Di Martini, marzo 2007.
Articolo di riferimento: Le campagne anti-Ritalin e anti-psichiatria... i retroscena
In risposta a: Replica di Luca Poma, portavoce di "Giù le Mani dai Bambini"
La ringrazio per le precisazioni che ha voluto inviarmi. Se è vero che l'appartenenza a Scientology di due animatori di primo piano della Campagna "Giù le Mani dai Bambini®" (Lei e il suo collega Toselli) e dell'allora appartenente al Vostro Comitato Scientifico Roberto Cestari afferisce alla sfera prettamente personale, resto però dell'opinione che quando ideologia religiosa ed impegno pubblico si muovono nella medesima direzione, allora quell'appartenenza acquisisce rilevanza. Sarebbe lo stesso se alcuni Testimoni di Geova contribuissero a lanciare e si adoperassero attivamente in una campagna anti-trasfusioni o se portavoce e coordinatore (già co-fondatori) di una campagna pro-clonazione fossero dei raeliani, e nel Comitato Scientifico della stessa fosse inizialmente presente un medico raeliano - impegnato da anni in attività strettamente legate alla sua ideologia, presidente di un Comitato fondato dal suo movimento religioso al fine di diffondere la sua particolare visione di una determinata pratica medica, premiato per il suo impegno nella propagazione dei principi del gruppo a cui appartiene. Indipendentemente dalla fondatezza delle rispettive iniziative, resterebbe a mio avviso una base ideologica che potrebbe riverberarsi nel modo in cui dette campagne colpiscono e vengono recepite dall'immaginario collettivo. Da un paio d'anni osservo la campagna di cui Lei è attivo portavoce e la mia esperienza e conoscenza della dottrina della Chiesa di Scientology mi hanno fatto maturare la convinzione che l'iniziativa che Lei rappresenta abbia due anime distinte, una scientologica e una no, ma che la prima comunque permanga e sia quella che viene maggiormente percepita dal pubblico e dai media. Mi spiego meglio. La campagna sostiene di battersi contro l'abuso di psicofarmaci in età pediatrica, ma ad iniziare dalla denominazione che le si è voluta dare - "Giù le Mani dai Bambini" - e dallo slogan ripreso ovunque sulla Vostra pubblicistica - "Non etichettare tuo figlio. Parlagli!" - mi sembra che il messaggio di base sia fortemente stigmatizzante. Chi avrebbe messo le "mani sui bambini" e chi non parlerebbe ai propri figli? Un medico non "mette le mani sui bambini", lo fa invece chi ha intenzioni quantomeno poco benevole. La diagnosi medica diventa "etichetta" apposta dai genitori, che non ascolterebbero il disagio del loro bambino. Si direbbe che i genitori che devono affrontare a livello farmacologico un disturbo come l'ADHD, che può essere veramente grave per lo sviluppo e i rapporti sociali/interpersonali del bambino, vengano doppiamente "criminalizzati": l'immaginario che i vostri slogan sembrano sollecitare è quello di una malattia inesistente che genitori poco responsabili preferiscono liquidare con una sostanza farmaceutica mortalmente pericolosa. La lettura di riviste popolari come quella che ho riportato nel mio articolo e dei vari blog, forum e gruppi di discussione Internet che trattano l'argomento mi sembra davvero evidenziare quanto quel tipo di immaginario sia stato colpito. La criminalizzazione del principio attivo usato per trattare - tra l'altro in percentuali abbastanza basse - i bambini colpiti dal disturbo è totale, e le poche voci che si levano per spiegare perché si è stati costretti a ricorrere a un trattamento farmacologico vengono immediatamente e decisamente accusate di "drogare" i propri bambini. Poiché come Lei spesso ricorda la campagna di cui è portavoce è la più importante e quella che gode di maggior visibilità nel nostro Paese, immagino sia ad essa che va imputata una buona parte di questo tipo di "responsabilità". E anche le vignette reperibili sul vostro portale sembrano andare in questa direzione. Se da una parte si sostiene di combattere l'ABUSO, punto su cui credo siamo tutti d'accordo, dall'altra mi sembra che il messaggio recepito dalla "massa", artisti vostri sostenitori compresi, sia di rifiuto totale dell'USO. E questo tipo di criminalizzazione trova perfetta corrispondenza nell'ideologia di Scientology in merito a psichiatria e psicofarmaci. Tale corrispondenza è, o era fino a poco tempo fa, riscontrabile anche in una sezione del vostro portale dedicata alle voci contrarie all'utilizzo del metilfenidato, dove in sostanza sembra quasi imputarsi al "complotto