La giornalista Paulette Cooper, autrice del libro Lo Scandalo Scientology del 1972 (prima grande inchiesta giornalistica sul movimento dianetico), racconta le molestie subite dagli agenti dell'organizzazione di L. Ron Hubbard.
© Di Paulette Cooper, 1982.
Chiamai i miei genitori [adottivi], e informai tristemente mio padre di quello che era successo [che sarei stata messa in stato d'accusa se non avessi ammesso di aver inviato lettere minatorie che tuttavia non avevo scritto] e di ciò che il Governo pretendeva che facessi [diciamo, ad esempio, produrre una richiesta di clemenza]. Mio padre mi assicurò che qualunque sostegno finanziario ed emotivo mi avesse dato sarebbe stato interamente indipendente dal fatto che avessi o meno scritto io quelle lettere. "Ma solo per curiosità", mi chiese, "sei stata tu?". "Papà", dissi, "in passato ti ho mentito su alcune cose, tipo a che era rientravo di notte. Ma questa è una cosa importante, e non ti potrei raccontare una bugia. Non sono stata io." "Mamma e io non vorremmo mai che tu dessi falsa testimonianza davanti a un Gran Giurì", aggiunse, "dichiarandoti colpevole di un reato che non hai commesso per risparmiare denaro. E se per difenderti dovremo vendere la casa, lo faremo." Cominciai a piangere, papà tratteneva a stento le lacrime e anche Paula Tyler, che stava lì accanto al telefono, piangeva. Faccio una piccola digressione. Pochissimo tempo dopo mi imbattei in una rivista di Scientology con una foto di una ragazza che assomigliava moltissimo a Paula [un'"amica" che risultò essere una Scientologist, a quale mi presentò Jerry Levin, che a sua volta risultò essere uno Scientologist]. Quando l'affrontai con la foto, comunque, fu estremamente convincente e composta, e arrabbiata che una Scientologist potesse assomigliarle. Qualche settimana dopo ricevette un telegramma che la informava che i suoi genitori avevano avuto un incidente d'auto in Europa, e scomparve per sempre [1]. [1] Quattro anni dopo, mentre lavoravo con l'FBI su questa inchiesta di montatura/Operazione Freakout/Operazione Biancaneve, mi fu mostrata una fotografia di Paula acquisita a sua insaputa a un raduno di Scientology avvenuto poco tempo prima. [ho tagliato tre paragrafi del diario del 1982. Sto pensando, forse, di postare in seguito il diario completo, senza tagli] (aggiunta del 1997)
Questa cosa è un po' confusa, così permettetemi di tornarci sopra. In dicembre una ragazza che diceva di chiamarsi Margie Shepherd venne nel mio appartamento chiedendomi di firmare una petizione. Mi presentò la sua amica Paula Tyler (che risultò essere una Scientologist), e dopo che divenni amica di Paula lei mi presentò Jerry Levin, con cui poi divisi l'appartamento, che risultò a sua volta essere uno Scientologist. Ho sempre pensato che la carta da lettera mi fosse stata rubata da Margie e non da Jerry, sebbene l'FBI abbia in seguito insistito che parecchie fonti informative interne affermassero chiaramente che era stato Jerry. Forse Jerry non era ancora nel mio appartamento, e Margie gli portò la carta da lettera dopo che l'avevo toccata. O Jerry si intrufolò (Margie potrebbe avergli aperto la porta) e prese la carta. L'interrogativo su come esattamente riuscirono a prendermi l'impronta continua ad assillarmi, e se qualcuno di voi ha qualche informazione in proposito, o sa qualcosa di queste tre persone, vorrei me lo facesse sapere, tanto per mettermi l'animo in pace.
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