persona a causa dell'etica. Al contrario, la gente entrerà a frotte. Solo gli SP se ne andranno. Quindi usatela, usatela, usatela.Poco più di due anni dopo, nell'HCO PL del 20 ottobre 1967, "Condizioni, come assegnarle", scriverà: Nelle org in cui l'etica è rigida e inesorabile il personale cresce di numero.Ma LRH sarà ancora più esplicito nella HCO PL del 7 dicembre 1969, "Il funzionario di etica e la sua natura": La ragionevolezza è soppressiva dal momento che permette che l'oppressione continui senza che venga intrapresa alcuna azione.Perciò, dopo questa disamina delle direttive di Hubbard in materia di etica si arriva al convincimento che:
b) Hubbard incorre con regolarità in ripetute contraddizioni immettendo sulle linee di Scientology direttive che sembrano prestarsi ad interpretazioni spesso contrastanti. Poiché non è possibile ravvisare un preciso indirizzo (o orientamento) politico dell'etica di Scientology dal momento della sua istituzionalizzazione in poi [12], è altrettanto impossibile ravvisare un cambio di rotta nella gestione dell'etica. È assai probabile che la verità sia molto meno complicata di quanto alcuni ex aderenti sono soliti ripetere quando accennano ad una presunta linea politica disattesa: sembra infatti evidente che Scientology non si sia mai mostrata in pubblico con il suo vero volto, e da sempre l'etica si prefigga un asfissiante e sistematico controllo su ogni aspetto dell'organizzazione, piccolo o grande che sia. Del resto appaiono più che evidenti le innumerevoli contraddizioni in tema di uso dell'etica in cui Hubbard incespica ripetutamente. La sua maniacale tendenza a volere "standardizzare" qualsiasi situazione possa verificarsi nell'ambito dell'organizzazione lo ha portato ad emettere un'infinità di policy sull'etica che alla fine, molto probabilmente, hanno solo contribuito a disorientare ulteriormente l'intero movimento. L'unica condizione peggiore al "non avere nessuna regola" è probabilmente "avere troppe regole". Figuriamoci se, oltre a prestarsi a molti equivoci, tali regole arrivano a contraddirsi. Ne derivano caos e arbitrarietà di giudizio che mal si conciliano con un ambiente che ha fatto della "standard tech" uno dei suoi cavalli di battaglia. 6. Nastro intitolato "L'assimilazione dei dati", parte del corso di studio denominato Student Hat.
7. Nastro intitolato "Gradienti e nomenclatura", parte del corso di studio denominato Student Hat.
8. Se l'argomento non fosse già sufficientemente contraddittorio nelle parole stesse del fondatore, e a dispetto della presunta applicazione di una "tech standard al 100%", a complicare le cose ci si mettono anche le traduzioni non conformi del materiale. Infatti la HCO PL 18 giu. 1968 viene proposta in due diverse versioni.
Il pacco di studio intitolato "Corso PTS/SP - come frantumare e vincere la Soppressione" ed. 1989 così riporta:
Mentre nel pacco di studio intitolato "Corso di specialista dell'etica di Scientology" ed. 1998, a pag. 427 si legge quanto segue:
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