Alla ricerca di vite passate 

Di Russell Miller, dal saggio Bare Faced Messiah, 1988.

Traduzione a cura di Martini.

 
 
 
 
Due membri della Sea Org lanciano uno sfortunato Scientologist in acqua per "essere andato fuori etica", ovvero aver disobbedito agli ordini o non prodotto la quantità di lavoro richiesta dai rigidi standard dell'organizzazione. La foto è stata tratta dal saggio Bare-Faced Messiah, di Russel Miller. L'autore riporta che è stata scattata dallo stesso Hubbard, e pubblicata nella rivista di ScientologyThe Auditor, numero 41, 1968.
 
 
Un gruppo di studenti di Saint Hill [quartier generale di Scientology] arrivò a bordo della Royal Scotman poco dopo il suo attracco a Valencia, per frequentare un "corso di chiarimento". Una di loro era Mary Maren, una New Yorkese carina dagli occhi scuri: 

''Uno dei miei compagni del corso di danza di New York era in Scientology, e fu lui a parlarmene. Mi sembrava un gruppo di gente interessante e pensai che sarebbe stato utile avere a disposizione questa esatta tecnologia scientifica. Lessi Dianetics e mi parve avesse senso. Nel 1967 ero a Saint Hill per frequentare il "briefing course" e incontrai gente di ritorno da questo misterioso progetto del mare. Uno dei ragazzi era terrorizzato, veramente stravolto; non avevo idea del perché fosse in quello stato. Due settimane dopo ne tornarono altri. Erano dimagriti moltissimo e sembravano distrutti, come se avessero visto qualche mostro marino. Successivamente scoprii che per due settimane avevano ripulito la nave dagli escrementi di bestiame [la Royal Scotman, prima di diventare Ammiraglia della Flotta Hubbard, era stata un traghetto bestiame - n.d.t.] ma allora non lo sapevo ancora. Dissi ad Artie, mio marito, che non sarei mai entrata nella Sea Org. 
 
 

«Quando salimmo sull'aereo per andare a fare il corso di chiarimento me ne ero completamente dimenticata. L'avevano chiamato il Volo della Libertà di Capodanno. Non ero mai stata in Spagna prima, e tutto era estremamente eccitante. All'epoca la nave era veramente pulita, quasi bella. La cuccetta che mi fu assegnata era piccola e angusta, ma tutto sembrava a posto. L'atmosfera era molto congeniale. LRH [L. Ron Hubbard - n.d.t.] si trovava a bordo ed era di ottimo umore. Si tratteneva sul ponte fino a notte tarda e ci raccontava le avventure della sua intera traccia ["traccia del tempo" - registrazioni di tutti gli avvenimenti passati, vite precedenti comprese - n.d.t.] e di quando faceva gare automobilistiche nella civiltà Marcabiana. La civiltà di Marcab era esistita milioni di anni fa su un altro pianeta; era simile al pianeta Terra degli anni cinquanta, solo che avevano mezzi di locomozione spaziale. Successivamente si scoprì che i Marcabiani non erano gran brava gente, quindi paragonare la loro civiltà alla nostra non era un bel complimento. LRH raccontava di essere stato un corridore automobilistico chiamato Drago Verde, e di aver fatto un record di velocità prima di rimanere ucciso in un incidente. Rinato in un'altra vita con il nome di Diavolo Rosso batté il suo stesso record, poi tornò di nuovo con il nome di Lampo Blu. Alla fine si rese conto che quel che stava facendo non era altro che battere i suoi stessi record, e non c'era più divertimento. La gente gli stava intorno ad ascoltare queste storie per ore, strabiliata. All'epoca condividere queste cose ci sembrava un privilegio ed un onore, ascoltarlo parlare di cose accadute milioni di anni fa come se fosse stato ieri. Di solito era molto divertente, ma a volte trovavo stressante dover immagazzinare tutte queste cose, questo flusso potente ed esplosivo, ed era difficile sottrarsene. Una sera che mi girava la testa chiesi se potevo andarmene prima. Sentivo la mia voce echeggiare nel cosmo mentre dicevo "mi scuserà, signore, ma devo andare a letto." Lui rispose "Ma certo."»
 
(Intervista a Mary Maren, Los Angeles, Agosto 1986)
 

Parlare delle sue vite precedenti davanti ad un pubblico soggiogato ed adorante era una delle attività ricreative preferite da Hubbard. Le sue storie, non importa quanto stravaganti, erano sempre prese sul serio visto che a bordo erano tutti Scientologist dedicati, convinti della verità delle vite precedenti e dell'immortalità. Mary Maren o gli altri che ascoltavano Hubbard parlare sul ponte della Royal Scotman, in quelle calde notti spagnole, non avrebbe mai dubitato che potesse essere stato un pilota automobilistico Marcabiano. 

Una delle caratteristiche ricorrenti nelle vite passate di Hubbard su questo pianeta era la passione per la sepoltura delle sue fortune terrene, e una delle frustrazioni della sua vita presente era l'incapacità a ritrovarle. Era rimasto molto deluso quando le crociere intorno alle Isole Canarie a bordo dell'Enchanter non gli avevano fruttato lingotti d'oro, ma ora aveva a sua disposizione più tempo, più navi e più personale, e nel Febbraio del 1968 richiese volontari che lo accompagnassero in una missione speciale a bordo della Avon River. 

Amos Jessup fu uno dei primi a farsi avanti. "Non ci aveva preannunciato i nostri compiti, ma a me non importava, l'avrei seguito fino all'Inferno se me l'avesse chiesto. Ero felice di fare qualsiasi cosa per lui, perché pensavo che lui avesse fatto tanto per aiutare gli altri e si meritava ogni aiuto potessimo dargli. La gente pensava che fosse in grado di fare miracoli, uno che aveva dimostrato un livello incredibilmente alto di competenza. Essere con lui era terribilmente eccitante e stimolante. Dovevi sempre darti da fare, dare il meglio di te ma era anche sempre molto terapeutico e confortante." [2 - Intervista a Jessup] 

Per la missione Hubbard accettò trentacinque volontari, e nelle settimane successive tenne sedute di addestramento quotidiane sul ponte della Avon River, spesso osservato con invidia dagli studenti della Royal Scotman, ormeggiata a fianco nel porto di Valencia. 

Cronometro alla mano, il Commodoro faceva eseguire all'equipaggio innumerevoli esercitazioni di recupero di uomo in mare, spegnimento incendi, manovramento funi, lancio e recupero di piccole scialuppe ed esercizi per respingere arrembaggi - si diceva preoccupato dai pirati del Mediterraneo e voleva essere sicuro che non si sarebbero fatti prendere dal panico quando fosse arrivato il momento. 

All'inizio di Marzo la Avon River prese il mare lasciando quelli della Royal Scotman frementi nel cercare di indovinare la natura della sua missione. Puntò a est, attraversò di nuovo il Mediterraneo e gettò l'ancora in una baia riparata vicino a Capo Carbonara, sulla costa sud orientale della Sardegna, dove Hubbard radunò l'equipaggio per le istruzioni. Ergendosi sul portellone della stiva per essere ben visibile, disse di essere in procinto di realizzare un'ambizione che aveva nutrito per secoli, nelle sue vite precedenti. Per la prima vita era riuscito a mettere insieme un'organizzazione con risorse finanziarie e di manodopera sufficienti ad affrontare il progetto che stavano per realizzare. Nelle vite precedenti aveva accumulato vaste fortune, spiegò, che aveva sepolto in posizioni strategiche. Lo scopo dell'attuale missione era localizzare e recuperare questi tesori nascosti, con o senza la collaborazione delle autorità. 

