Decimo capitolo dell'imponente lavoro istruttorio del giudice milanese Guicla Mulliri e le sue conclusioni.
Il 10 ottobre 1988 il giudice milanese Guicla Mulliri rinviò a giudizio 140 scientologist - per lo più dirigenti e staff operanti in praticamente tutte le organizzazioni di Dianetics/Scientology (e Narconon) sul territorio nazionale. Le imputazioni erano le più diverse, si andava dalla truffa alla violenza privata, dalla circonvenzione di incapace all'esercizio abusivo della professione medica, fino all'associazione per delinquere.
Il procedimento si concluse soltanto nell'autunno 2000. Per ripercorrere tutte le fasi di quel lunghissimo procedimento giudiziario, si prega di consultare l'apposita sezione. Il lavoro istruttorio del giudice Mulliri fu davvero imponente: 1200 pagine che toccano ogni aspetto dell'organizzazione. Al di là dei circa 40 capi di imputazione contestati, che riguardavano casi che avevano viste coinvolte persone in evidente stato di difficoltà mentale, il rinvio a giudizio analizza innumerevoli comportamenti che, seppur non inquadrabili in alcuna fattispecie di reato, scattano però una inquietante fotografia dello stato dell'organizzazione "Chiesa di Scientology" italiana (all'epoca meglio conosciuta come Dianetica, o Hubbard Dianetics Institute) della metà degli anni Ottanta. Il giudice, dopo una indagine durata alcuni anni e dopo aver escusso centinaia di testimoni, ascoltato migliaia di ore di intercettazioni telefoniche (alcuni estratti qui e qui per quanto riguarda la chiesa di Scientology), aver vagliato decine di migliaia di documenti sequestrati nelle varie sedi e presso gli avvocati del gruppo (alcuni estratti qui), stila le sue conclusioni sull'attività dell'organizzazione. Il documento che vado a presentarvi riguarda l'attività dei centri Narconon, ancora operanti nel nostro paese nel campo della disintossicazione da tossicodipendenze, in base agli accertamenti istruttori. Da allora sono passati quasi 20 anni e ci si augura che i comportamenti della Chiesa di Scientology italiana e delle sue affiliate, tra cui il Narconon, siano cambiati. Ma è davvero così? Lascio il giudizio alla vostra personale esperienza. Martini
In una sua lettera del 5.5.1986, indirizzata a vari enti ed autorità, ZANELLA Giovanni, presidente della Lega Nazionale Civiltà Libera dalla Droga (l'organismo che ha coordinato e rappresentato i vari centri Narconon dall'apertura dei primi due Ronago e Osnago, sino alla chiusura del 4.12.86), afferma che «tra le associazioni Narconon e La Lega Nazionale non vi è alcun rapporto giuridico o economico, così come non v'è nessun rapporto giuridico o economico con La Chiesa di Scientologia e le Associazioni che ad essa si richiamano sparse In Italia o nel mondo. Quindi totale autonomia giuridica e patrimoniale». Analogo concetto era stato espresso a suo tempo, nel 1983, da TROLETTI Graziano in qualità di esponente dell'Hubbard Dianetic Institute quando fu sentito in merito dalla Guardia di Finanza (cfr. vol. del 8.7.86. f.22). Ripercorrendo, tuttavia, il sentiero ideale già tracciato a proposito della associazione di Scientology, si può affermare che l'istruttoria ha evidenziato elementi tali da potersi seriamente dubitare della verità dell'affermazione appena riportata ed affermare, anzi, che la Lega Nazionale per la Civiltà Libera dalla Droga, la Futura S.r.l, i vari centri Narconon (come pure il centro Criminon di recente creazione cfr. vol.33, rapp. Digos Milano, 115,2,88), New Era Publication, o il W.I.S.E., tanto per citarne alcuni) sono tutte forme di manifestazione di uno stesso fenomeno: Scientology. Non a caso dunque, la trattazione di questo argomento viene fatta all'interno di questa "parte seconda" del presente provvedimento dedicata, appunto, alla illustrazione di ciò che l'istruttoria ha consentito di appurare in ordine alle molteplici attività dell'associazione di Scientology. Premessi dunque brevi cenni sulla nascita e sulle vicende dei centri Narconon, i punti da analizzare sono sostanzialmente i seguenti:
Invero, anche nel riferire brevi cenni storici sui centri Narconon in generale, riesce difficile essere asettici e non evidenziare come le vicende di queste comunità si conoscono grazie proprio ai rapporti giudiziari cui esse hanno dato luogo. Infatti, a distanza di un solo anno dalla loro creazione (i primi due furono quelli di Ronago ed Osnago fondati il 12.8.82) tali centri già avevano attratto l'interessamento delle autorità costituite, l'Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, il quale ultimo, con rapporto del 8.6.83 interessava la Procura della Repubblica. Successivamente, nel corso degli anni furono aperti e/o chiusi altri centri Narconon di talché la situazione rinvenuta al momento dell'intervento del 4.12.86 era del seguente tipo: Elenco riassuntivo dei centri Narconon operanti alla data del 4.12.86 oggetto di perquisizione e sequestro (nonché di quelli precedenti, in zona, poi chiusi per ragioni varie) 1) Ronago (Como) [precedente: Osnago (CO)]
ed inoltre, in precedenza, esistevano i centri Narconon di: Trezzo d'Adda (Ml) e di Civitella di Romagna chiusi senza che, in zona, ne venissero aperti degli altri nelle vicinanze. Dopo la chiusura dei centri avvenuta il 4.12.86, furono segnalate riaperture di centri Narconon in varie località della costiera adriatica come, ad esempio, Cervia dove però essi si trattennero per brevissimo tempo sempre a causa di fastidi di varia natura con le autorità del luogo. Una sorta di nuovo centro Narconon itinerante, che raccoglieva tutti o gran parte degli operatori e degli ospiti dei precedenti centri nonché i nuovi acquisiti, risulta quindi più stabilmente, da un certo tempo, a Teramo in un albergo affittato all'uopo (comunità "La Fenice"). La circostanza è nota all'ufficio perché, anche in questo luogo, poco dopo l'insediamento, si sono verificati episodi che hanno determinato l'interessamento degli organi di polizia e dell'A.G., come testimoniano gli atti acquisiti ex art. 165 bis C.P.P. (cfr. vol. 115 cart. 6). Anche la Lega, a seguito dell'operazione di P.G. del 4.12.86, fu chiusa insieme alla Futura. Esse sono state ricostituite, in parte dalle stesse persone con la denominazione di "Società per un Futuro Migliore". Ad ogni modo è intuitivo che la presente indagine ferma la sua attenzione ai fatti accertati sino al 4.12.86. Sino a quella data, dunque, i centri Narconon sparsi per l'Italia erano numerosi e venivano tutti coordinati e diretti dalla Lega Nazionale per la Civiltà Libera dalla Droga sita in Milano prima in p.zza Bottini e, da ultimo, in via Agordat ove divideva i locali in affitto con l'altra società Futura S.r.l. che lavorava a stretto contatto. Asseritamente, come già accennato, la Lega voleva essere solo un organo di rappresentanza dei centri con funzioni promozionali di raccolta fondi ed appoggi di varia natura. A sua volta, la società Futura di Tecnologie Sociali S.r.l. si proponeva solo come la fornitrice dei c.d. "materiali di studio" (libri, cassette magnetiche, E -Meters) e di servizi addestramento del personale che operava nei centri. Addestramento che, intuitivamente. consisteva nello studio delle dottrine di Hubbard. Per quel che attiene alle vicende di questi centri sembra che nessuna illustrazione migliore possa venire dall'esame della documentazione in atti e, segnatamente, dagli incartamenti sequestrati presso gli studi degli avvocati LE. e ZU.. Come sempre si ripete che la quantità di tali atti è tale da impedire una loro riproduzione in questa sede, d'altro canto essi hanno un interesse processuale tale da non potersi che rinnovare un rinvio alla loro consultazione. Si avrà così prova dell'esistenza di un contenzioso costante relativamente a tutti i centri Narconon. Si è trattato di problemi legali di varia natura e gravità che andavano dalla questione locativa con i proprietari dell'immobile ove era sito il centro, a questioni di abitabilità ed igiene con gli organi amministrativi locali a questioni penali per fatti delittuosi verificatisi all'interno del centro o ad opera di loro ospiti e operatori. Come si accennava i primi problemi vennero dall'Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia la quale, già il 12.11.82, a distanza di pochissimi mesi dall'apertura, intimava alla responsabile del centro di Ronago una formale diffida a proseguire le attività del centro senza un regolare provvedimento regionale di concessione. Le vicissitudini che hanno interessato poi ancora il centro di Ronago e quelli successivamente aperti e chiusi proprio per ragioni del genere sono tali e tante da non poterle riportare tutte. Si citeranno a titolo esemplificativo dunque quelle che si desumono dalle seguenti cartelle:
Molto interessante è poi il documento di cui all'allegato 1 cartella 24 del sequestro LE. (cfr. vol. 61) contenente una nota 12.7.85 del Ministero della Sanità con la quale si esprimono perplessità sull'operato dei centri Narconon ed in particolare si afferma: "si fa presente che, per quanto più volte ed in più occasioni siano state richieste ai responsabili dl tali centri informazioni dettagliate sulla metodologia adottata e sui risultati conseguiti, nessuna notizia diretta è pervenuta alla scrivente direzione. Ciò contribuisce peraltro ad aggravare piuttosto che a dissipare i dubbi e le perplessità che si nutrono sulla "terapeuticità" dei trattamenti effettuati dal Narconon. Per quanto attiene al problema della liceità degli stessi si deve, con rammarico constatare..."E si veda ancora la cartella 182 seq. ZU. (cfr. vol. 39) contenente una memoria predisposta per il Pretore di Cairo Montenotte nell'ambito del procedimento penale instauratosi a seguitò del tentativo di suicidio di un ragazzo avvenuto presso il Narconon di Pallare. Né i problemi di ordine penale si sono esauriti qui se si pensa al procedimento per la morte di AL. G. avvenuta presso il centro di Montesegale (cfr. vol. 79 cart. 6) ovvero quello per rapina commessa da alcuni operatori ed ospiti del centro di Grosseto (cfr. vol. 79 cart. 7) o ancora quello per il decesso, presso il Narconon di Castelnuovo, di PE. U. (cfr. vol. 79 cart. 5). In pratica non esiste migliore dimostrazione di questa estrema "litigiosità" dei centri Narconon delle parole dello stesso ZA. a questo G.I. durante un suo interrogatorio quando ha affermato che una voce molto pesante nel bilancio dei centri era stata sempre quella delle spese legali. In ogni caso, va rimarcato che altra nota caratteristica della documentazione appena citata è il fatto che ogni incartamento che testimonia una vertenza in corso contiene quasi sempre anche la bozza o il testo di una memoria illustrativa degli scopi umanitari e privi di lucro dell'associazione del Narconon. Si ha, in altre parole, la strana sensazione come di un continuo affannarsi da parte della Lega per ribadire concetti tanto poco evidenti da determinare una costante messa in discussione delle attività Narconon. Né la cosa stupisce più di un tanto se si pensa che, sempre nella citata documentazione, si ha prova di una sorta di riconoscimento della giustezza di determinate iniziative legali contro i centri. C'è da dire infatti che, come risulta dalla documentazione ed è stato confermato poi anche dagli imputati, obiettivo dei centri, tramite la Lega, è stato sempre quello di ottenere un riconoscimento ufficiale onde beneficiare di contributi di enti pubblici o addirittura dello Stato centrale così come, pare, sia avvenuto già in altri Stati esteri. Ma nella cartella 140 dell'allegato 1 (cfr. vol. 61), è lo stesso avv. Leale ad inviare una lettera allo ZANELLA per sottolineare che la situazione dei centri è tale che non c'è da meravigliarsi che non vi siano riconoscimenti degli organi pubblici ed aggiunge, infine, che quelle disfunzioni dei centri non possono essere riferite alla mancanza dei soldi perché una lettura anche superficiale dei bilanci lo impedirebbe.