nazi-psichiatrico" molto caro a Scientology la "genesi" stessa del disturbo [1]. Viceversa, nella sezione che vorrebbe esporre in modo scientifico le ragioni di chi è favorevole al trattamento farmacologico, il senso che mi pare di cogliere è un aleggiare di sospetto riassunto dalla frase: «associazione [di famigliari bambini ADHD] che gode del supporto finanziario di due distinte case farmaceutiche» [2], quasi che essi appoggiassero il ricorso in extremis al farmaco per un qualche motivo di interesse economico (e anche questo, se mi permette la battuta, ricorda molto Scientology... anche io, secondo gli aderenti al movimento, godrei infatti di finanziamenti occulti di non si sa bene quale "Spectre" antireligiosa/psichiatrica/farmacologica/comunista e sarebbero tali finanziamenti a motivare il mio impegno informativo). Ancora in merito a un approccio che a mio avviso sembra colpire l'USO piuttosto che l'abuso, il Suo comunicato stampa del 14.10.2006, riferito a una "classifica" inglese delle "venti sostanze psicoattive più dannose" e ripreso verbatim da varie testate e blog/forum Internet - cita il metilfenidato assieme a LSD ed Ecstasy. Ciò che quel comunicato però non dice è che quella stessa "classifica" colloca al 5° posto delle sostanze psicoattive più pericolose l'alcol, al 9° posto il tabacco, all'11° la cannabis, e solo al 15° il metilfenidato. Che, come sappiamo, oltre che venire usato sotto stretto controllo medico per il trattamento di una piccola percentuale di pazienti con diagnosi ADHD - diagnosi mai effettuata da un solo medico ma da un pool di specialisti - viene invece usato (=abuso) come stimolante e anoresizzante da adulti non affetti da tale disturbo . Anche gli oppiacei sono sostanze pericolose di cui può esistere, ed esiste, abuso, ma credo che nessuno negherebbe la loro utilità nella terapia del dolore in caso di necessità e sotto stretto controllo medico. Ancora più recente il Suo comunicato stampa del 23/02/2007 sul "warning" lanciato dall'FDA americana. Se è vero che la Food and Drug Administration in data 21/02/2007 ha raccomandato ai produttori un'immediata modifica delle schede tecniche dei farmaci e sottolinea pericoli di reazioni cardiovascolari e psichiatriche avverse, è altrettanto vero, ma non viene riportato dal Suo comunicato, che l'ente americano fa specifico riferimento a pazienti con «seri problemi o difetti cardiaci di base, e colpi apoplettici o attacchi cardiaci in adulti con determinati fattori di rischio», mentre per quanto riguarda le problematiche psichiatriche riferisce che è stato riscontrato «un lieve rischio (circa 1 su 1000) di eventi psichiatrici avversi, come sentire voci, diventare sospettosi senza motivo, diventare maniaci anche in pazienti che in precedenza non avevano [manifestato] problemi psichiatrici». Anche in questo caso mi sembra che il Suo comunicato tenda a colpire l'immaginario e a criminalizzarne l'USO, piuttosto che l'abuso. Non mi è stato invece possibile trovare tra i suoi numerosi press release la comunicazione dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), newsletter N. 4/2006, secondo cui, pur evidenziando effetti collaterali avversi in soggetti a rischio, si sottolinea che i farmaci usati per l'ADHD (metiflenidato: Ritalin e Strattera) «sono generalmente sicuri e apportano benefici quando usati come da raccomandazioni». Un altro dato a mio avviso fondamentale che ho trovato poco sottolineato nei press release della Vostra campagna contro il Ritalin è che in Italia il farmaco è stato ritirato dal commercio dalla stessa Novartis nel 1989, ben diciotto anni fa, e che solo in questi giorni dovrebbe tornare disponibile ai pazienti italiani. Mi sorge spontanea la domanda: in che modo era mai possibile un ABUSO di Ritalin (metilfenidato), se non era disponibile nelle farmacie del nostro Paese? E che questo dato decisamente importante sia stato poco pubblicizzato dalla "campagna di farmacovigilanza di maggior visibilità nazionale" mi pare evidente da iniziative che a mio avviso rasentano il ridicolo, come ad esempio quella dell'Onorevole Tiziana Biolghini, Consigliere delegato alle politiche dell'Handicap della Provincia di Roma, che nel 2005 chiedeva a gran voce il «ritiro immediato del Ritalin dal commercio», oltre a dirsi sicura che esso venisse usato per «sedare i bambini vivaci», cioè «"argento vivo", "vivacità", irrequietezza» e non invece come risorsa estrema per bambini affetti da un disturbo di una certa