Parecchi membri del gruppo non riuscirono a trattenere moti di eccitazione al pensiero, e lui sorrise apertamente prima di continuare. Ricordava che, circa duemila anni prima quando era il Comandante di una flotta di galere, in qualche punto della costa vicino a dove avevano gettato l'ancora c'era un tempio. Veniva chiamato il Tempio della Dottrina e la grande sacerdotessa era un'affascinante signora che, disse ammiccando, aveva 'scaldato il cuore ai marinai'. Aveva intenzione di mandare a riva diverse squadre, il mattino successivo, per cercare le rovine del tempio e l'ingresso segreto dove aveva sepolto un forziere di calici e piatti d'oro. 

"Era un'idea elettrizzante" racconta Jessup "Pensavamo tutti che si trattasse di una grande avventura. Lui era il tipo che aveva decifrato l'antichissimo mistero della condizione umana, l'aveva scavato in profondità e scoperto ogni aspetto della sua imperfezione, e ora si avviava verso una nuova era, prendendo il mare nel Mediterraneo con un pugno di uomini alla ricerca di un tesoro nascosto. A me non importava che fosse vero o no, quello che importava era riuscire a stare al gioco che LRH aveva disegnato. Se per lui era importante, io avrei fatto del mio meglio." 

Sulle prime rintracciare le rovine del Tempio della Dottrina fu difficile, poi Hubbard si rese conto che i suoi ricordi erano basati su antiche carte marinare mentre lui aveva individuato l'area di ricerca su quelle moderne. Una volta aggirato questo ostacolo scoprirono le rovine, un evento che a bordo dell'Avon River portò un prevedibile fermento offuscato solo in parte dalla scoperta che il sito era chiaramente indicato come monumento antico - e sarebbe stato più intelligente localizzarlo guardando una guida turistica. 

Per gli Scientologist il fatto che il tempio fosse una rovina conosciuta rese alquanto difficile il compito di setacciare la zona con i metal detectors, non parliamo poi di iniziare a scavare, senza sollevare il sospetto dei locali. Nonostante un gruppo avesse riferito di aver trovato quella che sembrava essere l'ingresso nascosto, e una prova furtiva al metal detector avesse dato esiti positivi, Hubbard decise semplicemente di annotare il ritrovamento e procedere oltre. 

Mentre le squadre di ricerca scrivevano dettagliati resoconti su tutto quello che avevano trovato, la Avon River fece rotta verso sud e Tunisi, sulla costa del Nord Africa, dove la civiltà di Cartagine era fiorita prima della nascita di Cristo. Hubbard diceva di aver conosciuto un sacerdote Cartaginese che aveva nascosto un tesoro di gioielli e oro in un tempio che pensava di poter ritrovare. Ormeggiati nel porto tunisino di Bizerta, il Commodoro fece fare alle sue zelanti squadre di ricerca un modello in creta di quello che riusciva a ricordare della topografia nei pressi del tempio; disse loro di perlustrare la costa per un paesaggio 'somigliante'. Aspettava quasi sempre sul ponte il rientro delle squadre, impaziente di conoscere quanto avevano scoperto. Trovarono sicuramente il sito del tempio proprio come lui l'aveva descritto, ma l'erosione aveva distrutto il tunnel segreto che portava al nascondiglio del tesoro. Hubbard si recò sul posto, confermò che avevano trovato l'ubicazione esatta e indicò il luogo dell'erosione. Nonostante non avessero ancora recuperato alcun tesoro, nessuno nella missione si sentiva meno che entusiasta delle scoperte fatte fino a quel momento. 

Da Bizerta la Avon River costeggiò fino a La Goulette, il porto di Tunisi, dove cercarono di esplorare le rovine di una città sottomarina. L'equipaggiamento subacqueo si dimostrò inadeguato al compito e Hubbard fece un altro modello di creta di un ulteriore sito di tempio, che questa volta fu trovato occupato da un edificio di uffici governativi. 

Durante la permanenza a La Goulette Joe van Staden, Comandante della Avon River, offese in qualche modo il Commodoro che lo licenziò immediatamente e lo sostituì con Hana Eltringham. 

"Stavo lavorando sottocoperta" ricorda Hana "Quando LRH mi chiamò e disse 'Stai per diventare il nuovo Comandante'. Ammutolii completamente; ero terrorizzata. Ricordo che sedetti alla mia scrivania con la testa tra le mani mormorando 'Oh Dio, Oh mio Dio.' Mentre me ne stavo lì seduta mi resi improvvisamente conto che lui stava sulla porta della sua cabina e mi faceva cenno di raggiungerlo. Mi alzai e andai verso di lui. Aveva in mano un E-meter, mi porse le lattine e mi disse 'stringi qui'. Stavo lì in mezzo alla porta mentre lui armeggiava con il meter e poi mi disse 'voglio che ricordi l'ultima volta che sei stata Comandante.' 

"Pur nella confusione e paura di quel momento, il mio primo pensiero fu che tutto questo era ridicolo. Poi iniziai ad avere la vaga impressione di un momento in qualche vita precedente in cui ero il Comandante di una nave e c'era mare in burrasca. Mi disse 'molto bene, molto bene' e mi chiese di andare ancora più indietro ed ebbi un flash molto vivido di astronavi e viaggi nello spazio. Era molto reale, nient'affatto una cosa immaginaria. Gli dissi quel che avevo visto, poi mi ritrovai su un'astronave e stavo ricevendo una chiamata urgente che mi richiamava alla base terrestre. Stavamo rientrando il più velocemente possibile quando un qualche nemico ci fece esplodere nello spazio. Seguì una grande confusione e movimenti rotatori come se l'astronave si stesse disintegrando. Mi fece ripercorrere l'episodio e gli effetti dell'esperienza si chetarono considerevolmente. 'Bene' disse, 'molto bene' e fu tutto. 

"Salii in plancia e sentii che la paura e il terrore che mi attanagliavano lo stomaco erano scomparsi. Improvvisamente mi sentii molto capace, molto adatta ad affrontare qualsiasi cosa fosse venuta. Il mattino seguente dovevo portare la nave da un capo all'altro del porto di La Goulette per il rifornimento, quindi raccogliere un pilota che ci portasse fuori. Pensavo che lui sarebbe uscito ad aiutare. Nient'affatto. Lo vidi aprire le tende della sua cabina per un momento, sorridere un attimo e poi richiuderle. Pensai 'Il vecchio stronzo non ci pensa neanche a darmi una mano'." [3 - intervista alla Eltringham.] 