a) in base ai rapporti di p.g. Questa osservazione dell'avv. Leale rappresenta il giusto anello di congiunzione con il tema che segue rappresentato appunto dalla illustrazione dei fatti oggettivamente accertati attraverso varie fonti in ordine alle attività dei centri Narconon, della Lega e della Futura. Il materiale probatorio è talmente ricco che, in linea teorica, necessiterebbe un numero di capitoli pari a quelli risultati necessari per riportare ciò che è stato accertato: a) in base ai rapporti
In uno sforzo di estrema sintesi, tuttavia, per non appesantire eccessivamente il presente provvedimento, che si propone semplicemente come "traccia" alla consultazione di una mole considerevole di atti processuali, si proverà a restringere in paragrafi lo sviluppo degli argomenti appena accennati. Nel riferire del quadro riportato dai rapporti delle forze dell'ordine sui centri Narconon occorre, partire da quello della Guardia di Finanza di Como in data 8.6.83 (cfr. vol. 79) redatto a seguito della segnalazione dell'Assessorato alla Sanità della quale si è già detto e che è stato il primo sull'argomento. È dunque sintomatico che tale rapporto ponga l'accento su un aspetto apparso subito poco chiaro e cioè quello relativo ai collegamenti tra la Lega Nazionale di recente creazione e l'allora Hubbard Dianetic Institute: "... si ritiene opportuno che l'autorità governativa non si disinteressi della presenza di tali "Comunità" facendosi carico di quei controlli che, a parere di questo Comando, devono essere sistematicamente ed assiduamente effettuati; controlli che, pur senza ledere l'autonomia che la legge garantisce a tali organismi, tutelino gli interessi del singolo all'interno del "gruppo" e quelli di carattere generale a garanzia anche dell'ordine pubblico e dell'osservanza delle disposizioni di legge in campo sanitario.Ed a conferma di ciò il rapporto in questione sottolineava come l'atto costitutivo della Lega in data 18.10.82 (in concomitanza con l'apertura dei primi centri di Ronago ed Osnago) vedeva come soci fondatori FERRERO Alberto, FENZI Gabriella ed ASNAGHI Alessandro tutti già appartenenti all'H.D.I. e che anche la società "Futura di Tecnologie Sociali S.r.l." era stata costituita da SEGALLA Gabriele e CARTURO Franco già vice presidenti deLL'H.D.I. nonché da USERI Franco e LODA Rosanna, già appartenenti dell'H.D.I.. Sino al momento in cui questo G.I. riattivò le indagini delegandole ai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni del Ministero della Sanità, si sono, per così dire, autonomamente occupati delle attività dei centri Narconon, per varie ragioni, la Questura di Alessandria, il Nucleo di Polizia Giudiziaria dei CC di Milano, la Squadra Mobile di Milano e la Sezione Tossicodipendenze del Tribunale di Genova. Questo ed altro materiale documentale di varia natura è stato raccolto nel volume 79 alla cui lettura si rinvia segnalando, in particolare, l'interessante relazione della Sezione specializzata del Tribunale di Genova in quanto per la fonte da cui promana presenta un valore specifico. (cfr. vol. 79 cart. 11) In parziale deroga all'ordine cronologico che caratterizza La disposizione degli atti nel citato volume si rinvengono poi due rapporti, per così dire, successivi: quelli del 6.12.86 e del 28.11.87 nei quali vengono riassunti brevemente, a cura del Comando NAS di Milano, i risultati delle indagini svolte dai vari NAS immediatamente dopo l'intervento del 4.12.86 e, quindi, all'esito di tutti gli ulteriori accertamenti. In effetti il discorso su quanto riferito dalle forze dell'ordine sui centri Narconon potrebbe esaurirsi proprio con il rinvio a questi due rapporti, il secondo dei quali rappresenta lo sviluppo del primo ed ha toni così decisi da non lasciare molto spazio alle repliche. Tuttavia per uno sforzo di completezza sia pure in modo estremamente stringato si proverà a riportare qui di seguito ciò che più di frequente si legge nei numerosi rapporti dei CC. NAS di varie zone d'Italia in ordine a quanto da essi accertato in occasione dell'intervento del 4.12.86 e, successivamente allo spoglio della documentazione ed all'assunzione di un considerevole numero di persone a sommarie informazioni testimoniali. A quest'ultimo proposito giova far rilevare che, per mera semplicità e comodità, si è provveduto ad estrarre copia dei s.i.t. ritenuti più significativi da un punto di vista probatorio ed a collocare tali copie tra gli esami testimoniali (volumi 33 e segg.). Si è trattato di un lavoro però assolutamente parziale che nulla toglie alla importanza ed alla validità di numerosi altri s.i.t. allegati ai citati rapporti, alla cui lettura ovviamente si rinvia. Se, dunque, già all'indomani della perquisizione e chiusura tutti i centri Narconon, nel suo rapporto, del 6.12.86 il comandante dei NAS di Milano, riassumendo brevemente esprimeva: «... i motivi di seria preoccupazione sotto il profilo igienico sanitario sottolineati dal Tribunale di Genova» ed avanzava: «... pesanti sospetti sulla bontà ed efficacia terapeutica globale di recupero del drogato», nei singoli rapporti poi sviluppati, si ha conferma maggiore di un quadro di disorganizzazione, approssimazione, superficialità, insufficienza ed aspecificità di tutte le attività asseritamente terapeutiche e disintossicanti che si svolgevano presso i centri Narconon. Volendo solo citare alcuni esempi si vedano i rapporti dei: - CC. NAS Genova 20.10.81 (cfr. vol. 88) relativo al centro di Pallare che al momento dell'accesso registrava presenti 33 persone: "... tutte le persone erano generalmente malvestite ed assai poco curate nella loro igiene personale tanto da rendere disagevole ed imbarazzante l'esecuzione delle perquisizioni personali nei loro confront... in tutti i locali vigeva il massimo disordine e vi erano profonde carenze igienico sanitarie. Infatti in ogni locale venivano constatate evidenti tracce di sporcizie accentuate dalla presenza di numerosi cani e gatti che circolavano indisturbati al loro interno lasciando anche i loro escrementi sui pavimenti.Resta da dire che presso questo centro, dalla consultazione dei "folders" sono stati rilevati n. 16 casi di assunzione di sostanza stupefacente all'interno e/o all'esterno della comunità ovvero di introduzione di droga nella comunità stessa. Si vedano, infatti, gli allegati a questo ed agli altri rapporti consistenti tra l'altro negli "O/W" (Overts) la cui lettura appare particolarmente interessante e significativa sotto più profili. - rapp. CC. NAS Torino 17.6.87 (cfr. vol. 82 cart. 3) relativo al Narconon di Castelnuovo Bormida nel quale, al momento dell'accesso vi erano 93 presenze. La consultazione dei "folders" ha evidenziato 39 casi di uso o spaccio di sostanza stupefacente all'interno e all'esterno dei centri anche da parte di "staff". - rapp. CC. NAS Torino 22.5.87 (cfr. vol. 83) relativo al centro di Prazzo che, all'atto della perquisizione non aveva ospiti ma solo 5 persone dichiaratesi appartenenti allo "staff". Sono stati rilevati n. 15 casi di uso di droga all'interno e/o all'esterno della comunità. - CC. NAS Milano 8.1.87 (cfr. vol. 80 cart. 1) relativo al centro di Ronago. Al momento dell'accesso il centro ospitava una quarantina di persone: "...dal punto di vista sanitario, al di là di una generica visita iniziale... gli ospiti per tutto il periodo di permanenza non venivano seguiti da idoneo personale sanitario... all'atto della perquisizioni i militari operanti constatavano che certo ZE. R. ... in fase di disintossicazione nella sauna, presentava una vistosa reazione ipoallergica dovuta all'assunzione di niacina senza un adeguato controllo medico".Viene altresì rilevato il fenomeno delle ricette " fatte in casa" contenenti le prescrizioni di vitamine, riscontrato anche in altri centri dove, quindi, era il personale addetto che sostanzialmente determinava la quantità di vitamine da somministrare. "....Altro aspetto allarmante dal punto di vista igienico sanitario è rappresentato dal degrado in cui versavano gli ambienti destinati ad accogliere i conviventi, sia dalle inesistenti misure di prevenzione circa il rischio di diffusione di malattie tipiche dei tossicodipendenti quali l'epatite virale, l'AIDS ecc. in considerazione anche della condizione di promiscuità in cui vivevano gli ospiti, dell'uso comune di oggetti personali, del confezionamento del vitto da parte di soggetti ad alto rischio. (cfr. relazione sanitaria del medico della USSL) ... collaboratori che continuano tranquillamente a drogarsi e nuovi arrivati la cui massima aspirazione consiste nel raggiungere il più in fretta possibile il grado di