Un Incontro Veloce ma Indimenticabile

Riflessioni ed esperienze di un lettore del nostro sito, scaturite dalla lettura del Capitolo 8 del libro di M.T. Singer, Cults in Our Midst - Le Sette tra Noi.

 

Il mio incontro con Dinamica Mentale è avvenuto nel 1984. Ai tempi ero alla ricerca di "qualcosa" che potesse risolvere i miei problemi personali. Inoltre sentivo molto forte la spinta verso il miglioramento e lo sviluppo delle mie potenzialità.

Un mio ex compagno di scuola mi parlò di D M. "L'ho praticata ed è una cosa molto valida, veramente…" Mi disse che adesso stava bene e che non se ne occupava più da un po' di tempo. Così mi mise in contatto con un suo amico che era ancora molto attivo. Lo contattai. "Per fortuna" a giorni sarebbe iniziato un corso di Dinamica Mentale presso un noto albergo della mia città e il tale mi invitò a iscrivermi. Ci sarebbe stato un incontro introduttivo e poi 2 o 3 giorni di training a tempo pieno (sabato e domenica ma, forse, era compreso anche il venerdì. Non ricordo con precisione.) Il tale aveva l'aria di saperla lunga e usava un tono da "non sai cosa ti perdi… ma se proprio vuoi perdertelo, sono cazzi tuoi" che in seguito realizzai essere il tipo di atteggiamento che caratterizza chi pratica questa disciplina.
Comunque ero convinto: avrei provato anche questa.

Racconto in presa diretta

Mi trovo nell'atrio dell'albergo. È un bel posto, usato per meeting e convegni. Ho appena pagato la quota d'iscrizione (350 lire circa). C'è molta gente: vedo persone che si riconoscono e si abbracciano con calore. Incontro un mio conoscente. Sono stupito di vederlo lì. È simpatico ma l'ho sempre considerato un tipo molto superficiale, dal quale ti aspetti discorsi sul calcio, le donne, i motori e niente più.

Veniamo fatti accomodare nella sala conferenze. Qualcuno fa un breve discorso introduttivo. Il senso di quello che ho capito fino a questo momento si può riassumere in poche parole: "restate fino alla fine perché farete un'esperienza notevole." Già, anche se l'esperienza, inizialmente, mi sembrerà strana, alla fine capirò tutto: potrò mostrare anch'io quell'aria di confidenza e in futuro potrò abbracciare con calore tutti gli altri quando avrò l'occasione di incontrarli di nuovo.

E qui, manco a farlo apposta, l'esperienza si fa stravagante davvero: sale sul palco una donna decisamente carina, vestita con un tailleur elegante (femminile e professionale allo stesso tempo). Dovrebbe avere sui 30 anni. Il suo modo di fare è aggressivo e il suo linguaggio mi stupisce per la sguaiatezza: sputa una sfilza incredibile di oscenità. Il senso del discorso è, a grandi linee, basato sul fatto che spesso ci troviamo nella merda e l'uso del termine merda viene coniugato in tutte le varianti possibili. La ragazza non è solo volgare e aggressiva. Si dimostra brillante, comunicativa e piena di energia. Il tipo di linguaggio che usa sembra non essere altro che la dimostrazione di quanto sia libera e disinibita: ha raggiunto la piena consapevolezza, fa quello che le pare senza limiti, mentre noi siamo i rincoglioniti-inibiti.

Chi osa controbattere viene messo in ridicolo e insultato. Un tale si alza dicendo "me ne vado, ho visto troppo" e subisce la dose maggiore di insulti che arrivano nel modo peggiore, cioè sotto forma di presa in giro. Se te la prendi rischi di fare la figura del permaloso. Lei ti dirà che stava solo scherzando e ti ridicolizzerà ancora di più. Il "ribelle" torna sulle sue decisioni: rimarrà fino alla fine. Sono sconcertato dall'epilogo dello scontro. Ho deciso fin dall'inizio di sospendere il giudizio aspettando la rivelazione finale. E poi la conferenziera ha vinto su tutta la linea e per scatenare la guerriglia uno deve avere qualche possibilità di vittoria.

LGAT

In seguito ho trovato un riscontro a queste tecniche nel libro Cults in Our Midst - Le Sette tra Noi di Margaret Singer nel capitolo in cui si parla dei LGAT (Large Group Awarness Training - Formazione della Consapevolezza per Grandi Gruppi). Gli LGAT sono dei seminari aziendali emotivamente molto aggressivi che spesso contengono lo scopo non dichiarato di reclutare i partecipanti in una setta.

Cito testualmente:

Primo giorno
Il primo giorno viene generalmente dedicato alla dimostrazione dell'autorità assoluta del leader. Il leader, definito spesso facilitatore o trainer, prende immediatamente il controllo dell'ambiente con un comportamento che suggerisce la sua forza e responsabilità, e a nessuno è dato sfidare o provocare quanto dirà. "Questo programma funziona" proclama il trainer. "Obbedire e trarne il massimo beneficio dipende da voi". Rimane il solo responsabile, si comporta con disinvolture e ha abilità verbali, non perde un solo scontro. Chiunque sfidi il trainer sarà verbalmente umiliato e schiacciato…

…Generalmente non vengono anticipati i risvolti psicologici e di forte confronto, e neppure si dice che nei partecipanti verrà inculcata una teoria completamente nuova di come funziona il mondo.