Qualche ora al largo di La Goulette, in rotta verso est e la Sicilia, iniziò ad uscire vapore dai portelli della sala macchine. Cabbie Runcie, l'ingegnere capo della nave e unico 'wog' (Il termine scientologico per non-Scientologist) a bordo, apparve in coperta pulendosi le mani su uno straccio unto, e annunciando che una guarnizione del pistone del cilindro dell'alta pressione era scoppiata e che avrebbero dovuto fermarsi per ripararla. Runcie aveva quasi settant'anni, era uno Scozzese calvo, senza denti, taciturno e gran fumatore di pipa che preferiva stare per conto suo, e Hubbard fu sorpreso e irritato dalla sua temerarietà, in modo particolare perché era un 'wog'. Il Commodoro ordinò a Hana di rimanere in rotta alla stessa velocità, e a questo punto Runcie scomparve giù per la scaletta della sala macchine mormorando 'Questa è follia, è stupidità'. Fu l'unico commento che gli sentirono fare durante l'intera traversata. 

Quando la Avon River gettò l'ancora davanti al piccolo porto di pescatori di Castellammare, sulla costa settentrionale della Sicilia, il vapore stava ancora uscendo dai portelli. Senza preoccuparsi assolutamente dei colpi e del fumo della sala macchine, Hubbard riunì sul ponte un piccolo gruppo e delineò il suo obiettivo successivo - una vecchia torre di guardia appena visibile su un alto promontorio che sovrastava il porto. Ordinò che la ricerca iniziasse con il favore dell'oscurità, e quella sera al tramonto la squadra di ricerca si allontanò su un gommone per esplorare la torre. 

Il gruppo tornò parecchie ore più tardi in uno stato di grande eccitazione perché in un angolo della torre avevano registrato forti letture del metal detector. La notte seguente venne organizzata un'altra spedizione, stavolta munita di badili. L'equipaggio della Avon River aspettava con i nervi a fior di pelle, ma quando il gommone tornò, sbattendo contro la fiancata della nave, sul suo fondo non c'erano forzieri - la base rocciosa della torre di guardia era troppo per dei semplici badili. Hubbard, deluso come tutti, disse che non era il caso di sprecare altro tempo sul posto. Promise che in seguito avrebbe rimandato la Enchanter per cercare il proprietario del terreno e negoziarne l'acquisto, in modo da condurre scavi appropriati. 

Dalla Sicilia la Avon River fece rotta attraverso lo Stretto di Messina fino all'"alluce" d'Italia, gettando l'ancora davanti alla costa arida e rocciosa della Calabria. Secondo Hubbard era stata suo territorio in una vita precedente, quando faceva l'esattore delle tasse al tempo dell'Impero Romano. Non un esattore propriamente onesto, comunque, perché rivelò di aver nascosto dell'oro in altari di pietra sacri lungo la costa, ritenendo che sarebbero stati meno esposti ai vandali. 

Due squadre di ricerca vennero inviate a terra, ma non trovarono altari. La Avon River incrociava lungo la costa con vedette munite di binocoli, ma ancora invano. Hubbard concluse che la costa era stata erosa e gli altari, con tutto il loro oro nascosto, portati via dal mare. 

A bordo della Avon River comunque c'era un'aura palpabile di attesa perché tutti sapevano che il clou della missione doveva ancora arrivare - una visita alla stazione spaziale segreta in Corsica. Hubbard aveva mostrato a pochi selezionati membri dell'equipaggio, tra cui Hana Eltringham, parecchie pagine di appunti scritti a mano e a macchina che descrivevano l'esistenza e l'ubicazione della stazione in una zona montagnosa a nord dell'isola. Occupava una vasta caverna a cui si poteva accedere solamente appoggiando una specifica impronta di palmo di mano (e l'equipaggio non dubitò trattarsi di quella di Hubbard) su una specifica roccia, il che avrebbe fatto slittare la parete rocciosa che bloccava la caverna e attivato la stazione spaziale. All'interno si trovavano un'enorme astronave madre e una flotta di navicelle, costruite di una speciale lega anti-corrosione ancora sconosciuta ai terrestri, e tutto l'occorrente per il loro funzionamento compreso riserve di cibo e carburante. 

Sfortunatamente la base spaziale Corsa era destinata a rimanere solo il soggetto di un'eccitante lettura, la nostra, perché verso la fine di Aprile arrivò un urgente messaggio radio di Mary Sue che chiedeva al Commodoro di tornare immediatamente a Valencia dove c'era 'agitazione' (l'eufemismo usato per descrivere uno scontro tra Scientologist e 'wogs'). Hubbard accondiscese, lasciando l'equipaggio a selvagge congetture su quello che sarebbe potuto accadere nella stazione spaziale. Il pensiero corrente era che Ron avesse intenzione di usare l'"astronave madre" per fuggire dalla terra e continuare altrove il suo lavoro, forse in un ambiente meno ostile. La Sea Org, si suggeriva apertamente, forse non era altro che un passo verso una 'Space Org' [Org Spaziale]. 

Queste considerazioni comunque dovettero essere brevemente accantonate perché la Avon River, in rotta verso le coste Mediterranee della Spagna, incappò in una serie di burrasche. Il carattere di Hubbard peggiorò come il tempo. In una notte buia e di forte tempesta Hana, preoccupata che la nave fosse trascinata troppo sotto costa, osò cambiare rotta senza chiedere il permesso del Commodoro. Quando il vecchio peschereccio virò iniziò a impennarsi e rollare. "Si stava sistemando tutto" ha ricordato Hana "quando dalla cabina di LRH, che si trovava sotto il ponte di comando, arrivò un urlo terrificante. Sentii i suoi passi avvicinarsi e la porta della plancia si aprì. Stava lì come un pazzo, con i capelli in aria, si guardò intorno e gridò 'Che diamine succede?'. Mi lanciai verso di lui, lo presi per le spalle e gli spiegai il più chiaramente possibile che cosa avessi fatto, lui iniziò a calmarsi un po' e smise di guardarci come una bestia inferocita. Mi ha sempre molto colpito come un uomo del suo calibro potesse comportarsi così; pensavo che avrebbe dovuto essere più 'divino'." 

Arrivato a Valencia Hubbard fu ulteriormente seccato dall'apprendere che 'l'agitazione' era stata causata dal Capitano della Royal Scotman che aveva ripetutamente respinto le richieste delle autorità portuali spagnole di spostare la nave dal bacino alla banchina. La situazione era degenerata al punto che gli spagnoli minacciavano di trainare la nave al largo e rifiutarne il re-ingresso. Hubbard mandò a terra una missione per riparare al fatto e trasferì dalla Avon River alla Royal Scotman sei ufficiali che dovevano fare rapporto su come la nave fosse gestita. 

Qualche giorno più tardi, con una burrasca in arrivo, la Royal Scotman ormeggiò in una zona esterna del porto. Dalla radio della Avon River Hubbard sentì quel che stava per accadere. Agguantò gli ufficiali disponibili più vicini, saltò in una bettolina e si affrettò verso la Royal Scotman, correndo verso la plancia per prendere il comando. La nave era ancora assicurata alla banchina da gomene d'acciaio sottoposte a pressione fortissima; se avessero ceduto niente avrebbe più impedito alla nave di essere spinta contro gli scogli. Hubbard riuscì ad accorciare le gomene e ri-ormeggiare la nave, ma non prima che il timone rimanesse danneggiato. 