libertà e di autonomia riservato ai primi... all'alloggiamento provvedono gli stessi ospiti (materassi, coperte, lenzuola) per quanto riguarda l'alimentazione le spese erano ridotte al minimo (in più fascicoli personali si legge che per mancanza di soldi non si erano potute acquistare verdure o altri alimenti di prima necessità oltre al fatto che, al momento della perquisizione, nei locali del Narconon non sono state rinvenute derrate alimentari sufficienti al fabbisogno di una comunità di circa 40 persone". - CC. N.A.S. di Firenze del 16.2.87 (cfr. vol. 90 cart. 3) relativo al centro Narconon di Scarlino Scalo - Grosseto (denominato "La Castellina") particolarmente ricco sotto ogni profilo, persino di foto che danno un'immagine impressionante dello squallore fin qui menzionato solo a parole e dove, dai "folders", sono stati evidenziati 72 casi di uso di sostanze stupefacenti all'interno e/o all'esterno del centro, anche da parte di personale degli operatori. - CC. NAS Napoli 10.2.87 (cfr. voI. 93) relativo al centro di Raviscanina che ospitava 31 persone: "... all'interno della comunità vi erano persistenti lamentele specialmente ad opera dei c.d. "ragazzi sul programma" (drogati) i quali nonostante i familiari pagassero cospicue somme venivano alimentati in maniera del tutto insufficiente ... per tale motivo i ragazzi furono costretti a farlo presente ai genitori i quali, nei giorni festivi, affluivano al sodalizio con pasti in abbondanza che univano insieme e mangiavano tutti sia i tossicodipendenti sia lo "staff e i dirigenti"Il rapporto dei CC. di Napoli è sviluppato sulla base delle dichiarazioni testimoniali acquisite, tutte molto interessanti. Si segnala in particolare ciò che ha riferito RU. A., a proposito del fatto che prima dell'ingresso al centro del giovane ci si doveva recare a Milano per prendere accordi con la Lega e che quest'ultima diede anche disposizione che gli inadempienti dovevano essere dimessi dal centro. PI. P., che insieme al marito è stata un'operatrice del centro, ha tra l'altro riferito che la sua nomina era avvenuta "a voce" come tutte le altre cariche all'interno del sodalizio, che vi erano molte lamentele per l'alimentazione insufficiente da parte dei "giovani sul programma" ed ha, anzi, soggiunto che le rimostranze per il vitto i giovani le facevano i primi tempi in quanto, dopo essere entrati in pieno programma, si convincevano della bontà della filosofia di Ron Hubbard e non reagivano più. Precisava che a lei ed al marito, che non avevano voluto immedesimarsi nella vera psicologia di Ron Hubbard, dava l'impressione che i giovani drogati e gli altri componenti dello "staff", alla fine, subissero un "lavaggio del cervello" tanto è vero che con il programma Narconon i ragazzi drogati: «... fino a quando rimanevano nella comunità riuscivano a togliersi il vizio nel quale però ricadevano dopo essersene allontanati». Di questa ed altre testimonianze è ricco questo rapporto ed a tale proposito si veda da ultimo quanto ha affermato il MO. il cui figlio lamentava l'insufficiente alimentazione tanto che ogni domenica doveva portargliene di extra ma che, nonostante gli riferisse poi di essere guarito, l'aveva pregato di effettuare un altro versamento di L. 1.800.000 per un altro corso suggeritogli dai dirigenti del Narconon da frequentarsi a Milano e durante lo svolgimento di questo corso aveva dovuto versare altre 500.000 lire più volte sollecitato dalle Lega di Milano. Egli tuttavia non capiva come mai il figlio, nonostante la fine del corso, non si decidesse a rientrare a casa ditalchè era giunto alla conclusione che egli aveva subito un "lavaggio del cervello". Sembra superfluo, a questo punto richiamare l'attenzione sulla estrema similitudine degli argomenti che si vanno delineando con quelli ampiamente visionati trattando delle attività dei centri Dianetics/Scientology. All'esito di questo lavoro dei NAS di tutta Italia il comando di Milano ha quindi redatto un rapporto riassuntivo cui si accennava prima nel quale, senza mezzi termini, si pongono in evidenza le incongruenze dell'organizzazione Narconon. In particolare, dopo aver illustrato i termini generali di condotta delle comunità terapeutiche, si sottolinea come le comunità Narconon, per un verso aspirino all'iscrizione all'albo regionale e per l'altro evitino di stipulare le convenzioni ex art. 94 L. 685/75. La risposta, a giudizio del rapportante, è chiaramente da ricondursi al fatto che ogni convenzione implica diritti e doveri e, in particolare la soggezione al controllo ed agli indirizzi di programmazione, in materia della Regione, mentre: «... le comunità Narconon non vogliono obiettivi, rifiutano linee e criteri di indirizzo delle autorità pubbliche, rigettano qualsiasi attività di controllo.» Tutto ciò appare particolarmente verosimile alla luce di ciò che, come si diceva in precedenza, emerge dalla documentazione sequestrata presso gli studi LE. e ZU.. Già citando la nota ministeriale si era evidenziata infatti la apparente contraddittorietà del fatto che, la Lega, pur aspirando a dei riconoscimenti ufficiali dei centri, di fatto non fornisse adeguati elementi di valutazione al Ministero (che appunto si doleva della cosa). Ma ciò è riscontrabile alla consultazione di numerose altre cartelle. Il citato rapporto poi non manca di porre in evidenza il fatto che, le comunità Narconon: «... in palese violazione e contrasto con il loro stesso statuto, perseguano solo ed esclusivamente fini di lucro», e soggiunge quindi a riguardo: "... qualche comandante di N.A.S. si è voluto esercitare nel riscrivere l'equazione: costo del ricovero del tossicodipendente = beneficio, equazione intesa in senso lato, senza trovare conveniente risposta. Soccorre in proposito quanto detto da un responsabile della Lega Naz. Civ. Lib. dalla Droga a specifico quesito posto da un genitore di un ricoverato che chiedeva lumi sulla destinazione finale del denaro sborsato per il figlio; secondo tale versione i soldi sborsati non servivano a pagare le spese di ospitalità del tossicodipendente bensì all'addestramento del personale dell'intera struttura... La giustificazione non regge e si rivela falsa ove si pensi che gli operatori non avevano in pratica un costo professionale - addestrativo perché erano, a loro volta, tossicodipendenti riciclati e sfruttati nella peggiore maniera".e ancora più avanti: "... nella strategia dell'organizzazione l'operatore del Narconon tanto più è considerato efficiente ed affidabile se ed in quanto riesce a reclutare soggetti spesso allettato da promesse di provvigioni relative alla vendite di libri necessari ai corsi, costituenti la terza fase del trattamento, promesse spesso non mantenute"... dichiarato (vds. f. n. 01037/2-2 "P" del 10 novembre 1986 di questo Gruppo), che, sotto il nome di "bombe" lasciate negli scaffali alla mercè del primo arrivato vengono propinati al soggetto in quantità sempre uniformi al di fuori di qualsiasi prescrizione medica "ad personam". il metodo, semplicistico ed illecito è stato censurato dall'Istituto Superiore di sanità e dai medici dell'U.S.L. n.6 Bormide (vds. R.G. n. 1/381 del 20 ottobre 1987 del N.A.S. di Genova)."E, infine, a proposito delle condizioni di vita nei centri soggiunge: "... le condizioni di vivibilità all'interno dei Narconon superano le fantasie più fertili ... igiene inesistente, dormitori a castello su tre piani in spazi ristrettissimi, mancanza di ogni forma di riscaldamento, sanitari fuori uso, vitto inadeguato, punizioni umilianti per chi, comandato a rastrellare in giro quattrini avesse avuto la disavventura di rientrare al Narconon con pecunio inferiore alle attese (vds. pagg. 15 e 16 R.G. 1/137 del 10 febbraio 1987 del N.A.S. di Napoli) ... Il ricoverato nei primi giorni della sua vita al Narconon assume un atteggiamento di vigilanza critica, poi sprofonda via via in uno stato di intorpidimento generale, finisce di ribellarsi, irregimenta la coscienza ed il cervello... "Affermazioni così severe non devono stupire se si pensa alla considerevole quantità di elementi probatori acquisiti dai CC. tramite i s.i.t. ... Esse comunque vanno calibrate perché il numero delle irregolarità accertate e della loro gravità risultano diverse, a seconda del centro, stanti alcune variabili indipendenti come la persona del direttore, la capienza e così via dicendo ma ciò che resta comunque invariata è l'omogeneità di immagini sia raffrontando tra di loro quelle dei vari rapporti, sia rapportando queste ultime alle immagini delle deposizioni testimoniali acquisite anche da questo G.I. e che verranno qui di seguito illustrate in breve.