gravità. E in definitiva penso sia questo il messaggio di fondo percepito dalla "massa" ed è questa la cosiddetta "anima scientologica" che io attribuisco alla Vostra campagna, che ha e mantiene comunque un'anima che con Scientology non c'entra nulla. Ma alla luce degli appunti che ho sentito il dovere di fare mi chiedo quanti abbiano aderito alla Vostra campagna su una semplice pulsione emotiva sollecitata da efficaci slogan che evocano un immaginario ben preciso che però mi sembra abbastanza lontano dalla realtà, in particolare quella del nostro Paese. In breve, se mi è concessa la battuta, in me permane la spiacevole sensazione che si tratti di "molto rumore per nulla", lo stesso ravvisabile nelle campagne molto scandalistiche ma di scarsa sostanza della Chiesa di Scientology e delle sue associate. Con questo non voglio dire che un'azione di farmacovigilanza non sia necessaria e lodevole, ma mi sembra che, allo stato, la Vostra campagna abbia più che altro generato allarmismo ingiustificato e una grossa confusione in opinione pubblica, media e istituzioni, come del resto fanno da sempre le campagne targate Scientology. E su questo prego sia Lei che i vostri comitati etico e scientifico di riflettere. Per quanto riguarda la questione Istituto Superiore di Sanità, lungi da me l'idea di tacciraVi di aver deliberatamente danneggiato la salute di giovanissimi pazienti. Mi limito semplicemente a rilevare che il protocollo, dopo essere rimasto bloccato per oltre un anno e mezzo su Vostra iniziativa, è stato alla fine varato e il Ritalin dovrebbe essere reintrodotto in commercio anche in Italia, come è in commercio nel resto d'Europa - con modalità, le nostre, peraltro severissime che mi pare mettano al riparo da ogni possibile abuso. Ma che ne regolamentano e ne giustificano indiscutibilmente l'USO. Martini
[postilla del 13 gennaio 2008: all'epoca della stesura del mio articolo non sapevo a chi attribuire il "complotto psichiatrico nazista/eugenetico" presente alla voce "contro" del portale di "Giù le Mani dai Bambini®" - riportato più sotto -, che tanto mi ricordava Scientology [in corsivo nel testo]. Non veniva (e tutt'ora non viene) infatti citato il nome dell'autore della pagina, salvo un generico "una parte sostanziale di questa scheda è stata tratta da una pubblicazione del Prof. Claudio Ajmone, Presidente dell'Osservatorio Italiano sulla Salute Mentale").
Oggi, navigando in cerca d'altro, l'ho trovato. L'autore della sezione che ho definito "complotto psichiatrico nazista/eugenetico" è il Dott. Roberto Elia Cestari, Presidente del CCDU Italia (entità strettamente collegata alla Chiesa di Scientology, si veda ad esempio qui), "Medaglia della Libertà della IAS" (onorificenza concessa dalla International Association of Scientologists a chi ha contribuito alla diffusione di Scientology "in modo stellare"), ecc. Qui potete leggere un "Commento del Dott. Cestari per i giornalisti scientifici" su cui è possibile leggere le stesse cose riportate dal portale di "Giù le Mani dai Bambini®".]
Questo manuale venne sviluppato con lo scopo di garantire un linguaggio comune ed una maggiore uniformità di criteri diagnostici in ambito psichiatrico, nelle varie nazioni ed aree geografiche.
Tale scopo aveva una sua ragione, ma col tempo la situazione si è sostanzialmente modificata.
Nel corso degli anni il DSM si è progressivamente accresciuto, con l'aggiunta di molte nuove "patologie" psichiatriche. Ogni nuova entità nosologica elencata viene stabilita attraverso discussione e voto di gruppi di esperti. Questo è un criterio certamente democratico e altrettanto certamente non scientifico.
In medicina non potremmo mai stabilire, per decisione, che il colera non è una malattia e nemmeno che lo è: ciò dipende da prove e fatti incontrovertibili. In psichiatria l'omosessualità e la masturbazione sono state per lungo tempo considerate patologie, mentre oggi non lo sono più; il gioco d'azzardo è sempre stato considerato un problema di carattere morale, oggi ci dicono sia una malattia.
Col passare degli anni, i compilatori del DSM si sono accorti che potevano estendere la propria influenza e i propri interessi nei riguardi di una quantità pressoché infinita di atteggiamenti o problemi umani.
Alcuni osservatori più critici, ricordano le origini storiche di questo particolare approccio psichiatrico, che come vedremo sono da porre in diretta relazione con alcuni aspetti del fenomeno ADHD di nostro interesse.