A emergenza finita il Commodoro furioso ordinò una 'inchiesta di etica' per scoprire chi aveva 'pasticciato' e nel frattempo assegnò l'intera nave alla 'condizione di responsabilità'. Poteva fidarsi di pochissime persone e pose al comando della Royal Scotman la moglie Mary Sue che ricevette l'ordine di trasferire la nave a Burraria, a nord di Valencia, per essere riparata e quindi costeggiare la Spagna per addestrare l'equipaggio. Doveva rimanere in mare finché nave ed equipaggio non fossero stati sufficientemente presentabili e addestrati per essere promossi di grado ["condizione etica" - n.d.t.]; fino a quel momento la Royal Scotman sarebbe rimasta in 'responsabilità'. 

Fu così che durante le settimane successive ai pescatori Spagnoli che tiravano le reti al largo della costa di Valencia fu riservato un indimenticabile spettacolo - una grande nave passeggeri che incrociava al largo con la ciminiera avvolta in sporche cerate grigie. Se ai pescatori fosse stato permesso salire a bordo sarebbero stati ancora più sorpresi dal vedere tutto l'equipaggio, compresa la piccola signora Comandante, con un cencio grigio legato al braccio sinistro. Si è anche detto, sebbene possa essere una battuta, che anche il cagnolino di Mary Sue, Mixie, fosse stato obbligato a portare il cencio grigio legato al collare. 

Hubbard rimase sulla Avon River e fece rotta verso Alicante a sud, dove gli studenti che prima si trovavano sulla Royal Scotman erano stati alloggiati in un hotel quale 'base terrestre'. Il suo progetto di far loro visita fu ostacolato dallo scoprire, troppo tardi, che la Avon River era troppo grande per entrare in porto. Per un momento sembrò che non si sapesse che fare, ma dopo aver studiato le carte Hubbard decise che sarebbero andati a Marsiglia, la seconda città più grande della Francia e suo principale porto nel Mediterraneo. Come sempre nessuno osò chiedere perché stessero andando dove stavano andando. 

Sulla rotta per il nord la Avon River incontrò la triste Royal Scotman, apparentemente ancorata per la notte, con ancora le cerate grigie avvolte alla ciminiera. Hubbard ordinò alla sua nave di manovrare a distanza di voce, e urlò con il megafono: "Bene bene, qui abbiamo una nave in 'responsabilità' che pensa di potersi ancorare per la notte, prendendosela comoda.". La voce di Mary Sue arrivò attraverso l'acqua, ma l'equipaggio del peschereccio non fu in grado di sentire che cosa dicesse. "Sarebbe sicuramente un miglior addestramento tenere la tua nave in movimento di notte" gridò Hubbard "o hai paura di viaggiare con il buio?" La risposta di Mary Sue rimase inomprensibile, ma a Hana Eltringham, che era sulla plancia con Hubbard, apparve piuttosto irritata. 

In seguito amici di Hana che si trovavano sulla 'crociera di responsabilità' le raccontarono che le condizioni a bordo erano terribili. L'equipaggio aveva lavorato al limite dell'esaurimento, il cibo era scarso e nessuno aveva il permesso di lavarsi o cambiarsi. Mary Sue manteneva regole rigide ma condivideva le privazioni con l'equipaggio, era giusta fino allo scrupolo e molto amata. 

A Marsiglia Hubbard affittò una villa sulla spiaggia e vi si trasferì durante la revisione del motore della Avon River. Nella villa fu installato un telex in modo da poter rimanere in contatto con Saint Hill da dove arrivavano notizie di crescenti e rumorose opposizioni a Scientology, sia da parte della stampa che dell'opinione pubblica. Hubbard fu informato che si attendevano ulteriori interrogazioni parlamentari sulle sue attività. 

All'inizio di Giugno Mary Sue inviò un messaggio radio dicendo che la Royal Scotman era pronta per una nuova valutazione. Il marito accondiscese con clemenza ad innalzare la nave al livello [di etica - n.d.t.] successivo - 'non esistenza'- e le diede il permesso di fare rotta per Marsiglia per l'ispezione, e dopo avrebbe deciso se poteva riprendere le operazioni ostacolate dal marchio infamante della condizione inferiore. La Royal Scotman arrivò al porto di Marsiglia con un aspetto migliore di quanto avesse mai avuto dall'entrata in servizio nella Sea Org - era stata riverniciata di bianco da capo a fondo, gli ottoni brillavano e l'intero equipaggio era stato dotato di uniformi nuove fiammanti. Hubbard, tutto sorrisi, presiedette alla cerimonia di eliminazione delle condizioni inferiori e si trasferì immediatamente a bordo, nella sua cabina. Qualche giorno dopo la Royal Scotman fece rotta per Melilla, nel Marocco Spagnolo, distante ottocento miglia. Nessuno sapeva perché. 

Ma la buona disposizione del Commodoro non doveva durare a lungo. La Avon River fu trattenuta nel porto di Marsiglia da uno sciopero generale che aveva paralizzato l'intera Francia e bloccato i lavori di riparazione. Dalla Royal Scotman Hubbard iniziò a mandare messaggi a Hana Eltringham ingiungendole di fare qualcosa affinché i lavori fossero completati, perché aveva bisogno di lei con urgenza. 

Una sera l'operatore radio disse ad Hana che LRH voleva parlarle privatamente; lei sgombrò la plancia e chiuse le porte. "Feci come mi fu detto" racconta "e quando presi la radio lo udii singhiozzare apertamente. Piangeva di frustrazione per quello che stava succedendo sulla Royal Scotman. Disse che il nuovo Comandante era così incompetente che aveva dovuto rimuoverlo e non ce la faceva più. Rimasi colpita come mai prima. Lui era tutto per me. Lo amavo come un padre o un fratello, era parte della mia famiglia. Gli volevo bene a tal punto che per lui avrei fatto qualsiasi cosa, e lui stava lì alla radio a piangere e mi pregava di fare qualsiasi cosa in mio potere per riprendere il mare e raggiungerlo. "Ho bisogno di te qui, come Comandate " mi disse. Rimasi sconcertata. Non pensavo di esserne in grado, ma sapevo che avrei dovuto provarci. Parte del suo essere brillante stava nel fatto che riusciva a motivarti a fare cose straordinarie." 

Due giorni più tardi, quando il ponte che bloccava l'ingresso del porto fu aperto per un'emergenza, la Avon River si lanciò in mare aperto senza aver completato la riparazione del motore. Arrivò fino a Barcellona prima che la guarnizione del pistone scoppiasse di nuovo. Fece rifornimento e procedette a fatica fino a Valencia dove fu sottoposta ad ulteriori riparazioni; qui arrivò un messaggio che ordinava a Hana di raggiungere la Royal Scotman a Bizerta. 

Il vecchio peschereccio giunse nel porto tunisino qualche ora prima della Royal Scotman. John Mc Master [nel 1966 definito 'primo Clear al mondo' - n.d.t.], che si era assentato per un giro promozionale e si era imbarcato sulla Avon River a Valencia, assistette all'arrivo dell'ammiraglia della Sea Org a Bizerta. 