b) alla luce delle testimonianze Va premesso che gli esami ai quali si farà ora richiamo sono quelli contenute nei volumi 33 e segg. ove, stante quanto accennato poco prima, vanno, in questo caso, ad aggiungersi parte delle sommarie informazioni testimoniali acquisite dai CC. e riportate in copia in tali volumi solo per renderne la consultazione più agevole. Esse tuttavia non esauriscono tutto il quadro testimoniale in materia Narconon (come del resto era avvenuto anche per le attività di Scientology in senso stretto a proposito delle quali - nel capitolo 6 - ci si è appunto limitati a riportare solo le deposizioni rese dinanzi a questo G.I. tralasciando le numerose altre acquisite da organi di P.G.). Anche in questo caso, poi, come in precedenza, nel riportare le parti più salienti delle deposizioni prescelte, si avrà cura di evitare di menzionare le dichiarazioni fatte da persone che hanno assunto poi la veste di parti lese. Nello sforzo di sintesi che si sta qui tentando ed anche per mantenere il più possibile quel carattere di mera illustrazione degli argomenti istruttori che si è cercato di dare a questa parte della trattazione, si ritiene opportuno proporre una "lettura" sintetica di alcuni esami testimoniali limitandosi a suddividere brani più significativi delle loro dichiarazioni secondo un filo conduttore fornito, ovviamente, dagli argomenti oggetto delle contestazioni e, quindi, di verifica. E così, come già per le attività dei centri Dianetics e Scientology, e come già evidenziatosi dal breve excursus nei rapporti del CC. NAS, alla luce anche delle materie in contestazione, si può affermare che i punti salienti attraverso i quali avere una lettura "trasversale" degli esami testimoniali sono: A) ricorso a tecniche insistenti per gli scopi più diversi B) promesse di sicuro recupero C) richiesta di somme di denaro denominate "donazioni" ma, di fatto obbligatorie nell'"an", nel "quantum" e nel "quando" D) trattamento scadente sotto ogni profilo E) "cicli di etica" e "punizioni" F) rimborsi scoraggiati, non dati affatto o con estremo ritardo Ancora una volta va richiamata, infine, l'attenzione sul fatto che la suddivisione è solo teorica nel senso che spesso la stessa affermazione, citata a proposito di un determinato argomento, è poi significativa anche per altri argomenti. Questa polivalenza di determinati argomenti probatori dovrebbe comunque, a questo punto essere stata colta ed illustrata a sufficienza di modo che è evidente che ad esempio l'affermazione che ora si riporterà.della DE S. (cfr. vol. 34) per sottolineare il carattere insistente delle opere divulgative in genere, è significativa anche per dimostrare che, come affermato anche da altri, l'acquisto dei c.d. "materiali" era praticamente un obbligo, indipendentemente dalla effettiva necessità degli stessi in quanto tale vendita rispondeva a precise esigenze di statistica e produttività della Futura s.r.l.. Tale affermazione, infine, appare probatoriamente significativa anche in relazione all'ulteriore aspetto dei rapporti tra la "Chiesa di Scientology" ed i centri Narconon su cui si avrà occasione di tornare più avanti. A) Passando, tuttavia ora ad illustrare brevemente cosa sia emerso dalle deposizioni in ordine ai vari punti già toccati dai rapporti, si può innanzitutto evidenziare che l'atteggiamento di insistente pressione del quale si era parlato nel capitolo 6 a proposito dell'associazione di Scientology, è analogamente rinvenibile nei centri Narconon, sotto ogni profilo, sia a scopo divulgativo dell'idea che solo commerciale (per indurre cioè ad acquistare libri o beni simili) o infine per corrispondere la "donazione". A titolo meramente esemplificativo si citano: DE S.: "Eravamo comunque continuamente pressati ad acquistare libri, quando eravamo 'sotto programma' oppure, una volta 'staff' a farli acquistare dai ragazzi che erano lì. In genere volevano che premessimo sulle famiglie telefonando loro in continuazione per convincerle ad acquistare libri che avrebbero dovuto servire ai loro figli ospiti della comunità (naturalmente in aggiunta a ciò, che avevano già pagato). Ad un certo punto, con la leggerezza che caratterizzava quel periodo mi scappò di dire che mi sarebbe piaciuto andare alla 'Chiesa' di Milano. Da quel momento in poi non diedero più tregua al miei genitori chiamandoli anche di notte affinché mi pagassero la possibilità di fare quegli altri corsi"FO. R.: "... a casa nostra cominciarono ad arrivare telefonate da tutte le comunità Narconon d'Italia. Asti, Alessandria, Pordenone, Savona, Milano, Grosseto. Erano telefonate nelle quali ci si prospettava la soluzione di tutti i miei problemi con un'insistenza che andava oltre l'immaginabile ... le telefonate arrivavano a tutte le ore del giorno e della notte".GA.: "...fu quando nostro figlio era già lì che cominciarono a pervenire numerosissime telefonate nelle quali insistentemente ci veniva richiesto di pagare somme varie di denaro... nel giro di sei giorni avevamo già versato 1.700.000 lire" "... in seguito a pressanti richieste dopo circa quindici giorni mio figlio faceva ritorno presso la comunità Narconon".PU.: "... seppi poi che quello stesso giorno essi erano andati a trovarla e l'avevano convinta ad andare anche lei al Narconon... se non erro mia figlia andò il lunedì, il giorno successivo alle 23 ricevetti una telefonata dalla Lega Nazionale di Milano e mi fu detto che avrei dovuto pagare 200.000 lire subito e poi 1.400.000 lire di retta. Feci presente che essendo un insegnante non disponevo di tali somme, avrei dovuto chiedere un prestito e, pertanto, avrebbero dovuto aspettare. I giorni successivi tuttavia, ricevetti ancora delle telefonate di sollecito al pagamento ed in una di queste mi furono chieste 200.000 lire per libri"Z.: "... non condividevo le idee che essi definivano religiose e cercavano di inculcarmi. A loro dire, infatti, il loro pensiero era quello della 'Chiesa di Scientology' la cui sede era in America; anzi avrei dovuto accettare quelle idee senza criticarle. Quando mi vedevano per qualche istante pensare ai fatti miei sopraggiungeva subito qualcuno che cominciava ad interrogarmi sui miei pensieri e pretendeva di riportarmi nei binari della loro filosofia. In pratica non vi era altro spazio che per le loro idee".
