L'allarme è di questi giorni, amplificato
dall'aria di fine millennio: dietro alcuni nuovi movimenti religiosi si
nasconde il fenomeno delle psicosette. Gruppi che propongono presunti contatti
con entità ultraterrene, per superare i disagi quotidiani e ricongiungersi
con l'«Essere». Ma il loro scopo è il controllo della
personalità degli adepti.
«I capi di alcune sette utilizzano
tecniche di condizionamento mentale e comportamentale, quello che una volta
veniva definito "lavaggio del cervello"», dice Giorgio Gagliardi,
medico ipnotista e vicedirettore del Centro studi e ricerche sulla psicofisiologia
degli stati di coscienza (Como). «Questi movimenti pseudoreligiosi
circuiscono persone fragili, promettendo benessere. E ricorrono alla trance
per proporre come assolute e indiscutibili le "verità" e le regole
del gruppo».
Le tecniche di suggestione usate possono
apparire simili a quelle dell'ipnosi clinica. «Con una differenza
fondamentale: la terapia ipnotica tutela e responsabilizza l'individuo
nelle sue scelte. Invece l'annullamento della personalità operata
dalle sette va nella direzione opposta», continua l'esperto. «Si
utilizzano poi mezzi di pressione come l'isolamento dai familiari e dagli
amici, droghe, indottrinamento, induzione di sensi di colpa se l'individuo
accenna a ribellarsi». Il risultato è la «sindrome da
dipendenza ambientale», patologia neurologica ben definita che spinge
le persone a imitare in modo incontrollabile chi li circonda. Si produce
inoltre un annullamento della volontà che impedisce di ribellarsi
davanti a furti, maltrattamenti e abusi.
«La Svizzera sta per inserire nel
suo codice penale un articolo contro il condizionamento mentale e comportamentale
operato da questi gruppi», afferma Gaglardi. «In Italia, una
forma di tutela è il fatto che solo medici e psicologi possono praticare
l'ipnosi», aggiunge Giampiero Mosconi, presidente dell'Associazione
medica italiana per lo studio dell'ipnosi e fondatore della Scuola europea
di psicoterapia ipnotica, riconosciuta dal ministero dell'Università
e della ricerca scientifica. «Chi usa questa tecnica senza esserne
abilitato, compresi i "maghi" televisivi, commette un reato».
Oltretutto, i maghi che nei loro spettacoli
provocano la trance con un semplice tocco, o spingono le persone a spogliarsi,
sono aiutati da complici tra il pubblico, più che da poteri magnetici.
Perché non si può costringere una persona ipnotizzata ad
agire in modo contrario alla sua morale. Nel secolo scorso, il medico francese
Jean-Martin Charcot sperimentò l'ipnosi sulle suore. E quando provava
ad alzare loro la gonna, le religiose uscivano subito dalla trance».