"Non lo dimenticherò mai" ha raccontato "Eravamo stati avvertiti via radio del suo arrivo, e più o meno all'ora d'arrivo presunta una nave da crociera della Lloyd Triestina entrò nel fiume. Sembrava un cigno bellissimo, splendente, si avvicinava e attraccò senza sforzo. Perfetta! Poi sferragliando arrivò la nostra bagnarola arrugginita e iniziò le manovre troppo presto. Qualcuno dal ponte lanciò una gomena senza la più piccola speranza di arrivare alla banchina, e la gomena cadde in acqua. Era quasi il crepuscolo, e riuscivo a sentire la voce del Grassone che arrivava sull'acqua. Era in piedi sul ponte di comando e urlava "Sono stato tradito! I bastardi mi hanno tradito di nuovo!" Gli Arabi che aspettavano di afferrare le gomene sulla banchina devono essersi chiesti che diavolo stesse succedendo [4 - intervista a John Mc Master.] 

Quando alla fine la Royal Scotman ormeggiò, la prima cosa che Hubbard fece fu di assegnare la Avon River a una condizione di 'responsabilità' per avere impiegato tanto tempo ad incontrarsi con lui. Rifiutò di parlare a Hana Eltringham e non volle sapere come avesse rischiato di essere arrestata per essere scivolata via dal porto di Marsiglia, in pieno sciopero, per ricongiungersi a lui; o di come aveva viaggiato per più di cinquecento miglia con il vapore che usciva dai portelli della sala macchine minacciando di grippare in qualsiasi momento. "Non si parlò più di farmi Comandante della Royal Scotman" ha raccontato Hana. 

Circondato da traditori e incompetenti, Hubbard sentì il bisogno di introdurre una nuova punizione per il personale Sea Org che sbagliava. Secondo il suo capriccio chi offendeva le regole veniva confinato nel buio alloggiamento delle catene e gli veniva dato il cibo da un secchio, oppure veniva assegnato per ventiquattro o quarantotto ore consecutive alla raschiatura della vernice nelle sentine. Una terza variante si presentò quando Otto Roos, un giovane olandese, lasciò cadere una delle gomene di prua mentre muovevano la Royal Scotman lungo la banchina. Viola di rabbia, Hubbard ordinò che Roos fosse gettato fuori bordo. 

Nessuno criticò l'ordine del Commodoro. Immediatamente due membri dell'equipaggio afferrarono l'olandese e lo gettarono in mare. All'impatto con l'acqua ci fu un sonoro tonfo, seguito da un momento di orrore quando parve scomparso, e da nervose congetture che cadendo potesse aver urtato la fiancata corrosa. Ma Roos era un buon nuotatore e quando, gocciolante, risalì lo scalandrone fu sorpreso dal trovare tutto l'equipaggio che ancora si sporgeva nervosamente dai parapetti della nave. 

"In realtà non era possibile criticare quanto succedeva" ha spiegato David Mayo, Neozelandese e membro della Sea Org per lungo tempo [Mayo è stato a lungo l'auditor personale di Hubbard - n.d.t.] "perché non sapevamo mai di chi ci potevamo fidare. Criticare qualsiasi cosa Hubbard facesse o dicesse era considerata un'offesa, e non sapevi mai se ti avrebbero o no fatto rapporto. Gran parte dell'equipaggio temeva di essere cacciato da Scientology se avesse espresso disaccordo. E questo per i più era una cosa assolutamente intollerabile, una cosa che non potevi neanche prendere in considerazione. Era qualcosa di molto più terrificante di qualsiasi cosa potesse accaderti nella Sea Org. 

"Cercavamo di non pensare troppo al nostro comportamento. Il più delle volte non era razionale, ma anche il solo pensare una cosa del genere era un pensiero indegno e non potevi permettere a te stesso di avere pensieri indegni. Una delle domande dei controlli di sicurezza ["cicli di etica" - n.d.t.] era 'Hai mai avuto pensieri poco gentili verso LRH?' e se li avevi avuti potevi trovarti in seri pasticci. Così ti sforzavi di non averne." [5 - intervista a David Mayo, Palo Alto Agosto 1986.] 

 

Il 25 Luglio 1968, mentre Hubbard era ancora a Bizerta, il governo Britannico alla fine decise di prendere azioni contro Scientology. Kenneth Robinson, Ministro della Sanità, annunciò alla Camera dei Comuni l'interdizione agli studenti di Scientology che entravano nel Regno Unito. "Dopo aver valutato tutte le possibili prove" disse "Il Governo ritiene che Scientology sia socialmente pericolosa. Separa i membri dalle famiglie e accusa chiunque la condanni di moventi sordidi e ignobili. Le sue pratiche e i suoi principi autoritari sono una potenziale minaccia alla personalità e al benessere di chi è così illuso da divenirne seguace; soprattutto, i suoi metodi sono un serio pericolo per la salute di chi vi si sottopone." 

Qualche giorno dopo il Ministro dell'Interno annunciò che L. Ron Hubbard era stato classificato "straniero indesiderabile" e di conseguenza gli sarebbe stato rifiutato l'ingresso in Gran Bretagna, una decisione che spinse Hubbard a mandare un telex a Saint Hill lamentandosi che "L'Inghilterra, una volta luce e speranza del mondo intero, è diventata uno stato di polizia e non è più degna di fiducia." 

Questi sviluppi spronarono i quotidiani britannici a rinnovati sforzi per trovare e intervistare l'elusivo Hubbard. Il Daily Mail, che di recente aveva avuto il piacere di pubblicare i numeri dei conti correnti bancari di Hubbard in Svizzera, fu il primo a rintracciarlo giù a Bizerta. Hubbard ostentò una indifferente nonchalance agli eventi britannici e fece del suo meglio per affascinare gli inviati del Daily. Invitò a bordo i reporter, mostrò loro le sue sedici medaglie di guerra disposte in bell'ordine in una teca dietro la scrivania [pare che in realtà di medaglie ne avesse ottenute solamente quattro, tutte concesse di routine ai combattenti - n.d.t.] e rispose educatamente per più di due ore. 

Affermò di non avere più il controllo di Scientology, disse che si trovava all'estero per problemi di salute e insistette che era ancora il benvenuto in Gran Bretagna. "Il mio nome ispira fiducia" asserì "Sono Persona Gradita ovunque. Se volessi tornare in Gran Bretagna entrerei dalla porta principale e l'ufficiale della Dogana mi direbbe 'Salve Mr. Hubbard'. Così è sempre stato, e così sarà sempre." 

[Hubbard era già stato espulso dall'ex Rodhesia - ora Zimbabwe - e stava per esserlo dalla Grecia - n.d.t.]. 

Fu un vero tour de force di pubbliche relazioni; alla fine la cosa peggiore che i giornali trovarono da dire su di lui fu che fumava ininterrottamente sigarette al mentolo e 'si agitava nervosamente' [6 - Daily Mail, 6 Agosto 1968]. Si comportò con la stessa sicurezza anche il giorno seguente quando arrivò una troupe della televisione britannica, e non la perse neppure quando uno degli intervistatori gli chiese "non ha mai pensato di essere completamente pazzo?" Hubbard sogghignò apertamente e rispose "Ma certo! L'unico al mondo che non pensa mai d essere matto è il pazzo furioso." 