AB.: "...hanno promesso che usciva sano ed invece mio figlio mi diceva che ce ne era più là che qua" (riferendosi presumibilmente alla droga)AR.: "Ci era stato assicurato che dopo il ciclo di cure non avrebbe più avuto problemi con la droga ... successivamente ha ripreso a fare uso di droga"AV.: "... avevano promesso che mio figlio sarebbe guarito" AZ.: "il servizio promesso era quello del vitto, alloggio e cura con la certezza della disintossicazione totale e permanente, cosa non verificatasi"CA.: "i responsabili del centro mi assicurarono il recupero di mia figlia nel giro di sei mesi al massimo ... contrariamente a quanto mi era stato promesso, mia figlia non ha tratto un sostanziale giovamento"DE S.: "... feci il programma per due mesi e mezzo ma capii subito che non mi serviva a niente anche perché era impossibile che, dopo oltre sette anni, potessi disintossicarmi in soli due mesi e mezzo... al termine del programma, pur essendomi resa conto che non mi aveva fatto niente, scelsi di rimanere lì come operatore perché il mio ragazzo era lì e sostanzialmente mi piaceva stare insieme ad altri ragazzi. Oltretutto ogni volta che tornavo a casa potevo bucarmi"FO. R.: "...a casa nostra cominciarono ad arrivare telefonate, da tutte le comunità Narconon d'Italia. Asti, Alessandria, Pordenone, Savona, Milano, Grosseto. Erano telefonate nelle quali ci si prospettava la soluzione di tutti i miei problemi con un'insistenza che andava oltre l'immaginabile. Si parlava infatti di metodi infallibili".FU.: "... i responsabili del centro quando vi ho accompagnato mio figlio, mi hanno detto che, quando usciva dal centro era curato e non era più tossicodipendente... mio figlio, uscito dal centro, cominciò a drogarsi di nuovo".GH.: "...mio figlio, secondo quanto adducevano alla Narconon, nel giro di tre o al massimo quattro mesi doveva uscire dal giro della droga".PE.: "... io ero perplessa nel pagare tanti soldi perché temevo che mio figlio fuggisse nuovamente ma essi, per un verso, mi assicuravano il successo al cento per cento e, per l'altro, mi dicevano che, in caso di fuga, o comunque di insuccesso mi avrebbero restituito i soldi... come avevo previsto dopo soli due o quattro giorni, mio figlio fuggì ma essi non mi avvisarono."RA. (e CI.): "... questa MENEGHINI ci assicurò al 100% il recupero e parlò di donazioni da versare mensilmente nella misura di 1.300/1.400.000 lire."RO.: "...fui io a prendere contatti con i dirigenti del Narconon...trovai una ragazza ad attendermi e mi spiegò a grandi linee il programma del centro e mi assicurò che se il ragazzo avesse seguito il programma stabilito sicuramente sarebbe stato in grado di fare a meno degli stupefacenti"SO.: "prima del ricovero di mio figlio presso il centro in argomento avevo avuto contatto con il personale del Narconon e questi mi avevano assicurato un risultato positivo completo... successivamente invece non avendo riscontrato nessun miglioramento di mio figlio si decideva di farlo uscire dal predetto centro"VE.: "...i responsabili del centro ebbero a promettere che, nell'arco di mesi sei, la tossicodipendente sarebbe stata totalmente recuperata"VO.: "...era stato promesso di recuperare la figlia dal vizio cui era dedita con un'ottima possibilità di successo (peraltro non percentualmente qualificata)"ZI.: "... venni avvicinato da due ragazze una delle quali mi era nota per essere stata anch'essa tossicodipendente. Entrambe mi convinsero ad andare al Narconon di Conco e per festeggiare la mia decisione di aderire mi offrirono l'ultimo 'buco' che io potei pagarmi da me ma che esse erano disposte a pagarmi. Fecero così anche con un altro mio amico subito dopo, mentre ero ancora sotto l'effetto dello stupefacente mi accompagnarono da mia madre la quale fu facilmente convinta a mandarmi in quella comunità della quale magnificavano metodi infallibili nel recupero"
AR.: ".....mio figlio era stato ricoverato presso la comunità Narconon di Ronago per circa 7 mesi pagando la somma di L. 1.400.000 al mese"AV. (pensionato): "...il pagamento delle rette è stato eseguito da me personalmente ... la retta mensile era di L. 1.600.000 più ho dovuto pagare 830.000 lire per libri" AZ.: "... le rette venivano versate direttamente da mio padre, ora deceduto, a rate per l'importo di L. 1.400.000 mensili"BE. (impiegata statale): " ...la retta veniva da me corrisposta mensilmente per un ammontare di lire 1.400.000 ... nell'anno 1985, credo agosto o settembre, mia figlia vi fece ritorno ma poiché la retta venne aumentata da 1.400.000 a 1.600.000... mi aiutò mio cognato"CA.: (pensionato): "...pagavo una retta di L. 1.400.000 al mese"CA. e GI. (sebbene teoricamente a favore per avere scritto al giornalista DAMOSSO (cfr. vol. 34) una lettera di protesta) "... nelle tre suddette comunità le condizioni igienico sanitarie erano veramente scadenti; io e mia moglie abbiamo rilevato molta sporcizia e disordine ed il vitto era mal confezionato... mi sono recato varie volte a Milano presso la Lega esprimendo allo ZANELLA, all'epoca presidente ed al suo vice, un certo Alberto del quale non ricordo il nome, il mio disappunto e la mia protesta per le condizioni igieniche in cui erano tenute le comunità ...ciò specialmente tenuto conto della notevole quantità della retta mensile (1.400.000)"CI. (conferma quello che ha dichiarato la moglie RA. P.) "...anche io ho voluto abbandonare per essermi sopraggiunto il sospetto che non vi fosse qualcosa di regolare. Sono anche stato direttore qui al Narconon di S. Quirino ed ho constatato che era sempre vietato rilasciare ricevute di alcun tipo a chi faceva donazioni reali (cioè non per tenere una persona), al massimo inviavano poi degli attestati. Non davano ricevute neppure a me quando settimanalmente portavo, in una busta ed in contanti, almeno 6/10 milioni circa pari alla moltiplicazione delle rette di 1.800.000 lire mensili per una trentina di ospiti ed 800.000 lire pro capite per i libri - che peraltro non venivano mai usati. DE S.: " ...feci il programma per due mesi e mezzo... per quel periodo i miei genitori pagarono 1.400.000 lire al mese… ..quando divenni operatore potei constatare che non tutto il milione e quattrocento veniva destinato al Narconon ma una parte veniva trattenuta dal SO.CO che li utilizzava per l'addestramento del personale o per altro. Il risultato era che i fondi non bastavano mai. Ciò malgrado venivamo continuamente pressati ad accettare nuovi arrivi. Arrivammo al punto a Villanova (dove c'era posto solo per 10 persone) di ricevere tanta gente da dover mettere i materassi per terra nella sala ove si mangiava."FO. R.: "... a casa nostra cominciarono ad arrivare telefonate da tutte le comunità Narconon d'Italia. Asti, Alessandria, Pordenone, Savona, Milano, Grosseto. Erano telefonate nelle quali ci si prospettava la soluzione di tutti i miei problemi con un'insistenza che andava oltre l'immaginabile. Si parlava infatti di metodi infallibili e quando io obiettavo che non avevamo le possibilità per pagare i 2.000.000 mensili mi veniva risposto di non preoccuparmi perché loro conoscevano i mezzi per trovare i soldi premendo su mio padre e, penso, altri. Essi infatti, a quanto mi era stato riferito, avevano l'abitudine di individuare parenti ed amici sensibili a quel problema ed indurli a pagare anche per terzi"GA.: "....si accettavano più presenze del consentito perché i soldi non bastavano mai. All'epoca in cui io dirigevo (era il 1984 circa) la retta era di 1.300.000 o 1.400.000 Lire al mese ma da tale somma veniva sottratta una percentuale (credo del 15%) da parte della Lega che era il centro di coordinamento dei Narconon e svolgeva attività di propaganda. Effettivamente venivamo richiesti di vendere materiali di studio a chiunque, sia ai ragazzi che 'erano sul programma', sia ai loro genitori sia a persone all'esterno.GA.: "...fu quando nostro figlio era già lì che cominciarono a pervenire numerosissime telefonate nelle quali insistentemente ci veniva richiesto di pagare somme varie di denaro... nel giro di sei giorni avevamo già versato 1.700.000 Lire"GE.: "... mi fu detto chiaramente che la retta sarebbe stata di 1.400.000 Lire al mese e mi fu chiesto il versamento anticipato"GH.: "...venivo contattato da personale della Narconon che mi chiedeva 30.000.000 di lire per effettuare il lavaggio del cervello a mio figlio Roberto ...quando si trovava a Scarlino Scalo venivo contattato da personale della comunità che mi chiedeva 3.000.000 per fare il lavaggio del cervello a Roma presso l'associazione Dianetics e Scientology"MU. (v. rapp. Questura Roma 10.1.87): "il BERTONCIN, presidente della comunità, si era fatto consegnare dalla donna la somma di lire 1.800.000 quale 'contribuzione' mensile per le spese di soggiorno del giovane... a causa della retta così esosa la sua famiglia si era trovata nella condizione di non poter fare ulteriormente fronte alle spese di mantenimento cosicché i responsabili del centro ... lo avevano impiegato come inserviente nell'esecuzione dei lavori più umili sospendendogli ogni trattamento"PE.: "... avevo sentito parlare di questo centro leggendo su 'Il Messaggero'... Provai a scrivere e da allora non mi lasciarono più in pace tempestandomi di telefonate... allora io e mio marito ci recammo lì per prendere accordi e, per prima cosa, mi chiesero 760.000 lire per i libri... essi furono molto insistenti ...pagai poi anticipata la retta del primo mese di 1.700.000 lire... per poterlo fare mi impegnai vari oggetti personali oltre a chiedere prestiti ad amici"PU. (insegnante): "... mia figlia andò al Narconon non appena dimessa dall'ospedale il giorno successivo, alle 23, ricevetti una telefonata dalla Lega Nazionale di Milano e mi fu detto che avrei dovuto pagare 200.000 lire subito e poi 1.400.000 lire di retta. Feci presente che essendo un insegnante non disponevo di tali somme, avrei dovuto chiedere un prestito e, pertanto, avrebbero dovuto aspettare. I giorni successivi, tuttavia, ricevetti ancora delle telefonate di sollecito al pagamento ed in una di queste mi furono chieste 200.000 lire per libri"QU.: "... pagavo per le rette mensili, sottoforma di donazione, la somma di lire 2.000.000 sempre con versamenti in contanti e mi veniva rilasciata una ricevuta da parte della Lega Naz. Civ. Lib. dalla Droga"RA. P. (moglie di CI. A. v. supra) "... questa MENEGHINI ci assicurò al 100% il recupero e parlò di donazioni da versare mensilmente nella misura di 1.300/1.400.000 lire. Ricordo che mio padre si arrabbiò dicendo che non si trattava di donazioni visto che erano versamenti obbligatori e da dare in anticipo"RO. (casalinga) "... In quell'occasione la ragazza mi disse che avrei dovuto inviare la somma di lire 1.400.000 a mezzo vaglia telegrafico oltre alla somma di lire 200.000 circa che pagai in contanti al momento della presentazione al centro ad un ragazzo che era lì... non mi consegnarono alcuna ricevuta della somma di lire 200.000... mi dissero che la cifra di 1.400.000 lire che ho poi versato era a titolo di donazione e non mi inviarono alcuna ricevuta. Inoltre tale cifra serviva solo come iscrizione e retta di quel mese poi, avrei dovuto versare circa 400/500.000 lire ogni mese"RU. E.: "ho pagato 1.600.000 lire al mese più una una tantum di 800.000 lire per libri"SO.: "... le rette relative al ricovero sono state pagate da noi genitori in anticipo ed ammontavano a lire 1.600.000 per il primo mese, 1.614.000 lire la seconda retta ... al momento del ricovero ho anche versato la somma di lire 835.000 per acquisto libri occorrenti a mio figlio durante il ricovero"SU.: "... lo stesso pomeriggio prima della partenza l'ATT. pretese la somma di lire 3.000.000 ... quale anticipo per l'acquisto di libri e spese varie nonché per la retta del primo mese... la sera del 2.4.86 mio figlio... partì per il centro... il giorno 8.4.86 scappò dal suddetto centro... ho avuto dalla Lega Naz. Civ. Lib. dalla Droga la restituzione della somma di lire 1.530.000 come rimborso per la mancata permanenza di mio figlio"VE. (impiegato): "... l'unico versamento effettuato di L. 2.000.000 è stato eseguito da noi sottoscritti quale retta mensile"VO. (commerciante): "... abbiamo provveduto io e mia moglie alle spese di mantenimento della ragazza nel centro pagando una retta di L. 1.600.000 mensili che venivano versati direttamente al centro di qui e veniva poi inviato a Milano ove era la direzione del centro"ZE.: "... pertanto mi indussi a pagare 1.400.000 lire come retta e 600.000 lire per libri.