Presa diretta II

Questo è un corso di miglioramento personale. Non esiste il paravento del training aziendale. La ragazza, comunque, inizia a svelare un po' di teoria dicendo che l'unica certezza che abbiamo è quella di morire. "Chissà cosa ne pensano quei 4 o 5 miliardi di persone che aderiscono a un credo religioso" dico tra me e me. Poi aggiunge che dobbiamo dire a noi stessi "Io sono un essere unico, meraviglioso e irripetibile." Finalmente un po' di umanità: fino a questo momento di irripetibile ci sono stati solo gli insulti.

Comunque la Jena chiude il suo intervento ed è sostituita da un'altra ragazza che si dimostra dolce e gentile. Mi chiedo che relazione esista tra le due: non sembrano appartenere neppure alla stessa specie animale. Se sono parte di Dinamica Mentale dovrebbero avere una certa unità di comportamento. La nuova conferenziera, con l'aiuto di una lavagna, ci spiega che esistono vari livelli di attività cerebrale e che noi dovremmo abituarci a sintonizzarci su quella più consona (semplifico al massimo perché ricordo poco.) La sua spiegazione introduce un esercizio che facciamo a occhi chiusi guidati dalla voce vagamente ipnotica di un nastro registrato. Alla fine possiamo aprire gli occhi. Io mi sento un po' assonnato. Per svegliarci bene ci fanno agitare le mani aperte come fanno i cantanti gospel. La tipa ci spiega che l'esercizio appena concluso ha lo stesso valore di (tot) ore di sonno, e questo chiude il primo incontro.

Mi alzo e mi avvicino alla Jena. Non so perché compio un gesto così insensato. In questo periodo prendo molto sul serio la ricerca di miglioramento personale: non è una cosa che faccio per hobby e quello che ho sentito non sembra proprio fare al mio caso. Però le spiegazioni sono state così vaghe che ho il dovere di chiedere maggiori informazioni.

La Jena è in piedi e di fronte a lei, nella prima fila, sono seduti 3 o 4 pezzi grossi del gruppo. Tutto avviene in modo fulmineo: attiro la sua attenzione e le espongo la natura dei problemi che vorrei risolvere. Lei mi ascolta e poi se ne esce fuori con un "Ho capito cosa sei: sei un deficiente." ripete l'insulto ammiccando verso la prima fila. I capoccioni si mettono a ridere annuendo e io perdo il controllo: tiro fuori il modulo d'iscrizione, lo straccio con quattro gesti plateali, getto i coriandoli in faccia alla Jena ed esco. Ho fatto tutto istintivamente, senza pensarci, in preda a un raptus incontrollabile. Fuori ho una specie di crollo nervoso: mentre avvio la macchina inizio a tremare in modo incontrollato. Devo fermarmi e aspettare che passi. Mi calmo un po' anche se dentro sono sconvolto. Torno a casa.

Il giorno dopo chiamo il tale che mi aveva indirizzato a Dinamica Mentale e lo riempio di insulti in modo così eccessivo da passare dalla parte del torto. Lui non fa una piega e io mi sento stupido per essermi comportato così. Mi dice "A me di te non me ne frega niente. A lei (la Jena) di te non gliene frega niente, ma questa cosa è valida e se non la fai lo stupido sei tu." In maniera sottile, il ragionamento fa presa ancora una volta. Mi faccio abbindolare e decido di tornare ancora sul corso.

Torno all'albergo in tempo per il secondo giorno di training. Non sono tranquillo. Mi sembra di ritornare nella tana del nemico. Mi spinge solo quella parte di me che si sente in colpa e prova una sorta di inferiorità verso gente che sembra così determinata.

Mi si avvicina una ragazza che mi dice: "La (nome della Jena) ha deciso che non devi proseguire il corso perché sei stato maleducato." Sul momento mi sfugge l'ironia della situazione e nel giro di 2 minuti sono fuori. Mi è stata rimborsata la cifra che ho versato. Salgo in macchina e ho un altro crollo emotivo simile al precedente. Tremo ancora ma mi riprendo più in fretta. Ne sono uscito e questo è un grande sollievo. Apro il portafogli. Ha un aspetto magnifico: scoppia di salute grazie all'aggiunta di 7 banconote da 50.000 lire.

Conclusione

Certe tecniche possono produrre effetti molto negativi. Tira aria di manipolazione violenta e questo lo posso dire con certezza anche se non ho provato la totalità del training. Credo che tutto ciò sia sconsigliabile a persone instabili e il fatto stesso che le tecniche vengano tenute nascoste la dice lunga sulla loro validità effettiva. Se funzionano perché farle precedere dalla presenza di un trainer così aggressivo?

 
 
 
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