Spiegò che la gran parte delle sue ricchezze veniva dagli anni come scrittore e non da Scientology: "Quindici milioni di parole pubblicate e film di grande successo non è che non contino niente." Si trovava nel Mediterraneo, disse, per studiare le civiltà antiche e cercare di scoprire i motivi del loro declino [7 - Scientology: The Now Religion, George Malko, 1970]. 

Dopo l'intervista televisiva, Hubbard decise di non rimanere a Bizerta ad intrattenere ulteriori rappresentanti dei media. La Royal Scotman levò rapidamente l'ancora e riprese il mare, lasciando i ritardatari a bocca asciutta a riflettere sulle spese del viaggio, nella polvere delle banchine tunisine. 

L'arrivo della Royal Scotman sull'isola greca di Corfù, due giorni dopo, sollevò poco interesse locale. Corfù era un popolare e indaffarato porto di ritrovo delle navi da crociera, che entravano ed uscivano continuamente. La Royal Scotman non aveva niente di speciale a parte, forse, il fatto che batteva bandiera della Sierra Leone; si sparse la voce che si trattasse di una di quelle scuole galleggianti che negli ultimi tempi andavano di moda, e questo soddisfece la scarsa curiosità dell'ambiente portuale. 

Emissari della nave andarono a rendere omaggio al capo-scalo, Marius Kalogeras, e gli spiegarono di essere rappresentanti della "Operation and Transport Corporation Limited", un'organizzazione internazionale di management degli affari. Presto sarebbero arrivate altre due navi e intendevano, dissero, trattenersi per un po' a Corfù mentre gli studenti frequentavano corsi a bordo. Le loro necessità logistiche, gli fecero notare, avrebbero fornito una notevole iniezione di fondi nell'economia dell'isola, senza contare i contributi derivanti dalle spese libere degli studenti. 

Il capo-scalo afferrò il messaggio al volo e predispose un buon ormeggio per le navi della 'OTC' in una sezione appartata del porto recentemente ristrutturato, e promise di provvedere a tutto l'occorrente. Compiaciuto da questo caldo benvenuto, il Commodoro iniziò a guardare l'isola e i greci con particolare favore, fino al punto di concedere un'intervista al Ephemeris ton Idisseon, uno dei quotidiani di Corfù, a proposito del recente colpo di stato portato a termine in Grecia da un gruppo di militari conosciuti come 'I Colonnelli'. 

L'ossequiosità dell'intervistatore fu sorpassata solo dall'ovvio desiderio di Hubbard di ingraziarselo, e a domande adulatorie seguirono risposte adulatorie: 
 
 

Domanda: "Mr. Hubbard, in qualità di personaggio internazionale quale lei è, sta seguendo la nuova situazione greca, e che cosa pensa del lavoro dell'attuale Governo Nazionale?" 

Risposta: "Il Governo è lo specchio della gente. Ovunque io e i miei studenti si vada la gente continua a dirci quanto si senta sicura. La decisione di fondare una compagnia e di stabilirne qui il suo quartier generale dimostra la nostra fiducia nella Grecia." 

D. - "Mi è stato detto, Mr. Hubbard, che ha letto per intero la nuova Costituzione Greca. Se è vero, che cosa ne pensa?" 

R. - "Sì, l'ho letta con molto interesse. In essa viene data grandissima importanza ai diritti dell'uomo. Ho studiato molte costituzioni fin da quelle seguite da varie tribù che non avevano leggi scritte, e l'attuale Costituzione rappresenta la più brillante tradizione della democrazia greca. Tra tutte le moderne costituzioni, la nuova Costituzione Greca è la migliore…"

 

L'interpretazione di democrazia della giunta militare al potere che Hubbard dava non era proprio il linea con l'opinione internazionale, ma l'intervistatore evitò di approfondire. 

Quando alla fine la Avon River raggiunse l'ammiraglia a Corfù, Hubbard era così innamorato della Grecia da aver deciso di ribattezzare tutte le sue navi in onore dei nuovi ospiti. La Royal Scotman divenne l'Apollo, La Avon River divenna Diana e la Enchanter, che se ne era andata a zonzo per il Mediterraneo in varie missioni per il Commodoro, ed era rimasta spesso in panne, divenne Diana. 

Alla fine di Agosto arrivarono a Corfù i primi studenti di Saint Hill, molti di loro contrabbandando ingenti somme di denaro (il governo Britannico aveva da poco introdotto restrizioni sulla esportazione valutaria che avevano causato problemi di liquidità alla Sea Org, che normalmente pagava in contanti.). "Mi diedero da portare sulla nave circa 3.000 sterline in banconote di grosso taglio" ha raccontato Mary Maren "Le nascosi negli stivali." 

Il contrabbando era coerente con il disinvolto disprezzo della Sea Org per le noiose regole del mondo 'wog'. Leon Steinberg, per esempio, sovrintendente al carico della Avon River, era l'esperto riconosciuto nella falsificazione dei documenti di autorizzazione richiesti dagli appetiti voraci della burocrazia marittima, e usava pezzi di patata per riprodurre i timbri richiesti, che venivano quasi sempre accettati, con grande gioia degli Scientologist che li chiamavano 'Steini-documenti'. [8 - intervista a Jessup.] 

Il corso offerto a Corfù era diretto a Scientologist avanzati, si trattava dell'addestramento a 'thetan operante' Livello OTVIII, il più alto che all'epoca [e tutt'ora, 1998 - n.d.t.] si potesse raggiungere. Diventare un auditor di Classe VIII era l'ambizione di ogni Scientologist di rispetto, anche se nessuno era preparato alla nuova autocrazia che si era sviluppata all'interno della Sea Org. "L'atmosfera al nostro arrivo era molto rigida" ha raccontato Mary Maren. "Uno del nostro gruppo aveva bevuto un po' e fu afferrato da uno degli ufficiali che lo strapazzò parecchio, urlandogli 'Questa è una nave della Sea Org ed è diretta da L. Ron Hubbard…' mi resi conto che sarebbe stato diverso da Valencia, e non mi piaque." 

Gli studenti vennero equipaggiati con un'uniforme verde piuttosto raffazzonata, cintura e sandali marroni, e venivano umiliati ad ogni occasione. "Ci dicevano che eravamo meno che scarafaggi e non avevamo neanche il diritto di audire il cagnolino di Mary Sue." Ha ricordato la Maren. La giornata lavorativa quotidiana iniziava alle sei di mattina e finiva alle undici di sera, dopo una lezione di novanta minuti tenuta da Hubbard nella sala da pranzo prodiera del Ponte B. "Avevamo sempre il terrore di addormentarci. LRH si lasciava andare a drammatizzazioni su diversi argomenti e noi ci pizzicavamo a vicenda per rimanere svegli. Eravamo terrorizzati; stress e severità erano continui." 

Ben presto Hubbard si rese conto che sul corso si facevano troppi errori di auditing, e annunciò che nel futuro chi commetteva errori sarebbe stato gettato in mare. Tutti risero alla battuta di Ron. 