CA. e GI.: "nelle tre suddette comunità le condizioni igienico sanitarie erano veramente scadenti; io e mia moglie abbiamo rilevato molta sporcizia e disordine ed il vitto era mal confezionato ...mi sono recato varie volte a Milano presso la Lega esprimendo allo ZANELLA, all'epoca presidente ed al suo vice, un certo Alberto del quale non ricordo il nome, il mio disappunto e la mia protesta per le condizioni igieniche in cui erano tenute le comunità"GA.: "...nostro figlio raccontò che le condizioni di vita in quel luogo erano assolutamente intollerabili visto che il cibo era carente e di pessima qualità, faceva freddo ed era tutto sporco"PU.: "... mi telefonò mia figlia dicendomi di essere scappata rocambolescamente dal centro e pregandomi di non pagare neppure una lira perché in quel posto non vi era nulla di serio Tutto era sporco e le stanze erano camerate con anche cinquanta letti con finestroni privi di vetri e bestie dappertutto"SU.: "... in questa occasione ebbi la possibilità di entrare all'interno del centro dove notai subito lo stato di estremo sudiciume in cui versava il centro stesso, più precisamente: muri sporchi, pavimenti sporchi, prese elettriche (quella del frigorifero) quasi completamente scoperte e cattivo odore... mi risulta, sia perché me lo diceva mio figlio sia perché l'ho constatato personalmente, che vi erano solo 5 o 6 bicchieri, poche posate ed un solo coltello per tutte le persone (40 ragazzi circa). Infine mi risulta che l'alimentazione era scarsissima in quanto si mangiava poco o niente"VE.: "... in tutte le mie visite, 4 o 5, ho riscontrato estremo disordine dei locali in genere, troppa promiscuità ambienti non igienici e, a detta di mia figlia, non vennero mai eseguiti esami ed analisi inerenti condizioni fisiche che avrebbero dovuto, a detta dei responsabili, essere eseguiti presso l'ospedale di Alessandria"ZE.: "... già nell'accompagnare mia figlia presso la comunità di Grosseto notai sporcizia ed un senso di decadenza in tutte le strutture, poi mia figlia stessa ne fuggì dicendo che tutto era sporco e che il vitto era di pessima qualità ed insufficiente"ZI.: "...più che una sauna l'ambiente era una specie di camera fumosa dove si sudava poco ma si doveva ugualmente stare circa 4 ore e mezzo. Rammento che fui io a pulire la canna di scarico del fumo che era pressoché otturata di modo che lì si respiriva prevalentemente fumo. Il cibo era scarso e l'alloggiamento molto precario. Dormivo in una specie di sottotetto e vi erano due bagni ed una sola doccia per circa 30 ragazzi"
DE S. "...molti ragazzi dello 'staff' esattamente come me continuavano a bucarsi e della cosa ci si accorgeva subito perché da un giorno all'altro li vedevamo fare pulizie e lavori umili. La cosa accadeva anche a me sia nella comunità che con invii alla Futura ove dovevo fare pulizie o redigere delle confessioni scritte (Overts). Sia io che il mio ragazzo -( GA. che conferma) mentre avevamo ruoli di responsabilità all'interno del Narconon finivamo spesso per assumere sostanza stupefacente. confessava... quando si veniva assegnati al ruolo di operatori per aiutare gli altri ragazzi a disintossicarsi in genere si stava effettivamente bene perché si veniva fuori da un periodo di 'etica' durante il quale ci si era 'scaricati' cioè ci si era svuotati di tutte le proprie frustrazioni e sensi di colpa e ci si sentiva caricati dalla voglia di aiutare gli altri; poi però la vita che si conduceva lì era estremamente stressante, si lavorava anche con ritmi molto intensi saltando anche le notti e, come ripeto, il cibo non era della migliore quantità o qualità; si doveva poi combattere quotidianamente con mille pressioni che venivano dai problemi dei ragazzi, sia dal dovere di raggiungere un certo 'budget'. Tutto ciò finiva per far perdere le risorse e, come dicevo, quando andando a casa ci si poteva rilassare si finiva per tornare alla droga. Questo però scatenava in noi dei sensi di colpa che ci inducevano a confessare le nostre colpe ai responsabili. Noi appartenenti allo 'staff' avevamo come superiori i responsabili del SO.CO./Futura presso i quali dovevamo fare i nuovi cicli di etica consistenti nel redigere confessioni scritte e nel pagare le punizioni, vale a dire essere comandati a lavori materiali più umili... in effetti dopo il ciclo di etica il responsabile si era 'scaricato' e poteva riprendere il proprio lavoro di nuovo con grinta fino a che non ricadeva ... durante la mia permanenza - tra il 1982 ed il gennaio 1986 - ho visto che non solo io ed altri componenti dello 'staff' di Osnago e Villanova ci bucavamo, ma anche altri responsabili di altri Narconon presso i quali mi ero recata per verificare i bilanci ...comunque, quando mi recavo al SO.CO. a portare le statistiche vedevo spesso i responsabili di altri Narconon che erano lì a fare 'cicli di etica'"GA.: "...effettivamente ho visto accadere che 'staff' si bucassero nuovamente. In tali casi essi andavano al SO.CO a fare un 'ciclo di etica' e quindi riprendevano la loro carica. Anche a me è capitato nel primo periodo in cui ero 'staff' a Villanova di tornare a 'bucarmi' due o tre volte e per tale motivo andai a Ronago a fare gli O/W cioè i cicli di etica nel corso dei quali ci si 'scarica' scrivendo gli 'overts'"RA. CI.: "... Io e mio marito - CI. A. - chiedemmo di essere ripresi ma dovemmo pagare rispettivamente: io un ciclo di etica di 700.000 lire e, mio marito, il "free loader" (pari ai corsi già fatti) nonché un ciclo di etica per circa 1.300.000. Personalmente avevo fatto un ciclo di etica che si era risolto nello scrivere le mie confessioni e nel soggiacere alle seguenti punizioni: vendere 10 libri, trovare tre ragazzi che facessero il colloquio ed un giornalista che scrivesse un articolo sul Narconon nonché, all'interno, lavori manuali tipo lavare tovaglie".VE.: "... altra cosa che mi colpì fu il fatto di vedere molti ragazzi che operavano con mansioni di responsabilità nei centri venire presso la 'Futura' a fare 'cicli di etica' perché erano tornati a bucarsi"
"...naturalmente chiesi il rimborso di quanto versato, arrivai a minacciarli, ma ricevetti, ad un certo punto solo la somma di 476.000"PE.: "...provai a farmi restituire il denaro ...alla fine mi rivolsi ad un avvocato"RO.: "...comunque mio figlio vi restò solo qualche giorno ed io, in seguito, chiesi la restituzione della somma da me pagata ricevendo solo delle assicurazioni verbali ma null'altro. Fino alla data odierna quella cifra non mi è stata ancora restituita anche se ho telefonato moltissime volte ricevendo vaghe risposte"ZE.: "...nonostante poi avessi disciplinatamente compilato la mia domanda di rimborso con due raccomandate di sollecito, non ottenni riposta e dovetti rivolgermi ad un legale. Solo quindi attraverso un provvedimento del Pretore di Grosseto ottenni la restituzione del mio denaro"
c) nelle intercettazioni telefoniche Ancora una volta, così come per le attività dell'associazione di Scientology, la proposizione del materiale probatorio acquisito tramite le intercettazioni telefoniche appare particolarmente significativo e, soprattutto, indiscutibile. Si richiamano qui tutte le premesse di ordine generale svolte all'inizio del capitolo 7 a proposito delle caratteristiche di questo materiale in quanto, anche qui, come del resto in tutto quanto finora esaminato a proposito dei centri Narconon, si rinvengono i fenomeni della prolissità, del gran numero di telefonate diurne e notturne, del linguaggio da "gergo malavitoso" ancora peggiore di quello riscontrato nelle telefonate intercettate presso l'associazione, ma, soprattutto la cosa che colpisce maggiormente è il tema dominante di tutte queste telefonate rappresentate dal fatto che l'argomento "tossicodipendenti" viene trattato esclusivamente in termini di produttività. Le intercettazioni sono state effettuate sull'utenza intestata alla Lega Nazionale per la Civiltà Libera dalla Droga (l'unica delle due all'epoca in funzione visto che l'altra era disattivata perché morosa), presso la quale indifferentemente, vista anche la quasi completa promiscuità dei locali in uso, operatori della Lega ed altri della Futura in costante contatto quotidiano con la sede del SO.CO Europe (la centrale europea) di Copenaghen