Nel 1940 lo psichiatra J.R. Rees, nel suo "Piano strategico per la salute mentale" [65], dichiarava: "Se dobbiamo infiltrare le attività sociali e professionali di altre persone, ritengo dobbiamo emulare i totalitaristi ed organizzarci come una sorta di quinta colonna... Abbiamo portato a termine un attacco efficace ad un certo numero di professioni. Le due più facili da colpire sono naturalmente l'insegnamento e la religione, le due più difficili sono la legge e la medicina. Non dobbiamo quindi più parlare di "igiene mentale", ma usare il termine "salute mentale". Agiamo quindi in modo segreto come una vera quinta colonna..."
Qualche anno più tardi, nel 1946, lo psichiatra canadese Brock Chisolm, fondatore della World Federation for Mental Health, una delle massime istituzioni psichiatriche mondiali, scriveva : "...sarà certo un grande vantaggio per il mondo se la psichiatria occuperà quel ruolo di dominio sulla prevenzione, laddove un enorme lavoro deve essere svolto… L'obiettivo finale di qualunque efficace approccio psichiatrico e psicologico è quello di reinterpretare ed eventualmente sradicare i concetti di giusto e sbagliato… Se la razza umana deve essere liberata dal fardello paralizzante della morale, del bene e del male, devono essere gli psichiatri ad assumersi la responsabilità di tale compito." [66]
L'idea di una psichiatria che guida i destini del mondo, procedendo attraverso la selezione della migliore specie umana, si andava quindi già diffondendo da molti anni.
L'eugenetica, principio fondamentale cui i nazisti si ispirarono, nacque ben prima del nazismo e non morì con esso. Il più influente ed importante scienziato dell'era Nazista fu certamente il dott. Ernst Rudin, che nel 1905 aveva fondato la "Società Tedesca per l'Igiene Razziale", assieme a suo cognato, lo psichiatra Alfred Ploetzl [67]. Eletto presidente della "Federazione Internazionale delle Organizzazioni per l'Eugenetica" e del "Comitato per la Psichiatra Razziale" nel 1932 [68], con la salita al potere di Hitler nel 1933, Rudin comandò il programma coordinato da Heinrich Himmler per l'eliminazione di 375.000 cittadini tedeschi ritenuti "inferiori", programma che precedette l'olocausto [69].
Durante il processo di Norimberga furono messi sotto accusa solo i medici che lavorarono direttamente nei campi di concentramento, e nemmeno tutti. Tralasciando alcuni altri, individuati molti anni più tardi, come gli psichiatri Heyde e Lotte, tutte le menti ideologiche dell'eugenetica rimasero e sono rimaste libere di praticare e soprattutto di insegnare [70]. Rudin, in quanto cittadino svizzero, subì solo un breve periodo di arresti domiciliari e morì nel 1952 [71].
Per tornare dalla storia - pur recente - alla cronaca dei nostri anni, l'edizione del 1994, del noto "Comprehensive Textbook of Psychiatry" celebrava Rudin in quanto "padre" delle teorie sulle origini genetiche della schizofrenia. Nel 1990, la National Alliance for Research on Schizophrenia and Depression ha pubblicato un articolo dove si ringraziava Rudin per il suo lavoro pionieristico (!) nel campo della psichiatria genetica [72].
L'allievo e successore di Rudin all'Istituto Kaiser Wilhelm, Dr. Franz J. Kallmann, sposto la propria cattedra al New York State Psychiatric Institute [NYSPI] della Columbia University, dove divenne il responsabile dei programmi di psichiatria genetica [73]. Dopo l'olocausto Kallman testimoniò personalmente in favore dello psichiatra Otmar Von Verschuer, uno dello psichiatri che selezionarono personalmente gli individui da uccidere durante il programma di sterminio. Con l'aiuto di una parte della comunità psichiatrica di allora, Von Verschuer fu condannato a pagare appena 300 dollari di multa e venne liberato [74].
Entrambi collaborarono negli anni 50' al programma statunitense di "Eugenetica negativa", per la soppressione della riproduzione degli individui "inferiori". [75]. Kallman lavorò a lungo con la dottoressa Linda Erlenmeyer-Kimling, esperta di genetica, sempre al NYSPI.
La Erlenmeyer-Kimling, assieme a Kallman, è l'autrice dei primi studi sulla necessità di individuare precocemente i disturbi mentali sin dalla prima infanzia. La precoce identificazione dei bambini come portatori dei geni della follia era anche lo scopo principale del lavoro di Ernst Rudin.
Nel 1971 la American Eugenetic Society cambiò il suo nome, divenendo la American Social Biology Society. [76]: "biologia sociale" era il termine utilizzato dal nazista Ernst Rudin per definire la propria scuola di pensiero. A partire dagli anni 70 ' e 80' i lavori della Erlenmeyer-Kimling sono la base su cui vengono fondati i programmi di screening finalizzati ad individuare nei bambini i segni dei "disturbi mentali". [77]?.
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