Al rapporto successivo, durante la regolare adunata sul ponte di poppa, furono chiamati due nomi. Appena gli studenti si fecero avanti furono afferrati per gambe e braccia da due ufficiali della Sea Org e vennero lanciati oltre il bordo della nave, mentre il resto del gruppo guardava con stupore e sgomento. Hubbard, Mary Sue e loro figlia sedicenne Diana, tutti in uniforme, osservavano la cerimonia dal ponte di passeggiata. I due "fuoribordo" nuotarono intorno alla nave, si arrampicarono sui gradini di pietra della banchina e salirono grondanti lo scalandrone, cercando di riprendere fiato. Giunti in cima ricevettero l'ordine di salutare e chiedere il permesso per tornare a bordo. 

Da allora il "fuoribordo" divenne un rito quotidiano. Il nome di chi doveva essere lanciato fuori bordo era allegato agli ordini del giorno, e quando il maestro-d'armi, nel giro di sveglia delle sei di mattina, gridava "Adunata sul ponte, Adunata sul ponte!" tutti sapevano quel che stava per succedere. "Venivano chiamati avanti quelli che dovevano essere lanciati fuori bordo " ha raccontato Ken Urquhart "e il cappellano faceva qualche magia su come l'acqua avrebbe lavato via i peccati che sarebbero stati raccolti e gettati via. Noi accettavamo tutto perché eravamo assolutamente convinti che il mondo avrebbe beneficiato delle azioni di Ron. Era il nostro leader e sapeva quel che faceva meglio di noi tutti." [9 - intervista a Urquhart] 

"Pensavo che fosse terribile, disumano e barbaro" ha raccontato Hana Eltringham "Alcune donne del corso erano di mezz'età. Julia Salmon, il capo continentale dell'Org di Los Angeles, quando fu lanciata fuori bordo aveva cinquantacinque anni ed era malata. Toccò l'acqua piangendo e urlando. 

"LRH senza dubbio lo trovava divertente. A volte l'ho sentito scherzarci sopra. In quei momenti arrivai molto vicina a chiedermi che cosa stessi facendo lì, e se fosse veramente per il bene più grande." 

Anche Diana Hubbard sembrava divertirsi alla cerimonia, e ordinava spesso dei fuori bordo. "Ricordo un giorno che uscii sul ponte" ha raccontato Amos Jessup "ero capo ufficiale e trovai i quattro o cinque della mia divisione che stavano per essere gettati in mare. Non ne sapevo nulla e dissi 'Che diamine sta succedendo?' Poi notai Diana che mi guardava dal ponte superiore e pensai 'Cristo!'." 

Dei quattro figli di Hubbard a bordo, solo Diana fino a quel momento era stata fatta ufficiale della Sea Org. A sedici anni era un 'tenente comandante' e indossava un'uniforme composta da minigonna e cappello con la visiera, che lasciava di solito pendere sulla schiena per non scompigliarsi i lunghi capelli ramati. Quentin, allora quattordicenne, si supponeva fosse un auditor ma in effetti non sembrava molto interessato; aveva una passione adolescenziale per gli aeroplani: lo si vedeva spesso camminare a braccia aperte sui ponti impegnato in qualche immaginaria battaglia aerea, le labbra vibranti che simulavano il rumore dei motori. Suzette e Arthur, rispettivamente di tredici e dieci anni, sembravano assolutamente soddisfatti di quella strana vita e godevano dell'influenza del nome che portavano. 

Dei ragazzi Hubbard probabilmente Diana era la meno amata, almeno per quel che riguarda John Mc Master. Mc Master, che lavorava ancora come mozzo di cambusa, fu gettato in mare dall'Apollo ben cinque volte, e coltivava un profondo risentimento verso Hubbard e la sua invadente figliola. "L'ultima volta mi chiamarono dicendo 'John, ti vogliono sul ponte di poppa, il Commodoro vuole darti un premio speciale'. Ebbi un presentimento ma salii comunque e quando uscii sul ponte di poppa mi resi conto che si trattava di un brutto tiro. L'equipaggio al completo era schierato, e sul ponte passaggiata c'erano Grassone e la famiglia reale e tutti gli ufficiali di fresca nomina. Hubbard si sporgeva dal parapetto con quella sua espressione dispiaciuta tipo sono-stato-tradito-di-nuovo. 

"Ribollivo di rabbia. Mi collocarono direttamente sotto la 'famiglia reale', Diana scese e mi si piazzò di fronte, lesse un elenco dei miei reati, cose tipo aver cercato di prendere il potere e aver insidiato questo e quello. Erano tutte bugie. Ero così arrabbiato che stavo quasi per prenderla e buttare lei in mare. Poi scandì 'lanciamo i tuoi errori e peccati alle onde, nella speranza che tu possa riemergere un thetan migliore.' 

"Stavo per dire 'Andate a prendere quel ciccione bastardo lassù! È lui il disonesto! Buttate lui fuori bordo.' Avrei dovuto farlo, vorrei averlo fatto, avrebbe rotto l'incantesimo che avvolgeva tutti. Fui afferrato da questi quattro energumeni e lanciato oltre il parapetto e iniziai a ridere a crepapelle. Pensavo 'Cristo, me ne andrò da questo manicomio galleggiante a costo di dover nuotare fino in Yugoslavia.' " [10 - intervista a Mc Master]. Se ne andò qualche mese dopo. 

Era prevedibile che una "nave scuola" che ogni mattina gettava i suoi studenti in mare avrebbe attirato una certa attenzione. I lavoratori del porto di Corfù potevano a stento credere ai loro occhi quando i primi sorvolarono i parapetti dell'Apollo, anche se ben presto l'intera faccenda venne considerata come uno scherzo e si raccoglievano regolarmente a guardare divertiti. Ma l'interesse arrivò anche ad altri settori. 

Il Normarch (sindaco) di Corfù chiese al Maggiore John Forte, vice console onorario britannico sull'isola, che cosa sapesse di questa strana nave. Forte, un ufficiale dell'esercito in pensione che aveva fatto di Corfù la sua seconda patria, ne sapeva molto. Aveva comunicato al Foreign Office di Londra l'arrivo della Royal Scotman, deducendo a giusta ragione che si trattava, secondo le sue parole, della "sinistra nave di Scientology." 

Gli era stato detto di consegnare una lettera ad Hubbard per informarlo che era stato dichiarato 'persona indesiderabile' in Gran Bretagna. Si era rivelato un compito sicuramente difficile. 

"Sulla passerella fui accolto da un ragazzino" ha raccontato "doveva avere circa dodici anni e sembrava molto deciso ma con un volto inespressivo; educatamente ma con fermezza mi chiese che cosa volessi. Domandai dove potevo trovare il Capitano e lui, molto seriamente, insistette "Io sono il Capitano." Sulla nave pare che i ragazzini facciano a turno per recitare la parte di ufficiali di grado diverso, e vengono indottrinati a credere di essere veramente il carattere che stanno interpretando in quel momento. Dopo un'interessante conversazione con il ragazzino, un rappresentante dello staff mi accompagnò velocemente verso lo sporco e puzzolentissimo ventre della nave dove mi fu presentato un donnone conosciuto come "supercargo" che assomigliava a una guardiana di riformatorio di Dickensiana memoria. 