ed i vari centri Narconon sparsi per l'Italia al fine di seguirne le attività ... (inutile dirlo) produttive. Infatti, l'immagine del tossicodipendente che si trae da queste telefonate è solo quella di un numero che fa statistica così come fa statistica e produzione il fatto che egli segua il programma e non perché, come si potrebbe supporre, stia a cuore degli operatori il suo recupero, ma perché il fatto che egli segua il programma è sinonimo dell'effettuazione di saune, dell'acquisto di vitamine, libri e "materiali didattici" in genere. Tutte cose che "fanno statistica" ed aumentano la produttività. Il recupero del tossicodipendente che, forse, su un piano strettamente umano è auspicato anche dagli operatori, è, e resta sempre, nei discorsi delle conversazioni intercettate, assolutamente in secondo piano come un effetto eventuale ma non primario della loro attività. Ne è ulteriore riprova la circostanza che ancora una volta la parola in assoluto più ricorrente è "soldi" o, meglio ancora "chili", con cui in modo molto discutibile viene chiamato il denaro. Ancora una volta si assiste a quella "caccia" alla persona con disponibilità economiche di cui si è avuta ampia prova nell'esame delle precedenti telefonate: la ricerca del tossicodipendente non è animata dai conclamati scopi umanitari ma solo ed esclusivamente dal fatto che questi abbia mezzi finanziari o, per usare il gergo delle telefonate, sia "cash". La persona viene "pesata" in base alla sua solvibilità. I "cicli" vanno verificati. In sostanza, come si dice in una telefonata, non basta "tirar dentro" un certo numero di persona per fare statistica ed aumentare la produttività, occorre che queste persone abbiano anche soldi. E tutto ruota attorno a questo concetto, anche gli umori delle persone che si ascoltano è più o meno alto a seconda dell'andamento della produttività. Il materiale probatorio offerto da queste intercettazioni non solo, come si vedrà, offre validi spunti probatori per lumeggiare il ruolo di più di un imputato, ma soprattutto offre uno spaccato che, sia consentito dirlo, oscilla tra il disgustoso e l'agghiacciante per l'atteggiamento assolutamente "mercantilistico" ed "utilitaristico" con cui vengono vissuti le problematiche della tossicodipendenza e quelle dei parenti di questi, sempre combattuti tra la scarsità di mezzi economici, la necessità di aiutare i propri congiunti, e il timore di imboccare una strada sbagliata per farlo. Per quanto si sia cercato anche in questo caso di ridurre al massimo il compito dei periti trascrittori enuclenado (nella assoluta monotonia dell'argomento) le conversazioni più significative, è un fatto che il risultato finale, grazie anche alla estrema loquacità degli operatori della Lega e dei centri Narconon, è un complesso di varie migliaia di pagine delle quali, in questa sede, non si può che riportarne qualcuna a titolo meramente esemplificativo. Resta da fare solo una precisazione di ordine pratico: il servizio di intercettazione, durato ininterrottamente dal 27.10.86, fu sospeso il 23.11.86 e riattivato due giorni prima dell'intervento del 4.12.86. È per tale ragione che la numerazione è doppia nel senso che, dopo numeri superiori a 4000, si ricomincia con numeri bassi. Per aiutare la comprensione e la consultazione, tutte le telefonate verranno citate in ordine cronologico (potrà così capitare che la n. 28, ad esempio, segua la 3739). "Chili", milioni, soldi, maneggiamenti di "cicli" (di soldi o di persone) sono il tema assolutamente costante di quasi tutte le intercettazioni e poi ancora decine di milioni, migliaia di dollari, dati statistici di produttività. In questo mare è veramente difficile dire quale sia più esemplificativa delle altre si veda tuttavia la n. 295 che, come tante altre, si commenta da sé: Conversazione N. 0295 Chiama Monica (M.), La quale parla con Laura (L.): La conversazione prosegue fra Monica (M.) ed Elsa (E.):
E. - Al Soco. E sullo stesso argomento sono ancora le telefonate n. 323, 348, 407, 410, 1085, 1125, 1154, 1199, 1213, 1266, 1305, 2035, 2051, 2094, 2156, 2288, 2312, 2337, 2338, 2428, 2485, 2502, 2550, 2565, 2599, 2720, 2993, 3155, 3166, 3215, 3717, 3735, 3937, 3989, 3990, 3996, 4148, 4392, 4789, 4717, 6061, 6141, 28, 39, 83, 89, 90, 393, 398, 411, 415, 417, 439, 442, 758 solo per citarne alcune. Si sprecano frasi del tipo "quante persone tiriamo oggi?" (355), "quanto hai fatto" (1520), "Speriamo di far soldi" (2550), "quanto hai chiuso?" (3166), "come va il ciclo?" (sottintendendo se la persona ha disponibilità economiche) (4709, 4717). L'incameramento dei soldi viene seguito con la massima attenzione e controllo dalla sede di Milano sui singoli centri e, quindi riferito alla sede di Copenaghen). Le somme incamerate dalle comunità devono essere subito portate a Milano ovvero spedite e di tali spedizioni si assumono dettagliate informazioni per timore, forse, che l'avvenuta spedizione sia solo un pretesto. Si vedano a titolo esemplificativo i seguenti brani di conversazioni: Conversazione N. 56
Conversazione N. 0057 30 ottobre 1986 Ore 11.49 - telefonata in partenza: Laura, (L.) forma il numero 0144-71xxxx e parla con una donna (F.) :
F. - Stiamo lavorando per ...(pp. ii.), perché abbiamo due cicli di accademia e inoltre loro fanno bene il gioco co-op. F. - Well done hour sono a 100. cominciato a dirmi delle stupidaggini, non completamente stupidaggini, ma... stai mettendo sotto pressione il mio MO., stai ...(p.i.) i PISI del Narconon... dovevi parlare con me prima, sai?e ancora si vedano, sull'argomento le nn. 3739 e 90, ovvero le nn. 319, 320, 373, 306, 1008, 1197, 1197, 4008, 5752, 6007 che testimoniano degli assidui contatti con la sede europea e dell'invio ad essa, spesso "a mano" di somme di denaro. Si vedano infine la n. 1190: F. - E la produzione non va su, hai capito? Hai capito? Quando io m'incazzo, no, è perché fondamentalmente, e glielo dicevo anche ieri a Jetta, mi sento un po' ...(p.i.) sulla cosa, perché lo percepisco, cazzo! Ieri, poi, mi sono letto di nuovo... quella policy che t'ho letto, no... e l'ho letto anche nella policy, perchè io, quello che voglio che finisca, è che tu e i tuoi staff continuate a produrre come dei disgraziati... continuare a sbattersi come dei disgraziati, e c'è un testa di minchia che sta lavorando l'incontrario vostro, per tenere giù la production, hai capito? Cioè, io in PT... è l'unico Narconon... prendiamo la linea delle well done hour, no...Come si vede, si ha conferma del fatto che ciò che muta l'umore è la cattiva produttività, e così ancora la n. 2993. Tutto ciò che può essere fonte di guadagno è preso subito in considerazione, dalla campagna pubblicitaria tramite RAI (1215 e 442), all'azione pubblicitaria svolta grazie al fatto che alcune farmacie avvolgono i loro prodotti nei volantini pubblicitari del centro (e questo vuol dire "3/4 in più al giorno" - 295), alla creazione di una sorta di "Celebrity Center" nel quale reclutare attori e cantanti famosi (3602) ad una non meglio identificata operazione finanziaria con l'Africa nella quale pare vi sia un giro di circa 2 miliardi ma... «l'importante noi ricaviamo 10 chili!» (2994). E così, se dai rapporti e da altre fonti, ivi inclusa la presente, emerge che le condizioni di abitabilità erano al limite della sopravvivenza, non si esita a cercare nuove fonti di accaparramento di persone anche attraverso un avvocato di Torino che conosce molte situazioni di tossicodipendenti in difficoltà: Dalla conversazione N. 2129 R. - Stiamo facendo questo: teniamo le... perché lui è figlio di un avvocato... chiamiamo gli avvocati di Torino, no... F. - Hm hm. L. - Allora...Ma anche le punizioni sono una buona occasione di guadagno. Emendarsi costa. Questo è il senso indiscutibile della telefonata n. 1246 COPIARE (519/520). E, sull'argomento, si veda ancora con che tono si parla dei "cicli di etica" nella 3215. B. - Eh.E che i costi presso le comunità Narconon non siano solo morali ovvero frutto di liberalità è una volta di più confermato telefonata n. 1549 ove si parla esplicitamente di PREZZI M. - Toglimi una curiositàPer non parlare poi della n. 3733 nella quale si parla altrettanto chiaramente di RETTA il cui ammontare è di «... 2 chiloni» (1): Conversazione N. 3733
F. - Pronto. F. - Due chiloni, però c'è tutto l'auditing, eh.In tutto questo è naturale che si rinvengano anche telefonate di protesta di familiari delusi del servizi ricevuti: dalla Conversazione N. 11 G. - Senta, qui GH. di Sanremo, dove... mia figlia era a Pallare. poteva andare nel centro. E io pensavo, siccome in un mese di Pallare ha avuto un successo favoloso, e quindi pensavo, dico, con altri due mesi di Pallare, dopo va a Milano... e allora loro mi hanno imbesuito con la speranza di mettermi la figlia poi lassù e invece poi, in conclusione, han preso i soldi, m'han fatto versare una bella cifra, poi nessuno ha dato più un segno dl vita e io mi son trovata con la ragazza che adesso è a casa da un mese e che ha ricominciato tutto da capo.dalla Conversazione N.. 890 M. - Va bene, signor CA.; quand'è che viene a Milano? mangia male... M. - BuongiornoMa senza dubbio le conversazioni telefoniche che lasciano maggiormente senza parole sono quelle nelle quali si assiste allo scambio di notizie sui "cicli" vale a dire sui casi di persone che sono o devono essere maneggiate (2091, 3643, 68321, 6835, 7351, 162, 178, 386). I soldi vengono seguiti, controllati... fiutati. Nel momento in cui qualcuno "addocchia" un bel "ciclo" si assiste a un frenetico scambio di notizie e di informazioni sull'andamento delle attività di "maneggiamento" si danno suggerimenti sulla tecnica migliore da adottare e se il ciclo è "too much" (1564) ci si dichiara disposti ad andare a prelevare il ragazzo, di persona, a casa (ovvero a svegliarla di notte alle tre (7351)) per non darle la possibilità di avere ripensamenti. E quando, il risultato è raggiunto si sprecano le esultazioni in termini ed espressioni veramente poco edificanti per coloro che li usano. Si veda ad esempio la sequenza fornita dalle telefonate n. 6823, 6824, 6826. Le persone sono "pesate" in base ai soldi di cui dispongono, si fa loro il "check" e quando il risultato viene conseguito si vedano i commenti: dalla conversazione N. 6826 B. - Ti do une bella notizia, c'è un NRP. Dello stesso tono anche la 788 «chiuso il ciclo! 6 chili e 500!» e la ragione di esultanza è data dall'incremento della statistica perché come in modo assolutamente inequivoco e crudo si dice 4225 non si "portano dentro" 20 persone se non hanno i soldi, i "cicli" vanno verificati: dalla conversazione N. 4225 F. - Implementa, che cambia, succede sempre sto quarantotto qua, che ha in giro i reg tutto il giorno e che non... che chiudono le mosche.E che questo "controllo" sia fatto in modo capillare è confermato dalle affermazioni secondo le quali: «...ha una fabbrichetta a Milano» (6368), «...è titolare del centro stampa a Milano» (6423), «viene uno pieno di soldi che bisogna trattare coi guanti» (6684), «è gente ..da non farsi scappare» (6835), «... la tipa deve chiedere il prestito in banca» (162). O ancora la 355 che mostra come anche una persona agli arresti domiciliari sia una buona occasione di ...guadagno per speculare sul fatto che quella situazione può non essere gradita ai genitori di modo che il ragazzo può far leva sul disagio familiare e convincerli a mandarlo al centro. Se questa può essere una buona "strategia" tuttavia bisogna essere certi che la persona sia solvibile. Ed è appunto quello che uno dei due interlocutori rammenta all'altro: «...ce li avrà 3 chili?». Ancora sul modo in cui "maneggiare" parenti dubbiosi o "cicli" non chiusi si veda la 4639 dalla quale si desume che il genitore è dubbioso di fronte alla volontà del figlio di tornare al Narconon perché si comprende che nel passato è già stato al centro di Osnago senza molto successo ed allora si dice che una persona ha «....pulito i ruds su storie vecchie di lì», ha in sostanza cercato di eliminare le brutte impressioni precedenti; ovvero la 4636 dove si esprime il disappunto per il fatto che un "ciclo" ritenuto chiuso non lo è ed allora bisogna provvedere subito. Dalla conversazione N. 4636
A. - Mm, mm
G. - E invece non era vero. Mai capito?
A. - Mm, hm. Bon, chi è che ha leadership su sto ragazzo?
G. - Come?
A. - Chi è che ha potere su sto ragazzo?
G. - Non ti sento, Alberto.
A. - Chi è che ha leadership, potere su sto ragazzo? Tu ce l'hai?
G.- Ma non ce l'ha nessuno... è... non è neanche mese che è qui.
A. - Mm, im.
G. - Cioè, io gli ho parlato, no....
A. - Hm. G. - Però, semplicemente, lui è withdraw totalmente dal farlo adesso e ha detto che l'ha già detto anche a Milano. Lui è sicuro di quello che vuol fare, però non adesso.Colpisce poi il tono volgare e cinico con cui si fa riferimento, nella 2994, alla nonna di un ragazzo che non vuole mandare il nipote al Narconon: dalla conversazione N. 2994 B. - Perché io c'ho pure il business, capito, da far con la sauna, veloce, no... qui a San Gimignano, no...La conversazione prosegue poi con battute del seguente tenore: F. - Il ciclo grosso che aveva la Lori?... B. - E' un business da due miliardi, no...E in tutto questo contesto di poca serietà e cinico disinteresse per gli effettivi scopi (teorici) dell'associazione, si vedano anche la 6741 dalla quale risulta che alcuni operatori del centro, recatisi a casa di qualcuno per farsi dare i soldi si siano, con l'occasione, impossessati di oggetti non propri ovvero la 2729 dalla quale risulta chiaramente noto che taluno continuasse a "farsi" e, per il tono disinvolto con cui la cosa è riferita sembra lecito arguire che non si trattasse di un caso isolato. Le tinte si fanno ancora più colorite ed è difficile trattenere espressioni di palese disapprovazione dinanzi all'immagine di "mosconi impazziti attorno al miele" quando individuano addirittura un "ciclo da 50 chili". Si studia la strategia; ci si ripete a vicenda con malcelata soddisfazione che si tratta di persone che non badano a spese, si discute sul come evitare il minimo rischio di farsi "scappare la preda" giungendo ad esprimere l'intento di andare a prelevare fisicamente il ragazzo tossicodipendente pur di evitare ripensamenti da parte dei suoi genitori: dalla conversazione N. 5381 M. - Secondo te quale sarebbe la mossa che attirerebbe dentro tutto quel ciclo di 50?Il "ciclo" si conclude poi "felicemente" (a seconda del punto di vista) come si apprende dalle 7041 e 7082. Ma forse una "ripresa diretta" di ciò che viene detto e fatto per indurre una madre dubbiosa a mandare il figlio al centro, sempre previo esborso, non può essere meglio fornita che dalla telefonata 2129 - nella quale è possibile cogliere alternativamente brani di conversazione tra gli operatori ed altri con la madre. Le espressioni di gergo con cui si riferisce il disappunto per i dubbi sono tanto più crude e inqualificabili se raffrontate al tono mellifluo ed ipocrita con cui ci si rivolge poi alla donna per convincerla « ...per il bene del figlio» quando poi, dai commenti che si fanno tra operatori, si dice chiaramente che lo scopo è di farle "tirar fuori i soldi" pag. 1015: dalla conversazione N. 2729 F. - Rimani in attesa, eh.La conversazione prosegue tra un uomo (U.) (CA. Alberto) e AR. (A.): A. Dimmi. A. - A fare quella cosa che abbiamo detto ieri sera, no.La conversazione prosegue tra una donna (D.) e AR. (A.): D. - Pronto. A. - Pronto. D. - Ecco genere... viene martedì mattina. D. - Si, sì. Giusto.La conversazione prosegue tra CA. (C.) e AR. (A.): C. - Pronto. A. - Hai capito? Io gliel'ho detto che.., cioè, ho risposto io di fronte alla Lega, no...La conversazione riprende tra AR. (A.) e Felice (F.): F. - Pronto.E questa breve esposizione non si può non concludere con quest'altra coloritissima immagine fornita dalla telefonata 6703 dove si assiste alla contesa del "ciclo di un miliardario" con lo stesso stile con cui due cani si contendono lo stesso osso: dalla conversazione N. 6703 G. - Allora, ti dico subito, no... c'è un tipo, no, di nome S. FR.... F. - Sì. F. - Ascolta. G. - Ti passo Agostino.E perché non rammentare, da ultimo, la 788 avvenuta immediatamente dopo l'esecuzione della chiusura delle sedi disposta dalla magistratura; la bestemmia di commento, oltre che poco encomiabile in sé, non fa neppure molto onore ad un'associazione che insiste tanto per la libertà ed il rispetto di tutti i credo religiosi (788). |
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