"Supercargo" mi firmò una ricevuta della lettera e promise di farla avere a Hubbard che, a quanto pareva, era in crociera sulla Avon River. Dopo circa un mese la lettera, rozzamente aperta e risigillata, mi fu resa con una nota di supercargo che diceva che Hubbard non poteva essere rintracciato, essendo i suoi spostamenti sconosciuti." The Commodore and the Colonels, John Forte (pub. Corfu Tourist Publications and Enterprises, 1981)]. 

Hubbard era rimasto a bordo per tutto il tempo, tenendosi in disparte in attesa del momento propizio per sbarcare. Nonostante le chiacchiere sulla "nave misteriosa", i commercianti locali avevano dato senza vergogna il benvenuto ai circa $50.000 che la Sea Org spendeva mensilmente a Corfù, e il 16 Novembre Hubbard fu invitato ad un ricevimento in suo onore all'Achilleon Palace, un lussuoso casinò dell'isola. Era la prima volta che Hubbard lasciava la nave dal suo arrivo in Agosto, e all'ingresso nel palazzo gli fu riservata una 'standing ovation'. 

Estremamente gratificato, Hubbard ricambiò l'ospitalità invitando i dignitari locali a bordo dell'Apollo per la cerimonia di ribattesimo. Tutti gli ufficiali della Sea Org si disposero in bell'ordine sulla banchina nelle loro uniformi migliori e Diana Hubbard, una volta tanto con il cappello nella giusta posizione, salì su un podio e ruppe una bottiglia di champagne contro la chiglia della nave dicendo "Battezzo questo yatch con il nome di 'Apollo'". Quando il nuovo nome, scritto a caratteri d'oro, venne scoperto Hubbard raggiunse la figlia e disse "Desidero ringraziarvi per essere qui e per averci onorato della vostra presenza, oh Cittadini di Corfù…" 

 

Ma i problemi, dietro queste scenario cordiale, stavano ribollendo. Il governo Greco, attraverso la sua Ambasciata di Londra, aveva disposto un'inchiesta su Scientology. Agenti di sicurezza al servizio dei Colonnelli avevano avuto l'ordine di controllare la nave, ma il capitano del porto aveva assicurato che gli Scientologist erano persone innocue rispettose della legge, e che non davano problemi. "Ho visto gente lanciata in mare" ammise "ma mi hanno detto che fa parte del loro corso di addestramento." Il Maggiore Forte aveva lamentato che in molti obiettavano sul fatto che gli Scientologist fossero 'ospitati' sull'isola, e il più importante quotidiano di Corfù, il Telegrafos, aveva pubblicato su Scientology un articolo altamente critico con un passaggio relativo alla "magia nera" che aveva sollevato i sospetti dei Corfioti. 

Nel Gennaio del 1969 i commercianti di Corfù erano ormai così allarmati dalla prospettiva di possibili azioni contro gli Scientologist che una loro delegazione inviò un telegramma al Primo Ministro Papadopoulos, sottoponendogli una "calda preghiera" affinché alla "Scuola di Filosofia del Professor Hubbard" fosse permesso rimanere a Corfù. Il Segretario Generale del Ministero della Marina Mercantile rispose che "non c'erano mai state obiezioni" al fatto che l'Apollo restasse a Corfù. 

Nel frattempo Hubbard prometteva ulteriori ricchezze all'isola. In un manifesto dal tipico stile eloquente intitolato "Ricerca Sociale ed Economica su Corfù", prevedeva la costruzione di hotels, strade, fabbriche, scuole, un nuovo porto, tre campi da golf, sette moli per gli yatch e varie altre strutture, oltre alla fondazione di una Università Greca di Filosofia creata dalla Operation and Transpost Corporation. Il giorno successivo l'Ephemeris ton Idisseon titolava "L'AFFLUENZA A CORFU' CONOSCERA' GIORNI MIGLIORI." 

Il Vice Primo Ministro Patakos emise un frettoloso comunicato enfatizzando che "agli Scientologist non è stato ancora concesso alcun permesso di stabilirsi sul suolo greco." Hubbard rispose annunciando che la sua Scuola di Scientology di Corfù avrebbe aperto "nel giro di due o tre settimane." 

In quel periodo il Maggiore Forte si era ormai convinto che l'intenzione di Hubbard fosse di prendere il parziale controllo dell'isola per stabilirvi il quartier generale di Scientology, e stava facendo pesanti pressioni perché non gliene fosse data l'opportunità. Hubbard, dal canto suo, come al solito era convinto che fosse stato ordito un complotto ai suoi danni e che Forte fosse un agente dell'intelligence britannico al servizio della sezione di "propaganda nera". Più tardi avrebbe accusato il maggiore di aver diffuso voci malevole a proposito di riti di magia nera tenuti a bordo dell'Apollo, di Scientologist che avvelenavano i pozzi e facevano sortilegi sul bestiame dell'isola [12 - lettera di Mary Sue Hubbard a Sir John Foster, 6 Novembre 1969]. 

In realtà le decisioni furono prese a livello molto più alto dell'insignificante vice-console onorario; il Ministro degli Esteri greco aveva fatto ufficiale richiesta di informazioni ai governi Australiano e Britannico circa lo status di Scientology nei loro paesi. 

Il 6 Marzo gli oppositori di Hubbard ricevettero l'inaspettato aiuto della Sesta Flotta USA; a Corfù era arrivata un'unità operativa, e un distaccamento di Marines fu messo a sentinella intorno agli ormeggi delle navi della Sea Org allo scopo apparente di evitare che il personale della Marina USA entrasse in contatto con gli Scientologist. "In qualche modo sembrava che si trattasse di un'operazione accuratamente studiata per riportare a casa con la forza il grave pericolo di contaminazione di questa indesiderabile setta" ha raccontato il Maggiore Forte. 

Nonostante questa teoria sia altamente improbabile, meno di due settimane dopo il Normarch di Corfù ordinò ad Hubbard e alle sua navi di lasciare la Grecia in ventiquattr'ore. "Il vecchio ebbe quasi un attacco di cuore quando gli portarono la notizia" ha raccontato Kathy Cariotaki, un membro della Sea Org che in quel momento si trovava sul ponte con Hubbard "Per lo shock diventò assolutamente grigio in volto." [13 - intervista a Kathy Cariotaki, San Diego, Luglio 1986]. 

 

Alle cinque del pomeriggio del 19 Marzo 1969, con il porto pieno di polizia, la Apollo mollò gli ormeggi e scivolò nel Mar Egeo. 

Il Maggiore John Forte era sul molo ad osservare la partenza e si rese conto di avere vicino uno dei più famosi Lotharios [libertini] dell'isola. Commentò il dispiacere di veder partire tante belle ragazze. "Comunque non sono poi così dispiaciuto " rispose l'uomo "Erano un branco di rompiballe. Quando si arrivava al dunque tutto quello che sapevano dirti era che avevano il permesso di avere rapporti sessuali solo con i loro compagni Scientologist." 

Forte scoppiò a ridere. Si trattava, pensò, di un interessante aspetto della filosofia della Chiesa di Scientology. 

 
 
 
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